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Autore: Persefone3    01/08/2015    7 recensioni
Aderisco con piacere all'iniziativa. Buona Lettura!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Agosto: An Everlasting Love
 
Henry, Snow e David sono andati via da pochi minuti. Henry ha chiesto di dormire qui, ma Emma non ha voluto sentire ragioni. Dopo aver cenato con noi, è tornata a chiudersi in camera e da lì gli ha gridato di andarsene quando era salito per chiederle di poter rimanere. Ero andato su anche io per cercare di dare man forte al ragazzo, ma Emma non ha dato ascolto a nessuno dei due. Ho visto bene il rammarico sul suo giovane volto mentre si stava avviando con i suoi nonni verso casa. Appena sono usciti dal viottolo, sono tornato alla sua porta per cercare di farle cambiare idea, ma è stato tutto inutile. Non ha voluto farmi entrare, così sono sceso in cucina a farmi un caffè.
È passata più di una settimana da quando siamo riusciti a estirpare l’oscurità dalla sua anima. Credevo sarebbe tornata la Emma di sempre, la mia Emma, ma, dopo il primo momento di gioia, il peso di quello che ci aveva fatto e il conseguente senso di colpa l’hanno schiacciata completamente. Si è rifugiata in questa villetta che da sulla spiaggia senza voler vedere più nessuno. In un primo momento aveva sbattuto la porta in faccia anche a me e allora io mi sono accampato davanti alla sua porta. Il terzo giorno mi ha aperto e da allora cerco di prendermi cura di lei come posso, quando me lo permette e se me lo permette. Il fatto che mi abbia accettato in casa, non fa di me una persona speciale o più meritevole degli altri: semplicemente sono caduto nell’oscurità con lei, ma in qualche modo sono riuscito a rialzarmi e trascinarla con me in salvo. So bene come ci si sente quando smetti di nutrirti di oscurità e vendetta: il rimorso e il senso di colpa sembrano un buco nero senza fine. So che si sente esattamente così, l’ho letto nei suoi occhi una delle rare volte che mi ha lasciato entrare in camera per consolarla. Diciamo che da quando sto in casa, sono più le volte che ho dormito sul divano che quelle in cui ho dormito insieme a lei, ma va bene anche questo. Ho capito che la mia presenza la rassicura in qualche modo e anche se sono al piano di sotto è per lei un punto fermo. Non mi tiro indietro di fronte a ciò, anzi.
 Pensare che le prime volte si chiudeva a chiave dentro. Mi sono imposto affinché non lo facesse più. La mia paura era di non poter intervenire qualora avesse avuto bisogno di aiuto. Le ho anche esposto le mie paure ma lei ha continuato imperterrita. L’ultima volta che lo ha fatto, le ho detto che avrei buttato giù la porta a spallate se avesse usato ancora quella maledetta chiave. Siamo riusciti a raggiungere un accordo alla fine: lei non chiude a chiave ed io non entro se la porta è chiusa. Il nostro accordo funziona abbastanza bene, ma a me non basta più. Non posso rimanere passivo e guardarla consumarsi in questo modo. Devo fare qualcosa assolutamente: questa storia deve finire. Non è punendo se stessa e le persone che ama, e che la amano a loro volta, che espierà le sue colpe.
Ricordo bene quello che mi ha detto David quando mi ha trovato sconvolto dopo la sua fuga dettata dalla vergogna.
 
- Emma deve capire che è sempre possibile redimersi. Snow ed io lo sappiamo bene, ci siamo passati prima di lei. Tutto quello che deve fare è credere che può guadagnarsi il perdono e non lasciarsi paralizzare dal rimorso. Dopo la faccenda dell’uovo, noi ci siamo riusciti scegliendo di essere la migliore versione di noi stessi e decidendo di diffondere speranza e fede ogni giorno. Questo ci ha dato la forza di ripercorrere la strada indietro, verso quello che eravamo e rappresentavamo per gli altri. Questo, però, lo sai bene anche tu: percorrere quella strada non è facile ma sicuramente non è impossibile.
 
Non sono bravo come David con le parole, sono un pratico uomo di mare che crede innanzitutto ai fatti. Non pretendo di farla guarire in un lampo, quello che vorrei è semplicemente strapparla al suo dolore per un paio di ore, niente di più. Le mie gambe si rifiutano di rimanere ancora in questa cucina, è giunto il momento di agire. Guardo l’orologio sulla parete di fronte a me: mancano pochi minuti a mezzanotte e fuori la notte è tranquilla. Come ho detto la villetta dà sul mare ed è piuttosto isolata: un’idea si sta facendo strada nella mia testa e voglio provare a metterla in pratica. Non so se è una buona idea, l’unica cosa che so è che voglio provarci, devo provarci.
Lascio la tazza di caffè sul tavolo e mi dirigo verso le scale. Le salgo con il cuore in gola. Arrivo davanti alla sua porta e mi preparo a bussare, quando mi accorgo che è socchiusa. Il cuore mi martella ferocemente sullo sterno: se l’ha lasciata aperta vuol dire che posso almeno entrare. Busso lo stesso per annunciarmi nel caso avesse ripensamenti dell’ultimo momento. Non sento nessuna risposta e, dato che chi tace acconsente, mi decido ad entrare. La trovo alla finestra, seduta sulla panca con i cuscini che ho messo sotto di essa proprio qualche giorno fa. Ha il naso all’insù e la sua bionda chioma brilla all’argentea luce della luna. Osserva le stelle in maniera così intensa e concentrata che potrei rimanere a guardarla per ore, è magnifica. Fragile e forte allo stesso tempo. Ho un tuffo al cuore: ho sistemato così quella panca perché nella cabina della Jolly Roger c’è una cosa simile e più di una notte l’ho trovata a rimirare il firmamento con un dolce sorriso stampato sul viso che mi invitava ad unirmi a lei.
Mi avvicino con una calma che dentro non ho. So bene che forzarla o innervosirla sarebbe controproducente, ma voglio sentire la sua melodiosa voce pronunciare anche solo il mio nome di uomo.  Non resisto e mi butto.
 
- Cosa fai Emma? – chiedo cauto.
- Niente di particolare. È una bella nottata e ora capisco bene perché ti piace dormire con il rumore delle onde e il profumo della salsedine. Calma più di qualunque sonnifero inventato dall’uomo.
 
I miei occhi corrono alla boccetta di sonniferi sul suo comodino. Odio quelle dannate pillole, la fanno dormire molto e la stordiscono troppo. Non mi piace quando le prende. Per fortuna non è successo spesso e  Whale mi ha istruito per bene sul loro dosaggio, sui loro effetti e cosa fare in caso di emergenza.
Sento che la connessione tra noi si è in qualche modo ristabilita: è il momento di cercare di mettere in pratica la mia idea cui lei ha involontariamente offerto il fianco.
 
- Che ne dici se andiamo a goderci queste cose dal vivo? – dico tutto d’un fiato per paura che mi manchi il coraggio all’improvviso.
- Io … sai che uscire è l’ultima cosa che voglio.
- Ma l’odore della notte da un tocco ancora più magico alle stelle e al profumo del mare.
- Da quando in qua la notte ha un odore?
- Da sempre. In mare lo senti come cambia e a volte non hai bisogno dell’orologio per capire che ora è. Quindi seguimi e lo scoprirai.
 
Le tendo la mano affinché mi segua fuori. È titubante ma io spero che lo faccia. Quando questo accade, sento la speranza accendersi dentro di me. La tiro su e la guardo un momento prima di trascinarla giù per le scale. Cerca di oppormi una benevola resistenza, ma alla fine mi segue docilmente. Come siamo fuori dalla porta di casa, mi fermo e prendo un respiro profondo. Con la coda dell’occhio vedo Emma fare lo stesso. Nell’aria il profumo della salsedine si mescola con quello della lavanda che cresce nella siepe vicino alla casa.
 
- Allora, è questo il profumo della notte?
- Uno dei tanti.
 
Intrecciamo le dita e comincio a muovermi verso la spiaggia ma sento che Emma non vuole seguirmi.
 
- Coraggio amore, sei uscita dalla porta. Andiamo a fare una passeggiata.
- Lo sai benissimo che non voglio incontrare nessuno in questo momento.
 
 Sento che sta per chiudersi nuovamente a riccio e lasciarmi fuori dal suo guscio. Non posso permetterlo, non ora che ho visto un granello di speranza nei suoi occhi.
 
- È mezzanotte passata – rispondo – chi vuoi che ci sia in giro a quest’ora? Al massimo ci sarà il granchio Sebastian e il pesce Flounder! Scherzi a parte, ci avviamo oltre le siepi di ortensie, dove non ci sono più case. Così non corriamo rischi. Ho le chiavi in tasca e non hai nessuna scusa per dirmi di no.
- Ok, mi arrendo, ma non allontaniamoci troppo.
 
Sulla staccionata che delimita i confini della villetta c’è un telo da mare, Henry deve averlo lasciato ad asciugare oggi. Lo prendo in caso ci sia molta umidità. Emma lo guarda con occhi tristi. Sa che è di Henry e anche se non è voluta scendere oggi, so che ci ha visti dalla finestra.
Non me lo faccio ripetere due volte e comincio a camminare sulla sabbia. È agosto e il caldo si sente. Camminiamo in silenzio per un tratto. Non voglio forzarla ulteriormente: il semplice fatto che mi abbia seguito già è un enorme passo in avanti. Voglio che sia lei a cominciare a parlare, ad aprirsi, a sfogarsi.
 
- Allora, come se la cava Henry con la tavola da surf?
- Ti prego, non trattarmi da stupido. So bene che ci hai guardato dalla finestra tutto il giorno. E comunque gli manchi da morire.
- Lo so. Lo stesso vale per me.
- E allora perché non vuoi che resti?
 
Si ferma e mi guarda negli occhi stizzita.
 
- Killian, dopo tutto quello che ho fatto, il male che ho sparso intorno a me, hai il coraggio di domandare perché? Ancora mi chiedo il motivo per cui anche tu non te la sei data a gambe levate dopo tutto il casino che ho provocato, dopo la voragine in cui ti ho risucchiato.
 
Non le permetto di continuare e la stringo a me senza troppi complimenti. È la prima volta che me lo permette perché, nonostante viva sotto il suo stesso tetto, non ha più voluto essere toccata.
 
- Non le devi neanche pensare queste cose – dico affondando il viso nei suoi capelli e respirandone il profumo – non ti lascio sola in questo momento. So che tolleri la mia presenza perché provi un po’ meno vergogna: io ho scelto di seguirti su quella strada di mia spontanea volontà. Quello che voglio tu capisca bene è che sarai sempre la mia Emma e il mio compito è quello di proteggere il tuo scintillante cuore. Ho giurato a me stesso che non ti avrei mai delusa e non ho la minima intenzione di tirarmi indietro proprio ora. Odiami se la cosa ti fa stare meglio, io non smetterò mai di esserci per te.
 
Sento le sue braccia ricambiare la mia stretta e la maglietta che indosso inumidirsi di lacrime. Sto per parlare ancora ma lei mi precede.
 
- Come potrei mai odiarti Killian Jones? Mi sei sempre stato accanto nel bene e nel male senza paura. Ma mi chiedo, nonostante tutto quello che ti ho fatto vedere, mi vuoi davvero ancora? – ha la voce incrinata.
 
La stringo ancora di più. È ovvio che quello che provo per lei non è stato minimamente scalfito dall’oscurità, anzi a dir la verità si è solo rafforzato.
 
- Io ti vorrò sempre Emma Swan. Io ti amo infinitamente, te lo vuoi mettere in testa una buona volta?
 
Ha il viso affondato sul mio petto, ma non appena finisco di pronunciare queste parole, torna ad alzare lo sguardo su di me. Dio, quanto mi sono mancati i suoi occhi piantati nei miei. È seria ma resoluta.
 
- Anche io ti amo Killian e non so come esprimerti la mia gratitudine nel volermi ancora accanto a te.
 
Torna a poggiare la testa su una delle mie spalle. Rimaniamo fermi per paura che quel selvaggio istante di sincerità possa svanire da un momento all’altro.
 
- So che conosci bene la strada che sto faticosamente percorrendo, quindi dimmi capitano, come superavi questi momenti quando eri solo sulla tua nave nel mezzo dell’oceano?
 
La domanda mi spiazza alquanto, ma la mia testa si mette subito in moto. So esattamente cosa risponderle. Invece di raccontarlo a parole, comincio a togliermi la maglietta a mezze maniche e i pantaloncini. Ho ancora sotto il costume. Mi guarda spaesata. Apro leggermente il telo che ho in mano e ci poggio sopra i miei vestiti e l’uncino. Quando ho finito, comincio a dirigermi verso la riva.
 
- Cosa stai facendo?
- Mi vado a fare un bagno al chiar di luna. Questo facevo quando le notti sulla mia nave sembravano insopportabili. Ti butti con me?
 
Emma mi guarda e solo in quel momento mi rendo conto che potrebbe non avere il costume sotto e quindi non può effettivamente seguirmi in acqua. Sono un grandissimo idiota, avrei dovuto pensarci prima, ma ormai i giochi sono fatti. Con mio sommo stupore la vedo aprire la cerniera del suo vestito e sfilarselo. Ha il costume sotto e le sta benissimo. Posa i suoi indumenti vicino ai miei e poi mi raggiunge sulla riva.
 
- Volevo scendere stamattina – si giustifica – ma poi alla fine mi è mancato il coraggio, non so perché.
 
Le prendo la mano e arriviamo sul bagnasciuga. L’acqua ci bagna i piedi e la sento stringersi al mio braccio.
 
- Non dirmi che è fredda perché è un brodo.
- Un brodo … esagerato … e comunque un po’ freddina è.
- Lo sai cosa mi piaceva fare? Buttarmi senza bagnarmi prima: la sensazione dell’acqua sulla pelle asciutta ha sempre avuto un effetto rigenerante su di me. In un certo senso, mi faceva sentire ancora vivo.
- Non vorrai farlo ora vero?
- E invece sì. Conto fino a tre e poi ci buttiamo nell’acqua. Sei pronta? Uno … due … tre!
 
Comincio a correre per tuffarmi e tengo la sua mano salda nella mia. Si sta fidando e mi segue. Non la lascio nemmeno quando ci buttiamo in acqua. Appena riemergo vedo il suo viso bagnato e i lunghi capelli che le incorniciano il viso dolcemente. È ancora un po’ stordita, ma felice.
 
- Accidenti, è l’ultima volta che ti do retta pirata.
- E dai Swan, che ti è piaciuto – le dico attirandola a me.
 
La prendo per i fianchi e lei allarga le gambe per cingermi la vita con esse. Si stringe al mio corpo che subito risponde al calore che il suo emana nonostante sia bagnato. Non resisto più e la bacio. Il salato del mare si mischia con il salato delle lacrime. Più sento questo sapore più approfondisco il bacio. Emma stringe le braccia intorno al mio collo ed io la voglio più che mai, ma allo stesso tempo mi rendo conto che non posso correre troppo: questa notte è stata fin troppo indulgente con me, non oso chiedere di più.  Lascio la mano libera di correre sul suo corpo e lei me lo lascia fare, anzi ricambia e fa lo stesso. Sono così preso dalla gioia di toccarla, che mi accorgo solo con ritardo che sta effettivamente tremando ma non accenna a staccarsi da me.
 
- Emma, hai freddo?
- Un po’, ma non voglio lasciarti ora che ti ho ritrovato.
- Non essere sciocca, non mi hai mai perso.
 
La prendo in braccio e usciamo dall’acqua. La porto al punto dove abbiamo lasciato i nostri effetti personali. Prendo il telo e la avvolgo in esso. La friziono per fare in modo che senta meno freddo.
 
- E tu? Non hai freddo? – dice aprendo l’asciugamano.
- Io ci sono abituato. E poi ci mettiamo solo pochi minuti ad arrivare a casa. Mi asciugo una volta arrivati.
 
Mi prende di nuovo la mano e mi sorride.
 
- Avviamoci allora, non voglio avere anche una tua possibile polmonite sulla coscienza.
 
Ci abbiamo messo poco a tornare e ora davanti alla porta della sua stanza devo prendere congedo, il divano di sotto mi aspetta. Le stampo un sentito bacio della buonanotte sulla fronte e mi accingo ad andare al bagno del piano di sotto per finire di asciugarmi prima di coricarmi. Emma, però, mi tira per un braccio e mi fa cenno di entrare nella sua stanza. Mi sembra tutto troppo bello per essere vero e se è un sogno spero che nessuno mi svegli, mai più.
 
- Vieni, lascia che ti asciughi e poi perché non rimani qui con me?
 
La seguo docilmente in bagno e lascio che si prenda cura di me. Tira fuori un asciugamano dall’armadietto e comincia a strofinarmi la schiena e i capelli. Continua a sorridermi e a me sembra di toccare il cielo con un dito. Quando ha finito, torna nella stanza e sento che apre l’armadio: mi porta della biancheria pulita e un mio vecchio pigiama. La guardo sorpreso.
 
- Era qui per ogni evenienza sai … - si giustifica.
 
Mi alzo e la bacio ancora sulle labbra: è tornata da me e tutto il resto non conta.
Dopo aver infilato il pigiama, le lascio il bagno e vado a sdraiarmi sul letto. Mi giro dal suo lato e non vedo l’ora che anche lei si sdrai. Allungo la mano sul suo cuscino e lo accarezzo, mi è mancato tutto: anche i calci che involontariamente mi tira quando sta facendo un sogno particolarmente agitato. Ho appena finito di formulare questo pensiero, quando la vedo emergere dal bagno. Senza aggiungere altro si stende nel letto e si stringe al mio fianco. La accolgo tra le mie braccia e lascio che si sistemi in una posizione comoda. La sua pelle odora di lavanda e la cosa è inebriante.
 
- Domani mattina mi ricordi di preparare la stanza degli ospiti per Henry? Se viene voglio chiedergli di restare.
- Non te l’ho detto? Mi ha riferito che sarà qui per le 9 e vuole farti vedere quanto è bravo con il surf.
 
Sta cercando di nasconderlo nel buio ma il suo sorriso lo riesco a vedere chiaramente.
 
- Buonanotte Killian – dice sospirando
- Buonanotte Emma – le faccio eco.
 
Ringrazio la mia buona stella prima di addormentarmi: Emma ha imboccato la strada per tornare da noi. So che ci vorrà un po’ ma io ho tutto il tempo del mondo. Specialmente se si tratta di lei.
 






ANGOLO DELL'AUTRICE:
Devo fare una premessa: nelle mie originarie intenzioni questa raccolta di shot voleva essere carina coccolosa e romantica, cosa che sono riuscita a mantenere fino al mese di Luglio. Ora mi è uscita questa cosa un poì più tormentata: ho immaginato quello che potrebbe essere un post Dark Swan dove Emma deve imparare a vivere con i sensi di colpa per quello che ha fatto. Reagisce da Emma e inizialmente allontana tutti tranne Killian che è caduto con lei nell'oscurità. Le foto e gli spoiler dal set mi hanno influenzata, ma vi prometto che da settembre si torna allo zucchero e alla formazione allargata, ho già in mente cosa architettare :P
Come sempre grazie a chi ha la pazienza di leggere, recensire ed inserire nelle varie categorie #grazieperlassiduità
Un bacione e al prossimo mese
Persefone
  
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