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Autore: Soleil Jones    06/08/2015    2 recensioni
{ MINI LONG — Hogwarts, 1995/'96 }
Estratto: [...] « Lo sai? Alle volte, davvero, ti odio. »
Hope you like it,
Soleil
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Lee Jordan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Attenzione! — Ci sono dei riferimenti, in questo capitolo, a degli scritti di Word_shaker, quali questo & questo. Non dico che siano fondamentali per capire la storia, no, ma vi assicuro che sono spassosissimi e molto, molto ben scritti!
 
 
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La perla di saggezza dei gemelli


Vi porrò una domanda: possono due persone che passano quasi ogni secondo insieme e che paiono un solo essere scisso in due litigare? — Difficile, direte voi; se consideriamo i soggetti in questione potremmo dire addirittura: “Impossibile!”.
Eppure è successo, una volta e una sola – per quel che ne sappiamo –, che Fred e George Weasley litigassero. Un evento che nessuno di tutti coloro che vivevano a Hogwarts in quel periodo potrà mai dimenticare.
Accadde in inverno. Era oramai giunto anche al castello; il cielo — più grigio del normale e carico di nuvoloni — sembrava voler annunciare che no: la stagione delle nevi non sarebbe finita tanto presto.
E neve significava divertirsi, dare il tormento agli altri, fare battaglie alla stregua di bambini di cinque anni. . . Umbridge permettendo, ovviamente.

«Le converrebbe non girovagare per il cortile.» osservò Fred una sera, mentre parlava con il fratello e con Lee, stringendosi spalle.
«O in riva al Lago Nero.» aggiunse George in tono annoiato, seppur con un luccichio sinistro dardeggiante negli occhi color nocciola e un sorriso sornione dipinto in volto.
«O a Hogsmeade.» ridacchiò l’altro, dando la parola d’ordine alla Signora Grassa.
«Diciamo, insomma, che per il suo bene dovrebbe rintanarsi nel suo ufficio fino a maggio.» concluse Lee.
«Già, insieme ai suoi amabili micetti.» annuirono all’unisono i gemelli, dirigendosi verso i divanetti vicino al camino dove Harry ed Hermione assistevano al battibeccare di Ron e Ginny.
«Potete piantarla, voi due?» esordì esasperata la bruna Grifondoro, alzandosi dalla propria poltroncina. «Ecco, prendetevela pure, così ne avrete una ciascuno!»
«Non è la stessa cosa. C’ero prima io, qui.» sibilò Ginny.
«No che non c’eri!» sbottò Ron. «Quando siamo arrivati non c’era nessuno.»
«Per forza, sono dovuta andare in bagno!»
Mentre Lee – in un’alzata di spalle e un borbottio divertito – si dirigeva ai Dormitori maschili, George scrollò il capo e andò ad occupare il posto agognato dai due fratellini minori con la massima nochalance, beccandosi da questi ultimi un risentito: «Ehi!»
«Non siete un tantino cresciutelli per queste cose?» ribadì il più grande, facendo cenno ad Hermione di riaccomodarsi.
«Lo siete. E poi—» aggiunse Fred, affondando le mani nelle tasche dei pantaloni. «—tra i due litiganti il terzo gode. Non si dice così?»
Mentre Ginny faceva loro il verso, Ron li guardò torvo: «Direste così se dopo una giornataccia arrivaste in Sala Comune, vi andasse a sedere e un attimo dopo sbucasse qualcuno che cerca di scacciarvi dalla poltrona più vicina al fuoco?!»
«Continua così e al fuoco ti ci avvicina Ginny, Ronnie!» ridacchiò Fred. 
«E poi sei un Grifondoro, no? Questa non è anche la casa dei galantuomini?» lo sbeffeggiò George.
«Perché tu stai dimostrando galanteria, vero?»
Il rosso si strinse nelle spalle. «La chiamano eccezione che conferma la regola.»
«E se ti stai preoccupando per il mio meraviglioso e stanco fondoschiena, be’, non devi.» si intromise Fred. « Noi conosciamo la condivisione, vero, Georgie
Il rosso citato sorrise al gemello con fare complice e si spinse ulteriormente contro lo schienale, allargando le gambe e battendo le mani sullo spazio vuoto. «Certo, Freddie, vieni qua!»
Se quei due riuscirono a stare su una sola poltroncina in quel modo fu solo merito dei loro fisici slanciati e asciutti, chiaro, ed Hermione quasi fu tentata di invitare i due Weasley più piccoli a prendere esempio dai loro fratelli maggiori — questo prima di ricordarsi che razza di soggetti fossero i suddetti esempi da seguire. 
Ma per Ron e Ginny – reduci da un episodio estivo alquanto estremo, almeno per le loro giovani menti – il modo in cui Fred abbandonò il capo contro l’incavo della spalla di George e la nonchalance con cui quest’ultimo circondò una spalla del gemello con un braccio mentre stiracchiava le gambe furono causa di mutismo.
Una sbiancò e sbarrò gli occhi, l’altro arrossì fino alla punta delle orecchie e prese a grattarsi una guancia guardando altrove; non fu difficile, per i gemelli, intuire che immagine avessero — volutamente — rievocato nelle menti dei loro fratellini.
Mentre Ginny schizzava via farfugliando un: «Buonanotte» nonostante fossero appena le otto e mezza di sera, Harry ed Hermione guardarono perplessi Ron.
«Ma che cos’hai?» domandò confuso il Bambino Sopravvissuto, sventolando una mano davanti al viso del rosso il quale, sobbalzando, tornò tra loro.
«Niente!» Sbottò. «E voi due — voi due potreste tenervi certe. . . certe cose per quando siete da soli?»
«Ma di cosa— Oh.» 
Evidentemente l’episodio del Platano Picchiatore dell’anno prima era ancora ben scolpito nelle menti di molti, persino di persone come Hermione.
«Frenate le fantasie perverse, bambini.» Li ammonì con una smorfia di sufficienza e un sorrisetto malandrino Fred, picchiettando le dita sul ginocchio destro del gemello.
«Anche tu, Harry, non c’incanti mica, sai?» aggiunse George ridacchiando. Al che il sopracitato si mosse a disagio sulla propria poltrona, rivolgendo la sua totale attenzione alla tappezzeria della Sala Comune. 
«Volevamo solo dare a te e a Ginny una lezioncina.» proseguì George.
A quel punto fu chiaro che Ron rischiava l’autocombustione.
«Non il discorso del pestello e del calderone!» esordirono contemporaneamente Fred e George.
«A quello ci dovrebbe aver già pensato papà.» fece Fred.
La teoria sopracitata altro non era che un futile tentativo di un al tempo giovanissimo Bill Weasley di rispondere alle domande scomode di due piccoli Fred e George. Se l’avessero spiegata a Ron erano certi che quest’ultimo non avrebbe più visto alla stessa maniera né le erbe che spiaccicava con il pestello, né il calderone fumante in cui poi andava a versarle. E lui non era una cima in Pozioni di suo. Non gli volevano così male. 
«Si spera. Non è che con noi sia stato tutto questo granché.»
«Ma mamma ci farebbe a pezzetti se gli togliessimo l'onore di ritentare.»
«Non ha ancora digerito la storia dell’anima gemella.»
«Già. No, Ron, la nostra prima—»
«—ed ultima—»
«—lezione di vita è sull’amore fraterno.»
«Guarda me e Fred!»
«Ci hai mai visti litigare sul serio?»
Ron lanciò un’occhiata imploratrice a Hermione e Harry, prima di rispondere con un secco: «No.»
«Incredibile. Davvero?» domandò Hermione. «Proprio mai, mai
«Mai.» Negarono risoluti i gemelli.
«Prima di vedere questi due litigare è più facile che Piton dia le dimissioni per amor nostro.» rincarò la dose Ron. «Non so quale delle due opzioni sia la più stramba.»
Dalla loro poltroncina, Fred e George sogghignarono in modo egualmente soddisfatto, prima di alzarsi.
«Sì, be’, trasmessa la nostra perla di saggezza leviamo le tende.» annunciò Fred con fare pimpante, passando di fianco al fratello con un: «Abbiamo molte, molte cose da fare. Vero, Juanito
Ammiccò in direzione del fratello il quale, dinnanzi alle facce sbigottita dei tre maghi più piccoli, si premurò di sfoggiare il suo miglior sorriso malizioso. «Puoi scommetterci, dolcezza! Vedi di assimilarla, questa perla, Ronnie. Senza inghiottirla, potresti strozzartici.»
Scompigliò i capelli di Ron e si avviò con Fred verso le scale dei Dormitori maschili.

 


Note dell'autrice
  • Fred chiama "Juanito" George — è niente di più e niente di meno che un nomignolo affettuoso usato dal Fred che ruola con il mio George.
  • La fanfiction è già stata ultimata e avrà davvero pochissimi capitoli (due, tre, maybe) per cui sarò veloce ad aggiornarla.
​Spero vivamente che vi piaccia. Lasciate pure un parere, se vi va, e mi raccomando: attenti agli istinti fraterni di quei due piccoli demoni. ewe
A presto,
Soleil
  
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