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Autore: meridian_hope    04/08/2015    1 recensioni
Eccomi, sono tornata con il secondo capitolo della trilogia delle lacrime !!!! Spero che questa nuova storia possa entusiasmarvi quanto e più quella precedente !!! Per tutti coloro che volessero leggere questa storia consiglio vivamente di leggere il primo capitolo "Lacrime oscure:la via dell'oblio"
Dalla storia :
Non m’interessano tutti coloro che ogni giorno muoiono per depositare dal trono il re e la regina. Non penso a tutti gli innocenti che sono già morti per mano di un esercito di mercenari manipolati da non so quale oscuro incantesimo, gusci senz'anima che con orgoglio marciano ogni giorno verso un nuovo villaggio mostrando lo stendardo del casato reale, uccidendo bambini, stuprando donne e rapendo coraggiosi uomini, per condurli a una lunga prigionia o ancora peggio a lavori forzati. Non penso neppure al male oscuro che pezzo per pezzo ho visto, con i miei occhi, distruggere questa terra perfetta. No, in questo istante neanche la mia vita sembra più importante. Solo quella di un giovane uomo lo è. Ma essa sta sfuggendo tra le mie mani e tra i rintocchi di due nere lancette.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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«Selene, svegliati. David è vicino»
È questo quello che sentono le mie orecchie mentre i miei occhi sono ancora pesantemente chiusi.
Sono una pigrona a volte, di quelle che basta poco per addormentarsi in qualunque luogo.
Non è colpa mia. Forse una piccola parte sì ma, insomma, Nahoa mi ha svegliata dopo poche ore di sonno, intimandomi di risalire a cavallo il prima possibile, pensando che scherzassi quando gli ho detto chiaramente che il sonno era più importante di rincorrere il mio caro amico David. Poi quando finalmente ha capito che io senza una buona dormita non sono in grado né di intendere né di volere mi ha messa di forza su quel povero animale che guardava divertito la scena.
All’inizio sembrava quasi che ormai mi fossi svegliata del tutto, bella arzilla, pronta per questa cavalcata mattutina, o meglio notturna ma naturalmente mi sbagliavo di grosso. Tra l’andatura del cavallo e il buio ancora persistente le mie palpebre non hanno retto. Ho dormito sul cavallo abbracciata a Nahoa.
Dovrei scusarmi, sentirmi imbarazzata ma in questo momento il mio cervello si è bloccato alla frase “David è vicino”.
Improvvisamente vengo attraversata da mille emozioni che passano velocemente da “non vedo l’ora di riabbracciarlo” a “ora ti strangolo per quella stupida lettera”, stordendomi ulteriormente.
Perciò le uniche parole che fuoriescono dalle mie labbra sono «Dove?».
Nahoa scende da cavallo, mi aiuta a fare lo stesso e poi riprende a parlare.
«Qualche albero più in là rispetto a dove noi ora ci troviamo»
Provo a guardare dove mi indica lui con impazienza ma vedo solo alberi, belli per carità ma solo alberi.
«Non lo puoi vedere, non da qui almeno. Io ho sentito il suo “profumo”» mi dice ridendo.
Ora avrà anche la risata musicale, tutto quello che vuoi ma … che ci trova da ridere?
Lo guardo male, molto male.
«Dovevi vederti mentre lo cercavi tra gli alberi. Avevi uno sguardo…» dice continuando a sghignazzare «ma dimmi un po’ lo vuoi uccidere o baciare appena lo trovi?»
Baciare Nahoa, baciare… No! Selene tu lo vuoi uccidere, insultare, picchiare e non baciare. Assolutamente no!
Forse non mi sono ancora ripresa del tutto. Insomma dormire su un cavallo e svegliarsi poi così di colpo mi avrà sicuramente privato della mia lucidità. Sì deve essere così.
«Be’ Selene direi che è giunta l’ora che ti lasci dal tuo amico e me ne torni a svolgere i miei compiti» dice Nahoa interrompendo i miei pensieri.
«E non mi aspetti nel caso non volesse tenermi con se?» gli domando preoccupata.
«Sono abbastanza convinto che questo non accada» mi risponde risalendo a cavallo.
Forse ha ragione. In qualche modo riuscirò a convincerlo, a volte so essere molto persuasiva, se voglio.
«Grazie Nahoa per tutto» gli dico mentre fa girare il cavallo.
«Dovere» mi risponde prima di sparire nel bosco.
Mi dispiace che sia andato via, un po’ mi ci ero affezionata.
Sono sicura però che se questa storia finirà bene tornerò a Evanthe e ci troverò Nahoa.
Bene. Ora mi tocca affrontare David, anche se prima devo trovarlo tra gli alberi.
Maledetto Nahoa, non poteva portarmi direttamente da lui?
Sbuffo. Da che parte aveva detto?
 
Eccolo. Dorme. È appoggiato di fianco al tronco di una bella quercia verde. Il cavallo nero è legato accanto.
Mi avvicino piano. Il cavallo che stava brulicando l’erba ora mi osserva incuriosito. Sono troppo presa nell’osservarlo che non mi accorgo dei resti del falò perciò inciampo su un legno carbonizzato in parte dalle fiamme. Per fortuna il mio equilibrio è leggermente migliorato e quello che ottengo è solo un piccolo sbandamento e una trafila di imprecazioni sussurrate e smorzate.
Il cavallo ora ha ripreso a brulicare l’erba. Avrà capito che sono innocua?
Una volta raggiunto David mi pongo un problema. Come rivelargli la mia presenza? Anzi, dato che sono già qui, come lo sveglio?
Lo osservo pensando. Certo che è proprio bello.
La mia mano presa da non so quale spirito di iniziativa si avvicina pericolosamente alla sua guancia.
Un attimo e mi ritrovo la mano bloccata  da una presa ferrea e la spada pericolosamente vicina.
«Selene?!» sussurra sbigottito David mentre i suoi occhi si spalancano per la sorpresa e la presa sul mio polso va via via a diminuire.
Mi sposto per permettergli di sedersi e svegliarsi completamente prima di aggredirlo.
Quando sto per iniziare con il mio lungo discorso, lui con tono completamente diverso, quasi arrabbiato mi urla «Che diavolo ci fai qui?»
Tu che sei in torto usi questo tono contro di me? Ma siamo impazziti?! E se prima magari per il discorsetto avrei utilizzato un tono pacato ora sono pronta a scleragli dietro.
«Una stupida lettera David! Mi hai lasciato una stupida lettera per liberarti di me. Quando l’ho vista non ci potevo credere, non potevo credere che dopo quella sera non avevi neppure il coraggio di affrontarmi e dirmi tutte quelle cose in faccia!» gli dico alzando il tono di voce e guardandolo negli occhi che a tratti sembrano pentiti e a tratti accecati dalla rabbia.
«è stato meglio così credimi, io..»
«Forse per te è stato meglio. Ti professi paladino della giustizia quando non hai nemmeno il coraggio di…»
«Io non ho mai detto di essere un eroe e tanto meno di essere impavido. Sei tu che mi idealizzi così! E poi io ho fatto tutto questo per il tuo bene ma a quanto pare tu non lo capisci» mi interrompe quasi ringhiando.
« Io invece capisco perfettamente. Tu hai voluto proseguire da solo per il tuo bene non per il mio. Perché, anche se non lo ammetti nemmeno a te stesso, io ormai sono dentro questa storia quasi quanto te. Ma hai voluto comunque fare di testa tua e sai perché? Perché pensi che io sia una ragazzina indifesa, un peso. Lo so, è così da quando hai avuta la sfortuna di incontrarmi. Mi dispiace di essere piombata nella tua vita, in questo mondo, in questa storia assurda rovinandoti l’esistenza ma non l’ho voluto io. E poi a dirla tutta ora non sono più così indifesa quindi potrei anche fregarmene di quello che pensi e continuare a cercare le lacrime con te ma non posso perché io a contrario di te ti voglio veramente bene e non voglio importi una presenza indesiderata. Perciò a te la scelta».
Mi sento liberata, quasi svuotata. Gli ho detto quello che pensavo, ora spero soltanto che David capisca quello che gli ho voluto trasmettere tra le righe.
Ha i pugni chiusi e si sta torturando le labbra nervosamente. Sembra abbia perso il dono della parola.
«Cosa vuoi dire con “non sono più indifesa”, non mi pare che le tue doti di spadaccina siano migliorate a tal punto da poter condurre un duello da sola» dice spezzando il silenzio creatosi dopo poco. La sua voce sembra che sia controllata da uno sforzo immane.
Lo guardo incavolata nera nuovamente. Ma gli sembra una domanda da porre in questo momento?
«Nahoa mi..» cerco di spiegargli cercando di controllarmi come sta facendo lui ma mi interrompe con un tono di voce che non ha quasi nulla di quello controllato e fermo di poco prima.
«Chi è Nahoa?»
«Non è importante, vedi lui mi …» cerco di continuare, voglio dirgli che anch’io posso usare la magia con un po’ di allenamento ma vengo di nuovo interrotta dalla sua voce furiosa.
«Selene voglio sapere chi è Nahoa, ora»
David da quanto è furioso sembra emanare scintille.
«è un elfo, lui mi ha accompagnato qui» gli rispondo cercando di ignorare la sua rabbia.
«Lui mi ha detto che profumo»
«Lui ti ha detto, che cosa?» dice David quasi strozzandosi con la saliva.
Okay, forse avrei dovuto spiegarmi meglio.
«Lui mi ha detto che posso usare la magia, e per questo sentiva il mio profumo»
Guardo David cercando di capire che reazione potrà avere a questa mia confessione dato che ormai ha raggiunto l’apice.
Inaspettatamente però inizia a ridere.
«David? Non mi sembra che ci sia molto da ridere» lo riprendo imbestialita.
«No veramente Selene, ti devo fare i miei complimenti. Voglio dire non mi aspettavo che avresti voluto provare a vincere ancora quella vecchia sfida ma ci ho quasi creduto. La storia di Nahoa e della magia era davvero ben congeniata. Tanto di cappello, tu si che questa volta hai recitato alla grande! Ora per favore prima che mi arrabbi sul serio puoi dirmi gentilmente la verità?»
Che cosa? Lui crede che io… stia recitando?
Com’era la parola che mi ha insegnato Nahoa? Ah sì, aygeo.
Mi guardo attorno. Per fortuna questa foresta è piena di ruscelli!
Mi giro verso l’acqua e punto il palmo della mano, iniziando a sussurrare aygeo. All’inizio non accade nulla. David mi fissa sconcertato. Poi il ruscello inizia a ingrossarsi facendo raggiungere l’acqua ai nostri piedi e come se non bastasse inizia a crearsi un’onda che diventa sempre più alta. Sono talmente stupita da me stessa che quando le energie vengono meno spaventata chiudo la mano a pugno il più in fretta possibile. L’onda creata non sorretta più dalla magia crolla su di noi bagnandoci completamente, dopodiché l’acqua lentamente ritorna alla stato originario.
Ho paura questa volta di guardare David negli occhi forse perché non lo sento più respirare?
Lentamente mi giro verso di lui ma un capogiro mi fa perdere l’equilibrio. Pronta per accogliere il suolo rimango sbalordita quando sento un abbraccio familiare.
David mi fa sedere senza parlare e senza guardarmi negli occhi. Sento che si allontana ma non ho la forza neppure per alzarmi e seguirlo. Dopo poco ritorna e mi mette in mano una mela rossa.
«Mangiala» mi ordina freddo.
«David, io…»
«Tu niente Selene, potevi morire! Il tuo amico Nahoa non ti ha spiegato gli effetti collaterali degli incantesimi?»
È furioso. Veramente furioso, quello che ho assistito prima non era che un assaggio della sua ira.
«Tu non mi credevi. Pensavi stessi scherzando, io ho pensato che mostrarti fosse l’unica soluzione. E sì Nahoa mi ha spiegato tutto quindi non metterlo in mezzo per favore. E poi mi pare di essermi fermata in tempo quindi non ho rischiato di morire»
«David?»
«Che vuoi? Sto pensando»
 
 
Ho raggiunto il torsolo della mela. David non ha ancora proferito parola. Chissà cosa sta macchinando quella mente contorta. È seduto e fissa il vuoto.
Vorrei disturbarlo ma non posso. Sbuffo. Ultimamente lo faccio spesso. Butto il torsolo e mi avvicino al ruscello che avevo ingrossato e lì mi perdo nei miei pensieri.
La presenza di qualcuno al mio fianco mi riporta alla realtà. Mi giro a guardare David negli occhi, forse per l’ultima volta.
Vorrei fargli tremila domande ma lascio che sia lui a parlare.
«Non capisco come tu possa usare la magia e forse non lo capirò mai. Io detesto non capire le cose. Forse viaggiando insieme…»
«Mi stai dicendo che non mi vuoi abbandonare a Ceylon?» lo interrompo. Se dovesse essere così il suo discorso non m’interessa in questo momento.
«Sì»
«E dovevi usare tutta la storia contorta della magia per farmelo capire?» gli rispondo questa volta con un leggero sorriso.
«Ci sono delle condizioni però»
«Vuoi veramente stringere un nuovo stupido patto?»
«Mi devi giurare che appena ti capita qualcosa, qualunque cosa tu te ne ritorni qui a Ceylon senza fiatare»
È maledettamente serio mentre lo dice.
«Come faccio io a prevedere quello che mi potrà o meno capitare?»
«Tu promettimelo e basta»
«E va bene, ti giuro che se dovesse accadermi qualcosa me ne tornerò al sicuro, qui. Tanto c’è Nahoa» gli dico ridendo.
«Se preferisci stare con lui basta che me lo dici e io ti lascio qui» mi dice con il broncio.
«David ma secondo te, se preferissi la sua compagnia mi sarei fatta accompagnare da te nemmeno un’ora dopo che ho trovato la lettera?»
«Be’ magari volevi avere la soddisfazione di insultarmi. Ci sei andata pesante» mi risponde questa volta però finalmente scherzoso.
«Mi hai fatta incavolare parecchio. Cerca di non fare mai più una cosa del genere cavaliere dei miei stivali» gli dico dandogli un pugnetto affettuoso.
«Umm, vedremo streghetta».
Siamo tornati David e Selene di sempre.

 

Ciao a tutti! Chiedo perdono per il ritardo. Avrei dovuto aggiornare settimana scorsa appena tornata dal mare ma tra una cosa e l'altra il computer non l'ho nemmeno guardato.
Dal prossimo capitolo rinizierà la ricerca delle lacrime, siete contenti?
Vi piace come sta proseguendo la storia?
Vi mando un enorme bacio

Meridian
  
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