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Autore: Manu_Green8    09/08/2015    1 recensioni
Lauren poteva contare soltanto su una persona nella sua vita: Louis Tomlinson, suo vicino di casa e migliore amico da ormai tanti anni. E la svolta nella vita del neo cantante, porterà di conseguenza un cambiamento in quella della ragazza.
Il trasferimento, la conoscenza della band, il passato alle spalle.
Ma Lauren riuscirà a gestire il tutto? Con il nuovo lavoro accanto al migliore amico, un irlandese biondo e un nuovo mondo da esplorare, riuscirà ad avere una vita "normale"?
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Niall/OC; Larry Stylinson
E dopo una lunga riflessione, ho deciso di far venire a galla ancora una volta la mia ossessione per i One Direction con una fan fiction (rimandando altri lavori in programma).
Partirò dall'inizio, tenendo conto (per lo sfondo) di fatti realmente accaduti (tappe del tour, interviste e roba varia), ma tutto il resto è pura fantasia. L'unico personaggio che mi appartiene (ovviamente!) è quello originale.
Buona lettura!
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Febbraio 2012
I ragazzi erano finalmente in pausa. Potevano stare distesi sul divano senza che nessuno li disturbasse e quella solitamente era una delle opzioni che sceglievano. Alcuni di loro, tra cui Niall avevano trascorso almeno una settimana a casa in famiglia, ma adesso erano di nuovo tutti a Londra.
Una delle abitudini che aveva preso la ragazza, quando non andava in tour con la band era quella di lavorare direttamente in studio. Amava stare a contatto con tutta quell’attrezzatura musicale.
In quelle occasioni inoltre aveva avuto anche modo di conoscere meglio Ed e Olly, con i quali aveva lavorato un paio di volte.
Quei due erano simpatici e pazzi quanto i One Direction e avrebbe mentito se avesse detto che non le piaceva la loro compagnia. E poi era davvero felice del fatto che tutti questi esponenti della musica la ritenessero ormai una di loro, parlandole di musica in modo professionale e collaborando con piacere.
 
Anche quel pomeriggio stava salendo le scale che l’avrebbero portata allo studio di registrazione. L’aria professionale di quel luogo faceva aumentare la sua ispirazione e di solito occupava una stanza vuota, prendendo posto sui divanetti e mettendosi a scrivere musica.
Salutò il ragazzo all’entrata che la lasciò passare tranquillamente, dopo aver ricambiato il saluto e averle sorriso. Ormai lì dentro, il suo viso era familiare a tutti.
Camminò lungo il corridoio, dirigendosi verso la solita stanza e vide che la porta era aperta. Quando entrò però si fermò di colpo. Olly era lì, seduto al tavolo con un foglio davanti a sé e una penna tra le labbra, mentre le sue sopracciglia erano aggrottate. Alzò lo sguardo dal suo lavoro e la sua espressione si distese, mentre le sorrideva.
“Oh, ehi, Lauren” la salutò.
“Ciao. Scusa, non volevo disturbarti. Pensavo che la stanza fosse vuota” fece per andare via, ma lui la fermò.
“No, resta. Non mi disturbi. Tanto non riesco a concludere nulla ugualmente” sospirò, gettandosi indietro, con la schiena sulla sedia.
“Che stai facendo?” chiese incuriosita, avvicinandosi al ragazzo.
“Scrivo ma non sono molto ispirato. Questa canzone mi sta dando dei problemi, non riesco ad andare avanti”.
“Posso?” chiese, sedendosi accanto a lui e indicando il foglio. Olly annuì e glielo passò.
Lauren lesse le parole della canzone e pensò che fossero molto carine. Sarebbe stata una canzone molto solare. Alcune parti mancavano e pensando per qualche minuto nelle mente di lei si formavano quelle adatte a quel testo.
Prese la matita e scribacchiò, mentre Olly incuriosito si abbassava a guardarla.
Impiegò cinque minuti, tra cancellature e parole scribacchiate per poi annuire e restituire il foglio al ragazzo.
I feel the music moving through your body
Looking at you I can tell you want me
Don’t stop keep going till the morning light
Olly aveva letto in silenzio per poi sorridere. “Mi piace” disse. “E magari adesso…” e iniziò a scrivere di nuovo.
Lauren sorrise. “Visto? Ci voleva soltanto una piccola spinta” gli disse.
Olly annuì e ricambiò il sorriso. “Grazie”.
“E’ molto bella, mi piace” continuò lei. “Hai già scelto gli accordi?”.
“Qualcuno” e le passò un altro foglio.
“Posso provarla?” chiese lei, guardandolo con gli occhi da cucciolo.
Lui ridacchiò. “Certo. Anche se è un po’ imperfetta”.
Lei gioì e prese la chitarra, poggiata in un angolo della stanza. Si mise seduta e iniziò a pizzicare le corde. E così, presto Olly le andava dietro con la voce, mentre cercavano di trovare il suono giusto con lo strumento.
 
I ragazzi, intanto, si stavano dirigendo verso lo studio di registrazione.
Erano così annoiati che avevano deciso di andare lì per provare a scrivere qualcosa. O semplicemente per fare un salto e disturbare la gente che stava lavorando. Peter, il ragazzo all’entrata, li salutò amichevolmente e i cinque fecero altrettanto, continuando a camminare.
Iniziarono a camminare nei corridoi, quando sentirono la voce di Olly cantare da qualche parte e il suono di una chitarra.
Senza neanche dire una parola seguirono la voce. E quando arrivarono alla porta, davanti a loro si parò una scena alquanto insolita.
Olly stava in piedi davanti a Lauren, che suonava la chitarra, guardando il foglio che aveva davanti.
Rimasero un po’ in silenzio, mentre alcune domande si formavano nella loro testa. Olly si fermò e li guardò sorridendo, così che anche la ragazza, che dava loro le spalle, si interruppe.
“Ehi, ragazzi” disse Olly, salutandoli.
Lauren si girò e sorrise loro. Tutti e cinque entrarono nella stanza, mentre Niall diceva: “Aspetta un attimo. Tu sai suonare la chitarra?” chiese alla ragazza, stupito. Da quando erano arrivati lì davanti, quel particolare sembrava essere stato l’unico che era riuscito a imprimersi nella sua mente.
Lauren si guardò intorno. “Si?” disse, con voce interrogativa.
Niall spalancò gli occhi. “E perché non me l’hai mai detto?” chiese, mentre gli altri ragazzi si piazzavano sui divani, parlando con Olly.
“E come? Tipo: ehi, Niall, lo sai, suono la chitarra? E poi non sono niente di che con la chitarra”.
“Sì, dovevi! E’ da quasi un anno che ci conosciamo e l’ho scoperto soltanto adesso!” affermò Niall imbronciandosi.
“Niall, rassegnati. È un genio che non vuole essere compreso” disse Louis, mentre Lauren scuoteva la testa.
I ragazzi ridacchiarono mentre Niall le chiedeva: “Sai suonare anche qualcos’altro?”.
Adesso il biondo era davvero curioso di sapere cos’altro la ragazza non gli avesse detto. Era rimasto un po’ male per questo particolare della chitarra, dato che lei gli chiedeva spesso di suonarla e cantare per lei. Pensava che quei mesi insieme, in cui la loro amicizia era ormai diventata solida, fossero stati abbastanza da potergli permettere di condividere quel tipo di particolari.
Ma come erano passati sei mesi prima che i ragazzi scoprissero della sua voce, così aveva dovuto aspettarne altri sei prima di scoprire che il piano non era il suo unico strumento.
Aveva capito decisamente che Lauren non voleva mai essere al centro dell’attenzione e soprattutto non essere esaltata per le sue capacità. Niall pensava che fosse così genuina.
Non le aveva ancora trovato un difetto e quella cosa iniziava a preoccuparlo.
“Beh…" iniziò lei.
“La batteria” disse Louis per lei, mentre tutti si voltavano a guardarla.
“Noo, davvero?” chiese Harry, con il sorriso sulle labbra.
Niall aveva aperto la bocca per lo stupore e non fece alcun commento. “Sì” rispose lei.
“Io l’ho detto… un genio incompreso” disse Louis.
Lei gli fece la linguaccia, mentre Liam chiedeva: “Che voti avevi a scuola?”.
Louis scoppiò a ridere: “Lascia perdere, Li. Tu non vuoi saperlo veramente”
Lei ruotò gli occhi. “Erano voti normali. E poi studiavo tanto quanto te” rispose, indicando l’amico.
Quello rise. “Appunto. Infatti, la domanda che mi sono sempre posto non era quanto studiassi, ma perché i nostri voti fossero tremendamente diversi” affermò, mentre lei ridacchiava.
“Sono un alieno” disse, scuotendo la testa.
Harry squittì. “Allora le mie prove erano fondate!” gioì con un sorriso sulle labbra.
Tutti si voltarono a guardarlo male, mentre Lauren scoppiava a ridere di gusto.
 
Un’altra cosa che Lauren spesso si ritrovava a fare, era quella di suonare il pianoforte in casa Stylinson.
E ormai lo faceva anche davanti ai ragazzi senza problemi. Solitamente mentre lei suonava, loro stavano distesi sui divani a guardare la tv o a giocare alla playstation. Nessuno la disturbava e lei poteva esercitarsi senza problemi.
A volte si era ritrovata a farlo anche quando tutti e cinque i ragazzi riuscivano a creare il caos in quel salotto, ma lei riusciva a isolarsi completamente nella sua bolla.
A volte Niall, stanco di giocare o ascoltare gli altri andava a sedersi accanto a lei e la osservava.
Beh, di solito, in quelle occasioni lei si interrompeva e lo guardava sorridendo. “Continua. Io non ti disturbo, promesso” le assicurava.
Lauren annuiva e continuava, fino a quando Niall parlava. “Canti qualcosa?” le chiedeva.
Da quando l’aveva sentita la prima volta non era più riuscito ad aver il piacere di farlo, anche se ogni volta che ne aveva l’occasione lui glielo chiedeva.
Lei di solito scuoteva categoricamente la testa, ma quel pomeriggio sorprese tutti.
Guardò Niall e chiese: “Cosa cantiamo?”.
Niall squittì felice e scrollò le spalle. “Non lo so, quello che vuoi” le aveva detto.
“Everything I do” disse Louis dal divano.
Lauren e Niall si voltarono verso il ragazzo, vedendo che avevano attirato l’attenzione del gruppo.
“Perché devi essere sempre tu a decidere?” chiese la ragazza al migliore amico.
“Perché quelle che propongo sono belle” rispose subito l’altro.
“Nah. Troppo classico. Conosci The Climb?” disse, poi rivolgendosi a Niall.
“Miley?”.
Lei annuì e lui le sorrise. “Va bene” le disse.
La ragazza iniziò a suonare il pianoforte e Niall si chiese come facesse a ricordare perfettamente le note di ogni canzone.
E poi la ragazza iniziò a cantare. Niall si sentì attraversare da un brivido, quando la voce di lei si diffuse nella stanza.
Un sorriso si formò sui visi dei ragazzi e Louis si chiese che cosa fosse cambiato in Lauren. Era la seconda volta che cantava davanti a loro e non poté fare a meno di pensare che il trasferimento non le avesse fatto altro che bene.
Era passato già un anno, ma il tempo sembrava essere volato in un battibaleno. Louis era così felice del fatto che il suo successo avesse portato un miglioramento anche nella vita della sua migliore amica. Vederla senza segni sul corpo o sul viso era una gioia per i suoi occhi. Finalmente, inoltre, poteva vedere alla luce del giorno il suo talento che veniva utilizzato nel mondo della musica, senza doverlo nascondere dietro le pareti di un misero negozio di musica della loro piccola città.
Durante quella performance privata Niall amò la voce della ragazza come aveva fatto la prima volta e la osservava in silenzio. Quando lei finì, non riuscì a trattenersi e le stampò un bacio sulla guancia.
“Grazie” le disse, mentre gli altri ragazzi li guardavano sorridendo. Lauren intanto era diventata tutta rossa. Da quando si era trasferita a Londra le capitava più spesso e la maggior parte delle volte per colpa dell’irlandese.
Lauren borbottò qualcosa di incomprensibile, per poi tornare a suonare il pianoforte, con un sorriso involontario stampato sul viso.
 
Lauren aveva avuto una notte davvero orrenda, tra incubi e agitazioni e quella mattina era decisamente stanca. Era da tempo che non aveva delle nottate del genere e non le erano mancate per niente. Odiava il fatto che il giorno seguente fosse altamente irritabile, avesse le borse sotto agli occhi e la luce le desse tutto quel fastidio.
Per di più i ragazzi avevano deciso di andare tutti a casa di Harry e Louis per un torneo di FIFA e una cena insieme.
Era tentata di declinare, ma sapeva che Louis avrebbe insistito. E probabilmente si sarebbe anche preoccupato.
Sospirò e si alzò dal divano, decisa che avrebbe provato a nascondere tutto per una volta e a sorridere come sempre.
Arrivò a casa dei ragazzi e tutti erano già lì, davanti al televisore. Lauren entrò con gli occhiali da sole ancora addosso e salutò, cercando di essere normale.
Ed era sembrata abbastanza convincente, fino a quando si tolse gli occhiali e i ragazzi la guardarono preoccupati.
Louis era il peggiore di tutti: aveva quello sguardo che la faceva stare male al solo pensiero.
“Stai bene?” le chiese il ragazzo più grande andandole incontro.
“Sì” disse, facendo un passo indietro e Louis fece una smorfia. E poi sul viso di lei apparve istantaneamente l’espressione da << persona più serena del mondo >>. Quella terribile maschera che Louis le aveva visto indossare troppe volte e che lo faceva sentire ancora peggio.
Lei sorrise e disse: “Avete fatto le squadre?”.
Louis sospirò, guardandola e scuotendo la testa, ma lasciò perdere e tornò a sedersi sui divani.
I ragazzi si distribuirono sui due divani, tre per squadra. Lauren, Liam ed Harry da una parte. Louis, Zayn e Niall dall’altra.
E così, adesso che erano al completo, iniziarono a giocare.
Dopo circa una mezz’oretta i ragazzi stavano in pareggio in quanto a partite vinte. In quel salotto regnava il caos: tra gli esulti e i versi sconfitti, o gli incitamenti del componente di ogni squadra che a turno restava a guardare.
Lauren e Louis erano i perni portanti, come al solito e i loro riposi erano gli stessi. Avere l’uno o l’altra, senza l’amico che riuscisse a tenergli testa, rendeva il risultato della partita piuttosto ovvio.
In quel momento erano entrambi senza i joystick: Louis continuava a dare consigli agli altri due, anche se questi ultimi non erano molto contenti; Lauren, invece, stava in silenzio. Stava perfettamente fingendo che andasse tutto bene, ma la stanchezza dovuta alla notte in bianco si stava facendo sentire.
In un primo momento i ragazzi non si accorsero nemmeno che la ragazza si fosse addormentata accanto a loro. Erano tutti concentrati sul gioco e avevano capito già dall’inizio che Lauren non fosse in vena di parlare.
Poi però la sua testa scivolò involontariamente sulla spalla di Liam, che era seduto tra lei e Harry, e il ragazzo, colto alla sprovvista, si voltò a guardarla.
Sorrise dolcemente, prima di mettere in pausa. Gli altri ragazzi protestarono, ma quando si voltarono verso Liam tutti si zittirono di colpo.
“Sta dormendo?” chiese Zayn, stupito.
“No. È svenuta perché non riusciva più a sentire le vostri voci” disse Louis ironicamente guardando l’amico.
“Piantatela” disse Harry, mentre Liam continuava a guardare la ragazza poggiata a sé.
“Bene, il nostro torneo è finito” disse a quel punto Niall guardando la ragazza addormentata.
Tutti annuirono e si alzarono da lì, mentre Liam chiedeva di essere aiutato per non svegliarla e per farla distendere.
Louis si avvicinò e fece tutto delicatamente, come se lo avesse già fatto altre volte. La fece distendere e le tolse le scarpe, per poi prendere un plaid e coprirla.
A quel punto, Harry e Niall decisero di mettersi a preparare la cena, mentre Liam e Louis erano andati al piano di sopra a fare chissà che.
L’unico che era rimasto nella stanza era Zayn, che aveva preso uno dei pochi libri presenti in quella casa e aveva iniziato a leggere.
Fu tutto tranquillo per circa mezz’ora e tutti erano intenti a fare le loro cose, quando quella tranquillità si frantumò alla velocità della luce.
Louis stava guardando un programma in televisione quando sentì il sangue che gli si agghiacciava nelle vene.
Quell’urlo che era riecheggiato in casa, era stato peggio di una pugnalata sul petto.
Si era alzato immediatamente correndo fuori dalla stanza e giù per le scale verso il salotto. “Lauren!” disse ancora prima di entrare nella stanza, con il cuore che gli martellava in gola.
Quando entrò in salotto con Liam al seguito, la scena che gli si presentò davanti lo fece rabbrividire.
Niall ed Harry stavano davanti alla porta che portava alla cucina, sconvolti. Zayn era abbassato sulle ginocchia davanti a Lauren, la quale aveva gli occhi spalancati e le ginocchia al petto. Zayn stava provando a calmarla, ma lei continuava a urlare: “Non toccarmi! Non toccarmi!” con le guance rigate di lacrime.
E poi Louis si mosse. Sapeva quello che doveva fare. Andò verso la ragazza e Zayn si alzò in piedi, guardandolo con un’espressione di panico.
“Laurie. Lauren. Sono io, Louis” disse, abbassandosi verso la ragazza.
Lei continuò a piangere. “Lasciami stare. Non mi toccare!” continuò a ripetere.
“Lauren. Len, guardami. Sono Louis. Sono io, tesoro, guardami. Era solo un incubo” disse con voce dolce, toccando le braccia della ragazza.
La ragazza si voltò a guardarlo e Louis poté vedere tutto il panico e il terrore nei suoi occhi. Non era ancora lì con loro. Non realmente.
“Falli andare via! Non devono toccarmi!” continuò ad urlare piangendo e iniziò a stringere con la mano la parte destra del suo collo.
Louis si sedette accanto a lei. “Lauren. Sei con me. Siamo qui a Londra. Laurie, non c’è nessuno. Stai bene. Stai bene” disse, prendendole il viso tra le mani.
Lei lo guardò negli occhi e lui poté vedere il momento preciso in cui era tornata consapevole.
“L-Lou” sussurrò, piangendo ancora di più.
Il ragazzo sospirò e la strinse a sé. “Ssh. Va tutto bene, Len. Sono qui. Sono qui” iniziò a rassicurarla, mentre lei si aggrappava a lui e continuava a singhiozzare, con il viso affondato nel suo collo.
“Mi dispiace. Mi dispiace” iniziò a ripetere velocemente.
“Ssh. Non devi scusarti. È tutto ok, sei al sicuro. Sono qui” le disse, iniziando ad accarezzarle i capelli. “Respira, Laurie. Calmati”.
E lei lo fece. La presa sul ragazzo era ancora ferrea, ma le lacrime si erano fermate e il respiro stava iniziando a tornare normale. Louis sentì che iniziava a rilassarsi.
“Torna a dormire” le propose e lei si irrigidì di nuovo.
“No! No, non voglio!” disse e Louis si maledisse. Non voleva farla andare di nuovo nel panico.
“Va bene. Va bene” le disse e lei sospirò stancamente, poggiando la schiena sul suo petto.
Gli altri ragazzi avevano assistito alla scena in piedi davanti alle porte ed erano rimasti sconvolti.
Eccetto Harry, che sapeva qualcosa di più specifico sul passato della ragazza grazie a Louis, nessuno aveva capito che diavolo fosse appena successo.
Per la prima volta in un anno, avevano avuto le certezze che qualcosa in quella ragazza non andava e non avevano la minima idea di come reagire. Beh, non sapevano nemmeno quale fosse il problema.
Louis fece alzare la ragazza dal divano e l’accompagnò in bagno, mentre gli altri tornarono in cucina.
“Che cosa è successo?” riuscì a chiedere Liam, mentre Harry era tornato a cucinare e Zayn si era seduto accanto a Liam.
Niall era seduto di fronte a loro e non riusciva a guardare nessuno. Dei ragazzi era quello che era rimasto più sconvolto da tutta la situazione. Continuava a pensare alla ragazza che stringeva il collo sopra la sciarpa e iniziò a farsi tante di quelle domande. Aveva sempre pensato che quella ragazza fosse semplice. Incredibile, ma semplice. E invece era tutt’altro che semplice. Non riusciva a credere che un incubo poteva ridurla in quello stato e ritenne che era stata una delle scene più brutte a cui avesse assistito durante i suoi diciotto anni.
Ma ciò che lo faceva stare più male era quel peso sullo stomaco. Quello che si era formato quando l’aveva vista stringere Louis come la sua ancora di salvezza. Quel senso di protezione nei confronti della ragazza che era sorto immediatamente, quando aveva messo piede in salotto. Per un millesimo di secondo era stato geloso di Lou e questa cosa lo faceva rabbrividire. Ma lui voleva soltanto tenerla al sicuro, proprio come aveva fatto il ragazzo più grande.
Quando i due ragazzi di Doncaster tornarono in cucina, Lauren si sedette accanto a Niall senza dire una parola, mentre Louis si avvicinava a Harry. Proprio quest’ultimo fu il primo a rompere il silenzio.
“Stai bene?” chiese avvicinandosi a lei. Lauren si sforzò di sorridere e annuì. Harry le arrivò da dietro e l’abbracciò, baciandole la guancia. Niall invidiò Harry per riuscire ad avere quell’approccio con le persone.
“Mi dispiace, ragazzi” parlò lei, stringendo il braccio di Harry intorno a sé.
“E non volevo aggredirti, Zaynie. Scusami” terminò.
“Non fa niente” rispose l’interessato, sorridendole dolcemente.
“Facciamo finta che non sia successo nulla, sì?” chiese Louis a quel punto e tutti annuirono.
“Chi ha fame?” chiese Harry e tutti tornarono a chiacchierare. Lauren guardò quei ragazzi, che nonostante tutto non le stavano chiedendo nulla. Si era davvero affezionata a loro.
E così, si misero tutti a mangiare e ben presto le risate sostituirono i silenzi, facendo scordare per un po’ alla ragazza di aver avuto quell’attacco.
 
A fine serata Louis chiese a Lauren se volesse restare a dormire per la notte, ma lei negò categoricamente.
Ma la ragazza effettivamente non voleva restare da sola nel suo appartamento e Louis non era l’unico che glielo leggeva in faccia.
Niall infatti li guardò e chiese: “Puoi dormire da me, se preferisci”.
Lauren lo guardò e sorrise. Era così grata di quella proposta. “O puoi restare tu da me” propose e Niall annuì, sorridendo insieme a lei.
“D’accordo. Grazie, Ni” disse Louis e poi i quattro ragazzi se ne andarono, lasciando i due Stylinson alla loro cose. Quali cose, davvero non volevano saperlo.
 
Quando Niall e Lauren arrivarono a casa della ragazza, stavano ancora parlando di boxe, argomento saltato fuori durante il viaggio in macchina.
Poi, i due si prepararono per la notte. “E’ comodo il tuo divano?” chiese Niall sorridendole.
“Il mio letto è più comodo” disse lei. Poi, vedendo che il ragazzo la guardava in silenzio continuò: “E’ a due piazze. Ci entriamo entrambi”.
“Sei sicura?” chiese Niall.
Lei annuì e sorrise. “Vieni” e lo portò con sé in camera sua. Gli diede una maglia a maniche corte di Louis che aveva in casa, per poter dormire, mentre lei indossò una maglia a maniche lunghe con il collo alto. A estremi rimedi…
La ragazza si infilò nel letto, sfinita e poco dopo Niall uscì dal bagno e la raggiunse. Lauren lo guardò: indossava soltanto la maglia che gli aveva dato e i boxer e lei non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.
Si sedette accanto a lei, che aveva alzato le coperte per farlo affondare nel letto.
Niall le sorrise e lei ricambiò. Stettero in silenzio per un po’, con la sola luce del comò accesa.
Poi lei sospirò. “Senti, Ni. Per quello che è successo stasera…” iniziò, ma lui la interruppe.
“Ehi. Non devi dirmi nulla se non vuoi. Io non ti giudicherò mai, Laurie. E se vuoi continuare a non dirmelo a me sta bene. E se volessi dirmelo, beh, sarò qui ad ascoltarti. Non preoccuparti”.
Lauren sorrise, commuovendosi quasi per quelle parole.
“Grazie” gi sussurrò, guardandolo negli occhi. “Per tutto”.
Niall sorrise. “Non ringraziarmi. Ti voglio bene” le disse.
Anche lei sorrise. “Anche io, Ni”, rispose mentre si girava dandogli spalle. “Buonanotte” disse, poi spegnendo la luce sul comò.
Sentì Niall muoversi dietro di lei e poi le diede un bacio sui capelli, che fece sorridere automaticamente la ragazza.
“Notte, Laurie”.
Quella notte, la ragazza riuscì a dormire tranquilla, senza nessuno che venisse a tormentarla anche nei sogni. Completamente tranquilla, per la prima volta dopo tanto tempo.
 

Il 17 febbraio Ed compì gli anni e per festeggiare diede una festa in uno dei locali del centro.
Ovviamente i ragazzi e Lauren furono invitati e non persero l’occasione di godersi quel divertimento, prima che il tour ricominciasse.
La cosa più bella di quella festa comunque era la chiusura al pubblico e nonostante Louis e Lauren avrebbero dovuto presentarsi come una coppia, all’interno avrebbero potuto separarsi e stare con chi preferivano.
Lauren si stava divertendo parecchio quella sera. Aveva fatto alcune foto con Louis, da postare sui social network, ma ne fece tante altre con i suoi amici, da tenere all’interno del suo cellulare.
La compagnia, la musica e la roba da bere era davvero buona e tutti avevano il sorriso sulle labbra.
In quel momento era seduta su alcuni divanetti con Niall, Louis, Harry ed Olly mentre bevevano bicchieri pieni di liquidi colorati. Ed continuava a girare come una trattola fra gli invitati e ben presto iniziò a barcollare in giro, completamente ubriaco. Non era riuscito ad arrivare sobrio nemmeno per la torta.
E poi partì una canzone di Olly. Dance With Me Tonight, per l’esattezza e il cantante si voltò a guardare automaticamente la ragazza. Lauren infatti gli aveva dato una mano proprio per dar vita a quella canzone, nonostante lei non avesse voluto alcun merito o riconoscimento tra i creatori della canzone, che aveva avuto così successo da essere mandata immediatamente e dappertutto dopo la sua uscita, pochi giorni dopo dalla sua creazione.
“Dance with me tonight, Lauren?” le chiese, dopo essersi alzato in piedi e porgendole la mano.
La ragazza sorrise e annuì, seguendo Olly in pista.
E quella fu la prima volta che Niall sentì un sentimento quasi estraneo dentro di sé: la gelosia. Niall sapeva che la ragazza non era sua, ma negli ultimi mesi aveva creato con lei un rapporto speciale e vederla così vicino all’amico lo irritava.
Continuava a guardarli ballare in pista e vide Lauren cantare insieme a Olly.
E fu proprio quello che lo portò a prendere il primo bicchiere che avesse a tiro e a buttarlo giù in un solo sorso. Sentì il calore scendere lungo la gola, ma non se ne curò e iniziò a cercare altro da ingurgitare.
Harry e Louis lo guardarono incuriositi e sconvolti allo stesso tempo. “Niall, non esagerare” gli disse Harry dopo il terzo bicchiere.
Niall non sapeva quante canzoni fossero passate, ma quando Lauren era tornata a sedersi, lui era già abbastanza ubriaco.
Continuava a bere senza curarsene e quando lei se ne accorse, gli tolse il bicchiere dalle mani.
“Ehi” protestò lui, cercando di riprenderlo.
“Va bene così, Ni. Ti sentirai male” lo ammonì. Lui sbuffò e fece per riprenderlo quando Olly si intromise.
“Ehi, amico. Non sei già abbastanza ubriaco?” gli chiese.
Niall si accese istantaneamente. “No. Fatti gli affari tuoi!” gli disse.
Olly aprì gli occhi stupito. Con Niall aveva sempre avuto un rapporto molto bello ed erano stati anche amici di bevute. Quel comportamento con lui però, non lo aveva mai avuto.
Olly non disse altro, mentre Lauren gli toglieva di nuovo il bicchiere.
“Niall” disse la ragazza, mentre lui sollevava gli occhi al cielo, per poi alzarsi da lì.
“Dove vai?” gli chiese lei.
“A cercare… da bere” disse lui, barcollando via.
Lauren sospirò e guardò i due ragazzi accanto a sé. “Dite che devo seguirlo?”.
Harry sollevò le spalle, mentre Louis diceva: “Penso che non abbia bisogno della babysitter. Se vuole davvero ubriacarsi…”.
Lauren sospirò e annuì.
 
Liam e Zayn guardavano Niall che stava abbracciato ad Ed e che stavano cantando a squarciagola con dei bicchieri in mano.
“Dio, va bene Ed, ma Niall… perché si è ubriacato?” chiese Liam, mentre l’altro scrollava le spalle.
“Quello che mi chiedo io è: perché nessuno lo ha fermato? Dove diavolo sta Lauren?” fece il moro, finendo di bere la sua birra.
“Lauren?” chiese Liam, ma vennero interrotti proprio dalla ragazza, che li aveva appena raggiunti.
“Ehi” disse Liam, mentre lei sorrideva ai due ragazzi.
“Cosa fate?” chiese la ragazza, sedendosi su uno sgabello accanto a loro.
“Beviamo. Vuoi?” fece Zayn porgendole la bottiglia di birra.
Lei scosse la testa, poi chiese: “Avete visto Niall?”.
Zayn guardò un punto della sala e lo indicò alla ragazza con la mano libera. Lei vide Niall che continuava a bere insieme a Ed. Adesso stavano ridendo per chissà quale motivo.
Lauren sospirò di nuovo. “Anzi, ho cambiato idea” disse guardando il moro.
Zayn annuì e le passò la bottiglia. Prima che potesse dire qualcosa, mentre Liam la guardava incuriosito, Lauren aveva già finito di berla e Zayn scosse la testa: “Vuol dire che dovrò chiederne un’altra”.
Per fortuna la festa stava per finire e i ragazzi sarebbero potuti tornare a casa.
Avevano la macchina che li aspettava all’esterno, dato che avevano deciso di andare via tutti insieme. Lauren prese il suo cellulare per contattare Louis, ma un suo messaggio lo aveva anticipato.
Io e H siamo già andati via. Ci vediamo domani xx
Lei scrisse una risposta veloce e guardò gli altri due ragazzi. “Recuperiamo quel dannato irlandese e andiamo?” chiese.
“Haz e Lou?” chiese Zayn.
“Sono già andati via. Sapete come sono fatti. Loro spariscono” disse Lauren, facendo un gesto sbrigativo con la mano.
I due ragazzi sorrisero e annuirono. Prima che potessero fare altro, due braccia circondarono rispettivamente il collo di Liam e Zayn. “Eeeehi, ragaaaazzi” disse Niall allungando tutte le vocali e ridendo.
“Dove diavolo ti eri cacciato, Nialler?” chiese Liam, cercando di sorreggere il biondo, che si era gettato su di loro quasi a peso morto.
“Ero con Eddy” spiegò quello.
“D’accordo, genio. Adesso possiamo andare?” chiese Lauren, guardando Niall esasperata.
Niall si voltò a guardarla e le sue sopracciglia si aggrottarono. “Che cos’hai in testa?” chiese alla ragazza.
Lauren alzò gli occhi al cielo. “Dio, ma quanto è ubriaco?” chiese Zayn, constatando che la ragazza non avesse nulla in testa.
Niall iniziò a ridere senza motivo, fino a quando la risata si spense e chiuse gli occhi. “Mmh, non va molto bene” disse. Liam sospirò.
“D’accordo, tigre. È ora di andare a dormire” disse Zayn passando un braccio intorno al busto del ragazzo e aiutandolo a stare in piedi.
I quattro si diressero all’uscita, dove la macchina li stava aspettando. A metà strada però, Niall si fermò e così dovette fare Zayn.
“Zee, non mi sento tanto bene” disse, portandosi una mano alla testa.
Lauren lo guardò e sospirò, mentre Liam diceva: “Avanti, Nialler. Non qui. Riesci ad arrivare almeno alla macchina?”.
Il biondo annuì e ripresero a camminare. Arrivarono alla macchina e Niall aveva iniziato a lamentarsi.
Lauren si avvicinò al ragazzo prima di salire sulla vettura.
“Ni, ti prego, se devi vomitare, fallo adesso” gli disse, ma il biondo scosse la testa.
“Sto bene” borbottò, salendo in macchina. Gli altri ragazzi lo seguirono e ben presto si ritrovarono per strada.
Fortunatamente la prima tappa era casa di Niall, il quale adesso stava dormendo appoggiato a Lauren.
La ragazza aveva messo un braccio intorno al biondo che aveva poggiato la testa sulla sua spalla e si era addormentato all’instante.
Quando arrivarono davanti casa di Niall, la ragazza si sentiva male al solo pensiero di svegliarlo.
“Dovremmo farlo tornare a casa da solo in queste condizioni?” chiese Liam, mentre Zayn pensava ad una soluzione.
Lauren guardò il ragazzo su di sé e sospirò. “Va bene. Resto io con lui”.
“Davvero?” chiese Liam, grato di sentirlo.
Lei annuì e poi svegliò il ragazzo. “Ehi, bella addormentata. Siamo a casa” gli disse e il biondo aprì gli occhi borbottando.
Scesero dalla macchina e Lauren fece una fatica assurda per sorreggerlo, nonostante gli altri ragazzi si erano offerti di aiutarla. Quando arrivarono all’entrata però Niall si fermò. “A-aspetta” balbettò. “Solo un attimo” disse, accasciandosi e sedendosi sui gradini esterni.
Lauren si sedette accanto a lui e poi il finestrino della macchina nera, ancora di fronte a loro, si abbassò. “Vuoi aiuto, Laurie?” chiese Liam.
Lei fece segno di no con la mano e li salutò. Liam annuì e la macchina ripartì.
“Ok, andiamo a dormire, babe” disse Lauren e Niall si sollevò, aggrappandosi a lei.
Quando arrivarono all’appartamento la prima cosa che Niall fece, come se stesse aspettando solo di essere a casa per farlo, fu quello di andare al bagno e vomitare tutto quello che aveva in corpo.
Lauren lo seguì e ringraziò il fatto di aver uno stomaco decisamente forte, mentre con la mano faceva dei cerchi rassicuranti sulla schiena del ragazzo. Quando Niall finì, si sedette per terra, appoggiandosi al muro.
“Mi sento così idiota” disse con gli occhi chiusi e la testa poggiata sul muro dietro di sé.
Lauren sospirò. “Perché ti sei ubriacato, Niall?” gli chiese. Nonostante fosse arrabbiata con lui, non riusciva a vederlo in quelle condizioni.
“Patetico” borbottò Niall tra sé e Lauren si chiese se l’avesse sentita.
“Ni, perché ti sei ridotto così?” chiese di nuovo, accarezzandogli i capelli. Niall aprì gli occhi, che in quel momento erano azzurrissimi.
“Mi dispiace” disse, guardandola.
Lei scosse la testa e continuò ad accarezzargli i capelli, mentre lui si spingeva sempre di più verso la sua mano, con gli occhi di nuovo chiusi.
“Come devo fare con te, piccolo mostro?” sussurrò lei dolcemente e Niall riaprì gli occhi.
“Perché hai ballato con Olly?” le chiese.
Lei fu colta alla sprovvista. “Cosa?”.
“Hai ballato con lui. Perché? Che cos’ha lui?” chiese Niall, senza guardarla.
“Ehi, cosa c’entra Olly adesso?” fece lei, sempre più confusa.
“Niall è così stupido” disse il ragazzo parlando di sé in terza persona. Lauren pensò che l’effetto dell’alcol fosse ancora molto attivo e scosse la testa. “Ti piace Olly?” continuò poi il ragazzo.
“Ni, ma di che stai parlando? Sì, è mio amico” rispose, guardandolo.
“Oh. Amico amico? O solo amico?”.
Lauren lo guardò esasperata. “Amico, Nialler. Perché mi stai chiedendo di Olly adesso?”.
Niall guardò in basso e pensò a chissà cosa. Lei tornò ad accarezzargli i capelli.
“Adesso possiamo andare a dormire? Niall è tremendamente stanco” disse la ragazza, parlando di lui in terza persona, proprio come aveva fatto l’irlandese poco prima.
Niall la guardò. “Sì. Non si sente molto bene”.
Lei sospirò. “Ok, uomo. Tiriamoci su” disse, aiutandolo a rimettersi in piedi. Lo portò al lavello dove si lavò i denti e la faccia, con chissà quale forza interiore.
Poi lo portò verso il suo letto e Niall iniziò a togliersi i pantaloni. Li gettò da una parte e fece per togliersi anche la maglia. Lauren aprì l’armadio e frugando all’interno trovò una maglia abbastanza semplice, che lui avrebbe potuto usare perfettamente come pigiama. Quando si voltò verso il ragazzo, gemette. Niall indossava soltanto i boxer, seduto sul letto, ma con il busto piegato e la faccia sul cuscino.
La ragazza sospirò e si avvicinò. Gli toccò il braccio e lui brontolò.
“Vieni qui, piccolo elfo. Mettiamo questa maglia” gli disse, mentre lui si alzava con fatica con l’aiuto di lei.
Niall non riuscì neanche ad infilare il braccio nel foro giusto della maglia, restando incastrato e Lauren dovette aiutarlo.
“Dormi con me?” chiese lui, mentre lei lo aiutava a infilarsi sotto le coperte.
“Dammi solo un attimo e arrivo. Tu inizia a dormire” disse lei, accarezzandogli i capelli.
“ ‘Kay” borbottò lui nel sonno. Lauren si abbassò e gli baciò la tempia.
“Non farlo più, piccolo, ti prego” sussurrò.
E Lauren si stupì quando il ragazzo borbottò: “Promesso”.
Lei sospirò, facendo un piccolo sorriso e poi tornò all’armadio di Niall. Fece un verso esasperato, notando che non aveva idea di come coprire il suo collo durante la notte e non aveva intenzione di tenere la sciarpa. Sbuffò e prese in prestito una delle maglie del biondo. Si spogliò e la indossò. Lauren non voleva davvero rischiare, ma confidava nel fatto che Niall avrebbe dormito come un ghiro fino alla mattina seguente e non se ne sarebbe accorto neanche. Poteva sempre andare a dormire sul divano, ma da un lato voleva dormire con il ragazzo. Glielo aveva detto e lo avrebbe fatto.
E così decise di rischiare. Con addosso soltanto quella maglia decisamente larga andò a distendersi accanto a Niall e quasi subito si addormentò anche lei.
Come previsto, Niall aveva dormito senza interruzioni almeno per dieci ore e Lauren aveva avuto tutto il tempo, di alzarsi, cambiarsi e preparare la colazione.
Trovò delle pasticche per il mal di testa e le poggiò sul tavolo accanto al piatto di Niall. Stava per andare a chiamarlo, quando il ragazzo entrò in cucina, con una mano a mo di occhiali, coprendoli dalla luce del giorno.
“Cristo santo. Uccidetemi” borbottò, mentre si sedeva al tavolo.
“Buongiorno anche a te, Nialler” disse lei.
Niall tolse la mano e la guardò preoccupato. “Sei arrabbiata con me?” chiese con sguardo dispiaciuto.
Lei sospirò. “Forse un po’”.
“Mi dispiace, sono stato un vero idiota. Non toccherò tutto quell’alcool fino all’anno prossimo, giuro” cercò di rimediare.
“Mangia” disse soltanto lei indicando il piatto davanti a lui.
Lui lo guardò e sorrise. “Grazie”. Ingurgitò tutto in pochi minuti e poi prese con sollievo le pasticche per il mal di testa, che lo stava uccidendo da quando aveva aperto gli occhi.
“Devo… devo scusarmi con qualcuno a parte te?” chiese, poi bevendo del succo di frutta.
“Beh, Olly ha ricevuto una rispostaccia, quindi penso che dovresti”.
Niall sospirò e si mise una mano in faccia. “Che deficiente” borbottò. “Lo chiamo oggi e mi scuso” promise.
A quel punto Lauren guardò l’orologio. “Adesso che stai bene, penso che è arrivato il momento che io vada” affermò.
Niall la guardò mentre prendeva il cappotto e la borsa. “Fallo un’altra volta e giuro che sarò io a farti stare male, scricciolo” disse lei, guardandolo con fare minaccioso.
Lui quasi sobbalzò al nomignolo che gli aveva affibbiato. “Sìssignore” si limitò a dire.
“Bene”.
Il ragazzo la fermò prima che uscisse di casa. “Lau, davvero. Grazie”.
Lei sorrise e continuò: “Ci vediamo oggi pomeriggio. Non tardare, mi raccomando”. Niall annuì, ricordando l’intervista che aveva con i ragazzi quel pomeriggio.
Merda, era stato proprio un idiota. Adesso l’unica cosa che poteva fare era sperare nei miracoli del make-up e di Lou.
Sospirò, ripensando a ciò che era accaduto la notte prima e si accorse che molte parti erano decisamente buie o sfocate. E tutto quello per colpa di Olly.
Beh, o forse per colpa sua e della gelosia. Niall si era infastidito talmente tanto da arrivare a quel punto. Non riusciva a sopportare di vedere la ragazza dai capelli castani così morbidi e profumati e dagli occhi di quello splendido verde, ballare con qualcuno che non fosse lui. Niall spalancò gli occhi al solo pensiero delle parole che aveva appena formulato nella sua testa. Adesso, dopo quella incredibile sbornia era tutto più chiaro.
Gemette e fece cadere la testa sul tavolo, sbattendola e lamentandosi ancora di più per il dolore.
E forse avrebbe dovuto sbatterla ancora, perché Niall si era appena reso conto di essersi innamorato. Sì, si era innamorato di Lauren e quello era un dannatissimo problema.




Angolo dell'autrice: Ehilà! Eccomi di nuovo. Posso dire di aver finito la mia scorta di capitoli pronti, quindi d'ora in poi rallenterò un po', ma cercherò di non fare aspettare tanto.
Allora, che ne pensate di questo capitolo?
Niall ha capito di essere innamorato della ragazza. Adesso la domanda è: cosa ne pensa Lauren? E Niall glielo dirà? 
Alla prossima xx
-Manu


 
  
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