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Autore: Spiderwoman95    07/08/2015    0 recensioni
Vi è mai capitato di ritrovare un semplice oggetto capace di catapultarvi indietro nel tempo? Beh, è ciò che è successo alla nostra Elene. Un semplice scatolone contenente un quaderno, le ha fatto rivivere i ricordi del passato e quell'amore impossibile che non ha mai dimenticato.
Genere: Erotico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Giro le pagine, e ognuna è dedicata ad uno di loro..ci sono foto, pensieri, ricordi dei giorni passati insieme. Sapevo che non sarei mai riuscita a dimenticarli, per tutto ciò che hanno fatto per me: Joseph, Màrio, Michael, Vincent, Peter..le persone più meravigliose di questo mondo, che mi sono stati accanto nei momenti belli, ma soprattutto brutti di quegli anni. Inizialmente andavo a salutarli nelle feste, come ero solita fare..poi col tempo mi sono trasferita per lavoro in un’altra città e ho perso i contatti, anche se sono costantemente nel mio cuore. Già, dopo tutti questi anni non sono riusciti ad uscirne. Ricordo ogni momento passato con loro, specialmente con chi sarebbe diventato poi quel mio primo amore; se ripenso a tutto ciò che ho fatto e a quante cavolate ho detto a mia madre pur di passare una ‘misera’ ma, per noi, maledettamente importante ora. Già solo un’ora..fatta di amore, passione, ma anche litigi e incomprensioni. Era (è) un tipo molto particolare. Ci dividevano 18 anni di differenza e, purtroppo per me, era sposato. Inizialmente mi sentivo uno schifo per la situazione che si era creata e forse è stato anche questo motivo principale della nostra rottura. Ci siamo amati per due anni, fino ad allontanarci senza che ce ne accorgessimo e a perdere definitivamente i contatti.
Rileggendo questa specie di diario mi sembra come se il tempo si fosse fermato in quei momenti..
***

21 dicembre 1998

-Elene, muoviti che altrimenti va via.-
-Arrivo, un momento!-

Ed eccoci di nuovo qui, io e la mia migliore amica Marianne, appena uscite da scuola che corriamo come pazze per arrivare in tempo al deposito dei pullman prima che il ragazzo (nonché autista), di cui Marianne si è presa una bella cotta, vada via.
Frequentiamo il quarto anno della ‘Kennedy High School’ ed oggi è l’ultimo giorno prima delle feste di Natale e ci è venuta la brillante idea di andare a salutare le persone che ogni giorno dell’anno scolastico ci prendono e poi riaccompagnano a casa e ci sopportano più di chiunque altro: gli autisti. C’è da dire che alla sottoscritta non è mai importato più di tanto di loro, sono stata sempre una ragazza taciturna e sulle sue, mi sedevo lontana dalla confusione che puo’ esserci negli ultimi posti sui pullman scolastici e lontana dalle tipe perfettine che occupavano i primi posti..diciamo che preferivo una posizione più centrale, e gli autisti erano, semplicemente, delle persone con cui scambiavo un ‘buongiorno’ e un ‘arrivederci’, a differenza di Marianne, che aveva un rapporto splendido con la maggior parte di loro. Ma quel giorno dovetti ricredermi anch’io..

-Pronta?..Buongiorno!- Marianne bussa alla porta ed entra tranquillamente dopo il consenso del capo-autista, il signor Joseph.
-Buongiorno, signorine. E tu come ti chiami?-

Io rimango pietrificata sulla porta, con tutti gli occhi puntati verso di me..il signor Joseph, Michael, Phil, Joseph e Màrio. Rossa come un peperone.

-Lei è un’amica, Elene.- salvata in calcio d’angolo da Marianne.
-Ah, che bel nome!- Phil mi sorride
-Sì, grazie. Vi lasciamo in pace un po’, visto che ci sono le vacanze di Natale. Quindi abbiamo pensato di venire a salutarvi..-
-Avete fatto bene. Ma..non state in piedi, accomodatevi.-
Non ce lo facciamo ripetere due volte: Marianne si siede vicino a Joseph, io mi accomodo su una poltroncina vicino a Michael, un bel ragazzone sulla trentina. Parlano del loro lavoro, senza che io capisca qualcosa, quando all’improvviso entra un ragazzo di un bar vicino con una scatola di quei panettoni dove all’interno c’è anche una bottiglia di spumante..un regalo di Natale dell’amico barman per gli autisti.
Il signor Joseph ringrazia ed apre lo scatolo e Phil ce ne offre una fetta con un bicchierino di spumante, molto buono! Siamo intenti a scherzare e a fare battutine mentre il signor Joseph è concentrato sullo schermo del suo computer per mandare delle cartoline di Natale..ma pare senza riuscirci granchè.

-Signorina Marianne, ma tu sai usare il computer?-
-Certo, le cose basilari..-
-E vieni un po’ ad aiutarmi; non ci riesco proprio. Troppa tecnologia, non sono abituato.-


Si alza dalla sua poltrona girevole nera lasciando accomodare Marianne. Tutti intenti a prenderla in giro quando vedo che, all’improvviso, diventa seria e paonazza in viso.

-Buongiorno! Aeh, capo..non potevate scegliere una persona più competente da far sedere sulla vostra poltrona(?)-

E chi poteva essere?
Con quel suo sorriso da ebete entra dalla porta Vincent, la famosa cotta di Marianne. O come lo chiamo io: il nano 45enne con le cuffie. Vi state chiedendo perché? Beh, semplice. Non è abbastanza alto, dice di avere 45 anni (quando ne ha solo 35) e porta sempre, o quasi, le cuffiette del cellulare. Capelli neri e a spazzola.

-Più di te, sicuramente! Ma se sei così sicuro di te..accomodati!-
-Ma figurati. Attenta a non far bloccare il computer, piuttosto.-
-..Ecco, ha parlato! I fatti tuoi mai, giusto?-


Forse una coincidenza, ma cavolo, davvero le si è bloccato il computer. E io e Michael che dalla poltroncina ce la ridevamo. Adoro i loro continui battibecchi, adoro loro.

-Vincent non pensarci. Bevi un bicchiere di spumantino..- Phil gli offre il bicchiere.
-Elene sblocca ‘sto coso, altrimenti lo faccio volare giù per la finestra!-

Marianne si alza e lascia a me il posto.

-Di male in peggio..- dire che lo fulminai con lo sguardo è poco. –Ma perché invece di fare le splendide vicino al computer, che non siete capaci, non mi lavate un po’ la macchina? Così evito di pagare al ragazzo dell’autolavaggio.-
-Ma paghi noi..di certo non lo facciamo gratis.-
-Dieci euro tutte e due.-
-Dieci euro?-
Phil si iintromette nel discorso..
-Troppo, vero? Facciamo cinque e non se ne parla più!-
-Ma che simpatico!-


E andiamo così avanti per tanto tempo, fino a mezzogiorno. Phil ha il turno per la stazione di Arpa, un paese vicino, e ci chiede un po’ di compagnia a me e Marianne. Noi abbiamo accettato volentieri, anche perché ci era simpatico e il nostro pullman non partiva prima delle due.
*


-Siamo già alla quarta macchina, è davvero una persecuzione!-

Siamo nel pullman con Phil e, come sempre, Marianne conta quante macchine vede uguali a quella di Vincent.

-Devo prendermi anche io quella macchina, a tutti i costi.-
-Ma ti piace qualcuno che ce l’ha?-
-No!-
-Che macchina è?-
-E non posso dirtelo, Phil. Si capirebbe..-
-Dai, dimmelo. Io tengo la bocca chiusa.-
-Ehmm..ce l’ha un tuo collega. Che, preciso, non sopporto!-
-Chi è Vincent? Ti piace proprio, allora.-


In quel momento io e Marianne ci guardiamo negli occhi, in silenzio. Se la conosco bene, in quel momento sarebbe voluta essere volentieri uno struzzo..con la testa sotto la sabbia senza vedere, né sentire nessuno.

-Ma no! A me non piace lui.-
-E chi ti piace al deposito, dai?-
-A me non piace nessuno..è Elene che si è presa una cotta per un’autista.-


La fulmino con lo sguardo, chiedendomi come non prendesse fuoco..

-Davvero?-
-Sì. Peter, vero?-
Marianne mi guarda con sguardo complice..
-Certo! Il mio cuore batte solo per lui, oramai. Non esistono altri uomini..-

Inizio ad improvvisare..cosa non si fa per un’amica in difficoltà?
Il bello era che non ce l’ho proprio presente questo Peter, lo ricordo vagamente, forse l'ho visto un paio di volte. Ricordo solo che è un tipo molto simpatico..

-Wow..allora dopo ti faccio parlare con lui, dai. Lo chiamiamo così gli dai gli auguri per Natale, così non ci resta male.-
-Certo, perché no?-


Povera incoscienza mia..ma come potevo pensare che l'avrebbe fatto davvero?
Appena arrivati nel parcheggio dei pullman Phil prende il telefono e mi cade l'occhio sulla scritta ''inoltro di chiamata a Peter''..oh santa pupazza, ora sono io che voglio essere uno struzzo!

-Peter, che si dice? Dove sei?..no, perché c’è una ragazza che vuole parlare con te.-

Phil mette in vivavoce e mi incita a parlare..dopo secondi di silenzio l'unica cosa intelligente che mi viene da dire è:

-PETER, SIAMO ELENE E MARIANNE..-
-E allora?-


Figura di merda. Figura di merda. Figura di merda.

-Cosa c’è?-
-E niente..così. Phil cosa cazzo gli devo dire(?)-


Di tutta risposta Phil mi ride in faccia, toglie il vivavoce e continua a parlare lui scherzando.
Voglio finire 5 metri sottoterra..mi sento tremendamente imbarazzata.
Dopo un po’ Phil chiude la chiamata e, siccome stanno cominciando ad arrivare i pullman, io e Marianne saltiamo da un pullman all'altro per fare gli auguri per il Natale..dopo Phil seguono Michael, Màrio, zio Felix, poi Vincent e Joseph. Infine Juan che si trova sul nostro pullman.
Tornata a casa, ringraziai che quella giornata (scolastica) fosse finita, e che sarei ritornata dopo 20 giorni quando tutto sarebbe stato dimenticato. Anche se non era così semplice come pensavo..
 
   
 
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