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Autore: benzodiazepunk    07/08/2015    6 recensioni
Cosa sarebbe successo se Harry, dopo quella fatidica partita di Quidditch, non si fosse fatto avanti con Ginny?
E se Ginny e Draco avessero scoperto, durante il sesto anno di lei, di avere più cose in comune del previsto?
Per scoprirlo non vi resta che leggere questa storia, narrata in prima persona da colei che l'ha vissuta.
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"La prima volta che incontrai Draco Malfoy ero poco più che una bambina..."
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REVISIONATA
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Raised in the city under a halo of lights
Product of warand fear that we’ve been victimized
I’m the patron saint of the denials
With an angel face and a taste for suicidal
[St. Jimmy – Green Day]


 
Are you talking to me?!
 
La sera dello smistamento ero stata troppo impegnata a osservare i nuovi professori e a tenere d’occhio la Cerimonia per poter pensare a Draco Malfoy, ma il giorno seguente, a colazione, il pensiero del ragazzo fece capolino nella mia testa.
Chissà come si sentirà rinvigorito, ora che il suo protettore Piton è il Preside e che suo padre è in libertà- pensai con una vena di sarcasmo, servendomi una porzione di bacon e impadronendomi di un paio di biscotti.
Mentre un gufo planava sulla tavola porgendo a Neville la Gazzetta del Profeta mi azzardai a lanciare un’occhiata verso il tavolo dei Serpeverde: Malfoy era tornato ad essere il centro della vita sociale all’interno del suo gruppo, era attorniato dai soliti amici e ridacchiava per una qualche battuta di dubbio gusto.
Alzando gli occhi al cielo pensai che bastava davvero poco per risollevare le sorti di qualcuno, ma che nonostante tutto bastava ancora meno per affossarle; era sufficiente vedere quanto potere aveva perso Lucius Malfoy, a detta di mio padre.
Si, Malfoy era tornato quello di sempre conclusi. Nonostante ne fossi convinta, però, nel corso dei giorni seguenti continuai a tenerlo d’occhio da lontano; dopotutto la sua famiglia, da potente che era, adesso era stata notevolmente declassata all'interno della cerchia di Voldemort e questo doveva per forza portare una qualche conseguenza anche nei rapporti di Draco con gli altri a scuola.
 
"Basta, non ne posso più!" sbottai battendo una manata sul tavolo. La sala comune, quel pomeriggio, era un campo di battaglia: tre o quattro ragazzini del primo anno si rincorrevano facendo volare degli aeroplanini di carta, delle ragazze accanto al fuoco continuavano a ridere come delle oche, in ogni angolo c’erano gruppetti che chiacchieravano sguaiatamente ed io, che volevo semplicemente finire di studiare la lezione di Pozioni, non riuscivo nemmeno a capire cosa stessi leggendo, in tutta quella baraonda.
"Nemmeno quando c’erano Fred e George c’era questo caos! Neville, io vado in biblioteca" affermai raccogliendo le mie cose e gettandole alla rinfusa nella borsa. Il ragazzo annuì, continuando a leggere imperterrito il giornale.
Come riuscisse a leggere qualcosa, in quello stato, non me lo sarei mai spiegato.
Scocciata lanciai un’ultima occhiataccia alla stanza e uscii nel freddo corridoio. Rabbrividendo e maledicendo le divise scolastiche che prevedevano le gonne corte mi affrettai verso la biblioteca, spinsi la grande porta ed entrai. Purtroppo, però, la mia sala comune non doveva essere l’unica troppo caotica quel pomeriggio perché i tavoli erano tutti inesorabilmente occupati.
Sospirando girai i tacchi e mi rassegnai a studiare in Sala Grande. Lì, almeno, un posto libero l’avrei di certo trovato.
E difatti la Sala Grande era pressoché vuota, solo qualche persona occupava i posti sulle lunghe panche: un paio di ragazzini che giocavano a scacchi magici, un gruppetto di Tassorosso che chiacchierava davanti a un bicchiere di succo, due ragazze che si mettevano lo smalto alle unghie, un piccolo Serpeverde chino sui libri.
Senza esitare mi accomodai all’estremità del tavolo di Grifondoro e tirai nuovamente fuori i libri su cui stavo studiando in precedenza. La mia pace, però, non durò quanto avrei sperato.
"La vuoi piantare di scocciarmi?" urlò una voce, appena fuori dalla sala.
"No, devi smetterla di fare così, sono la tua ragazza!" rispose un’altra, acuta e fastidiosa.
"Io non ti ho mai detto di essere il tuo ragazzo" ribatté il primo, scimmiottando la voce della ragazza.
"Beh, ma lo sei, quindi…"
"Ah si? Allora da adesso non lo sono più" la interruppe l'altro. "E adesso lasciami in pace, una buona volta" decretò.
Un ragazzo varcò la porta della Sala Grande, dirigendosi a grandi passi verso il tavolo di Serpeverde. Scocciata più che incuriosita alzai lo sguardo solo per vedere Draco Malfoy sedersi, schiumante di rabbia, e aprire violentemente un libro.
"Un po’ di silenzio!" sbottai, decisamente esasperata.
"Chiudi quella bocca Weasley"
"Quello che dovrebbe chiuderla sei tu Malfoy, stai disturbando tutto il castello"
Il ragazzo non rispose, così tornai ai miei compiti senza soffermarmi più di tanto sulla facilità con cui l’avevo avuta vinta.
Pian piano, con l’avanzare del pomeriggio, la Sala Grande iniziò a svuotarsi fino a quando non fui certa di essere rimasta sola; beh, ovviamente mi sbagliavo. Quando, stanca e con un principio di mal di testa, alzai gli occhi dai libri il mio sguardo cadde subito su Malfoy, unico essere vivente presente nella sala a parte me, ancora immerso nella lettura del suo libro.
"Cosa leggi?" domandai, senza neanche rendermene conto. Il ragazzo alzò uno sguardo stupito su di me, che lo fissavo altrettanto stupita dalla mia stessa domanda, mi scrutò per qualche secondo e poi socchiuse il piccolo volume che teneva tra le mani.
“Il Miniaturista” rispose. "È un romanzo storico"
"Ne ho sentito parlare" affermai annuendo. "È bello?"
"Interessante"
Caricandomi la borsa sulla spalla gli indirizzai un breve sorriso e mi avviai verso le scale. "Buona lettura allora" lo salutai.
Malfoy non rispose, ma finché non arrivai a toccare il primo gradino della scalinata continuai a sentire il suo sguardo perforarmi la schiena.
Veloce superai la prima rampa e attraversai i corridoi, più che mai desiderosa di tornare nella confortante sala comune di Grifondoro. Da quando in qua ero così cordiale con Draco Malfoy? E da quando in qua Draco Malfoy era così cordiale con me?
D’accordo, definire cordiale il nostro scarno scambio di battute forse poteva risultare leggermente esagerato, ma io gli avevo posto gentilmente una domanda e lui educatamente mi aveva risposto, e infine io gli avevo sorriso augurandogli una buona lettura. Gli avevo sorriso. A Draco Malfoy.
Ancora leggermente scioccata pronunciai la parola d’ordine e mi ritrovai finalmente al sicuro e al caldo. Gettando la borsa da un lato, mi accomodai su una delle poltrone, godendomi il calore del fuoco e perdendomi nell’osservarne le fiamme che scoppiettavano e danzavano attorno ai ciocchi di legno.
Ma ciò che desideravo maggiormente, in quel momento, era dimenticarmi di Malfoy così evocai mentalmente l’immagine di Ron e di Harry ed Hermione; chissà dove si trovavano in quel momento, cosa stavano facendo, se erano in salvo, se stavano bene. Nonostante i numerosi impegni scolastici giornalieri che mi tenevano impegnata, parte della mia mente era sempre concentrata su di loro e preoccupata per loro. Non avrei mai voluto che partissero, avevo paura, inutile negarlo.
Con la fronte aggrottata frugai nella borsa e ne estrassi una piuma, inchiostro, e carta da lettera, decisa a scrivere ai miei genitori. In fin dei conti non ero l’unica a essere preoccupata.
 
Cari mamma e papà,
 
cominciai.
 
L’inizio dell’anno sta andando a gonfie vele. Abbiamo dei nuovi professori, ma uno non l’abbiamo ancora conosciuto. Il professore di Difesa contro le Arti Oscure sembra piuttosto severo.
La professoressa McGranitt ha già iniziato a sommergerci di compiti, perciò le mie giornate sono piene, ma dovevo aspettarmelo dopotutto.
Ho ritrovato molti amici, e per questo sono contenta, ma sono molto preoccupata per Ron. Sta bene? Inizia a guarire? Ci sono novità sulla sua malattia?
Mandatemi presto sue e vostre notizie,
a presto, vostra
Ginny
 
Rilessi brevemente le poche righe che avevo vergato, poi piegai la pergamena e la inserii in una busta. L’avrei spedita il giorno seguente.
Avrei voluto scrivere di più, descrivere più particolari, chiedere notizie più precise, ma avevo paura che la lettera fosse intercettata perciò pensai fosse meglio essere più prudenti possibile.
Quella sera andai a letto preoccupata, e dormii un sonno agitato, come sempre.
 
La mattina seguente mi alzai di buon’ora mentre le mie compagne dormivano ancora, mi vestii in fretta e mi diressi, attraversando i corridoi deserti, verso la guferia.
Fortunatamente non incontrai nessuno nonostante fossi preoccupata di venire intercettata da qualche nuovo professore, e quando arrivai sulla torre il cielo
 a est si stava schiarendo. Legai la lettera alla zampa di uno dei gufi della scuola e rimasi fuori qualche minuto, rinfrescandomi le idee grazie all’aria fredda del mattino.
Nonostante le parole noncuranti con cui avevo descritto la nuova condizione scolastica nella mia lettera, la situazione appariva grave e destinata a peggiorare. Amycus Carrow era un uomo orribile, dispotico e crudele, che puniva i figli di babbani senza motivo e che si divertiva a terrorizzare le classi, e se il mio istinto non mi tradiva la sorella non doveva essere da meno. E soprattutto, nessuno, professore o alunno che fosse, sarebbe riuscito a fermarli.
Preoccupata mi diressi infine verso la Sala Grande, decisa a fare una breve colazione per arrivare puntuale alla prima lezione di Babbanologia.
Il tavolo di Grifondoro era ancora mezzo vuoto, così come gli altri, perciò riuscii a impadronirmi di un giornale e a consumare il primo pasto della giornata più in fretta del solito. Soddisfatta, stavo uscendo dalla sala quando qualcuno mi urtò violentemente con una spallata, facendomi barcollare. Mi voltai 
indispettita in direzione del mio aggressore, e mi trovai a mezzo metro da quel pallone gonfiato di Tyger.
"Sempre il solito cretino" sbottai.
"Piccola Weasley, dove te ne vai tutta sola?" domandò, dandomi un altro spintone incitato dalle risate di due amici. "Non ci sono più il fratello e gli amichetti a difenderti" affermò, urtandomi per la terza volta.
"Hanno sempre avuto vita facile con gente come te" sibilai.
"Oh, guarda guarda" commentò in quel momento la voce strascicata e annoiata di Draco Malfoy, interrompendo Tyger che stava per rispondermi a tono. "Una piccola Weasley inviperita" disse, rivolgendomi uno sguardo irriverente.
Tutti ci voltammo nella sua direzione, Tyger e gli altri ridacchiando, io lanciandogli un’occhiataccia. Non potevo aspettarmi altro che qualche commento idiota da parte sua, nonostante mi fosse sembrato che il rapporto fra noi stesse diventando più civile. Che illusa, pensai.
"Forse non dovresti fare la furba in questo modo quando sei sola" aggiunse con un ghigno; subito dopo entrò in Sala Grande, portandosi dietro il suo gruppetto di tirapiedi.
Noioso, arrogante e stupido come al solito. Ma qualcosa, nella scena che si era appena conclusa, non mi convinceva fino in fondo. Dirigendomi verso la sala comune per recuperare i libri necessari alla giornata continuai a cercare di capire cosa, e la consapevolezza mi raggiunse a un passo dall’aula di Babbanologia: un tempo Draco Malfoy avrebbe infierito molto di più, divertendosi e approfittando della situazione. Quella mattina invece aveva detto si e no una frase, allontanando da me Tyger.
Improbabile- sussurrò la mia coscienza. Draco Malfoy non si interessa a nessuno, tantomeno a te.
Ma era andata proprio così. I fatti parlavano da soli anche se io ancora non sapevo come interpretarli: perché avrebbe dovuto fare una cosa del genere? A Draco Malfoy piaceva tormentare la gente e adorava perseguitare noi Weasley, e invece era come se quella mattina avesse voluto andarsene in fretta, tagliare il discorso, concludere velocemente quella scenata.
Non aveva alcun senso.
In ogni caso, la lezione di Babbanologia che fu uno strazio
mi distolse da quei pensieri. I tempi in cui imparavamo gli usi e i costumi dei babbani erano finiti, la professoressa Alecto Carrow, una donna isterica e malvagia, non fece altro che parlarci di quanto fosse contro natura 'incrociarsi' con dei babbani e di quanto fossero una razza inferiore, da sterminare.
Io e i miei compagni assistemmo senza proferir parola, sconvolti da quanto Hogwarts fosse cambiata, spaventati di quanto diversa si stava mostrando.
Ma il peggio doveva ancora venire.
Man mano che i giorni passavano i due Carrow diventavano sempre più violenti e dispotici, e quando Amycus arrivò a costringere un Corvonero della mia classe a effettuare una maledizione Cruciatus pensai che avevamo davvero toccato il fondo.
Quella sera, abbandonata su una delle poltrone della sala comune totalmente avvilita, arrivai alla conclusione che dovevo fare qualcosa.
Ma cosa?
Da sola potevo ben poco, ero solo una ragazzina e la maggior parte degli studenti era troppo spaventata per agire in qualsiasi modo, quindi in conclusione le mie iniziative si fermavano a…
Improvvisamente la soluzione mi fu chiara come il sole d’estate.
L’ES. ma certo, come avevo fatto a non pensarci prima? I membri dell’ES erano quelli con cui avevamo combattuto, anni addietro, contro un’analoga tirannia e chi meglio di loro avrebbe potuto opporsi al nuovo regime totalitario che si stava instaurando a lezione?
La mattina seguente avvicinai Neville a colazione, accennandogli la mia idea, e lo trovai più convinto e combattivo di quanto mi sarei mai aspettata.
"Volevo dirti la stessa identica cosa" affermò in un soffio, piantando la forchetta in una salsiccia con forza. "La situazione è destinata a degenerare, posso assicurartelo e- insomma!" sbottò. "dobbiamo fare qualcosa"
"Dobbiamo trovare qualcuno che ci aiuti"
"Quelli che erano i membri dell’ES accetteranno di sicuro, e poi sta a noi arruolare altri ribelli. Dobbiamo creare un esercito, una resistenza contro la tirannia di…"
"Ssssh" lo zittii in fretta mentre Piton sfilava tra i tavoli dirigendosi verso il posto del preside. "Dobbiamo stare attenti, e non fidarci di nessuno" conclusi.









Note Finali
Avevate perso le speranze? E invece eccomi di nuovo qui a pubblicare, perchè finalmente sono tornata a casa e ora posso dedicarmi anche a voi!
La vicenda prosegue e spero che nonostante il ritardo abbiate apprezzato questo nuovo capitolo; per far sentire la vostra voce lasciate una recensione :D
Grazie
 comunque a tutti coloro che hanno letto fin qui, alla prossima!
  
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