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Autore: OfeliaMontgomery    01/08/2015    1 recensioni
[IN REVISIONE]
«Il libro delle Lune narra che diciassette anni dopo la morte di ogni Guardiano della Notte, quest'ultimi verranno reincarnati nel corpo di cinque ragazzi che compieranno diciassette anni nel giorno di Halloween. I cinque ragazzi che verranno prescelti per la reincarnazione si ritroveranno con un marchio a forma di Luna Crescente sul dorso della mano destra nel giorno del loro compleanno e saranno i discendenti delle cinque famiglie di Guardiani stessi.»
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non riuscivo a prendere sonno. Dormire in camera con Sophie era alquanto strano, anche perché avevo paura che da un momento mi avrebbe uccisa nel sonno. Derek aveva deciso di dormire in salotto e in quel momento, non so per quale strano motivo, desideravo tanto andare da lui.
Senza accorgermene, le mie gambe si erano mosse da sole in direzione della sala. Con il fiato in gola e le spalle rigide aprii la porta della camera di Sophie e un flebile bagliore, dovuto ai lampioni al di fuori dell’appartamento, penetrava dalle tende e filtrava la sua luce in tutto il salotto. Uscii definitivamente dalla stanza di Sophie, chiudendomi con lentezza la porta alle spalle perché non volevo svegliare la bionda. Poi camminando di soppiatto e silenziosamente, mi avvicinai al divano dove dormiva beatamente Derek.
Derek dormiva abbracciato al cuscino, coperto solamente da una leggera coperta azzurrina. Mi sedetti sul tavolino di fronte al divano e mi soffermai a guardarlo. Le labbra fini e socchiuse mi fecero venire voglia di baciarle per sapere se erano davvero morbide come sembravano, i capelli arruffati nei quali vorrei affondare le mani per sentirne la sofficità e il petto che si alzava e abbassava rilassato su cui vorrei appoggiare la testa per sentire il suo battito cardiaco. Scossi nervosamente la testa poi mi passai una mano fra i capelli ed emisi un sospiro stanco. Ma che diamine andavo a pensare?! Okay, Derek era davvero un ragazzo stupendo, ma no, non potrebbe mai piacermi in quel senso…lui non era il mio tipo. Bugia, grande bugia. Era il mio tipo eccome, ma non volevo che andasse a finire come con i suoi genitori che entrambi morivano e abbandonavano i loro due figli.
«Ti stai divertendo a guardarmi? So di essere irresistibile!» parlò Derek con un tono di voce malizioso, tenendo comunque gli occhi chiusi e facendomi perdere un battito. Sciolse l’abbraccio con il cuscino per poi girarsi su un fianco e aprire finalmente quegli occhi meravigliosi, puntandoli magnetici nei miei spalancati per la sorpresa. Fantastico, il mio cervello era andato. Riprenditi Avis!
Scoccai la lingua contro il palato, cercando di mantenere la calma. «Non essere così modesto, potrebbe diventare la tua rovina» sputai acidamente, incrociando le braccia al petto e guardandolo con un sopracciglio inarcato.
Derek emisi una risata sommessa poi si portò una mano sulla fronte e scosse la testa, «Ah, Avis, sei un caso perso. Ti ostini a non ammettere che sei attratta da me» replicò con voce maliziosa e guardandomi con una tale intensità da farmi venire la pelle d’oca. Perché i suoi occhi erano così magnetici e dannatamente belli? Di un verde smeraldo luminoso con delle pagliuzze marroni intorno all’iride.
Feci spallucce con le guance accaldate poi cambiai discorso. «Pensi che potrò usare il loro portatile? Devo ancora fare quei dannati compiti» borbottai stizzita, storcendo il naso al solo pensiero della caterva di compiti che mi aspettavano nella mia casella e-mail.
«Brava, cambia discorso. Comunque puoi far apparire il tuo, d’altronde sei una strega» ribatté lui alzandosi sui gomiti, guardandomi divertito perché aveva intuito che volevo sviare il discorso sulla sua bellezza, poi emise un forte sbadiglio.
Assottigliai gli occhi, «Non è uno scherzo, vero? Cioè posso davvero far comparire il mio portatile qui?» domandai per esserne sicura. Lui mi lanciò un’occhiataccia, «Ovviamente! Basta che lo immagini e pensi di averlo fra le mani» replicò con tono malizioso, probabilmente per l’ultima parte della frase. Quanto poteva essere stupido?...E bello?
Alzai gli occhi al cielo poi gli tirai una ponderosa manata sul petto, facendomi un gran male alla mano che divenne immediatamente rossa. Feci del male anche a lui perché emise un gemito di dolore. «Stronza» sibilò massaggiandosi la parte colpita.
«Pervertito» ribattei acidamente poi mi alzai dal tavolino e andai a sedermi sulla poltrona, sia per stare più comoda, ma anche per allentarmi da lui. Chiusi gli occhi e immaginai il mio portatile rosa con appiccicati un po’ ovunque degli stickers a forma di teschi e fiori. Strinsi gli occhi con maggior forza e continuai a ripetere mentalmente di volere il mio portatile sulle mie gambe. Dopo un paio di secondi sentii un grande peso su di esse e quando aprii gli occhi, il mio portatile era lì in tutto la sua bellezza.
Esultai di gioia, poi aprii il portatile e lo accesi. Vidi Derek guardarmi con la coda dell’occhio mentre giocava con un giochino sul suo cellulare.
Entrai nella mia posta e vidi che non avevo una sola e-mail da parte della scuola, ma ben due. Storsi il naso emettendo un fortissimo sospiro angosciato.
«Bene, domani mi toccherà fare i compiti e allenarmi con i miei poteri» spensi il portatile perché non avevo intenzioni di fare i compiti in quel momento poi appoggiai la testa sul bracciolo della poltrona e pensai al fatto che se non fossi diventata la guardiana della Terra a quest’ora sarei in classe a subirmi le battutacce degli insegnati e quelle dei miei compagni e la caterva di compiti che mi avrebbero affibbiato per ripicca.
«Avis?»
«Mh?»
«Quella volta al McDonald’s mi avevi detto che tua madre e tua zia fanno di cognome Baradien, giusto?» domandò curioso, staccando gli occhi dal suo cellulare e guardandomi in attesa di una risposta.
Annuii, «Sì, è così, perché?» chiesi a mia volta. Quindi quella volta mi aveva ascoltata, nonostante non mi avesse cagata di striscio.
«Tua nonna era la precedente guardiana della Terra» rispose lui accennandomi un sorriso che ricambiai con degli elefanti che ballavano allegramente nel mio stomaco.
«Io non l’ho conosciuta perché è morta nello stesso anno in cui sono nata io. Ma se mia nonna era la guardiana della Terra, com’è possibile che sia invecchiata? Ho visto delle foto con mia nonna vecchia. Non siamo immortali?» chiesi con la mente in uno stato di confusione totale.
«Era un incantesimo che la rendeva anziana agli occhi umani e nelle fotografie, ovviamente. Tua nonna non è mai invecchiata, è sempre stata la ventenne di un tempo» mi spiegò Derek poi si tirò su con la schiena e si sedette comodamente sul divano, con il viso rivolto verso di me.
Aggrottai le sopracciglia confusa. «Venti?» Non diciassette?
«Puoi scegliere tu a che età fermati, tua nonna aveva scelto di fermarsi a vent’anni. Mia madre invece a venticinque» Derek fece un piccolo sorriso, «Ricordo che tua nonna veniva sempre a trovarci, soprattutto quando mia madre era incinta di mio fratello» raccontò infine, spiazzandomi. Derek aveva conosciuto mia nonna, mentre io non l’avevo nemmeno mai vista perché era morta due mesi prima della mia nascita.
«Ma mia nonna non avrebbe la stessa età di tua madre, nel senso nel mondo umano e non magico? Non dovrebbe avere tipo, che ne so, quaranta anni? Come può aver messo alla luce mia madre e mia zia?» domandai, portandomi una mano sotto al mento e cercando di capirci qualcosa.
«La guardiana della Terra, tua nonna, non è morta con gli altri guardiani con cui aveva vissuto la sua prima reincarnazione, ovvero diciassette anni prima di quella con mia madre. Tua nonna ha vissuto più anni come guardiana. Tua nonna era la guardiana della Terra che era riuscita a scappare all’assassinio da parte dei cacciatori. Tua nonna entrò a fare parte della cerchia di guardiani in cui c’era anche mia madre. Tua nonna era l’unica con età diversa e con molti anni di esperienza come guardiana» Derek si alzò dal divano e andò a prendersi un bicchiere d’acqua poi tornò a sedersi, nuovamente, di fronte a me.
«Vuoi sapere altro?» mi chiese dopo aver bevuto un bel sorso d’acqua.
Volevo chiedergli del potere dello Spirito. D’altronde dopo essere tornati a casa dall’attacco dei cacciatori, Derek si era messo subito a guarire le ferite di tutti noi per poi crollare, stanco morto, sul divano.
«Sì. Noi guardiani, senza comprendere lo Spirito, non possiamo guarire le persone, vero?»
Lui scosse la testa, «Il potere di guarigione, solamente chi discende dagli Arveldis può usarlo e averlo. Chi discende dai guardiani dello Spirito può guarire ma non può resuscitare le persone. Solamente il vero e proprio guardiano dello Spirito può fare resuscitare le persone. Spero vivamente che non dovrà mai accadere perché non voglio che mio fratello soffri inutilmente» mi spiegò Derek con un velo di tristezza nella voce. I suoi occhi si spensero al pensiero che suo fratello potesse usare il potere della resurrezione e, questa cosa mi fece stringere il cuore in una morsa dolorosa. Mi alzai dalla poltrona e sedendomi nuovamente sul tavolino, portai una mia piccola mano sulla sua più grande. La sua era calda in confronto alla mia più fredda. Sfoggiai un piccolo sorriso triste poi strinsi le mie dita intorno al palmo della sua mano e glielo accarezzai con il pollice. Volevo dargli un po’ di conforto.
«Andrà tutto bene. Vedrai che tuo fratello non farà mai uso di tale potere» sussurrai dolcemente, stringendo di più la presa intorno alla sua mano.
«Grazie, Avis» Derek si sporse in avanti e senza neanche che me ne accorgersi, aveva depositato un leggero bacio sulla mia guancia sinistra.
Divenni rossa come un peperone bello maturo e il mio cuore iniziò a martellare violentemente nel mio petto. Il viso di Derek ancora vicino al mio. Lo guardai attentamente e per poco non mi venne un infarto. Gli occhi color smeraldo di Derek erano magnetici. Il mio sguardo non si voleva staccare dal suo. E questo aiutò a far diventare ancora più rosso il mio viso. Sentivo le guance accaldate e il battito del mio cuore accelerare. Derek mi fece un sorriso dolcissimo che mi lasciò senza fiato, mostrandomi dei denti bianchissimi, poi appoggiò la sua fronte alla mia e portò le sue mani calde sulle mie guance bollenti e me le accarezzò con i suoi polpastrelli ruvidi.
«Disturbo?» la voce squillante di Sophie mi fece tornare alla realtà. Scattai indietro sbigottita e tirando un calcio involontario – lanciato nel momento di panico – allontanai da me Derek che tornò alla sua postazione sul divano con una gambe dolorante. Sophie fece un sorriso sghembo poi con nonchalance se ne tornò in camera sua. Brutta stronza!
Emisi un forte sospiro di sollievo poi tornai alla poltrona e ci profondai dentro. «Scusa per il calcio» bofonchiai dopo aver visto che Derek non la smetteva di massaggiarsi la gambe.
«Potevi andarci piano, piccola iena» mi rimbeccò lui, sorridendomi sghembo poi si alzò dal divano e piazzandosi davanti a me, portò la sua enorme mano sulla mia testa e mi scompigliò i capelli, «Vado in bagno. Tu va a dormire che domani sarà lunga. Buonanotte Avis» disse infine per poi sparire dietro la porta del bagno.
Scossi la testa frastornata e con ancora le guance accaldate me ne tornai a letto, cercando di addormentarmi, senza fare sogni su degli occhi verde smeraldo e magnetici come calamite. Dopo quasi un’ora di continui spostamenti da pancia in sopra a pancia in sotto e viceversa perché ero troppo nervosa e quello che era successo in salotto con Derek continuava a ritornare nella mia mente, riuscii ad addormentarmi, venendo cullata dalle braccia di morfeo.

 

  
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