Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Alexiel Mihawk    31/07/2015    5 recensioni
Oikawa ha un sorriso radioso, una personalità irritante e fin troppe ammiratrici.
Ci sono dei giorni in cui Iwaizumi non riesce nemmeno ad avvicinarglisi durante le ore scolastiche, perché l’amico sembra essere circondato da un muro impenetrabile di divise femminili; sono quei giorni in cui le sue sopracciglia si piegano leggermente verso l’interno e Mattsun lo prende ripetutamente in giro - perché è raro vedere la coppia sposata così distante, non avrete mica litigato?

Iwaizumi/Oikawa | future!fic
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Gli anni passano, noi restiamo gli stessi di tanto tempo fa
Autrice: Alexiel Mihawk | alexiel_hamona
Fandom: Haikyuu!
Personaggi: Iwaizumi Hajime, Oikawa Tooru
Parole: 2063
Generi: generale, sentimentale, angst
Warning: future fic
Rating: sfw | safe
Note: questa storia è stata scritta senza apparente motivo, fondamentalmente perché stavo affogando nei feels Iwaoi. È il mio primo approccio con questo fandom e spero sinceramente di essere riuscita a mantenere i personaggi IC.
- Per la scrittura mi sono ispirata ai Doujinshi di Sashikiz/ Gusari che potete trovare qui e qui, ho cambiato alcune cose, ma ho chiaramente utilizzato Ano Machi ni Sunderu Karera no Koto come idea di base per la trama.
- Nella serie sappiamo che Oikawa ha un nipote, ho scelto quindi di fargli avere una sorella maggiore.
- Nella serie Oikawa non indossa una ginocchiera, ma un sostegno per ginocchia che mi porta a pensare che abbia qualche problema con quell’articolazione. In realtà volevo fargli rompere l’anca all’inizio, anche per differenziare la storia dal Douji, però questo era più plausibile.
 
 
Gli anni passano, noi restiamo gli stessi di tanto tempo fa
 
 
Oikawa ha un sorriso radioso, una personalità irritante e fin troppe ammiratrici.
Ci sono dei giorni in cui Iwaizumi non riesce nemmeno ad avvicinarglisi durante le ore scolastiche, perché l’amico sembra essere circondato da un muro impenetrabile di divise femminili; sono quei giorni in cui le sue sopracciglia si piegano leggermente verso l’interno e Mattsun lo prende ripetutamente in giro - perché è raro vedere la coppia sposata così distante, non avrete mica litigato?
Sono anni che lo conosce e sì, insomma, oramai si è abituato, almeno questo è quello che si ripete ogni volta che, con la coda dell’occhio, vede le dita di qualche compagna più audace sfiorare debolmente l’orlo della giacca di quel demente; e Shittykawa ogni tanto potrebbe anche sottrarsi alla presa o smettere di sorridere, ma non lo fa mai e Iwaizumi non può che girarsi dall’altra parte e fingere di non vedere.
E non è facile fare finta di niente, non quando riesce a leggere così chiaramente ogni pensiero, ogni espressione che attraversa il volto di Oikawa: la sua soddisfazione, il suo disappunto e, soprattutto, il suo misurato ego che a volte è così spropositato da invadere l’intera aula con le sue vibrazioni di autocompiacimento.
A volte pensa che se non lo conoscesse così bene sarebbe tutto più facile, perché se lui riesce a capirlo così facilmente, senza fatica, allora significa anche che Tooru riesce a leggerlo come un libro aperto.
 
Hajime non sorride quasi mai, è scontroso, facilmente irritabile e tende a non avere troppi amici.
Ci sono giornate in cui quasi non rivolge la parola a nessuno se non a Oikawa e agli altri membri della squadra e sono quei giorni in cui Tooru sorride più del solito mentre tornano a casa assieme e si sente in dovere di assillarlo per qualsiasi cosa; Iwa-chan assottiglia lo sguardo e gli dà dell’idiota, ma lo ascolta sempre, a prescindere dall’argomento. Altre volte, invece, nelle pause tra una lezione e l’altra, ci sono persone che gli si avvicinano con l’intento palese di rivolgergli la parola; capita anche che si tratti di ragazze - ragazze dai gusti discutibili, su questo Tooru non ha dubbi, ma pur sempre carine e sorridenti - che gli si avvicinano e lo guardano con occhi colmi di sentimenti che Iwa-chan non riesce a vedere.
Quelle sono le giornate in cui Oikawa sente l’impotenza farsi largo dentro il suo petto, un bruciante senso di inferiorità lo coglie afferrandolo da dietro, cingendogli le spalle in una nube scura e attanagliandogli lo stomaco; Tooru guarda Hajime sorridere - a volte addirittura ridere ed è così ingiusto che con lui non rida a quel modo - sente la sua voce roca farsi più gentile e percepisce un moto di invidia che non dovrebbe nemmeno esserci, una sensazione spiacevole che si rifiuta di accettare. Sono i pomeriggi in cui, a volte, durante gli allenamenti, si distrae e riceve una pallonata in faccia e quando Iwa-chan gli domanda cos’abbia - perché Iwa-chan sa sempre quando qualcosa non va - gli mette il muso e si rifiuta di rispondere.
 
Per chi li guarda da fuori è quasi ridicolo come riescano a capirsi così bene, ma non siano in grado riconoscere i sentimenti che provano l’uno per l’altro. Mattsun e Makki hanno iniziato a fare scommesse per vedere quanto ci metteranno a capirlo, se mai ci arriveranno; ogni tanto sono tentati di intervenire di persona, in quei pomeriggi uggiosi in cui Iwaizumi e Oikawa non fanno altro che litigare e risultano ingestibili durante gli allenamenti.
Alla fine decidono di non dir loro niente.
Forse è un errore, forse no, fatto sta che nessuno parla e le loro vite proseguono, lente e sempre uguali, tra una partita di allenamento e l’altra.
 
***
 
Sei mesi dopo avere compiuto vent’anni, senza dire una parola a nessuno, Oikawa scompare.
Iwaizumi lo cerca, ma invano; alla fine capisce che la verità, quella scomoda, fastidiosa e troppo dolorosa per essere reale, è che Tooru non vuole essere trovato, non da lui. Ci vuole tempo e il dolore lascia spazio alla rabbia e la rabbia alla frustrazione, e quella parte del suo cuore in cui viveva Oikawa viene messa da parte e sigillata così che non possa più ferirlo ogni volta che si trova anche solo a pensare a lui.
Ogni tanto ha il dubbio che Mattsun sappia dove si trovi e cosa stia facendo, ma l’amico nega ogni volta e alla fine Hajime si arrende e va avanti con la sua vita, perché che altro può fare? Se i suoi ci rimangono male quando rivela di non avere intenzione di continuare a studiare non lo danno a vedere; chi lo guarda con apprensione rimane Makki e ogni tanto persino da Yahaba - perché sì, è di Iwaizumi che stiamo parlando e potrebbe fare qualsiasi cosa ed essere qualsiasi cosa e non un semplice muratore, ma non sanno come dissuaderlo, e dopo un ennesimo litigio rinunciano a dirgli qualsiasi cosa.
Hajime non mette più piede in un campo da pallavolo, perché se ad alzare per lui non è quell’idiota di Trashykawa, allora giocare non ha senso.
 
Quando Tooru si rompe per la seconda volta il ginocchio capisce che non potrà più alzare per nessuno.
Ha diciannove anni e la carriera professionale che si prospettava brillante di fronte a lui si trasforma in un sogno lontano; vorrebbe poter dire che riesce a superare la cosa con filosofia, ma mentirebbe e basta e non è mai stato granché bravo nel farlo.
Ad essere del tutto onesti non sa quale sia la cosa che gli spezza maggiormente il cuore: se il costante preoccuparsi di Iwa-chan, che non lo lascia mai da solo senza però essere in grado di dargli quel tipo di affetto che Tooru cerca disperatamente da lui, o se la bruciante consapevolezza di avere fallito, di essersi giocato il proprio futuro per una stupida caduta da una bicicletta.
Alla fine decide di scappare, perché scappare gli riesce bene e, come si ripete di notte abbracciando il cuscino e trattenendo le lacrime, si sposa con la sua natura codarda; ci sono settimane, forse mesi in cui pensa che non uscirà dalla stanza, in cui crede che cadrà in depressione - una di quelle vere, di quelle serie, che ti obbligano a prendere medicinali e ad andare dallo psicologo - e che non riuscirà a riprendersi.
Poi viene spedito da sua sorella.
La primogenita della famiglia Oikawa non è una che ci va tanto per il sottile: lo obbliga ad alzarsi, a pettinarsi, a mangiare, a uscire di casa. Si trova a fare da madre a due bambini invece che a uno solo e Tooru trova in suo nipote e in quella famiglia sgangherata una nuova motivazione, così si iscrive a fisioterapia e decide che cercherà di evitare a tutti i costi che altri atleti, altri ragazzi come lui, si ritrovino con i loro sogni spezzati davanti agli occhi. Non sono riuscito ad aiutare me stesso, dice sempre a sua sorella, ma in questo modo, forse, sarò in grado di essere un sostegno per qualcun altro.
Da Iwa-chan però non ci torna, non gli scrive, non si fa sentire, cambia addirittura numero di telefono; la verità è che non riesce più a sostenere il suo sguardo, ad averlo vicino e a sentire la sua voce. Oramai ha deciso, tutto di testa sua, che il suo è un amore non corrisposto e che l’unico modo per sopravvivere, per non rimanere schiacciato dal peso di questi sentimenti a senso unico, è ricominciare da capo e gettarsi il passato alle spalle cominciando proprio con la persona a cui tiene di più.
 
Trascorrono cinque anni prima che Iwaizumi e Oikawa si rincontrino.
Avviene per caso, è uno di quegli incontri fortuiti che non ti aspetti, che sogni la notte e speri con tutto te stesso possano avvenire, ma in cui non riesci a credere davvero perché la vita non è così gentile.
Hajime è rimasto coinvolto in un incidente sul lavoro, una cosa così stupida che persino i suoi operai hanno riso di lui; è diventato capocantiere un anno prima e i suoi uomini lo rispettano, di solito, ma è abbastanza certo che quella caduta così goffa dal piano rialzato non la dimenticheranno in breve tempo. E in effetti poteva rendersi conto che la scala era spostata a lato, ma no, ovviamente lui era andato dritto e quando aveva sentito che mancava il pavimento non aveva fatto nemmeno in tempo a dire “merda” che si era ritrovato in terra con un osso che sporgeva in modo molto poco rassicurante dalla gamba. Una bella seccatura.
Certo tutte le spese mediche sono state pagate dalla ditta, insieme a un mese di riabilitazione.
Ed è lì, dopo poche ore dal suo arrivo nel reparto di fisioterapia, che rivede Tooru.
La prima cosa che riconosce, in quella stanza bianca e azzurra che odora di disinfettante, è la voce, con quella cadenza irritante che il suo amico era sempre solito usare quando rispondeva a una ragazza. Hajime si gira lentamente, facendo leva sulle stampelle e spalanca lo sguardo, mentre quella diga che ha costruito pezzo dopo pezzo ad arginare il ricordo di Oikawa si spezza e i sentimenti tornano a invadere con prepotenza il suo petto. Sorpresa, rabbia, una rabbia sorda per cui vorrebbe prenderlo a pugni e domandargli dove sia stato per tutto questo tempo, e poi quella sottile sensazione di sollievo nel vedere che sta bene che si trasforma in gioia nel momento stesso in cui Tooru solleva lo sguardo e lo riconosce.
Rimangono fermi a fissarsi per quelli che paiono minuti interi, ma che a detta dell’infermiera non sono che pochi secondi, con gli occhi spalancati e lo sguardo di chi si trova di fronte a una seconda possibilità che non credeva sarebbe mai arrivata.
«Ti si è allungata la frangia, Shittykawa» e non sa da dove gli escano quelle parole, perché le cose che vorrebbe dirgli, che vorrebbe urlargli, sono così tante e alcune fanno male e se le porta come macigni nel petto da anni. Però se le tiene dentro e non le dice e sorride soltanto, mentre cerca di evitare di piangere perché ha venticinque anni e sì, insomma, non è proprio il caso di mettersi a frignare davanti a tutti e poi è sempre stato Oikawa quello dalla lacrima facile, non lui.
Tooru, da parte sua, non dice niente, rimane lì senza capire davvero, finché la voce roca di Iwa-chan non lo riporta alla realtà e loro hanno di nuovo diciassette anni e non è cambiato niente, il tempo non è mai trascorso e lui non è mai scappato senza più fargli sapere niente; nel momento in cui capisce che non sta sognando, Oikawa ritorna a respirare e si rende conto che per cinque anni è andato avanti trattenendo il fiato.
Non saprebbero dire che sia dei due a fare il primo passo verso l’altro; le stampelle di Iwaizumi cadono a terra nel momento stesso in cui lo fa la cartelletta medica di Oikawa e quando si abbracciano rimangono entrambi senza fiato. Ed è strano ed è inebriante, perché nessuno dei due osa dire niente e l’intera stanza si è fatta silenziosa mentre i due ragazzi si tengono stretti sotto gli sguardi curiosi dei presenti.
Oikawa non è sicuro di volersi staccare, perché teme che Iwa-chan possa sparire - anche se quello che è scappato è stato lui e lui sa, lo sa quando Hajime lo abbia cercato -e al momento è così malconcio e ingessato e pieno di graffi che ha paura possa cadere di nuovo se lo lascia andare o, forse, molto più semplicemente, non vuole che si accorga che sta piangendo.
Iwaizumi lo stringe più forte di quanto vorrebbe, forse è un riflesso inconscio e spera di fargli almeno un po’ male, però non lo prende a calci, né gli tira il pugno che spesso ha immaginato gli avrebbe mollato - proprio su quel naso di cui va tanto fiero - nel momento cui lo avesse rivisto; semplicemente decide che non gli importa, che va bene così, perché Oikawa ha lo stesso profumo di un tempo e Iwaizumi lo sa, lo sente che sta piangendo come un bambino contro la sua spalla.
 
«Se mi sporchi la maglia di uccido, Trashykawa» gli borbotta in un orecchio, perché gli anni passano, ma lui Oikawa riesce ancora a capirlo perfettamente.
«Mi sei mancato anche tu, Iwa-chan».




 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Alexiel Mihawk