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Autore: albalau    09/08/2015    4 recensioni
Salve! questa è la prima fic che scrivo su Inazuma Eleven. Sarà una storia incentrata sulla coppia Riccardo/Gabi, ma ci saranno un pò tutti e alcuni in una versione molto particolare. Userò i nomi italiani perché non sono molto pratica con quelli giapponesi. Aggiungo la nota OCC perché doverosa.
Dal primo capitolo:
-Buongiorno ragazzi!- quella voce li bloccò nuovamente per un attimo, poi tutti saltarono in piedi in un istante.
-Professor Criptix!- esclamarono interdetti.
-E ci sono anche io!- Fey affiancò lo scienziato con un ampio sorriso.
-Non ci posso credere!- disse J.P. saltando in piedi.- Che bello vederti Fey!-
I ragazzi lo accerchiarono, abbracciandolo forte e tempestandolo di domande. Nel frattempo anche gli allenatori si erano fatti avanti, avvicinandosi a quello strambo professore.
-Mi fa piacere vedervi nuovamente e trovarvi in ottima salute.-
-Grazie Mark.- rispose Criptix portando le mani dietro la schiena.
-Però qualcosa mi dice che non siete qui per una visita.- intervenne Jude.
-Bravo ragazzo mio, sei ancora sveglio come ricordavo.- e scoppiò a ridere sguaiatamente.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Capitolo 3

 

 

-Ma stai scherzando?-

-Non sono mai più stato serio Axel.-

Il biondo si portò una mano alla fronte, sospirando pesantemente.

-Ora capisci il perché della mia richiesta.- continuò l'amico.

-Sì, capisco. Ma c'è un problema.- fissò l'altro mentre lo guardava senza comprendere.- Non possiamo annullare la partita. Se fosse per me non esiterei a farlo, ma in gioco ci sono i soldi che gli sponsor delle squadre hanno elargito e, per prima, la reputazione dei giocatori. Sai benissimo che il pubblico viene principalmente per vedere loro.-

Jude prese a camminare sentendosi, per la prima volta dopo anni, nervoso.

-C'è un modo per mascherarli?- chiese Axel con speranza.

-Per quanto riguarda Michael non dovrebbero esserci problemi, dato che è il meno appariscente di tutti. Victor non garantisco. La trasformazione gli ha dato un seno...abbastanza prosperoso. Il problema è Gabi. Nemmeno con un miracolo potremmo farlo passare per un maschio.-

-Siamo veramente nei guai.- disse il biondo appoggiando la schiena alla sedia.- Facciamo così, ne parlerò con i ragazzi della Earth Eleven, giusto per evitare che mi svengano. Voi, intanto, cercate un modo per metterli in condizioni idonee per giocare. Anche se mi sembra difficile.-

 

 

Era chiuso nella sua stanza, con un braccio sopra gli occhi e concentrato nel farsi passare il mal di testa che gli era venuto. Ancora si chiedeva chi glielo aveva fatto fare! Sotto sotto doveva essere masochista... eppure sembrava che fosse cominciata bene quella stramba convivenza.

Erano arrivati a casa sua due ore prima e i tre amici erano stati sistemati nelle loro camere. Per evitare che i domestici li vedessero troppo e, sopratutto, per non dare troppe spiegazioni sul perché quella ragazza con i capelli rosa somigliasse fin troppo al suo caro amico, aveva fatto servire la cena in camera e lui si era unito a loro. Mai l'avesse fatto! Dopo la prima portata Victor aveva ricominciato a piagnucolare sulla sua condizione, Michael per poco non gli saltava alla giugulare, ribattendo che non era il solo ad essere così. Il ragazzo depresso era scoppiato in un pianto ancora più violento e l'altro era andato su tutte le furie. Gabi sembrava ancora tranquillo, ma quando l'azzurro, che stava scattando per, come aveva detto, mettere fine alle sofferenze di Victor, aveva fatto cadere il piatto di mano al rosa era successo il finimondo. In quella stanza si potevano solo udire urla, strepiti e pianti, tanto che anche i domestici si erano tenuti lontani e lui se l'era dovuta sbrigare da solo. Michael fu il primo che intercettò, lanciandolo nella camera di fronte e chiuso a chiave. Fuori uno! Victor, colto di sorpresa dalla reazione di Riccardo, si era bloccato ponendo fine alle lacrime, ma aveva lo sguardo terrorizzato. Il moro ne approfittò per svignarsela rinchiudendo anche lui e pure Gabi seguì la stessa sorte. Esasperato intimò a tutti loro di tacere e dormire, altrimenti si sarebbero ritrovati legati e imbavagliati in cantina. Sbuffando si era lanciato sul letto e ancora rimaneva lì, con il suo caro mal di testa a fargli compagnia e imprecando contro se stesso. Ma perché l'aveva fatto, da cosa era stato spinto? Si sedette incrociando le gambe e stringendo le mani, a capo chino. Era inutile che lo negasse, prima lo ammetteva, prima forse non sarebbe uscito di testa.

Il vero motivo, il reale motivo era solo e unicamente...Gabi. Si erano ripromessi, fin da bambini, che niente li avrebbe allontanati, che la loro amicizia sarebbe durata per sempre. Invece le cose, dopo aver preso il diploma, erano andate diversamente. Erano stati “costretti” ad andare in scuole diverse, uno all'estremo dell'altro. A dire la verità non era una costrizione vera e propria, avevano fatto solo scelte diverse. Per i primi tempi erano sempre riusciti a tenersi in contatto, ma poi anche quel fragile legame si era rotto, per causa di chi non lo sapeva. E lui ne soffriva. Inizialmente aveva dato la colpa al fatto di doversi ambientare, nonostante Arion, Ryoma e Victor fossero con lui. Eppure qualcosa non tornava, era inquieto, quasi sofferente. Fu tutto chiaro quando vide quella foto, foto che ancora tormentava i suoi sogni. Non che ci fosse chissà che cosa in quell'immagine che ritraeva la squadra di Gabi, della quale era il capitano, ma quello sguardo. Quello che lesse negli occhi proprio di Gabi e Aitor. Felicità, complicità e... Quello fu il colpo di grazia che gli permise di capire cosa in verità celasse e la paura di ammetterlo. Si era innamorato del suo più caro amico e lo aveva perso per la sua ottusità. Non poteva più far nulla per rimediare, quindi poco importava che gli accadesse intorno. Aveva cominciato ad uscire con diverse ragazze, negava la sua vera natura perché lo portava sempre e inevitabilmente verso chi non poteva avere, quindi si “sfogava” con altro. Il suo anomalo comportamento aveva insospettito Victor che, una sera e senza troppi giri di parole, lo aveva messo al muro costringendolo a confessare. Ma per quanto il blu gli dicesse che l'unico modo per uscire da quella situazione era di parlare con Gabi, lui non voleva. L'aveva visto felice in quella fotografia. Poi erano cominciati i ritrovi annuali della Raimon e ogni volta aveva trattato colui che era il suo migliore amico come sempre. Doveva farlo perché notava la complicità che aveva con Aitor, anche se la cosa gli procurava una dolorosa fitta la petto. Ormai fingere era diventato naturale, quasi come respirare. Ma dopo quella giornata...avrebbe quasi quasi dato un premio a Criptix per quello che era successo! Diciamo che era rimasto interdetto da quello combinato dalla geniale invenzione del professore. Tre dei suoi compagni diventati donne! Inconcepibile! Più che altro era stata la trasformazione di Gabi a lasciarlo esterrefatto e, dopo aver notato come gli altri ragazzi lo guardavano, aveva preso quell'assurda decisione. La gelosia aveva fatto prepotentemente invasione nella sua testa, senza farlo realmente ragionare, ma non poteva sopportare quegli sguardi sul suo amico.

“Sì, valla a raccontare a qualcun altro!” si riprese mentalmente.

Sapeva che l'aveva fatto solo per tenerlo vicino a se e lontano da Aitor. Solo che non aveva messo in conto quel che comportava gestirli!

-Ma chi me l'ha fatto fare.- sospirò sconsolato.

-Se non ti complichi la vita non sei contento, dovresti saperlo ormai.-

Una voce conosciuta, ma leggermente diversa lo fece sobbalzare e voltare la testa in direzione della porta. Gabi era in piedi con la schiena appoggiata all'uscio e lo guardava con un leggero sorriso.

-Come...come hai fatto ad uscire?- ricordava bene di averli chiusi a chiave tutti e tre.

-Sai com'è!- rispose sollevando le spalle.- sono cresciuto anch'io in questa casa e so come muovermi.-

-Eh?!- ma che stava dicendo?

Di fronte al suo sgomento non ce la fece più e scoppiò a ridere.

-Dovresti vedere la tua faccia! Scherzavo! Ho solo dovuto imparare ad aprire le serrature visto che sistematicamente dimentico la chiave del mio armadietto!-

Riccardo mise il broncio per essere stato così palesemente preso in giro.

-Non sei divertente.- lo rimbeccò.

-E dai, non prendertela.- disse smettendo di ridere e addolcendo la voce.

-Comunque, che ci fai qui?- gli domandò il moro.

Non si sorprese molto, in fondo doveva aspettarselo, ma mica poteva dirgli il reale motivo, ovvero che aveva bisogno della sua vicinanza.

-Non ci tengo proprio a sentire ancora i piagnistei di Victor e le urla di Michael.-

Riccardo sorrise, completamente concorde con lui.

-E poi volevo parlare un po' con te, visto che è tanto che non lo facciamo.-

Si concentrò nuovamente sul volto di Gabi, colpito da quelle parole. Era vero, da quanto non lo facevano! Gli sorrise di nuovo, invitandolo con un gesto a sedersi al suo fianco, come quando erano bambini. Subito il rosa accettò l'invito, saltando sul letto e buttandosi con la schiena sul materasso, ridendo e facendo ridere anche Riccardo. Ma quando l'amico si voltò notò bene cosa indossava l'altro e arrossì violentemente, dandogli le spalle di colpo.

-Che succede?- domandò preoccupato da quella reazione.

-Mettiti sotto le coperte, per favore.- quasi lo implorò.

Gabi abbassò gli occhi su se stesso e arrossì a sua volta. La camicia che indossava si era alzata notevolmente e anche lo scollo si era ampliato dato che un paio di bottoni erano usciti dalle asole e gli si vedeva praticamente tutto. Senza pensarci troppo prese le coperte e se le tirò fin sopra il mento.

-Scusa.- mormorò.- Non ci sono abituato.-

-Non preoccuparti.- rispose l'altro nel medesimo tono, ma dopo aver sentito il fruscio si girò per stendersi a sua volta.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, godendo solo della presenza l'uno dell'altro. Fu Riccardo a rompere il silenzio.

-Come vanno le cose nella tua squadra? So che avete vinto il torneo regionale e che parteciperete a quello Nazionale.-

-Sì, siamo stati bravi. Abbiamo lavorato molto per raggiungere questo livello. So che anche voi parteciperete al torneo.- rispose guardando il soffitto come faceva sempre quando parlavano su quel letto.

-Infatti e quindi per la prima volta ci scontreremmo in una competizione di alto livello.-

Dopo quel piccolo scambio tornarono al silenzio. O meglio, Gabi sapeva cosa chiedergli, aveva la domanda sulla punta della lingua, ma aveva paura. Paura di sentire la risposta, paura di non avere proprio speranza. Comunque non poteva più rimandare e lo sapeva. Strinse leggermente le coperte prima di parlare.

-So che stai uscendo con la figlia del tuo allenatore.- chiese a voce bassa.

Riccardo sussultò, spalancando gli occhi.

-Come...come fai a saperlo?- usò il medesimo tono dell'amico.

-L'ho letto su un giornale e poi sai che queste notizie nel nostro ambiente girano veloci. Senza contare la loquacità di mia madre che ha parlato con la tua.- aveva avuto la sua conferma.

Il moro chiuse la mano in un pugno. Maledizione! E lui che sperava che la voce non gli arrivasse, ma in fondo sapeva anche di essere stato un ingenuo. Come aveva detto Gabi, questa era una notizia che non passava inosservata, sopratutto a sua madre. Lei e la loquacità delle donne!

-Comunque non è niente di serio.- non sapeva nemmeno lui perché gli erano uscite quelle parole. Forse voleva solo fargli sapere che per lui non era importante quella ragazza.

-Non sarebbe niente di strano, non devi giustificarti.- disse Gabi, abbassando ancora di più la voce.

-Lo so anch'io, ma volevo solo specificare. Sayaka non è il mio tipo. L'ho fatto solo perché me l'ha chiesto l'allenatore, ma sono stato chiaro anche con lei per quello. Non volevo si mettesse in testa strane idee.-

-Ma è molto bella, possibile che non ci hai fatto nemmeno un pensierino?- ok, si stava volutamente facendo del male continuando quel discorso.

Glielo aveva detto anche Aitor che era autolesionista!

-Su quello non discuto, ma non fa per me.- doveva interrompere l'argomento, altrimenti avrebbe detto cose di cui si sarebbe pentito. Se lo sentiva.

-Tu, piuttosto, ti vedi con qualcuno?- sì vai! Fatti del male!

-No, anche se ho ricevuto parecchie proposte.- rispose ridacchiando.

Incuriosito da quella risata Riccardo si girò di fianco, posando la mano sulla testa per sorreggerla.

-Proposte?-

-Già. Parecchie ragazze si sono fatte avanti, presumo anche perché farsi vedere con il capitano della propria squadra porta punti. Ma ci sono stati anche dei ragazzi. Incredibile, no?- e stava continuando a ridacchiare.

Riccardo era sbalordito. Anche del ragazzi ci avevano provato con lui? Non è che, per caso, avessero...

-E prima che te lo chieda, no, non mi hanno preso per una donna. Tutti sapevano che ero un maschio.-

-E tu...che hai fatto?- domandò con il cuore in gola.

-Non ci sono uscito! Ma che razza di domande fai!- arrossì nel rispondere e lo fissò negli occhi.

-Era curiosità.- mormorò cercando di non far trasparire la delusione. Se per caso la risposta di Gabi fosse stata affermativa forse qualche speranza poteva avercela, ma così no di sicuro.

L'amico, però, lo guardava con attenzione e non gli sfuggì quella tristezza. Ma perché? Non fece tempo a domandarglielo che il telefono suonò.

-Pronto?- disse appena lesse il nome sul display.

Gabi era ancora sovra pensiero per la reazione di Riccardo alla sua risposta e continuava a cercare una spiegazione, ma che non trovava.

-Bene, a domani.- sentì solo prima di vedere l'amico riattaccare.- Era l'allenatore Evans. Domani mattina verranno tutti qui che ci devono parlare a proposito della partita.- lo informò.

-E voleva sapere se eri ancora vivo.- lo punzecchiò, ricordandosi la minaccia fatta loro.

-Anche.- sospirò avendo lo stesso pensiero del rosa.- Meglio dormire.-

-Posso restare qui?- richiesta azzardata, ma in fondo che male c'era? Avevano spesso dormito nello stesso letto.

-D'accordo. Sarà come tornare ai vecchi tempi.- accettò Riccardo.

In effetti non era proprio così viste le “condizioni” di Gabi, ma voleva godersi la sua vicinanza il più possibile. Si sistemarono ognuno sul lato opposto dandosi la schiena, ma prima di chiudere gli occhi a Riccardo venne in mente il discorso “proposte” fatto da Gabi e un viso spuntò nella sua mente. Non è che anche Aitor ci aveva provato con lui?

 

La sveglia suonò e allungò la mano per spegnerla. Aprì le palpebre lentamente, cercando di mettere a fuoco la stanza ormai invasa dalla luce del sole. La sera prima, complice lo stress aveva dimenticato di tirare le tende. Una volta che gli occhi si abituarono alla luce cercò di alzarsi, ma scoprì di non poterlo fare. Abbassò lo sguardo sul suo “impedimento” e diventò più rosso di un peperone. Anzi, stava andando letteralmente a fuoco. Dormendo lui e Gabi si erano avvicinati e il rosa era con la testa sul suo petto, un braccio che gli cingeva la vita e le loro gambe erano intrecciate. Non che lui avesse fatto niente. Il braccio bloccato era sotto il corpo dell'amico, con la mano poggiata sulla sua schiena. Ecco perché non riusciva a muoverlo. Comunque era una posizione molto, ma molto imbarazzante. Poi lo sguardo cadde sul viso dell'altro e rimase incantato. Cavolo era davvero bello! Non che prima non lo fosse, anzi lo aveva sempre attirato, in particolar modo dopo che aveva capito cosa provava realmente per lui, ma quell'espressione...si mosse senza rendersene conto, avvicinandosi sempre di più. Voleva baciarlo, era un esigenza troppo forte. Era ormai giunto in prossimità delle sue labbra quando bussarono alla porta. Quel rumore fece aprire gli occhi anche a Gabi che si ritrovò quelli dell'amico a pochissimi centimetri. Gli sembrò di annegare dentro quello sguardo così caldo. Ma poi si rese conto della loro posizione, delle labbra socchiuse dell'altro e inevitabilmente arrossì. Non stava mica per baciarlo? Forse...forse...

-Signorino volevo avvisarla che la colazione è pronta.- la voce della cameriera li fece scattare e si divisero in meno di un secondo, con il cuore di entrambi che batteva veloce.

-A...arrivo.- disse prima di alzarsi.

-Meglio che vada anch'io.- la voce di Gabi era ancora tremante.

-Prendi queste e apri a Michael e Victor le stanze. Vi aspetto in salone.- gli diede le chiavi, ma restò di schiena.

Era ancora troppo imbarazzato per guardarlo. Gabi annuì e uscì.

Appena rimasto solo si infilò nel bagno, aprì il rubinetto e si sciacquò il viso. Fissò la sua immagine allo specchio. Aveva ancora le guance arrossate. Tirò un pugno al lavandino, ma che diavolo gli era passato per la testa? Era solo uno stupido! Non si sarebbe stupito se l'amico da quel momento lo avesse evitato. Eppure non riusciva a sentirsi del tutto pentito, lui lo voleva davvero quel bacio.

-Mi sono cacciato in un bel casino.- si disse prima di entrare nella doccia.

Prima di andare dai suoi due compagni di sventura Gabi doveva calmarsi. Entrò nella sua camera e crollò sul letto. Ma che cosa era successo? Davvero Riccardo lo stava per baciare? Doveva essere così, l'aveva letto nei suoi occhi. Se solo non si fosse svegliato...Aveva ancora il cuore che gli batteva a mille nel petto. Ma adesso come doveva comportarsi? Se l'amico, pentito di quel gesto, si fosse allontanato?

Era vero che il primo che voleva tentare qualcosa per avvicinarlo era proprio lui, complice anche quella trasformazione, ma non credeva fosse così veloce, non da parte di Riccardo almeno. E, conoscendo il carattere del moro, ora si sarebbe ben guardato da fare qualche passo nella sua direzione sentendosi oltre modo imbarazzato.

-Adesso si che sono in mare di guai.-

  
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