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Autore: Mordekai    04/08/2015    3 recensioni
Una ragazza con un potente potere proibito, una Regina di ghiaccio che nutre odio nei confronti del Regno di Huvendal e del suo Re Searlas. Arilyn, la protagonista di questa avventura dovrà salvare i suoi amici e Darrien.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le mura del Regno dei Custodi diventavano sfocate pian piano che la carovana si allontanava e percorreva un sentiero ripulito dalla neve. Darrien riposava contro diverse borse color muschio, mentre Arilyn osservava il magnifico contrasto che le tuniche variopinte dei soldati creavano sulla radura imbiancata. Niveral era sul dorso di un cavallo che guidava le truppe, evitando di scoprire troppo i punti deboli:

‘’Vedo che siete ben riposati e ringiovaniti. Una caratteristica di quel regno.’’

‘’Intendi che in quel regno lo scorrere del tempo è diverso?’’- domandò la ragazza stupita.

‘’Sì. Lì sono tutti quasi giovani, persino i vecchi dimostrano meno anni di quello che hanno, ma è inconcepibile una cosa del genere.’’- replicò Niveral togliendosi il cappuccio della tunica cercando di non far cadere la sciarpa.

‘’Quindi quanto tempo avete impiegato per raggiungerci?’’

‘’Quasi una settimana, circa. Un messaggero conosceva una scorciatoia per raggiungervi, altrimenti avremmo dovuto prendere un sentiero di montagna.’’

Arilyn annuì ascoltando le parole di Niveral, pallido e stanco. Dalla morte di Rhakros non dormiva più e il fisico risentiva i morsi della fame e del sonno, sembrava quasi uno scheletro con abiti consumati. Dietro di loro c’era un altro carro, protetto da cinque Guardie con gli occhi che guizzavano da tutte le parti, mentre le loro mani luccicavano; erano pronti a sfoderare la potenza dei loro poteri in caso di attacco. Su quel carro c’erano Edan, Arcal e Searlas. Quest’ultimo aveva il volto tra il bianco cadaverico al violaceo, ma i suoi occhi erano luminosi.  Il leggero ondeggiare del carro, la brezza fresca del mattino fecero in modo che il sonno si manifestasse nella giovane, che andò a stendersi al fianco di Darrien. Le nuvole sulle loro teste erano cupe e dense, pronte a rovesciare sulle loro testa una incontrollabile tempesta.

D’un tratto, Arilyn si svegliò dal dormiveglia a causa di un tremendo boato proveniente dal cielo. Era oscurato, dei fulmini attraversavano le nubi e i tuoni sembravano ruggiti di creature feroci, il vento iniziava a soffiare con violenza, trasformando la neve in fruste congelate. Continuò così per pochi secondi, fino a che le nubi non iniziarono a girare su se stesse, squarciandosi e deformandosi.

‘’Soldati, preparatevi.’’

La terra cominciò a tremare, spaccandosi e alzandosi in diversi punti. Dalla voragine iniziarono ad uscire centinaia di Taurus che brillavano di un blu intenso e le loro fauci mostravano denti di ghiaccio affilati. Niveral, con un movimento del braccio, ordinò ai soldati di sfoderare tutta la loro potenza. Colpi di carabine, sfere infuocate, onde d’urto e altri poteri incredibili si riversarono sulle bestie, riducendole in tanti pezzi di cristallo. L’armata di Huvendal sembrava avere la meglio, ma la Regina di Ghiaccio sa essere spietata e malefica; dall’enorme fossato sgusciarono altri Taurus, grandi il doppio di quelli normali che per poter camminare usavano le loro braccia e dalle loro bocche fuoriusciva del vapore. Avanzavano rapidi facendo tremare la terra sotto il loro peso e, a causa delle possenti braccia, dovevano mantenersi su di esse.

Le carabine di alcune guardie ruggirono, colpendo in più punti quelle creature, scalfendole appena. Alle loro spalle una di loro si tolse il cappuccio e afferrò una lancia dal manico blu che si trovava sotto uno dei carri. Era molto giovane, ma dai movimenti e da come brandiva l’arma, combatteva da molto più tempo. I suoi compagni cercarono di fermarlo creando una barriera di fuoco attorno a lui:

‘’Ti farai ammazzare, guardati intorno.’’- disse uno di loro mentre sparava senza sosta con la carabina. Il ragazzo non rispose, preferì attraversare il muro di fuoco e correre contro quella bestia che lo attendeva a fauci aperte. Un fischio e poi un rumore di ghiaccio infranto; la creatura era stata colpita ma ciò non le impedì di colpire il ragazzo con il suo soffio. La Guardia, infuriata per essere stata ferita al fianco scatenò tutta la forza del fuoco dalle sue mani, colpendo la bestia con frustate e sfere. In quel momento sembrava che nessun’altra guardia e Taurus badassero a loro, finché uno di quelli normali gli saltò sulla schiena, cercando di mordergli il collo. Il Taurus gigante studiava il momento opportuno.

Arilyn, che era ancora sul carro, protetto da alcune Guardie Navra, osservava con una rabbia che cresceva dentro di lei, così il suo potere diventava più forte e cercava di liberarsi da quella prigione. Balzò dal carro e corse verso lui, emanando luce da ogni parte del corpo. Le mani si mossero in automatico e colpirono il nemico alle spalle con il primo fascio d’oro, distruggendolo.

‘’Vattene. Ora!’’- ordinò la ragazza con gli occhi che le brillavano. Il soldato obbedì e si ritrovò a combattere con i propri compagni. Con scatto felino, la bestia ghiacciata caricò la giovane e cercò di schiacciarla con il braccio, ma come il ghiaccio entrò in contatto uno dei fasci dorati, iniziò a spaccarsi e a cadere a pezzi, fino ad esplodere in tanti frammenti.
Nel frattempo che Arilyn e le altre Guardie proteggevano il Re e Arcal, Edan e Darrien eliminavano con poche mosse i Taurus normali, decapitandoli e bruciandoli. Edan non possedeva alcun potere, ma era agilissimo con le spade; mentre lui decapitava i nemici, Darrien usava il suo potere per scioglierli. Con un movimento del braccio, una nube di fumo nero colpì i Taurus perforandoli in diversi punti.  Improvvisamente, dalle nubi comparve la Regina di Ghiaccio che colpì varie Guardie con i suoi poteri. Individuò Arilyn:

‘’Finalmente conosco la figlia dei Thandulircath, Arilyn. Che sciocco nome. Perirai come il tuo popolo.’’

Dalle mani scheletriche della megera si manifestò una potente onda color blu che andò dritta verso la ragazza, ma Darrien se ne rese conto e con un movimento del braccio guidò la nube nera contro la Regina, colpendola in pieno volto, annullando il suo potere.  Le urla erano agghiaccianti, il sangue colava dal suo occhio e il viso sembrava spaccarsi. Sotto quella pelle cadaverica, si nascondeva un viso ancor più inquietante, nero come la notte e un occhio iniettato di odio e vendetta. Emise un altro urlo, simile al gracchiare di mille corvi e unghie affilate contro il vetro. Afferrò Arilyn e Darrien in un batter di ciglia e strinse le dita sulle loro gole. Entrambi i giovani si guardarono negli occhi e con il fiato corto si strinsero le mani e aprirono l’altra. Oscurità e luce colpirono nuovamente la Regina, mandandole in frantumi il viso.

‘’Maledetti, il Ghiaccio sarà la vostra tomba.’’

Il suo volto mostrava due occhi nero pece, la vera pelle era grigiastra e sembrava tenersi a malapena sulle ossa facciali. Le mani strinsero di più, iniziando a congelare la pelle delle sue prede. Qualcosa, d’un tratto, impedì alla morte di prendere altre due anime.
Era Arcal, ancora ferito per il precedente scontro ma sembrava gli importasse poco. Si strappò la tunica, restando a torso nudo e mostrando diversi tatuaggi color rame che coprivano la schiena, le spalle e parte del petto.

‘’Andatevene, ci penso io a lei.’’

I due ragazzi rimasero lì, con sguardo perplesso e iracondo alla stesso tempo. Arcal si infuriò con loro e mosse il braccio, investendoli con forte vento che li fece balzare verso le Guardie Merfolk. Quercia Rossa, seppur affaticato dal precedente incontro spiacevole con il Re dei Custodi, nei suoi occhi si percepiva una grande energia e nulla gli avrebbe impedito di salvare i suoi compagni. La megera non aspettò un minuto di più e colpì al petto l’uomo con le unghie, ma contrattaccò colpendola al ginocchio e sferzando l’aria con una mano, scaraventandola lontano. Due Taurus comparvero dal nulla e lo morsero sul braccio e sul fianco:

‘’Pensi che queste tue bestiacce mi spaventino?!’’- disse Arcal afferrando entrambe le creature per il collo e schiantandole una contro l’altra, riducendole in pezzi. La donna digrignò i denti, per poi scattare in avanti colpendolo al volto più volte, afferrando poi il collo e stringendolo fino a farlo diventare bianco. Quercia Rossa la colpì al petto con un calcio, ma la Regina non mollò la presa, affondando le unghie fino a farlo sanguinare. Con le lacrime agli occhi, l’uomo afferrò un pugnale dalla cintola e lo affondò nel braccio della donna, facendolo scorrere per tutta la sua lunghezza, squarciandolo.

Entrambi sembravano allo stremo delle forze, ma la donna comparve alle sue spalle, lo afferrò come se fosse un banale sacco di patate e lo trafisse al cuore. L’urlo di Arcal attirò l’attenzione di tutti, e Darrien, dapprima impegnato con un Taurus, non appena vide anche lui il suo amico trafitto dalla megera, distrusse la creatura per colpire con tutta l’energia disponibile la Regina. Un movimento del mano del ragazzo fece sì che tutto il braccio della donna venisse tranciato dalla nube, grazie anche all’aiuto del suo amico che le tenne ferma.

‘’Non finisce qui. La vendetta contro di voi e il vostro regno è ben lontana.’’- disse la megera.
Con queste parole scomparve nella neve, i Taurus restanti si sciolsero, l’immenso vortice che si era manifestato nel cielo si dissolse, così come il braccio della regina, rimasto nel petto dell’uomo, disteso nella neve. Il sangue colava dalla ferita inferta, creando rivoli di sangue che sembravano formare un’ala.

Darrien raggiunse il suo amico ormai privo di vita. Il viso era rilassato e le labbra contratte in un sorriso sereno. Tanti furono gli scontri che Quercia Rossa fece in gioventù, alcune vinte e altre perse, ma questa fu una delle più valorose per il suo nome. Nessuno prima di lui aveva osato sfidare la Regina di Ghiaccio e a tenerle testa.

Il ragazzo era in ginocchio, la testa abbassata e la neve che lentamente scendeva su di loro. Le Guardie raggiunsero il comandante, immobile nella coltre e lentamente lo alzarono tenendolo per le braccia, facendo così anche con il suo compagno di squadra. Arilyn osservava impotente la scena, mentre il comandante era ancora immobile.

‘’Arilyn, ti prego raggiungi gli altri. Io adesso arrivo…’’- disse Darrien con tono inespressivo.
La giovane acconsentì e con gli altri si diresse verso i carri restanti, restando ad osservarlo lì da solo nella neve. D’un tratto la terra riprese a tremare, ma non c’erano nemici nei paraggi e l’unica cosa che si notava era un masso di terra e neve che fluttuava a mezz’aria, avvolto da tentacoli di fumo nero-violacei che piano piano andavano a stringerlo finché non si ridusse in pezzi e vennero lanciati in diverse direzioni. Uno di questi finì sui carri dove erano stati messi i cadaveri dei soldati, sbalzandoli per aria. Una figura dagli occhi bianchi stava provocando tutto quel putiferio e solo uno poteva fare ciò: il comandante Darrien.

La rabbia e l’odio per la regina, il pianto e la tristezza per la perdita del suo amico si fusero insieme e permisero al potere del ragazzo di prendere il sopravvento su di lui, devastando ciò che gli si parava davanti. La terra continuava a frantumarsi ad ogni movimento che compiva il giovane. Arilyn gli corse contro, evitando di farsi bloccare dalle Guardie.

‘’Darrien, smettila! Basta, ti prego!’’- urlava con tutta la voce che aveva per fermarlo, ma inutilmente. La nube del ragazzo continuava a manifestare la sua forza distruttiva, lanciando via e tranciando i cadaveri delle guardie inermi nella neve. Arilyn gli corse incontro e lo colpì con un fascio di luce, distruggendo parte della nube, come se fosse vetro. Lo colpì nuovamente, dritto alla fronte, mandando in frantumi il potere. Da quel guscio di vetro scuro riemerse un ragazzo dagli occhi spenti a causa della guerra, pallido come un cadavere e graffi ovunque. Cadde stremato nella neve, con il viso contratto dal dolore per le ferite e le maniche della tunica strappate e bruciate. La calma ritornò dopo quel breve ma interminabile momento di caos, niente grida di bestie feroci, lamenti di feriti o invocazioni di aiuto. C’era solo silenzio, accompagnato dal soffio del vento gelido della radura. La devastazione era una presenza costante in quel momento di tranquillità, come uno spettro che sorride beffardo allo scempio lasciatosi dietro.

Molti soldati erano morti e i loro corpi dilaniati da due forze opposte. Dopo lunghe ore di viaggio, era calata la sera sul regno di Huvendal, alcune Guardie attendevano seppur stremate l’arrivo del Re e dei loro amici. Non fu un bello spettacolo, dato che molti carri erano pieni di corpi irriconoscibili e mutilati. Nessuno proferì parola, solo qualche verso di disgusto.
Quando Nestor venne chiamato per curare i feriti, il Re volle che Darrien fosse curato per primo.

‘’Ma…mio Sire, i soldati hanno bisogno di cure immediate e io sono sol..’’- si interruppe nel vedere lo sguardo di ghiaccio del Re, lo stesso che usò contro Ryre il primo giorno in cui Arilyn si presentò alla corte.

Il ragazzo si contorceva dal dolore per le ferite riportate su tutto il corpo, piuttosto gravi. Il medico applicò un unguento dall’odore amaro su tutta la parte superiore del giovane, provocandogli un dolore maggiore da fargli sbarrare gli occhi.

‘’Nestor… che diavolo combini?’’- domandò Darrien a denti serrati.

‘’Mi dispiace Darrien, ma è l’unico rimedio che ho al momento per le tue ferite…’’- rispose il medico, cercando di tenerlo fermo il più possibile sul letto.

Il Re si avvicinò al ragazzo zoppicando, nonostante fosse debole e in via di guarigione. Il suo sguardo trasudava di compassione mista a disapprovazione.

‘’Ti rendi conto di quello che hai fatto lì fuori?’’

‘’Non cominciare, per favore.’’- rispose Darrien a Searlas, visibilmente arrabbiato, ma manteneva la sua compostezza. Ed è proprio questa che incute timore in coloro che disobbediscono o commettono qualcosa di disonorevole, ma nel caso di Darrien è ben diverso.

‘’Non cominciare? Ah, parli proprio tu figliolo? Tu che hai quasi ucciso i tuoi stessi amici hai cominciato tutto. Hai permesso che quel potere si nutrisse dei tuoi sentimenti, rendendolo inarrestabile. Se non fosse stato per Arilyn a quest’ora saresti già morto. Non hai ancora completo controllo del tuo potere ed è per questo che ti sollevo dal grado di comandante. E’ ancora presto per questo tuo ruolo. Quando sarai capace di controllare le emozioni e il tuo potere, allora lo riavrai.’’

‘’Sei impazzito? Non puoi fare questo. Sei il Re.’’

‘’Appunto, ma sono tuo padre principalmente e dispiace anche a me per quello che è successo, ma non voglio che un potere come il tuo, alimentato da emozioni così forti, ti consumi l’anima.’’
La voce di Searlas piano piano si colmava di compassione, nonostante il suo sguardo freddo.  Detto questo se ne andò verso la sua camera, lasciando Darrien sorpreso e alquanto infuriato per la scelta. Il ragazzo decise di andare nel suo alloggio, con il viso che si contraeva ad ogni passo per il dolore e per la medicina di Nestor. Si ritrovò a vagare verso il corridoio che portava alla Sala degli Allenamenti, qualche altro passo e sarebbe arrivato, ma d’un tratto decise di andare all’alloggio di Arilyn. Bussò solo una volta alla sua porta, attendendo che quella porta si aprisse. Così avvenne, ma c’era solo Aithwen nella stanza:

‘’Oh, ciao Aithwen. Dov’è Arilyn?’’

‘’E’ andata al tumulo di Arcal per dargli un ultimo saluto. Mi dispiace per la tua perdita e…per tutto il resto.’’- disse la ragazzina dai lunghi ricci dandogli un sorriso di incoraggiamento. Darrien le diede solo un buffetto sul naso e si diresse al tumulo. Giunto lì, trovò la ragazza seduto a pochi metri da esso, con una flebile luce che fluiva dalle sue mani. C’erano corone di fiori sulle punte delle lance, delle carabine, delle spade e altre armi bianche piantate nella terra che circondavano la pedana dove era steso Quercia Rossa, avvolto da un lungo lenzuolo bianco e oro. Il giovane avanzò lentamente, tra un gemito di dolore e le parole da dire.

Arilyn si rese conto della sua presenza e lo osservò sorpresa: le braccia erano fasciate e unte dal medicinale, il collo mostrava qualche ustione e il viso del comandante faticava ad essere rilassato.

‘’Non dovresti essere qui.’’- disse il ragazzo.

‘’Potrei dire la stessa cosa.’’- rispose lei.

Darrien sorrise lievemente e si sedette al suo fianco, sospirando. Le nuvole di vapore che uscivano dalla sua bocca significavano che il freddo stava aumentando, così come il potere della Regina che aumentava la sua forza distruttiva ogni minuto che passava. Nessuno dei due proferì parola, osservavano immobili la tomba del loro amico.

‘’Searlas mi ha appena sollevato dal compito di guidare le truppe. Ha detto che non ho ancora pieno controllo dei miei poteri e ho rischiato di uccidervi…’’

Arilyn non parlava, lo osservava con compassione. I suoi occhi azzurri trasmettevano delusione, rammarico e rabbia repressa. Il peso del fallimento gravava sulle spalle di quel ragazzo forte e allo stesso tempo fragile. Il ragazzo si alzò dopo qualche secondo, baciò la fronte di Arilyn e posò nella sua mano il ciondolo dei Thandulircath.

‘’Oh, dove era?’’

‘’Lo avevi perso nell’acqua gelida prima che i Custodi ci salvassero. Io ritorno nel mio alloggio, cerca di non stare troppo tempo fuori.’’

‘’Grazie.’’- rispose leggermente Arilyn.

I due ragazzi si scambiarono un leggero sorriso, prima di dividersi. Dopo qualche minuto anche la ragazza decise di tornare a palazzo, lasciandosi cullare dal calore che emanavano le sale. Quando giunse nel corridoio degli alloggi, un gelo improvviso le penetrò nelle ossa, come se ci fosse un pericolo imminente. Un urlo di dolore echeggiò alla fine del corridoio, proprio nella direzione della sala Antares. Arilyn corse nella sua direzione e, dopo aver spalancato la porta, notò Darrien ferito e in ginocchio. Un altro uomo gli puntava una spada di ghiaccio contro la gola e solo uno possedeva quel genere d’arma: Bregoldir.

L’uomo si voltò, mostrando un voltò pallido e degli occhi blu che sembravano brillare nella penombra, mettendo in risalto il ghigno malefico stampato sul suo viso.

‘’Oh, ma cosa abbiamo qui. Un piccola e insulsa creatura che è venuta a salvare un suo simile. Mi disgustate voi di Huvendal. Vi considerate forti, coraggiosi e paragonate i vostri miseri poteri a quelli di un Dio. Il ghiaccio è l’unico potere invincibile che regnerà sull’intero regno e tutti gli altri soccomberanno presto, come sta per accadere a voi.’’

Con queste parole, lo spregevole scagnozzo di Tyrahieh colpì il comandante alla nuca e, tramutandosi in un vento gelido, raggiunse la ragazza. Le torce della sala assunsero un colore blu intenso, tanto da permettere di vedere ogni angolo e il soffitto.

‘’Tutti voi soccomberete. Tutti.’’

Arilyn riuscì ad evitarlo e con prontezza colpì la canaglia con un bagliore accecante, riportandolo alla forma normale. Si rialzò rapido e generò un’altra spada dalle mani cercò in tutti di modi di colpire la ragazza con letali fendenti, ma senza successo. La ragazza, con il bagliore fra le mani, colpì la spada distruggendola. Bregoldir non si fece cogliere impreparato e contrattaccò colpendola allo stomaco con una ginocchiata, una gomitata al naso e poi la scaraventò contro Darrien. Lo scagnozzo afferrò Arilyn per il colletto della tunica e la riportò al centro della sala:

‘’Alzati e combatti. Non sono venuto qui per combattere da solo. Fammi vedere, avanti. ‘’

La ragazza gli corse contro, optando poi per scivolare in ginocchio e alzarsi di scatto, colpendolo dritto al naso, al petto e allo stomaco. Approfittando della sua guardia bassa, Arilyn afferrò una spada mettendosi sulla difensiva. Bregoldir si leccò il sangue sulle labbra e disse ridendo:

‘’Oh, finalmente. Mi stavo stancando.’’

Dalle sue mani si generarono due spade e corse in varie direzioni apparentemente casuali, cercando di confonderla. Il suo stratagemma non ebbe successo e infatti la ragazza lo colpì al fianco e dietro la schiena. Il sangue macchiò la spada e il pavimento della sala. Un ringhio feroce, uno scatto e una delle spade di ghiaccio si distrusse colpendo la lama brandita dalla ragazza, che cadde disarmata. Bregoldir mostrava un ghigno sadico e le congelò un piede .

‘’Sei finita, figlia dei Thandulircath.’’

La ragazza studiò ogni possibile punto scoperto per colpirlo, fino a quando non usò lo stesso piede congelato per colpirlo al ginocchio, piegandolo nel senso opposto. Le urla di dolore non la distrassero dalla sua azione: si alzò tenendosi in equilibrio e poi, con una giravolta, gli sferrò un possente calcio alla tempia, spaccando il blocco di ghiaccio che la teneva prigioniera. Bregoldir si rialzò con una buona parte del volto coperta di sangue e in parte crepata. Le stesse crepe formatesi sul viso della Regina. Lo scagnozzo non rimase sorpreso dal quel colpo, anzi rise divertito.

‘’Ho abbassato leggermente la guardia, non crederti che sia facile battermi.’’- disse ridendo nuovamente l’uomo, generando altre due spade di ghiaccio. Arilyn si scagliò nuovamente contro di lui, sferrandogli più e più volte sfere di luce, ma che a malapena scalfivano le spade. Darrien con scatto repentino, stanco di stare lì fermo e considerarsi un vigliacco, afferrò il collo di Bregoldir e lo scagliò contro una colonna. Una ondata di vento gelido si sprigionò nell’intera sala, congelando le colonne, le armi e gli attrezzi per gli allenamenti. Dalla coltre sgusciò lo scagnozzo della regina con metà del viso completamente in frantumi, mentre il suo corpo si avvolgeva in una sorta di armatura di ghiaccio. In un batter di ciglio, Darrien venne colpito al petto da una devastante ginocchiata che lo sbalzò contro la statua nella sala.

‘’Darrien!’’

‘’Finiamola una volta per tutta, Thandulircath.’’- disse minaccioso l’uomo avvolgendo nel ghiaccio una lancia. Assicurandosi che Darrien fosse svenuto, recuperò la spada e la porse ad Arilyn.

‘’E’ uno scontro tra me e te. Nessun’altro. Prendi la spada e affrontami.’’

‘’Perché mai dovrei farlo?’’

‘’Perché io non sono come la Regina.  Affronto il mio nemico in un combattimento leale e uso solo il mio potere in caso di sconfitta.’’

‘’Perché hai scelto di lottare contro di me?’’

‘’Più di venti anni fa chi ti ha salvato dal Grande Gelo che ha colpito Huvendal?’’

Arilyn rimase paralizzata da quelle parole. Immagini del passato si materializzarono nella sua mente, mostrando un uomo con un cappuccio color grigio che la osservava dall’alto. I suoi occhi erano azzurri come il cielo, ma il suo volto mostrava freddezza e compostezza allo stesso tempo. ‘’Sarai pronta quando ci rivedremo.’’
La ragazza rimase impietrita da quel flash e le mani le tremavano come se fossero state attraversate da una scarica elettrica. Come poteva uno scagnozzo di una malvagia regina provare compassione per una persona, quanto meno per una bambina in fasce.

‘’Vedo che il ricordo è ancora vivo nella tua mente. Sarò anche crudele e spietato, ma non posso uccidere un neonato. Non fino a questo punto. Sapevo fin dall’inizio che saresti diventata una grande guerriera.’’- disse l’uomo avvicinandosi lentamente. La ragazza chiuse gli occhi, stringendo i denti e i pugni. Nel suo cuore il suo potere, la sua luce che infranse quel ghiaccio che stava opprimendo il suo regno stava per sprigionarsi nella sua più devastante forza.

‘’Finiamo questo scontro.’’

Bregoldir caricò il colpo, pronto a trapassarla da parte a parte, ma con scatto felino Arilyn afferrò l’asta e la scagliò contro il muro. Un fascio intenso di luce bianca colpì il volto dell’uomo, mandandolo in frantumi. Una giravolta accompagnata da un fendente della spada distrusse l’armatura di ghiaccio. Con l’elsa della spada lo colpì alle costole, facendogli mancare il respiro per qualche secondo e lo colpì nuovamente con il bagliore bianco, lanciandolo contro il muro. Bregoldir si riprese, con il volto completamente distrutto. I frammenti caddero come vetro, ma non c’era pelle putrefatta né ossa annerite. Sotto quel volto fatto di ghiaccio si nascondeva un viso solcato da rughe molto marcate, occhi stanchi e capelli bianchi che gli finivano sulle guance.

‘’…Alla fine hai visto il mio vero aspetto.’’- disse Bregoldir togliendosi gli ultimi frammenti da dosso e mostrando un leggero sorriso.

L’armatura di ghiaccio scomparve e lo scagnozzo si diresse verso la finestra della sala, distruggendola e finendo fuori uno dei tanti giardini del castello. L’oscurità stava per svanire, lasciando spazio al sorgere di un nuovo sole. Arilyn gli corse incontro, brandendo la spada in una mano e nell’altra faceva risplendere il suo vasto potere. Lo scagnozzo della Regina generò un’altra spada dalla sua mano, brandendola come se fosse il più abile spadaccino di tutto il regno. La poca luce emanata dal sole faceva brillare quella lastra di ghiaccio. Chissà quante persone quella lama ha incontrato e chissà quante persone ha strappato loro la vita.

Entrambi si misero in posizione d’attacco, aspettando solo il momento opportuno di attaccare. La ragazza tenne gli occhi chiusi, ascoltando qualsiasi rumore. ‘’Attendi. Non ancora.’’
Bregoldir caricò, tenendo la lama verso il basso che tranciava la neve. Si muoveva rapido, pronto a colpire Arilyn, immobile e con la spada ben salda tra le mani. Ormai mancava poco e lo scagnozzo della Regina, con un movimento del corpo arrestò la sua avanzata.

‘’Adesso!’’

La ragazza, con scatto repentino evitò il fendente, colpendolo al ginocchio con un calcio per poi colpirlo alla schiena con un fendente. Il sangue iniziò a macchiare la neve, ma l’uomo contrattaccò con una tale forza da spaccare la spada in due. Arilyn non si perse d’animo e colpì duramente all’addome l’uomo che si inginocchiò per il dolore. Un poderosa ginocchiata gli ruppe il naso, facendogli perdere altro sangue.

‘’Devo ammettere che sei… più forte di quanto immaginassi.’’- disse l’uomo pulendosi il sangue con il dorso della mano, per poi attaccare nuovamente con un’altra spada di ghiaccio. Entrambi si scontrarono ferocemente e la ragazza riusciva ad avere sempre la meglio su di lui, ferendolo in più punti come dietro i polpacci, le spalle e all’altezza dei reni, mentre Bregoldir si limitava solo a farla cadere e a sferrare possenti fendenti contro di lei. Quando le due spade si scontrarono nuovamente, si spezzarono entrambe e la giovane ne approfittò per colpirlo con un gancio al volto, un ginocchiata nello sterno per buttarlo al tappeto con un calcio in pieno volto.

Arilyn prese quel che rimaneva della spada e la puntò alla gola dell’uomo, mentre il suo volto si contraeva per la rabbia.

‘’Complimenti figlia dei Thandulircath… Mi hai sconfitto. Cosa aspetti? Finiscimi.’’- disse l’uomo facendo fatica ad alzarsi.

Arilyn gettò via la spada nella neve: ‘’No, non sono un mostro, Bregoldir. Non voglio più vederti.’’- disse, mentre il suo corpo si illuminava di una luce intensa, quasi abbagliante.
La ragazza si lasciò alle spalle l’uomo, ma d’un tratto si tramutò in una nube gelida che andò contro di lei. L’uomo riprese la sua forma, generò un pugnale di ghiaccio dalla colorazione blu-violacea, afferrò la ragazza per una spalla, porgendole l’arma dalla parte del manico nella mano e con essa, rapido, si fece pugnalare.

‘’In questo regno… non c’è spazio per coloro che hanno solo causato del male…’’- disse lo scagnozzo facendo penetrare la lama nella carne con forza, tenendo ferma Arilyn. Non c’era sangue sul pugnale quando la ragazza lo estrasse, solo un vapore bianco che usciva dalla ferita.

‘’Perché lo hai fatto?’’

‘’Oh, figlia dei Thandulircath, perché non riesci a comprendere? Finalmente sono libero da questa prigione…Libero dalla regina e dal suo opprimente potere.’’

‘’Quindi questo scontro era solo a favore mio? Perché tu potessi usarmi per ucciderti e renderti libero?’’

Bregoldir rise. Fu una risata di puro gusto, liberatoria, nonostante la ferita iniziasse ad annerirsi e la pelle si necrotizzava. Nonostante il suo volto tradisse il dolore,  sorrideva. Non era un ghigno di malvagità o di scherno, era un sorriso di felicità ritrovata. Il suo corpo iniziò a scomparire lentamente in tanti fiocchi di neve e il volto era sereno:

‘’Arilyn, quello scontro serviva solo per farti capire di cosa sei capace. Liedin ti definiva solo un mostro perché avevi un potere più forte del suo. E prima che tu dica qualsiasi cosa, sì. Liedin è ancora viva ed è la preferita della Regina. Nelle sue vene scorre l’odio e la rabbia per voi di Huvendal, gli stessi sentimenti che provavo io e questo ha fatto sì che la Regina le donasse un potere devastante.’’

Il sole brillava nel cielo, illuminando con i suoi raggi ciò che rimaneva di Bregoldir, in ginocchio nella neve, con il fiatone e buona parte del corpo era ormai dissolta nel vento.
‘’Quasi me ne dimenticavo.’’- disse l’uomo sbarrando gli occhi. Mosse la mano verso la finestra e una luce blu colpì il castello.

‘’Che cosa hai fatto?’’- chiese Arilyn notando il bagliore blu che avvolgeva il castello.

‘’Non ti sei chiesta perché nessuno è arrivato a soccorrervi? Oh, ingenua. Il castello era avvolto da un maleficio che ha fatto sprofondare tutti nel sonno. Su di te e Darrien non ha avuto effetto perché tu non eri nel castello, mentre io ero con lui e quindi era immune. A breve si sveglieranno e non si ricorderanno nulla.’’

L’uomo osservò la sua mano scomparire, seguita dal braccio e dalla spalla. Osservò Arilyn, e nei suoi occhi poteva scorgere un bagliore di rabbia mista a malinconia.

‘’Bene, è giunta l’ora che raggiunga i miei avi. Perdonami se ti ho usata per liberarmi da questo freddo che opprimeva il mio cuore. Mi ero dimenticato di come ci si sentisse essere liberi, senza odio, senza malvagità. Grazie Arilyn.. E che il fato sia dalla vostra parte.’’- disse Bregoldir con un sorriso e svanendo in una nuvola di cristalli trasportati dal vento.

La ragazza si inginocchiò nella neve, accarezzata dai raggi del sole che splendeva più dell’oro. Lacrime che non avevano sapore le rigarono le guance. Uno degli scagnozzi della Regina, conosciuto per la sua malvagità e crudeltà si è rivelato essere solo una pedina, sfruttato per un odio che va avanti da anni contro Searlas e il suo Regno.

Arilyn si strinse nelle sue braccia, cercando di trovare un briciolo di calma, ma senza riuscirci. Nella sua mente ancora quel momento in cui quell’uomo  si dissolse nel vento, sorridente e felice.

‘’Che tu possa trovare pace ora.’’- disse fra sé e sé.

Passarono molti minuti prima che Darrien trovò Arilyn seduta:

‘’Dov’è Bregoldir?’’- domandò lui.

‘’ E’ con i suoi avi adesso. In pace.’’- rispose la ragazza stringendosi le ginocchia al petto.

   
 
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