“Aspetta, Naruto.
Noi due dobbiamo parl……….”
“Non adesso”
“NO! TU DEVI
ASCOLT….”
“NON TOCCARMI,
SAKURA”
“Non
avevo mai visto Naruto cosi tanto furioso con me”
“Mi
ha guardata con indifferenza……con una freddezza che non credevo potesse avere”
“Perché?
Perché c’è l’ha tanto con me?”
“Ho
fatto qualcosa di cosi grave per meritare il suo rancore?”
“E’ PER LA STORIA
DELLA FINTA DICHIARAZIONE, VERO?”
“E’ PER QUESTO CHE
C’E’ L’HAI TANTO CON ME? E’ PER QUESTO CHE MI STAI PUNENDO?”
“Non so di cosa tu
stia parlando”
“Il
suo sguardo era cosi simile a quello di……a quello di Sasuke”
“Quelle
iridi blu come la notte……non poteva essere davvero lui”
“E’
come se i suoi stessi occhi mi dicessero…..”
“……….tu
non puoi capire……..”
“Tanto
tempo fa, Sasuke mi allontano da lui perché non potevo comprenderlo”
“Non
potevo capire cosa significasse perdere i propri cari, vederli uccisi dal
proprio fratello”
“Non
potevo capire il significato della………vendetta”
“Questa
è stata la mia debolezza, il motivo per
il quale Sasuke non mi ha permesso di seguirlo”
“Adesso
Naruto………sta facendo la stessa cosa”
“Sta
prendendo le distanze da me, di far si che io non esista nella sua vita”
“Ha
deciso di proseguire per la sua strada, di realizzare i suoi sogni…..”
“……senza
di me……”
“I 5 Kage e la giuria hanno deciso che Sasuke
Uchiha, colpevole per aver ucciso Danzo Shimura e per il tentato omicidio dei
Kage presenti al Summit, verrà rinchiuso nella prigione di Hozukijou, meglio
nota come la “Prigione Insanguinata” del villaggio dell’Erba, per un’anno a
partire dal giorno della sentenza”
“Naruto era già conoscenza di tutta la
situazione. Fin dall’inizio”
“Non
riuscivo a crederci, no potevo crederci”
“Non
potevo accettare una realtà tanto….assurda”
“Perché?
Perché Naruto mi ha fatto questo? Perché non è stato sincero con me?”
“Naruto……lui…..non
ha più fiducia in me?”
“VORREI NON AVERLO MAI CONOSCIUTO. ANZI, AVREI
FATTO MEGLIO A TENERLO A DISTANZA SIN DALLA PRIMA VOLTA CHE CI SIAMO
INCONTRATI. COME FACEVANO TUTTI GLI ALTRI ABITANTI DEL VILLAGGIO. AVREBBE FATTO
MEGLIO A RESTARE DA SOLO. ALMENO, NON AVREBBE CREATO PROBLEMI A NESSUNO E IO
NON STAREI SOFFRENDO COME UN CANE BASTONATO. LO ODIO CON TUTTE LE MIE FORZE.
VORREI CHE NON FOSSE MAI NATO. E’ SOLAMENTE UN MOST…”
“Non
osare……….non osare………MAI
PIU’…………. parlare
di Naruto in questo modo”
“Accidenti!
Lo schiaffo che mi ha dato la signorina Tsunade mi fa ancora male”
“Non
l’avevo mai vista cosi arrabbiata. Il solo ricordo del suo sguardo mi fa venire
i brividi”
“Ma……in
fondo……me lo merito”
“Ancora
non ci credo di aver insultato Naruto a quel modo”
“Ero
letteralmente fuori di me in quel momento. Pero un’attimo ho creduto
di….odiarlo”
“Voleva proteggerti. L’ha fatto per te. Non
voleva che tu stessi in pena per Sasuke, aspettando la sua sentenza. Per la
gravita delle sue azioni, Sasuke poteva anche essere condannato alla pena di
morte. Non voleva metterti addosso quest’angoscia inutile sin dal principio”
“Forse
il maestro Kakashi aveva ragione”
“Naruto
l’ha fatto per il mio bene. Non voleva che io mi preoccupassi inutilmente”
“Era
sicuro che, prima o poi, Sasuke sarebbe tornato da me, che tutto sarebbe
tornato come prima”
“Ma
allora……….come si spiega il suo comportamento?”
“Inizialmente
ho pensato che fosse questo il motivo per il quale Naruto ha preso le distanze
da me”
“Non
poteva dirmi come stavano le cose e cosi si è allontanato”
“Ma
quella rabbia……..come si spiega?”
“Ci
dev’essere qualcosa che mi sfugge”
“Naruto
non potrebbe mai comportarsi cosi senza un buon motivo”
“Dovrei
essere in grado di capire. Sono sua amica”
“Naruto ha condiviso con te le proprie
sofferenze? Il proprio dolore? Pensaci bene. Ti ha mai raccontato quanto è
stata difficile la sua infanzia?”
“………….No…………Non
l’ha fatto. Ma….forse…è colpa mia”
“Ho
sempre visto Naruto come una persona allegra, vivace, testarda, sicura di
se……invincibile.”
“Qualsiasi
obiettivo si fosse prefissato, anche il più assurdo, ero sicura che l’avrebbe
portato a termine”
“Gli
allenamenti più estenuanti, le battaglie più difficili…..ne era sempre uscito
vittorioso”
“Sempre
con il sorriso sulle labbra. Sembrava che niente e nessuno avrebbe potuto
sconfiggerlo”
“Ma
mi sbagliavo. Forse, sotto quel sorriso, ha sempre nascosta la sua sofferenza”
"Questa è la prova che Naruto non è mai
stato sincero con te fino in fondo. Non si è mai aperto completamente a te,
nonostante tutto il tempo che avete passato insieme. Non ti ha mai confidato le
proprie sofferenze. I propri sentimenti”
“NO!
Questo non è vero. Vi state sbagliando.
Io……..avrò fatto molti errori in
passato……”
“…..ma
non posso credere che Naruto non sia mai stato sincero con me”
“Dopo
tutto il tempo che abbiamo trascorso insieme. Dopo tutto ciò che abbiamo
affrontato”
“Non
posso accettarlo. Sono solo menzogne”
“Io
e lui….siamo……amici”
“Non
è cosi, Sakura?”
“Sai
bene di cosa parlo, Sakura. Naruto è il tuo migliore amico, no? Sicuramente te
l’ha detto dato che si tratta di una cosa molto importante per lui.”
Chiedere ad
una persona di diventare Hokage non è una cosa che capita tutti i giorni. Non
hai idea di che faccia ho fatto quando me l’ha detto. Sono rimasta senza
parole. Dico davvero. Ero incredibilmente felice per lui. Dopo tutto ciò che ha
fatto, Naruto potrà davvero realizzare il suo sogno”
“Perché non me l’ha detto? Perché a voluto tenermi
fuori dalla sua vita”
“Allora…..le cose stanno davvero cosi? Io e lui
abbiamo perso la nostra amicizia?”
“Non può essere. Tutto il tempo trascorso insieme
non può essere svanito nel nulla”
“Naruto……si è solo dimenticato di dirmelo. D ev’essere per forza andata cosi, no?”
“E’ una cosa troppo importante per lui e……..per me.
E’ il suo sogno”
“Fin da bambino, ha urlato al mondo intero quella
che era la sua più grande ambizione”
“Adesso…..non
posso credere che abbia deciso di tenere proprio me all’oscuro di tutto”
“Quello
che provo io? I miei sentimenti? Non conto più nulla per lui?
“Cosa provi per lui? Quali sono i tuoi sentimenti
verso Naruto? Ho bisogno di averne la certezza”
“Naruto e Sasuke. Questi due ragazzi sono parti
fondamentali della tua vita, vero? Sasuke è il tuo grande amore e Naruto è il
tuo migliore amico, no? Secondo te le cose non sono cambiate affatto. Sin dai
tempi dell’accademia. I tuoi pensieri sono rimasti gli stessi, giusto?”
“Tu pensi che io……che io……possa provare dei
sentimenti per Naruto? Pensavi che……lo amassi?”
“Perché
queste domande continuano a tormentarmi? Ho già dato la mia risposta”
“Ho
detto a Hinata ciò che dovevo. Allora perché questi pensieri non mi lasciano in
pace?”
“Sono
stata….sincera. Ho detto la verità, no?”
“io credo di non poterti dare le risposte che
cerchi”
“Quello che voglio dire è che…. non conta cosa
provo io per Naruto. Ciò che conta davvero sono i tuoi sentimenti per lui e i
sentimenti che Naruto prova nei tuoi confronti. Tutto qui. L’unica persona che
può cancellare tutti tuoi dubbi e i tuoi turbamenti è proprio lui”
“E’
davvero questo ciò che penso? Le ho detto la verità?”
“Oppure…….ho
semplicemente trovato una scusa per non rispondere?”
“Puo
essere che….io non abbia voluto rispondere di proposito perché…….avevo paura?”
“Paura…di
cosa? Di scoprire quale sarebbe stata la “mia” reale risposta? Paura della
verità stessa?”
“No!
Sono consapevole di quali sono i miei sentimenti. Ne sono certa”
“Probabilmente
adesso sono solo confusa, tutto qui. Questo susseguirsi di eventi mi sta
distruggendo ”
“Pero….sento
che c’è una connessione. Questi eventi
non sono semplici coincidenze ”
“Sento
che c’è qualcosa sotto, qualcosa che ho tralasciato e che potrebbe collegare
tutto”
“Uff!
Cosa potrebbe essere? Forse……”
“EVVAI! Ancora qualche minuto e siamo
arrivati” gridò Konohamaru tutto eccitato. Non
vedeva l’ora di arrivare alla festa.
La kunoichi
dai capelli rosa, udendo quell’urlo, si ridestò dal momentaneo stato di trance
in cui era caduta ed iniziò improvvisamente a guardarsi intorno. Senza che se
ne fosse resa conto, aveva percorso tutto il tragitto che separava il monte
degli Hokage dalla casa di Shikamaru.
“Sakura, va tutto bene?” domandò Hinata visibilmente preoccupata,
mentre camminava al fianco della giovane ninja.
“Uh” Si! Si! Tutto ok!” rispose Sakura sforzandosi di sorridere. Non voleva mostrarsi
debole ed indifesa davanti agli altri.
“Sei sicura? Anche prima avevi detto
di avere mal di testa. Se non te la
senti di venire alla festa, dirò io agli altri che….”
“NO!” urlo la kunoichi, spaventando la
ragazza dai capelli neri. Quel grido gli era uscito cosi spontaneamente che non
credeva l’avesse gridato davvero. Il suo unico obiettivo era andare a quella
festa e parlare con Naruto. In questo modo avrebbero potuto chiarire la
faccenda una volta per tutte. Non poteva assolutamente lasciarsi sfuggire
quell’occasione.
Hinata,
ancora colpita da quella risposta,
arrestò il suo cammino ed iniziò a guardare la kunoichi con ancora più
sospetto. Da quando avevano lasciato la montagna degli Hokage, si era accorta
che qualcosa non andava nel comportamento della ragazza. Soprattutto da quando
aveva rivelato la notizia riguardante Naruto sul diventare Hokage. Aveva
l’impressione che lei non sapesse nulla a riguarda e,forse, i suoi sospetti non
erano del tutto infondati.
“Sc-scusa Hinata! Non so cosa mi sia
preso…….” esclamò la
rosa guardando la ragazza di fronte a se, sentendosi in colpa per quello che
aveva fatto. Non riusciva a capacitarsi della reazione avuta. Fin troppo
esagerata. Cosi si sentì in dovere di
scusarsi “……il mal di testa è dovuto alla
stanchezza. Ultimamente ho avuto
parecchio da fare in ospedale e quindi non ho potuto riposare come si deve. Ora
ho finalmente un po’ di tempo da dedicare a me stessa e questa festa è proprio
quello che ci vuole” rispose la kunoichi con un sorriso. Lei doveva andare
a quella festa, sentiva che li avrebbe finalmente ottenuto le risposte che
stava cercando.
Sakura cercò
di riprendere il suo cammino con disinvoltura, ignorando le preoccupazioni
della compagna. Konohamaru, invece, si trovava a pochi metri di distanza dalle
due ragazze, quindi gli era impossibile udire i loro discorsi. Ora come ora, la
sua mente e il suo spirito erano focalizzati sulla festa che lui stesso aveva
organizzato per Naruto. La kunoichi tentò di raggiungerlo ma venne nuovamente
fermata dalle parole di Hinata.
“Non lo sapevi, vero?” domando schietta la ragazza, mentre vedeva la
kunoichi arrestare nuovamente il passo. Non poteva vederla negli occhi, dato
che si trovava alle sue spalle, ma era sicura che, sul suo volto, si poteva
notare lo stupore e la tristezza che lei stessa stava cercando di nascondere al
suo sguardo.
“D-Di cosa parli?” sussurrò la rosa con una voce cosi flebile da essere a
malapena udibile.
“Non eri al corrente che il Quinto
Hokage aveva chiesto a Naruto di diventare Hokage”
Sakura
mantenne il silenzio a quell’affermazione. Hinata aveva subito centrato il
bersaglio. Sembrava che avesse un dono nel capire le persone. Sotto questo
aspetto, era molto simile a Naruto. Un altro segno che rendeva il loro legame
ancora più speciale.
“C-Come l’hai capito?” domandò
incuriosita la giovane ninja. Si domandava come avesse fatto la ragazza a
intuire cosi velocemente ciò che stava passando in quel momento. Era sicuro di
aver nascosto le proprie emozioni come sanno fare tutti i veri ninja.
“Semplice! Da quando c’è ne siamo
andati dal monte degli Hokage non hai spiccicato parola. Hai continuato a
tenere lo sguardo basso per tutto il tempo. Eri senz’altro in pensiero per
qualcosa, come se ci fosse una sorta di conflitto interiore dentro di te. Prima
hai cercato di evitare l’argomento dicendo che avevi mal di testa, ma, ho intuito
subito che c’era qualcosa che non andava. Hai iniziato a comportarti cosi da
quando ho parlato di Naruto e della proposta dell’Hokage. Eri
evidentemente molto stupita dalla
notizia, nonostante tu stessi cercando di nasconderlo. Dimmi la verità, cosa è
successo tra te e Naruto?”
Sakura
continuò a mantenere il silenzio. Teneva lo sguardo basso e stringeva i pugni
con forza. Sembrava che avesse davvero ingaggiato una lotta contro se stessa.
Intorno alle due ragazze si udiva solo il fruscio delle foglie e il rumore fastidioso
di una luce appesa al centro della strada.
Non
ricevendo alcuna risposta, Hinata si avvicinò alla kunoichi e le poggio una
mano sulla spalla, cercando di catturare la sua attenzione, quando si accorse
di una cosa che la sconvolse. Sakura
stava tremando. Sotto il tocco della sua mano poteva percepire chiaramente il
tremore e la frustrazione che stava prendendo possesso del corpo della
kunoichi.
“Sakura……tu…….”
“S-Sono…….patetica, non è vero?” sussurrò la rosa, stringendo con più forza i
pugni.
“Cosa?” domandò la ragazza, avvicinandosi per
guardarla in volto.
“Come ninja dovrei essere in grado di
controllare le mie emozioni, ma......io….n-non ci riesco. Fa……troppo male” esclamò la kunoichi, mentre le lacrime iniziarono a bagnarli il
viso. Ormai le proprie emozioni avevano preso il sopravvento su di lei. Hinata
sembrava leggerla come un libro aperto e questa cosa sembrava farla soffrire
ancora di più.
“Sakura…” sussurrò incredula Hinata. Era
evidente che la rosa stava soffrendo molto, ma non pensava di certo fino a
questo punto. Da questo poté intuire che la faccenda era più grave di quanto
pensasse. E il fulcro di quel dolore sembrava proprio Naruto.
“Scusami tanto, Sakura! Non pensavo
che stessi soffrendo cosi tanto. Davvero”
esclamò
Hinata abbassando la testa in segno di scuse. Si sentiva davvero mortificata
per ciò che aveva detto.
“Sniff! N-No, tranquilla. Non è colpa
tua” rispose Sakura , asciugandosi le lacrime e
incrociando lo sguardo con Hinata. “Ora
sto meglio. E’ stato solo un’attimo di debolezza. Tutto qui”
“Ascolta! Se non ne vuoi parlare non
c’è alcun problema. Io capirò. In fondo, la nostra amicizia non è cosi profonda
come quella tra te e Ino. Se tu non vuoi non fa……”
“No! Prima tu sei stata sincera con
me. Mi hai rivelato quelli che sono i tuoi sentimenti per Naruto. I tuoi pensieri, le tue paure e le
tue emozioni. Il minimo che io possa fare è ricambiare la tua sincerità. E’
solo che….”
“Mmh? Che cosa?” domandò incuriosita la mora, mentre guardava i pugni di
Sakura che stringevano con sempre più forza.
“Sono stufa di addossare agli altri i
miei problemi. Non sono più una
ragazzina. E, soprattutto, sono stufa di
apparire debole. Non lo sopporto. Nonostante io tenti disperatamente di
controllarmi, non faccio altro che piangere sulle spalle altrui, sperando che
qualcun’altro mi aiuti a risolvere i
miei problemi. Io non……non voglio più essere debole” rispose la ragazza lasciando uscire la sua
frustrazione e stringendo i pugni con tutta la forza. Alla fine, non poté impedire ad un’ultima lacrima di
venire fuori e di infrangersi sul suolo.
Stavolta fu
Hinata a non dire una parola. La sofferenza e la frustrazione che stava
provando la ragazza di fronte a lei erano molto forti. Non si stava parlando
solo di Naruto, ma di qualcosa di molto più profondo, radicato dentro di lei.
“Credi che piangere sia debolezza?” domandò istintivamente Hinata.
“Cosa?” Sakura spalancò gli occhi a quella domanda
cosi inaspettata. Hinata la stava guardando con determinazione e sicurezza,
rendendola ancora più maestosa e bella di quanto non lo fosse.
“Credi che parlare dei propri
problemi significhi essere debole? Confidarsi con chi ci vuole bene, sfogarsi,
piangere, lasciarsi andare . Pensi davvero che siano tutte debolezze?”
Sakura abbasso
lo sguardo. Non sapeva cosa rispondere. Probabilmente le sue parole avevano
offeso Hinata e questo la faceva sentire ancora più patetica.
“Forse hai ragione” rispose la mora con tranquillità, sorprendendo
la kunoichi che la stava guardando ad occhi spalancati “Molti considerano le lacrime un segno di debolezza, di inferiorità. Si
vergognano. Cercano in ogni modo di trattenersi, di controllarsi, di non
lasciare prendere il sopravvento alle proprie emozioni. Si cerca sempre di non
mostrare ad altri le proprie debolezze, soprattutto alle persone a noi vicine.
Non vogliamo che si preoccupino per noi e quindi cerchiamo di mostrarci forti e
sicuri quando, in realtà, non lo siamo affatto. Credimi, so molto bene cosa si
prova in questi frangenti” fini la
ragazza con tono triste. Anche lei in passato ha sofferto e pianto moltissimo. I ricordi del
passato iniziarono a farsi largo dentro di lei, facendo riaffiorare dolori
e sofferenze ormai dimenticati.
Essendo la
discendente del clan Hyuga, molti ragazzini la prendevano in giro e la
insultavano per via dei suoi occhi. Ai tempi, la giovane Hinata era molto
timida e non aveva molti amici pronti a difenderla.
Dopo la perdita
atroce di sua madre, Hiashi Hyuga, suo padre, l’ha cresciuta e allenata come
meglio poteva per farla divenire la futura erede e capoclan degli Hyuga. Una
responsabilità che ha dovuto portare e sopportare sulle proprie spalle sin da
bambina. Nessuno le ha mai chiesto ciò che volesse davvero. Se lei avesse avuto
l’intenzione di diventare il capo e la guida del suo clan, oppure se avesse
voluto essere una ragazza come tutte le altre. Purtroppo, da quando è nata, suo
padre e il suo clan avevano preso in mano il suo destino e avevano fatto di lei
quello che volevano, come se fosse una bambola. Nessuno parve comprendere
l’onere che doveva sopportare una
bambina cosi piccola. Nonostante fosse sempre circondata da servitori, al
comando di suo padre, la piccola Hinata si sentiva più sola che mai. Non aveva
nessuno con cui sfogarsi, piangere e lasciar andare le proprie emozioni.
Hinata aveva sempre creduto che colui che doveva diventare capoclan, la persona più forte del clan Hyuga, doveva essere Neji. Lui non era un ninja come tutti gli altri. Era un vero e proprio genio del combattimento. Sapeva usare il Byakugan come nessun’altro ed era il più adatto a ricoprire quell’incarico. Si venne a creare con lui una sorta di rivalità, un obiettivo da raggiungere e superare. Nonostante i due appartenessero allo stesso clan, Neji non era mai stato molto cordiale con lei. Odiava profondamente Hinata perché non la riteneva degna di prendere il comando del clan e odiava se stesso per essere nato nella casata cadetta.
Durante
l’esame di selezione dei Chunin, Neji tentò seriamente di uccidere Hinata.
I suoi occhi pieni di odio non davano alcuno scampo alla povera Hinata che fini sconfitta per mano di Neji. Nonostante il sostegno e l’incoraggiamento di Naruto, il risultato fu inequivocabile. Anche avendo dato il meglio di se stessa, non poteva nulla contro un vero genio come Neji.
Il dolore
provato dalla ragazza fu immenso . Ma non si trattava solo di dolore fisico,
era qualcosa di più profondo. In quel momento Hinata realizzò quanto fosse
grande l’odio che provava Neji nei suoi confronti.
Grazie alla sua forza di volontà, alla sua tenacia, alla sua determinazione e, soprattutto, alla sua imprevedibilità, Naruto era riuscito ad avere la meglio su di lui. Era riuscito ad aprirgli gli occhi che, per troppo tempo, erano chiusi dall’odio e dal rancore.
Da allora, divenne molto più protettivo nei confronti di Hinata e,
quando ne aveva la possibilità, la aiutava negli allenamenti quotidiani. Le cose fra i due ragazzi si riappacificarono.
Neji stesso era grato a Naruto per averlo salvato dalle tenebre. Per aver incontrato un’amico come lui. Fino a
che……
Nessuno avrebbe potuto prevedere
un’avvenimento simile. Veder morire Neji tra le braccia di Naruto, tra le
braccia di colui che lo aveva salvato in passato, è stata un qualcosa di
indescrivibile. Si è sacrificato per proteggere Hinata e Naruto dall’attacco
del dieci code.
Vederlo
sorridere, mentre esalava il suo ultimo respiro, può trasmettere emozioni e significati davvero contrastanti, dove un
semplice gesto,come un sorriso, può essere interpretato in maniera diversa.
Può voler
dire:
- Sono soddisfatto della vita che ho vissuto e
me ne vado senza alcun rimpianto.
- Ho
finalmente ripagato il mio debito con Naruto. Senza di lui non sarei mai
diventato ciò che sono oggi. Sarei sprofondato nell’odio e nell’oscurità più
totale, come è accaduto a Sasuke.
-Sono felice
di aver conosciuto Naruto, Hinata, RockLee, TenTen, il maestro Gai e tutti gli
altri. Grazie per essere stati miei amici. Grazie di tutto.
Ognuno di
noi può dare un’interpretazione diversa. Può arrivare addirittura a chiedersi
perché quella persona stia sorridendo anche se sta per morire.
Veder morire
qualcuno in guerra può essere considerata una cosa normale. Veder morire degli
individui di cui non si conosce nemmeno il nome. Alcuni diventano cosi insensibili da farci
l’abitudine. Questa è l’atrocità della guerra. Ma nessuno potrà mai abituarsi a
veder morire un’amico. E’ una sofferenza troppo grande, che nessun uomo potrà
mai cancellare del tutto dal proprio cuore.
“Tutti gli uomini, prima o poi,
conoscono la sofferenza e il dolore, senza alcuna eccezione. Fa parte della
vita di tutti i giorni. Anch’io in passato ho sofferto molto, non sono cosi
diversa da te. A volte, quando ripenso a mia madre,a Neji, a tutte le
sofferenze del passato, può capitare di farsi prendere dallo sconforto e di
lasciarsi andare in un pianto” esclamò Hinata
accennando un piccolo sorriso. Odiava ripercorrere le sofferenze del proprio
passato. La faceva sentire vulnerabile ed insciura. Ma, allo stesso tempo,
quelle esperienze gli avevano sempre insegnato qualcosa. L’avevano temprata
nello spirito, rendendola sempre più forte.
“Capisco perfettamente cosa vuoi dire . Anche a me capita di pensare ad eventi avvenuti in passato. Ad esempio, durante lo scontro contro Zabusa ho quasi visto morire Sasuke."
"Ricordo ancora la paura
che provai in quel momento. Il mio corpo non la smetteva di tremare. Per non
parlare del mio viso ricoperto di lacrime. Uff! In quel combattimento sono
stata completamente inutile. Se ne siamo usciti vivi da li è stato grazie al
maestro Kakashi, a Naruto e a Sasuke. Era la mia prima missione ed ero
troppo…….spaventata per riuscire a fare qualcosa”
“Be, era la prima volta che andavamo
in missione, no? Anch’io non ero stata in grado di fare granche durante la mia prima missione. Non essere
cosi dura con te stessa”
“Non è come pensi. Ci sono state
altre occasioni dove non sono stata in grado di fare niente. Quando Sasuke decise
di andarsene dal villaggio, pensai che ero l’unica a poterlo fermare dai suoi
propositi. Ma, ancora una volta, non fui in grado di fare niente. Cercai di
fare appello ai suoi sentimenti per convincerlo, pensai che l’amicizia che
nutriva nei confronti di Naruto e nei miei fosse più forte del suo desiderio di
vendetta. Ma mi sbagliavo. Anche rivelargli i miei sentimenti non fu
sufficiente a fermarlo”
“Cosa? Ti sei dichiarata a Sasuke?
Io…io non lo sapevo. Pensavo che lo
avresti fatto appena fosse tornata dal suo viaggio. E dimmi, Sasuke cosa ha
detto?” domandò
stupita ed incuriosita allo stesso tempo. Hinata non sapeva molto riguardo alla
fuga di Sasuke. Sapeva che Sakura aveva tentato di fermarlo ma che non c’era
riuscita. Non credeva che la kunoichi fosse arrivata a tanto pur di fermarlo.
Sakura
divenne improvvisamente triste. Quei ricordi le facevano ancora troppo male.
Hinata si accorse che, forse, aveva toccato un tasto dolente nel cuore della
kunoichi e decise che non era il caso di continuare a farle domade.
“Scusa. Non avrei dovuto una domanda
cosi indiscreta. Fa finta che non ti abbia chiesto niente” si scuso la mora. Non voleva forzarla
a parlare di cose troppo private.
“No. Figurati. Prima tu sei stata
sincera con me. Il minimo che io possa fare
è ricambiare la tua sincerità” rispose la kunoichi rivolgendosi ad Hinata con gentilezza.
“E’ stato un momento molto
particolare. Sasuke stava per andarsene via e io non sapevo che altro fare. Ero
disperata, frustrata. Ogni mio tentativo per riuscire a convincerlo è stato un
fallimento. Fino a che……..ad un certo
punto decisi di tentare il tutto per tutto. Mi dichiarai a lui, sperando che
decidesse di fermare questa sua follia. Sai, fui molto istintiva in quel
momento. La prima volta che ho detto ad un ragazzo “Ti amo” non è stata come me l’ero immaginato. Ho
sempre pensato che, per fare una cosa simile, ci volesse molto coraggio ed una
grande forza di volontà, soprattutto davanti al ragazzo che ci piace. Pero, mi
sono resa conto che………ciò che mi ha spinto a dire quelle parole non è stato il
coraggio e nemmeno la forza di volontà. Ciò che mi ha dato la spinta è
stata………la disperazione. Forse c’è stato anche un po’ di coraggio, ma la spinta
più forte è stata quella che mi ha trasmesso la paura e la disperazione. Avevo
capito che non si sarebbe fermato. Che probabilmente non sarebbe più tornato al
villaggio. Che la sua vendetta lo avrebbe condotto a morte certa. Consapevole
di quello che sarebbe accaduto, provai a lasciarmi andare e a gridargli i miei
sentimenti. In quell’istante, sperai che le mie parole lo avessero raggiunto.
Sperai che………..anche lui contraccambiasse in qualche modo i miei sentimenti. Ma
fu inutile” esclamò
Sakura con tristezza ed angoscia.
“E poi cosa successe? Sasuke cosa
disse?” domandò
curiosa la mora. Dato che Sakura le stava raccontando un’avvenimento importante
del passato, tanto valeva scavare fino in fondo.
“Con uno scatto fulmineo, Sasuke si
posizionò alle mie spalle. Per un’attimo, credetti davvero di averlo convinto.
Che avesse deciso di abbandonare il suo desiderio di vendetta e di rimanere al
mio fianco e al fianco dei suoi amici. Invece………si avvicinò a me, mi sussurrò
un “Grazie” e mi tramortì, facendomi perdere i sensi. Dopodiché se ne andò”
“Da-davvero è andata cosi? Un
semplice grazie e tanti saluti?”
Sakura fece
un cenno di assenso con la testa “A dire
la verità, ancora oggi mi chiedo cosa volesse dire con quel grazie. Può avere mille
significati diversi ,e ognuno di loro, può essere vicino o lontano dalla
verità. Per questo, appena Sasuke tornerà, andrò da lui e gli chiederò
spiegazioni. Voglio sentire la verità dalla sua voce. Voglio dare un
significato a tutto quello che ho passato. Voglio capire se lui ha mai provato
qualcosa nei miei confronti. Quel qualcosa che va oltre la semplice amicizia”
“Sei sicura che Sasuke risponderà
alle tue domande? Non è certo il tipo che parla di se. E’ un ragazzo molto
riservato e, conoscendolo, dubito che risponderà alle tue domande. Soprattutto
quelle riguardante i suoi sentimenti” esclamò Hinata ripensando al carattere del ragazzo. Non
riusciva ad immaginarsi un Sasuke che parlasse di amore o amicizia in maniera
aperta. Non sarebbe lui.
“Lo so. Ma io……..io ci proverò
ugualmente. Ci sono troppe cose da chiarire e mi sono stancata di aspettare. Mi
sono stancata di…..piangere, di soffrire, di versare lacrime per una persona a
cui non importa nulla di me” esclamò Sakura
cercando di reprimere ancora una volta le lacrime “Eheh! E’ buffo. Sembra quasi che io sia rimasta la stessa ragazzina di
un tempo. Ripeto sempre gli stessi errori”
“Uh? Cosa vuoi dire?” domandò Hinata, cercando di capire il
significato delle parole della kunoichi.
“Verso la fine della guerra, io ho………ho cercato di fermare Sasuke dai suoi folli propositi. Voleva uccidere nuovamente i 5 Kage ed aveva intrappolato tutti i cercoteri grazie ai poteri della sua nuova abilità oculare”
“Ancora una volta aveva ignorato le
mie parole. Come sei io non contassi nulla. Mi ha dato di nuovo della noiosa. E
come se non bastasse, ha usato un genjutsu per farmi svenire. Uff! Alla fine,
ho dovuto fare affidamento ancora una volta su Naruto. Lui è stato capace di
farlo tornare indietro mentre io………non ho potuto fare nulla. Ho avuto bisogno
del suo aiuto. Di nuovo”
Mentre
Hinata ascoltava le sue parole, dentro la sua mente iniziarono a formarsi
innumerevoli domande. Cosa provava Sasuke per lei. Come potesse Sakura amare
una persona come lui. Un’assassino che ha ucciso molte persone per sola
vendetta. Come mai, invece, non avesse iniziato a provare qualcosa per Naruto.
La persona che gli era stata accanto per tutto il tempo, con cui aveva
condiviso gioia e sofferenza.
Pero……..adesso
sembrava proprio Naruto una delle principali cause della sua sofferenza.
“Aveva ragione Naruto. Quel giorno,
al campo d’allenamento. Mi disse….”
“Le persone cambiano, Sakura………ma alcuni restano sempre gli
stessi”
“Era ovvio che si stesse riferendo a
me……….e aveva ragione. Sono sempre la stessa. La solita ragazzina piagnucolona
che non fa altro che affidarsi agli altri per risolvere i propri problemi.
Sono……sono debole”
“No! Non è vero. Sei una kunoichi
eccezionale. Al livello di Tsunade. Ai salvato innumerevoli vite durante la
guerra. Non sei affatto debole. Adesso sei solo confusa e stanca. Per questo
motivo dici queste cose” esclamò Hinata, tentando di
tirarla su di morale.
Sakura
apprezzò molto il tentativo di Hinata e disse “Io…..io ti invidio, sai. Tu
Hinata, sei diventata molto forte. Non
sei più la ragazzina timida ed insicura di un tempo. Crescendo sei diventata
una bellissima donna ed una ninja formidabile, sicura dei propri sentimenti,
determinata, impavida e con il coraggio di non arrendersi mai, proprio come
Naruto. Io in confronto a voi due sono….”
“SMETTILA SAKURA! Tu – non sei -
debole” urlò Hinata,
scuotendo la kunoichi per le spalle mentre la guardava negli occhi.
“SI INVECE, E TU LO SAI. Non faccio
altro che piangere e piangere, come in passato. Anche se sono diventata una
ninja medico per aiutare le persone, per non essere più considerata una persona
inutile, non sono abbastanza forte da affrontare i problemi della vita da sola.
Ho sempre bisogno che qualcuno mi dia una mano, che mi diano dei consigli. Per
questo Sasuke ha detto che sono noiosa ed è per questo che Naruto si è
allontanato da me. Sono stufa. Non voglio più piangere . Non voglio più che altri si preoccupino dei
miei problemi, voglio essere forte abbastanza da poterli affrontare da sola. Voglio
essere forte. Voglio diventare una donna indipendente, che sa badare a se
stessa. Voglio cambiare. Voglio….voglio…..crescere” esclamò Sakura con foga, mentre abbassava nuovamente la testa
per evitare di guardare la ragazza di fronte a se.
Le sue
ultime parole furono quasi un sussurrò. Hinata stessa riuscì a malapena a
sentirle, ma, in qualche modo, riuscì ad intuire cos’avesse detto la kunoichi.
Stava davvero parlando sul serio e questo non faceva altro che rendere più
evidente quanto fosse grande la sua sofferenza. Inoltre, Sakura aveva detto
apertamente che Naruto si era allontanato da lei. Questa era la prova
inconfutabile che c’era qualcosa di grave che stava compromettendo il rapporto
d’amicizia tra Naruto e Sakura. Che la stava dilaniando dall’interno e che la
faceva dire quelle parole. Non era solo la partenza di Sasuke l’origine della
sua sofferenza, ma proveniva anche dal
ninja biondo.
Entrambe le
ragazze rimasero in silenzio per qualche secondo. Nessuna di loro osava
guardarsi negli occhi.
Sakura aveva
condiviso con Hinata la sua frustrazione e il suo dolore. Anche se triste, adesso
si sentiva finalmente libera da un peso
portato dentro per troppo tempo.
Hinata
voleva davvero aiutare la kunoichi. Ripensando alle parole “cambiare” e “crescere” le torno in mente la se stessa di qualche
anno fa. Quando quelle due parole erano il suo obiettivo, il suo scopo nella
vita. Un obiettivo raggiunto attraverso lacrime, sofferenza, ma anche dal
coraggio, dalla determinazione e dalla voglia di cambiare.
“Perchè le persone piangono?”
“Che
vuoi dire?” domandò confusa
la kunoichi, non comprendendo il senso della domanda.
“Insomma, cosa succede fisicamente?” Hinata la stava fissando con tutta la
sicurezza che possedeva. Voleva farle capire che tutto ciò che avrebbe detto
d’ora in avanti era la pura verità.
“Beh,
i dotti lacrimali di base hanno la funzione di lubrificare e proteggere
l’occhio. Quando si ha un’emozione questi hanno una reazione esagerata e
formano le lacrime” rispose Sakura
facendo appello alle sue conoscenze in campo medico. Le sembrava la risposta
più ovvia e logica da dare.
“Perché? Perchè hanno questa reazione?” domandò la mora con più insistenza.
“I-io….non
lo so…..forse le persone non hanno il controllo delle proprie emozioni…”
“Forse…….o forse l’emozione diviene talmente intensa
che il corpo non riesce a contenerla. La mente e i sentimenti diventano troppo
forti e il tuo corpo soffre” rispose
Hinata con semplicità.
Sakura la
guardò sbalordita. Per quanto la sua risposta potesse risultare ovvia e
semplice, basata sulla logica, la risposta di Hinata era più coscienziosa, più
profonda, più…….umana.
“Vedi Sakura, tutte le persone piangono, senza nessuna
eccezione. La maggior parte delle lacrime che versiamo durante la nostra vita
sono lacrime di dolore, di sofferenza. Piangiamo quando….
…….perdiamo una
persona noi cara……
...quando siamo
tristi….
…quando abbiamo
paura….
….oppure quando ci
sentiamo soli…..
“….ci sono molte ragioni per piangere. Può trattarsi
di dolore fisico, ma anche emotivo. Gelosia, rabbia, disprezzo, delusione,
vergogna. A seconda di quanto è forte quel sentimento una persona può
piangere oppure no. Dipende molto anche
da quanto è sensibile o emotivo l’individuo. Non siamo tutti uguali dopotutto.
“Quindi, le persone piangono solo quando soffrono……..”
“No! Ti sbagli. Il dolore e la sofferenza non solo
l’unica causa scatenante di una singola piccola lacrima.
“Come fai a dirlo? Cos’altro può esserci di cosi forte
da farci piangere?” domandò con
insistenza la kunoichi.
“La felicità!” rispose la mora con un sorriso “ Questo tipo di emozione è il più difficile da provare e da
raggiungere. La felicità, la gioia, la soddisfazione, l’orgoglio di aver
raggiunto un’obiettivo dopo tanti sacrifici. Questo tipo di emozione è più
grande e più forte di qualsiasi dolore o sofferenza. Trasformare le lacrime di
dolore in lacrime di gioia è una cosa che ha dell’incredibile. Sono sicura che
anche tu le hai provate, almeno una volta. Ricordi lo scontro con Pain?”
……tu, io e tutti gli
abitanti del villaggio stavamo piangendo dalla disperazione….
….nessuna speranza, nessuna gioia….solo morte, dolore e sofferenza…..
….ma, alla fine,
Naruto è arrivato e ci ha ridato la speranza……
….quando è tornato al
villaggio, dopo aver sconfitto Pain, tutti eravamo felici…..
……le lacrime di
dolore erano diventate lacrime di gioia……
“Hai….hai ragione, Hinata. Anche quando ho visto
Naruto e Sasuke vivi e vegeti, dopo il loro scontro finale, ho pianto di gioia.
Avevo una paura tremenda di perderli
entrambi. Inoltre, Sasuke era finalmente tornato se stesso dopo tanto tempo” esclamò Sakura con
un triste sorriso.
“Tu dici di voler cambiare, di voler crescere......ma
ancora non ti sei resa conto di essere già cambiata, di non essere più la
stessa ragazza di prima. Tutte le nostre esperienze passate, tutte le persone
che abbiamo conosciuto e perduto lungo il nostro cammino, tutte le nostre
sofferenze, ci hanno sempre insegnato qualcosa nella vita. Ci hanno fatto
crescere e maturare in maniera quasi inconsapevole. Ci hanno resi sempre più
forti. E questo vale anche per te, Sakura. Ci dev’essere stato un momento nella
tua vita dove qualcosa dentro di te ha iniziato a muoversi, a reagire, a
cambiare”
Ascoltando
le parole di Hinata, la kunoichi iniziò a toccarsi i suoi capelli rosati.
Un’avvenimento del suo passato le tornò alle mente. Il momento in cui aveva
detto basta alla se stessa del passato. Il giorno in cui sarebbe nata una nuova
Sakura, che avrebbe lottato al pari dei suoi compagni, che avrebbe lottato per
difenderli dai pericoli.
“E’ vero. Quel giorno io…promisi a me stessa che sarei cambiata”
“Che non sarei più stata un peso per i miei compagni”
“Che non sarei rimasti più alle loro spalle”
“Che non avrei avuto più alcun bisogno di protezione”
“Quel giorno io....per i miei amici, per il mio orgoglio di
ninja e per me stessa…”
….sarei diventata forte, avrei camminato davanti a Naruto e
Sasuke…”
“Quel giorno… in quel preciso istante….anche se di poco…io sono
cresciuta”
“Hai
ragione. Io non sono più la stessa di un tempo. Nessuno di noi lo è. Cambiare e
maturare fanno parte della crescita di
ogni individuo” esclamò la kunoichi con
determinazione “Tutto
quello che hai detto è giusto. E solo che…..ho sempre pensato che cose
come……piangere o chiedere aiuto agli altri significasse essere deboli. E’ una
cosa che non sopporto….mi fa sentire troppo vulnerabile”
“Ti capisco, Sakura. Anch’io la penso come te. A
nessuno piace far vedere le proprie debolezze agli altri. Per questo motivo
cerchiamo sempre di apparire forti e sicuri di fronte agli altri,anche se, in
fondo, non lo siamo affatto. Pero, sono
convinta di una cosa…………..Piangere può anche essere considerata una nostra
debolezza……ma è la prova che noi tutti siamo esseri umani. La prova che abbiamo
un cuore, una coscienza, un’anima. Quindi non c’è nulla di cui vergognarsi. Non
c’è niente di male nel lasciarsi andare qualche volta, nell’esternare le nostre
emozioni, belle o brutte che siano” rispose Hinata con sincerità.
“E’ vero, ma………è difficile lasciarsi andare. Anche se
quello che dici è giusto, chiedere aiuto quando abbiamo un problema, quando
siamo tristi, sfogarsi, piangere, queste sono cose che molte persone
preferiscono tenersi dentro. Alcuni lo fanno per orgoglio, altri semplicemente
se ne vergognano. Ammettere a se stessi di essere in difficoltà è una cosa
troppo dura da accettare, per questo molte persone scelgono di risolversi i
propri problemi da soli”
“Cercare di risolvere i problemi con le proprie forze
è una cosa ammirevole. Pero, ci sono cose che non possiamo risolvere o
affrontare da soli. Prendiamo ad esempio Sasuke. Hai cercato di fermarlo,
quando ha cercato di fuggire dal villaggio, ma non ci sei riuscita.
Probabilmente era una cosa che andava aldilà delle tue capacità. Per questo ti
sei rivolta a Naruto. Lui era l’unico che avrebbe potuto convincere Sasuke a
tornare indietro”
“Ma Naruto sarebbe intervenuto anche se non
gliel’avessi chiesto. Sai come è fatto, no. Per lui Sasuke è come un fratello e
l’avrebbe inseguito fino in capo al mondo pur di riportarlo indietro. Avrebbe
potuto anche ignorare la promessa che ci eravamo fatti e andare avanti per le
sua strada” esclamò Sakura con convinzione. Naruto
considera Sasuke il suo migliore amico. Era ovvio pensare che sarebbe partito
al suo inseguimento anche senza che glielo avesse chiesto.
“Ma lui non ti ha ignorata, ti ha aiutata e sai
perché……..perchè sei sua amica. Non ci dev’essere nessuna altra ragione. Forse
Naruto sarebbe partito alla sua ricerca in ogni caso. Ma il fatto che tu sia
andata da lui, non ha fatto altro che incentivarlo ancora di più. Gli hai dato
una motivazione più forte. Lui sa quanto tieni a Sasuke e avrebbe fatto di
tutto per aiutarti. Per vederti felice. Quando siamo in difficoltà possiamo
sempre rivolgerci alle persone che ci vogliono bene, alle persone di cui ci
fidiamo. Famigliari o amici. Sono certa che
loro ci aiuterebbero in ogni caso. E anche se non fosse cosi, farci dare
dei consigli oppure semplicemente parlare o sfogarci con loro, potrebbe essere
un aiuto più che sufficiente. Non trovi?”
“Gia! E’ bello avere tanti amici che sanno aiutarti
nel momento del bisogno. Anche se…..ultimamente non sono più sicura che tra me
e Naruto ci sia ancora amicizia” Sakura fece
un sospirò profondo e continuò “Si, è vero. Non
sapevo che la signorina Tsunade avesse chiesto a Naruto di diventare Hokage.
Questa cosa mi ha distrutta. Mi sento……delusa. Il Naruto che conoscevo avrebbe
urlato al mondo intero il giorno in cui sarebbe diventato Hokage. Scommetto
che è per questo che ha organizzato la
festa, no? Vuole darsi alla pazza gioia senza avere me tra i piedi” esclamò la kunoichi
con rabbia.
“Non so se Naruto ha accettato o meno l’incarico. Mi
aveva detto che voleva pensarci un po’ su prima di decidere. Chissà, forse ha
davvero accettato e ha deciso di dare una festa in suo onore. Eheh! Mi viene da
ridere solo a pensarci. Quello che no capisco è…….perchè tu non ne sapevi
niente? Avete litigato, per caso?” domandò Hinata con curiosità. Dal modo in cui
Sakura parlava di lui, la cosa doveva davvero essere seria. Per quale motivo
Naruto avrebbe dovuto nasconderle una cosa cosi importante? Si domandava tra se
e se.
“I-Io non lo so. Non so che diavolo sta
succedendo……sono……sono confusa. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato……qualcosa
che l’ha ferito, che gli ha fatto prendere le distanze da me…non lo so….” Rispose confusa la ragazza. Non sapeva cos’altro
dire. Tante domande e ancora nessuna risposta.
“L’hai fatto?” domandò improvvisamente Hinata guardandola
seria in volto “Hai fatto qualcosa che avrebbe potuto ferire Naruto?”
continuò
con ancora più insistenza la ragazza. Il solo pensare che Sakura avrebbe potuto
far soffrire ancora Naruto, dopo tutto quello che ha passato, le faceva venire
una rabbia che lei stessa non credeva di possedere.
La
kunoichi arretrò di qualche passo sentendo le domande insistente di Hinata.
Riusciva ad avvertire una sorta di rabbia provenire dai suoi occhi bianchi.
Iniziò a pensare che forse non era il caso di parlare con lei di questa cosa.
Avrebbe potuto fraintendere.
“N-No. Ma cosa vai a pensare, Hinata. Non potrei mai
far soffrire Naruto. Lui è…..è…..il mio migliore amico. No? Probabilmente mi sto solo facendo dei problemi
inutili. Naruto si sarà solo dimenticata di dirmelo. Vedrai che appena
arriviamo a casa di Shikamaru, correrà da me come se niente fosse e mi dirà
tutto quanto “ rispose Sakura con poca convinzione. Era evidente
che stava mentendo e a Hinata non sfuggi questo dettaglio. Lei odiava le
persone che mentivano, soprattutto se quelle persone erano suoi amici.
“Ora ascoltami bene, Sakura” esclamò minacciosa la mora, avvicinandosi a passi lenti verso la giovane ninja “Prima abbiamo parlato di debolezze, di sofferenza, di lacrime,
di aiuto, di sincerità e di fiducia. Tutto quello che abbiamo passato noi non è
minimamente paragonabile a ciò che ha passato Naruto.Tutte le sofferenze che ha
dovuto patire sin da bambino, la solitudine, il dolore, le lacrime che ha
dovuto versare senza che nessuno gli desse conforto. Ha sempre combattuto per
farsi accettare da tutti e, alla fine, dopo tanti sacrifici c’è l’ha fatta.
Io…….io non voglio più vederlo soffrire. Mai più. Non so se tu sia stata
sincera con me, dicendo quelle cose, per voglio dirti questo…………
…io odio le persone che
mentono a loro stesse!
Sakura iniziò a tremare
leggermente. Quelle parole erano cosi famigliari, cosi dirette, cosi forti, da
farla spaventare. Cominciarono a venirle i sudori freddi e le mani iniziarono a
raggrinzirsi. Un chiaro segno che si stava innervosendo. Hinata le stava
mettendo addosso una pressione incredibile, il solo guardarla negli occhi le
trasmetteva paura. Un paura derivata dal fatto di trovarsi dalla parte del
torto.
“Non
mi importa se mi hai mentito. Non sono una persona cosi superficiale. Pero, se
hai fatto soffrire Naruto ancora una volta, giuro che non te lo perdonerò mai.
Mai! Quindi, te lo chiedo ancora una volta…”
“…Hai fatto soffrire Naruto?”
Ciao a tutti, ragazzi :)
Eccomi di nuovo qui ^^ Chiedo di nuovo scusa per il
ritardo. Scrivere un capitolo in piena estate è difficile quanto scalare
l’Everest a mani nude. Almeno per me XD
Comunque, questo capitolo è stato particolarmente difficile da scrivere e spero ne sia valsa la pena :) Inizialmente doveva essere diviso in due, ma poi ho deciso di pubblicarlo tutto insieme, in modo da non creare discontinuità. Spero non sia troppo pesante :)
Inoltre,
Nvu mi sta dando problemi e non so perchè. Ad un certo punto
sembra che cambi il formato del carattere e non sono riuscito a
modificarlo :(
Ancora una volta ringrazio tutti coloro che mi
seguono e che recensiscono la mia storia. Sono sempre curioso di sapere cosa ne
pensate e non vedo l’ora di leggere i vostri commenti ;)
Spero di aver fatto un buon lavoro e che questo
capitolo sia di vostro gradimento :)
Grazie ancora a tutti voi e scusatemi per il
ritardo ^^
Un saluto e al prossimo capitolo :)
Leon92