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Autore: Yvonne_Annie    03/08/2015    0 recensioni
Dopo la terza guerra mondiale e l'ultima guerra Santa di conquista,il mondo si ridusse in polvere e macerie,l'umanità arrivò quasi al rischio di estinzione e l'unica cosa che gli fu rimase fu la fede nella religione ma anche Dio decise di abbandonare le sue creature.Così divenne fuoco e fiamme,la gente vagava senza una meta e un motivo,coscienti di non poter avere il perdono e la redenzione.Fu così che nella disperazione accadde un miracolo,apparve una Dea che diede inizio alla stirpe più importante di tutti,la stirpe delle donne-sacerdotesse Freja.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per la prima volta nella sua vita, si godeva quel pizzico di libertà che le era permesso. Per la prima volta, non era più sola e non doveva più nascondersi o vergognarsi per quello che era. Credeva che sarebbe morta in quelle quattro mura del tempio, non aveva mai vissuto in realtà, perché fino ad allora aveva sempre trascinato avanti, giorno dopo giorno, senza aspettarsi un futuro. Invece, era lì seduta in sontuosi abiti di seta, in direzione di Henim. I cavalli trainavano sempre più velocemente la carrozza verso Nord, i giorni si facevano sempre più freddi, le giornate si accorciavano sempre più e si scorgevano di lontano le alte mura della città. Ilacy era sempre al suo fianco, la vegliava mentre dormiva senza battere ciglio, non dormiva mai e non sembrava mai stanca. Eppure, era sempre radiosa ed i suoi capelli profumavano sempre di lavanda, non la vedeva mai triste o giù di morale. Aveva sognato mille volte una situazione così, si era sempre chiesta come sarebbe stata la sua vita se non fosse nata quella che è, magari una vita tranquilla in mezzo al verde senza nessuna preoccupazione. Si guardò la mano ed osservò l’anello che portava al dito, una bellissima ametista di un colore viola intenso catturato da mille finiture d’oro, non aveva mai posseduto un gioiello così bello.Ad un tratto la carrozza si fermò e il cocchiere, un signore di una certa età, le chiese di scendere. Ilacy sollevò la sua gonna e la invitò a scendere a sua volta, dopo di che il cocchiere le lasciò lì. Eppure, attorno a loro non vi era niente altro che alberi innevati e una distesa di neve. 

" -Siamo sicuri che sia qui? - " Chiese Zafira un po’ dubbiosa. 

" -Certo che è qui, devi solo seguirmi. - " 

Zafira si sentiva un po’ a disagio in quella situazione, non soffriva certo il freddo ma era faticoso anche per lei camminare in quasi 20 centimetri di neve. Ilacy si muoveva graziosamente in quel manto bianco, ma lei cadeva quasi ad ogni metro. Camminarono per tanto tempo che sembrava un’eternità ma che in realtà era poco più di un’ora. Poco dopo si fermarono sotto un’enorme quercia che superava in altezza tutti gli altri. La donna si fermò e si abbassò il cappuccio, guardando negli occhi la ragazza. 

" -Sei pronta? - " 

" -Per cosa? - "
Zafira non capiva cosa stesse dicendo poiché vedeva ancora solo alberi e neve, ma rimase sorpresa quando Ilacy, facendo un passo in avanti, sparì nel nulla più totale. Nessuna persona poteva sparire nel nulla, era impossibile, ma poi capì tutto quando, preso coraggio e chiusi gli occhi, fece un passo in avanti anche lei nella stessa direzione in cui era scomparsa la donna. Una sensazione di calore le attraversò il corpo e quando riaprì gli occhi, le comparve davanti la città delle fate e le sue immense mura. 


" -Te l’avevo detto che ce l’avresti fatta - " 

" -Ma come abbiamo fatto? Prima non c’era niente come… - " 

" -Oh ragazza, hai ancora così tanto da imparare. Te l'avevo già detto che vi era una barriera di protezione, ma non necessariamente. Dopo la grande quercia si lascia la dimensione reale per finire in questa. - " 

Le due si diressero verso l’entrata, dove vi erano appostate delle sentinelle. Ilacy alla richiesta di identificazione, si scoprì il braccio sul quale apparve un delicato disegno luminoso. Le sentinelle aprirono un varco e chinarono il capo in segno di scuse e fecero passare la dama vestita con un bellissimo abito bianco. La ragazzina la seguì ma, fatto un passo verso la dama, l’attenzione delle sentinelle cadde su di lei. 

" -La prego di identificarsi. - " 

" -Signori, la prego di scusarci per il disagio, ma per mia figlia è la prima volta qui e non l’ho ancora portata a registrarsi. - " 

" -Ma madame, sa come sono le regole qui. - " 

" -Mi dispiace tantissimo e che l’ho avuta fuori nel mondo reale e da quando è nata, non sono mai ritornata. - " 

Le sentinelle la guardarono con uno sguardo un po’ sconcertato ma non chiesero altro e la fecero passare.Henim era ricoperta da uno strato sottile di neve, tutto lì sembrava avere una propria luce come se quel posto avesse una propria anima, che fosse viva. La dama in bianco diede le indicazioni al cocchiere per raggiungere la sua dimora e dopodiché si voltò verso la giovane che sporgeva dal finestrino con occhi pieni di curiosità. 
" -Devi stare attenta a non farti scoprire, non togliere mai l’anello fuori dalle mura della casa, qui le regole sono molto dure. - " 

" -Cosa vuoi che sia, mi hanno rinchiusa per così tanti anni che un anno in più, un anno in meno non mi cambierà certamente la vita. - " 

Più la carrozza andava avanti, più si saliva in alto, come se la città fosse composta da cerchi concentrici che vanno verso l’alto. 

" -Domani ti porterò a registrarti per non destare sospetti. Se qualcuno te lo chiedesse sei la figlia di Madame Alexie Ilacy Petit e ti chiami Yvette Petit. Se la gente si inchina a te, tu ricambia con gentilezza. - " 
" -Perché si dovrebbero inchinare a me?
  
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