Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Somriure    06/08/2015    3 recensioni
Una vacanza per abbattere ogni pregiudizio.
Una vacanza per dimostrare la propria personalità.
Una vacanza per cambiare.
Harry, diciassettenne timido e impacciato con le ali tarpate dai genitori troppo severi e oppressivi.
Louis, ventunenne ribelle e solo, allontanato da tutti per stupide credenze e pregiudizi.
Sotto la luce del grande Faro si incontreranno e diventeranno amici.
Forse dalla loro amicizia nascerà qualcosa di più; forse la luce del Faro li farà scottare e allontanare per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


L'alba dietro di lui proiettava la sua ombra sulla sabbia.

Harry, armato di fogli e carboncino, era impegnato a completare un vestito da sera per la sua collezione estiva.

Nella sua famiglia si era sempre parlato di moda e Harry, sapendo disegnare, aveva coltivato la passione dello stilista. Si sentiva portato per quel lavoro. Si impegnava molto per la realizzazione di quegli abiti, quando disegnava, si sentiva parte del mondo, non solo un piccolo essere dipendente dalla famiglia.

-Ehi Ciambella! Che ci fai qui? Louis lo sa che sei scappato?- chiese al gatto del faro che si era appena acciambellato ai suoi piedi.

Harry lasciò a terra la sua matita e iniziò ad accarezzare il pelo morbido di quel gattone rosso.

Il micio inizió a fare le fusa e il ragazzo lasció dei gradevoli grattini sul collo dell'animale.

-Sei proprio un coccolone tu, eh?-

Da lontano, dietro un albero, un ragazzo dagli occhi del colore del mare e i capelli del colore della paglia, osservava la scena intenerito. Non voleva disturbare il suo amico, ma la voglia di stare accanto a lui era tanta, così attraversó la strada sterrata e si avvicinò.

-Buongiorno Hazzold!- esclamò con voce squillante. Harry sobbalzó. Credeva di essere da solo con il gatto. Immediatamente arrossí. Proprio non si aspettava di trovarsi davanti il suo amico, migliore amico, in tutta la sua bellezza.

-L...lou, è. ..è tanto che mi stai osservando? -

-Il giusto per capire che sei un vero tenerone!- rispose ridacchiando. Harry diventó ancora più rosso.

-Stupido gatto ciccione, quante volte devo dirti di non scappare via dal faro? - esclamò Louis prendendo di peso il micio che soffiava e miagolava indispettito.

- Harry, tu gli piaci! Non si fa accarezzare mai da nessuno! Dovresti venire quando devo fargli il bagnetto! Magari riesco per una volta a non ritrovarmi con le braccia di un autolesionista! - ridacchió Louis. Harry sorrise.

- Aspettami qui! Porto lui a casa e ritorno da te! - disse il ragazzo del faro con il suo sorriso luminoso. Harry annuì e tornò ai suoi disegni.

Il riccio non fece neanche in tempo a sfumare la manica del suo vestito che una voce dietro di lui lo fece sobbalzare.

- E' proprio bello, Harry. Hai un vero talento! Lo indosserei se fosse in commercio! - esclamò Louis. Harry sorrise e continuó a disegnare. Non si vergognava più a disegnare davanti a Louis, il ragazzo del faro lo riempiva sempre di complimenti e ad Harry facevano piacere; non ne riceveva spesso, quindi lo facevano sentire apprezzato e importante.

- Tuo padre li ha mai visti? - chiese il ragazzo.

- No, n...non credo che po...potrebbero p...p..piacergli, sono molto diversi dalla....dalla linea di m...m...moda che s...s...segue lui.-

-Secondo me li apprezzerebbe. Potrebbe prendere spunto per una nuova collezione. Potrebbe assumerti, darti uno stipendio! Non ti piacerebbe Haz?-

-Sí, m...moltissimo.- mormorò il riccio abbassando il capo.

-Allora perché non glieli mostri!- lo incitó Louis con uno dei suoi sorrisi magici, uno di quei sorrisi ai quali Harry non sapeva dire di no.

Harry sorrise con gli occhi verdi, pieni di speranza. Solo in quel momento Louis si rese conto che forse non sarebbe stata una buona idea, forse Des non avrebbe apprezzato i disegni di Harry, forse lo avrebbe denigrato come al solito. Ma il sorriso di Harry era così luminoso che Louis non se la sentì di spegnerlo.

-Vieni, andiamo a provare il tuo nuovo costume giallo!- propose Louis. Harry sorrise e annuì entusiasta.

Quando furono in prossimità della spaggia, Louis si tolse la maglia, la gettò a terra e corse a perdifiato fino all'acqua del mare, buttandosi poi con un tuffo a bomba.

Harry decise di imitarlo, così si tolse la maglia, la piegò e la adagió a terra accanto a quella di Louis. Poi iniziò a correre, inciampando talvolta sui suoi passi, ma riuscendo sempre a rimanere i piedi. Infine, arrivato davanti all'acqua, iniziò ad immergersi molto lentamente, preparando ogni parte del corpo alla temperatura rigida del mare.

Louis ridacchiava schizzando Harry con le mani e con la bocca. Il riccio lo guardava indispettito provando anche lui a difendersi, ma senza procurare alcun fastidio all'amico che ormai era abituato al freddo dell'acqua.

Dopo buoni dieci minuti Harry ancora non era riuscito ad entrare completamente, così Louis, dopo essersi immerso nell'acqua, prese il suo amico riccio per le gambe e con un leggero colpo, ma ben assestato, lo tirò giù in acqua. Harry fece in tempo solo a fare un mugugnio contrariato prima di precipitare tra le onde del mare e tra le braccia del suo Louis.

-Oh, ce l'abbiamo fatta, Hazzold!- disse quando il suo amico rispuntó dall'acqua sputacchiando e tossicchiando.

Harry lo guardò solamente con uno sguardo minaccioso prima di sorridere in modo furbetto, prendere una manciata di sabbia e spiaccicarla sulla testa di Louis.

-Vuoi la guerra, Hazza? L'avrai! Non sono certo uno che si lascia intimorire!- disse prima di lanciarsi sul suo corpulento amico, che, non essendo molto forte, cadde con un forte spostamento di acqua.

I due iniziarono a schizzarsi e a calarsi in acqua a vicenda. Quando entrambi furono abbastanza stanchi si lasciano cadere sulla riva, cullati dalle onde del mare.

I due rimasero in silenzio per qualche istante, cercando di recuperare il fiato. Louis però aveva una domanda in testa da un po' di giorni, voleva togliersi un dubbio, doveva chiarire delle cose con se stesso e per farlo aveva bisogno di Harry.

-Di che orientamento sessuale sei, Harry?-

-O...o...o...orie...orientamento s...s..s...se...se...sess...sessuale? C...c...c..che.... che inte...intendi?- chiese Harry arrossendo di colpo.

-Preferisci Johnny Depp o Julia Roberts?- chiese con un esempio esplicativo.

-N...n...n...non l..lo s...s....s...so. N..non ci ho m...m...m...mai pe...pe...pensato, credo.- rispose Harry diventando se è possibile ancora più rosso.

-Oh beh, dobbiamo rimediare! Voglio che tu faccia una cosa per me, Hazzold: devi baciare una ragazza.- disse Louis tirandosi seduto.

-Una r...r...ragazza?- chiese Harry stralunato.

-Sì, Harry, hai presente? Personcine dolci e carine con una leggera o accentuata protuberanza all'altezza del petto.- spiegò Louis in modo beffardo.

-Conosco qualche ragazza.- sbottò Harry indispettito. -Va bene Gemma? Per...per... per il... il ba...bacio.- chiese Harry mormorando.

Louis scoppiò a ridere coprendosi la bocca con le mani.

-No, Harry, tua sorella non va bene!-

-Non credo che...che qualche raga...ragazza possa e...e...es...esssere inte...intere...interessata a m...m...m..me in quel senso.-

-Oh, non preoccuparti, qualcuna si trova sempre! Taylor ad esempio! Lei, dopo che ha rotto con Ed, sarebbe capace anche di mettersi con un tonno. Non che tu sia un tonno, eh.- disse Louis. -Prova a baciare Taylor!-

-Ma...ma ..ma come de..de..devo fa..fare?-

-Devi andare da Tay e dirle cose dolci, tipo sei bella, cose così. Poi prendi e la baci. Non è difficile, Haz!-

-N..n...n...non credo di...di...di fa...farcela.- borbottò Harry.

-Oh sciocchezze! È la cosa più facile del mondo! Credo in te, Harry!- lo incitó Louis.

-P...pr...proverò.- mormorò Harry rassegnato.

Louis gli scompigliò i riccioli, poi si lasciò cadere nuovamente sulla sabbia umida. Harry lo imitò ma con la testa colma di pensieri.

-L...lou, t..t..tu sei g...g...gay!-

-Certo Haz!- rispose Louis senza guardare l'amico.

-All...allora q...quando devo...devo p...p...provare a d...d...d...dare un b..b...b...bacio ad un m...m...m...ma...maschio, po...posso b..b...b..baciare... te?- farfugliò arrossendo.

Louis lo guardò e scosse il capo.

-Harry, faresti bene a farti piacere il bacio con Taylor. Essere gay è un grande problema!- detto questo si alzò e iniziò a fissare il riccio dall'alto. Esitó un attimo prima di scappare verso il faro.

Harry rimase lì, con le gambe nell'acqua e la bocca spalancata. Non credeva di aver detto qualcosa di brutto. Perché Louis aveva reagito così?!

Harry si alzò e dopo aver recuperato la sua maglietta, tornò di corsa a casa sua fiondandosi in cucina.

Spalancò lo sportello del frigo e quello della credenza, e prese tutto quello che riuscì a reggere con le mani: patatine, un vasetto di nutella e uno di maionese, merendine al cioccolato, cornetti alla marmellata, avanzi di pizza e quattro Polaretti alla cocacola. Poi prese tre manciate di caramelle e le infilò in tasca.

Sarebbe quasi riuscito ad arrivare in camera sua se la voce minacciosa di sua sorella non lo avesse bloccato, colto in fragrante.

-Harry, che cavolo pensi di fare con tutto quel cibo!? Riportalo immediatamente in cucina!- sbraitò Gemma puntandogli il dito contro.

Harry sbarrò gli occhi, lasciò cadere il cibo a terra e corse in camera sua sbattendo la porta e chiudendosi a chiave.

Gemma era trasecolata, chi aveva ridotto il suo fratellino così?!

Improvvisamente la porta si riapí. Harry uscì dalla stanza con i capelli più ordinati e le lenti a contatto agli occhi. Aveva addosso una camicia bianca a maniche corte e dei pantaloni neri.

Gemma lo guardò ancora più perplessa.

-D...dove stai andando conciato così?- chiese ridacchiando.

-Sto andando a scoprire me stesso.- disse Harry con un tono molto serio.

Gemma annuì sorridendo sotto i baffi. Preferiva di gran lunga l'Harry bizzarro che l'Harry troppo attaccato al cibo.

Harry uscì di casa. Doveva trovare Taylor e darle quel bacio. Non era difficile. Doveva solo trovarla, farle un complimento e unire le sue labbra con quelle della ragazza. Facile. L'aveva visto anche nei film!

Voleva dimostrare a Louis qualcosa. Non sapeva cosa, ma si sentiva in dovere di far vedere che anche lui era qualcuno. Louis sarebbe stato fiero di lui. Se non desiderava baciarlo aveva tutte le sue ragioni, non poteva obbligare nessuno. Neanche lui si sarebbe baciato.

Così si diresse verso il centro abitato, fino al bar di Perrie. Sapeva che avrebbe trovato lì Taylor.

-.-.-.-.-.-.-.-.

Louis camminava sulla sabbia bollente a piedi nudi. Era pensieroso. Aveva trattato male quel piccolo gigante indifeso. Harry non se lo meritava.

Ora non sapeva che fare. Se si fosse presentato a casa sua avrebbe dovuto dare delle spiegazioni alla sua famiglia e sicuramente sarebbe passato per un poco di buono e lui non si sentiva tale. A volte aveva i suoi momenti no, ma non era una cattiva perosna.

Quando Harry gli aveva fatto quella proposta, per un attimo nel suo cuore aveva provato gioia, ma poi improvvisamente tutte le cose brutte a lui successe dopo il coming out, la litigata con i suoi amici, l'indifferenza dei suoi concittadini, passarono davanti ai suoi occhi.

Harry era troppo fragile per affrontare tutto questo. Non l'avrebbe permesso. Doveva difenderlo, non gettarlo lui stesso nella tana dei lupi.

Così era scappato. Quando la situazione si faceva difficile Louis scappava sempre. Era una testa calda di solito, ma in questi casi non sapeva mai come reagire. Quindi scappava.

-Ehi Lou!- interruppe i suoi pensieri una voce con un forte dialetto irlandese. Louis da molto tempo aveva cancellato dalla memoria del suo cervello quella voce, quindi quando alzò lo sguardo e vide un ciuffo biondo e due occhioni azzurro cielo, rimase sorpreso.

Louis con rabbia cambió direzione, ma Niall lo bloccò con la mano.

-Ti prego, voglio parlarti!- lo implorò.

-Dopo quattro anni? Nah, grazie. Ti ho rimosso dalla mia vita ormai, non mi ricordo neanche come ti chiami.-

-Ottimo! Ricominciamo! Mi chiamo Nia...-

-Niall, non ho alcuna intenzione di tornare ad essere tuo amico. Non provare neanche a chiedermelo. Ho sofferto troppo. Non posso dimenticare.- Louis provó nuovamente ad allontanarsi, ma Niall gli bloccò la strada.

-Ti prego Lou, ho bisogno di te. Ho bisogno del mio migliore amico.- disse e, bloccando sul nascere la protesta di Louis, continuó. -Lo so che ti ho abbandonato, lo so che sono stato un pessimo amico, ma ogni mattina mi alzo e sono incompleto. Mi manchi tu, Louis. E non ce la faccio più.-

Louis lo guardò attentamente prima di rispondere:

-Devo pensarci. Lasciami i miei spazi.- disse, poi finalmente si incamminò verso il faro.

In cuor suo aveva già perdonato Niall, come si faceva tenere il broncio ad un folletto irlandese amante della buona cucina?!

Era contento che il ragazzo si fosse finalmente esposto. Louis sapeva di non essere nel torto, presto anche gli altri lo avrebbero capito.

-.-.-.-.-.-.-

Harry si avvió verso casa dopo il suo disastroso appuntamento.

Non capiva perché il mondo dovesse avercela così tanto con lui, era una brava persona in fin dei conti.

Era intenzionato a realizzare almeno una delle due proposte di Louis, così andò in camera sua e, dopo aver ingoiato quattro merendine senza neanche masticare più di tanto per il nervosismo, staccò dal suo blocco tutti i disegni migliori per mostrarli al padre. Li rilegó ordinatamente e, dopo aver preso un bel respiro, aver aperto la porta, essere tornato indietro per dare otto morsi ad un panino al salame che era nascosto sotto il suo letto da due giorni, prese coraggio e varcó la porta con i suoi disegni.

Des era intento a leggere un libro in arabo sul divano. Lui era un uomo colto, sapeva moltissime lingue. Era molto assorto, quindi Harry decise di aspettare il momento migliore rimanendo in piedi.

-Perché mio figlio mi sta deconcentrando rimanendo impalato come un pollo alle mie spalle?- sbottò Des chiudendo con violenza il libro e voltandosi di scatto.

Harry rabbrividí, ma con una forte ondata di coraggio si sedette accanto al padre porgendogli i fogli.

-L...li ho....ho...f....fa...fatti i....i...i..io.- mormorò a testa bassa.

-E cosa dovrebbero rappresentarmi quattro scarabocchi di un ragazzo ritardato?- disse Des sfogliando in modo rude i fogli. Harry prese una manciata di caramelle che erano nella ciotolina sul tavolino e le ficcò in bocca.

-No Harry, sono molto curioso. Rispondimi ti prego.- disse gettando in malo modo i disegni del ragazzo sul tavolinetto. Nella caduta rovesciarono una tazzina di caffè e si macchiarono tutti.

Harry era rimasto pietrificato, aveva tenuto in considerazione anche questo aspetto, ma non credeva che ci sarebbe rimasto così male.

-P...p...p...pe..pensavo c...c....c...c...c..ch...che po...po...potessero piacerti.- mormorò.

-Come pensi che possano piacermi? Davvero reputi la mia casa di moda di così basso livello? Harry mi stai offendendo! Pensavi di entrare a lavorare con me in questo modo? Te lo puoi scordare! Te lo devi sudare il posto, come ha fatto tua sorella Eleanor!- urlò alzandosi in piedi e iniziando a stringere Harry per il collo.

-Che cavolo sta succedendo!- disse Gemma scendendo le scale. Subito Das lasciò il collo di Harry e iniziò a spiegare con ironia.

-Questo qui, sperava di poter entrare nella nostra casa di moda con quattro scarabocchi da ritardato!- lo umiliò ridacchiando. Poi prese i disegni di Harry e li stopicciò lanciandoli poi a terra come se fossero spazzatura.

Ad Harry cadde il mondo addosso. I suoi disegni giacevano a terra, rovinati da colui che avrebbe dovuto custodirli.

Voleva piangere, ma lui era un uomo, cavolo. Non poteva piangere per ogni cosa.

Gemma e suo padre si urlavano a vicenda, Eleanor sogghignava comodamente sul divano, Anne si aggirava per la casa non sapendo cosa fare e Harry era pietrificato. Non sentiva più niente. Le cose intorno a lui accadevano a rallentatore. Era come in una bolla. Cadde in ginocchio.

Si accorse di aver smesso di respirare solo quando Anne gli porse il suo inalatore.

Improvvisamente si alzò in piedi, si fiondò in bagno e si sciacquò la faccia per riprendersi un pochino.

Quando si tirò su, notò con enorme disappunto che dei segni violacei si erano formati dove suo padre lo aveva stretto. Doveva nasconderli in qualche modo, così andò in camera sua e frugò nell'armadio di Gemma.

Trovò un foulard viola con i fiori gialli e se lo avvolse attorno al collo. Sperava solo che nessuno avesse fatto domande. Era l'ultima cosa di cui aveva bisogno.

Scese al piano di sotto e notò che la sua famiglia era ancora nel pieno della discussione: Gemma era rossa di rabbia e inveiva contro suo padre brandendo un ombrello, Des era tutto sudato e un'orrenda vena sul collo pulsava violentemente. Eleanor ridacchiava ancora, e Anne dalla disperazione si massaggiava le tempie con gli occhi chiusi.

Nessuno notò Harry entrare in cucina e rubare un pacco di patatine formato famiglia. Nessuno sentì Harry sbattere la porta e uscire.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Louis, mentre lucidava la lampada del faro, capì subito che qualcosa non andava. Lo sentiva nell'aria. C'era qualcosa di pesante, qualcosa di strano, di troppo diverso dal solito.

Scese le scale a chiocciola di corsa e si incamminò per il molo attentamente. Controllava ogni punto, non sapeva che genere cosa era successa, quindi si guardava con circospezione.

Tutto diventò improvvisamente più chiaro quando sulla veranda di casa Styles notò il suo Harry intento a prendere grandi manciate di patatine da una bustona più grande di lui. Mangiava voracemente, come se non ci fosse più un domani. A Louis fece paura.

Si incamminò verso lui e si sedette sul gradino.

Harry non si voltò nemmeno. Non lo degnò neanche di uno sguardo, neppure una semplice parola, né un cenno di capo. Era come se non si fosse accorto della sua presenza.

-Harry, chi ti ha trattato male?- chiese Louis posando una mano sulla schiena sudata dell'amico.

-Perché qualcuno deve avermi per forza trattato male?- sbottò ficcandosi poi una manciata di patatine in bocca. Parlò direttamente, senza esitsre, senza balbettare. Senza guarda Louis in faccia. Louis ne rimase sorpreso, ma decise di non darlo a vedere, non voleva bloccare l'amico in alcun modo.

-Lo so, Harry, ormai ho imparato a conoscerti!- disse disegnando sulla sua schiena cerchi concentrici con la mano.

-Tu non sai niente di me!- affermò amaramente.

-Lo so, mi mancano ancora parecchi tasselli per completare il puzzle, ma qualcosa di te, l'ho scoperta.-

Harry non lo degnava di uno sguardo. Il pacco di patatine che diventava sempre più vuoto, era molto più interessante.

-Ad esempio ho capito che quando sei nervoso, arrabbiato, deluso e altri sentimenti tristi, ti sfoghi voracemente sul cibo.- sussurrò lisciando una ciocca di riccioli del suo amico.

Improvvisamente il rumore dei denti che trituravano le patatine croccanti e quello della plastica del pacchetto, si arrestarono. Lentamente Harry voltò il capo iniziando a fissare Louis con un'espressione indecifrabile. Restarono così, in silenzio, per molti secondi. Louis voleva parlare, ma non voleva rompere quel sottile filo che si era formato tra di loro.

-Sei l'unico che se n'è mai accorto.- mormorò Harry impercettibilmente in un sospiro. Louis passò i polpastrelli sulle sue guance paffute e fece un piccolo sorriso dolce.

-Harry, io ti guardo, non ti vedo. Non lascio che tu e quello che tu fai mi passi davanti agli occhi senza fermarsi. Io catturo ogni tua piccola cosa e la conservo in me. Sei importante per me, Harry.- disse tutto ad un fiato. Aveva bisogno di dirglielo. Harry meritava di sapere, Harry meritava di star bene.

Il riccio lo osservava. Teneva stretto a sè il pacco di patatine, come un ancora di salvezza. Non riusciva a guardare Louis negli occhi, quegli occhi che minacciavano di far cadere lacrime da un momento all'altro.

Louis solo allora notò lo strano foulard viola dell'amico. Sapeva benissimo cosa avrebbe trovato sotto quella stoffa pregiata, ma non lo avrebbe ammesso fino alla fine. Lentamente fece scivolare via il tessuto rivelando il collo tumefatto di Harry.

Il riccio provó a nascondersi in qualche modo, ma il misfatto era stato svelato. Così abbandonò semplicemente la testa sul collo cercando almeno di nascondere le copiose lacrime.

Louis aveva il sangue al cervello. L'unica cosa che voleva fare era spaccare la testa a quel verme di Des Styles. Così si alzò e si diresse rumorosamente verso il portone di casa.

-Ti prego.- un leggero mormorio lo fece arrestare sui suoi passi. -Sono ore che non fanno altro che urlare.- sussurrò Harry trattenendo un singhiozzo.

Louis osservò il massiccio corpo di quel ragazzo, tutto accartocciato su se stesso, solo e inerme, con un solo pacco di patatine semi vuoto come protezione.

Louis si rese conto che avrebbe aiutato di più quel ragazzo portandolo via per un po', facendolo evadere da un mondo che non lo meritava, da un mondo troppo crudele con lui.

-Andiamo Harry, ti porto in un posto. Il mio posto!- esclamò prendendolo per mano. Harry si guardava intorno disorientato. Prese le sue patatine, e se le mise sotto braccio.

-No Harry, queste non ci serviranno. Lasciale qui!- propose Louis con un sorriso. Harry non era per niente convinto di lasciare la sua ancora di salvezza, ma quando Louis gli porse dolcemente la mano, lasciò cadere il pacco, per afferrarla saldamente.

Louis corse fino alla sua bella moby dick, trascinando un Harry senza fiato. I due salirono sulla barca e Louis iniziò a remare. Non navigò per molto ad un certo punto si accostò ad un piano roccioso.

Era il posto di Louis. Lì passava le sue giornate nella solitudine più totale, infatti rimase sorpreso quando vide un'altra barca attraccata nel piccolo porto di fortuna costruito da lui stesso.

Scese dalla barca infuriato, quasi dimenticandosi di Harry e iniziò a guardarsi intorno per cercare gli invasori del suo piccolo pezzo di mondo.

Harry lo seguì, rimanendo vicino a lui.

Quando Louis notò in lontananza due persone una con dei capelli sicurissimi e l'altra con un corpo muscoloso, andò su tutte le furie: cosa ci facevano loro lì? Ma domanda migliore: cosa ci facevano loro lì abbracciati?

Improvvisamente iniziò a correre verso di loro, Harry arrancava dietro di lui. Quando fu abbastanza vicino si fermò e iniziò ad osservarli con uno sguardo minaccioso e con le braccia incrociate.

-L...lou, che ci fai qui?- mormorò Liam arrossendo.

-Che ci fate voi qui!- urlò il ragazzo del faro su tutte le furie. Harry posò una sua mano sulle spalle dell'amico per provare a calmarlo.

-Ciao piccolo Harry, ciao anche a te Louis!- li salutò Zayn. -Io e Liam stiamo insieme!- esclamò cingendo le spalle del suo ragazzo in un abbraccio.

-Prima di tutto, lui non è affatto piccolo, smettetela di trattarlo come se fosse un bambino! Secondo poi, voi non avete il diritto di stare insieme!- tuonò Louis, rosso in volto dalla rabbia.

-Perché no, Lou. Non eri tu quello che sosteneva l'amore libero e i pari diritti?- chiese Liam realmente confuso. Zayn sbuffò.

-Liam, vorrei ricordarti che tu sei ufficialmente impegnato con la mia migliore amica!- Liam sussultò -E tu Zayn, mi hai sempre perseguitato per il mio essere gay! E ora? Come la prenderebbe il tuo Nick se lo venisse a sapere?- anche Zayn si ammutolì.

-State zitti ora, eh? Non avete più voglia di pubblicizzare il vostro amore al mondo. Vi ho in pugno ora, ad una mia parola le vostre vite potrebbero precipitare, proprio come me! Benvenuti all'inferno, Ziam!- esclamò Louis con malignità.

Zayn sospirava pesantemente, Liam era prossimo alle lacrime. Harry si era accucciato in un angolo con le mani tra i capelli. Non sopportava vedere così tanta irruenza anche nel suo Louis, preferiva coprirsi gli occhi e fingere che tutto questo non stesse accadendo veramente.

Louis si voltò verso Harry, gli porse la mano e lo fece rialzare.

-Andiamo Haz, non ho più voglia di perdere tempo con questi qui!-

Harry si alzò e iniziò a camminare accanto a Louis.

-Lou!- lo richiamò Zayn. -Io ti conosco, so che non sei così. Ti prego.-

-Tu non mi conosci più, Zayn. Credi di conoscermi, anche io credevo di conoscerti, eppure guarda come siamo finiti.- mormorò Louis allargando le braccia.

-Non dire niente a Dani, non voglio farla soffrire.- disse Liam tra le lacrime.

-Non credi di starla già facendo soffrire, Li?- chiese Louis retorico. -Non dirò nulla.-

-Grazie Lou, sei un amico.-

-Fino a domani sera.- detto questo si allontanò senza sentire risposta.

Si arrampicò per una salita scoscesa, tra piante incolte, poco agevoli e crepe.

Era troppo arrabbiato per fermarsi, doveva sfogare la sua rabbia in qualche modo e la sua salita era la cosa migliore. Era intenzionato a non fermarsi per nessun motivo, ma quando sentì la voce del suo Harry si bloccò di colpo.

-Ti prego Lou, aspettami.- lo implorò. Louis si voltò e la scena che vide gli fece passare tutta la rabbia. Come poteva un solo ragazzo fargli provare tutte quelle emozioni in un colpo solo?

Harry era appoggiato ad un masso, che cercava inutilmente di riprendere fiato. Tra le mani aveva una grande quantità di fiori coloratissimi.

-Sono rimasto un po' indietro, volevo cogliere.... questi!- disse mostrandogli i fiori. Louis sorrise. Improvvisamente dimenticò del motivo della sua rabbia. Si sedette accanto ad Harry e iniziò ad osservarlo.

Il mare sotto di loro era calmo e dall'alto della collinetta rocciosa potevano vedere l'immensa distesa colorata di rosso dai raggi del sole morente.

-So fare le coroncine di fiori, vuoi vedere?- chiese Harry arrossendo. Louis annuì sposandogli una ciocca di riccioli dagli occhi.

Il ragazzo iniziò ad intrecciare quei fiori velocemente, con la lingua tra i denti. Louis lo guardava intenerito.

-Vuoi dirmi cosa è successo oggi per farti star male?- chiese Louis delicatamente, cercando di non turbare la pace appena formata.

Harry alzò le spalle e serrò la bocca.

-A...a...a mio padre.... n...n....n...no...non... s...s...so...sono p...p...p..p...piac...piaciaciuti i... miei... d..d...disegni...- sospirò faticosamente il ragazzo. Louis sapeva che sotto c'era di più, lo leggeva chiaramente nei suoi occhi.

Ormai aveva imparato a leggere quel ragazzo.

-Harry, tesoro, lo sai che tuo padre...-Non sapeva che dire in verità, non sarebbe mai riuscito a convincere il cuore martoriato di quel ragazzo troppo dolce per questo mondo.

Così fece la cosa che ritenne più giusta. Strinse quel ragazzone tra le sue braccia. Lo cullò e lo coccolò come mai nessuno aveva fatto prima.

-Andrà tutto bene, Harry. Te lo prometto.- sussurrò tra i suoi ricci. Harry si staccò dall'abbraccio e iniziò a fissarlo.

-Non mi piace quando tratti male gli altri.- sussurrò. -Mi prometti che non ti arrabbiarai più con Liam e Zayn, e gli altri?-

Louis voleva difendersi, voleva spiegare le sue ragioni, ma sapeva che Harry in quel momento aveva solo bisogno di certezze, quindi annuì accarezzandogli la guancia.

Harry sorrise finalmente sodidsisfatto e posò una coroncina di fiori sulla testa di Louis. Il ragazzo ridacchió, poi si stese sul terreno duro, Harry lo imitó.

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, spalla contro spalla, testa contro testa.

-Oggi ho vomitato!- se ne uscì Harry di punto in bianco. La risata di Louis esplose, si mise seduto per tenersi la pancia dal ridere.

Harry lo osservava con un broncio leggermente offeso.

-Dai Hazzold, avrai mangiato troppe patatine!- esclamò Louis.

-No, mi fa schifo il lucidalabbra!- rispose Harry seriamente.

-Lu...lucidalabbra?- chiese soffocando una risata.

-Ho baciato Taylor, ma era piena di lucidalabbra e quindi ho vomitato. Non mi è piaciuto...... non mi piace vomitare!- spiegò Harry.

Louis li guardava incantato. Non sapeva che quel ragazzo timido si fosse spinto così in avanti. Era fiero di lui.

Lo guardava dolcemente, i suoi occhi verdi erano perfettamente in contrasto con i rossi sulle sue gote. Le sue labbra rosse e carnose si muovevano e si stendevano in continuazione.

Louis decise che avrebbe protetto il suo Harry in un altro modo. Non riusciva più a proteggerlo da lui.

Aveva smesso da un po' di ascoltare il racconto di Harry, era troppo concentrato ad ammirare ogni sua parte per ascoltare.

- Ti prego non vomitare!- mormorò prima di attaccare le sue labbra con quelle del ragazzo.

Fu un bacio molto veloce, Louis si staccò subito per vedere la reazione di Harry.

Il riccio aveva le labbra socchiuse e gli occhi chiusi; lentamente li riaprì incastrandosi nello sguardo di Louis.

Questa volta fu Harry ad avvicinarsi al ragazzo del faro. Era ancora molto inesperto, quindi lasciò che fosse Louis ad occuparsene. Lui gli diede il permesso.

Harry permise a Louis di scavare le barriere del suo cuore per far entrare un raggio di sole.

 

Angoletto
Lo so sono in ritardo, ma questo capitolo è un vero mattone! È stata una faticaccia partorirlo! :D

Sono in un paesello di mare disperso, non c'è campo, nè connessione. Posso scrivere solo in spiaggia. In spiaggia!

Quindi amatemi :)

Questo è il mio preferito :) è nato prima questo capitolo e poi il resto della storia.

Probabilmente troverete errori, ma io odio scrivere al telefono, quando tornerò nella mia bella capitale correggerò tutto.

Fatemi sapere che ne pensate, finalmente Harry e Louis sono diventati i Larry :)

Ora vado a farmi il bagno! :)

A presto, Somriure♥

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Somriure