Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: _Girella_    03/08/2015    2 recensioni
-Va bene, Atsuya. Hai vinto. Puoi tornare sulla Terra, tuo fratello ha ancora bisogno di te.
Vivrai ancora per un po’. Ma ci sono dei limiti, e tu li conosci bene.
E soprattutto, non potrai restarci per sempre. Arriverà il momento in cui la tua anima terrena si consumerà
e sarai costretto a dire addio una volta per tutte a Shirou. Sei sicuro di volerlo fare?-.
Dal cap. 13
-Non manca molto ormai-.
-Cosa? Di già?-
-Atsuya sta per fare la sua scelta. E il suo destino si compirà-.
Gabriel non rispose. Semplicemente, si ritrovò a sperare che facesse la scelta giusta.
Ben sapendo che non sarebbe stato così. 
Genere: Angst, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
E' giusto uccidere uno per salvarne mille?
______________________________________________________________________________________________________________________
 
Si narra, tra gli angeli, che il vento sia un amico fidato, e un ottimo consigliero. 

Mentre lo ascoltava accarezzargli il volto e scompigliargli i capelli, Gabe non avrebbe potuto essere più d’accordo. Seduto con la schiena alla parete, lo sguardo fisso davanti a sè, aspettava che lo andassero a chiamare, per prendere la decisione più importante e più difficile di tutte.

Non era arrabbiato con Atsuya per quello che aveva fatto. Rivelare la verità era stata una mossa avventata, certo, ma ripensandoci, nel profondo, Gabe sospettava che al suo posto avrebbe fatto la stessa cosa. Ciò non rendeva il reato meno grave, certo, ma gli permetteva di ragionare lucidamente, senza la rabbia e lo stupore che invece attanagliavano il cuore di molti altri angeli.

Ciò che gli altri non immaginavano era che quel momento sarebbe venuto comunque, anche se il comportamento di Atsuya fosse stato impeccabile. Il destino non parla spesso, ma quando lo fa, sei costretto ad ascoltare. E lui aveva ascoltato.

Eppure, nonostante questo, non si sentiva pronto. Pensare ad Atsuya come ad un componente dell’esercito di Lucifero gli metteva addosso una grande tristezza. Se fosse successo, avrebbero dovuto ucciderlo.

Quando sentì la porta aprirsi, non ebbe bisogno di guardare per sapere chi era. Si mise addosso la sua solita maschera di indifferenza, che concedeva a se stesso di rimuovere solo quando nessuno lo vedeva, e lanciò uno sguardo verso il nuovo arrivato.

-Sono arrivati- disse Michael.

“Non è paura quella che provo, vero?”.

Gabe non aveva pensato a cosa dire, ma quei momenti di solitudine lo avevano aiutato a portare un po’ di chiarezza nei propri sentimenti, fino a che non erano rimaste due frasi che gli vorticavano nella mente a una velocità ai limiti del mal di testa che gli angeli non potevano sentire.

Non voleva che Atsuya se ne andasse. Se ne sarebbe andato comunque.

-Sembrano molto convinti- commentò Michael mentre si avvicinavano al luogo stabilito per l’incontro. –Sanno di avere la vittoria in tasca-.

-Non è ancora detta l’ultima parola- ribattè Gabe, sperando di suonare convinto.

-Hanno il coltello dalla parte del manico-.

-Nessun coltello ha mai ucciso in angelo-.
 
C’erano dieci persone all’interno della sala. Sei erano demoni, impossibile non riconoscerli, soprattutto perché solo uno di loro aveva assunto sembianze umane. Stava in piedi, al centro del cerchio di angeli e demoni, incurante degli sguardi puntati su di lui. I suoi capelli corvini spiccavano tra il biondo degli angeli, e qualcosa nel suo sguardo incuteva un grande timore.

Gabe non si lasciò impressionare e sedette al suo posto, Michael al suo fianco.

-Credo sappiate tutti perché siamo qui, ma penso sia il caso di rinfrescare la memoria ai presenti- iniziò Luc, lo sguardo fisso su Gabe. –Vogliamo reclamare il possesso su Atsuya, l’angelo mandato in missione sulla Terra-.

-E in base a cosa?- domandò Michael, nonostante conoscesse fin troppo bene la risposta. Avrebbe volentieri evitato tutte quelle inutili formule di rito.

-Gli accordi erano che Atsuya non dovesse in alcun modo entrare in contatto con il suo protetto, e questo sia per il nostro che per il vostro bene. Ha violato il patto già nel momento in cui ha assunto sembianze umane, ma aveva ricevuto il permesso da voi e abbiamo lasciato correre-.

Gabe cercò di impedirsi di ridere. Il permesso. Come se gli fosse stato davvero dato. Atsuya, come al solito, aveva interpretato a proprio modo i fatti.

Si concentrò su Luc, che proseguì –Il suo comportamento, però, non è stato certo conforme a quello di un angelo custode-.

-Atsuya non è un angelo custode- lo interruppe Michael. Luc gli lanciò un occhiata di sbieco, poi tornò a guardare Gabe.

-E’ un angelo in missione sulla Terra, poco importa se sia stato addestrato come angelo custode oppure no. In base al suo comportamento, abbiamo tutto il diritto di reclamarne il possesso-.

Davanti a quell’ affermazione, Gabe ebbe come un sussulto. Fece segno a Michael di tacere e si alzò. Il silenzio scese sulla sala.

–Tutto ciò che Atsuya ha fatto è stato per amore del fratello- disse, ricambiando lo sguardo freddo di Luc. –Ha sbagliato, è vero, ma le sue intenzioni erano nobili. Lui vuole solo la felicità di Shirou-.

Michael ebbe l’impressione che Gabe avesse appena commesso un grave errore e Luc glielo confermò subito. –Gli errori non sono ammessi né tra angeli, né tra demoni, Gabriel. E che mi dici del fatto di aver rivelato la verità agli umani? Non è la nostra regola più importante, mantenere segreta la nostra esistenza?-.

-Era stato scoperto durante la trasformazione. Non aveva scelta-.

-Poteva ucciderlo-.

Gli angeli ebbero un sussulto. Gabe lo fissò con disprezzo.

-Vorrei ricordarti, Lucifer, che Atsuya è un angelo, che a voi piaccia o no. L’idea di uccidere Gouenji Shuuya non gli è nemmeno passata per la testa-.

-Io invece scommetto di si- rise malignamente Luc.

Silenzio. Anche il vento era in ascolto, Gabe poteva sentirlo mentre gli accarezzava piano la pelle del collo e delle guance, come a cercare di infondergli forza. Cercando di dominare la rabbia che senza dubbio Luc voleva scatenare in lui, riprese –Nonostante questo, non è abbastanza per far cadere Atsuya. Ha bisogno di essere educato, è vero. E’ un angelo ancora giovane. Ma saremo noi a farlo-.

Michael sentì un piccolo guizzo di speranza. Per la prima volta, pensò che forse avevano qualche possibilità. Il suo sorriso, però, si spense quando vide l’espressione compiaciuta di Luc.

-Tu sai, Gabriel, che Atsuya è legato all’Inferno, vero?-.

Lo stupore aleggiò tra gli angeli. La maggior parte di loro non era a conoscenza di quel fatto, e Michael avrebbe preferito che le cose fossero rimaste così.
Gabe abbassò lo sguardo, riuscendo a mormorare solo -Si-.

-Perché non ce lo hai mai detto, Gabriel?- domandò uno degli angeli. Gabe non alzò la testa.

-Non potevo-.

-Allora, qual è il senso di questo dibattito?-.

-Il senso- s’intromise Michael per dare man forte all'amico. –E’ che Atsuya è ancora un angelo. Non giudicatelo in modo diverso per qualcosa che non dipende da lui, amici-.

La mente di Gabe lavorava in modo febbrile. Non sapeva cos'altro  fare per salvare Atsuya. Doveva esserci un modo, e lui avrebbe fatto di tutto per trovarlo.

-Questa è una cosa che non cambierà, Gabriel- disse Luc. -La sua anima è già nostra, lo è dalla sua nascita. Adesso dovete solo decidere se scatenare una guerra già persa in partenza, col solo risultato di veder morire migliaia dei vostri, o se fare in modo che il giovane Atsuya vada incontro al suo destino fin da ora. La decisione è vostra-.

Tacque, e tornò a sedere al proprio posto, consapevole di non dover aggiungere altro. Nello sguardo degli angeli si leggeva il fardello di una decisione troppo grande persino per loro.

Gabriel si rendeva conto che la situazione era disperata.

Se ne rendeva conto, e non voleva arrendersi. Ma ne valeva davvero la pena? Luc aveva ragione: una guerra contro l'Inferno avrebbe dimezzato le loro forze, e senza dubbio sarebbe stata combattuta sulla Terra. Avrebbero causato milioni di vittime.

Questo gli diceva la ragione.

Ma il cuore si rifiutava di accettarlo. Non poteva darla vinta a Luc.

Era successo quello che aveva in tutti i modi cercato di evitare, sapendo che alla fine avrebbe inciso negativamente sulle sue scelte: si era affezionato troppo ad Atsuya.

Ma se anche non fosse stato, poteva davvero mandare a morire milioni di angeli per salvarne uno solo?

Osservò le persone attorno a lui. Michael, che più di tutti capiva cosa l’amico provasse, gli altri angeli, stupiti per le ultime rivelazioni, e infine Luc e i suoi demoni, con stampata in faccia la vittoria.

-Non possiamo scatenare una guerra- si sentì dire. Non era un’opzione.

Luc non ebbe bisogno di sentire altro. Fece un segno ai demoni, che sparirono in una nuvola di vapore grigio.

Gabe si sedette stancamente, e chiuse gli occhi.

Avevano perso.

-Mi dispiace, Atsuya…-.









Image and video hosting by TinyPic
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _Girella_