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Autore: Hoshi_Rin    07/08/2015    0 recensioni
“Il potere delle parole, o meglio, della scrittura è più forte di quello che immaginiamo e ci trascina in mondi che, invece, sogniamo.”
Almeno, così ci racconta Ruby, in questa storia scritta di suo pugno e vissuta da lei stessa.
Genere: Avventura, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA VERITÀ

 

Quando Elian uscì dalla casa, svegliato dal chiacchiericcio sotto la sua finestra, Ruby ebbe un'ulteriore conferma al fatto che non si trovava in un sogno. Il ragazzo gatto che ora la scrutava coi suoi felini occhi viola mentre sbadigliava aveva capito che in lei c'era qualcosa di diverso.
Ruby ed Evony stavano ancora parlando quando il ragazzo aprì la porta. Non salutò la sorella, ma si avvicinò subito a Ruby, la coda marrone che con movimenti flessuosi oscillava a destra e a sinistra. Si fermò, ritrovandosi a pochi centimetri dal viso della ragazza che ora sentiva l'alito fresco soffiarle addosso. Continuò a fissarla, da capo a piedi, mentre lei, rossa in viso e con un'espressione leggermente impaurita, si sentiva rimpicciolire sotto quello sguardo indagatore. Non dovette resistere molto, perché finalmente Elian le diede le spalle e si grattò un punto dietro l'orecchio destro, in mezzo alla massa di capelli neri.
«Perché tanto baccano, Ev? Mi hai svegliato.» disse rivolto alla sorella. «E chi è questa ragazza?»
Ruby sentì lo stomaco chiuso. Elian aveva capito che lei non era Poicendis. Ma come aveva fatto? Certamente. Lui è innamorato di Poicendis. Con uno sguardo ha capito subito che non sono la ragazza che ha sempre amato, pensò mentre lo osservava starsene seduto sull'erba, appoggiato alla parete della casetta di legno a braccia incrociate. Anche lui ora la guardava. Sembrava soddisfatto di averla scoperta, anche se Ruby non aveva fatto niente per cui dovesse nascondersi. Sapeva di non essere Poicendis e non aveva mai detto il contrario.
Sempre sotto quello sguardo di ammirazione per se stesso, Elian sembrava turbato. Capendo che lei non era Poicendis doveva aver immaginato che le fosse capitato qualcosa, forse qualcosa di brutto. E se Poicendis in quel momento si trovava nella stanza di Ruby? O peggio, in salotto o fuori casa? Non conosceva affatto il suo mondo! Ruby conosceva Lock Valley perché lei stessa lo aveva scritto, ma Poicendis non sapeva niente della sua città, né del mondo in generale.
Cominciò ad agitarsi sul posto, mentre Evony finalmente elaborava la domanda di Elian.
«Come chi è? Oggi c'è qualcosa di strano nell'aria, l'ho già detto a Poicy.» rispose infine la gatta.
«Poicy? Questa non è Poicendis. Guarda: ha gli occhi verdi. Poicendis li ha grigi.» Evony si voltò a guardarla. Ruby, incrociando il suo sguardo, vide lo stupore misto a terrore dipinto sul volto dell'amica ora che aveva notato quella piccola differenza. Come aveva fatto Ruby a non accorgersene prima? «Inoltre non sembra a suo agio, qui. Anzi, somiglia proprio ad un pesce fuor d'acqua!» continuò Elian ridendo.
Non soddisfatta della risposta del fratello, Evony si rivolse ora a Ruby. «Quindi? Ho ragione a dirgli che deve smettere di bere acqua di mare?» Sembrava non avergli creduto, ma nella sua voce si sentiva una sorta di panico, come se attendesse una spiegazione agli occhi grigi e una smentita da parte di Ruby.
Ruby deglutì, non sapendo cosa dire. Guardò Elian che ancora la fissava con sguardo divertito. Sembrava gongolare. Cosa doveva fare? Non poteva certo esordire dicendo una cosa come: “Ehi! Sono vostra madre! Perché voi siete personaggi. Io sono reale. Lo sapevate che siamo in un libro, sì? Tutto quello che vedete l'ho inventato io, inclusi voi!” Scosse il capo. No, non poteva dire così.
«Io...» Elian teneva le orecchie tese, e così anche Evony, che non smetteva di guardarla. «Elian non ha torto. Almeno non completamente.» Il ragazzo ora la fissava con rinnovato interesse. Non sembrava più soddisfatto di sé, né contrariato. Solamente curioso che Ruby andasse avanti a spiegare. Evony invece sbarrò gli occhi e crollò seduta a terra, incapace di dire niente. «Poicendis è parte di me. Io... l'ho creata.» Ancora nessun segno dai due felini, anche se ora avevano assunto un'aria interrogativa. «Non sono di queste parti. Io vengo da là fuori.» disse indicando il cielo. Evony ed Elian seguirono il suo indice rivolto alla distesa azzurra sopra di loro.
«Dal cielo?» chiese Evony.
Elian fu più acuto, e i suoi lineamenti si indurirono. «Da dove vieni, impostora?» La guardava con calma glaciale, ma sembrava volesse piegarla a confessare dove si trovasse Poicendis.
«Da un posto lontano. È difficile da spiegare.»
«Provaci.» la invitò lui. «Non vorrei ricorrere ai poteri di Chrysalis, e credo che nemmeno tu lo voglia.»
Se fosse stato un personaggio del libro appena arrivato a Lock Valley, Ruby avrebbe chiesto chi fosse Chrysalis. Ma anche Chrysalis era stata inventata da lei e sapeva a che poteri alludeva. Come Poicendis, Chrysalis era una Demone, ma era una specie di alter ego. Era malvagia, spietata. Usava i suoi poteri in modi illegali, scavando nelle profondità più intime delle persone per torturarle e farle soffrire. Non a caso era l'antagonista della storia.
Ruby recepì il messaggio. Certo, lei era la madre di tutti quei personaggi, ma ora che si trovava nel loro mondo, poteva venire torturata e uccisa in qualsiasi momento. Ne aveva la prova dal fatto che correndo nella caverna aveva provato dolore, aveva sanguinato. Con ciò aveva capito che trovarsi dentro la sua storia la rendeva parte attiva di essa. E se fosse morta al suo interno, non sapeva se sarebbe tornata alla sua vita reale o... Scacciò quei pensieri macabri dalla testa. Non voleva tentare il destino. Guardò Evony che si teneva la testa tra le mani e sospirò. Si sedette anche lei, a terra, e cominciò a strappare fili di erba, mentre trovava le parole esatte da usare. Finalmente trasse un profondo respiro e cominciò a raccontare. «Ecco, io vengo da un altro mondo, se così si può dire.»
«Un altro mondo? Sapevo esistessero altre Terre, ma di altri mondi non ne avevo mai sentito parlare.» la interruppe subito Elian con un tono diffidente quanto il suo sguardo. 
«Ne esistono molti. Alcuni sono reali, altri puramente fantastici. Fantastici come... questo.» Ruby chiuse gli occhi, aspettandosi uno scoppio di risa da parte del ragazzo, invece lui rimase in silenzio, aspettando che proseguisse. Sperava solo avesse capito. «Il mio è un mondo reale. O almenocredo. Per voi questo è reale, per me il mio è reale. È difficile!»
«Non preoccuparti, spiega con le tue parole.»
«Insomma, so che il vostro mondo non è reale perché l’ho inventato io! Così come gli altri mondi non reali vengono inventati da persone del mondo reale, come me.» Ancora una volta, Elian non disse niente. Sembrava veramente interessato ora e non mostrava segni di scherno o impertinenza sul volto. Buon segno. Ruby alzò una mano e percorse un arco in aria. «Tutto questo l’ho inventato nella mia testa e poi messo per iscritto. Perché di questo si tratta: la storia di un libro. Stessi paesaggi, stesse creature, stessi... personaggi.» finì indicando Elian e sua sorella. «Voi siete miei personaggi.»
Evony sembrò offesa da quell’affermazione, Elian invece sorrise. «Quindi sei una specie di madre.»
«Esatto!» esclamò la ragazza, sorpresa. Elian aveva detto la stessa cosa che lei aveva pensato. Sorrise a sua volta. «Sì, sono una specie di madre.» Poi puntò fisso lo sguardo allarmato su Elian, come per ammonirlo. «Bada bene che la vera Poicendis, cioè, il personaggio, non sono io, quindi non considerarla una mamma!» Chissà che svolta avrebbe avuto la sua storia se Elian avesse cominciato a considerare Poicendis come una madre. Ciò avrebbe comportato la perdita di una storia d’amore nel racconto.
Evony non capì, ma Elian comprese, e sorrise malizioso.
«Come facciamo ad essere sicuri che non tu non stia mentendo e sia sotto qualche trucco di Chrysalis?» domandò la gatta, trovando finalmente la voce.
«Non è così. Chrysalis non c'entra niente, e questa ragazza dice la verità.» Con ciò che aveva detto prima, Ruby era riuscita a convincere Elian. Nessuno del posto sapeva che a lui piaceva Poicendis, e il fatto che invece Ruby lo sapesse fece in modo che si guadagnasse la fiducia di Elian. Anche Evony si fidò a sua volta di Elian, poiché era stato lui a capire che Ruby non era la vera Poicendis.
«Ecco perché tutte quelle domande, il tuo senso di disorientamento... E magari anche il fatto che eri completamente nuda!» esclamò Evony inorridita. Ruby ringraziò mentalmente Evony per averle portato il vestito prima che Elian le raggiungesse e poi sorrise riconoscente al ragazzo. Le credevano, così non avrebbero dovuto cacciarla o mandarla da Chrysalis.
«Allora tu come ti chiami?» chiese Elian.
«Ruby.»
«Buffo. Capelli rossi e nome “rosso”. Comunque mi piace.»
«Ne sono felice.»
«Quindi... tu conosci tutta la storia. L’hai già finita?»
«No. Però ho già un’idea per la fine. Purtroppo non posso svelarvi niente. Temo che facendolo potrebbe influire sulla storia.»
Qualcuno sbuffò e Ruby si ricordò che pure Evony era presente. «Perfetto! Quindi tu deciderai la nostra sorte?» sibilò irritata.
Ruby si strinse nelle spalle. Non voleva rispondere. Se la storia fosse finita male, poi si sarebbe sentita in colpa. Ancora una volta Elian intuì il suo disagio, perciò le si avvicinò e le circondò le spalle con una braccio, trascinandosela dietro, con Evony che li seguiva.
«Dimmi, com’è il mondo reale?» chiese il ragazzo con gli occhi che brillavano dalla curiosità. Ruby gli sorrise complice, e si preparò a raccontare la sua vita sulla Terra.

 

Caterina Losi©2015-All rights reserved
Questa storia è protetta da COPYRIGHT. Ogni tipo di plagio o riproduzione senza autorizzazione è punibile legalmente.

   
 
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