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Autore: Leon92    05/08/2015    7 recensioni
Questa storia riprende 6 mesi dopo gli avvenimenti del capitolo 699. Ho deciso di scrivere questa storia perché sono rimasto parecchio deluso dal finale di questa serie che considero molto importante per me e che mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza. Cercherò di creare un finale che mi soddisfi e che spero soddisfi anche voi. Parlerò delle conseguenze del dopoguerra. Si parlerà della crescita di alcuni personaggi, soprattutto Naruto, ma si parlerà anche di amore, a volte non corrisposto e a volte scoperto in maniera del tutto imprevedibile.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Naruto/Sakura, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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cap 25

“Aspetta, Naruto. Noi due dobbiamo parl……….”

 

“Non adesso”

 

“NO! TU DEVI ASCOLT….”

 

“NON TOCCARMI, SAKURA”

 

 

“Non avevo mai visto Naruto cosi tanto furioso con me”

 

“Mi ha guardata con indifferenza……con una freddezza che non credevo potesse avere”

 

“Perché? Perché c’è l’ha tanto con me?”

 

“Ho fatto qualcosa di cosi grave per meritare il suo rancore?”

 

 

“E’ PER LA STORIA DELLA FINTA DICHIARAZIONE, VERO?” 

 

“E’ PER QUESTO CHE C’E’ L’HAI TANTO CON ME? E’ PER QUESTO CHE MI STAI PUNENDO?”

 

“Non so di cosa tu stia parlando” 

 

 

“Il suo sguardo era cosi simile a quello di……a quello di Sasuke”

 

“Quelle iridi blu come la notte……non poteva essere davvero lui”

 

“E’ come se i suoi stessi occhi mi dicessero…..”

 

“……….tu non puoi capire……..”

 

“Tanto tempo fa, Sasuke mi allontano da lui perché non potevo comprenderlo”

 

“Non potevo capire cosa significasse perdere i propri cari, vederli uccisi dal proprio fratello”

 

“Non potevo capire il significato della………vendetta”

 

“Questa è  stata la mia debolezza, il motivo per il quale Sasuke non mi ha permesso di seguirlo”

 

“Adesso Naruto………sta facendo la stessa cosa”

 

“Sta prendendo le distanze da me, di far si che io non esista nella sua vita”

 

“Ha deciso di proseguire per la sua strada, di realizzare i suoi sogni…..”

 

“……senza di me……”

 

 

“I 5 Kage e la giuria hanno deciso che Sasuke Uchiha, colpevole per aver ucciso Danzo Shimura e per il tentato omicidio dei Kage presenti al Summit, verrà rinchiuso nella prigione di Hozukijou, meglio nota come la “Prigione Insanguinata” del villaggio dell’Erba, per un’anno a partire dal giorno della sentenza”

 

“Naruto era già conoscenza di tutta la situazione. Fin dall’inizio”

 

 

“Non riuscivo a crederci, no potevo crederci”

 

“Non potevo accettare una realtà tanto….assurda”

 

“Perché? Perché Naruto mi ha fatto questo? Perché non è stato sincero con me?”

 

“Naruto……lui…..non ha più fiducia in me?”

 

 

“VORREI NON AVERLO MAI CONOSCIUTO. ANZI, AVREI FATTO MEGLIO A TENERLO A DISTANZA SIN DALLA PRIMA VOLTA CHE CI SIAMO INCONTRATI. COME FACEVANO TUTTI GLI ALTRI ABITANTI DEL VILLAGGIO. AVREBBE FATTO MEGLIO A RESTARE DA SOLO. ALMENO, NON AVREBBE CREATO PROBLEMI A NESSUNO E IO NON STAREI SOFFRENDO COME UN CANE BASTONATO. LO ODIO CON TUTTE LE MIE FORZE. VORREI CHE NON FOSSE MAI NATO. E’ SOLAMENTE UN MOST…”

 

“Non osare……….non osare………MAI PIU’…………. parlare di Naruto in questo modo” 

 

 

“Accidenti! Lo schiaffo che mi ha dato la signorina Tsunade mi fa ancora male”

 

“Non l’avevo mai vista cosi arrabbiata. Il solo ricordo del suo sguardo mi fa venire i brividi”

 

“Ma……in fondo……me lo merito”

 

“Ancora non ci credo di aver insultato Naruto a quel modo”

 

“Ero letteralmente fuori di me in quel momento. Pero un’attimo ho creduto di….odiarlo”

 

 

“Voleva proteggerti. L’ha fatto per te. Non voleva che tu stessi in pena per Sasuke, aspettando la sua sentenza. Per la gravita delle sue azioni, Sasuke poteva anche essere condannato alla pena di morte. Non voleva metterti addosso quest’angoscia inutile sin dal principio”

 

 

“Forse il maestro Kakashi aveva ragione”

 

“Naruto l’ha fatto per il mio bene. Non voleva che io mi preoccupassi inutilmente”

 

“Era sicuro che, prima o poi, Sasuke sarebbe tornato da me, che tutto sarebbe tornato come prima”

 

“Ma allora……….come si spiega il suo comportamento?”

 

“Inizialmente ho pensato che fosse questo il motivo per il quale Naruto ha preso le distanze da me”

 

“Non poteva dirmi come stavano le cose e cosi si è allontanato”

 

“Ma quella rabbia……..come si spiega?”

 

“Ci dev’essere qualcosa che mi sfugge”

 

“Naruto non potrebbe mai comportarsi cosi senza un buon motivo”

 

“Dovrei essere in grado di capire. Sono sua amica”

 

 

“Naruto ha condiviso con te le proprie sofferenze? Il proprio dolore? Pensaci bene. Ti ha mai raccontato quanto è stata difficile la sua infanzia?” 

 

 

“………….No…………Non l’ha fatto. Ma….forse…è colpa mia”

 

“Ho sempre visto Naruto come una persona allegra, vivace, testarda, sicura di se……invincibile.”

 

“Qualsiasi obiettivo si fosse prefissato, anche il più assurdo, ero sicura che l’avrebbe portato a termine”

 

“Gli allenamenti più estenuanti, le battaglie più difficili…..ne era sempre uscito vittorioso”

 

“Sempre con il sorriso sulle labbra. Sembrava che niente e nessuno avrebbe potuto sconfiggerlo”

 

“Ma mi sbagliavo. Forse, sotto quel sorriso, ha sempre nascosta la sua sofferenza”

 

 

"Questa è la prova che Naruto non è mai stato sincero con te fino in fondo. Non si è mai aperto completamente a te, nonostante tutto il tempo che avete passato insieme. Non ti ha mai confidato le proprie sofferenze. I propri sentimenti”

 

 

“NO! Questo non è vero. Vi state sbagliando. Io……..avrò fatto molti errori in passato……”

 

“…..ma non posso credere che Naruto non sia mai stato sincero con me”

 

“Dopo tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme. Dopo tutto ciò che abbiamo affrontato”

 

“Non posso accettarlo. Sono solo menzogne”

 

“Io e lui….siamo……amici”

 

“Non è cosi, Sakura?”

 

 

“Sai bene di cosa parlo, Sakura. Naruto è il tuo migliore amico, no? Sicuramente te l’ha detto dato che si tratta di una cosa molto importante per lui.”

Chiedere ad una persona di diventare Hokage non è una cosa che capita tutti i giorni. Non hai idea di che faccia ho fatto quando me l’ha detto. Sono rimasta senza parole. Dico davvero. Ero incredibilmente felice per lui. Dopo tutto ciò che ha fatto, Naruto potrà davvero realizzare il suo sogno”

 

“Perché non me l’ha detto? Perché a voluto tenermi fuori dalla sua vita”

“Allora…..le cose stanno davvero cosi? Io e lui abbiamo perso la nostra amicizia?”

“Non può essere. Tutto il tempo trascorso insieme non può essere svanito nel nulla”

“Naruto……si è solo dimenticato di dirmelo. D  ev’essere per forza andata cosi, no?”

“E’ una cosa troppo importante per lui e……..per me. E’ il suo sogno”

“Fin da bambino, ha urlato al mondo intero quella che era la sua più grande ambizione”

“Adesso…..non posso credere che abbia deciso di tenere proprio me all’oscuro di tutto”

 

“Quello che provo io? I miei sentimenti? Non conto più nulla per lui?

 

 

“Cosa provi per lui? Quali sono i tuoi sentimenti verso Naruto? Ho bisogno di averne la certezza”

 

“Naruto e Sasuke. Questi due ragazzi sono parti fondamentali della tua vita, vero? Sasuke è il tuo grande amore e Naruto è il tuo migliore amico, no? Secondo te le cose non sono cambiate affatto. Sin dai tempi dell’accademia. I tuoi pensieri sono rimasti gli stessi, giusto?”

 

“Tu pensi che io……che io……possa provare dei sentimenti per Naruto? Pensavi che……lo amassi?”

 

 

“Perché queste domande continuano a tormentarmi? Ho già dato la mia risposta”

 

“Ho detto a Hinata ciò che dovevo. Allora perché questi pensieri non mi lasciano in pace?”

 

“Sono stata….sincera. Ho detto la verità, no?”

 

 

“io credo di non poterti dare le risposte che cerchi”

 

“Quello che voglio dire è che…. non conta cosa provo io per Naruto. Ciò che conta davvero sono i tuoi sentimenti per lui e i sentimenti che Naruto prova nei tuoi confronti. Tutto qui. L’unica persona che può cancellare tutti tuoi dubbi e i tuoi turbamenti è proprio lui”

 

 

“E’ davvero questo ciò che penso? Le ho detto la verità?”

 

“Oppure…….ho semplicemente trovato una scusa per non rispondere?”

 

“Puo essere che….io non abbia voluto rispondere di proposito perché…….avevo paura?”

 

“Paura…di cosa? Di scoprire quale sarebbe stata la “mia” reale risposta? Paura della verità stessa?”

 

“No! Sono consapevole di quali sono i miei sentimenti. Ne sono certa”

 

“Probabilmente adesso sono solo confusa, tutto qui. Questo susseguirsi di eventi mi sta distruggendo ”

 

“Pero….sento che c’è  una connessione. Questi eventi non sono semplici coincidenze ”

 

“Sento che c’è qualcosa sotto, qualcosa che ho tralasciato e che potrebbe collegare tutto”

 

“Uff! Cosa potrebbe essere? Forse……”

 

 

 

 

“EVVAI! Ancora qualche minuto e siamo arrivati”  gridò Konohamaru tutto eccitato. Non vedeva l’ora di arrivare alla festa.

 

La kunoichi dai capelli rosa, udendo quell’urlo, si ridestò dal momentaneo stato di trance in cui era caduta ed iniziò improvvisamente a guardarsi intorno. Senza che se ne fosse resa conto, aveva percorso tutto il tragitto che separava il monte degli Hokage dalla casa di Shikamaru.

 

“Sakura, va tutto bene?”  domandò Hinata visibilmente preoccupata, mentre camminava al fianco della giovane ninja.

 

“Uh” Si! Si! Tutto ok!” rispose  Sakura sforzandosi di sorridere. Non voleva mostrarsi debole ed indifesa davanti agli altri.

 

“Sei sicura? Anche prima avevi detto di avere mal di testa.  Se non te la senti di venire alla festa, dirò io agli altri che….”

 

“NO!” urlo la kunoichi, spaventando la ragazza dai capelli neri. Quel grido gli era uscito cosi spontaneamente che non credeva l’avesse gridato davvero. Il suo unico obiettivo era andare a quella festa e parlare con Naruto. In questo modo avrebbero potuto chiarire la faccenda una volta per tutte. Non poteva assolutamente lasciarsi sfuggire quell’occasione.

 

Hinata, ancora colpita da quella risposta,  arrestò il suo cammino ed iniziò a guardare la kunoichi con ancora più sospetto. Da quando avevano lasciato la montagna degli Hokage, si era accorta che qualcosa non andava nel comportamento della ragazza. Soprattutto da quando aveva rivelato la notizia riguardante Naruto sul diventare Hokage. Aveva l’impressione che lei non sapesse nulla a riguarda e,forse, i suoi sospetti non erano del tutto infondati.

 

“Sc-scusa Hinata! Non so cosa mi sia preso…….” esclamò la rosa guardando la ragazza di fronte a se, sentendosi in colpa per quello che aveva fatto. Non riusciva a capacitarsi della reazione avuta. Fin troppo esagerata. Cosi si sentì  in dovere di scusarsi “……il mal di testa è dovuto alla stanchezza.  Ultimamente ho avuto parecchio da fare in ospedale e quindi non ho potuto riposare come si deve. Ora ho finalmente un po’ di tempo da dedicare a me stessa e questa festa è proprio quello che ci vuole” rispose la kunoichi con un sorriso. Lei doveva andare a quella festa, sentiva che li avrebbe finalmente ottenuto le risposte che stava cercando.

 

Sakura cercò di riprendere il suo cammino con disinvoltura, ignorando le preoccupazioni della compagna. Konohamaru, invece, si trovava a pochi metri di distanza dalle due ragazze, quindi gli era impossibile udire i loro discorsi. Ora come ora, la sua mente e il suo spirito erano focalizzati sulla festa che lui stesso aveva organizzato per Naruto. La kunoichi tentò di raggiungerlo ma venne nuovamente fermata dalle parole di Hinata.

 

“Non lo sapevi, vero?”  domando schietta la ragazza, mentre vedeva la kunoichi arrestare nuovamente il passo. Non poteva vederla negli occhi, dato che si trovava alle sue spalle, ma era sicura che, sul suo volto, si poteva notare lo stupore e la tristezza che lei stessa stava cercando di nascondere al suo sguardo.

 

“D-Di cosa parli?”  sussurrò la rosa con una voce cosi flebile da essere a malapena udibile.

 

“Non eri al corrente che il Quinto Hokage aveva chiesto a Naruto di diventare Hokage”

 

Sakura mantenne il silenzio a quell’affermazione. Hinata aveva subito centrato il bersaglio. Sembrava che avesse un dono nel capire le persone. Sotto questo aspetto, era molto simile a Naruto. Un altro segno che rendeva il loro legame ancora più speciale.

 

“C-Come l’hai  capito?”  domandò incuriosita la giovane ninja. Si domandava come avesse fatto la ragazza a intuire cosi velocemente ciò che stava passando in quel momento. Era sicuro di aver nascosto le proprie emozioni come sanno fare tutti i veri ninja.

 

“Semplice! Da quando c’è ne siamo andati dal monte degli Hokage non hai spiccicato parola. Hai continuato a tenere lo sguardo basso per tutto il tempo. Eri senz’altro in pensiero per qualcosa, come se ci fosse una sorta di conflitto interiore dentro di te. Prima hai cercato di evitare l’argomento dicendo che avevi mal di testa, ma, ho intuito subito che c’era qualcosa che non andava. Hai iniziato a comportarti cosi da quando ho parlato di Naruto e della proposta dell’Hokage. Eri evidentemente  molto stupita dalla notizia, nonostante tu stessi cercando di nasconderlo. Dimmi la verità, cosa è successo tra te e Naruto?”

 

Sakura continuò a mantenere il silenzio. Teneva lo sguardo basso e stringeva i pugni con forza. Sembrava che avesse davvero ingaggiato una lotta contro se stessa. Intorno alle due ragazze si udiva solo il fruscio delle foglie e il rumore fastidioso di una luce appesa al centro della strada.

 

Non ricevendo alcuna risposta, Hinata si avvicinò alla kunoichi e le poggio una mano sulla spalla, cercando di catturare la sua attenzione, quando si accorse di una cosa che la sconvolse.  Sakura stava tremando. Sotto il tocco della sua mano poteva percepire chiaramente il tremore e la frustrazione che stava prendendo possesso del corpo della kunoichi.

 

“Sakura……tu…….”

 

“S-Sono…….patetica, non è vero?”  sussurrò la rosa, stringendo con più forza i pugni.

 

“Cosa?”  domandò la ragazza, avvicinandosi per guardarla in volto.

 

“Come ninja dovrei essere in grado di controllare le mie emozioni, ma......io….n-non ci riesco. Fa……troppo male”  esclamò la kunoichi,  mentre le lacrime iniziarono a bagnarli il viso. Ormai le proprie emozioni avevano preso il sopravvento su di lei. Hinata sembrava leggerla come un libro aperto e questa cosa sembrava farla soffrire ancora di più.

 

“Sakura…” sussurrò incredula Hinata. Era evidente che la rosa stava soffrendo molto, ma non pensava di certo fino a questo punto. Da questo poté intuire che la faccenda era più grave di quanto pensasse. E il fulcro di quel dolore sembrava proprio Naruto. 

 

“Scusami tanto, Sakura! Non pensavo che stessi soffrendo cosi tanto. Davvero”  esclamò Hinata abbassando la testa in segno di scuse. Si sentiva davvero mortificata per ciò che aveva detto.

 

“Sniff! N-No, tranquilla. Non è colpa tua”  rispose Sakura , asciugandosi le lacrime e incrociando lo sguardo con Hinata. “Ora sto meglio. E’ stato solo un’attimo di debolezza. Tutto qui”

 

“Ascolta! Se non ne vuoi parlare non c’è alcun problema. Io capirò. In fondo, la nostra amicizia non è cosi profonda come quella tra te e Ino. Se tu non vuoi non fa……”

 

“No! Prima tu sei stata sincera con me. Mi hai rivelato quelli che sono i tuoi sentimenti  per Naruto. I tuoi pensieri, le tue paure e le tue emozioni. Il minimo che io possa fare è ricambiare la tua sincerità. E’ solo che….”

 

“Mmh? Che cosa?”  domandò incuriosita la mora, mentre guardava i pugni di Sakura che stringevano con sempre più forza.

 

“Sono stufa di addossare agli altri i miei problemi.  Non sono più una ragazzina. E,  soprattutto, sono stufa di apparire debole. Non lo sopporto. Nonostante io tenti disperatamente di controllarmi, non faccio altro che piangere sulle spalle altrui, sperando che qualcun’altro mi aiuti  a risolvere i miei problemi. Io non……non voglio più essere debole”  rispose la ragazza lasciando uscire la sua frustrazione e stringendo i pugni con tutta la forza. Alla fine,  non poté impedire ad un’ultima lacrima di venire fuori e di infrangersi sul suolo.

 

Stavolta fu Hinata a non dire una parola. La sofferenza e la frustrazione che stava provando la ragazza di fronte a lei erano molto forti. Non si stava parlando solo di Naruto, ma di qualcosa di molto più profondo, radicato dentro di lei.

 

“Credi che piangere sia debolezza?”  domandò istintivamente Hinata.

 

“Cosa?”  Sakura spalancò gli occhi a quella domanda cosi inaspettata. Hinata la stava guardando con determinazione e sicurezza, rendendola ancora più maestosa e bella di quanto non lo fosse.

 

“Credi che parlare dei propri problemi significhi essere debole? Confidarsi con chi ci vuole bene, sfogarsi, piangere, lasciarsi andare . Pensi davvero che siano tutte debolezze?”

 

Sakura abbasso lo sguardo. Non sapeva cosa rispondere. Probabilmente le sue parole avevano offeso Hinata e questo la faceva sentire ancora più patetica.

 

“Forse hai ragione”  rispose la mora con tranquillità, sorprendendo la kunoichi che la stava guardando ad occhi spalancati “Molti considerano le lacrime un segno di debolezza, di inferiorità. Si vergognano. Cercano in ogni modo di trattenersi, di controllarsi, di non lasciare prendere il sopravvento alle proprie emozioni. Si cerca sempre di non mostrare ad altri le proprie debolezze, soprattutto alle persone a noi vicine. Non vogliamo che si preoccupino per noi e quindi cerchiamo di mostrarci forti e sicuri quando, in realtà, non lo siamo affatto. Credimi, so molto bene cosa si prova in questi frangenti”  fini la ragazza con tono triste. Anche lei in passato ha sofferto e pianto moltissimo.  I ricordi del  passato iniziarono a farsi largo dentro di lei, facendo riaffiorare dolori e sofferenze ormai dimenticati.

 

Essendo la discendente del clan Hyuga, molti ragazzini la prendevano in giro e la insultavano per via dei suoi occhi. Ai tempi, la giovane Hinata era molto timida e non aveva molti amici pronti a difenderla.

 

Dopo la perdita atroce di sua madre, Hiashi Hyuga, suo padre, l’ha cresciuta e allenata come meglio poteva per farla divenire la futura erede e capoclan degli Hyuga. Una responsabilità che ha dovuto portare e sopportare sulle proprie spalle sin da bambina. Nessuno le ha mai chiesto ciò che volesse davvero. Se lei avesse avuto l’intenzione di diventare il capo e la guida del suo clan, oppure se avesse voluto essere una ragazza come tutte le altre. Purtroppo, da quando è nata, suo padre e il suo clan avevano preso in mano il suo destino e avevano fatto di lei quello che volevano, come se fosse una bambola. Nessuno parve comprendere l’onere che doveva  sopportare una bambina cosi piccola. Nonostante fosse sempre circondata da servitori, al comando di suo padre, la piccola Hinata si sentiva più sola che mai. Non aveva nessuno con cui sfogarsi, piangere e lasciar andare le proprie emozioni.

 

Hinata aveva sempre creduto che colui che doveva diventare capoclan, la persona più forte del clan Hyuga, doveva essere Neji. Lui non era un ninja come tutti gli altri. Era un vero e proprio genio del combattimento. Sapeva usare il Byakugan come nessun’altro ed era il più adatto a ricoprire quell’incarico. Si venne a creare con lui una sorta di rivalità, un obiettivo da raggiungere e superare. Nonostante i due appartenessero allo stesso clan, Neji  non era mai stato molto cordiale con lei. Odiava profondamente Hinata perché non la riteneva degna di prendere il comando del clan e odiava se stesso per essere nato nella casata cadetta.

Durante l’esame di selezione dei Chunin, Neji tentò seriamente di uccidere Hinata.

 

I suoi occhi pieni di odio non davano alcuno scampo alla povera Hinata che fini sconfitta per mano di Neji. Nonostante il sostegno e l’incoraggiamento di Naruto, il risultato fu inequivocabile. Anche avendo dato il meglio di se stessa, non poteva nulla contro un vero genio come Neji.

Il dolore provato dalla ragazza fu immenso . Ma non si trattava solo di dolore fisico, era qualcosa di più profondo. In quel momento Hinata realizzò quanto fosse grande l’odio che provava Neji nei suoi confronti. 
Le parole dette da Neji facevano più male del semplice dolore fisico. E un tipo di dolore che arrivava al cuore. Solo una persona avrebbe potuto sconfiggerlo,  avrebbe potuto cambiarlo ed era la stessa persona di cui lei si era innamorata.

 

Grazie alla sua forza di volontà, alla sua tenacia, alla sua determinazione e, soprattutto, alla sua imprevedibilità, Naruto era riuscito ad avere la meglio su di lui. Era riuscito ad aprirgli gli occhi che, per troppo tempo, erano chiusi dall’odio e dal rancore. 

Da allora, divenne molto più protettivo nei confronti di Hinata e, quando ne aveva la possibilità, la aiutava negli allenamenti quotidiani.  Le cose fra i due ragazzi si riappacificarono. Neji stesso era grato a Naruto per averlo salvato dalle tenebre.  Per aver incontrato un’amico come lui. Fino a che……

 

 Nessuno avrebbe potuto prevedere un’avvenimento simile. Veder morire Neji tra le braccia di Naruto, tra le braccia di colui che lo aveva salvato in passato, è stata un qualcosa di indescrivibile. Si è sacrificato per proteggere Hinata e Naruto dall’attacco del  dieci code.

 

Vederlo sorridere, mentre esalava il suo ultimo respiro, può trasmettere emozioni  e significati davvero contrastanti, dove un semplice gesto,come un sorriso, può essere interpretato in maniera diversa.

Può voler dire:

-  Sono soddisfatto della vita che ho vissuto e me ne vado senza alcun rimpianto.

- Ho finalmente ripagato il mio debito con Naruto. Senza di lui non sarei mai diventato ciò che sono oggi. Sarei sprofondato nell’odio e nell’oscurità più totale, come è accaduto a Sasuke.

-Sono felice di aver conosciuto Naruto, Hinata, RockLee, TenTen, il maestro Gai e tutti gli altri. Grazie per essere stati miei amici. Grazie di tutto.

Ognuno di noi può dare un’interpretazione diversa. Può arrivare addirittura a chiedersi perché quella persona stia sorridendo anche se sta per morire.

Veder morire qualcuno in guerra può essere considerata una cosa normale. Veder morire degli individui di cui non si conosce nemmeno il nome.  Alcuni diventano cosi insensibili da farci l’abitudine. Questa è l’atrocità della guerra. Ma nessuno potrà mai abituarsi a veder morire un’amico. E’ una sofferenza troppo grande, che nessun uomo potrà mai cancellare del tutto dal proprio cuore.

 

“Tutti gli uomini, prima o poi, conoscono la sofferenza e il dolore, senza alcuna eccezione. Fa parte della vita di tutti i giorni. Anch’io in passato ho sofferto molto, non sono cosi diversa da te. A volte, quando ripenso a mia madre,a Neji, a tutte le sofferenze del passato, può capitare di farsi prendere dallo sconforto e di lasciarsi andare in un pianto”  esclamò Hinata accennando un piccolo sorriso. Odiava ripercorrere le sofferenze del proprio passato. La faceva sentire vulnerabile ed insciura. Ma, allo stesso tempo, quelle esperienze gli avevano sempre insegnato qualcosa. L’avevano temprata nello spirito, rendendola sempre più forte.

 

“Capisco perfettamente cosa vuoi dire . Anche a me capita di pensare ad eventi avvenuti in passato. Ad esempio, durante lo scontro contro Zabusa ho quasi visto morire Sasuke." 

"Ricordo ancora la paura che provai in quel momento. Il mio corpo non la smetteva di tremare. Per non parlare del mio viso ricoperto di lacrime. Uff! In quel combattimento sono stata completamente inutile. Se ne siamo usciti vivi da li è stato grazie al maestro Kakashi, a Naruto e a Sasuke. Era la mia prima missione ed ero troppo…….spaventata per riuscire a fare qualcosa”

 

“Be, era la prima volta che andavamo in missione, no? Anch’io non ero stata in grado di fare granche  durante la mia prima missione. Non essere cosi dura con te stessa”

 

“Non è come pensi. Ci sono state altre occasioni dove non sono stata in grado di fare niente. Quando Sasuke decise di andarsene dal villaggio, pensai che ero l’unica a poterlo fermare dai suoi propositi. Ma, ancora una volta, non fui in grado di fare niente. Cercai di fare appello ai suoi sentimenti per convincerlo, pensai che l’amicizia che nutriva nei confronti di Naruto e nei miei fosse più forte del suo desiderio di vendetta. Ma mi sbagliavo. Anche rivelargli i miei sentimenti non fu sufficiente a fermarlo”

 

“Cosa? Ti sei dichiarata a Sasuke? Io…io  non lo sapevo. Pensavo che lo avresti fatto appena fosse tornata dal suo viaggio. E dimmi, Sasuke cosa ha detto?” domandò stupita ed incuriosita allo stesso tempo. Hinata non sapeva molto riguardo alla fuga di Sasuke. Sapeva che Sakura aveva tentato di fermarlo ma che non c’era riuscita. Non credeva che la kunoichi fosse arrivata a tanto pur di fermarlo.

 

Sakura divenne improvvisamente triste. Quei ricordi le facevano ancora troppo male. Hinata si accorse che, forse, aveva toccato un tasto dolente nel cuore della kunoichi e decise che non era il caso di continuare a farle domade.

 

“Scusa. Non avrei dovuto una domanda cosi indiscreta. Fa finta che non ti abbia chiesto niente” si scuso la mora. Non voleva forzarla a parlare di cose troppo private.

 

“No. Figurati. Prima tu sei stata sincera con me. Il minimo che io possa fare  è ricambiare la tua sincerità” rispose la kunoichi rivolgendosi ad Hinata con gentilezza.

“E’ stato un momento molto particolare. Sasuke stava per andarsene via e io non sapevo che altro fare. Ero disperata, frustrata. Ogni mio tentativo per riuscire a convincerlo è stato un fallimento. Fino  a che……..ad un certo punto decisi di tentare il tutto per tutto. Mi dichiarai a lui, sperando che decidesse di fermare questa sua follia. Sai, fui molto istintiva in quel momento. La prima volta che ho detto ad un ragazzo “Ti amo”  non è stata come me l’ero immaginato. Ho sempre pensato che, per fare una cosa simile, ci volesse molto coraggio ed una grande forza di volontà, soprattutto davanti al ragazzo che ci piace. Pero, mi sono resa conto che………ciò che mi ha spinto a dire quelle parole non è stato il coraggio e nemmeno la forza di volontà. Ciò che mi ha dato la spinta è stata………la disperazione. Forse c’è stato anche un po’ di coraggio, ma la spinta più forte è stata quella che mi ha trasmesso la paura e la disperazione. Avevo capito che non si sarebbe fermato. Che probabilmente non sarebbe più tornato al villaggio. Che la sua vendetta lo avrebbe condotto a morte certa. Consapevole di quello che sarebbe accaduto, provai a lasciarmi andare e a gridargli i miei sentimenti. In quell’istante, sperai che le mie parole lo avessero raggiunto. Sperai che………..anche lui contraccambiasse in qualche modo i miei sentimenti. Ma fu inutile” esclamò Sakura con tristezza ed angoscia.

 

“E poi cosa successe? Sasuke cosa disse?” domandò curiosa la mora. Dato che Sakura le stava raccontando un’avvenimento importante del passato, tanto valeva scavare fino in fondo.

 

“Con uno scatto fulmineo, Sasuke si posizionò alle mie spalle. Per un’attimo, credetti davvero di averlo convinto. Che avesse deciso di abbandonare il suo desiderio di vendetta e di rimanere al mio fianco e al fianco dei suoi amici. Invece………si avvicinò a me, mi sussurrò un “Grazie” e mi tramortì, facendomi perdere i sensi. Dopodiché se ne andò”

 

“Da-davvero è andata cosi? Un semplice grazie e tanti saluti?”

 

Sakura fece un cenno di assenso con la testa “A dire la verità, ancora oggi mi chiedo cosa volesse dire con quel grazie. Può avere mille significati diversi ,e ognuno di loro, può essere vicino o lontano dalla verità. Per questo, appena Sasuke tornerà, andrò da lui e gli chiederò spiegazioni. Voglio sentire la verità dalla sua voce. Voglio dare un significato a tutto quello che ho passato. Voglio capire se lui ha mai provato qualcosa nei miei confronti. Quel qualcosa che va oltre la semplice amicizia”

 

“Sei sicura che Sasuke risponderà alle tue domande? Non è certo il tipo che parla di se. E’ un ragazzo molto riservato e, conoscendolo, dubito che risponderà alle tue domande. Soprattutto quelle riguardante i suoi sentimenti” esclamò Hinata ripensando al carattere del ragazzo. Non riusciva ad immaginarsi un Sasuke che parlasse di amore o amicizia in maniera aperta. Non sarebbe lui.

 

“Lo so. Ma io……..io ci proverò ugualmente. Ci sono troppe cose da chiarire e mi sono stancata di aspettare. Mi sono stancata di…..piangere, di soffrire, di versare lacrime per una persona a cui non importa nulla di me”  esclamò Sakura cercando di reprimere ancora una volta le lacrime “Eheh! E’ buffo. Sembra quasi che io sia rimasta la stessa ragazzina di un tempo. Ripeto sempre gli stessi errori”

 

“Uh? Cosa vuoi dire?”  domandò Hinata, cercando di capire il significato delle parole della kunoichi.

 

“Verso la fine della guerra, io ho………ho cercato di fermare Sasuke dai suoi folli propositi. Voleva uccidere nuovamente i 5 Kage ed aveva intrappolato tutti i cercoteri grazie ai poteri della sua nuova abilità oculare”

                 

“Ancora una volta aveva ignorato le mie parole. Come sei io non contassi nulla. Mi ha dato di nuovo della noiosa. E come se non bastasse, ha usato un genjutsu per farmi svenire. Uff! Alla fine, ho dovuto fare affidamento ancora una volta su Naruto. Lui è stato capace di farlo tornare indietro mentre io………non ho potuto fare nulla. Ho avuto bisogno del suo aiuto. Di nuovo”

 

Mentre Hinata ascoltava le sue parole, dentro la sua mente iniziarono a formarsi innumerevoli domande. Cosa provava Sasuke per lei. Come potesse Sakura amare una persona come lui. Un’assassino che ha ucciso molte persone per sola vendetta. Come mai, invece, non avesse iniziato a provare qualcosa per Naruto. La persona che gli era stata accanto per tutto il tempo, con cui aveva condiviso gioia e sofferenza.

Pero……..adesso sembrava proprio Naruto una delle principali cause della sua sofferenza.

 

“Aveva ragione Naruto. Quel giorno, al campo d’allenamento. Mi disse….”

 

“Le persone cambiano, Sakura………ma alcuni restano sempre gli stessi”

 

“Era ovvio che si stesse riferendo a me……….e aveva ragione. Sono sempre la stessa. La solita ragazzina piagnucolona che non fa altro che affidarsi agli altri per risolvere i propri problemi. Sono……sono debole”

 

“No! Non è vero. Sei una kunoichi eccezionale. Al livello di Tsunade. Ai salvato innumerevoli vite durante la guerra. Non sei affatto debole. Adesso sei solo confusa e stanca. Per questo motivo dici queste cose”  esclamò Hinata, tentando di tirarla su di morale.

 

Sakura apprezzò molto il tentativo di Hinata e disse “Io…..io ti invidio, sai. Tu Hinata,  sei diventata molto forte. Non sei più la ragazzina timida ed insicura di un tempo. Crescendo sei diventata una bellissima donna ed una ninja formidabile, sicura dei propri sentimenti, determinata, impavida e con il coraggio di non arrendersi mai, proprio come Naruto. Io in confronto a voi due sono….”

 

“SMETTILA SAKURA! Tu – non sei - debole” urlò Hinata, scuotendo la kunoichi per le spalle mentre la guardava negli occhi.

 

“SI INVECE, E TU LO SAI. Non faccio altro che piangere e piangere, come in passato. Anche se sono diventata una ninja medico per aiutare le persone, per non essere più considerata una persona inutile, non sono abbastanza forte da affrontare i problemi della vita da sola. Ho sempre bisogno che qualcuno mi dia una mano, che mi diano dei consigli. Per questo Sasuke ha detto che sono noiosa ed è per questo che Naruto si è allontanato da me. Sono stufa. Non voglio più piangere .  Non voglio più che altri si preoccupino dei miei problemi, voglio essere forte abbastanza da poterli affrontare da sola. Voglio essere forte. Voglio diventare una donna indipendente, che sa badare a se stessa. Voglio cambiare. Voglio….voglio…..crescere”  esclamò Sakura con foga, mentre abbassava nuovamente la testa per evitare di guardare la ragazza di fronte a se.

 

Le sue ultime parole furono quasi un sussurrò. Hinata stessa riuscì a malapena a sentirle, ma, in qualche modo, riuscì ad intuire cos’avesse detto la kunoichi. Stava davvero parlando sul serio e questo non faceva altro che rendere più evidente quanto fosse grande la sua sofferenza. Inoltre, Sakura aveva detto apertamente che Naruto si era allontanato da lei. Questa era la prova inconfutabile che c’era qualcosa di grave che stava compromettendo il rapporto d’amicizia tra Naruto e Sakura. Che la stava dilaniando dall’interno e che la faceva dire quelle parole. Non era solo la partenza di Sasuke l’origine della sua sofferenza, ma proveniva  anche dal ninja biondo.

Entrambe le ragazze rimasero in silenzio per qualche secondo. Nessuna di loro osava guardarsi negli occhi.

Sakura aveva condiviso con Hinata la sua frustrazione e il suo dolore. Anche se triste, adesso si sentiva  finalmente libera da un peso portato dentro per troppo tempo.

Hinata voleva davvero aiutare la kunoichi. Ripensando alle parole “cambiare” e “crescere” le torno in mente la se stessa di qualche anno fa. Quando quelle due parole erano il suo obiettivo, il suo scopo nella vita. Un obiettivo raggiunto attraverso lacrime, sofferenza, ma anche dal coraggio, dalla determinazione e dalla voglia di cambiare.

 

“Perchè le persone piangono?”

 

“Che vuoi dire?”  domandò confusa la kunoichi, non comprendendo il senso della domanda.

 

“Insomma, cosa succede fisicamente?”  Hinata la stava fissando con tutta la sicurezza che possedeva. Voleva farle capire che tutto ciò che avrebbe detto d’ora in avanti era la pura verità.

 

“Beh, i dotti lacrimali di base hanno la funzione di lubrificare e proteggere l’occhio. Quando si ha un’emozione questi hanno una reazione esagerata e formano le lacrime”  rispose Sakura facendo appello alle sue conoscenze in campo medico. Le sembrava la risposta più ovvia e logica da dare.

 

Perché? Perchè hanno questa reazione?”  domandò la mora con più insistenza.

 

“I-io….non lo so…..forse le persone non hanno il controllo delle proprie emozioni…”

 

“Forse…….o forse l’emozione diviene talmente intensa che il corpo non riesce a contenerla. La mente e i sentimenti diventano troppo forti e il tuo corpo soffre”  rispose Hinata con semplicità.

 

Sakura la guardò sbalordita. Per quanto la sua risposta potesse risultare ovvia e semplice, basata sulla logica, la risposta di Hinata era più coscienziosa, più profonda, più…….umana.

 

“Vedi Sakura, tutte le persone piangono, senza nessuna eccezione. La maggior parte delle lacrime che versiamo durante la nostra vita sono lacrime di dolore, di sofferenza. Piangiamo quando….

 

 

…….perdiamo una persona noi cara……

 

...quando siamo tristi….

 

 

…quando abbiamo paura….

 

 

….oppure quando ci sentiamo soli…..

 

“….ci sono molte ragioni per piangere. Può trattarsi di dolore fisico, ma anche emotivo. Gelosia, rabbia, disprezzo, delusione, vergogna. A seconda di quanto è forte quel sentimento una persona può piangere  oppure no. Dipende molto anche da quanto è sensibile o emotivo l’individuo. Non siamo tutti uguali dopotutto.

 

“Quindi, le persone piangono solo quando soffrono……..”

 

“No! Ti sbagli. Il dolore e la sofferenza non solo l’unica causa scatenante di una singola piccola lacrima.

 

“Come fai a dirlo? Cos’altro può esserci di cosi forte da farci piangere?”  domandò con insistenza la kunoichi.

 

“La felicità!” rispose la mora con un sorriso “ Questo tipo di emozione è il più difficile da provare e da raggiungere. La felicità, la gioia, la soddisfazione, l’orgoglio di aver raggiunto un’obiettivo dopo tanti sacrifici. Questo tipo di emozione è più grande e più forte di qualsiasi dolore o sofferenza. Trasformare le lacrime di dolore in lacrime di gioia è una cosa che ha dell’incredibile. Sono sicura che anche tu le hai provate, almeno una volta. Ricordi lo scontro con Pain?”

 

……tu, io e tutti gli abitanti del villaggio stavamo piangendo dalla disperazione….

….nessuna speranza, nessuna gioia….solo morte, dolore e sofferenza…..

….ma, alla fine, Naruto è arrivato e ci ha ridato la speranza……

….quando è tornato al villaggio, dopo aver sconfitto Pain, tutti eravamo felici…..

……le lacrime di dolore erano diventate lacrime di gioia……

 

 

“Hai….hai ragione, Hinata. Anche quando ho visto Naruto e Sasuke vivi e vegeti, dopo il loro scontro finale, ho pianto di gioia. Avevo una paura tremenda  di perderli entrambi. Inoltre, Sasuke era finalmente tornato se stesso dopo tanto tempo” esclamò Sakura con un triste sorriso.

 

“Tu dici di voler cambiare, di voler crescere......ma ancora non ti sei resa conto di essere già cambiata, di non essere più la stessa ragazza di prima. Tutte le nostre esperienze passate, tutte le persone che abbiamo conosciuto e perduto lungo il nostro cammino, tutte le nostre sofferenze, ci hanno sempre insegnato qualcosa nella vita. Ci hanno fatto crescere e maturare in maniera quasi inconsapevole. Ci hanno resi sempre più forti. E questo vale anche per te, Sakura. Ci dev’essere stato un momento nella tua vita dove qualcosa dentro di te ha iniziato a muoversi, a reagire, a cambiare”

 

Ascoltando le parole di Hinata, la kunoichi iniziò a toccarsi i suoi capelli rosati. Un’avvenimento del suo passato le tornò alle mente. Il momento in cui aveva detto basta alla se stessa del passato. Il giorno in cui sarebbe nata una nuova Sakura, che avrebbe lottato al pari dei suoi compagni, che avrebbe lottato per difenderli dai pericoli.

 

“E’ vero. Quel giorno io…promisi a me stessa che sarei cambiata”

 

“Che non sarei più stata un peso per i miei compagni”

 

“Che non sarei rimasti più alle loro spalle”

 

“Che non avrei avuto più alcun bisogno di protezione”

 

“Quel giorno io....per i miei amici, per il mio orgoglio di ninja e per me stessa…”

 

….sarei diventata forte, avrei camminato davanti a Naruto e Sasuke…”

 

“Quel giorno… in quel preciso istante….anche se di poco…io sono cresciuta”

 

“Hai ragione. Io non sono più la stessa di un tempo. Nessuno di noi lo è. Cambiare e maturare  fanno parte della crescita di ogni individuo” esclamò la kunoichi con determinazione “Tutto quello che hai detto è giusto. E solo che…..ho sempre pensato che cose come……piangere o chiedere aiuto agli altri significasse essere deboli. E’ una cosa che non sopporto….mi fa sentire troppo vulnerabile”

 

“Ti capisco, Sakura. Anch’io la penso come te. A nessuno piace far vedere le proprie debolezze agli altri. Per questo motivo cerchiamo sempre di apparire forti e sicuri di fronte agli altri,anche se, in fondo, non lo siamo  affatto. Pero, sono convinta di una cosa…………..Piangere può anche essere considerata una nostra debolezza……ma è la prova che noi tutti siamo esseri umani. La prova che abbiamo un cuore, una coscienza, un’anima. Quindi non c’è nulla di cui vergognarsi. Non c’è niente di male nel lasciarsi andare qualche volta, nell’esternare le nostre emozioni, belle o brutte che siano”  rispose Hinata con sincerità.

 

“E’ vero, ma………è difficile lasciarsi andare. Anche se quello che dici è giusto, chiedere aiuto quando abbiamo un problema, quando siamo tristi, sfogarsi, piangere, queste sono cose che molte persone preferiscono tenersi dentro. Alcuni lo fanno per orgoglio, altri semplicemente se ne vergognano. Ammettere a se stessi di essere in difficoltà è una cosa troppo dura da accettare, per questo molte persone scelgono di risolversi i propri problemi da soli”

 

“Cercare di risolvere i problemi con le proprie forze è una cosa ammirevole. Pero, ci sono cose che non possiamo risolvere o affrontare da soli. Prendiamo ad esempio Sasuke. Hai cercato di fermarlo, quando ha cercato di fuggire dal villaggio, ma non ci sei riuscita. Probabilmente era una cosa che andava aldilà delle tue capacità. Per questo ti sei rivolta a Naruto. Lui era l’unico che avrebbe potuto convincere Sasuke a tornare indietro”

 

“Ma Naruto sarebbe intervenuto anche se non gliel’avessi chiesto. Sai come è fatto, no. Per lui Sasuke è come un fratello e l’avrebbe inseguito fino in capo al mondo pur di riportarlo indietro. Avrebbe potuto anche ignorare la promessa che ci eravamo fatti e andare avanti per le sua strada”  esclamò Sakura con convinzione. Naruto considera Sasuke il suo migliore amico. Era ovvio pensare che sarebbe partito al suo inseguimento anche senza che glielo avesse chiesto.

 

“Ma lui non ti ha ignorata, ti ha aiutata e sai perché……..perchè sei sua amica. Non ci dev’essere nessuna altra ragione. Forse Naruto sarebbe partito alla sua ricerca in ogni caso. Ma il fatto che tu sia andata da lui, non ha fatto altro che incentivarlo ancora di più. Gli hai dato una motivazione più forte. Lui sa quanto tieni a Sasuke e avrebbe fatto di tutto per aiutarti. Per vederti felice. Quando siamo in difficoltà possiamo sempre rivolgerci alle persone che ci vogliono bene, alle persone di cui ci fidiamo. Famigliari o amici. Sono certa che  loro ci aiuterebbero in ogni caso. E anche se non fosse cosi, farci dare dei consigli oppure semplicemente parlare o sfogarci con loro, potrebbe essere un aiuto più che sufficiente. Non trovi?”

 

“Gia! E’ bello avere tanti amici che sanno aiutarti nel momento del bisogno. Anche se…..ultimamente non sono più sicura che tra me e Naruto ci sia ancora amicizia”  Sakura fece un sospirò profondo e continuò “Si, è vero. Non sapevo che la signorina Tsunade avesse chiesto a Naruto di diventare Hokage. Questa cosa mi ha distrutta. Mi sento……delusa. Il Naruto che conoscevo avrebbe urlato al mondo intero il giorno in cui sarebbe diventato Hokage. Scommetto che  è per questo che ha organizzato la festa, no? Vuole darsi alla pazza gioia senza avere me tra i piedi” esclamò la kunoichi con rabbia.

 

“Non so se Naruto ha accettato o meno l’incarico. Mi aveva detto che voleva pensarci un po’ su prima di decidere. Chissà, forse ha davvero accettato e ha deciso di dare una festa in suo onore. Eheh! Mi viene da ridere solo a pensarci. Quello che no capisco è…….perchè tu non ne sapevi niente? Avete litigato, per caso?” domandò Hinata con curiosità. Dal modo in cui Sakura parlava di lui, la cosa doveva davvero essere seria. Per quale motivo Naruto avrebbe dovuto nasconderle una cosa cosi importante? Si domandava tra se e se.

 

“I-Io non lo so. Non so che diavolo sta succedendo……sono……sono confusa. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato……qualcosa che l’ha ferito, che gli ha fatto prendere le distanze da me…non lo so….”  Rispose confusa la ragazza. Non sapeva cos’altro dire. Tante domande e ancora nessuna risposta.

 

“L’hai fatto?”  domandò improvvisamente Hinata guardandola seria in volto “Hai fatto qualcosa che avrebbe potuto ferire Naruto?” continuò con ancora più insistenza la ragazza. Il solo pensare che Sakura avrebbe potuto far soffrire ancora Naruto, dopo tutto quello che ha passato, le faceva venire una rabbia che lei stessa non credeva di possedere.

 

La kunoichi arretrò di qualche passo sentendo le domande insistente di Hinata. Riusciva ad avvertire una sorta di rabbia provenire dai suoi occhi bianchi. Iniziò a pensare che forse non era il caso di parlare con lei di questa cosa. Avrebbe potuto fraintendere.

 

“N-No. Ma cosa vai a pensare, Hinata. Non potrei mai far soffrire Naruto. Lui è…..è…..il mio migliore amico. No?  Probabilmente mi sto solo facendo dei problemi inutili. Naruto si sarà solo dimenticata di dirmelo. Vedrai che appena arriviamo a casa di Shikamaru, correrà da me come se niente fosse e mi dirà tutto quanto “  rispose Sakura con poca convinzione. Era evidente che stava mentendo e a Hinata non sfuggi questo dettaglio. Lei odiava le persone che mentivano, soprattutto se quelle persone erano suoi amici.

 

“Ora ascoltami bene, Sakura”  esclamò minacciosa la mora, avvicinandosi  a passi lenti verso la giovane ninja “Prima abbiamo parlato di debolezze, di sofferenza, di lacrime, di aiuto, di sincerità e di fiducia. Tutto quello che abbiamo passato noi non è minimamente paragonabile a ciò che ha passato Naruto.Tutte le sofferenze che ha dovuto patire sin da bambino, la solitudine, il dolore, le lacrime che ha dovuto versare senza che nessuno gli desse conforto. Ha sempre combattuto per farsi accettare da tutti e, alla fine, dopo tanti sacrifici c’è l’ha fatta. Io…….io non voglio più vederlo soffrire. Mai più. Non so se tu sia stata sincera con me, dicendo quelle cose, per voglio dirti questo…………

 

…io odio le persone che mentono a loro stesse!

 

 

Sakura iniziò a tremare leggermente. Quelle parole erano cosi famigliari, cosi dirette, cosi forti, da farla spaventare. Cominciarono a venirle i sudori freddi e le mani iniziarono a raggrinzirsi. Un chiaro segno che si stava innervosendo. Hinata le stava mettendo addosso una pressione incredibile, il solo guardarla negli occhi le trasmetteva paura. Un paura derivata dal fatto di trovarsi dalla parte del torto.

 

“Non mi importa se mi hai mentito. Non sono una persona cosi superficiale. Pero, se hai fatto soffrire Naruto ancora una volta, giuro che non te lo perdonerò mai. Mai! Quindi, te lo chiedo ancora una volta…”

 

 

“…Hai fatto soffrire Naruto?”

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti, ragazzi :)

Eccomi di nuovo qui ^^ Chiedo di nuovo scusa per il ritardo. Scrivere un capitolo in piena estate è difficile quanto scalare l’Everest a mani nude. Almeno per me XD

Comunque, questo capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere e spero ne sia valsa la pena :) Inizialmente doveva essere diviso in due, ma poi ho deciso di pubblicarlo tutto insieme, in modo da non creare discontinuità. Spero non sia troppo pesante :)

Inoltre, Nvu mi sta dando problemi e non so perchè. Ad un certo punto sembra che cambi il formato del carattere e non sono riuscito a modificarlo :(  

Ancora una volta ringrazio tutti coloro che mi seguono e che recensiscono la mia storia. Sono sempre curioso di sapere cosa ne pensate e non vedo l’ora di leggere i vostri commenti ;)

Spero di aver fatto un buon lavoro e che questo capitolo sia di vostro gradimento :)

Grazie ancora a tutti voi e scusatemi per il ritardo ^^

Un saluto e al prossimo capitolo :)

 

 

 

 

Leon92

   
 
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