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Autore: Calya_16    07/08/2015    0 recensioni
E' appena arrivato il circo in questa piccola cittadina, ma cosa nasconde? Non è come tutti gli altri circi, ma la gente riuscirà a capirlo?
Questo è primo racconto che pubblico e spero vi possa piacere. Spero anche in che commentiate, poiché son molto curiosa di sapere cosa ne pensiate :)
Buona lettura!
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Edoardo si rialza dal fango ed esce dal recinto dei maiali, con la pelle ancora lacerata addosso. Comincia così a tirarla finché non compare quella nuova sotto e si dirige nuovamente verso la propria roulotte, per potersi rimettere il vestito da circo. Ne trova uno uguale a quello che gli era stato mangiato sul suo letto, ed in quel momento ringrazia mentalmente suo nonno per la gran scorta di abiti che gli fa sempre. “Certo, se non mi mandasse tutte le volte in mezzo ai maiali non avrebbe bisogno di fare tutti questi abiti uguali identici”. Si sistema la giacca e va verso la sua postazione: deve accogliere gli spettatori e timbrare i biglietti. Passa accanto al più piccolo tendone da circo, dove quasi tutti hanno finito di prepararsi, e poi vicino a quello più grande, centrale. Si avvicina all’entrata e guarda dentro: tutti sono pronti e si sorridono, sistemandosi i dettagli a vicenda.
- Tuo nonno ti ha dato un’altra lezione?
Edoardo si gira e si ritrova davanti Fred.
- Già, però mi ha promesso un biglietto del circo.
- Ce lo ha detto. Bè è la cosa giusta. Darti il biglietto.
- E cosa ne pensi dei maiali? Certi trovano che sia una giusta punizione a volte.
- Io li odio quei maiali! Puzzano e hanno sempre fame. Per fortuna non mi è mai capitato di finirci, come per esempio al clown o alla mia aiutante.
Fred si gira e guarda la sua aiutante: coperta da un vestitino azzurro, con un copricapo da cui sale una piuma colorata ed una piccola perlina che le ricade elegantemente sulla fronte. Sembra perfetta, lì a ridere insieme agli altri, se non fosse per quel piccolo brandello di pelle che le ricade dalla caviglia, a far intuire che da poco i maiali si sono cibati di lei.
Edoardo, guardando anche lui l’aiutante, rivolge un’ultima domanda a Fred.
- Tu avresti un’idea migliore? Intendo, come punizione.
- Certamente. Vi farei salire tutti sulla mia ruota e poi vi lancerei i coltelli contro.
Sorridendo malignamente scompiglia con una mano i capelli del ragazzo, senza però mai distogliere lo sguardo dalla caviglia della sua aiutante.
- E se non ti spiace, ora vado a toglierle quel pezzo di pelle. Non vorrei che mi rovinasse lo spettacolo.
Edoardo lo guarda entrare nel tendone e appena lo vede parlare con la sua assistente si rigira e torna a camminare verso la biglietteria.
Vi entra e si richiude la porta alle spalle, andandosi a sedere sulla piccola sedia girevole e tirando su la persiana giallo sporco.
L’ultimo raggio di sole del giorno entra a illuminargli il viso, e questo cambia, trasformandosi nella faccia che porta davanti agli umani. Si allunga e con un sorriso accende l’insegna sopra la biglietteria, per poi sporgersi ed urlare:
- Signore e Signori, siamo ufficialmente aperti! Che i balli abbiano inizio! 

L’auto arriva nel grande spiazzo di terreno battuto lungo la strada, dove viene parcheggiata. L’agente Simioli esce e fa per aprire la portiera a Belle, ma questa scuote il capo e con il dito indica la giovane seduta nel posto davanti. Lui sorride e si dirige ad aprirle la portiera, mentre l’anziana maestra scende da sola. Simioli allunga una mano a Caterina e questa scende accettando l’invito. Si sorridono, e quando lui la prende a braccetto Belle si volta verso l’amica e le fa l’occhiolino.
Quindi, pronti, tutti e tre si avviano verso la biglietteria che ha da poco aperto, a cui si sta già formando la fila.
- Dovremo incontrare anche Federica. Aveva detto che le sarebbe piaciuto venire con il suo fidanzato.
- Hai proprio ragione cara. Quella ragazza è piena di vita, e immagino che non si voglia perdere lo spettacolo per niente al mondo.
Finisce di dire Belle mentre si guarda attorno. Pochi minuti dopo ecco che da dietro di loro arriva una voce acuta.
- Belle! Caterina!
Entrambe le donne si girano e vedono la loro collega Federica avvicinarsi trascinando dietro di sé il proprio fidanzato.
- Vi voglio presentare il mio fidanzato: John. Alla fine l’ho convinto e questa sera ci divertiremo.
Lui sorride imbarazzato e saluta. Subito dopo Federica si sporge un poco in avanti e guarda l’agente e poi Caterina con fare interrogativo. Questa allora comincia a parlare.
- Federica, questo è il mio accompagnatore: l’agente Carlo Simioli.
- Ma io vi conosco! Di nome; però ho sentito parlare di voi.
Carlo sorride e mentre i due si stringono la mano parla.
- E in che occasione?
- Da mia sorella. Una sera aveva chiamato la polizia perché aveva sentito uno strano rumore in casa ed in giardino. Lei ha il terrore dei ladri, e così mi ha raccontato che siete andato da lei a controllare ma non c’era niente. Si ricorda benissimo il vostro nome perché dice che avete fatto fuggire quelle persone.
Sbuffa un attimo, per poi riprendere.
- E’ un po’ paranoica, ha sempre paura di tutto. Adesso voi per lei siete una specie di eroe. Ma dubito che voi ve la ricordiate.
- In effetti non mi ricordo questa storia, e nemmeno vostra sorella. Arrivano così tante chiamate strane a volte che dopo non ci si fa neanche più caso.
Carlo sorride e poi si gira verso Caterina.
- Tocca a noi. Tu e Belle andate avanti, io il biglietto devo farlo qua poiché non ne ho uno. Voi andate avanti e prendete i posti.
- Per noi non è un problema aspettare.
- Ah ah, niente da fare.
Si sorridono e Caterina prende amichevolmente a braccetto Belle. Fanno pochi passi verso la biglietteria e Caterina, sollevato lo sguardo dopo aver cercato il proprio biglietto nella borsa, riconosce il bambino.
- Ciao. Ti ricordi: me lo hai dato tu questo biglietto.
Il bambino la guarda e poi sorride.
- Me lo ricordo signora. Mi ricordo il viso di ognuno a cui ho dato il biglietto. Mi fa piacere che sia venuta a vedere il nostro spettacolo.
- Lo avevo promesso.
- Una crocetta in più sulle buone promesse mantenute.
Sorride il ragazzino, prendendo i biglietti di entrambe le signore con i rispettivi soldi, poi timbrando il biglietto di ognuna.
- Divertitevi. I posti davanti sono i migliori. Lì si fanno scintille.
Sorride maliziosamente ed entrambe sorridono di rimando, dirigendosi poi verso l’entrata del tendone e andando a sedersi.
- Cara, non preferisci i posti davanti come ci ha detto quel gentile bambino?
- Non mi sono mai piaciuti molto i posti in prima fila; e poi non vorrei rubare la visuale ai più piccoli.
- Hai ragione. Andiamo da quelle panche.
Le due donne si siedono e attendono l’agente. Questo arriva poco dopo con anche la loro collega ed il suo fidanzato.
- Venite, vi abbiamo tenuto i posti!
Caterina si alza in piedi e agita il braccio sopra la testa, aspettando a sedersi finché tutti non hanno preso posto. Carlo si siede accanto a lei e le sorride, per poi puntare con gli occhi il carrello dei popcorn.
- Ti andrebbe di condividere con me un po’ di popcorn?
L’agente si volta nuovamente verso Caterina e le sorride, continuando ad indicare il carrello.
- Volentieri!
Sorride lei, e così attende nuovamente che lui ritorni con i popcorn.
Poco dopo il suo ritorno e che già hanno preso a mangiarli il tendone si riempie del tutto, ed un piccola nebbiolina artificiale invade la pista al centro del tendone, attorno al quale i bambini fremono e gli adulti sorridono.
Le luci si spengono, ed il rumore di tamburi investe l’aria. Una voce allegra e profonda comincia a parlare, mentre i tamburi danno il loro ultimo tocco.
- Signore e signori, benvenuti! Benvenuti al nostro circo: il Circo Vita! Sedetevi, rilassatevi e preparatevi ad assistere al Grande Spettacolo! Abbiamo leoni, elefanti, scimmie e lama acrobati! Ballerine, acrobati, lanciatori di coltelli e ammaestratori e molto altro! Ed ora, diamo il via al primo numero: fate entrare i clown!
Uno scroscio di applausi parte dal pubblico e riempie il tendone. Le luci prendono a girare sulla pista di terra battuta, portando più colori ad intrecciarsi tra di loro, fino a che non si radunano al centro, dove la luce diviene bianca. Sotto il raggio di luce sbuca un clown, poi un altro, ed un altro ancora. Così lo spettacolo prende il via. Vari numeri passano sotto gli occhi attenti degli spettatori ed i volti divertiti. Arriva l’ora dei cavalli, poi delle scimmie al guinzaglio, del lanciatore di coltelli, che tiene tutti con il fiato sospeso e rimangono ad ammirare il coraggio della sua giovane e bella aiutante. Arrivati verso la fine si esibiscono gli acrobati: leggiadri, si lanciano senza un attimo di esitazione. Forti, si sorreggono l’un l’altro.
Lo spettacolo sembra finito e gli spettatori si alzano in piedi a battere le mani; a quel punto un uomo entra nel cerchio di terra battuta e sorridendo solleva le mani, per far cessare gli innumerevoli applausi.
- Spero che il nostro spettacolo vi sia piaciuto. Ma non andatevene: vi è l’ultimo numero, il più grande e spettacolare! Godetevelo…
E a questa parola pesanti portoni vengono chiusi e la luce dentro il tendone viene spenta, facendo calare il buio.
- … Perché sarà l’ultimo!
Finisce la voce nel denso buio e molte persone si mettono ad urlare, mentre i bambini iniziano a piangere.
Al centro del tendone esplode una scintilla e poi un cerchio di fuoco circonda l’arena, al cui interno compaiono figure nere, che si buttano sul pubblico blandendo mazze e lunghi coltelli affilati, che riflettono ogni singola fiamma, riempiendo il tendone con riflessi rossi e gialli.
I bambini si alzano in piedi e si buttano tra le braccia dei genitori, che a loro volta li stringono e, prendendo tutto il loro peso sul proprio corpo, corrono verso le uscite più vicine.
Queste però sono chiuse ed il fumo comincia ad addensarsi nel tendone. Le figure nere si buttano sulle persone e le tramortiscono, mentre tutti i circensi si buttano sui corpi svenuti a terra e cominciano a cibarsene.
Caterina tiene Carlo per una mano, che cerca di trovare una via d’uscita, e con l’altra stringe il braccio di Belle. Questa è terrorizzata, non capisce che stia succedendo e quando un bambino le cade davanti ai piedi si blocca e lo aiuta a rialzarsi, tenendolo fermo per le spalle.
- Dove sono i tuoi genitori? Dov’è la tua mamma?
Gli urla per farsi sentire, ed il bambino, con il volto solcato dalle lacrime, indica delle figure indistinte a terra.
- Non si alzano, non si vogliono alzare!
- Belle, dobbiamo andare!
Caterina ferma Carlo e senza lasciargli la mano riprende il braccio dell’anziana donna.
- Dobbiamo andare, Carlo ha trovato un punto dove possiamo passare.
- Non possiamo lasciarlo qua da solo!
L’anziana indica il bambino, che le guarda con paura e timore.
- Ce la fai a prenderlo in braccio?
Belle scuote il capo e gli prende la mano. Allora Caterina si china e prende il bambino, che lascia penzolare la mano della vecchia maestra e si aggrappa alle spalle della giovane. Carlo si intromette e prende le due signore per mano, per poi cominciare a spingere nella calca e dirigersi verso il punto da cui sono usciti i circensi. Dietro di loro vi sono Federica e il suo fidanzato, John, che cercano di seguirli.
- Fermatevi, non ce la facciamo!
Urla Federica sopra la folla, cercando di avvisare Caterina e l’altra maestra. Così loro si fermano, con Carlo che cerca di continuare a camminare verso una via d’uscita.
- Spingete!
Urlano in coro Belle e Caterina, ma non fanno in tempo e vedere lo stupore sul volto della collega che questa e John vengono presi alle spalle e le figure in nero cominciano a picchiarli, sbranandone anche le carni. Caterina si mette ad urlare, ma Carlo la strattona e la fissa negli occhi.
- Non devi urlare. Dobbiamo scappare, non dobbiamo farci vedere. Forza!
Così riprendono a correre e passano inosservati dalle figure nere, poiché questi sono impegnati a cibarsi dei cittadini. I quattro così si intrufolano in quell’unica via d’uscita e si ritrovano in un altro tendone, solo più piccolo e con mille oggetti che scendono anche dal soffitto. Vi sono solo loro e si guardano attorno.
- Presto, lì c’è una piccola uscita.
Carlo lascia le mani delle donne e corre verso uno squarcio nel tendone, aprendolo di più per farvi passare le due maestre. Queste si buttano fuori ed il bambino, appena fuori nell’aria fresca della sera, scalcia per scendere a terra.
- No, stai fermo, dobbiamo scappare!
Caterina cerca di tenerlo, mentre le lancia calci alla pancia.
- Ma io voglio la mamma!
- Dopo arriva anche lei! Ma adesso dobbiamo andare via da qui!
Così si rimettono a correre, e Carlo si dirige verso il parcheggio dove ha lasciato la sua auto.
Intanto, dal tendone, provengono strazianti urla ed un denso fumo nero si alza tutt’attorno.
- Presto, salite, forza!
Urla e mette in moto la macchina. Questa parte subito e quando tutti sono a bordo Carlo parte, cercando di allontanarsi il più in fretta possibile dal circo. Sfrecciano per le varie vie: la città è deserta, a parte per qualche rara finestra illuminata. Per strada non vi è nessuno e così Carlo preme ancora di più sull’acceleratore.
- Dove stiamo andando?
Belle si sporge da dietro e si guarda attorno, tenendo in grembo il piccolo bambino che si è un poco assopito.
- Fuori città. Almeno per questa notte.
- E tutta l’altra gente? Non possiamo lasciarli qui, senza che sappiano niente!
- Non possiamo farci niente. Non è il caso di fermarci e rischiare che ci prendano o altro.
Belle annuisce e poi guarda Caterina, girata verso il finestrino con la fronte a pochi centimetri da questo.
- Cara, come ti senti?
Belle allunga un mano e sfiora delicatamente la spalla dell’amica. Questa si gira scattando, con il volto teso e preoccupato.
- E’ successo qualcosa?
- No cara, ti ho solo chiesto come ti senti.
- Oh, scusami.
Caterina abbassa lo sguardo e si guarda le mani.
- Bene, penso. Insomma, siamo vivi, no? Almeno noi.
- Dispiace anche a me per Federica e John.
Caterina continua a fissarsi le mani e annuisce, nuovamente persa in sé stessa.
Carlo continua a guidare tra le varie vie finché sono sorride un po’:
- Ci siamo quasi, tra poco saremo fuori città!
Ma proprio in quel momento sentono un boato riempire l’aria e scuotere la macchina, le case, le strade attorno a loro. La macchina sussulta, e Carlo cerca di spingerla sempre più verso la fine della città. A pochi metri da quel bagliore di speranza il veicolo si ferma e il fuoco raggiunge tutto. La macchina viene risucchiata da questo, si ribalta e dentro Carlo cerca di prendere la mano di Caterina, che cerca di capire che stia succedendo. Il bambino si mette ad urlare, mentre Belle lo tiene stretto. Tutto succede in fretta, e neanche si accorgono che quel fuoco li a riportati al circo, dove la macchina viene risucchiata nel tendone, per poi esplodere completamente insieme a tutto.
 
Il tendone esplode nella notte, illuminando il buio circostante. Un cerchio di fuoco investe l’intera città, risucchiando al proprio interno il resto degli abitanti che quella sera non si sono recati al circo.
Nell’esplosione il circo è andato in pezzi, e brandelli colorati ridiscendono dal cielo bruciando ancora leggermente, posandosi poi sui corpi carbonizzati a terra. Alcuni di questi hanno gli occhi ancora aperti e fissano inespressivi i loro carnefici; i circensi sono vivi ed il loro corpo è intatto, immune al fumo, al fuoco e al calore che li circonda.
Questi si avventano sui corpi a terra e posate le mani sui corpi si nutrono delle briciole rimanenti di vita ed anima, prima che queste spariscano del tutto.
Edoardo alza il capo da terra e si guarda attorno, per poi alzarsi sui gomiti e scuotere il capo, lasciando così cadere a terra le ceneri che ha sulla testa. Si alza lentamente in piedi e guarda la devastazione attorno a lui: vi sono fiammelle sparse in giro, gente morta a terra, circensi che si cibano anche dei corpi carbonizzati ed altri che si trascinano verso questi sussurrando: “carne”, gli occhi brillanti per tutto quel cibo attorno a loro. Nessun umano è più vivo, e così gli abitanti del circo hanno fatto uscire il loro vero aspetto e adesso le loro profonde occhiaie vengono illuminate dal bagliore del fuoco.
Il ragazzino si alza in piedi e pigramente si spolvera gli abiti. E’ abituato allo spettacolo che lo circonda, le prime volte anche lui si avventava sui corpi, stupefatto del risultato e allo stesso tempo spaventato da tutto. Adesso comincia a camminare tra le ceneri, fino ad incontrare suo nonno:
- Gran bottino questa notte, direi che possiamo stare tranquilli per un paio d’anni.
Sorride al nipote e gli scompiglia i capelli, fissando poi un punto sopra la sua testa.
- Ti lascio un umano in camera, così poi potrai mangiare con calma prima che ci mettiamo a riposare.
- Grazie nonno.
Il vecchio cammina verso un corpo e lascia nuovamente solo il nipote. Questo si stiracchia e poi punta gli occhi su un pezzettino colorato che scende dal cielo. Si posa a terra poco distante da lui e così lo va a raccogliere: un biglietto del circo, integro e con i colori che risplendono come non mai.
Lentamente, si gira e ci guarda, cominciando a sorridere. Si incammina nella nostra direzione, tenendo ben alto ed in vista il biglietto.
- Salve Lettore. Guarda cos’ho qui per te: un biglietto del nostro circo! Vieni a farci un giro e poi fermati a guardare lo spettacolo: abbiamo acrobati, animali, clown e giocolieri! Non te lo vorrai perdere, vero? Forza, non farti pregare, su questo biglietto c’è il tuo nome.
Ci porge il biglietto e noi lo prendiamo.
- Bravo, così, non avere paura. Ti lasceremo senza fiato.
Ci fa l’occhiolino e tutta la notte svanisce in un enorme scoppio nero.





Nota dell’autrice:
Spero che questa storia vi sia piaciuta, e voglio ringraziare chi l’ha letta tutta, chi solamente il primo, l’ultimo o un singolo capitolo. In ogni caso ha preso un poco del vostro tempo e spero che vi abbia lasciato qualcosa.
Se volete continuate a leggere le mie storie e recensitele, fa semper piacere ed aiuta a migliorare! 
A presto!
   
 
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