Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
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Autore: Piuma_di_cigno    07/08/2015    1 recensioni
Scarlett è una ragazza perfettamente normale, quando tanti piccoli cambiamenti stravolgono il suo mondo: attacchi di rabbia incomprensibili, una forza disumana che improvvisamente le scorre nelle vene, il fatto di non riuscire più a sentire il freddo ... Non capisce cosa le stia succedendo, finché un ragazzo, Will, pronuncia il nome della sua nuova condizione: licantropo.
Da allora, è una corsa senza fine, per cercare di capire quello che è diventata e quello che perderà della sua vita. E, soprattutto, tra queste perdite, ci sarà anche Daniel, il misterioso ragazzo che la salva nelle notti di luna piena? E se proprio lui, il suo salvatore, il suo scoglio nell'oceano, fosse il nemico peggiore?
Genere: Malinconico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 5 – Benvenuta

 

Seguii Will per un tempo che non avrei saputo definire; le mie emozioni instabili mi impedivano di pensare a quello che stava succedendo. Si alternavano tra panico, paura, incredulità, meraviglia e … Felicità.

Era strano, stranissimo, eppure era come se, all'improvviso, fossi completa. Era come se avessi trovato il pezzo mancante della vita, quello che rendeva le persone felici sempre, senza un motivo, in pace.

Sapevo di avere molto lavoro, dal punto di vista dell'autocontrollo, ma non ne ero spaventata. Per la prima volta, mi sentivo viva.

Le cose che vedevo erano sorprendentemente nitide, come i suoni che udivo … Non smettevo di meravigliarmene. Era tutto così nuovo, così diverso, così bello!

Will mi studiava mentre lanciavo occhiate in giro, mentre annusavo senza nemmeno rendermene conto, mentre sfioravo i rami e la corteccia degli alberi con le dita e cercavo di imprimermi dentro ogni sensazione, come fosse tutto un sogno.

Sentii l'odore del branco molto prima di vederlo, e mi irrigidii leggermente.

Will mi lanciò un'occhiata comprensiva.

“Sei una di noi, adesso. Ti accoglieranno e saranno felicissimi di farlo.” mi rassicurò. Senza farmi notare, cercai di lisciare la sua maglietta sgualcita e di pettinare con le dita i capelli, ma con scarsi risultati.

Sentii l'odore della pietra e quello vago del legno e del cemento.

Capii che eravamo vicini a un edificio, molto probabilmente sconosciuto a gran parte degli abitanti della mia città.

Cercai di non pensare a mamma e ad Ellie che la mattina successiva avrebbero trovato la mia lettera e avrebbero pianto la mia scomparsa. Mi chiesi come avrei reagito io, se fosse successo qualcosa di simile a mia sorella …

Ma smisi di pensarci, quando mi ritrovai davanti una struttura, simile a un piccolo castello, fiancheggiata da una torre.

Era tutto in pietra e, dalle tante finestre che c'erano, supposi che vi fossero molte stanze all'interno.

Sentii delle voci provenire da dentro, e anche delle risate. I miei nuovi sensi da lupo captarono tutti i dettagli, persino le sporgenze sul terreno.

Will avanzò verso una porta in legno e la aprì, facendomi cenno si seguirlo. Mi affrettai dietro di lui, sforzandomi di ignorare tutti gli sguardi che avvertivo fissi su di me.

Appena entrai, mi ritrovai in una grande sala di pietra, con ampie finestre che davano sul bosco, a volte circondate e chiuse da tralci di edera. Sembrava di essere finiti in un'altra epoca!

Il pavimento era liscio, e le pareti tappezzate di scaffali pieni di libri.

C'erano diverse porte, quasi tutte aperte. Si intravedevano dei corridoi, al di là di esse, e supposi che più o meno tutte le strade, lì dentro, portassero a quella sala.

Due ragazzi si alzarono appena videro me e Will e ci vennero incontro. Poco dopo, arrivò anche una ragazza minuta, comparsa da uno dei corridoi.

Sorrisero tutti e tre.

“Lei è Scarlett.” mi presentò Will. “E loro sono Connor, Blake e Alexa, membri del branco.”

I due ragazzi mi rivolsero un cenno del capo, mentre Alexa passò in mezzo ai due e mi strinse le sue esili braccia attorno al collo.

Ricambiai goffamente, imbarazzata.

“Benvenuta, Sky.” rise Alexa. “Sono contenta che finalmente la mia compagna di stanza sia arrivata.”

Lanciai un'occhiata confusa a Will.

“Compagna di stanza? Io non posso rimanere qui ...”

“Devi.” rispose lui, serio. “Devi imparare a gestire questa cosa, Scarlett. Non posso lasciare novellini come te a zonzo in giro per la città a seminare terrore, mi spiace.”

Scrollò le spalle, come se nulla fosse.

“Alexa ti dirà tutto quello che ti serve sapere.”

E si allontanò in corridoio, fiancheggiato da Connor e Blake. Mi chiesi quanta gente vivesse, lì dentro.

Non mi rimase altro che rivolgere i miei occhi su Alexa, che sorrise. Era davvero carina; aveva i capelli biondi e corti, che incorniciavano un viso pallido, coperto di lentiggini.

I suoi occhi erano grandi, verdi come smeraldo. Anche nei suoi, notai gli stessi colori accesi che tanto mi avevano colpita in Will. Era davvero esile. Le sue dita sottili si strinsero attorno al mio polso, quando mi tirò delicatamente verso un corridoio a sinistra.

“Vieni, Sky.”

Il soprannome suonava un po' strano alle mie orecchie. Mia madre e mia sorella usavano sempre il nome completo.

Seguii Alexa, rassegnata.

“Allora, da quanto ti sei trasformata?” chiese, come fosse la cosa più normale del mondo. Ci volle un istante perché mi riprendessi dalla sorpresa di una domanda tanto inusuale, e perché mi rendessi conto che non sapevo quanto tempo fosse passato da quando Will mi aveva trovata.

“Uhm … Qualche ora, credo.” risposi infine.

“Wow!” commentò Alexa. “Sei molto tranquilla, per essere appena rinata.” constatò, lanciandomi un'occhiata da sopra la spalla. “Io sono una lupa da un anno.”

In cuor mio, dubitai che sotto quella corporatura si nascondesse un lupo.

Scrollò le spalle.

“Io non ho avuto neanche un attacco di rabbia. Will mi ha trovata appena in tempo.” spiegò. “Ero andata a fare una passeggiata con degli amici, ma poi … Sai come succede, no? Mi sono staccata dal gruppo, anche se non volevo farlo.” sorrise. “Ed eccomi qui!” trillò, con la sua voce dolce. “E tu?”

Le raccontai dei miei ultimi giorni da umana, mentre percorrevamo un intricato labirinto di corridoi e scale, tutti costellati da porte di legno. Quel posto sembrava quasi un albergo.

Alexa sospirò, quando finii il mio racconto.

“Deve essere stato proprio terribile.” si fermò davanti a una porta. “Eccoci qui. Teoricamente potresti avere una stanza tua,” spiegò, “ma per i novellini è meglio avere una compagna con un po' di esperienza.”

Alexa aprì la porta, rivelando una stanza semplice con due letti dall'aria comoda, una grande finestra e un'altra porta che doveva portare al bagno. Su entrambi i comodini accanto ai letti c'era un telefono e, davanti a noi, un cassettone.

Chissà perché, mi ero convinta che in quel posto non ci fossero né telefoni né bagni.

Mi sembrava un po' strano vedere le pareti di pietra, ma il pavimento era tutto di legno, e mi ricordava vagamente camera mia, a casa.

Con lo sguardo, indugiai sopra il telefono. Avrei potuto chiamarle, pensai.

Certo, avrei potuto chiamarle nel cuore della notte per dire loro di no leggere la lettera in camera mia, che ero viva, che ero diventata un licantropo e che non sarei tornata per un po'.

Sospirai, e mi sedetti sul letto.

Alexa si avvicinò al cassettone e si mise a frugare tra quelli che dovevano essere i suoi vestiti. La camera era spoglia, non vedevo molto di suo; sul comodino c'era una sua foto con un'altra persona, forse un'amica o la sorella, e c'era un paio di ciabatte lì vicino. Oltre a una pila di libri dall'aria antica e polverosa, nient'altro testimoniava che la stanza era abitata.

“Ecco, Sky, prova a indossare questi.”

Alla mia occhiata perplessa, si giustificò:”Non mi sembri molto a tuo agio con quei vestiti.”

Le sorrisi, grata, e presi quelli che mi porgeva.

Mi infilai in bagno con un sospiro.

Guardai la mia immagine allo specchio, gli occhi luccicanti, di un colore completamente disumano che rivelava quello che ero diventata. Persino i miei capelli erano più luminosi, la mia pelle più bianca, e vedevo un accenno di muscoli sulle braccia, anche se ero sicura di non averne mai avuti in vita mia.

Mi spogliai, togliendomi di dosso i vestiti di Will, e indossai quelli di Alexa, che, oltre all'odore di umano e di lupo, profumavano vagamente di rose.

Mi aveva dato un paio di pantaloni neri elasticizzati con una canottiera nera, semplice. Non chiedevo di meglio.

Quando uscii, la trovai seduta sul letto, che mi sorrideva.

“Ti stanno bene.” disse. Poi, lanciò un'occhiata alla finestra. “Spero non ti dispiaccia dormire vicino alla finestra. Mi dà molto fastidio la luce, di notte, e preferisco stare da questa parte.”

Abbozzai un sorriso.

“Per me non c'è problema ...” Alexa si accorse della mia aria incerta, e mi sentii in colpa. “Scusami, davvero … Tu sei gentilissima, ma qui … Non capisco più niente.”

Sorrise.

“In effetti, hai l'aria un po' confusa.”

“Lo so.”

“Passerà, vedrai. Anzi, perché non provi a dormire un po'? Devi essere esausta. Domani mattina, penserai a cosa fare e io ti spiegherò le regole della Casa e alcune dell'essere licantropi, d'accordo?”

Annuii, consapevole di non avere altra scelta.

Mi distesi sopra le coperte; non avevo affatto freddo. Nel momento in cui appoggiai la testa sul cuscino, mi accorsi di quanto sonno avessi e feci appena in tempo a biascicare un buonanotte ad Alexa, che caddi in un sonno senza sogni.

 

Quando mi svegliai, dalla finestra entrava molta luce e Alexa, con addosso i miei stessi vestiti, canticchiava mentre si pettinava con cura i capelli corti.

“Buongiorno Sky!”

“Buongiorno ...” risposi, sorpresa. La fissai. “E' … E' successo davvero?”

Inclinò la testa di lato, come se non capisse.

“Ti riferisci al fatto che sei un licantropo?”

Feci una smorfia.

“Sì, è successo davvero.” mi risposi da sola, incredula.

Ero un licantropo.

Ero un licantropo.

Provai a ripetermelo più volte della mente, cercando di dare un significato a questa frase assurda.

“Bene.” disse Alexa, sedendosi a gambe incrociate sul letto davanti al mio, “Innanzitutto, benvenuta alla Casa. Qui, vivono tutti i licantropi dei dintorni che non vengono più accettati dalla loro famiglia e non riescono a godere di autonomia propria, i novellini come te e i licantropi minorenni che non vengono accolti dalla loro famiglia umana o che non ne hanno una.”

Mi concentrai per credere che fosse tutto vero.

“Ci sono alcune regole da rispettare. Ci sono razioni di cibo definite per ognuno; è vietato appropriarsi del cibo altrui senza averlo richiesto. Inoltre, è vietato fare zuffe o lotte con gli altri abitanti della Casa. È vietato cercare di mangiare gli altri abitanti e, per ovvie ragioni, è vietato gironzolare nudi fuori dalla propria stanza.”

Alla mia occhiata scettica, Alexa scrollò le spalle.

“Che vuoi che ti dica, qui c'è gente di tutti i tipi.” poi, proseguì. “Non ci si trasforma all'interno della Casa, se non per incidenti di vario genere. I novellini sono giustificati fino a due mesi dopo la trasformazione, ma poi devono imparare a controllarsi.”

Magari ero finita in un reality show. Controllai gli angoli della stanza, in cerca delle telecamere. Niente.

“Vietato fare scommesse, o tendere trappole e imboscate a membri della Casa.” continuò. “Poi … Uhm … Vediamo … Ah, sì. Vietato ululare al chiaro di luna.”

Sentii un sorriso affiorarmi sul viso.

Alexa ridacchiò.

“Ripeto, c'è ogni genere di gente qui.” ci pensò un attimo. “Vietato introdurre armi o veleni nella Casa. Per veleni s'intendono anche sonniferi particolarmente forti, diuretici, erbe che causano prurito oppure orticaria … Vietato portare le prede catturate in forma animale nella Casa.” arricciò il naso. “So che più sembrarti strano, ma a volte ci si lascia prendere dall'entusiasmo, e finisce che qualcuno arriva qui con un grosso cervo insanguinato tra le fauci, in forma di lupo.”

Un lampo divertito le attraversò lo sguardo.

“E infine,” disse, “niente contatti coi vampiri.”

Quasi caddi dal letto.

Ora basta.

Vampiri?

Vampiri!?

Vampiri!?

Alexa dovette notare la mia espressione scioccata, perché annuì e confermò:”Vampiri.”

Visto che non facevo domande, spiegò:”Si riconoscono dal pallore, dagli occhi rossi e, a volte, dai canini. Sono tipi piuttosto schivi, per niente interessati a noi, ed è meglio se ricambiamo il disinteresse. Il nostro equilibrio si basa su un odio molto cordiale e su un patto stretto almeno mille anni fa … Sarebbe seccante se fosse una novellina a romperlo.”

Scrollò le spalle minute.

“Mi pare di averti detto tutto sulle regole del branco.” concluse. “Ora,” sentii la tensione invadermi il corpo, “parliamo della tua nuova condizione di licantropo.”

Cercai di nuovo le telecamere nascoste.

   
 
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