Mia
Guardai
Emma a bocca aperta per qualche secondo, non poteva averlo detto sul serio.
Santo cielo, non sapevano cosa fossero i preservativi? Le precauzioni prima di
tutto, pensavo che le lezioni di educazione sessuale al liceo le fossero
servite «Emma … Credi o ne sei sicura?» chiesi lasciando da parte tutti i
rimproveri che avrei voluto farle; non era il momento.
Lei alzò le spalle e si coprì il viso con le mani «Non lo so, non ho fatto un
test. Sai le nausee che avevo? – Annuii – Ecco beh, ho pensato ad un po’ di
cose … Ho avuto strane voglie ultimamente, senza contare che ero più eccitata
del solito e poi ho fatto un rapido calcolo; sono in ritardo di una settimana»
chiusi gli occhi e deglutii; non era la prima volta che Emma aveva voglie
strane, tante volte all’una di notte si lamentava di volere un hamburger, non
mi stupiva nemmeno il ritardo perché non era mai stata troppo regolare e
nemmeno la storia dell’eccitazione mi
convinceva; ma le nausee, aggiunte a tutto il resto, erano un grosso campanello
di allarme.
Le presi le mani nelle mie e tentai di rassicurarla «Tesoro, non preoccuparti, domani compriamo
un test; se dovesse essere positivo andremo al consultorio. Ma non allarmarti,
spesso i test in farmacia sono sbagliati» lei annuì poco convinta prima di
abbracciarmi.
Di solito era lei a dover consolare me, ero io quella che aveva sempre bisogno
di qualcuno che mi abbracciasse, ma in questo momento i ruoli erano invertiti e
io avrei fatto di tutto per essere forte al suo fianco.
Quando mi svegliai la mattina successiva Emma era già
in piedi che preparava la colazione, aveva la faccia di una che non aveva
dormito affatto: pallida, con delle occhiaie scure sotto gli occhi e con il
viso più stanco che mai.
«Buongiorno» dissi sedendomi al bancone versandomi un po’ di caffè nella tazza,
lei si limitò a fare un cenno e a sedersi di fianco a me «Passerò in farmacia
non appena avrò finito di lavorare, Mia ti prego non deve saperlo nessuno, non
dirlo a Niall» le accarezzai la testa prima di lasciarle un bacio tra i capelli
«Non preoccuparti, non dirò niente a nessuno. Quando hai intenzione di dirlo ad
Harry?» le chiesi cauta, sapevo che parlare con Harry sarebbe stato più
difficile che fare il test.
Emma scosse la testa e gli occhi le diventarono improvvisamente lucidi «Non lo
so, io … Dio Mia, stavamo così bene a Cape May. Lui mi ha fatto una
dichiarazione degna di un film Hollywoodiano e abbiamo passato un weekend
magnifico e io rovino tutto con un bambino? Come faccio a dirglielo? “Hey
Harry, mi hai ingravidata” oppure “Harry tesoro, tra nove mesi un simpatico
mostriciattolo uscirà dalla fessura in mezzo alle mie gambe” o c’è sempre
l’opzione “Credo che il tuo seme abbia raggiunto il mio ovulo, sei felice?”»
disse gesticolando mentre le lacrime uscivano imperterrite dagli occhi
bagnandole le guance «Credo che l’opzione migliore sia “Harry, sono incinta” ma
anche quella del mostriciattolo è carina, originale» le risposi cercando di
smorzare la tensione. Lei mi fulminò con lo sguardo prima di alzarsi e buttare
le stoviglie nel lavandino.
Mi alzai con lei e la seguii verso la sua camera da letto, ero preoccupata.
Preoccupata perché di solito ero io quella che faceva le cose stupide, ma lei è
sempre stata più impulsiva rispetto a me e la cosa mi spaventava perché non
sapevo fino a dove Emma potesse arrivare; conoscevo i miei limiti ma non i suoi
e lei trovava sempre un modo per stupirmi.
«Perché non stai a casa oggi?» le chiesi mentre la osservavo prendere i vestiti
dall’armadio «Perché ho già avuto abbastanza giorni liberi, non posso chiedere
anche oggi. Andare a lavoro mi terrà il pensiero lontano e, in ogni caso, se
rimanessi a casa dovrei andare nella farmacia qui sotto e le possibilità che
Harry mi veda sono troppo alte» annuii e mi allontanai dalla stanza lasciandola
da sola.
Avrei voluto urlarle addosso che avrebbe dovuto stare
attenta, che alla sua età avrebbe dovuto conoscere i rischi che ci sono quando
fai sesso, avrei voluto dirle che se l’era cercata perché lei e Harry stavano
appiccicati 24 ore su 24; ma poi pensai che sarebbe stato ipocrita da parte
mia, pensai che se ci fossi stata io al suo posto lei non mi avrebbe
rinfacciato nulla e mi sentii una stupida anche solo per aver pensato di dirle
tutte quelle cose.
In fondo come è capitato a lei poteva capitare anche a me e comunque non
c’erano certezze sul fatto che fosse realmente incinta.
Harry, però, era quello che mi spaventava di più; sarebbe rimasto al suo fianco
nel caso? Quel ragazzo era perso di lei, si vedeva lontano un miglio, ma un
bambino era un prezzo alto da pagare per stare con una persona ed Harry non mi
sembrava abbastanza maturo da averne uno.
Emma
A
lavoro ero già riuscita a rovesciare due cappuccini e a rompere un piattino.
Liam mi guardava di sottecchi mentre serviva i clienti e mi tirava occhiate di
fuoco quando rispondevo in maniera acida a qualcuno che faceva richieste
strane.
Sei in una tavola calda, pasti veloci, davvero vorresti che ti portassi una
pizza? Ci sono le pizzerie per quello!
La gente sembrava che volesse farmi perdere la pazienza apposta, non era
giornata e tutti se ne erano accorti, tanto che Marcus mi invitò gentilmente ad
andarmene a casa.
Speravo che tenermi occupata lavorando mi togliesse
dalla testa il casino che avevo, invece continuavo a pensarci. Chiudevo gli
occhi e vedevo bambini che piangevano e urlavano tutt’intorno a me; come poteva
essere successo? Avevamo sempre usato le adeguate precauzioni, perché era
successo a me?
Attraversai la strada e entrai nella farmacia, mi misi in fila ad aspettare il
mio turno e sentivo il sangue ribollirmi nelle orecchie. Era così imbarazzante
comprare un test di gravidanza, non avrebbe dovuto esserlo! Insomma, non ero
una ragazzina 15 anni, anche se fossi stata incinta sarei stata grande
abbastanza no?
21 anni alla fine dovrebbero essere tanti, allora perché mi sentivo come una
bambina che doveva confessare ai genitori di aver rotto un vaso?
Mi avvicinai al bancone e mi schiarii la voce «Un test di gravidanza, per favore»
dissi a bassa voce sperando che mi sentisse «Mi scusi signorina, potrebbe
ripetere per piacere?» mi chiese la farmacista in maniera cordiale. Cominciai a
battere il piede a terra nervosa «Un test di gravidanza» dissi a voce un po’
più alta, questa volta mi sentì perché allargò leggermente gli occhi e mi
sorrise imbarazzata «Certo, quale vuole? Ne abbiamo di diversi tipi. Ci sono
quelli più classici che le dicono semplicemente se è incinta o meno oppure
quelli che le dicono anche di quante settimane è; ovviamente i primi sono più
economici e …» alzai gli occhi al cielo «Per favore, mi dia solo un
dannatissimo test di gravidanza, uno qualunque. Voglio solo sapere se ho un
feto che mi sta crescendo nella pancia o meno, crede di potermi aiutare o devo
andare in un’altra farmacia? Non ho molto tempo da perdere» la interruppi
scocciata, forse avevo alzato un po’ troppo la voce perché le persone più
vicine a me si erano girate a guardarmi, mi schiarii la gola nuovamente e
aggiunsi con un tono più calmo «Mi scusi, sono molto nervosa. Me ne dia uno
qualsiasi, la prego» lei annuì e sparì nel retro della farmacia.
Mi passai una mano tra i capelli mentre aspettavo che lei tornasse «Emma» una
voce mi fece sussultare, mi girai e vidi Louis nella fila di fianco alla mia.
Trattenni il respiro per qualche secondo mentre lui mi guardava come se fossi
un fantasma «Ecco a lei signorina, sono 12$» disse la farmacista porgendomi il
test che infilai prontamente nella borsa.
Pagai e uscii dalla farmacia il più in fretta possibile, Louis avrebbe
sicuramente detto qualcosa ad Harry ed io ero fottuta.
«Emma, fermati» sentii Louis chiamarmi, ma invece di fermarmi mi allontanai più
velocemente. Inutile dire che in men che non si dica lui mi aveva raggiunto e
mi aveva fermata per un braccio «Louis, ti prego, lasciami andare» dissi
tenendo gli occhi bassi, perché tenevo gli occhi bassi? Di cosa mi vergognavo?
Non avevo commesso nessun crimine.
«Lui lo sa?» mi chiese, non c’era bisogno che esplicitasse. Scossi la testa
mentre ricominciavo a piangere; oh fantastico, quanto avrei pianto ancora?
Odiavo essere ipoteticamente incinta «Ma non ne sei ancora sicura, giusto?
Insomma, hai appena comprato il test» scossi nuovamente la testa «Vuoi che ti
accompagni a casa? Posso stare con te fino a che non lo fai o posso sparire
subito. Promettimi solo che glielo dirai al più presto» sbuffai e alzai
finalmente gli occhi per incontrare i suoi azzurri che mi stavano fissando
preoccupati «Non c’è bisogno che mi fai da babysitter e glielo dirò solo se
sarà necessario farlo. Non dirglielo ti prego» dissi in tono lamentoso «Emma …
non posso promettertelo, è il mio migliore amico e non sono sicuro di riuscire
a tenere la bocca chiusa, perdonami» annuii, sapevo che per Louis era difficile
tenere la bocca chiusa con Harry, ma speravo che almeno ci provasse. Dovevo
muovermi a fare quel test «D’accordo, io vado a casa e cercherò di avere
notizie il prima possibile, tu cerca di non incontrare Harry per favore» lui
annuì e mi abbracciò «Andrà tutto bene,
vedrai».
Arrivai a casa in men che non si dica, sarebbero
probabilmente arrivate molte multe per eccesso di velocità, ma poco mi
importava.
Mi chiusi in bagno e lessi velocemente le istruzioni del test, in pratica
dovevo farci la pipì sopra e aspettare pochi minuti; sarebbero comparse delle
linee, una per il test positivo e due per il test negativo.
Respirai a fondo e cominciai a fare la pipì su quello stupido bastoncino. Mi
girava la testa, lo appoggiai sul lavandino e aspettai pazientemente che i
minuti passassero.
Proprio quando stavo per prenderlo in mano qualcuno bussò alla porta facendomi
sussultare e facendo cadere il bastoncino, sperai che non si fosse rotto o non
fosse successo qualcosa che avrebbe potuto alterare il risultato e andai in
fretta ad aprire.
Harry era davanti a me, furioso e mi guardava con sguardo omicida «Sai, è
successa una cosa buffa poco fa» disse entrando in casa «Harry … ti prego,
fammi spiegare …» cercai di dire, ma lui mi interruppe «Ho incontrato Louis, era molto nervoso. Gli
ho chiesto cosa ci fosse che non andava e ci ha impiegato ben cinque minuti
prima di cedere, di solito ce ne vogliono solo due, e mi ha detto questa cosa
divertente. Ha detto di averti vista in farmacia a comprare un test di
gravidanza» disse alzando gli occhi verso di me e inchiodandomi sul posto con
quelle iridi cristalline «Harry, non volevo dirtelo fino a che non ne fossi
stata sicura» la mia voce era incerta «Sicura di cosa, Emma? Abbiamo sempre
usato il preservativo, di sicuro se sei incinta quel bambino non è mio» sentii
una fitta al cuore che mi fece quasi perdere il respiro.
Mi stava accusando di averlo tradito? Davvero?
«Non posso crederci, pensi davvero che io abbia fatto sesso con qualcuno che
non fossi tu?» si passò una mano fra i capelli e cominciò a fare avanti a
indietro per il salotto «Ci sono altre spiegazioni? Sono sicuro di aver sempre
messo il preservativo, se abbiamo sempre usato precauzioni vuol dire che hai
fatto sesso non protetto con qualcun altro e soprattutto, me l’avresti detto se
ci fosse stata la possibilità che fossi incinta; invece l’ho scoperto da Louis!»
avrei preferito che mi dicesse che non voleva più stare con me, piuttosto che
pensare che l’avessi tradito «Per tua informazione, usare precauzioni non è
sicuro al 100%. Sai una cosa Harry? Se dovessi davvero essere incinta, non ti
vorrei con mio figlio, non dopo quello che mi stai dicendo ora! Stai dubitando
di me e credimi che questa cosa mi ferisce» dissi alzando la voce, me ne
fregavo dei vicini, della mia emotività di quel periodo e di quanto avrei
ferito Harry con quelle parole «Non vorrei mai che mio figlio crescesse con
qualcuno che da quando ci conosciamo ha passato più tempo a farmi del male che
a farmi stare bene; Robin aveva ragione, sei come tuo padre santo cielo,
ferisci le persone che ti amano e te l’avrei detto, stavo solo aspettando di
avere conferme. Ora vattene, non voglio che tu sia qui quando vedrò il
risultato» dissi cercando di allontanarmi, ma lui mi prese per il polso «Rimangiati
quello che hai detto, Emma per favore, rimangiati quello che hai detto» scossi
la testa «Non mi rimangio nulla» mi strattonò più forte facendomi finire
addosso a lui «Rimangiati tutto, non me ne vedo fino a che non mi dici che
tutto quello che hai detto, l’hai detto solo perché sei arrabbiata» lo guardai
furiosa, io dovevo rimangiarmi tutto mentre lui poteva dirmi tutto quello che
voleva? Non funzionava così «Non sono io quella che ti ha accusato di andare a
letto con un’altra persona, non sono io ad aver insinuato un tuo tradimento. Se
non ti fidi di me credo che sia inutile continuare la nostra relazione».
Mi staccai bruscamente e tornai verso il bagno, lui mi seguiva come un’ombra «Emma,
mi dispiace, ma è l’unica spiegazione che posso darmi. Non capisco come sia
potuto succedere, non puoi essere incinta di un mio bambino» disse esasperato «Quindi
continui ad insinuare che questo ipotetico bambino non sia tuo?» lui annuì, mi
sentivo come se mi avessero strappato il cuore dal petto «Cosa faresti quindi,
mi lasceresti? O vorresti un test del DNA? E se fosse tuo lo terresti?» le
domande uscivano a raffica dalla mia bocca senza che potessi controllarle.
«Emma, possiamo solo guardare quel test?» mi chiese visibilmente in difficoltà «No,
Harry. Rispondi» prese un respiro profondo «Penso che questo bambino non sia
mio perché sarebbe più facile lasciarti con il pensiero di farti crescere da
sola un bambino che non è mio. Non sono pronto ad avere un bambino; voglio
essere sincero con te, ora possiamo guardare il test?».
Avevo la gola secca, non sapevo cosa rispondere né cosa pensare.
Mi avvicinai al punto in cui il test era caduto e lo raccolsi deglutendo; lo
guardai in fretta prima di chiudere gli occhi e passarlo ad Harry che lo guardò
qualche istante più a lungo «Cosa … Cosa significa? Parlami per favore»
cominciai a piangere silenziosamente, non so esattamente per quale motivo, ma
ormai in quei giorni piangere mi veniva semplice «Significa che puoi stare
tranquillo, nessun pargolo in arrivo, ma te ne devi andare da qui perché non
voglio vederti».
Il volto di Harry era più bianco di un lenzuolo appena lavato, avrei tanto
voluto sapere cosa gli passava per la testa, ma in quel momento volevo solo che
si allontanasse da me «Emma …» indietreggiai «Vattene» aprì la bocca un paio di
volte per dire qualcosa, ma capì che era meglio non aggiungere nulla e se ne
andò via.
Mi sciacquai il volto e buttai nel cestino il test usato, andai in camera e,
presa da un moto di rabbia cominciai a buttare e a distruggere tutto quello che
mi capitava sotto mano.
Ero arrabbiata, ferita e anche delusa sia da Harry e dal suo comportamento, sia
perché, in fondo, mi sarebbe piaciuto se quel test fosse stato positivo.
Ecco il nuovo capitolo che è stato un po’
un parto, devo dirlo, ma sono parzialmente soddisfatta. Allora, Emma alla fine
non è incinta, era solo un falso allarme, ma Harry non sembra averla presa bene
questa notizia …
Questo litigio è abbastanza pesante, quindi il futuro è abbastanza
imprevedibile e io non ho assolutamente intenzione di darvi indizi :D
Come sempre le recensioni sono benvenute
e, per qualsiasi cosa, vi lascio i miei contatti
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Un bacio e alla prossima
Sil