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Autore: moira78    28/01/2009    3 recensioni
Un'altra storia datata ispirata da un horror (se l'avete visto cogliete meglio le allusioni più divertenti^^). Uno dei miei esperimenti di fanfiction comiche!
Edit del 28/1/2009: ff rivista e corretta da Tiger eyes.
Genere: Parodia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo III




Ryoga si massaggiò il collo profondendosi in mille inchini all’indirizzo della sua salvatrice. Secondo lui, Akane l’aveva salvato perché nutriva un amore sconfinato e quanto mai segreto nei suoi confronti e ora rideva come un beota circondato da angioletti con le sue sembianze e fiorellini di primavera che spuntavano direttamente sulla sua testa. Poi un pensiero: salvare l’amata dal folle maniaco che abitava quella casa. In due secondi netti, Hibiki Ryoga ridivenne serio e proclamò:
“Akane, non temere. Quel codardo di Ranma è fuggito, ma ci penserò io a difenderti e se hai paura gettati pure tra le mie bra….”
Si bloccò, accorgendosi che nessuno lo ascoltava da tempo. Mentre era perso nelle sue farneticazioni, gli altri se n’erano andati.


“Maledetto porco!” Esclamò Ranma-chan strofinandosi gli occhi. “Ci è voluto un po’ ma alla fine l’ha piantata. Tutto quel peperoncino… puah! Mi bruciano gli occhi!”
Dietro di lei, il vecchietto pendeva appeso al soffitto con i resti del suo infernale marchingegno arrotolati un po’ a casaccio insieme alla corda che lo teneva legato. D’improvviso una risata isterica arrestò il suo passo nervoso.
“Ranmaaaaaa tesoooooorooooo!”
”Oh no…” Imprecò la ragazza col codino preparandosi a defilarsi.
“Tu, cosa ci fai in casa mia?!” L’apostrofò poco gentilmente la Rosa Nera.
“Non era mia volontà entrarci in questo modo!” Rimbeccò la rossa.
“Comunque nessuno ti ha invitata! Io ti sfido, ragazza col…”
”RAGAZZA COL CODINO!” S’interpose una voce nota, a cui seguirono due braccia note, avvinghiate in un posto noto…
“Quante volte ti devo dire che NON. MI DEVI. TOCCARE!” Sbottò Ranma spedendolo in orbita, bucando il soffitto.
“Bene, almeno c’è un po’ di luce…” Commentò pratica Nabiki.
“Ranma stai be…” Akane fu interrotta dalle due furie che aveva alle spalle.
“Ayaaa Ranma!”
“Ranchan!”
In breve Ranma si ritrovò soffocato nell’abbraccio della cinesina dai capelli color lavanda e dalla chef di okonomiyaki. Per la furia della sua fidanzata ufficiale. Nel caos, nessuno si accorse dell’ombra veloce alle loro spalle.
“Ma questo rumore…” Cominciò Ranma riconoscendo il motore dell’aggeggio di Lakkyosai.
In un batter d’occhio Shampoo, Ucchan e Akane si ritrovarono con addosso il solo reggiseno.
“VIENI QUI, MALEDETTO MAIALEEEE!” Urlò Ranma-chan saltando per afferrarlo. Un vecchietto conosciuto le si avvinghiò immediatamente estasiato e si accorse con grande disappunto di essere stato privato a sua volta della casacca cinese. E lui non portava un reggiseno…
“AHHH, CHE SCHIFO! TOGLIETEMELO DI DOSSO!”
Un pugno fece volar via Happosai distratto da quella visione e Kuno, ricomparso misteriosamente, abbracciò a sua volta il povero Ranma.
“Amore, ti copro io…” Ma venne prontamente allontanato.
“Tieni.” Offrì Nabiki porgendogli una coperta.
“Grazie, Nabiki”
“Sono tremila yen!”
“Arpia! E come mai tu sei ancora vestita?!” L’apostrofò la rossa.
“Perché io ho queste!” Sorrise la seconda delle sorelle Tendo mostrando due bretelle sgargianti.
“Oh noooo!” Si lamentò una voce. “Quell’idiota di Happy non ha munito questi cosi di uno sciogli-bretelle, bwaaaaaaaaa!”
“Idiota sarai tu, Lakkyo-baka! Come ti sei liberato?!” Sbottò Ranma colpendolo sulla pelata.

Intanto le ragazze erano in cerca di qualcosa con cui ricomporsi, visto che le camicette erano state rubate dal vecchio maestro di Ranma. Mousse guardò Shampoo e svenne sul colpo, mentre Ryoga sbucò dal nulla trovandosi Akane davanti.
“Io… sono in Paradiso…” Riuscì a biascicare prima di perdere i sensi col naso sanguinante.
Quando le ragazze si furono ricoperte, Lakkyosai era sparito e Kuno era ricomparso coperto di cerotti.
“Io me ne vado!” Sbottò indignata Shampoo. “Ne ho abbastanza di questa vacanza. Andiamo Ranma!”
”Sono d’accordo.” Annuì la rossa. “Qui gironzolano liberamente ben due maniaci!”
”NOOOOO! Ragazza col codino non lasciarmmghh!” Mugugnò il Tuono Blu sul gomito della sua bella, dopo essersi lasciato andare a uno dei suoi soliti abbracci.
“Rettifico. Tre maniaci.”
”Aspetta Ranma, vengo con te!” Lo chiamò Akane.
“Akane Tendo, non lasciarmi anche tmmghhh!”
”Addio, Kuno.” Disse lapidaria. Ben presto tutti si avventurarono per i sotterranei in cerca di un’uscita.
E vagarono per tre ore.
D’improvviso aleggiò il dubbio. Si erano forse persi? Ryoga non era con loro, sperduto chissà dove, e si sentivano un po’ come lui. Nel silenzio Akane azzardò: “Ehm… Kuno?”
Il Tuono Blu li seguiva tranquillamente e non proferiva parola da quando si erano incamminati.
“Sì, mio tesoro?”
”Mi domandavo… ma abbiamo forse sbagliato strada?”
Il fratello di Kodachi spalancò gli occhi sorpreso.
“Sbagliato strada? Perché dove siamo diretti, mio fiore di primavera?”
Ranma perse la pazienza e gli si avventò contro stringendogli il bavero.
“Idiota, mi pareva che fosse chiaro che VOGLIAMO USCIRE DI QUI!”
“Ma… siamo nei sotterranei, mia dolcezza, e da qui non so uscire nemmeno io!”
La rabbia montò e ancora una volta Ranma-chan caricò il destro.
“No Ranma, non farlo!” Urlò Nabiki, troppo tardi: Kuno era volato oltre il soffitto aprendo un nuovo varco di luce.
“Bah! Perché dovrei avere pietà di lui, tanto più che così abbiamo più luce.” Commentò la rossa pulendosi le mani soddisfatta.
“Perché così abbiamo perso l’unica persona che può dirci come uscire di qui.” Rispose lei calma.
Silenzio.
Poi la voce tentennante di Ukyo: “Ma Kuno non aveva detto di non sapere neanche lui come uscire?”
”E tu gli hai creduto?” La affrontò Shampoo.
“Io sì, veramente” Le rispose Mousse.
“Non parlavo con te, idiota.” Sbraitò la cinesina accompagnando le parole con un pugno sulla testa.
“Ma Shampoooooo!” Si lamentò quello.
“Insomma, calmatevi!” Li interruppe Akane. “Kodachi e Kuno non ci sono, ma possiamo sempre cavarcela, no?” Guardò il fidanzato, come cercando una risposta. E non ne ottenne.

Dopo un’altra ora trovarono una mappa e un bagno con l’acqua calda. Ranma era così contento di tornare maschio dopo quello che aveva subìto che non seguì le teorie degli altri, tutti chini sulla cartina, una sorta di labirinto intricatissimo su cui una freccia sottile indicava un punto remoto.

VOI SIETE QUI



Diceva la legenda. Il “QUI” era il centro esatto di una spirale. Guardandola, Ranma ebbe un’idea. Si concentrò e sferrò un Moko Takabisha bucando il soffitto. Agli altri che gliene chiedesero il motivo espose la sua teoria: un Hiryu Shotenha li avrebbe trascinati tutti fuori grazie alla potenza del tornado, centrare la voragine appena creata non era un problema. Il problema, semmai, era chi colpire così a sangue freddo da risvegliare la forza del Dragone. I sei ragazzi si guardarono. Ranma non voleva combattere con nessuna delle ragazze.
Rimaneva Mousse.
“Brutta talpa che non sei altro!” Esclamò il ragazzo col codino.
“Non funzionerà mai con me, Ranma. Non ho nessuna intenzione di volare via col tuo tornado del cavolo!” Esclamò indispettito.
“Cos’hai detto, genio?” S’intromise Ukyo.
Ranma e Shampoo si voltarono insieme: Genio?! Mousse?
“Ma certo, volare! Ti trasformi in papera, voli fino al buco nel soffitto e vai a chiedere aiuto!” Spiegò semplicemente.
“Brava Ucchan!” Esclamò Ranma ponendole le mani sulle spalle. Akane si voltò stizzita.
“Hai dimenticato che siamo praticamente nel deserto… genio?”
“Si vede che sei mia sorella.” Commentò Nabiki dandole una pacca sulla schiena. “E poi anche se trovasse Kuno o Kodachi, chi ci dice che ci tirerebbero fuori di qui?”
”Al diavolo!” Strepitò Ranma esasperato. Tacque, rifletté per un po’, poi scattò verso Shampoo. Le prese le mani e la guardò intensamente negli occhi. “Te l’ho mai detto che sei la ragazza più bella che io abbia mai visto?”
Ukyo e Akane grugnirono, pronte a sopprimere il loro fidanzato, ma Mousse fu più veloce e lo attaccò.
“Ha funzionato!” Esclamò lui dandogli corda. Shampoo era troppo felice per accorgersi della trappola e le altre commentavano sarcasticamente sull’opportunismo sfacciato di un certo ragazzo col codino, ma fu grazie a quello che uscirono dal ranch. Verso la fine della spirale Ranma gridò alle ragazze di aggrapparsi a lui. Strinse Akane a sinistra, Ucchan a destra, Nabiki si attaccò alle sue spalle. Era certo che Mousse avrebbe afferrato Shampoo per tempo e infatti così fu. Volarono fuori e atterrarono su un mucchio di fieno. Ranma non avrebbe sperato in tanta fortuna, temeva di doversi arrangiare e precipitare sul terreno tentando di attutire la caduta alle altre. Venne fuori dal mucchio di paglia scuotendo la testa per togliersela di dosso.
“Ehi, state tutti bene?”
Akane e Ucchan spuntarono fuori tossendo e sputacchiando fili di fieno, ma erano tutte intere. Nabiki era intenta a togliersi i resti della caduta dai capelli.
“Credo che ti addebiterò diecimila yen per danni, Saotome.” Disse acida.
“Ehi, io ti ho tirato fuori da lì!”
“E non avevi un metodo più ortodosso?”
“Perché, tu l’avevi?” Le strillò in faccia.
“No, ma è irrilevante! E se fossi caduta male?!”
“E se stessi un po’ zit…..?!” L’urlo di Shampoo li fece sobbalzare.
“LASCIAMI, MANIACO!”
Tutti pensarono immediatamente ad Happosai o a Lakkyosai, invece videro il docile Mousse sdraiato completamente sopra l’amazzone. Evidentemente voleva proteggerla dalla caduta ed era atterrato in quel modo. Il poveretto era paonazzo e balbettava parole di scusa, ma la cinesina gli sferrò un pugno poderoso.
“Che cattiva e pensare che voleva solo aiutarti!” Esclamò Ukyo.
“Io non gliel’ho chiesto e fatti gli affari tuoi, strega!” Rimbeccò lei furiosa.
“Strega sarai tu! Ma guardati, sei tutta rossa, non è che Mousse magari ti piace un po’?”
A quella Shampoo le saltò addosso e cominciarono a combattere, l’una con i bombori, l’altra con le spatole. Nessuno vide i due maniaci sbucare dal nulla.
Fu un attimo.
Ranma fu innaffiato di acqua gelida e in breve lui e le altre ragazze furono vittima di un furioso inseguimento. Gli aggeggi a motore ronzavano implacabili e raggiunsero per sbaglio il povero Mousse che era rimasto senza i suoi occhiali. Ora era anche senza vestiti.
“Shampooooooo!” Gridò afferrando un mucchio di fieno per coprirsi alla meglio.
“VENITE QUI ZUCCHERINIIIII!” Gridavano i due vecchietti maneggiando le loro infernali invenzioni. In breve si ritrovarono nell’area dove Kodachi era solita stendere la biancheria.
Volarono lenzuola, futon, reggiseni, mutandine, per la gioia di Happosai e Lakkyosai, che però non si distrassero dal loro obiettivo. Sul tetto, Kuno, che giaceva svenuto per il precedente colpo inflittogli da Ranma-chan, guardò la scena serrando i pugni.
“Non toccate la mia ragazza col codino o la mia Akane Tendo o ve la farò pagare caraaaaaaa!” Gridò gettandosi a capofitto e centrando il tronco di un sempreverde.
Kodachi uscì dalla porta esclamando: “Oh cielo, il mio bucato!” E si lanciò all’inseguimento assetata di vendetta. “Tornate qui, maledetti! Ora chi rilava tutto da capo?!” Strepitava.
“Kodachi, nooo!” L’ammonì Ranma. Troppo tardi, il suo body era sparito. La giovane Kuno arrossì fino alla punta dei capelli, afferrò un lenzuolo per coprirsi e lanciò a vuoto due clavette.
“Ma dimmi, Happy, sono tutte piatte come lei? Io speravo di ricalcare una meraviglia come questa!” Esclamò deluso Lakkyosai mostrando il foglio che aveva messo sul petto di Ranma poco prima.
“Ohhhh le riconosco! Queste sono di Ranma-chaaaan! Inimitabili, vecchio mio…”
Kodachi era diventata viola.
“Brutto pervertito maniaco, CHI SAREBBE PIATTA?!” Gridò sferrando un pugno che colpì suo fratello. Il poverino si era appena ripreso dall’incontro ravvicinato con il tronco dell’albero e stava cercando di salvare le sue amate.
“Oh, povero fratello mio! Maledet…” Ma quando si voltò, non c’era più nessuno. Più ad ovest continuava l’inseguimento.
“Ranma… ti giuro… che quando torniamo a casa…. ti ritroverai con tanti di quei debiti… da lavorare gratis A VITA!” Ansimò Nabiki correndo a perdifiato.
“Guarda… che io… non volevo neanche venirci qui!” Rimbeccò la rossa scansando di poco un colpo di Lakkyosai.
“Non fuggire tesoro, ne voglio un’altra copiaaaa!”
”Te lo sogni!” Gridò di rimando facendo un gran salto.
“Ranma, tiraci fuori da questo guaio!” Esclamò Akane disperata.
“Dimmi tu come… faccio… appena… mi fermo… questi mi spogliano!”
“Sacrificati, allora… non vuoi proteggere… la tua fidanzata?!”
”Quando ti fa comodo vero?!” S’indignò Ranma-chan. “Non l’ho chiesto io… di esserlo…”
”Però quando… ti torna utile... mi chiedi aiuto, eh?”
“BAKAAA!”
”RACCHIA!”
Si domandò Shampoo risparmiando il fiato. Voltandosi vide Mousse praticamente in mutande correre e chiamare il suo nome e accelerò distaccandoli tutti.
“Mousse, sei davvero… UN MANIACO!” I suoi bombori lo colpirono in pieno.
“E io… che ho anche chiuso… il ristorante…” Si lamentò Ukyo lanciando un mucchio di spatole mentre il sole tramontava sulla loro corsa.
Nei meandri del ranch dei Kuno echeggiò la voce di Ryoga: “MA COME DIAVOLO SI ESCE DA QUI?!”



FINE

   
 
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