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Autore: dina    26/01/2009    1 recensioni
-Perché stai piangendo?- chiese oltremodo confuso. -Perché non riesco a sopportare il tuo odio..non voglio che tu mi odi.. accetto di non starti simpatica, non pretendo che mi vuoi bene, ma non voglio che mi odi..- -Perché?- sussurrò. -Non lo so..so soltanto che non lo voglio..- si asciugò una lacrima -so che probabilmente sono una persona orribile, che ho ferito te e tua madre, e mi dispiace da morire..ma ti prego non odiarmi..non voglio morire con la consapevolezza che tu mi detesti e disprezzi..ti prego- singhiozzò. -Tu non morirai..- -No, hai ragione, prima verrò torturata a lungo, chissà per quanti anni..e poi uccisa- sentì la sua presa farsi dolorosa. -Non morirai..ti proteggeremo..ti proteggerò- disse piano. -Io..- lo guardò stupita. -Ti proteggerò..- ripetè. -Ho così tanta paura- si buttò tra le sue braccia singhiozzando, e lui l'abbracciò, accarezzandole piano i lunghi capelli. -Non morirai..non lo permetterò..finché sarò vivo non ti succederà nulla..te lo giuro- Dedicata alle persone che talvolta si sentono confuse e smarrite, per incoraggiarle a cercare quel sentimento, quella ragione che faccia andare avanti.. E' la mia prima FF quindi..beh siate clementi^^
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Hey!Calypso svegliati, è ora di scendere a colazione!-

-Mmm..altri cinque minuti..- si girò dall'altra parte, erano passate tre settimane da quando aveva preso a frequentare le lezioni, ed ancora non si era abituata alle ore di lezione mattutina.

Aveva imparato alcuni incantesimi, i professori avevano fatto in modo che si mettesse in pari con gli altri, e la aiutavano, senza far capire nulla ai suoi compagni, tutti tranne uno, Malfoy, che invece faceva tutto l'opposto, la chiamava quasi sempre e coglieva ogni occasione per umiliarla e beffeggiarla,in privato o davanti a tutti.

-No nessun minuto, siamo già in ritardo..alzati o ti butto di sopra un secchio d'acqua- rise Adele.

-Mmm..non lo faresti mai..- disse da sotto il cuscino la mora.

-E come fai ad esserne tanto sicura?-

-Perchè poi ti ucciderei- rise pigramente

-Si certo..adesso alzati- dopo un altro po' di lamentele da parte di Calypso, Adele riuscì a farla alzare e sbrigare, e poi scesero insieme a fare colazione.

-Forza sbrigati a mangiare, indovina chi abbiamo a prima ora?- la guardò sogghignante

-Oh no..non dirmi che abbiamo quello -

-MI dispiace per te, ma si abbiamo quello a prima ora, e se arriviamo in ritardo non sai che ci farà, soprattutto a te, visto i precedenti che avete avuto- rise l'altra

-Andiamo!- la prese per il braccio e la trascinò di corsa avanti l'aula della loro prima materia -ho fatto abbastanza in fretta?- le chiese ironica con il fiatone.

L'altra annuì ed entrarono,posizionandosi in due degli ultimi posti, lasciati quasi sempre liberi, le aveva spiegato Adele, perchè le studentesse volevano mettersi il più vicino possibile al bellissimo professore.

-Seduti- entrò il professore, seguito dai sospiri ammirati di quasi tutte le studentesse -oggi spiegheremo l'incanto patronus..qualcuno di voi sa già come si esegue?- chiese freddo alla classe, nessuno parlò -bene,uno di voi vuole venire qui ad eseguirne uno, per esempio..la Signorina Beker?- la chiamò con una luce malevola negli occhi.

Ma era scemo o cosa?Non lo sapeva che non ricordava niente degli incantesimi magici?!

-Professore, io non so come si faccia- disse sincera.

-Male, molto male, 10 punti in meno a Grifondoro per la sua inettitudine- sogghignò, seguito dai Serpeverde, lei invece arrossì -ma venga lo stesso qui Signorina Beker-

-Come?- chiese stupita

-Ho detto di venire qui, subito- il tono di voce freddo non ammetteva repliche.

-Non vedo perchè dovrei venire lì a dirle la stessa cosa- disse,ora si stava irritando.

-Perchè glielo ordino io- disse glaciale -venga qui- ordinò

-Professore, le ho già detto che non so come si esegue un incanto patronus, non ha senso che io venga lì-

-Lei deve eseguire alla lettera TUTTI i MIEI ordini, se le dico di venire qui, lei deve immediatamente venire qui!- disse irritato -30 punti in meno a Grifondoro, per la sua sfacciataggine- lei aprì la bocca indignata e stava per rispondergli a tono, quando lui la precedette -facciamo 40 e un compito extra come punizione, deve farmi una relazione di 40 cm sul ruolo che hanno i professori e il posto degli alunni,per domani- lei sgranò gli occhi -adesso venga subito qui- ordinò perentorio. Lei si alzò lentamente e lo raggiunse.

-Bene,vedo che ha capito..- si rivolse alla classe -il patronus serve a sconfiggere i Dissennatori, si esegue agitando la bacchetta e dicendo la semplice formula: “Expecto patronus” mentre si pensa al ricordo più felice della propria vita- tornò a guardarla, lei aveva gli occhi ridotti a due fessure.

-Prego, lo esegua- sghignazzò, lei strinse i pugni lungo i fianchi, e lo superò raggiungendo la porta -le ho detto che poteva andarsene?- chiese duro.

Lei strinse ancora di più i pugni e si girò a guardarlo, i suoi occhi mandavano lampi -sa benissimo che non posso farlo, professore- ed uscì.

Corse fuori e raggiunse il lago nero, si sedette ai suoi margini ed iniziarono a sgorgarle piccole lacrime.

Come hai potuto chiedermi questo..come..

-Come ti sei permessa di andartene dalla mia lezione così?!- chiese una voce adirata alle sue spalle.

Non si girò, non voleva farsi vedere mentre piangeva, non voleva dargli anche quella soddisfazione.

-COME TI PERMETTI DI IGNORARMI?!GUARDAMI QUANDO TI PARLO!- le prese un braccio e la fece alzare di forza, guardò i suoi occhi lucidi e rossi e le sue guance bagnate di lacrime e ne rimase per un attimo disarmato, ma solo un attimo,poi riprese la sua freddezza -allora?!-

-Lasciami stare!- strattonò il braccio nel tentativo di liberarlo, ma la sua presa era ferrea.

-Allora, come ti sei permessa?!-

-IO come mi sono permessa?!TU non hai un briciolo di cuore, sai che non ricordo nulla del mio passato, e che questo mi fa soffrire molto, ma a te non importa nulla, anzi ne approfitti per infierire sempre di più!- si asciugò una lacrima -tu sei un essere spregevole!- la presa al braccio si fece dolorosa.

-Non mi interessa quello che pensi di me stupida ragazzina, mi interessa che non mi mancherai mai più di rispetto! Questa sera alle otto in punto nel mio ufficio, discuteremo della tua punizione- la lasciò e girandole le spalle se ne tornò sui suoi passi.

Lei rimasta sola, si risedette per terra e scoppiò in un pianto a dirotto.

Lo odio,lo odio..è un essere spregevole ed odiosamente arrogante..non ho mai odiato così tanto una persona in vita mia..o almeno credo..


Si incamminò lenta verso le scale, le salì ed imboccò il primo corridoio a destra, doveva andare nell'ufficio di quel mostro, per farsi assegnare la sua punizione.

Stava ancora male per la giornata trascorsa, era stata tutto il giorno a piangere vicino al lago nero, senza muoversi, senza andare a pranzare o cenare, non voleva rispondere ad alcuna domanda, e per questo non si era mossa da lì.

Arrivò alla sua porta, e cercò di mettersi una maschera di freddezza e menefreghismo che sapeva di non possedere,bussò.

-Entra- un ordine, freddo ed autoritario.

Lei entrò -siediti- le indicò una sedia davanti la sua scrivania, dove stava correggendo alcune pergamene, verifiche,suppose.

-Quello che hai fatto oggi è inammissibile, e non dovrà ripetersi mai più- alzò gli occhi su di lei, che non rispose, cercando di restare calma -non hai niente da dirmi?- chiese freddo.

-No- rispose allo stesso modo.

-Nessuna parola di scuse, nessuna giustificazione?-

-No-

-Bene, per i tre mesi avvenire sarai in punizione con me, ogni sera alle otto verrai nel mio ufficio e mi assicurerò che tu spenda le tue ore nel massimo della piacevolezza- lei non rispose -e ti assicuro che mi impegnerò al massimo per trovare qualcosa di divertente da farti fare- ghignò.

-Non ne dubito- disse fredda.

-Inizierai domani sera, tutto chiaro?- lei annuì -bene puoi andare- ordinò tornando a correggere le pergamene.

Calypso si alzò, ed andò alla porta, ma la sua voce la fermò -ti consiglio di non rifare mai più ciò che hai fatto oggi, o non sarò così buono nella prossima punizione- lei strinse i pugni ed uscì.

Tornò in fretta in camera, cercando di non farsi vedere, ma arrivata in camera fu subito abbracciata da un' Adele preoccupatissima -dove sei stata?Ero in pensiero per te!Che ti è preso oggi?Stai bene?-

-Sto bene, ma di quello che è successo oggi non mi va di parlarne, ti spiace?-

-No,come vuoi..- sospirò -ma che cosa ti ha fatto il professore, quando è uscito a cercarti era furioso, ho avuto paura che ti avesse fatto qualcosa di male..-

-Niente mi ha solo detto di andare questa sera nel suo ufficio a discutere la punizione-

-Meno male!Che punizione ti ha dato?-

-Per tre mesi devo andare ogni sera nel suo ufficio, provvederà poi lui a farmi passare le ore nel modo più piacevole possibile- lo imitò, facendo ridere l'altra.

-Adesso è meglio se vai a letto, domani ti aspetta una giornata molto pesante..- la mora annuì -sai Jean era preoccupato per te, ti ha cercata per tutta la scuola, e quando non ti ha trovata ha dato di matto- sorrise maliziosa e l'altra arrossì -oh oh qualcuno è lusingato da queste attenzioni- la prese in giro.

-Tu sta' zitta e pensa per te..Jeff oh Jeff..è bellissimo..Jeff fuori fa freddo copriti bene..- la imitò, l'altra arrossì di brutto e Calypso scoppiò in una fragorosa risata.

-Cos-cosa dici..-

-Ti piace Jeff ammettilo..-

-No!- disse imbarazzata

-No che non ti piace, o no che non lo ammetti?- rise l'altra

-Io..oh ti odio!- scoppiò a ridere anche lei.

-Ma cos'è successo tra voi?- chiese Calypso quando l'eccesso di risa si fu fermato.

-I-io..noi siamo stati insieme per tre mesi..e poi ci siamo lasciati..-

-Perchè?Ho visto come ti guarda, e come tu guardi lui, siete cotti l'uno dell'altra-

-Ci sono state delle incomprensioni- sospirò -io sono andata per un mese in Italia, da alcuni parenti, e lui non si è fidato di me..quindi l'ho lasciato..- disse triste.

-Mi dispiace..devi aver sofferto molto-

-Non fa niente..è acqua passata ormai..- si asciugò una piccola lacrima – raccontami un po' di te, ti sei mai innamorata?-

-I-io..sono stanca,vado a letto..scusami..- cercò di temporeggiare, sapeva però che sarebbe stato inutile, era già passato troppo tempo, ed Adele aveva il diritto di sapere.

-Eh no..io ti ho detto i miei sentimenti per Jeff e raccontato la mia storia, ora tocca a te..-

-...-

-Non ti giudicherò se temi questo- le sorrise incoraggiante.

-..E se non avessi una storia da raccontare?-

-In che senso?- chiese confusa, l'altra sospirò.

-..Mi hanno trovata qualche settimana fa, con la febbre altissima, in un vicolo buio di Nocturn Alley..sono stata in coma per quasi cinque giorni..al mio risveglio non ricordavo nulla del mio passato.. Silente mi ha accolto in questa scuola, sapendo che non avevo un posto dove andare e nella speranza che col tempo potessi ricordare, ma io non ricordo nulla, chi sono, da dove vengo, se ho una famiglia, cosa ci facessi lì..non so niente..-

-Qui-quindi non ti chiami Calypso Beker e non sei americana..-

-No..quello è il nome inventato da Silente- singhiozzò

-Non piangere..ricorderai..-

-No, non è vero..io mi sforzo di ricordare, davvero, ma è tutto inutile.. - si asciugò le lacrime con il fazzoletto che le aveva passato l'amica -e Malfoy lo sa..lo sa benissimo..è stato lui a trovarmi e portarmi qui..- disse con rabbia.

-E' per questo che oggi te ne sei andata dalla classe?- chiese, ad un tratto fu tutto chiaro, provò pena per lei e capì il dolore che doveva aver provato l'amica.

-Il patronus si invoca con il tuo ricordo più felice..ma io non potevo farlo..non potevo..io..non ne ho..- l'amica la abbracciò.

-Il professor Malfoy è solo uno stronzo..non devi dargli coccio..-

-Lo so..- si staccò da lei e si alzò -ti prego non dirlo a nessuno..non voglio che si sappia la verità..- la pregò.

-Te lo giuro- le promise.

Si misero a letto in silenzio, tutte e due molto tristi, una cercava di ricordare un passato completamente sconosciuto e l'altra pregava sinceramente per l'amica.

*********************

-Puntuale, brava forse cominci a mettere un po' di giudizio?- la guardò, lei non rispose -non oso sperare..bene questa sera la passerai a ripulire il mio ufficio, da cima a fondo, perchè quando si ha la coscienza sporca, cosa c'è di meglio di pulire?Non si sa mai che poi ti accorgi della grande cavolata che hai fatto- ghignò.

-Non ho fatto nessuna cavolata, l'hai fatta tu semmai-

-Ecco mi sembrava troppo bello il tuo silenzio- sospirò teatralmente, si sedette su una poltroncina,in posizione relax -puoi cominciare-

-Tu non hai altre cose da fare, che so altri studenti da ferire, o tiranneggiare in giro per la scuola?- fece ironica.

-No, per tua sfortuna questa sera non ho niente di meglio da fare che guardarti lavorare- sorrise sarcastico -ah quasi dimenticavo, dammi la tua bacchetta- lei gliela lanciò e lui la prese al volo.

-Posso iniziare adesso?-

-Prego-

Cominciò a rassettare i vari libri ed a spolverarli,poi passò un panno bagnato sulla scrivania, che prima sgomberò, pulì la libreria e riordinò le pergamene sparse per la stanza, cambiò alcune candele quasi finite e pulì per terra, il tutto sotto lo sguardo insistente del biondo, che non l'aveva mollata nemmeno per un istante.

-Devo ammettere che come sguattera te la cavi abbastanza bene, sicura che non lo facessi per mestiere prima?- le chiese sardonico quando ebbe finito.

-Ho finito posso andare adesso?- disse ignorando l'affermazione di prima.

-Mmm..nessuna coscienza che rimorde?- chiese finto speranzoso.

-Assolutamente no..e tu?-

-Assolutamente no..- imitò il suo tono di voce.

-Bene, allora se non ti dispiace mi ridai la mia bacchetta?- chiese tendendo la mano.

-Vieni a prendertela- disse aprendo il suo palmo sinistro su cui era poggiata la sua bacchetta, lei si avvicinò e si abbassò per poi prendere la bacchetta alla velocità della luce, non gli piaceva stargli così vicino, era dura ammetterlo, ma stare da sola con lui..beh le faceva un po' paura.

Lui sembrò intuirlo e scoppiò in una fragorosa risata -brava fai bene ad avere paura di me-

-Io non ho paura di te- mentì prontamente.

-Si certo..- la prese in giro.

-E' vero, non ho paura di te-

-Bene, dimostramelo- si alzò velocemente e si avvicinò a lei, fino a schiacciarla a muro con il suo corpo premuto addosso, il cuore le batteva fortissimo, e sentiva l'aria mancarle nei polmoni, ma non l'avrebbe mai ammesso davanti a lui.

-Che fai, allontanati!- cercò di spingerlo via, ma lui fermò le sue mani.

-Sta' ferma- avvicinò la testa al suo collo, e lei immaginò che volesse baciarglielo, si immobilizzò ed il cuore minacciò di scoppiarle in petto.

Ma lui si limitò a poggiare un orecchio per qualche secondo e poi scoppiare nuovamente a ridere, staccandosi di pochi centimetri da lei.

-Hai paura..- constatò

-N-non è vero..-

-Il tuo cuore sta scoppiando, ti manca il respiro e..- le prese una mano e la guardò -ti tremano le mani, o hai paura o sei tremendamente innamorata di me..- sghignazzò.

-I-io..ma come ti permetti!- lo spinse via con rabbia e si allontanò da lui -io non ho paura di te e soprattutto non sono e non sarò mai innamorata di te, come potrei amare un essere come te?!- gli girò le spalle e se ne andò,lasciandolo solo.

**************

Guardò fuori dalla finestra, era una giornata cupa e nuvolosa, come sempre del resto, ma si sentiva una strana inquietudine dentro, da quattro giorni a quella parte non aveva chiuso occhio, pensava e ripensava a quello accaduto pochi giorni prima con quella stupida ragazzina.

All'inizio si era avvicinato a lei solo per dimostrarle che lui avesse ragione, aveva paura di lui, lo nascondeva bene,ma l'aveva,e quando l'aveva capito aveva deciso di metterle ulteriormente soggezione, avvicinandosi di più a lei, aveva stretto il suo corpo al suo e sentito il suo corpo morbido aderire perfettamente a lui, poi aveva avvicinato la testa al suo collo, voleva sentire i suoi battiti cardiaci, per umiliarla di più, ma quando aveva sentito il suo profumo di ciliegia, la sua pelle morbida ed il suo battito frenetico, si era inevitabilmente eccitato, gli era venuta una gran voglia di baciarla e.. Scosse la testa, non sapeva né come né perché, sapeva soltanto che era successo, e questo lo aveva mandato in bestia, e le aveva detto per imbarazzarla quell'assurda teoria che fosse innamorata di lui, l'aveva fatto per vederla arrossire, vendicarsi..ma la risposta che gli aveva dato lo aveva spiazzato, quasi ferito, non sapeva perchè, sapeva soltanto che era così.

-...non sono e non sarò mai innamorata di te, come potrei amare un essere come te?!-

C'era rimasto di sasso, era abituato a mietere vittime con il suo fascino da bello e dannato, ad avere sciami di ragazzine che sbavavano per lui, ma non gliene era mai importato nulla, ma lei lo aveva ferito dicendogli quella frase, non perchè tenesse a lei..assolutamente no, ma era una questione d'orgoglio, tutte gli cadevano ai piedi, tutte, nessuna esclusa e lei non poteva essere risparmiata, doveva essere a tutti i costi innamorata di lui, così lui poi l'avrebbe tranquillamente respinta ed umiliata e si sarebbe sentito soddisfatto.

Nelle sere di punizione che erano seguite a quella fatidica sera, si era limitato ad assegnarle il lavoro da svolgere ed a guardarla, senza proferire altra parola, si divertiva a vederla arrabbiata, a vederla combattere contro l'impulso di mandare tutto a quel paese ed andarsene, qualche volta l'aveva stuzzicata, ma lei non aveva risposto, divertendolo ed inquietandolo allo stesso tempo.

Sentì la porta che si aprì alle sue spalle -sei in ritardo- constatò.

-Ho finito tardi di mangiare- disse tranquilla -allora quale altra ridicola punizione mi assegnerai questa volta?-

Lui si girò a guardarla, aveva una coda alta, ed un ciuffo di capelli sfrangiati le ricadevano coprendo la tempia sinistra, leggermente truccata e con la divisa un po' in disordine, manteneva sempre quella sua bellezza regale che le aveva sempre riconosciuto -oggi dovrai ordinare quei libri per me- indicò una libreria con almeno un centinaio di libri messi a casaccio -in ordine alfabetico e data di creazione..- lei spalancò gli occhi scuri – buon lavoro- le sorrise sardonico ed andò a sedersi nella solita poltrona.

La guardò iniziare a leggere tutti i titoli ed a sospirare rassegnata, prese dalla borsa che aveva lasciato vicino alla porta una piccola pergamena ed una piuma con il relativo inchiostro. Cominciò a segnare i vari nomi e le date con concentrazione, era vicino a lui, tanto che riusciva ad udirne il respiro.

La guardò scrivere frettolosa, forse ansiosa di finire al più presto ed andarsene, si toccò piano il collo e spostò una ciocca di capelli corvini, sfuggiti alla severa coda, dietro la spalla, lui seguì quel movimento ammaliato e poi accarezzò con gli occhi la linea gentile del collo, e quando si piegò per prendere un altro libro un po' più distante, lui riuscì a scorgere il pizzo del reggiseno fucsia, distolse lo sguardo immediatamente, sentendo la gola secca.

No quella ragazzina non mi può fare quest'effetto, non glielo permetto!

Si alzò di scatto ed andò a versarsi un bicchiere di Whisky Incendiario, bevendolo d'un fiato.

-Lo sai che non si beve quando si è in servizio?- disse lei distrattamente

-Fatti gli affari tuoi-

-Non è molto professionale, e potresti ubriacarti e provarci con me- era ironica.

-Non devi preoccuparti di questo, io non ci proverei con te nemmeno sotto effetto di sostanze stupefacenti ed in fin di vita, diciamo..si non sei proprio il massimo che un uomo possa desiderare, c'è di meglio..quindi puoi stare tranquilla- disse freddo, la vide stringere i pugni e guardarlo con odio -che c'è delusa?- la derise.

-Affatto, non ci tengo proprio ad attirarti, non ci terrei neanche se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della terra- disse tornando a scrivere.

-A me sembra proprio il contrario..scommetto che pagheresti l'oro che non hai per passare una notte con me-

-Non credo proprio-

-Fidati-

-Sei completamente fuori strada-

-Se ti facessi passare una notte con me ti innamoreresti subito-

-Hai un concetto completamente sbagliato sull'amore- lo guardò

-Ah si?-

-Si-

-E allora cos'è per te l'amore Calypso Beker?- disse il suo nome con una vena di derisione.

-I-io non lo so..- distolse gli occhi -non riesco a ricordare di essere mai stata innamorata- disse triste -ma so che non è soltanto carnalità..è di più, lo so, lo sento..l'amore non può mai essere solo sesso come credi tu, credo che sia qualcosa di dolce e protettivo..-

-Che commovente..ed assurdo- la prese in girò

-Già dimenticavo con chi stavo parlando..- sospirò

-Allora non scordarlo più..odio sentire certi discorsi smielati- disse disgustato.

-Solo perchè tu sei un insensibile non vuol dire che anche gli altri lo siano e...- si interruppe subito, e con una smorfia di dolore si prese la testa tra le mani.

-Che succede?-

-...-

-Ragazzina, che succede?- si avvicinò a lei e la guardò negli occhi, facendole alzare la testa, aveva le pupille dilatate e gli occhi rossi -che cosa ti succede?-

-I-io non..lo so..mi scoppia la testa..- d'un tratto gli occhi le tornarono normali ed abbassò le mani.

-Che cosa ti è successo?- chiese freddo, ma con una puntina di preoccupazione, ora, perchè cavolo si era preoccupato vedendole gli occhi a quel modo?

-Non lo so..tutto ad un tratto ho sentito come se la testa dovesse esplodermi..- rispose confusa.

-Quando avrai finito dovrai andare da Madama Chips, a farti controllare- ordinò imperioso e lei annuì.

-Finisci il lavoro- si allontanò nuovamente da lei.

Quando finì di riordinare tutti i libri, esattamente due ore dopo, si congedò dirigendosi sicuramente nell'infermeria della scuola.

Che cosa aveva avuto? Che c'entrasse con quello che le era successo precedentemente?

Si avviò verso la sua stanza con queste domande che gli giravano nella testa e quella sera si addormentò molto tardi, cercando incessantemente delle risposte, ma invano.


La mattina la vide, ridere tranquilla con quell'idiota Grifondoro, Seed Jean, un ragazzo a suo avviso mediocre, ma molto famoso tra le ragazze.

Strinse i pugni quando Seed le spostò dietro l'orecchio una ciocca di capelli, quando si rese conto del gesto istintivo che aveva fatto, si diede mentalmente dello stupido, non c'era motivo di scaldarsi tanto per una ragazzina.

-Sei pensieroso Draco- la voce di Piton lo riportò alla realtà, si girò a guardarlo e scosse la testa -qualcosa che ti turba?-

-No- la guardò sorridere all'idiota -tutto bene-

-Non ha ancora recuperato la memoria vero?- seguì il suo sguardo, ed il biondo si diede mentalmente dell'idiota, suo zio non era mai stato uno stupido.

-No, infatti- lo guardò.

-So che Silente sta studiando un incantesimo che fa al caso suo, molto efficace-

Quindi presto avrebbe recuperato tutti i ricordi, avrebbe saputo chi era e qual era il suo posto, e non ci sarebbe stato ulteriore bisogno di tenerla ancora ad Hogwarts..sicuramente se ne sarebbe andata, sarebbe tornata a casa dalla sua famiglia ed i suoi affetti, avrebbe continuato la sua vita come se niente fosse, dimenticandosi di tutti, lui compreso. Stranamente questo pensiero non gli piacque, non voleva che se ne andasse, era troppo divertente farla arrabbiare, non voleva dirle addio, ma soprattutto non voleva che lei si dimenticasse di loro, di lui.

No, non mi importa niente di quella ragazzina, prima se ne va e meglio è..

-Meglio, non so per quanto ancora potrò tollerare di averla intorno- disse glaciale.

-Draco..hai così tante cose da imparare..- disse inaspettatamente

-Non trattarmi come un bambino zio, non lo sono- disse irritato, l'altro sospirò e non rispose.

Si alzò e si diresse decisamente irritato a lezione, aveva la Beker da interrogare.


La guardò piegarsi e passare lo straccio bagnato nel pavimento, quella era la sua punizione di quella sera, pulire l'aula di Difesa Contro le Arti Oscure, visto che quelli del quarto anno avevano combinato un disastro, che lui avrebbe dovuto pulire, quale soluzione migliore, se non farlo fare a quella sciocca ragazzina?!

In verità era stato anche tentato dal fatto che si dovesse inginocchiare per farlo, o meglio mettersi a gattoni, quindi aveva preso la sua decisione molto rapidamente, ed ora lui era dietro di lei intento a godersi uno spettacolo davvero niente male, che lei inconsapevolmente gli offriva.

Notò che anche mentre puliva, chinata in terra con lo straccio in mano, manteneva quell'aria di regalità orientaleggiante.

-Non hai niente di meglio da fare che stare lì a guardarmi?- chiese irritata dopo un po'.

-Benché tu non sia affatto un bello spettacolo, no non ho niente da fare, se non ricavare piacere dal vederti umiliata ed ai miei piedi- ghignò.

-Sei uno stronzo!- strinse con forza lo straccio

-Può darsi, ma a te non è dato dirlo, quindi torna a pulire-

Lei si girò con occhi di fuoco -ti diverte così tanto far del male alle persone, vederle umiliate?-

-Si, devo ammettere che mi soddisfa molto- sorrise ironico.

-Perchè non hai fatto il Mangiamorte se ti piace far del male alle persone?- chiese inaspettatamente.

-Non credo che questi siano affari tuoi- rispose freddo

Stettero in silenzio per un po', ma poi lei lo sorprese -Perchè cerchi di dimenticare il tuo passato? Ci sono persone che farebbero di tutto per ricordarlo- disse malinconica.

-Persone tipo te- lei lo guardò -ma io e te siamo molto diversi, fortunatamente-

-Il nostro passato fa parte del nostro essere, tu sei così grazie al tuo passato, io sono così grazie al mio passato-

-Ma guarda, abbiamo la nuova Socrate- la derise.

-Per quanto ne so, potrei essere anche una sua discendente- sorrise, era bello il suo sorriso, puro e gentile, che coinvolgeva sempre i suoi occhi scuri.

-Si, certo..sogna ragazzina-

-Ragazzina..- ripetè infastidita -non sono poi tanto più piccola di te sai?-

-Ci siamo messi a fare conversazione?!Lavora- disse duro quando si accorse che..si gli piaceva parlare con lei.

-Che palle!- mormorò.

-Guarda che ti sento- lei alzò gli occhi al cielo senza farsi vedere.

-Bene, ho finito- disse dopo mezz'ora, si ripulì le mani ed uscì insieme a lui dalla stanza, ma all'uscita una sgradita, per Draco, gradita, per la ragazza, sorpresa li attendeva, Jean era venuto a prendere Calypso.

-Ciao!- lo salutò entusiasta -Che fai qui?- gli andò incontro.

-Ti aspettavo, dai ti accompagno al ritratto- le sorrise, le mise un braccio sulle spalle, e guardò storto il professore che ricambiò appieno, lei non si ritrasse, cosa che infastidì non poco il biondo, che lo incenerì ancora di più.

Non aveva scusanti però per punirlo, nemmeno per interrompere quel tètè a tètè,quindi si limitò a fulminare i due ed andarsene rabbioso dalla parte opposta.


-Oggi cominceremo a studiare le Maledizioni Senza Perdono- disse quando tutti si furono seduti -chi sa dirmi quali sono?- , molti alzarono la mano -Seed?-

-La Maledizione Cruciatus, la Imperius, e l'anatema mortale- rispose tranquillo Jean.

-Venga qui a spigarle- lui si alzò e si diresse vicino al professore

-La Cruciatus è una specie di tortura, serve per provocare immediato dolore alla vittima, senza però ferirlo fisicamente-

-Ha mai provato una Cruciatus Signor Seed?- chiese maligno

-No..-

-Vorrebbe provarla per poi dire i suoi effetti alla classe?-

-Cosa..n-non si può..- era impallidito

-Si, io sono il professore, decido io il metodo..- disse freddo -allora cosa mi dice?- la classe era ammutolita.

-I-io..-

-Non può farlo! Silente non approverebbe certi metodi!- scattò in piedi Calypso.

-10 punti in meno a Grifondoro per l'intervento sgradito- non la degnò di uno sguardo, lo teneva puntato sul ragazzo, come un serpente che aspetta un passo falso della sua preda, per attaccare.

-Ma..-

-Vuole prolungare la sua punizione Signorina?- chiese freddo.

Guardava Jean con divertimento e rabbia, senza dubbio si stava godendo quel momento di paura, anzi puro terrore, come leggeva negli occhi di quell'idiota.

-I-io..- deglutì

-Vada apposto, 50 punti in meno per la sua codardia- si diresse verso uno scatolone e lo mise sulla scrivania, ne uscì un rospo e gli puntò la bacchetta addosso -Crucio!- subito il rospo prese a contorcersi e emettere piccoli versi di dolore, -questi sono gli effetti della Cruciatus, peccato che non sia molto legale usarla- sospirò.

-Signorina Beker vuole venire a spiegarmi la Maledizione Imperius ed eseguirlo su questo animale?- la ragazza si alzò e si diresse verso il rospo con la bacchetta sguainata.

-Imperio- e subito il rospo prese a ballare, provocando l'ilarità di tutta la classe, tutta eccetto il professore, che la guardava impassibile -questo incantesimo serve ad imporre la propria volontà su altri esseri viventi-.

-Adesso mi spieghi a cosa serve l'Anatema Mortale e lo esegua su quel rospo- lei spalancò gli occhi, ma guardando l'espressione del professore capì che se non l'avesse fatto l'avrebbe sicuramente sgridata e punita.

-Perdonami- sussurrò al rospo -Avada Kedavra- un fascio di luce verde fuoriuscì dalla sua bacchetta, ed andò a colpire il povero animale, che si accasciò a terra senza vita, -questa maledizione..uccide- disse con un filo di voce.

-Bene, può andare a posto- si rivolse alla classe -per domani voglio che facciate un tema di 20 centimetri su queste maledizioni.-

Finita l'ora tutti se ne andarono, e lui andò nel suo ufficio, e sedette nella sua poltrona, quella da cui osservava ogni sera la ragazza, mentre scontava la punizione.

Ricordò improvvisamente di aver dimenticato un libro che gli serviva nell'aula, stava per tornare, aveva già aperto la porta, che vide Calypso che si toglieva la giacca della divisa e prendeva il rospo che aveva ucciso e lo avvolgeva in un pezzo di stoffa nera che aveva fatto comparire con la magia, -mi dispiace piccolo, non avevo scelta- e lo portò fuori, Draco si diresse alla finestra, intuendo ciò che la ragazza aveva intenzione di fare e la osservò stupito scavare una buca con le mani e sotterrarci il rospo.

Perchè mai si dava tanta pena per uno stupido animale?

La sera, durante le ore di punizione, gliel'aveva chiesto curioso, l'aveva vista abbassare gli occhi e rispondergli piano: -ogni essere meriterebbe di vivere, che sia umano o animale non ha nessuna importanza, ha avuto una morte indegna, come minimo doveva essere sepolto- e lui l'aveva guardata stupito da tanta saggezza e sensibilità in una ragazzina di 17 anni, lui non era mai stato così saggio alla sua età, nemmeno ai suoi vent'anni di adesso, figuriamoci.

-Era una creatura inferiore- disse come se fosse ovvio.

-Secondo chi?-

-E' un dato di fatto-

-Non credo..aveva lo stesso diritto di vivere di te-

-Vuoi paragonarmi ad un rospo?!- aveva chiesto indignato, lei guardando la sua faccia era scoppiata a ridere, e lui ne era rimasto un attimo incantato.

Aveva una bella risata, non troppo rumorosa, ma piacevole, e quando la sentivi ti veniva voglia di ridere con lei.

In seguito erano rimasti in silenzio fino alla fine della punizione e quando lei se ne era andata, lasciandolo solo nel suo ufficio, per un momento,ma solo per uno avrebbe voluto risentire quel bellissimo suono, e vedere nuovamente i suoi occhi illuminati da un luccichio di divertimento.

Passarono alcuni giorni da quella sera, ed ogni volta Draco si stupiva dei sentimenti protettivi e di gelosia che provava nei confronti della ragazza, una sera aveva avuto un altro episodio di mal di testa, con conseguente dilatazione delle pupille, non le aveva nemmeno fatto finire la punizione, che l'aveva subito accompagnata dall'infermiera della scuola a farla controllare, ed a nulla erano servite le sue proteste ed i suoi tentativi di convincerlo di star bene, se l'era presa in spalla e trasportata in infermeria.

Oppure quando quel cretino di Seed aveva provato a baciarla nel corridoio, lui era intervenuto prontamente, molto accigliato e aveva tolto un sacco di punti a Grifondoro, e li aveva interrotti anche altre volte, sembrava che quel ragazzo non si desse mai per vinto e cogliesse ogni minima occasione per metterle le mani addosso. Inammissibile!

Si diceva che era normale, le aveva salvato la vita, era logico che adesso si preoccupasse della sua incolumità, di lei..ma questa scusa faceva acqua da tutte le parti, anche alle sue orecchie, e questo lo irritava profondamente, ed ogni volta che provava qualcosa del genere se la prendeva con lei, e da lì sfociava un'accesa discussione.

Una sera, quando lei aveva finito la punizione e stava per andarsene, era arrivata un affannata Adele Smitt che le aveva sussurrato delle cose all'orecchio, facendola impallidire ed uscire quasi di corsa, lui naturalmente e aveva seguite di nascosto, sentendo come una puzza di bruciato, ed adesso si trovava al freddo della foresta proibita, con loro due che si erano incontrate con Jeff Sauders che, se possibile era più spaventato di loro.

-Com'è possibile che si sono persi?- chiese Calypso

-Non lo so, mi avevano detto di aspettarli qui, ed io l'ho fatto..è da un'ora che li aspetto-

-Ma perchè siete venuti qui?- chiese apprensiva Adele.

-Jean voleva prendere dei fiori per lei- indicò Calypso -dei fiori rari e bellissimi, che crescono soltanto qui..e Jimmy lo ha accompagnato, io ho provato a fermarli, ma non mi hanno ascoltato, dicendomi che avrebbero fatto in cinque minuti, che dovevo restare qui a fare la guardia..- disse sconsolato.

-Vado a cercarli- disse Calypso

-Cosa?NO!Potresti perderti anche tu-

-Non preoccupatevi ho molto senso dell'orientamento- sorrise

-E se incontrassi qualche animale feroce?- chiese preoccupata Adele

-So difendermi, aspettatemi qui,- e senza farsi vedere da Jeff fece l'occhiolino ad Adele che arrossì -non chiamate per nessun motivo i professori, o ci espellerebbero tutti-

-Ma se non torni..?- chiese terrorizzata la castana

-Se non torno..- sospirò -di mattina avvertirete i professori, ma tornerò giuro- prese la bacchetta e si avviò verso la foresta.

Draco la seguì di nascosto, con gli occhi puntati su di lei, procedeva veloce e se provava timore non lo dava a vedere, si faceva luce con la bacchetta tremando di freddo, quell'incosciente non si era nemmeno portata uno stupido mantello!

Stupida Grifondoro senza cervello!

Camminò ancora per una ventina di minuti, quando ad un trattò si sentì un rumore di zoccoli, correvano veloci verso di lei,che prese a correre.

Dopo alcuni metri la raggiunsero e formarono un semicerchio intorno a lei.

-Avevamo detto che non volevamo umani nella nostra casa- parlò un centauro molto grosso, forse il più grosso di tutti.

-Non sono qui per farvi del male, sto cercando dei miei amici, si sono persi da queste parti- disse all'apparenza calma e tranquilla.

-Non ci interessa, non dovevate venire qui, ed adesso pagherete, tu ed i tuoi amici- caricò per attaccare, e lei chiuse gli occhi, prevedendo la fine imminente, ma Draco nel momento stesso in cui il centauro la attaccò la buttò di lato e schiantò il centauro.

-Malfoy..cosa ci fai..- lui corse da lei e la fece rialzare con forza, la prese per il braccio e si mise a correre, non ce l'avrebbero mai fatta contro tutti quei centauri, e se li doveva affrontare avrebbe prima messo al sicuro la ragazza.

-Muoviti!- le ordinò, era lenta, troppo lenta.

Corsero a perdifiato per almeno dieci minuti, sorpassando gli ostacoli delle buche, dei rami degli alberi ecc, e con alle calcagna i centauri, più furiosi che mai.

Arrivarono in un dirupo, probabilmente fuori dai confini della foresta proibita, e presero l'immediata decisione di saltare, sotto c'era un fiume ed un tratto di terra, dovevano essere almeno a 20-25 metri d'altezza, con un po' di fortuna sarebbero caduti nell'acqua.

-Non c'è alternativa..- constatò lei.

Saltarono e nella foga del momento allentò la presa al braccio e la lasciò, cadde dolorosamente in terra e gli ci volle qualche minuto per riscuotersi, si alzò dolorante,aveva sbattuto un fianco in un masso, doveva sanguinargli, perchè gli bruciava parecchio. Cercò a tentoni la bacchetta,ma non la trovò, e la poca luce non lo aiutò di certo -Beker?- chiamò, ma nessuna risposta gli giunse, si guardò intorno -BEKER!?- urlò al vento.

Guardò il fiume e vide delle bollicine, quella stupida doveva essere finita lì in mezzo, si tolse il mantello e la camicia in fretta, si tuffò e si immerse ad occhi aperti cercandola.

La vide, era quasi sul fondo, inerme, doveva essere svenuta, la raggiunse più in fretta che potè e la portò a riva.

Controllò i battiti e vide che c'erano, ma aveva le labbra viola per il freddo, l'acqua di quel fiume era congelata, quindi la spogliò, facendola rimanere completamente nuda, e le mise il suo mantello.

Si mise la camicia e se la portò seduta sulle sue ginocchia, stringendola a sé nel tentativo di scaldarla.

-Non ti azzardare a morire hai capito?!- le sussurrò -o giuro che me la paghi-

Non devi morire,tieni duro,ce ne andremo di qui.. si guardò intorno sperando in un miracolo, perchè soltanto questo avrebbe potuto salvarli.

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