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Autore: Soleil Jones    07/08/2015    2 recensioni
{ MINI LONG — Hogwarts, 1995/'96 }
Estratto: [...] « Lo sai? Alle volte, davvero, ti odio. »
Hope you like it,
Soleil
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Lee Jordan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il Torrone della disfatta


Inutile dire che, con tutto quel che stava accadendo a Hogwarts quell’anno nei giorni che seguirono sia Ron che gli altri accantonarono la conversazione avuta con i gemelli. Hermione, in particolare, più che su quella si concentrava sulle sperimentazioni dei prodotti Weasley.
«Dovete smetterla di coinvolgere i ragazzi del primo anno con tanta leggerezza!» era ciò che più frequentemente diceva loro, venendo puntualmente ignorata.
«Buongiorno, Prefetto Perfetto!» salutarono in coro Fred e George una mattina a colazione, andandosi a sedere vicino al terzetto composto da Harry, Ron e Hermione. 
«Non scomodarti, oggi non abbiamo ancora rischiato di nuocere a nessuno.» esordì George prim’ancora che la ragazza potesse aprir bocca. Tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un paio di caramelle e le mise sul tavolo. La stessa cosa fece Fred, che aggiunse: «Vedi? Solo rifornimenti per le noiose ore di lezione che ci separano dal pranzo.»
Detto ciò, allungò una mano per prendere una fetta di pane e del burro. George invece optò per una tazza di latte, in cui versò una dose generosa di caffè e due cucchiai di zucchero.
Potevano essere alti, dinoccolati e perfettamente in salute, ma a giudicare dal modo in cui iniziarono a raccattare cibarie sarebbe stato più plausibile definirli dei profughi.
«Non hanno nulla da invidiarti, eh?» commentò ironico Harry, passando a Ron un tovagliolo perché si pulisse il mento sbrodolato di latte e – si suppone – cereali.
«Fecchéovichi?» domandò a bocca piena il rosso.
Hermione fece una smorfia, emettendo un gemito disgustato.
«Sei una gioia per gli occhi, Ron.» commentò sarcastica Ginny, arrivando in quel momento e sedendosi affianco a George. L’interpellato non ci fece caso e, ignorandola, continuò a mangiare.
«Sai che il suo cervellino non si mette in moto se non a colazione conclusa.» Disse Fred alla sorellina in un sogghigno, addentando il suo pane. «Vuoi, George?»
«Certo.» Annuì il rosso, con la tazza a pochi centimetri dalle labbra. La allontanò e, dal cumulo di cibarie accatastate attorno al piatto del fratello, ne prese una a casaccio, addentandola. «Oh, Harry, complimenti per non esserti ancora fatto punire di nuovo, comunque.»
«Già, Angelina non è mai stata più di buonumore di oggi. E quest—» Nemmeno il tempo di finire la frase che uno starnuto interruppe Fred. Anche se non fu lui a produrlo, ma George.
Non fu il gesto in sé a zittirlo, ma il sangue che schizzò sulla manica del suo maglione e sulla tovaglia.
A bocca aperta, tutti guardarono George, il quale starnutì di nuovo, così forte che cadde all’indietro dalla panca.
Ron, di fronte a lui, si alzò di scatto e si sporse in avanti. «Miseriaccia!»
«Per Merlino!» esclamò sbiancando Ginny, aiutando il maggiore a rimettersi a sedere. «Che cos’hai, George?!»
Quest’ultimo fece per risponderle, ma non poté; il sangue colava a fiotti dal suo naso. Fred, affianco a lui, rise di gusto.
«Oh, mamma! Scusami tanto, George, ma— sul serio! Hai per sbaglio ingerito un Torrone Sanguinolento
«Che cosa ci trovi di divertente?!» chiese esterrefatta Hermione, mentre Harry passava quanti più tovaglioli possibili a Ginny, la quale prontamente li premette sul naso sanguinante del fratello.
«Dovevi fare più attenzione.» Lo riprese Fred, seppur ancora ridacchiando.
«Quel Torrone Sanguinolento l’hai tirato fuori tu.» Fu la risposta secca di George, accompagnata da uno sguardo torvo. «Le mie erano semplici caramelle!»
«Non farla tanto lunga, ti accompagno in infermeria e Madama Chips farà qualcosa.»
«Torrone Sanguinolento. . . possibile che non abbiate di meglio da inventarvi?» gemette stancamente Hermione, Evocando ancora dei fazzoletti. «Fred, smettila di ridere.»
«Infatti, piantala.» esordì George con voce soffocata, mentre lanciava sul tavolo, davanti al fratello, dei tovaglioli che ormai più che tali parevano degli stendardi di Grifondoro. «Il dosaggio stavolta è opera tua.»
Disgustato, Fred si allontanò, ribattendo: «Pensa se te ne fossi occupato tu! Staresti morendo dissanguato!»
«Perché, genio, ora come ti sembro?!» domandò inacidito l’altro ragazzo, gesticolando nevroticamente mentre Ginny tentava di tenerlo fermo per poterlo aiutare a tamponare il sangue.
«Esagerato, ecco come mi sembri! Avresti potuto metterlo via quando mi hai visto tirarlo fuori.»
«Oh, ma certo, è ovvio! Ma dico, scherzi?! Chi sono io, la tua balia o tuo fratello?»
«Difficile a dirsi, visto che mi stai sempre attaccato al didietro.»
Il vociare dei Grifondoro cessò e parecchie forchette e cucchiai tintinnarono mentre venivano lasciati cadere.
«Ehm. . . perché non lasci che ti accompagniamo in infermeria, George?» s’intromise in tono conciliante Harry. O almeno ci provò, ma venne bellamente ignorato.
«Questa è bella! Sei tu quello che non sa stare da solo!»
«Per forza! So che non dureresti un attimo senza di me!»
Ron non emetteva un fiato e guardava a occhi sgranati i fratelli mentre questi continuavano a discutere, alzando il tono man mano che continuavano.
«Il mondo sta finendo.» esalò Lee, seduto dall’altro lato della tavolata. Al sentire che i due avevano preso a dirsene di tutti i colori si alzò e li raggiunse di corsa. «Ragazzi, andiamo, vi stanno guardando tut—!»
«Faccia da Troll!» urlò Fred.
«Testa di Botubero!» urlò George.
E nel mentre tutti si volavano prima a guardare uno e poi l'altro, smarriti.
«Zuccone!»
«Egocentrico!»
«Pallone gonfiato!»
«Pappamolla!»
«Scassaboccini!»
«Doxy impotente!»
«Faccia da Gargoyle!»
«Non rivolgermi mai più la parola, idiota!» fu la condivisa conclusione.
Così, mentre le mascelle di tre quarti dei presenti crollavano a terra, George si alzò furioso slacciandosi la cravatta per tamponare il naso colante, dirigendosi furioso fuori dalla Sala Grande.
«Vado a cercare un vaso da notte.» Sbottò Fred, alzandosi a sua volta e facendo per uscire a passo di carica.
Non appena si ritrovarono entrambi al portone, si votarono a guardarsi urlandosi contro: «Cos'è, mi segui? — Io? No, tu! — Smettila! No, tu pianta— argh
E si separarono.
A quel punto, Lee balbettò sconvolto: «Alla fine è successo. . .»
«E quel che è peggio, Piton è ancora insegnante—!» aggiunse piagnucolando Ron.
  
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