Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Madison Alyssa Johnson    09/08/2015    10 recensioni
La misteriosa mortre di Victor Cavendish, visconte di Vidal e figlio del duca di Devonshire, attira l'attenzione della regina Vittoria sulle misteriose morti che stanno devastando Dublino. Un nuovo Jack lo Squartatore, che i dublinesi chiamano Molly Mangiauomini, si aggira per le vie della città seminando morte e terrore. Tocca a Ciel e al suo fido Sebastian recarsi sul posto per risolvere il problema.
« Perché Molly Mangiauomini? » rifletté a voce alta. Doveva togliersi quel vizio, ma a volte non riusciva a farne a meno.
« Voi siete troppo piccolo per saperlo, padroncino, ma è così che sono chiamate le donne molto... esperte. » gli rispose il maggiordomo, senza smettere di sbattere le uova. « E se non sbaglio c'è una leggenda che parla proprio di una donna di quella risma che si chiamava appunto Molly, Molly Malone. Pare le abbiano anche dedicato una canzone, di recente. »
« Jack lo Squartatore era una donna... e mezza. » obiettò Ciel. Era arrossito, ma non avrebbe comunque permesso a quel dannato demone di metterlo in ridicolo.
« Certo. » assentì Sebastian.
« E una donna sola non potrebbe sopraffare un uomo di media corporatura. »
« Non se fosse umana... ma non ne avrebbe bisogno. »
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Elizabeth Middleford, Sebastian Michaelis, Shinigami, Un po' tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Ciel studiò i fogli di fronte a sé, quindi il volto sorridente di Sebastian. « Tutto qui? »
Il maggiordomo annuì. « A quanto pare, la polizia locale non è interessata a stilare rapporti dettagliati come Yard. Ho fatto del mio meglio con quello che avevo. »
Il Conte inarcò il sopracciglio destro e accavallò le gambe. « Riassumi. » ordinò. Non aveva voglia di perdere tempo a leggere, se poteva ascoltare. Era convinto che la memoria uditiva fosse molto più efficace di quella visiva, o almeno era quello che sosteneva di solito.
« Sì, padroncino. » rispose il demone. « Pare che i primi a sparire siano stati due scaricatori di porto, Keeran Murphy, di quarantasei anni, e Sean O’Sullivan, di trentotto. Il primo è sparito a fine marzo, ma la sua scomparsa è stata denunciata solo ai primi di aprile, mentre il secondo è sparito tre giorni dopo di lui. Entrambi risultano tutt’ora scomparsi, nonostante siano passati due mesi dalla loro sparizione. Potrebbero non avere niente a che fare con il caso. »
« Mh-mh. Continua. »
« Una settimana dopo è stato ritrovato un borseggiatore della Northside con il ventre squarciato. Il rapporto diceva che probabilmente si trattava di una rissa finita male e dava per scontato che a mangiarlo fossero stati i randagi della zona, ma... »
« Mangiarlo? »
« Sì, signorino. » confermò Sebastian. « Il referto del medico legale descriveva un corpo in buona misura spolpato, con segni di morsi persino sulle ossa. Tuttavia, qualcosa deve aver interrotto il divoratore, perché il corpo era ancora riconoscibile, al momento del ritrovamento. »
Il Conte sogghignò. « Quindi era questo che intendevano con Mangiauomini, non le sciocchezze di cui parlavi tu. » commentò, compiaciuto.
Il demone non lo contraddisse, ma il sorrisetto che rivolse al padroncino fu piuttosto chiaro su quello che pensava della sua ingenuità e bastò a innervosire Ciel.
« C’è altro? »
Il maggiordomo tornò serio. « Abbastanza. » ammise. « Questa altalena di sparizioni e ritrovamenti va avanti da due mesi, senza uno schema preciso. I corpi ritrovati non sono che una minima parte, ma non è possibile dire se sia perché gli scomparsi sono ancora vivi o perché il colpevole è diventato più abile a occultarli. Quello che è certo è che i tempi si stanno allungando. Thomas Walsh, il borseggiatore, è stato trovato morto due giorni dopo essere sfuggito a un inseguimento, ma tra la scomparsa di Blaine Doherty e il ritrovamento del suo cadavere sembra sia passato quasi un mese. È sparito poco prima del figlio del duca, forse una settimana, ma è stato ritrovato nello stesso giorno. » spiegò. « È passato quasi inosservato, ma il fatto è piuttosto insolito: è il primo cadavere del caso nella Southside. »
Ciel annuì. « Peccato che i morti non parlino. » commentò. Un sorrisetto distese le sue morbide labbra da bambino, così simile a quelli del suo maggiordomo da fare quasi paura. « Gli Shinigami, in compenso, possono dimostrarsi piuttosto loquaci, con il giusto incoraggiamento. »
« Siete sicuro di quello che volete fare, padroncino? » chiese Sebastian, più divertito che preoccupato. La prospettiva di saldare qualche conto aperto non gli dispiaceva per niente.
« Naturalmente. »
Il demone sorrise. « Come desiderate, allora. »


 

Il quartiere di Ballymun era di certo il più malfamato di Dublino. La sua cattiva fama era stata rinforzata da decenni di stupri, omicidi e crimini d’ogni sorta e gravità.
Sebastian aveva scelto il quartiere seguendo il proprio naso. Il profumo delle anime in quella zona si mescolava a quello del sangue. Gli solleticava l’olfatto e titillava la sua fame. Se fosse stato, come certi altri demoni, più propenso all’abbandono ferale che al rigido controllo della ragione, avrebbe già ceduto da un pezzo a quel richiamo, ma lui era vecchio, troppo perché potesse importargli qualcosa di anime di bassa lega come quelle. Ne bramava una soltanto e non si sarebbe nutrito fino al giorno in cui l’avrebbe potuta gustare, così il suo banchetto sarebbe risultato ancor più delizioso. Abbassò lo sguardo nel vicolo alla propria sinistra.
Vestito da garzone, il suo padroncino era irriconoscibile. Non aveva la sua stessa grazia nei movimenti, ma era preciso come un chirurgo. Soprattutto, si muoveva con sicurezza. Non avrebbe ingannato lui, ma per chiunque altro da quelle parti sarebbe stato convincente.
Avrebbe preferito non portarlo con sé, ma sarebbe stato più facile quello che non trascinare uno Shinigami recalcitrante fino al King Lear.
Tre tetti più avanti, seminascosto da un comignolo, un luccichio catturò la sua attenzione.
« Ci siamo. » sussurrò, più a se stesso che al padroncino. Saltò in strada e lo prese in braccio in un unico movimento fluido. « Tenetevi. » raccomandò e tornò a volteggiare tra i tetti.
Un intenso odore di sangue lo colpì in quel momento e la luce sprigionata dai Cinematic Record inondò il vicolo.
Lo Shinigami era stato più veloce del previsto, ma, dalla lentezza con cui esaminava i ricordi del defunto, non doveva essere troppo pratico.
Il demone gli fu addosso in un attimo. Lo colpì alla schiena con un calcio che lo mandò dritto nel muro. Mise giù il ragazzi e sorrise allo sfortunato novizio. « Chiedo scusa per la rudezza, ma ci serve un’informazione. » disse, con quel tono gentile che tanto disorientava i suoi avversari. Da buon maggiordomo, avrebbe continuato a sorridere anche mentre teneva quel moccioso inchiodato a terra con un piede sulla gola, perché quelle erano le regole del gioco.
« U-Un... informazione? » chiese il dio della morte. Era un giovanotto dall’aria davvero ammodo, lontano dagli eccessi dei suoi colleghi. Forse si sarebbe rivelato ancora più pazzo di Grell Sutcliffe, una volta che avesse preso confidenza con il proprio mestiere, ma per il momento sembrava indifeso.
Sebastian annuì. « E se sarete così gentile da fornircela eviteremo che questa conversazione diventi... spiacevole. »
« Vogliamo sapere chi ha raccolto l’anima di Blaine Doherty. » intervenne Ciel. Si interpose tra lo Shinigami e la sua perduta Death Scythe e scoprì il sigillo che nascondeva dietro la benda.
Il novizio sgranò gli occhi. Non aveva la più pallida idea di chi diavolo fosse Blaine Doherty e ancor meno di quale dei suoi colleghi potesse aver preso la sua anima. « Q-Questo è il mio primo giorno! » urlò. Si fece scudo al viso con le braccia e strizzò gli occhi, quasi si aspettasse di essere colpito.
Conte e maggiordomo di scambiarono uno sguardo.
« Piano B. » disse Ciel. « Sebastian, pestalo fino a che qualcuno dei suoi superiori non viene a salvarlo. »
« No, vi prego! Vi prego! Parliamone! » implorò lo sfortunato.
Sebastian ignorò le sue suppliche. « Sì, padroncino. » rispose e lo colpì al mento con un calcio. « Vi avverto: potrebbe volerci un po’. » precisò, ma non si fermò. C’era una misteriosa eleganza nella compostezza con cui infliggeva dolore. Era misurato, sorridente, eppure centrava il bersaglio con implacabile precisione. Rispetto a quando aveva affrontato Grell per l’omicidio di Madame Red, sembrava quasi ci stesse andando piano, nonostante avesse già ridotto il viso della sua preda a una maschera di sangue ed ematomi. « È una fortuna che gli umani non possano né vederli, né sentirli. » commentò.
Nonostante in strada non ci fosse nessuno a parte loro tre, lo Shinigami non smetteva di gridare. Piangeva e invocava aiuto come un marmocchio. Era patetico.
« Già. » riconobbe Ciel, annoiato. « Mettici più impegno, Sebastian. Non voglio stare qui tutta la notte. »
« Sì, signorino. » rispose il demone. Premette il tacco del mocassino sul dorso della mano sinistra del novellino e fece forza fino a mandare in pezzi le ossa. Premette ancora e sentì le schegge d’osso grattare contro la suola  e forare la pelle.
Ormai, lo Shinigami era in shock. Se fino a quel momento aveva pianto e invocato pietà, a quel punto non era più in grado di gestire il dolore. Scoppiò a ridere, isterico, e a sciorinare nomi. Era impossibile dire se fossero le anime che aveva mietuto quel giorno o suoi colleghi, anche perché, dopo il terzo, quarto nome, le parole si mescolarono tanto al riso da diventare incomprensibili.
« Ho sempre saputo che voi demoni siete delle bestie, ma questo... supera persino i miei incubi peggiori. »
« S-Signor Spears! » squittì il novizio, che aveva riconosciuto la voce del superiore. Se non fosse stato inchiodato al terreno dal piede di Sebastian, gli sarebbe di certo saltato al collo, o almeno ci avrebbe provato.
Will lo ignorò. « Prendersela con un novellino! » sputò e con la Death Scythe mirò al petto del maggiordomo.
Il demone schivò il colpo e con un balzo raggiunse lo Shinigami sul tetto.  « Desolato, ma questo era il solo modo per farvi uscire allo scoperto. » disse e con una gomitata mirò allo sterno.
Il supervisore della Sezione Amministrativa lo schivò con un’aggraziata rotazione e calò la Death Scythe sulla nuca dell’avversario, ma il colpo non andò a segno.
Sebastian la bloccò con la destra e ruotò su se stesso per tornare a guardarlo negli occhi. « In effetti, non avremmo potuto desiderare di meglio. »
« Farnetichi, demone. » ribatté William, infastidito. Se c’era una cosa che odiava ‒ e ormai anche il Conte lo sapeva ‒ era fare gli straordinari.
« Affatto. » gli assicurò il maggiordomo. Saltò per evitare l’affondo della Death Scythe e ricambiò la cortesia con un’ondata di lucidissima argenteria. « Chi meglio di voi può sapere chi ha preso l’anima di Blaine Doherthy? »
William sgranò gli occhi e quell’istante di esitazione gli valse una ginocchiata in pieno stomaco.
Sebastian ne approfittò per inchiodarlo contro il tetto facendo forza sulla Death Scythe, posta di traverso tra i loro corpi, ma lo Shinigami lo ricacciò indietro con tutta la forza del proprio peso.
« Che cosa barbarica la lotta a mani nude. » commentò, una volta riguadagnata la distanza di sicurezza. Puntò l’arma contro il demone e si aggiustò gli occhiali. « E in ogni caso quell’anima è stata prelevata dall’Unità di Raccolta. È decisamente fuori dal tuo raggio d’azione. » precisò. Fece allungare la Death Scythe per colpire il suo avversario, ma quello aveva ormai familiarità con l’arma.
« Non voglio mangiarla. » ribadì il maggiordomo. Bloccò l’attacco con entrambe le mani e usò l’asta per darsi la spinta per una capriola.
Lo Shinigami schivò il doppio calcio di un soffio. « E cosa vorresti farci, allora? »
Sebastian atterrò alle sue spalle e caricò un colpo di taglio con il braccio sinistro, che tuttavia si abbatté contro il ferro dell’arma. « Voglio scoprire chi l’ha ucciso. »
Will si bloccò per un attimo, quindi emise un verso che, con molta ‒ moltissima ‒ immaginazione avrebbe potuto essere una risata strozzata. Guardò prima Sebastian, poi Ciel, quindi saltò in strada e agguantò il novizio per la collottola. « Gli Shinigami non sono al vostro servizio. » disse, rivolto al Conte. « Se non sapete fare il vostro mestiere, datevi all’ippica. » Tirò su il novizio e quasi lo strozzò nel rimetterlo in piedi. « Sei nei guai, Silverstone. E con te anche quel degenerato del tuo supervisore. »
Sebastian fece cenno di tornare all’attacco, ma Ciel lo precedette.
« È strano. Ero convinto che Undertaker fosse proprio uno di voi. »
William lasciò andare di scatto il colletto del novizio e si voltò verso di lui. « Questi non sono affari che ti riguardano, moccioso. » sibilò. « Solo perché quel folle si è venduto, non vuol dire che noi altri faremmo lo stesso. »
Ciel sogghignò. « Molto bene. » disse. « Se non volete trovare un accordo, posso solo augurarvi buona fortuna, ma quando cambierete idea sarà troppo tardi. Andiamo, Sebastian. »
« Sì, padroncino. »
Lo Shinigami assottigliò lo sguardo, dietro le lenti rettangolari, ma non lo fermò. Era certo che Ciel stesse bluffando. Cosa mai avrebbe potuto offrire un misero mortale ad uno come lui? 

 

Sebastian versò l’acqua calda nel filtro del tè. « Svegliatevi, padroncino. È ora. » chiamò, con il solito tono vellutato.
Ciel emise un mugugno infastidito, ma si tirò comunque su a sedere. Nascose uno sbadiglio con la mano e si stropicciò gli occhi per rimettere a fuoco la camera da letto. Tese la mano per ricevere il tè e si portò la tazza alle labbra. Aggiungere caldo su caldo non era l’ideale, ma non avrebbe mai rinunciato all’unica cosa in grado di svegliarlo. « Ceylon. »
« Il Royal Doulton, per la precisione. » confermò il maggiordomo. « E per contorno potete scegliere tra scones e focaccine dolci con crema e frutta fresca. »
Il Conte sorseggiò il tè. « Scones. » decise.
« Come desiderate. »
Ciel consumò la colazione con calma. Dopo il fallimento della sera prima, doveva ripensare la propria strategia. Non era stato del tutto inutile, perché con un po’ di fortuna era riuscito a mettere la pulce nell’orecchio di quello Shinigami, ma non aveva fatto progressi con il caso. In un certo senso, non era più abituato a fare le cose come i normali umani, da quando aveva Sebastian al suo servizio. Chiuse gli occhi e sorseggiò il tè per mandare giù l’ultimo boccone di scones. « Il fatto che solo il figlio del duca e Blaine Doherthy siano stati ritrovati nella Southside lascia pensare che il cannibale operi solo nella Northside, di norma. » disse. « Tuttavia, questo rende difficile spiegare perché un nobile sia finito nel suo mirino. »
« Potrebbe aver trovato qualche fonte di interesse nella sua area di caccia. » suggerì Sebastian. Raccolse i resti della colazione in un vassoio e li mise via. « Qualcosa di cui i Duchi non fossero a conoscenza. »
Ciel mugugnò. « Parlare con loro sarebbe inutile. » commentò e si accarezzò il mento. Se riuscissimo a circoscrivere l’area d’azione e a trovare il movente, potremmo tracciare un profilo del cannibale. rifletté. « Hai detto che i corpi erano stati spolpati con cura? »
« Così diceva il referto dell’autopsia, padroncino. »
« Quindi è da dare per scontata l’ipotesi che lo faccia per nutrirsi. » proseguì il Conte. « Ma quale umano avrebbe bisogno di mangiare i propri simili? »
« I Niam Niam africani sono soliti praticare cannibalismo rituale e gli Agori indiani sono necrofagi. »
Il Conte strinse le labbra. « Pensi a qualche setta? » chiese, inespressivo, sebbene sul fondo del suo occhio sinistro danzasse una scintilla di inquietudine. Aveva ben chiaro come fosse fatta una congrega di squilibrati e l’esperienza del Noah’s Ark Circus glielo aveva ricordato con dolorosa chiarezza.
« Qualcosa del genere. » ammise Sebastian. I suoi occhi ripresero per un attimo il loro reale aspetto e così la bocca, dischiusa in un ghigno.
Quell’espressione mise i brividi a Ciel, che strinse i pugni. « Spiegati. » ordinò.
Il maggiordomo annuì. « Come vi ho accennato, non tutti i miei simili si nutrono di anime. Alcuni preferiscono... qualcosa di più solido, per dirlo gentilmente. Carne e sangue. Sono demoni minori, più bestie che creature senzienti, ma certi umani sembrano convinti che siano loro i più potenti. » Sorrise. « Non nego che abbiano una certa potenza bellica, ma i loro istinti sono primitivi. Non sono in grado di stipulare contratti come il nostro. Qualcuno con un minimo di cervello esiste persino tra loro, comunque, ma sono davvero pochi e comunque privi della magia necessaria per i contratti. »
Il Conte si incupì. « Se anche fosse come dici, mi aspetto comunque che tu riesca a risolvere la questione. » disse. La strana sensazione che aveva provato quella mattina sul St. Anne tornò a bussare alla sua nuca, ma la represse con forza. Aveva venduto la sua anima a quel demone e non avrebbe accettato nulla si meno della perfezione da lui. Non gli avrebbe permesso di deluderlo, né di tradirlo.
« Mi sembra ovvio. »
Ciel sorrise, sprezzante. « Scopri dove sono state le vittime prima di sparire. » ordinò. « Voglio sapere cosa hanno fatto, chi hanno incontrato e soprattutto cosa ha portato il figlio del duca nella Nothside. »
« Sì, padroncino. »
 


Ed  eccomi qui, di ritrono dal regno dei morti.
Come vi avevo preannunciato, è stato versato il primo sangue. Non pensate che sia stata solo una scusa per far intervenire Will (non lo avevo nemmeno previsto, io! Volevo metterci Ronald, invece è spuntato ui ewe), perché molto presto scoprirete il vero motivo della sua presenza. :3 Beh, presto... circa. In ogni caso, spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Fatemelo sapere e farete di me una scribacchina felice. <3  

Anche qui, ho epurato ogni traccia della battuta di Sebastian. Ah, la coerenza! Che brutta bestia.
   
 
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