Film > Dragon trainer
Segui la storia  |       
Autore: Skrill rider    06/08/2015    4 recensioni
Primo libro di una serie, in cui si vedrà Hiccup e i suoi amici in una delle più grandi avventure della storia dell'isola di Berk. In questo primo libro Hiccup e i suoi amici hanno ancora quindici anni, e la Morte rossa è stata sconfitta solo da qualche mese. Durante un normale addestramento, incontreranno una persona speciale, che rimarrà con loro e li aiuterà a sventare le trame malvage di un nuovo nemico, tanto astuto quanto crudele. Tra combattimenti, viaggi, intrighi e minacce i nostri eroi si ritroveranno a dover ostacolare la distruzione non solo di Berk, ma probabilmente di tutto il mondo, e durante la storia scopriranno verità nascoste, nuove isole, strane creature...
E come finirà? Ci sarà un lieto fine? E se sarà così, il finale sarà davvero felice, o ci saranno dei veli di tristezza?
Non vi resta che leggere e seguire i cavalieri di Berk nelle loro più grandi avventure, narrate in queste cronache.
Buona lettura e buona avventura!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Berk'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La cella era buia e umida. Arkius se ne stava immobile giocherellando con la pelliccia dei suoi stivali. Quanto tempo sarà passato? Dov’era Fulmine? Mille domande simili a questa gli si affollarono nella mente. E intanto il tempo passava. E lui stava immobile, all’erta.

Passarono due ore, forse, aveva perso la cognizione del tempo.

Fu riscosso dai suoi pensieri dal rumore di passi e una voce grossa che diceva:- La colazione! Tutti in piedi! È l’alba!- ed ecco che l’uomo, a quanto pareva il carceriere, passava nelle celle distribuendo pane secco. Più che un uomo era un gigante. Grosso, muscoloso e pelato, vestito con dei vestiti sudici e strappati e con un pesante mazzo di chiavi legato alla cinta. Altro che un paio d’ore, era rimasto in quella cella per tutta la notte!

Quando Arkius ricevette il pane secco, non lo prese subito, ma rimase a fissarlo.

Improvvisamente sentì una voce:- Ehi! Pss...- sussurrava.

Arkius non si mosse.

-Ehi!- chiamò di nuovo quella voce. Era una voce dolce, che lo fece come rilassare. Doveva appartenere a una ragazza.

-Sei morto, per caso?- chiese di nuovo.

Stavolta il ragazzo girò lievemente la testa e vide, nella cella di fronte alla sua, la figura in ombra di una ragazza. Aveva pensato giusto.

-Ah sei vivo!- esclamò lei –da quanto sei qui?-

Arkius sedette vicino alle sbarre e prese il tozzo di pane.
-Sono qui da stanotte.- mormorò in risposta.
-Ah!- rispose lei con un risolino –io da un paio di settimane.-
Arkius la fissò:- E come ti hanno presa?-
Lei cambiò posizione e iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli.
-Beh- disse –ero imbarcata con dei mercanti, che sono stati la mia famiglia per tutta la mia vita. I miei genitori...diciamo che non erano entusiasti all’idea di una figlia femmina.- sospirò –quando ero una neonata mi abbandonarono su una spiaggia. I mercanti mi hanno trovata e mi hanno cresciuta sulla loro barca. Ho viaggiato tantissimo, sai?- disse lei facendo un sorriso, invisibile a causa della penombra.
Arkius non rispose, si limitò a mantenere un comportamento rispettoso, come di un bambino a cui viene raccontata una fiaba.
-E comunque- concluse lei –in un nostro viaggio verso Berk hanno intercettato la nostra nave e ci hanno catturati.-
Arkius iniziò a mangiare il pane.
-E tu? Come sei stato catturato?-
Il ragazzo rimase un attimo pensieroso, quasi come se non sapesse la risposta, o non la volesse dire, ma poi le raccontò per filo e per segno la sua storia. Arkius era fatto così, sempre schivo, ma quando gli si diceva di parlare, parlava anche troppo. La ragazza ascoltava attenta.

-Come ti chiami?- chiese lei quando lui ebbe finito.
-Arkius Granit- rispose.
-io sono Eyvind- disse lei –non ho un cognome, non me l’hanno mai detto.-
-Quanti anni hai, Eyvind? Io 16.-
-Anch’io!-

Dopo poco arrivò di nuovo il carceriere, che disse a tutti di uscire. I prigionieri furono liberati dalle celle e si diressero in un corridoio, che conduceva direttamente all’uscita. Iniziarono a marciare tutti quanti in direzione delle miniere. Eyvind si affiancò ad Arkius e lo salutò. Finalmente la poteva vedere. Era leggermente più bassa di lui, aveva i capelli rossi, tenuti indietro da una fascia di cuoio, e la pelle chiara, con qualche lentiggine. Aveva un fisico slanciato e snello. Vestiva con degli abiti piuttosto semplici. Aveva degli stivali marroni scuro, con la pelliccia nera, un paio di pantaloni marroncini, una casacca marrone scuro legata in vita da una cinghia nera, e un giubbotto senza maniche leggero e di pelliccia nera.

Ad Arkius ricordò una ninfa dei boschi, non aveva visto mai nulla di così...semplicemente bello. Non capiva cosa gli succedeva, si sentì le guance scottare e il sangue non arrivava più al cervello. Scosse violentemente la testa per scacciare questa sensazione e si concentrò sul camminare.

Non passò molto, che lui disse:- Io devo scappare.-
-Non si può.- replicò lei.
-Io devo farlo.-
-Perchè?-
-Perchè ho degli amici da aiutare!- esclamò lui, spazientito.
Lei parve offesa dal suo comportamento, e lui, senza sapere il motivo, sentiva un bruciante desiderio di consolarla.
-Senti...non volevo...io...- balbettò.
Lei riprese il sorriso, apprezzando il suo tentativo.
-Scappiamo insieme.- le propose.
-Non lo so- mormorò lei –io non ho nessuno la fuori. Tutti i miei amici mercanti sono morti durante l’attacco.-
-Avrai noi, potrai far parte della nostra compagnia.- provò a convincerla lui.

Lei ci pensò abbastanza a lungo, ma poi accettò.

Per prima cosa avrebbero dovuto cercare Fulmine, che era prigioniero in un sotterraneo, nella fortezza, quindi dovevano tornare indietro.

Ma non c’era verso, con tutte quelle guardie.

All’improvviso Arkius iniziò a sentire un odore strano, ma familiare.

-Cos’è questa puzza?- chiese Eyvind tappandosi il naso.

-È gas di bizippo.- rispose il ragazzo, capendo cos’era successo.

Guardò in alto e scorse una freccia nera che attraversò il cielo con un fischio.

-Arrivano i rinforzi.- sussurrò all’amica –al mio segnale salta dove salto io.-

Il gas di bizippo diventava sempre più denso, avvolgendo le guardie, che stavano sul lato destro della fila di schiavi, e iniziavano a tossire e a sentirsi male.

Ad un tratto Arkius sentì il rumore che stava aspettando: la scintilla.

-Ora!- gridò. Lui e Eyvind si buttarono a sinistra, un attimo prima che il gas esplodesse, facendo saltare in aria i soldati.

Ecco che si sentirono entrambi presi per le spalle. Arkius era stato preso da Sdentato, Eyvind da Tempestosa.

-Ce ne avete messo di tempo!- gridò il ragazzo a Hiccup.
-Perché? Ti sei annoiato?-

Eyvind, invece era spaventatissima e urlava come una pazza.

-Chi è questa qui?- chiese Astrid tappandosi le orecchie.
-Non è un problema se ne parliamo dopo, vero?- tagliò corto Arkius.

Recuperare Fulmine fu semplice, dato che aveva capito quello che stava succedendo e aveva distrutto ogni cosa finchè non era riuscito ad uscire.

-Ehi! Bello!- lo salutò Arkius saltandoci a bordo e invitando Eyvind a fare altrettanto –ma che casino hai fatto eh? Rettile pazzo!- disse di nuovo allo skrill accarezzandolo energicamente, cosa che il drago parve gradire.

Tornarono insieme al villaggio, e ad accoglierli trovarono Stoick, Skaracchio e il mercante Johan, che aveva fatto scalo in quel momento.

-Che gioia vedervi di nuovo sani e salvi!- esclamò il capo abbracciando, o meglio, stritolando Hiccup, mentre il fabbro se la rideva sotto i baffi.

-Oh! Giovani cavalieri di Berk! Ho saputo dei terribili avvenimenti che stanno accadendo qui, e sono giunto a portarvi delle nuove armi!- salutò Johan –ma adesso devo ripartire, mi aspettano ancora molti viaggi da fare, molti tesori da scambiare…-

-Johan!- lo interruppe Eyvind –ti ricordi di me?-

Il mercante la guardò bene e poi esclamò:- Oh! La mia cara Eyvind! Quanti affari buoni ho portato a termine con la tua nave! Ma dove sono i tuoi compagni marinai?-

-Morti…- mormorò lei.

Johan parve per la prima volta interdetto:-Oh! Ehm…- balbettò.

-Non è che mi potresti ospitare sulla tua barca per traghettarmi a un isola, che poi ti indicherò? Li troverei una nuova vita.- chiese lei.

Arkius si sentì morire dentro:- Ma come? Non vuoi restare con noi?- chiese, cercando di non far vedere quanto fosse sconvolto.

-Mi dispiace, Arkius, mi piacerebbe stare qui con te…ehm…con voi- disse lei arrossendo un po’ –ma la mia vera casa è il mare, ci ho passato la vita, e…- non seppe andare avanti. Scoppiò a piangere. Ma non era un pianto rumoroso. Lacrime scendevano dolcemente e silenziosamente sulle sue guance, ma lei mise tutta sé stessa per trattenere i singhiozzi, che però ogni tanto le sfuggivano lo stesso. Abbracciò Arkius, che diventò rosso come Zanna curva.

Quella sera, al tramonto, Eyvind era pronta a partire.

Lei e Arkius stavano l’uno di fronte all’altro sul molo. Arkius non piangeva, e non l’avrebbe fatto. Così era temprato lui. Non aveva mai pianto per la tristezza o la malinconia. Per la gioia o la commozione sì, ma mai quando c’era da essere tristi.

Per la prima volta la guardò negli occhi…erano castani. Come i suoi! Anche lei veniva dalle isole del sud. Però adesso era l’ultima cosa che gli importava.

-Mi mancherai- le disse.
-Anche tu…sei stato un buon amico, anche se per un giorno solo.- rispose lei-
-Addio.- concluse lui abbassando lo sguardo.
-Addio.-

Mentre lei stava per salire, la bloccò. –Aspetta!-

Le prese la mano e le diede la piuma di gabbiano che portava nei capelli lunghi e folti.

-Per ricordarti di me.-

Lei, rispose togliendosi una collanina fatta con un dente di squalo e regalandogliela.

-Per prometterti che ci rivedremo.-

A questa sua ultima affermazione Arkius fu sollevato. Ma lo fu ancora di più quando lei si sporse e gli diede un veloce bacio sulla guancia. Poi salì sulla barca, che salpò.

Arkius rimase a fissarla e a salutarla con la mano finchè non fu lontana.

Si voltò e trovò Hiccup e Astrid che lo fissavano con le braccia incrociate.

-Tutto bene, amico?- domandò Hic.
-Non lo so. Ho la faccia che scotta.- gli rispose.
-È quello che si prova quando si è innamorati.- disse Astrid.
-Non mi è mai successo.- concluse Arkius prima di saltare a bordo di Fulmine e andare via.

-Sì, è proprio cotto!- esclamò Astrid.

Poi diede a Hiccup un bel bacio, e si avviarono verso casa.

 

ANGOLO AUTORE

 

Ciao a tutti! Ok non so quanto vi sarà piaciuto questo capitolo, ma ce l’avevo in testa e quindi ho deciso di scriverlo. Volevo dare anche ad Arkius una storia un po’romantica. Perché? Chiedetelo a quel folle del mio cervello ahahah! Beh, al solito vi invito a recensire. Il prossimo capitolo inizierà a rendere la storia un po’ più intrigante ve lo prometto ahahah! Va bè, spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto almeno un po’.

Ciao!

PS: un’ultima cosa, tra due giorni vado al mare ed è probabile che per una settimana non riuscirò a pubblicare niente. Però mi rifarò al ritorno.

Voglio ringraziare a tutti quelli che hanno detto che sta proseguendo bene la mia storia, in particolare quelli che mi hanno corretto e hanno detto che non gli piace, ma la adorano. Ahahah!

Alla prossima!

Skrill rider

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Dragon trainer / Vai alla pagina dell'autore: Skrill rider