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Autore: OfeliaMontgomery    07/08/2015    1 recensioni
[IN REVISIONE]
«Il libro delle Lune narra che diciassette anni dopo la morte di ogni Guardiano della Notte, quest'ultimi verranno reincarnati nel corpo di cinque ragazzi che compieranno diciassette anni nel giorno di Halloween. I cinque ragazzi che verranno prescelti per la reincarnazione si ritroveranno con un marchio a forma di Luna Crescente sul dorso della mano destra nel giorno del loro compleanno e saranno i discendenti delle cinque famiglie di Guardiani stessi.»
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Digrignai i denti e strinsi i pugni contro la schiena di Derek, facendomi diventare le nocche bianche e conficcandomi le unghie nei palmi delle mani, lasciandomi sfuggire anche un verso di frustrazione. I cacciatori fecero una battuta sul fatto che ci avrebbero uccisi subito perché eravamo ancora deboli e poi scoppiarono a ridere, facendomi conficcare nervosamente e ancor di più le unghie nella mia pelle, già segnati dei piccoli solchi a mezzaluna rossi.
Mi staccai da Derek e afferrai al volo la spada che avevo alle mie spalle ed infine mi scaraventai contro ai due cacciatori, senza pensarci due volte. Voleva farli fuori il prima possibile. Erano loro che avevano attaccato mia sorella e se ci fossero stati a casa i miei genitori avrebbero cercato, o meglio avrebbero ucciso anche loro. Gridai con odio e frustrazione che mi ribollivano dentro, correndo il più veloce possibile per raggiungere quei bastardi il prima possibile, con la mia spada ben salda tra le mie mani.
Sentii alle mie spalle gli altri urlare di fermarmi, ma non lo feci. Non potevo. Dovevo ucciderli perché sennò loro avrebbero ucciso noi. Mi posizionai davanti al cacciatore, sulla destra, con la spada in mano e gli feci un finto e tirato sorriso, guardandolo con uno sguardo carico di odio e disgusto perché non erano altro che mostri.
Corsi verso di lui con la spada nella mano sinistra e con un balzo, facendomi leva sulla gamba destra, sferrai il primo colpo e la lama andò a conficcarsi nella spalla del mio avversario che iniziò a gridare dal dolore. Il suo sangue aveva macchiato la lama della mia spada e stava anche formando un enorme chiazza sulla stoffa della sua maglietta, intorno alla ferita. Sorrisi compiaciuta da me stessa poi rivolsi un ghigno al mio avversario che mi guardava con i denti digrignati per il nervoso di essere stato colpito per primo. Il cacciatore cercò di colpirmi con la sua spada, ma riuscii a schivarla piegandomi sulle ginocchia e abbassando di poco la testa. Feci una mezza giravolta e andai a colpirlo sulla coscia, aprendogli un grande squarcio, con la lama sporca del suo sangue. Feci una seconda giravolta, tirandomi su e lo andai a colpire al busto, creandogli una profonda ferita che iniziò a sanguinare copiosamente.
Il cacciatore rimase un paio di secondi con lo sguardo fisso nel vuoto, prima che le sue ginocchia cedessero, facendolo finire a terra in un sonoro schianto. Sorrisi vittoriosa poi con un unico fendete andai a trapassargli il cuore; il cacciatore esalò l’ultimo respiro poi smise di muoversi e sotto di lui si formò un’enorme pozza rossa.
Stavo sudando. Sentivo il sudore colarmi dalla tempie e dalla schiena. Avevo le mani umide e sentivo che se non stringevo per bene l’impugnatura della spada, questa mi sarebbe scappata dalle dita. Il cuore sembrava essere sul punto di scoppiare e il respiro si faceva sempre più affannoso. Il mio petto che si muoveva velocemente mentre facevo dei profondi respiro per riprendere fiato. Ero riuscita ad uccidere il primo cacciatore e senza l’intervento di qualcun altro. Ancora stentavo a crederci, ma poi guardavo il cadavere sotto di me e mi rendevo conto che era tutto vero. Io lo avevo ucciso. Avevo ucciso qualcuno. Un essere vivente. E stranamente mi sentivo bene, forse perché se non mi fossi difesa, lui avrebbe ucciso me.
Derek aveva appena finito di uccidere l’altro cacciatore, ma non fece nemmeno in tempo a riprendere fiato che dai boschi intorno a noi iniziarono ad uscirne altri. Erano più o meno una dozzina e ci avevano circondati. Digrignai i denti, facendo roteare la mia spada per poi prepararmi a combattere nuovamente. Non mi importava che fossero umani, loro volevano ucciderci e noi per sopravvivere dovevamo difenderci. Uccidere per non essere ucciso, giusto?
«Cazzo» esclamarono in coro Sophie e Derek digrignando i denti.
Simon dietro alle spalle di Sophie aveva già estratto due dei sui pugnali, mentre Sophie fece comparire dal nulla un enorme martello dalla testa in acciaio nero e il manico dello stesso materiale, sembrava dello stesso materiale della spada di Derek e della falce di mia sorella.
«Noi ci occupiamo di questi da qua, voi occupatevi degli altri» gridò a denti stretti Sophie, facendo scontrare la sua schiena contro quella di Simon.
Derek si avventò su un cacciatore dall’aria giovane e dai capelli biondicci che teneva una pistola in una mano e la puntava verso di noi.
«Derek, attento!» gridai allungando una mano verso Derek. Il cacciatore fece un ghignò malvagio poi puntò la sua pistola contro Derek.
Stava per sparare contro Derek. Non seppi perché lo feci, ma iniziai a gridare con tutto il fiato che avevo in corpo e da sotto il terreno iniziarono a fuoriuscire rami appuntiti e acuminati che si andarono a conficcare nei corpi dei cacciatori che emisero dei flebili rantoli. Quello con la pistola non fece in tempo a sparare che Derek gli aveva già trafitto il cuore con la sua spada. La sfilò dal suo corpo ancora caldo che si accasciò al suolo inerme e senza vita.
Derek mi guardò con uno sguardo indecifrabile, dall’espressione gelida e forse un po’ orgogliosa di me, e mi fece un cenno di gratitudine poi iniziò a correre nella parte opposta alla mia per aiutare Sophie e Simon.
Feci un profondo respiro per poi riprendere fiato. Mi piegai sulle ginocchia, sorreggendomi con le mani su di esse poi riaddrizai la schiena ed infine puntai la mia spada verso il basso, tenendola al mio fianco.
«Ragazzina, tu devi venire con noi» una voce profonda e dal tono malvagio mi arrivò forte e chiara alle orecchie. Girai appena la testa e con la coda dell’occhio vidi un cacciatore con enorme sfregiò sul viso che teneva tra le mani una corda abbastanza resistente. Lui mi sorrise malignamente poi prendendomi per un braccio, mi scaraventò con ad un albero.
La botta contro l’albero mi mozzò il fiato in gola. Emisi un rantolo di dolore, mentre cadevo al suolo, picchiando nuovamente la schiena e il fianco. Sembrava che mi fossero passati sopra con uno schiacciasassi e che si fosse anche divertiti a farlo. Sentivo la schiena e il fianco destro pulsare e ad ogni mia piccola mossa, delle fortissime fitte mi spezzavano il fiato e mi impedivano di scappare. Dio, non potevo farmi sopraffare da un po’ di dolore, dovevo combattere per sopravvivere. Cercai nuovamente di alzarmi, ma un’altra fitta mi fece piegare in due dal dolore e stringere i denti per non gridare.
«E’ stato più facile di quello che credessi» esclamò il cacciatore divertito, sorridendo poi compiaciuto con le braccia conserte mentre con una mano faceva dondolare la corda che avrebbe usato su di me.
Lo guardai in cagnesco poi feci spallucce, cercando di fargli capire che non avevo paura di lui. Il cacciatore sogghignò poi mi tirò un calcio nello stomaco che mi fece gridare dal dolore e mancare il fiato per alcuni minuti. Allungai una mano verso la direzione di Derek che stava combattendo contro a due cacciatori, e cercai di formulare il suo nome, ma la mia voce non aveva intenzione di uscire. La mia voce non voleva uscire, così come il fiato faceva fatica ad entrare nei miei polmoni.
- Cazzo, siamo arrivate in ritardo! Una voce agitata e femminile si insinuò nella mia mente, facendomi capire che un altro guardiano della Notte si trovava qui.
Strizzai gli occhi poi cercai di alzarmi, ma una fortissima fitta al fianco mi fece piegare in due dal dolore e mozzare nuovamente il fiato. Ero davvero messa male.
Improvvisamente intorno a me si creò un cerchio di fuoco che pian piano iniziò ad alzarsi, formando quasi una barriera protettiva. Sentivo il calore del fuoco riscaldarmi la pelle e il dolce tepore che emanava quella barriera infuocata mi teneva bloccata al suolo. Non riuscivo a muovermi, era come se quella barriera oltre a proteggermi dal cacciatore, mi impediva di uscire e fuggire per mettermi al sicuro.
«Mi sa che ti sei sbagliato, stupido pagliaccio» una voce femminile e aggressiva risuonò nell’aria.
Sentii il cacciatore fece spallucce, «Stupida ragazzina, sai almeno contro chi ti sei messa?» domandò acidamente, puntando contro alla ragazza – che non riuscivo a vedere per via delle fiamme che mi offuscavano la vista – una pistola.
La ragazza emise una risata roca e fortemente finta, «Contro ad un uomo morto» rispose lei spavaldamente.
Vidi sfocatamente la mano, smaltata di nero, della ragazza creare una palla infuocata che usò per lanciarla contro al cacciatore. L’uomo iniziò a gridare mentre si rotolava sul prato per provare a spegnere le fiamme. Poi così com’era apparsa dal nulla quella ragazza, ne comparve un’altra davanti a me e uccise il cacciatore con coltello che andò a conficcarlo nel suo cuore.
«Amber, stai bene?» domandò l’altra ragazza con un filo di preoccupazione nella voce.
Nessuno si preoccupava per me? Derek stava bene? Sophie e Simon? Perché diamine non riuscivo a muovere nessun muscolo del mio corpo?
«Sì» borbottò aspra la prima ragazza. Mosse una mano davanti alla barriera di fuoco e questa incominciò a dissolversi e i miei muscoli a muoversi.
«Scusa se ti ho intrappolata dentro a quella barriera, ma eri più al sicuro lì» la ragazza, che finalmente riuscii a guardare per bene, mi porse una mano per aiutarmi ad alzarmi. Gliela afferrai e poi con il suo aiuto e con molta difficoltà mi misi in piedi, essendo che avevo il fianco dolorante e la schiena a pezzi. Così com’era successo con Simon anche con lei sentii una fortissima scossa colpirmi in pieno, facendomi emettere un gemito di dolore. Anche la ragazza riuscii a stento a trattenere un verso di dolore mentre si piegava in due per le fitte che stavamo provando in quel momento.
La mia mano ancora stretta nella sua, iniziò ad emettere quel bagliore verdastro che indicava che ero la guardiana della Terra, mentre quella di lei emise un bagliore rossastro, segno che lei non era altro che la guardiana del Fuoco, che andò a connettersi alla mia, quasi ad unificarci. I fortissimi dolori che pochi attimi prima avevamo provato, ora scomparvero del tutto. La guardiana del Fuoco lasciò la mia mano poi borbottò qualcosa che non riuscii a capire.
Un po’ barcollante mossi i primi passi ed uscii dalla ormai svanita barriera, ma che aveva lasciato un cerchio di erba bruciata intorno a dove poco prima c’era il mio corpo.
La ragazza che mi aveva salvata, aveva dei lunghi capelli color cioccolato fondente tenuti in morbidi boccoli, piccoli e semplici occhi marroni, truccati di nero e muniti di lunghissime ciglia XXL, e la bocca carnosa, ricoperta da un strato di rossetto fucsia.
«Stai bene?» mi domandò apprensiva, appoggiando una mano dalle dita affusolate sulla mia spalla sinistra.
«S-sì, grazie» balbettai poi distolsi lo sguardo dalla ragazza e vidi che anche tutti gli altri cacciatori giacevano inermi sul terreno. Derek, Sophie e Simon stavano riprendendo fiato. Emisi un sospiro di sollievo nel vedere che anche gli altri stava bene ed erano al sicuro.
«Io sono Amber Golthel, guardiana del Fuoco» si presentò la ragazza dai capelli color cioccolato, accennando infine un piccolo sorriso.
«Avis Darkwood, guardiana della Terra» mi presentai a mia volta, passandomi una mano fra i capelli, imbarazzata.
Dietro alle mie spalle si sentì un sonoro sbuffo, Amber sogghignò «Lei è Crystal Fox, la mia protettrice» la presentò. Mi girai verso Crystal e le sorrisi gentilmente. Crystal aveva grandi occhi a palla misti tra il verde e l’azzurro, capelli lunghissimi biondo platino naturale e una pelle pallida che sembrava essere di porcellana. Praticamente le caratteristiche della bambola in carne e ossa. Si vedeva che era più grande di tutti noi. Avrà sicuramente – almeno – ventisei anni.
«Avis!» la voce sonora di Derek mi arrivò ovattata alle orecchie. Stava correndo dalla nostra parte con un enorme taglio sul braccio sinistro, i capelli sudati e la maglietta appiccicata al petto che lasciava intravedere i muscoli ben definiti dell'addome.
«Avis, non sei ferita vero?» mi si precipitò di fronte senza neanche accennare uno sguardo a Amber o a Crystal. Con lo sguardo iniziò a controllare se avessi qualche ferita, anche se continuavo a ripetergli che avevo solamente male alla schiena e al fianco e un forte mal di testa.
«Amber e Crystal mi hanno salvate» mormorai indicando la guardiana del fuoco al mio fianco. Amber teneva le braccia conserte e guardava con attenzione Derek il quale in risposta alzò entrambe le sopracciglia e la guardò con la sua solita freddezza.
«Grazie per averla salvata» bofonchiò con tono distaccato Derek, accennando un sguardo ad Amber per poi tornare con sui occhi verdi smeraldo su di me.
Anche Simon e Sophie si avvicinarono a noi e per poco le due bionde si scannarono. Sophie e Crystal si conoscevano perché la più grande era stata l’insegnante e compagna di stanza della più piccola. Avevano studiato alla Black Roses Academy, cioè la scuola per formare i protettori o le protettrici dei guardiani delle streghe e delle streghe stesse. Ci potevano andare anche le streghe e i guardiani della Notte per imparare a padroneggiare i loro poteri. Derek me ne aveva parlato, poco prima di iniziare gli allentamenti.
«Non ci posso credere, con tutte le persone proprio te dovevo incontrare!» sbraitò Sophie roteando gli occhi nervosamente.
La più grande fece spallucce, «Sono stata assegnata alla guardiana del Fuoco. Di te mi interessa ben poco» replicò l’altra acidamente, alzando gli occhi al cielo.
Derek passò lo sguardo dalle due bionde, a me per poi fermarsi su Amber, «Tu sei la guardiana del Fuoco?» domandò infine. La bruna sorrise divertita poi annuì, «Abbiamo sentito da dei cacciatori (che erano sulle mie tracce) che il guardiano dell’acqua e quella della terra si erano riuniti per mettersi alla ricerca dei restanti guardiani. Vi abbiamo semplicemente risparmiato strada e fatica venendo qua» spiegò altezzosamente poi scrollò le spalle ed infine chiamò a gran voce Crystal che si fermò dal battibeccarsi con Sophie e si mise al suo fianco.
«Andiamo a mangiare qualcosa? Io e Crystal non mangiamo da ieri a mezzogiorno» Amber si massaggiò la pancia con una mano che aveva preso a brontolare affamata ed infine sorrise divertita.
«Va bene» risposi educatamente, beccandomi occhiatacce da parte di Sophie che si vedeva chiaramente che non voleva tra le scatole Crystal e due consensi da parte di Simon e Derek.
«Evviva, si mangia!» esclamò allegramente Amber, prendendo a braccetto la sua protettrice che non oppose resistenza, anche se si vedeva chiaramente che era scazzata dal suo comportamento e dal fatto che dovesse stare ancora per molto tempo in compagnia di Sophie, oltre che di tutti noi.

 

  
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