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Autore: dina    24/01/2009    2 recensioni
-Perché stai piangendo?- chiese oltremodo confuso. -Perché non riesco a sopportare il tuo odio..non voglio che tu mi odi.. accetto di non starti simpatica, non pretendo che mi vuoi bene, ma non voglio che mi odi..- -Perché?- sussurrò. -Non lo so..so soltanto che non lo voglio..- si asciugò una lacrima -so che probabilmente sono una persona orribile, che ho ferito te e tua madre, e mi dispiace da morire..ma ti prego non odiarmi..non voglio morire con la consapevolezza che tu mi detesti e disprezzi..ti prego- singhiozzò. -Tu non morirai..- -No, hai ragione, prima verrò torturata a lungo, chissà per quanti anni..e poi uccisa- sentì la sua presa farsi dolorosa. -Non morirai..ti proteggeremo..ti proteggerò- disse piano. -Io..- lo guardò stupita. -Ti proteggerò..- ripetè. -Ho così tanta paura- si buttò tra le sue braccia singhiozzando, e lui l'abbracciò, accarezzandole piano i lunghi capelli. -Non morirai..non lo permetterò..finché sarò vivo non ti succederà nulla..te lo giuro- Dedicata alle persone che talvolta si sentono confuse e smarrite, per incoraggiarle a cercare quel sentimento, quella ragione che faccia andare avanti.. E' la mia prima FF quindi..beh siate clementi^^
Genere: Romantico, Suspence, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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light

The reflex of your light

Il cielo era coperto da spesse coltri di nubi grigie,quasi nere, nonostante fossero appena le cinque. Le strade oscure sembravano specchiare l'animo dei loro abitanti, tutto era grigio e nero, sporco ed oscuro.

Camminavano tranquilli, nonostante la soggezione che riuscisse a mettere quel posto, sapevano che se fosse accaduto qualcosa sarebbero riusciti a cavarsela in un modo o nell'altro. Entrarono in un negozio sgangherato e sporco,con il vetro rotto e la porta, spaccata a metà, marcia.

-Sono stati qui- constatò freddo.

-E' vero, una delle nostre ultime spie, una delle nostre ultime speranze..- disse il vecchio malinconico.

-Già..-

-Portiamolo via di qui, merita una sepoltura come si deve..- detto questo estraendo la bacchetta, fece levitare il corpo ormai senza vita dell'uomo.

Dettero un ultima occhiata in giro ed uscirono fuori -Dovremmo passare a ritirare le erbe per Hagrid, quelle lumache hanno divorato le erbe della professoressa Sprite..- l'altro annuì -converrebbe prima portarlo all'ospedale, per accertare la sua morte-

-Vada lei io penso a quelle stupide erbe- disse distaccato.

-Di questi tempi non è sicuro andare in giro soli, lo sai meglio di chiunque altro- l'altro era calmo.

-Me la so cavare da solo, non ho bisogno di guardie del corpo- era seccato, che venissero pure, non aveva paura di loro!

-Sta' attento..- il ragazzo gli girò le spalle, facendogli un segno di congedo con la mano e gli girò le spalle, incamminandosi.

-Silente?- si fermò -dica a mio zio che deve sostituirmi domattina a prima ora, ho delle cose da sbrigare- e riprese a camminare.

Camminava lento e sicuro, non aveva paura del buio, dell'oscurità, lui c'era nato nell'oscurità, nel male, non aveva paura di morire né di uccidere, sarebbe stato pronto a tutto.

Sapeva che prima o poi sarebbero andati a cercarlo per regolare i conti, lo sapeva da quando aveva deciso di disertare, rinunciando così ad un destino di morte e desolazione, di torture e mali, un futuro che davvero non gli andava giù, il destino del Mangiamorte. Non che non condividesse le loro idee, no affatto, per lui i babbani erano feccia ed i mezzosangue inferiori, punto, ma per lui la faccenda si finiva lì, non capiva tutto questo bisogno di ucciderli a tutti i costi, se loro evitavano lui, lui evitava loro, senza bisogno di torture o assassinii, una convivenza basata sul menefreghismo.

Come detto precedentemente, lui non aveva paura di uccidere, ma dall'uccidere per difendersi, all'uccidere per hobby, o peggio per eseguire gli ordini di qualcuno, che vista la sua ideologia sarebbe dovuto morire il primo di tutti, magari ucciso da sé stesso, la differenza era enorme.

La legge della giungla signori e signore, uccidi o vieni ucciso..non si scappa.

No, questo destino non faceva per lui, gli piaceva terrorizzare e punire, destare ammirazione e paura, ed aveva trovato un modo efficacissimo per farlo: insegnava Difesa contro le Arti Oscure alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

Tutti gli studenti lo rispettavano, non sapeva se più per paura o per ammirazione, le studentesse lo idolatravano, e nessuno osava discutere le sue punizioni o i suoi metodi..insomma una vera e propria pacchia! E gli davano anche lo stipendio!

Entrò nel negozio e si diresse direttamente al bancone, senza neanche guardare le clienti del negozio che lo guardavano mangiandoselo con gli occhi.

-Due buste di erba lumalenosa- ordinò e subito il negoziante con i suoi occhietti vispi, nascosti da un paio di vecchi occhialetti di un'epoca fa,prese due grandi sacchi panna e li mise sul bancone.

-Due galeoni- il ragazzo li sfilò dalla tasca, pagò e con un gesto della bacchetta rimpicciolì le buste e se le mise nella tasca del mantello, uscendo.

Camminò per i vicoli bui e freddi di quel quartiere malfamato, sembrava conoscerlo molto bene, voleva andare a rilassarsi in qualche bettola, magari con qualche bella ragazza in grembo,era così annoiato.

Nella pallida luce, riuscì a scorgere per caso, un fagotto nero, appallottolato, pensò che fosse qualche barbone, troppo ubriaco anche per reggersi in piedi, ma quando stava per superarlo ed andare oltre, quello emise una specie di gemito di dolore. Si fermò di scatto con la bacchetta in mano e si guardò intorno, che fosse tutta una finzione per farlo cadere in trappola? Ma il fagotto emise un altro gemito, e decise di andare a controllare, si inginocchiò e girò lentamente il corpo inerme ammantato di nero.

Era tutto sporco, il viso ricoperto di fango, stava per andarsene di nuovo, confermando l'ipotesi del barbone, quando uscì da quelle labbra sporche un sospiro, spostò con un fazzoletto un po' di fango dal viso, e si rese conto che era una ragazza, controllò il battito cardiaco, era lento ma stabile, ma che ci faceva una ragazza da sola svenuta, in un vicolo di Nocturn Alley? Che avesse subito l'attacco di un Mangiamorte?

Spostò il mantello e le controllò distrattamente il corpo, non era ferita, soltanto sporca e sudata, ma non ferita, le controllò la fronte e vide che scottava, che doveva fare, lasciarla lì al suo destino ed andarsene oppure aiutarla?

Lui non era mai stato un buon Samaritano, anzi non era mai stato nemmeno buono, con nessuno, ma in quel momento non se la sentì di lasciare quella ragazzina, perchè non poteva avere più di diciassette o diciotto anni, lì sola a morire, la prese tra le braccia e, rimpiangendo il suo mantello nuovo, si smaterializzò.

Comparve nell'ufficio di Silente, unico luogo dove ci si poteva materializzare e smaterializzare tranquillamente senza uscire fuori dai confini della scuola, protetta da potenti incantesimi anti-smaterializzazione.

-Devo portarla da Madama Chips- rispose freddo all'occhiata curiosa del preside -non mi chieda nulla- e si incamminò.

Portarla tra le braccia era stranamente facile, era molto leggera, quasi friabile, cercò di imboccare corridoi poco frequentati, ma fu tutto inutile, incontrò lo sguardo di numerosi studenti, che con una sua occhiata truce subito si glissarono in un'altra direzione.

Aveva il fango che gli colava lungo i vestiti, ed anche il suo viso si doveva essere sporcato, perchè oltre a sentirne l'orrenda puzza sentiva qualcosa di viscido colargli dal viso.

Chiunque tu sia non credere che questa te la farò passare liscia..

Finalmente arrivò all'infermeria e posò la ragazza nel letto più vicino ed andò a chiamare l'infermiera.

-L'ho trovata per terra, coperta di fango, il battito è lento ed ha la febbre alta- la informò mentre la donna le misurava magicamente la temperatura.

-40! Ci credo che è messa così male! Presto Signor Malfoy mi prenda la pozione viola che c'è in quell'armadietto di vetro.- Il biondo fece come aveva detto e vide la donna prendere una siringa ed iniettarglielo nel braccio sottile.

-Che è successo?- entrò il preside -Draco?- lo guardò, l'altro sospirò e si apprestò a spiegare.

-Ho trovato questa ragazza in un vicolo di Nocturn Alley, era svenuta, infangata e con la febbre altissima. Ho controllato se sanguinasse, ma non aveva ferite, ha il battito rado ed ho deciso di portarla qui- Silente si soffermò ancora un po' a guardare negli occhi Draco, che irritato distolse lo sguardo per posarlo sulla ragazza.

-Capisco..hai fatto bene, a portarla qui..ma mi chiedo chi sia, e cosa ci facesse lì..?-

-Non lo so, io l'ho soltanto vista e portata qui, non so altro- detto questo uscì irritato dall'infermeria.

-Si salverà Poppy?- chiese preoccupato il preside.

-Non lo so, tutto dipende da questa notte,se la supera sarà salva..se no..-

-Ho capito- posò lo guardo sulla ragazza.

-Hai fatto un buon lavoro con quel ragazzo, fino a qualche anno fa se ne sarebbe fregato,girandosi dall'altra parte- disse incoraggiante la donna.

-..C'è ancora tanto che quel ragazzo deve imparare..- sospirò -se peggiora o migliora fammi sapere per favore. Buona notte.- ed uscì.



Erano passati quattro giorni, aveva saputo che la ragazza era sopravvissuta, e che solo il giorno prima si era svegliata, non ricordava nulla, chi era, da dove veniva, cosa ci faceva in quel vicolo svenuta..niente, le avevano cancellato sicuramente la memoria, ed i suoi effetti personali non la aiutavano affatto, aveva soltanto una borsa con un sacchetto in cuoio rosso pieno di galeoni d'oro, una bacchetta magica ed un libro di un autore babbano, quale William Shakespire, “Sogno di una notte di mezza estate” con una piccola dedica che però non aveva aiutato affatto a capire chi fosse.

Lui dopo essersene andato quel giorno, non era più tornato a trovarla, non gliene importava molto, anche se a volte si ritrovava a pensarci ed a farsi sempre le solite domande.

Adesso era notte ed era almeno un ora che cercava di prendere sonno inutilmente, si alzò e si versò un bicchiere di Whisky Incendiario, lo bevve d'un fiato, e si vestì prendendo la decisione improvvisa di andare a vedere la ragazza, in fondo lui l'aveva salvata, aveva diritto di vederla in viso.

Scese tranquillo, e quando arrivò all'infermeria aprì piano la porta, le avrebbe dato un occhiatina veloce e poi se ne sarebbe tornato a letto.

Entrò senza fare rumore e si avvicinò al letto dove dormiva inconsapevole la ragazza, la guardò, aveva la pelle dorata, come se avesse addosso tanti brillantini, il collo sottile e la bocca rossa e voluttuosa, gli occhi leggermente a mandorla, le guance magre e fine, il tutto incorniciato da lunghi capelli corvini, dovette ammettere che era davvero molto bella, nonostante le leggere occhiaie, non perdeva quell'eleganza e regalità quasi che emanava da ogni poro, il suo corpo era minuto, ma era sufficientemente alta, ed aveva le forme al punto giusto, non troppo abbondanti, ma abbastanza belle da attirare un qualsiasi uomo. Eccetto lui certo,a lui piacevano quelle formose e dai fianchi tondi.

Ad un certo punto si ritrovò a fissare due occhi curiosi, neri come la pece, ma con piccole pagliuzze azzurre, incorniciati da lunghe ciglia scure.

-Beh che hai da guardare?- chiese scontroso, non gli piaceva che l'avesse beccato mentre la osservava, quella sciocca ragazzina non doveva fare l'errore di pensare di poter contare un minimo per lui.

-Veramente quello che mi guardava eri tu..- rispose piano lei -chi sei?-

-Non sono affari che ti riguardano-

-Non ti ho chiesto mica il codice del tuo conto in banca, soltanto il tuo nome..-

-Ah fai anche la spiritosa?!- disse irritato

-Non faccio la spiritosa-

-Si invece, impara a portare un po' di rispetto a chi è più grande e superiore a te- disse freddo

-Superiore a me?-

-Si-

-Non credo proprio..- sospirò ed il suo sguardo si fece triste -come fai a sapere che sei più grande di me, se non sai neanche quanti anni ho..nemmeno io lo so..-

-L'ho visto dal tuo corpo, più di 12 anni io non ti darei..- lei arrossì indignata.

-Se non hai intenzione di presentarti ma di offendermi,quella è la porta- disse arrabbiata.

-Oh ti sei offesa?- fece ironico -scusa, ma è la verità, anzi dovresti ringraziarmi, perchè almeno ti ho fornito una piccola informazione sul tuo oscuro passato- sghignazzò.

-FUORI!-

-Calmati ragazzina, non puoi darmi ordini- disse tornando serio e freddo.

-Invece si, è notte, sono stanca devo soltanto riposare e tu mi vieni a rompere?!-

-Ti ho detto di calmarti, io non sono tuo fratello, non puoi parlarmi come ti pare stupida ragazzina- il tono era arrogante, con tracce di freddezza ed irritazione.

-Non mi interessa chi sei, e sinceramente se tu fossi mio fratello giuro che mi ucciderei..adesso per favore te ne vuoi andare, prima che chiami l'infermiera e ti faccia buttare fuori a calci?!- era molto, molto irritata.

-Come ti permetti?Tu non sai chi sono io..- disse indignato, quella stupidissima ragazzina si era permessa non solo di dargli degli ordini, ma anche di minacciarlo!

-No, hai ragione, e non mi interessa affatto saperlo. Ora se vuoi scusarmi- si girò dalla parte opposta -avrei sonno, buona notte-

-Ti auguro i peggiori incubi della tua vita, mia cara- disse irritato voltandosi ed incamminandosi verso l'uscita.

-Oh no, non puoi essere così crudele da augurarmi di sognarti!- disse ad alta voce.

-Almeno a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei qui da oltre cinque giorni, e nessuno è venuto a cercati, non credo che qualcuno tenga così tanto a te- disse irritato uscendo dalla stanza.

Stupida ragazzina senza cervello, non potevo lasciarla marcire in quel vicolo?!

****************

-Allora Signorina come stiamo?- disse cortese il preside.

-Bene- mentì,no non stava affatto bene, non sapeva chi era, chi era stata, da dove veniva, ed aveva la testa che le doleva, voleva soltanto andare a casa, ovunque essa fosse.

-Sono contento- continuò Silente -visto che non sa nulla del suo passato, e quindi nessun posto dove andare, ho pensato che potrei ammetterla in questa scuola, sarebbe smistata in una delle quattro case, riprenderà le lezioni di magia e nel frattempo studierò qualche incantesimo per la sua memoria,e cercherò di scoprire il motivo per cui era in quel vicolo, in quelle condizioni..che ne dice?-

-Va bene- disse distrattamente.

-Bene, mi sono permesso di fornirle la divisa della scuola e tutti i libri necessari- le sorrise -se ha qualche lacuna non esiti a chiedere ai nostri valenti professori, oppure ad usufruire della biblioteca della scuola-

-Okay, la ringrazio-

-Ora,visto che non ricorda il suo nome, vuole sceglierne uno a piacere suo?-

-Scelga lei,a me non fa differenza, non sarà mai mio- disse triste.

-Direi Calypso, “colei che cela, colei che nasconde”..Calypso Baker..che ne pensa?- l'altra scollò le spalle.

-Bene Signorina Baker, la cerimonia di smistamento avverrà questa sera alle 7:30 p.m. Per la cena, più o meno tra una mezz'ora. Buon pomeriggio.- sorrise ed uscì.

Rimasta sola, la ragazza si alzò, ed andò a vedere la borsa piena di libri che il preside aveva poggiato su di una sedia, tutti libri del settimo anno, difficili a detta sua, non ricordava neppure come si teneva in mano una bacchetta magica, figuriamoci!

Sospirò ed andò alla finestra, vide dei ragazzini ridere e correre, spensierati, loro sapevano chi erano, da dove venivano, non dovevano inventare uno stupido nome per essere ammessa in una stupida scuola. Sospirò e andò a fare una doccia nel bagno dell'infermeria, indossando poi la divisa scolastica, si sistemò i capelli e mise un po' di kajal dentro gli occhi, altra cosa trovata nella sua borsa.

Era quasi ora, e si sentiva nervosa, tutti i suoi nuovi compagni le avrebbero fatto un milione di domande, e lei, lei cosa avrebbe risposto? Avrebbe mentito, senza ombra di dubbio, non le andava di dire che non sapeva completamente nulla di sé stessa e della sua vita.

Prese la borsa con i libri e si incamminò, ed incontrò la Mcgranitt, che la scortò in Sala Grande, la fece attendere fuori dalla porta fino a quando il preside non la annunciò, e poi entrò, era nervosa, e guardò una delle pochissime persone che conosceva e che si era mostrata gentile con lei, Albus Silente.

Sentiva gli sguardi curiosi e stupiti di tutti su di sé, ma cercò di non farci caso proseguendo dritto, al seguito della Mcgranitt.

Questa la fece sedere in un piccolo sgabello e le mise sulla testa un vecchio cappello nero, che come le aveva spiegato precedentemente serviva a smistarla in una delle quattro case, Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.

-Mmm..difficile..hai coraggio da vendere, voglia di scoprire e metterti alla prova..saresti d'accordo se ti mettessi a GRIFONDORO!?!- esclamò e tutta la sala irruppe in un fragoroso applauso, i più entusiasti però erano i Grifoni.

Si alzò ed andò a stringere la mano al preside, quando i suoi occhi, come dotati di volontà propria, si andarono a posare alla figura all'ultimo posto del tavolo..conosceva quel ragazzo, era lo stesso che l'aveva insultata ed offesa qualche notte prima in infermeria, quello che in mancanza di un nome, aveva chiamato “l'arrogante bastardo platinato nottambulo”.

-Almeno a me mi sogna qualcuno, tu potresti dire la stessa cosa? Dato che sei qui da oltre cinque giorni, e nessuno è mai venuto a cercati, non credo che qualcuno tenga così tanto a te-

Quelle parole l'avevano ferita profondamente, lo guardò meglio vide che la guardava con un ghigno malevolo, senza dubbio l'aveva riconosciuta, ed era deciso a vendicarsi.

Poco male, io non ho paura di te..

Si girò e si incamminò verso il tavolo dei rosso-oro, dove la accolsero tutti con un sorriso, -ciao io sono Adele, molto probabilmente sarai la mia nuova compagna di stanza visto che da me c'è un letto vuoto- le sorrise una ragazza alla sua sinistra, la guardò, aveva i capelli castano chiaro corti sopra le spalle, e gli occhi verdi, sul naso qualche piccola lentiggine.

-Piacere di conoscerti Adele, io sono Calypso-

-Calypso,la ninfa, un bel nome complimenti- fece pensierosa.

-Grazie, ma dovresti complimentarti con chi l'ha scelto- le sorrise.

Calypso la ninfa..esiste nome più stupido?

-Sei di qui? Dell'Inghilterra intendo-

-No, io..vengo da..dal New Jersey..sono americana..-

-Ah capisco..non hai l'accento yenkee però..-

-Io..-

-Oh Adele non ti tenere tutta l'attenzione della ragazza per te..faccela conoscere anche a noi- sorrise un ragazzo moro, con gli occhi castani, molto attraente, poi si rivolse all'altra che lo guardò grata -Io sono Jean e loro sono Jimmy e Jeff- disse indicando altri due ragazzi vicino a lui, Jimmy era alto e nerboruto, coi capelli chiari e gli occhi scuri, mentre Jeff era mingherlino con i capelli biondo sull'arancione e gli occhi verdi.

-Le tre J..stanno sempre assieme e ne combinano di tutti i colori- alzò gli occhi al cielo Adele -guardati da loro, frequentandoli troppo ti porterebbero ad una cattiva strada- scherzò.

-Beh tu ci hai frequentato molto, soprattutto uno di noi, e mi pare che sei ancora viva- guardò allusivo Jeff,i due arrossirono simultaneamente, facendo scoppiare a ridere gli altri -o sbaglio?-

-Mmm, mi sa che mi dovrò informare- rise guardando Adele maliziosa -Comunque io sono Calypso, piacere di conoscervi – sorrise, Adele la guardò grata per aver cambiato argomento.

-Calipso, la ninfa dall'infinita bellezza, immortale, ma innamorata di un mortale- disse ad alta voce Jean -nome molto azzeccato- le sorrise affascinante.

Ecco, comincia a piacermi questo nome..

Lei scoppiò a ridere -la ninfa che però fu rifiutata da Odisseo, il mortale appunto- si stupì di ricordarsi.

-Conosci l'Odissea?- chiese molto stupito.

-Vagamente- rispose sinceramente, non si ricordava proprio tutto, ricordava alcuni punti soltanto.

-Non molti maghi la conoscono..- disse Jimmy, lei alzò le spalle e si servì del cibo che era appena apparso in tavola.

-Allora ti va di visitare la scuola?Ti faccio da guida se vuoi- propose entusiasta Adele quando ebbero finito di cenare.

-Certo- sorrise, si alzarono ed uscirono.

Le fece visitare quasi tutta la scuola, cavolo quel castello era enorme! Le spiegò che non doveva mai avvicinarsi troppo al lago nero, che doveva far attenzione ai Serpeverde,perchè erano infidi ed antipatici, nonchè alcuni di essi futuri Mangiamorte,ecc.

-Cavolo, hai stupito Jean- le disse quando dopo quasi un'ora, stavano entrando nella guferia -non è facile sorprenderlo sai, poche ci sono riuscite, è uno dei ragazzi più belli di Hogwarts- la mora alzò le spalle.

-Senza contare il professor Malfoy certo- disse sognante.

-Chi è il professor Malfoy?- chiese curiosa

-Quello biondo con dei bellissimi occhi grigi..se non fosse per il suo caratteraccio..-

-VUOI DIRE “L'ARROGANTE BASTARDO PLATINATO NOTTAMBULO”?!- la interruppe leggermente isterica, quell'idiota era un professore?!

-Vedo che non hai perso ancora questo brutto vizio Baker – emerse una figura dall'ombra e le ragazze con il cuore a mille fecero un passo indietro, cosa che fece sghignazzare il biondo – non vi mangio- le derise.

Calypso si riprese ed alzò la testa a mo' di sfida – nemmeno tu hai perso quello di osservare dall'oscurità,come un viscido serpente-

-Come ti ho già ripetuto più volte, ci vuole rispetto, soprattutto adesso che sarai mia allieva, ti consiglio di cucire la bocca e parlare solo quando interpellata se non vuoi passare un pessimo anno- fece freddo e si incamminò verso l'uscita -ah dimenticavo, 10 punti in meno a Grifondoro, è appena scattato il coprifuoco- sghignazzò uscendo.

-Che bastardo..stronzo..idiota..come osa minacciarmi?- sussurrò irritata.

-Ehm..forse è meglio ritirarci, se ci ritrova qui ci mette in punizione..- disse ancora imbarazzata, aveva commentato il suo aspetto ed il suo carattere con lui presente..che figuraccia!

-Eh?Si..hai ragione- fece ancora irritata -ma che cosa insegna, “bastardaggine nel 2000?” per caso?-

-No, Difesa contro le Arti Oscure – rise l'altra

-Ah bene..- entrarono nel quadro della Signora Grassa.

-Ma com'è che vi conoscete?- chiese curiosa

-Oh..beh..diciamo che abbiamo avuto un piccolo scontro- l'altra la guardò con un sopracciglio alzato -ci siamo praticamente insultati dal primo istante che ci siamo visti- sbuffò, l'altra scosse la testa ridendo -ma è stato lui a cominciare però!-

-Sembri una bambina arrabbiata- rise -comunque ti consiglierei di seguire il suo consiglio, è bellissimo si, ma è un infido bastardo di prima categoria-

-Mmm..-

-Ecco questa è la stanza che dividerai con me- disse quando entrarono, era una stanza abbastanza grande, le pareti erano color dell'oro e i due baldacchini, uno di fronte all'altro, avevano tende e piumoni rossi,c'erano due scrivanie e due piccoli armadi.

-Carina-

-Già..bene, quello è il mio letto- disse indicando il baldacchino alla sua sinistra -e l'altro è il tuo, il tuo baule è già..- guardò meglio ai piedi del letto e non vide nessun baule -dov'è il tuo baule?- chiese confusa.

-Oh..ehm..io l'ho..perso..- che scusa idiota..

-Come l'hai perso?-

-Non lo so..l'ho affidato al macchinista del treno e poi non l'ho trovato più-

-E come farai con i vestiti?-

-Ho dei soldi nella borsa, li comprerò nuovi-

-Sabato c'è la settimanale uscita a Hogsmeade, se vuoi ti accompagno visto che non sei di qui- propose Adele

-Sarebbe grandioso, grazie-

-Bene allora buona notte- con un incantesimo si mise il pigiama e ne passò un altro a Calypso -visto che non hai il baule puoi mettere questo per ora.. se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiamarmi- disse coricandosi.

L'altra annuì -grazie- e andò in bagno ad indossare il pigiama viola a maniche corte che le aveva prestato la sua nuova amica.

Sarà così d'ora in avanti la mia vita? Piena di bugie e frasi non dette?

  
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