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Autore: Girasolerossofuoco    05/08/2015    1 recensioni
Sakura cercava erbe medicinali, quando viene attaccata da loschi individui. Cosa vorranno mai da lei i membri dell'Akatsuki? Riuscirà a sfuggire dalle loro grinfie? La giovane kunoichi rosa di Konoha dovrà affrontare varie prove, conoscendo meglio gli animi dei ninja traditori. E se si ricredesse sul conto di qualcuno, che inaspettatamente le offrirà il suo aiuto?
///// aggiungo tra i personaggi anche Itachi! All'inizio pensavo avrebbe avuto un ruolo marginale, poi ha prepotentemente ottenuto un ruolo da protagonista :D
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Akatsuki, Deidara, Konan, Sakura Haruno
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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“Dobbiamo separarci.”

Ecco, finalmente lo aveva detto. Erano settimane che gli si poteva scorgere sulla punta della lingua quelle parole, ma, forse per paura di perdere tutto, si era sempre trattenuto.

“Ti ho già detto che non ti lascerò mai,” rispose risoluta la ragazza. Continuò a camminare, sperando che lui la seguisse quel tanto da fargli cambiare idea. Ormai sapeva la verità su Itachi, non lo avrebbe mai abbandonato.

“Sakura, per favore, ascoltami.”

“No.”

“Fermati!” L'Uchiha bloccò la moglie che, testarda, non voleva saperne di ascoltarlo. “Se non fosse stato per un errore, Sasuke e il suo gruppo ci avrebbero trovati e a quel punto saresti stata in pericolo. Io non voglio che ti succeda qualcosa, ti ho trascinata in questa mia maledetta vita, ma tu non devi morire per i miei errori.”

La kunoichi abbassò lo sguardo. Non poteva dirgli addio, non ancora. Avevano passato dei mesi meravigliosi assieme. Se all'inizio era spinta da un'attrazione sensuale e priva di base razionale, pian piano si era trasformata in un sentimento forte e profondo.

I primi mesi erano rimasti a Tokibawa. Lei aveva trovato lavoro come ninja medico nel giro di un paio di giorni, mentre lui ogni tanto accettava qualche incarico un po' losco, ma non sanguinoso: si trattava per lo più di spiare qualcuno in cambio di soldi. Una volta gli era capitato pure di dover seguire una donna sospettata di adulterio. Gli era dispiaciuto un po' essere stato la causa del loro divorzio, tuttavia, non avrebbe mai permesso di essere mantenuto completamente dalla moglie.

Tutte le mattine si svegliava con Itachi al fianco. Spesso lo osservava respirare silenziosamente, con le labbra socchiuse e provava un irresistibile voglia di baciarlo. Delle volte riusciva a trattenersi, altre no e così lo svegliava. Ma per sua stessa ammissione era il modo più bello di essere destati, tranne un altro forse: quando si sdraiava sopra di lui completamente nuda.

Aveva scoperto, col tempo, che il marito non era solamente una bella bamboletta, aveva un cuore puro, nonostante i terribili crimini di cui si era macchiato. Spesso lo sorprendeva a giocare coi gattini che circolavano nel loro giardino. Poi per mantenere una sorta di orgoglio maschile, le confidava che quei micetti gli ricordavano lei. In fondo spesso lui restava a casa da solo e pareva che soffrisse tremendamente la solitudine.

Delle notti restava insonne. Lo sentiva rivoltarsi nel letto, fino a quando, esausto, si alzava e si attaccava alla finestra per osservare la luna, oppure andava in giardino a guardare l'alba. Lei di solito si svegliava, ma per non farlo sentire in colpa, faceva finta di continuare a dormire. Tuttavia odiava lasciarlo da solo coi suoi demoni, così di tanto in tanto, gli portava una coperta e si sdraiavano assieme, sull'erba. Iniziavano a baciarsi, fino a quando non si trovavano stretti nelle braccia dell'altro e il sole era già sorto da un pezzo.

Quando dormiva invece, sussultava, singhiozzava e chiamava Sasuke o sua madre. Non riusciva nemmeno ad immaginare il dolore che pativa per i rimorsi, sopratutto per un animo sensibile come il suo.

Ultimamente, però, aveva cominciato a star più tranquillo. Qualche volta sorrideva beatamente e quella curva delle labbra era dolcissima. La pace interiore, anche se Itachi la attribuiva unicamente alla sua presenza, era dovuta probabilmente al miglioramento della sua salute. Era riuscita a trovare una cura alla sua malattia. Ancora non sapeva se e quali controindicazioni potesse contenere, ma in quattro mesi era cambiato tantissimo. Non aveva più sputato sangue e il chakra scorreva in lui più fluidamente.

“Non posso più metterti in pericolo,” le riferì. Cercava di intercettare il suo sguardo che era piantato a terra. “Guardami, amore mio.” Le prese il mento e glielo alzò. “Sono stati sei mesi meravigliosi, ma ora deve finire. Sapevi che non sarebbe durato per tanto, ti avevo avvisata. Ora sono quasi pronto a lasciare questo mondo senza rimpianti.” Mentre parlava gli occhi gli si inumidirono.

L'Haruno strinse i pugni e cominciò a scuotere la testa. No, era ancora troppo presto, per lo meno avrebbe dovuto aspettare ancora un po'.

“Gattina, ti ringraziò per l'amore e la felicità che mi hai donato, ma questo è il destino che i Kami hanno disegnato per me.”

“Stronzate,” mormorò a denti stretti. Non le importava se a suo marito non piaceva il turpiloquio, non poteva rimanere calma davanti a quel mucchio di stupidaggini. “Sei tu che scegli il tuo destino. Tu vuoi continuare sulla strada che hai intrapreso per espiare i tuoi peccati, ma hai già pagato col tuo dolore. Non hai mai smesso di piangere per i tuoi cari, il tuo tormento è già più che sufficiente. La verità è che tu non vuoi essere felice, perché lo consideri un tradimento all'amore che provavi per gli Uchiha.” Pian piano il tono aumentava, non riusciva a bloccarsi, le parole fuoriuscivano come un torrente in piena. Farcì quelle frasi con tutta la disperazione che provava. “Io però non voglio lasciarti andare. Parla con tuo fratello, vedrai che capirà. Se continui così lancerai Sasuke in un baratro d'odio ancora più profondo e dal quale non potrà più uscirne. Io sono sicura che in fondo al cuore lui ancora ti voglia bene, tornerà dalla tua parte quando saprà la verità.”

“No, mai. Lui non deve sapere.”

“Perché?” Cominciò a piangere. Non voleva staccarsi da lui, non poteva permettergli di incontrare il fratello e di lasciarlo morire. Perché erano questi i suoi piani: farsi ammazzare, così che l'altro ottenesse lo Sharingan ipnotico eterno. Sasuke non avrebbe mai conosciuto la verità e avrebbe ristabilito il clan degli Uchiha con orgoglio.

“E' così che deve andare. Se raccontassi la verità al mio fratellino, si vendicherebbe su Konoha e si sentirebbe tradito perfino dai suoi genitori.”

“Ma avrà te, potrai guidarlo e trasmettergli i tuoi valori.”

“Non mi perdonerà mai per quello che ho fatto. Inoltre non si può costringere qualcuno a portare avanti la volontà del fuoco.”

“Per il bene del villaggio, dunque, intendi abbandonarci?”

Itachi sorrise dolcemente. “Certo che no, è solo un arrivederci. Ci incontreremo di nuovo, nella prossima generazione.”

“Ti seguirò, che tu lo voglia o meno. Ho giurato di appartenerti fino a quando la morte non ci separi e onorerò la mia parola. Non mi importa di altro, voglio solo stare con te.”

L'Uchiha scosse la testa. Una lacrima fuggiasca gli rigò la guancia. “Non ti rendi conto di quello che dici. Io posso morire in pace se so che tu starai al sicuro. Non potrei sopportare che tu perda la vita.”

“Neanch'io posso sopportarlo, se è per questo.”

“No. Tu devi vivere la tua vita fino a quando i tuoi meravigliosi capelli diventeranno candidi. I tuoi occhi dovranno essere testimoni del passaggio di tante stagioni e le tue labbra dovranno ricevere altri baci, da un altro uomo che sarà in grado di donarti l'amore che meriti. Io resterò un vago ricordo nel tuo cuore, fino a quando il mio viso sarà sfocato nella tua mente e la mia voce ti sarà estranea.”

Sakura cominciò a singhiozzare. “Non ti dimenticherei mai, come puoi dirmi cose tanto mostruose!”

“Sono solo una breve parentesi nella tua esistenza.”

La kunoichi mollò uno schiaffo al marito. Non poteva sopportare oltre le sue lagne. Non poteva abbandonarla così, come se niente fosse e in più cercarla di tranquillizzare con frasi stupide come: “mi dimenticherai” e roba simile. Se non avesse voluto che entrasse nella sua esistenza, sarebbe bastato non rapirla. Invece aveva architettato tutto per poter stare un po' con lei e adesso le dava una patta sulla spalla e le ordinava di andare avanti senza di lui? No, non era giusto, anzi era proprio inconcepibile. Ormai era legata a lui, avrebbe preferito morire, piuttosto che passare la vita col cuore addolorato.

“Mi hai fatto innamorare di te per poi gettare tutto nell'oblio? Io voglio restare con te, non mi importa di altro.”

Itachi comprese di aver esagerato. In fondo al cuore voleva continuare a restare con lei e invecchiare assieme, ma sapeva di non aver scelta. Avrebbe preferito che lei capisse, anche se tutta questa determinazione lo colmava di gioia. Lei era completamente infatuata di lui e non c'era cosa più desiderabile.

“Ti amo Sakura.”

“Anch'io, Itachi.” Dopodiché chiuse gli occhi. Temeva che potesse utilizzare lo Sharingan per scappare via. Invece lui la baciò. Le labbra si sfiorarono dolcemente, poi pian piano si dischiusero come boccioli.

Lo zaino di Itachi cadde a terra con un tonfo secco. Con la schiena libera da ingombri, gli fu più facile prendere in braccio la ragazza. Quest'ultima istintivamente gli attorcigliò le gambe alla vita. 

I loro baci divennero sempre più roventi ed insaziabili.

"Ita...chi..." Sakura cominciava a gemere sentendo il sesso del marito gonfiarsi. Sapeva che a lui piaceva tantissimo essere chiamato in quei momenti, perché, stando a quello che le aveva confidato, la sua voce prendeva un'inclinazione seducente. 

Lo spogliò della maglia, dopodiché cominciò a leccargli il petto muscoloso. Gli morse i capezzoli e lui urlò piano. 

"Bestiolina, hai fame?"

"Chissà..." Rispose maliziosa.

"Bene," sogghignò. L'allontanò da sé e la depositò a terra. "Saziati."

La kunoichi rise. "Così mi fai passare la voglia."

"Non credo sia possibile!" Esclamò. "Micetta mia, dammi un bacio." Si avvicinò e quello bastò a rinvigorire la passione, leggermente sopita dalla sfrontatezza del ragazzo. 

Su quel prato fecero l'amore, con un bisogno quasi disperato l'uno dell'altra. Entrambi temevano una possibile separazione, anche se la kunoichi era decisa a non abbandonare il marito.

Quando finirono, rimasero ad osservarsi in silenzio. Sakura era ancora a cavalcioni su di lui e poteva osservare il suo viso bagnato di sudore che risplendeva alla luce del pomeriggio. 

"È così che ti sogno sempre, nuda sopra di me ed ebbra di sesso."

"Magari anche un po' più magra."

Itachi sorrise. Allungò una mano per darle un buffetto sulla guancia. "Sei adorabile anche così."

 

Tre giorni dopo erano ancora in viaggio, stavano arrivando alla fine del paese dell'acqua.

“Tutto bene, gattina?” Chiese Itachi preoccupato per la moglie. Erano giorni che sostavano giusto il tempo per dormire; temeva che per lei fosse troppo faticoso.

“No, sto bene.”

L'Uchiha scosse la testa. “Dovremmo dividerci.”

“Se lo ripeti ancora una volta ti picchio.”

Lo shinobi rise. Ormai aveva perso la speranza di convincerla a lasciarlo, tuttavia avrebbe preferito non averla dietro, anche perché se Sasuke l'avesse trovato, avrebbe dovuto stordirla e andare a combattere da un'altra parte.

“Fermiamoci qui per la notte,” annunciò la ragazza scovando una piccola radura nella foresta. “E' romantico. Vado a prendere della legna.”

“Non ti allontanare troppo.” Al ragazzo era toccato il compito di montare la tenda e cucinare. Osservò la moglie fino a quando non sparì oltre le fronde degl'alberi.

“Ciao scoiattolino,” Sakura salutò il piccolo animaletto davanti a lei. Pensò che assomigliasse parecchio ad Itachi, con quelle rughette vicino agl'occhi.

Sola, in mezzo alla natura, le venne in mente Konoha. Da quanto mancava ormai? Era già stata tacciata come nukenin? Oppure la credevano ancora dispersa? Un po' le dispiaceva che nessuno fosse venuto a salvarla, d'altronde era sempre stata a disposizione del villaggio. Capiva, però, che non era così importante. Per Sasuke si erano subito mobilitati tutti, perché lui era forte, lei invece era inutile. L'unico che le aveva dato importanza era suo marito. Ormai era diventata un'abitudine, ma all'inizio non riusciva a chiamarlo così, le occorreva dare un'occhiata alla fede nuziale.

Saltellò in giro, in cerca di ramoscelli. Ne doveva prendere un bel po', perché dovevano bastare per parecchie ore. Avrebbe fatto due viaggi, così che non le pesasse troppo.

Uno stormo di uccelli si alzò in aria, creando un frastuono fastidioso. Chissà dov'erano diretti, magari verso il paese del fuoco. Avrebbe voluto tornare anche lei alla Foglia, assieme ad Itachi. Desiderava che tutti riconoscessero il valore dell'Uchiha e lo ringraziassero per la sua lealtà e il suo coraggio. Le saliva il nervoso pensando a quali danni provocava l'ignoranza. Lui era nato per divenire Hogake, in lui fiammeggiava la volontà del fuoco. Invece per uno scherzo del destino era stato costretto a lasciare il suo villaggio tanto amato e ad essere odiato dai suoi compaesani. Se mai fosse tornata alla città natale, avrebbe parlato con Tsunade-shishou. Non avrebbe più permesso che Itachi sopportasse quel fardello da solo.

L'aria divenne più pesante. Qualcosa di minaccioso si stava avvicinando, se ne era resa conto troppo tardi, distratta com'era dai suoi pensieri. Lo stormo di uccelli ormai era una macchietta nel cielo e vicino a lei non si sentiva più alcun rumore.

Quattro persone erano nei dintorni. Senza rimuginarci un attimo, si voltò per raggiungere suo marito, ma non ebbe il tempo fare due passi che una voce alle sue spalle la raggelò.

“Allora era tuo quel debole chakra accanto a quello di mio fratello.”

L'Haruno rimase paralizzata.

“Mi piacerebbe sapere che cosa ci fai con lui. Non mi dire che cercavi un modo per rivedermi.”

Strinse i pugni. Il tono della sua voce aveva perso ogni traccia di umanità. Non era più il compagno di team che conosceva. Questa consapevolezza le diede la forza di girarsi e prepararsi a fronteggiarlo.

“Sasuke,” annunciò con un mezzo sorriso.

Non era da solo, al suo fianco c'erano anche altri due ragazzi e una ragazza.

“Non mi dire che ti sei fatto qualche amico,” continuò sprezzante.

“Dov'è Itachi?” Chiese direttamente l'Uchiha, ignorando le provocazioni della sua ex compagna di team.

“Non ne ho idea.”

“Piantala di fare la stupida, so che siete assieme. Tu non mi interessi, voglio solo lui.”

Sakura sospirò. Non avrebbe detto di certo dove si trovasse suo marito, anche se era talmente vicino che probabilmente l'avrebbero capito da soli. Uno di loro doveva essere un ninja sensitivo, altrimenti non si capiva come avessero potuto seguirli così tenacemente.

“Bene, allora ti ucciderò e poi lo cercherò da solo.”

Sasuke si preparò ad attaccare, ma la ragazza dai capelli rossi lo bloccò. Subito dopo si avvicinò per sussurrargli qualcosa all'orecchio. L'Uchiha sgranò gli occhi e rimase qualche secondo con la bocca aperta, dopodiché il suo viso tornò corrucciato. Con un colpo lanciò Karin lontana. Se non fosse stato per Jugo che la prese al volo, avrebbe sbattuto contro il tronco di un albero lì vicino.

“No,” urlò la ragazza dai capelli rossi.

“Sei solo una puttana!” Gridò Sasuke, lanciandosi sulla ragazza.

Sakura vide la propria fine avvicinarsi velocemente. Sapeva che non avrebbe potuto vincere contro l'Uchiha, così cercò di prepararsi al colpo che avrebbe ricevuto. Le immagini della sua vita le passarono davanti. Quando ormai mancava meno di un metro di distanza tra di loro, Sakura chiese mentalmente scusa ad Itachi, poi si concentrò unicamente su quelle iridi iniettate di sangue.

 

 

Ciao a tutti! Sasuke è un po' fuori di sé, chissà se Itachi arriverà in tempo per salvarla... Per ora c'è la pausa mare, quindi sono un po' più oziosa e ci metterò un po' a scrivere il prossimo capitolo. Perdonatemi! Un bacio, alla prossima! <3

   
 
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