Capitolo 2 Oltre il mondo
 
«Questa vecchia catapecchia è ancora in piedi?»
«Ho chiesto a Tony di aggiustarcela»
I due fratellastri guardavano la piccola casetta a schiera nel New Jersey che era stata ricostruita esattamente come era stata prima che Amora la facesse esplodere. Sulla porta questa volta però si vedeva benissimo il simbolo di un martello celtico come quelli che i vichinghi disegnavano come una croce al rovescio.
«Vogliamo vedere com'è all'interno?»
Entrarono e scoprirono che era molto diversa da come la ricordavano: infinitamente più moderna, arredata con i semplici colori tenui che andavano di moda in quel periodo tra gli uomini mortali. Oltre le loro finestre non più circondate da carta da parati improponibile, silenziose automobili a levitazione scorrevano sulla strada.
«Buon giorno, signori» fu una voce meccanica che li accolse all'interno.
«Chi è a parlare?»
«Oh, è Friday, l'intelligenza artificiale di Stark, l'ha fatta caricare nell'impianto della casa in modo che possiamo gestire tutto al meglio e per avere informazioni sul cambiamento della società umana»
Loki osservava degli orribili cagnolini di ceramica con la testa che molleggiava da un lato all'altro «Cambiamenti … quanto possono essere diversi gli umani dall'ultima volta che sono stato qui? Al massimo Stark avrà fatto una nuova invenzione …»
«Loki, sono passate due generazioni!»
L'altro si rizzò e lo guardò stranito «Di già?»
«Credo proprio di sì! Il Tony di cui parlavo io è il nipote del Tony che conosci tu. Dovresti vederlo, ha una folta chioma rosso fuoco»
«Io lo dicevo che gli umani muoiono come mosche! Giusto il tempo di viaggiare un po' e già sono finiti tutti!»
Thor rise «Ti porterò a cena da lui e sua moglie uno di questi giorni»
«Sognatelo!» disse in modo melodrammatico prima di infilare le mani nelle tasche degli abiti umani – rigorosamente neri e verdi- e cominciare a fare un giro nelle stanze.
Thor lo seguì per tutto il tragitto, fino a che non arrivarono alla camera da letto matrimoniale al piano di sopra.
«E cosa diavolo è quella … cosa?» commentò Loki.
«O cielo!» Thor scoppiò a ridere, avvicinandosi al letto. Sulle lenzuola bianche, al centro del materasso era adagiato un vecchio e impolverato giocattolo di gomma piuma «La tua giraffina verde!»
«Perdonami?» chiese disgustato Loki. Thor gliela agitò davanti al viso «La adoravi quando eri un bambino e vivevamo qui! Solo io posso dirti quanto era onnipresente! Non fosse mai che ti addormentassi senza di lei! E poi mi si conficcava nei fianchi quando ti agitavi la notte! È bellissimo che sia ancora integra e che Tony l'abbia ritrovata!» la agitò e la guardò come se fosse la cosa più meravigliosa dell'universo.
«Ma per carità, che sentimentale. Io me ne vado»
«Non vuoi abbracciare di nuovo il tuo giocattolo? Lei ti voleva bene!»
«Le Norne me ne scampino!» Loki fece un'impagabile espressione terrorizzata prima di uscire dalla stanza. Thor lo rincorse «Ma no, ora la farai piangere! Lei era così affezionata a te!»
«Addio, Thor. Sii felice con il tuo nuovo amore»
«Dove vai! Aspetta! È così che tratti chi ti ama di più?»
«Invitatemi al matrimonio!»
Thor lasciò il giocattolino sul comò all'ingresso e si precipitò sulle scale dove afferrò Loki per la vita. Risero entrambi mentre il biondo lo tirava di nuovo nella camera da letto «Al massimo sarà il tuo testimone di nozze!»