Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: kiara_star    28/01/2009    8 recensioni
I nostri eroi come ragazzi comuni in una realtà contemporanea. Fra cellulari, sbronze e tradimenti, affronteranno le piccole sfide di ogni giorno. (Pairing principale ZoroxSanji ma ci sono anche altri pairing) spero vi piaccia ^__^
Storia Incompleta
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Come la prima volta

 

- Capo forse dovrebbe andarci un po’ più leggero – lo sguardo di Smoker incenerì Tashigi prima che potesse aggiungere un’altra parola. Erano giorni che cercava qualcuno che aiutasse la ragazza in negozio, ma al colloquio si presentava solo gente “incompetente”

- Non posso assumere dei tizi simili – Tashigi cercò di trattenersi da altri commenti. Per tizi simili, il suo capo intendeva ragazzi con la divisa da scolari e il brufolo pulsante sulla fronte, oppure ragazzine avvenenti con chiare intenzioni di sedurlo, per non parlare degli ex galeotti suoi vecchi compagni di cella. Smoker si appoggiò al bancone mentre Tashigi serviva una cliente.

- Grazie signora e torni a trovarci – sorridente la donna prese le buste della spesa ed uscì.

- La prossima persona che entra qui dentro con i tacchi a spillo la uccido – la massiccia mano dell’uomo si posò sui suoi occhi stanchi. Cavolo, che avrebbe dato per una serata di tranquillità, senza dover stare dietro alla contabilità o ad altre cartacce noiose. L’emicrania lo costrinse a prendere un’aspirina, nonostante Tashigi continuasse a dirgli che quella roba poteva essere pericolosa

- Dannazione Tashigi è solo un’aspirina non è droga! – ribatté l’uomo all’ennesima “avvertenza” indesiderata. La ragazza abbassò la testa sospirando. Che tipo difficile che era...

- Buongiorno! – la commessa si voltò verso il cliente che era appena entrato.

- Buongiorno mi dica – il ragazzo sorrise

- Ho letto il cartello qui fuori – il suo pollice puntò verso la vetrina  e Smoker spostò le dita della mano dagli occhi per vedere che tipo era. Lo squadrò per bene e poi gli si avvicinò mentre Tashigi gli spiegava alcune cose riguardanti il lavoro.

- Dimmi ragazzo, hai piercing? – gli occhi del giovane sbatterono un paio di volte.

- No signore – rispose. La stessa risposta la diede alle successive domande dell’uomo. Non fumava, non si drogava e non aveva un debole per gli omaccioni come lui, e per finire non era mai stato in galera e il suo viso non mostrava segni di acne giovanile.

- Qui si deve lavorare sodo... te la senti? – la voce di Smoker era dura e anche un po’ intimidatoria. Anche quello era una specie di test. Non poteva prendere a lavorare qualcuno che avesse un carattere troppo “spaventabile”, non sarebbe durato un giorno con lui come capo

- Farò del mio meglio – rispose sorridente il ragazzo. Il bottegaio lo analizzò per un’ ultima volta. Era un ragazzo sicuro di sé. Era il tipo giusto. Almeno avrebbe bilanciato l’eccessiva pacatezza della sua commessa.

- La paga è quella che è, e non chiedermi aumenti se non vuoi ritrovarti una suola della scarpa nel sedere – il ragazzo rise.

- Per me va bene così, mi serve solo un lavoretto part-time, visto che mio nonno mi ha bloccato tutti i conti – la risata che ostentava il ragazzo fece capire a Smoker che quel tipo non era certo uno che si buttava giù facilmente.

- Allora puoi iniziare domani. Va bene? – Tashigi sorrise quando il ragazzo annuì. Era un tipo simpatico e si sarebbe di certo trovata bene con lui.

- A proposito ragazzo, come ti chiami? – per Smoker quella era l’ultima cosa da sapere, visto che aveva passato abbastanza sufficientemente il suo test. Il ragazzo sorrisa ancora

- Rufy, signore –

- Bene Rufy, allora non fare tardi. Non sopporto la gente che tarda al lavoro – le braccia di Smoker si piegarono sul petto dell’uomo mentre Rufy annuiva. Certo sarebbe stata dura svegliarsi per andare a scuola e il pomeriggio lavorare, ma nonno Garb non gli aveva dato scelta. 

- Ok capo! – il tono con cui l’aveva detto aveva dato a Smoker l’impressione di un déjà-vu, come se avesse già ascoltato quella frase. E pure il suo viso, anzi il suo sorriso gli ricordava qualcuno, anche se l’emicrania gli impedì di sforzarsi più di tanto nel ricordare.

 

 

Sanji uscì dal tabaccaio dopo aver acquistato le sue sigarette. Doveva darsi una mossa, Zoro gli avrebbe di certo fatto una sparata delle sue se avesse fatto tardi. Si precipitò a cercare un taxi senza successo. Dannazione, sembravano tutte contro di lui. Controllò l’orologio: era tardissimo, non gli restava che correre. Iniziò a mangiare l’asfalto con passi ampi e veloci finché la stanchezza non lo costrinse a fermarsi per riprendere aria. Si poggiò spalle ad un palo facendo lunghi respiri. Era inutile, tanto valeva pensare ad una scusa plausibile da rifilare a Zoro, anzi no, niente bugie, gli avrebbe detto la verità. “ Scusa Zoro  ho perso tempo a scegliere cosa mettere perché volevo essere perfetto per te”... patetico? Si, ma anche tremendamente vero. Scartò il pacchetto nuovo sorridendo mentre si accendeva una sigaretta, quando sentì un clacson. Si voltò verso la vettura.

- Ehi ciao – dal finestrino dell’auto sbucò un braccio e un sorriso lentigginoso.

- Ciao Ace – si avvicinò al ragazzo che aveva accostato.

- Ti serve un passaggio? – chiese il moro. Sanji si morse un labbro, in effetti si, ma non poteva proprio accettare.

- Grazie Ace ma sono arrivato – gli sorrise e lui lo guardò per qualche secondo negli occhi. Era facile intuire quando mentisse. Spense il motore ed uscì dall’auto. Sanji avvertì una strana ansia impossessarsi di lui. Ora stava andando tutto bene con Zoro e non poteva permettere a Ace di rovinare tutto, non un’altra volta.

- Ace ti ho detto che sono arrivato, tranquillo – i passi del moro si fermarono a pochi metri da lui.

- Ho saputo che hai chiarito con Zoro – Sanji annuì ed Ace sorrise.

- Sono contento, davvero – le sue parole erano sincere. Ace era sempre maledettamente sincero e questo Sanji lo sapeva bene.

- Le cose vanno bene tra di noi, e io spero che continuino ad andare così – era un po’ “cattivo” forse dirgli quelle parole, ma Ace meritava la sua sincerità, anche se questa fosse stata un po’ dolorosa. Il moro sorrise ancora mentre si scostava i capelli neri dalla fronte.

- Come sono stato stupido a lasciarti andare – le sue parole furono accompagnate da una leggera risata che fece abbassare nuovamente il capo a Sanji. Ace capì che era inutile rigirarci sopra, doveva mettersi il cuore in pace, e da una parte lo stava già facendo.

- Scusa non era il caso di parlare di questo... senti, sicuro che non vuoi un passaggio? – Sanji scosse la testa.

- No, sono arrivato – ancora un sorriso piegò le labbra di Ace mentre rientrava in auto.

- Bene, allora...  buona serata – Sanji alzò la mano per salutarlo, quando il ragazzo si allontanò.

Ace guardò nello specchietto retrovisore l’immagine del biondo rimpicciolirsi ad ogni metri, finché non scomparve del tutto. Lo stesso avrebbe dovuto fare lui, rimpiccolire il suo sentimento, finché non fosse svanito.

 

Arrivato a casa, Ace sentì le urla di Nami contro il fratello. E ora chissà perché stavano litigando.

- Sei un idiota! – la ragazza si precipitò alla porta scostando bruscamente Ace che era ancora sulla soglia.

- Fermati Nami, non è colpa mia – ma le parole di Rufy non riuscirono a fermare la rossa che sparì sul suo scooter.

- Che hai fatto stavolta? – Ace lo guardò sospirando e il fratello sorrise abbassando la testa.

- Rufy ma quante volte devo dirtelo, che se continui a fare cavolate Nami ti lascerà definitivamente - a quelle parole Rufy sbuffò alzando le spalle.

- Non lo so Ace se questo sarebbe così sbagliato.. cioè siamo così diversi che a volte mi chiedo perché stiamo ancora insieme... passiamo più tempo a litigare che a fare altro – con le mani nelle tasche dei suoi jeans, Rufy si avvicinò al divano dove si sedette pigramente.

- Beh se non provi più niente per lei, è inutile continuare – Rufy odiava quei discorsi. Non gli piaceva pensare troppo sulle cose, neanche quando si trattava di Nami. Non aveva voglia di passare tutta la sera a parlarne con Ace, non ora che aveva una cosa così importante da dirgli.

- Sai Ace, ho trovato un lavoro – il fratello maggiore rimase incredulo. Rufy lavorare? Era più facile che lui si facesse prete. Si avvicinò al sorriso enorme sul viso del fratello e gli pizzicò una guancia con le dita.

- Ehi chi sei tu? Che ne hai fatto di mio fratello? – ridacchiò, Rufy scostò la sua mano ghignando.

- E’ un supermarket in città. La paga  buona e il capo è molto simpatico. E poi lo sai che il nonno c’ha bloccato tutti i conti.. – Ace si sedette accanto al fratello sospirando. Da quando Garb aveva saputo che sua nipote Makino frequentava un tipo “pericolo” come quel Shanks, aveva deciso di costringerla a tornare a casa. E cosa c’era di meglio di togliere qualsiasi forte economica aii suoi adorati fratelli? Nonno Garp era un tipo che non si faceva troppo scrupoli, ma faceva tutto per il bene della sua famiglia, anche se i suoi modi “affettuosi” erano alquanto discutibili.

- Scusa dovrei essere io a lavorare e non tu...- il viso di Ace si rattristò. Che razza di fratello era se costringeva il più piccolo della famiglia  a lavorare? Ma il fatto era che ultimamente non aveva avuto né il tempo, né la voglia di pensare a cercarsi un lavoro. Forse perché aveva già in mente di partire, ma dopo la genialata di suo nonno, non poteva fare le valige e lasciare Rufy da solo in quella situazione.

- Non dire cazzate Ace, a me fa piacere lavorare in quel posto! – il sorriso di Rufy riuscì a tramutare l’espressione triste di Ace. Era così facile essere sereni quando si era in compagnia di Rufy.

- Si, però è solo una cosa temporanea. Quando troverò un lavoro tu non dovrai più fare nulla! Chiaro fratellino! – le braccia del fratello gli si avvolsero al collo, mentre Ace veniva schiacciato sul divano sotto il peso del corpo di Rufy.

- Ok ma non uccidermi – ridacchiò mentre gli accarezzava i capelli neri.

 

 

Franky continuava a guardare Zoro che si toccava nervosamente gli orecchini. Era così buffo vederlo in quello stato. La storia con Sanji era ripartita da un po’, eppure tutte le volte che lo doveva vedere, si sentiva come se fosse la prima volta.

- Ehi lo sai che questa maglia ti ingrassa? – esclamò serio Franky, mentre Usopp cercava di contenere una risata. Zoro sgranò gli occhi mentre si guardava addosso. Era una semplice t-short verde militare. Anzi era stato proprio lui a convincerlo ad acquistarla, ma se Franky diceva che lo ingrassava magari era vero

- Dici? Forse dovrei andare a cambiarmi allora! Usopp dammi un passaggio – dopo essere scattato in piedi, Zoro si ritrovò sommerso dalle risate dei suoi compagni.
- Brutti idioti! – ringhiò sentendo le guance arrossarsi. Ma perché non la piantavano di comportarsi così. Erano suoi amici o sbaglio?! Si risedette sul divanetto del pub incrociando le braccia sul petto mentre con gli occhi chiusi, cercò di trattenersi dall’uccidere qualcuno.

- Dio che spasso!.. “forse dovrei andare a  cambiarmi, Usopp un passaggio” ... troppo divertente – gli occhi di Usopp presero a lacrimare mentre Franky si teneva la pancia sbattendo un pugno sul tavolino davanti a loro. Zoro provò con tutte le sue forze a ignorarli ma fu inutile.

- Vi apro il culo se continuate! -  minacciò sempre più paonazzo. Franky prese un lungo respiro mentre annuiva con la testa.

- Ok ok la finiamo... Usopp dammi un passaggio – e ripresero a ridere e per poco il riccio non cascava dal divano. Ringhiando di rabbia Zoro si alzò e si diresse in bagno. Erano degli idioti e basta. Arrivato alla toilette si chiuse la porta alle spalle sedendosi sulla tavoletta chiusa del water. Perché diavolo Sanji ci metteva tanto? Stava impazzendo, e un altro secondo con quei due babbei e li avrebbe fatti fuori sul serio.

 

- Dai Franky quanto viene gli diciamo che Sanji è venuto e visto che non c’era se n’è andato – ridacchiò Usopp mentre Franky continuava a ridere.

- No no, gli diciamo che ha telefonato e che lo aspetta in un pub dall’altra parte della città – alla proposta di Franky, Usopp si distese completamente sul divano mentre sentiva il fianco dolere per il troppo ridere.

- Sì , geniale Franky – continuò a ridacchiare. Nel mentre il cellulare del moro squillò. Usopp aspettò qualche secondo per riprendersi e poi rispose. Sul display comparve un numero privato.

- Pronto – balbettò ancora con un po’ di fatica. Dall’altro capo del telefono sentì una voce che spense completamente la sua ilarità.

- Ah avvocato, salve... avrei voluto chiamarla ma il mio cliente .. vede...- Franky non riuscì a capire subito con chi stesse parlando il suo amico, ma quando gli occhi neri di Usopp gli lanciarono uno sguardo allarmato temette di aver capito.

- Cosa? Un incontro?... non lo so dovrei parlarne con il signor Flam.... – la sudorazione stava iniziando a coprire la fronte bruna del riccio, mentre Franky avvicinò l’orecchiò al telefono di Usopp per poter sentire anche lui.

- Non si preoccupi, lei parli pure con il signor Flam, poi mi telefoni all’ufficio di Rob Lucci per farmi sapere se il suo cliente accetta – Franky inghiottì uno stretto nodo che gli si era formato alla gola, mentre il suo cuore galoppava forte. Forse era la sua ultima occasione! Stavolta non avrebbe fallito, non ora che la fortuna sembrava essere dalla sua parte.

- Ok... la ringrazio... a risentirla – quando Usopp attaccò il telefono lanciò l’ennesima occhiata a Franky, che invece aveva sul volto un’espressione assolutamente soddisfatta.

- Tu sei pazzo, cosa pensi di fare? E poi come diavolo hanno fatto ad avere il mio numero – Usopp si passò la mano fra i ricci capelli iniziando a fare pensieri di ogni genere. Forse li avevano scoperti, e volevano fargliela pagare.

- Ascoltami Franky non farlo – ma fu inutile, il ragazzo aveva già preso la sua decisione, e stavolta sarebbe andato fino in fondo anche senza il suo aiuto.

- Beh cos’è quella faccia, avete smesso di ridere come delle scimmie? – mormorò Zoro quando tornò al tavolo e vide il viso di Usopp. Franky sorrise e gli disse che non era nulla, nel frattempo dalla porta del locale, fece il suo ingresso la testa bionda di Sanji.

Il ragazzo si guardò attorno, per cercare i suoi amici. Non ci mise molto ad individuare la chioma smeraldo di Zoro, anche se le luci erano basse e c’era molta gente, era dannatamente naturale vederlo. Si accorse però che loro ancora non l’avevano visto, e così si diede una sistemata guardandosi nello specchio alle spalle del barman. Si lisciò il ciuffo biondo con le dita e si sistemò il bavero della camicia color avorio. Per la fretta di correre gli era saltato qualche bottone ed era stato costretto ad allentarsi la camicia. A vederlo così sembrava uno che aveva appena fatto sesso e non aveva avuto il tempo di sistemarsi. Quando quel pensiero attraversò al sua mentre  pensò quasi di tornare a casa per cambiarsi, quando il barman lo chiamò.

- Vuoi qualcosa? – chiese con lo shaker fra le mani. Sanji si guardò attorno e gli domandò dove fosse la toilette. Avuta l’indicazione desiderata, cercò di infilarsi senza essere visto nei bagni, e la cosa gli riuscì perfettamente. Arrivato davanti al lavabo, sovrastato da un enorme specchio, poté prendersi tutto il tempo che voleva per sistemarsi. Si slacciò la cravatta. Meglio levarla del tutto piuttosto che lasciarla mezza annodata. Finì di sbottonare qualche altro bottone così da sembrare più casual, e meno idiota. Il cartello attaccato alla parete gli impediva di fumare, ma in quel momento non poteva proprio farcela a trattenersi. Si chiuse nella cabina water e si accese finalmente una sigaretta aspirando avidamente il fumo. Dio che ansia, sembrava un ragazzino al primo appuntamento. Era davvero ridicolo, e se Zoro l’avesse saputo avrebbe pensato lo stesso.

 

- Ma quanto ci mette – borbottò guardando per l’ennesima volta l’orologio.

- Chiamalo così vedi dov’è sta. Magari è successo qualcosa...- le parole di Usopp furono pronunciate con grande tranquillità, ma all’orecchio di Zoro arrivarono come un campanello d’allarme. Forse gli era successo davvero qualcosa, magari era stato aggredito da qualche balordo. Dannazione, perché si ostinava ad andarsene in giro a piedi! La gomitata nel fianco che Franky gli tirò, fece capire ad Usopp che era meglio che se ne stava zitto.

- Andiamo sarà qui fra poco – ma Zoro era già scattato in piedi.

- Io vado cercarlo – mormorò avviandosi verso l’uscita.

- Idiota portati almeno il mio cellulare così sappiamo...- Franky non riuscì a finire la frase che Zoro era già sparito fuori dal locale.  Cavoli, se quello non era amore allora doveva essere pazzia pura!

Dopo circa dieci minuti buoni, in cui Usopp aveva cercato senza successo di far riflettere Franky su quello che voleva fare, qualcuno si avvicinò al tavolo.

- Ehi ciao ragazzi – alzando gli occhi il riccio incrociò il sorriso di Sanji.

- Ma dove cavolo ti eri cacciato? – chiese senza preoccuparsi di essere più gentile. Il biondo sbatté le palpebre più volte per poi abbassare la testa.

- Beh, ho fatto tardi scusate... ma Zoro dov’è? – domandò guardandosi attorno. Franky ridacchiò mentre Usopp si mise una mano sulla fronte.

- E’ venuto a cercarti perché pensava ti fosse successo qualcosa – sospirò. Sanji sgranò gli occhi sentendosi ancora più stupido.

- Cazzo – mormorò guardando la porta del locale. Aveva sprecato tutto quel tempo a farsi problemi,  ed ora Zoro se ne stava in giro a vagabondare alla sua ricerca, sicuramente molto irritato.

- Vado a cercarlo – sospirò avviandosi verso l’uscita. Anche stavolta così come era successo per Zoro, fu inutile fermarlo.

- Quei due sono due idioti – borbottò Usopp portandosi alle labbra un bicchiere con del martini. Franky continuò a sorridere mentre mentalmente stava già pensando a come muoversi.

 

 

Zoro percorse tre volte la strada che andava da casa di Sanji al pub dove dovevano incontrarsi. Passò anche nella zona dove lavorava, me niente. Perché diavolo non l’aveva chiamato prima di avviarsi come un idiota! E ora dove poteva essere... l’idea che gli fosse accaduto qualcosa lo stava facendo impazzire. Forse ci teneva più di quanto pensasse, lo amava da morire e in quel momento ne ebbe la conferma. Ripercorse per l’ennesima volta la strada senza successo, quando pensò di tornare al pub per chiedere a Franky di fargli una telefonata. Non era tarda ora, ma con tutta quella gentaccia in giro, nessuno poteva camminare tranquillamente per strada, tanto meno uno come Sanji. Lui attirava troppo l’attenzione, ma forse era solo la sua dannata gelosia che lo faceva straparlare. Parcheggiò davanti al locale intendo ad entrare quando vide qualcuno correre a perdifiato verso di lui.

- Dio... io... ti ho... ti ho cercato dappertutto...- affannò Sanji poggiando le mani sulle ginocchia flesse per riprendere aria. Zoro lo fissò tirando inconsciamente un sospiro di sollievo, sebbene la preoccupazione che gli aveva procurato gli aveva fatto storcere il naso. Si vedeva che stava bene, allora perché aveva tardato a quel modo?

Sanji poi si tirò su guardando l’espressione imbronciata, o meglio infuriata di Zoro.

- Scusami se ho fatto tardi – sospirò. Neanche si rese conto di essere in uno stato ancora più pietoso di prima, con i capelli completamente arruffati e la camicia sgualcita in modo imbarazzante.

- Ho perso tempo a ... a prepararmi – le guance gli si arrossarono mentre cercava di evitare lo sguardo di Zoro.

- Beh, visto il risultato è stato tempo sprecato – ridacchiò il giovane dai capelli verdi provocando sul viso di Sanji altre vampate rosse. Dannazione doveva essere davvero inguardabile, ma perché diavolo s’era messo a correre? Quasi gli venne da rimpiangere di non aver accettato il passaggio di Ace, il che era tutto dire.   

- Se non ti piaccio allora me ne posso anche tornare a casa – brontolò voltandosi di spalle. La mano di Zoro si poggiò sulla sua spalla e con uno strattone lo fece voltare. Le sua labbra si poggiarono sulle sue mentre stringeva fra le dita la maglia verde del ragazzo.

- Per stasera chiuderò un occhio – ridacchiò Zoro. Sanji sorrise.

- Allora anche io chiuderò un occhio su questa maglia che ti ingrassa – l’espressione che era comparsa sul viso di Zoro, fece ridere ancora di più Sanji.

- Piantala, spaventapasseri – Sanji sbatté le palpebre

- E tu sei uno stupido marimo – ridacchiò spingendolo sul petto. Zoro non si fece pregare più di tanto di controbattere.

- Pasticcere di terza categoria –

- Ladro di autoradio - 

Andarono avanti così, finché Franky e Usopp non uscirono fuori dal locale trovandoli accasciati a terra mentre se la ridevano come pazzi.

 

 

 

TO BE CONTINUED...

 

 

Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento ^^.
Lucci e Kaku hanno teso un tranello al povero Franky... ci cascherà? A quanto pare l’ha già fatto
U__U’
mentre il nuovo commesso di Smoker creerà non pochi problemi al nostro amato brizzolato
XDD
e Zoro e Sanji... beh Usopp ha ragione, sono due idioti, due adorabili idioti ^^

Grazie per continuare ad apprezzare questa fic, che mi da sempre più soddisfazioni >.<
Alla prossima
Kiss kiss Chiara

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: kiara_star