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Autore: lumieredujour    11/08/2015    2 recensioni
Lily Evans ha sempre pensato d’essere una persona ordinaria. Ma già dall’inizio suo Settimo anno, le cose sembrano cambiare e Lily crede d’impazzire. All’improvviso si ritrova Caposcuola, le sue amiche si comportano in modo strano e c’è un nuovo James Potter di cui non riesce a liberarsi. Influenzata dallo stile della serie “The Princess Diaries” di Meg Cabot.
Fanfiction tradotta col consenso dell'autrice B.C. Daily, l'originale scritta in lingua inglese è pubblicata su fanfiction.net
Link: https://www.fanfiction.net/s/3323816/1/Commentarius
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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nota: La storia è stata iniziata PRIMA che Harry Potter e il Principe Mezzosangue uscisse, quindi ci saranno alcune cose che non coincidono con la piega che poi la storia ha preso (es. Lily non conosce Severus dall'infanzia). Buona lettura e ci vediamo a fine capitolo!



“Mentre la luce si trasformava da rossa in verde, in gialla, poi in nera ed infine di nuovo in rossa, io ero seduto lì a pensare alla vita. Era altro se non un insieme di starnazzi e urla? Qualche volta sembrava così.”
-Jack Handey
 
Venerdì, 29 Agosto, Casa Evans
E’ matto.
Anzi, sono tutti matti. Ognuno di quei cosiddetti “professori” è ASSOLUTAMENTE IMPAZZITO.
Quale persona SANA DI MENTE eleggerebbe me CAPOSCUOLA?
Voglio dire, la sottoscritta deve seriamente essere la più ordinaria, noiosa e disorganizzata ragazza che ha mai graziato questo pianeta. E le altre Caposcuola, non sono proprio così. Noiose, disorganizzate e ordinarie, voglio dire. E questa non è neanche una di quelle volte in cui posso dire che hanno scelto me perché sono speciale, visto che sono una strega, perché ULTIM’ORA! TUTTI IN QUELLA MALEDETTA SCUOLA SONO SPECIALI! TANTISSIME STREGHE MERITEVOLI DEL SETTIMO ANNO TRA CUI SCEGLIERE (tutte streghe che, a proposito, HANNO una vita, non come me)
Proprio così. Io, Lily Christine Evans, sono in disperato bisogno di una vita. Davvero. SEMBRO anche noiosa e ordinaria. Voglio dire, normalmente le persone con i capelli rossi come me si notano lontano un miglio. Tutte le altre pel di carota che ho conosciuto sono:
  1. Supermodelle
O
  1. Donne d’affari estremamente di successo che DOVREBBERO essere anche supermodelle.
Ma poi naturalmente ci sono io. Io, sola soletta nel gruppo C, – le pel di carota assolutamente noiose, i cui capelli hanno vita propria e che dovrebbero fare un favore a tutti e diventare bionde, per confondersi nella folla. Oppure ficcare la testa in una busta della spesa finché i cosiddetti “capelli” non diventeranno grigi.
Comunque, i capelli non sono il mio unico problema. Sono anche bloccata nell’essere un misero metro e settanta, il che significa che non sono né bassa, né alta. Sono bloccata proprio nel mezzo di questo casino genetico. E anche se il mio dottore insiste nel dire che essere un metro e settanta è perfettamente normale, semplicemente non capisce. Non capisce che la mia altezza non è che un'altra spunta d’aggiungere sulla Lavagna dell’Ordinarietà della Vita. E chi se ne frega del fatto che se fossi più alta sarei troppo magra o sarei al limite dell’obesità se fossi un po’ più bassa? Almeno avrei una qualche caratteristica distintiva. Sarei capace di dire “Hey, sono Lily, alta e troppo magra per essere in salute” o “Ciao, sono Lily, bassa e quasi obesa”. Queste due opzioni sarebbero migliori di quella che sono costretta ad usare ora, ovvero “Ciao, sono Lily, e non ho niente di speciale e/o unico. Sono semplicemente ordinaria.”
Capite cosa intendo? E’ una schifezza vera e propria.
E, okay, dimenticando il fatto che esteriormente sia molto lontana dalla perfezione, quei professori sono davvero matti. E volete sapere perché? Accademicamente, non sono nemmeno così brillante. Voglio dire, sono assolutamente negata in Trasfigurazione. Sono seria. Ero a tre punti dall’essere bocciata in quella stupida materia. Come puoi scegliere una Caposcuola che stava praticamente per essere bocciata in una materia fondamentale? Non ha nessun senso. Anche se, onestamente, non è colpa mia se stavo per fallire. La Professoressa McGranitt è troppo veloce per me. Le persone che apprendono lentamente, come me, hanno bisogno di professori che insegnano lentamente. La McGrannit non è una professoressa lenta. Non possiamo essere tutti super-abili in Trasfigurazione come la mia cara amica, Emma Vance, o James Potter, quel trasfiguratore pomposo. E’ solo la vita. Alcune persone ce l’hanno, altre no. La McGranitt dovrebbe cercare di capirlo e non quasi bocciarmi quando non ci posso fare niente, perché davvero, non è colpa mia se non ce l’ho. E’ colpa dei miei genitori che non mi hanno dato “quel” gene.
Oh e non dimentichiamo il fatto che sono un’emarginata sociale. Vado in giro scatenando il mio incontrollabile umore su tutti gli abitanti di Hogwarts, completamente ignari delle conseguenze. E questo ovviamente, non mi rende simpatica a queste cosiddette “vittime” e di conseguenza mi ritrovo a scendere sempre più in basso nella scala sociale (HA! Come se potessi andare ancora più in basso!).
Quindi ora ti chiedo, dopo averti rivelato alcuni dei miei molti difetti:
CHE COSA DIAVOLO STAVANO PENSANDO, PER LA BARBA DI MERLINO? HANNO PERSO TUTTI IL SENNO? NON POSSO SOPPORTARE QUESTA PRESSIONE!!!!
E ora ti prego di scusarmi mentre vado e cerco di annegare in una pozzanghera!


 
Sabato, 30 Agosto, facendo i bagagli in Casa Evans
COSE DA FARE:
  1. Trovare la perduta medaglietta da Caposcuola. Vedete? Non riesco neanche a tenermi la MEDAGLIETTA, figuriamoci il lavoro. ANSIA!!!!!
  2. Raccattare tutti i vestiti che ho preso in prestito da Grace ed Emma. Sono sicura che li rivorranno.
  3. FORZARE Winnie nella sua gabbia. Stupido gufo.
  4. Chiedere alla mamma chi mi accompagnerà in stazione. Ti prego, ti prego, ti prego, non Petunia!
  5. Continuare a cerare una pozzanghera.


 
Più tardi, Casa Evans
Dannazione.
Ogni anno. Ogni maledetto anno.
Come può mia madre non comprendere l’immensa antipatia che io e mia sorella proviamo l’una nei confronti dell’altra? Non capisce che il motivo per cui non ci PARLIAMO mai quotidianamente non è perché siamo troppo occupate, ma perché ci risulta difficile perfino stare nella stessa STANZA per un periodo di tempo leggermente più lungo?
Mia madre è davvero pazza. Deve esserlo. E’ l’unica spiegazione logica. Voglio dire, non vado d’accordo con la mia sorella faccia-di-cavallo da quando ho ricevuto la mia lettera per Hogwarts, sette anni fa! Si potrebbe pensare che mia madre abbia compreso l’antipatia che c’è fra di noi, e invece no.
Cavolo. Non è giusto. Anche Petunia ODIA accompagnarmi! PERCHE’ la mia vita è così schifosa?
Mia mamma ovviamente pensa che ci sia ancora speranza per noi. Per Petunia e me, voglio dire. Ecco perché continua a costringerci a stare assieme in questo modo. Voglio dire, andavamo davvero d’accordo quando eravamo piccole – prima che scoprissi d’essere una strega. Poi tutto è cambiato. Petunia non è mai stata una che si adatta al cambiamento. Tutto deve essere perfetto e preciso per lei; la perfetta immagine della normalità. Quand’ero piccola, non mi infastidiva molto il suo bisogno maniacale di perfezione. Dopo tutto, Petunia era la mia sorellona- carina e perfetta sotto ogni punto di vista. Ogni cosa faceva, la volevo fare anch’io. Ovunque andasse, potevi scommetterci l’anima che io ero proprio dietro di lei. Era, per dirla in parole povere, il mio idolo.
Ragazzi, che bambina stupida ero.
Ricordo che quando ricevetti la mia lettera da Hogwarts, pensai che fosse completamente fantastico. Pensavo che essere una strega fosse la cosa più straordinaria che mi fosse mai capitata. Mia sorella, d’altro canto, pensava fosse strano e anormale. In pratica, pensava che fossi una specie di spostata (e lo sono, ma non c’entra niente col mio essere una strega). Durante quest’estate mi ha parlato sei volte, e tutte le volte i suoi commenti erano brevi, coincisi e assolutamente inevitabili (“Non toccarlo, Lily!” “Allontana quell’affare. I miei amici lo vedranno!” “Nascondi quel gufo e fallo stare zitto! Cosa diavolo penseranno poi i vicini?”). L’estate dopo il mio primo anno fu peggiore. Invece d’ignorarmi come aveva fatto l’estate precedente, Petunia aveva cambiato tattica. Insultarmi.
Da quel momento in poi, avevo semplicemente rinunciato ad aggiustare la nostra relazione. Ho imparato ad ignorare gli stupidi commenti di Petunia e sono andata avanti con la mia vita senza di lei.
Ecco perché non capisco cosa abbia in mente mia madre. Ho accettato la mia vita senza Petunia, perché lei no?
Ho bisogno di una terapia.
Anzi, tutta la mia famiglia ha bisogno d’entrare in terapia.
Pah.
Meno due giorni! ANSIA!
Nota a me stessa: TROVA LA MEDAGLIETTA!


 
Domenica, 31 Agosto, Casa Evans

Ultimo giorno prima della mia partenza per Hogwarts. Non vedo l’ora, a parte il fatto che sono stata ingiustamente scelta come Caposcuola e non mi sono esercitata per niente in Trasfigurazione anche se l’avevo promesso alla McGranitt…
Sono euforica, però. Più o meno. E’ solo che… Voglio dire, non fraintendetemi, Hogwarts è meravigliosa – non la scambierei con nulla al mondo- ma… anche le mele più succose hanno dei vermi. E ora con tutta quest’ansia… non lo so.
Davvero, dovrei smetterla di lamentarmi. Non importa quanti vermi ci siano in questa mela chiamata Hogwarts, sarà sempre un qualcosa di speciale. Ci saranno sempre le mie amiche.
Io, Grace Reynolds ed Emmeline Vance siamo migliori amiche sin dal nostro primo anno ad Hogwarts. Quel primo Settembre ero un po’ spaventata, a dirla tutta. Ricordo che vagavo senza meta per la stazione di Kings Cross, cercando il Binario 9 ¾, il tutto pregando che questo magico mondo nel quale ero stata stranamente ammessa fosse reale. Quella fu una di quelle poche situazioni in cui i miei genitori erano essenzialmente inutili. Camminavano affianco a me, grattandosi il capo e guardandosi attorno, cercando di aiutarmi, ma fallendo miseramente. Vedete, sono una Nata-Babbana e non avevo nessunissima idea di come fosse questo mondo magico. Stavo per tuffarmi in questo nuovo mondo con niente se non il mio cervello e la scarsa conoscenza che avevo acquisito.
Incontrai per la prima volta Grace mentre sostavo stupidamente davanti alla barriera (avevo undici anni! I Babbani di undici anni non pensano che si possano attraversare i muri!), quasi in lacrime mentre mi preoccupavo del fatto che in qualche modo ero destinata a perdere il treno, o peggio, che dovevo considerare il fatto che tutto questo era stato solo un crudele scherzo organizzato da qualcuno.
“Anche tu devi andare ad Hogwarts?”
Mi girai, il cuore che iniziò a battere fortissimo nel sentire la parola ‘Hogwarts’ detta dalla bocca di qualcun altro. Non ero matta! Era reale! Ero così felice che dimenticai di rispondere, mentre la piccola ragazzina con i capelli marroni raccolti in due trecce me lo chiese di nuovo, “Beh, sì o no?”
Annuii immediatamente e un grande, ridicolo sorriso si espanse sul mio viso. “Sì!” buttai fuori in un respiro, mentre sentivo il sollievo espandersi come fuoco nelle mie vene.
La ragazza annuì semplicemente. “Sono Grace Reynolds.” E mi diede la mano.
La strinsi euforica. La mia prima amica del mondo magico! “Sono Lily,” le dissi. “Lily Evans.”
Grace sorrise facendo brillare i suoi occhi blu. “Stai andando al binario?” mi chiese. “Mamma mi ha detto che è un po’ presto, ma dobbiamo ancora caricare sul treno il baule e il resto.”
Stavo per annuire, ma mi fermai ricordando ancora la mia ricerca di un quarto d’ora per quello stesso binario. “Er, stavo cercando di andarci, ma…” mi guardai attorno un’altra volta, controllando casomai il binario fosse apparso dal nulla in seguito all’arrivo della mia nuova amica “Dov’è esattamente il binario?”
Grace aggrottò le sopracciglia. “Cosa intendi per ‘dov’è il binario’? E’ proprio lì”
Ed indicò il muro.
Guardai attorno al muro. Guardai sopra il muro. Guardai perfino se ci fosse delle scale al di sotto del muro. Non c’era niente. Solo un muro.
Cercai di non ridere, girandomi verso Grace. “Er…cosa?”
Grace mi lanciò di nuovo uno sguardo curioso mentre mi fissava con evidente confusione, finché non capì. “Oh!” disse, schiaffeggiandosi la fronte. “Sei una Nata-Babbana, vero?”
La guardai assorta. “Sono una cosa?”
Grace sorrise. “I tuoi genitori sono magici?” mi chiese.
Scossi la testa. “No,” le risposi “solo io. Non c’è nessuno che io conosca che è-“ cercai di cancellare dal mio viso un sorriso idiota mentre dissi, “-magico.”
Grace annuì. “Questo spiega tutto,” disse. Poi, sorrise e avvolse con il suo braccio le mie spalle. “Beh, sembra che io abbia tante cose da insegnarti, Lily Evans.”
Annuì, euforica e nervosa allo stesso tempo. Se lei era pronta ad istruirmi, io ero pronta ad imparare.
Dopo il mio ultimo saluto ai miei genitori, Grave mi aiutò ad attraversare la barriera (avevo finalmente compreso che il muro in sé era la barriera), riempiendomi  di tutti i tipi di nozioni fondamentali sul mondo magico che le saltavano in mente mentre ci accingevamo a salire sul treno. Grace era una purosangue, cosa che non sapevo. Conoscemmo Emma quando eravamo già salite sull’Hogwarts Express alla ricerca di uno scompartimento che non fosse riempito da spaventosi studenti del Quinto e Sesto anno.
“Possiamo sistemarci qui? La maggior parte degli altri scompartimenti sono pieni,” Grace chiese ad Emma quando arrivammo al suo scompartimento quasi alla fine del treno. Essendo una divoratrice di libri, Emma non alzò nemmeno la testa dall’enorme volume che stava leggendo, neanche per risponderci; annuì soltanto e continuò a leggere. Emma attrasse subito la mia attenzione. Vedi, entrambe le mie amiche sono molto molto carine. Sono come una perfetta coppia di Barbie a grandezza umana – se non per il fatto che, sai, non sono di plastica. E forse non sono neanche così abbondanti di seno. Ma comunque, delle Barbie. Con personalità, però. Personalità un po’ strane, se si va a fondo.
Emma è la più silenziosa delle due e ha i capelli biondissimi e degli adorabili occhi cerulei. E’ anche la più studiosa fra di noi (o almeno, lo è ora che sono diventata una pigrona. Non sono mai andata così male. Davvero. Non sono sempre stata la procrastinatrice professionista che sono oggi. E’ semplicemente successo). Anche se ha una strana ossessione per oggetti stranieri e curiosi. Ogni volta che torna da un viaggio, ne ha qualcuno di nuovo, oppure li compra in un qualche assurdo negozio di Hogsmeade. Una volta è andata con la sua famiglia in India ed è tornata con uno scialle color smeraldo che indossava sempre. Ogni giorno, trovava un nuovo modo per indossarlo. Io e Grace pensavamo fosse strano, ma eravamo già abituate alle sue fisse particolari. Comunque, un giorno ci svegliammo e trovammo Emma con indosso un nuovo turbante color smeraldo e quello fu il giorno in cui io e Grace mettemmo fine a quella pazzia (anche se Emma ce l’ha ancora. Lo scialle. L’ho visto una volta mentre stavo rovistando nel suo baule). Emma è la Barbie Sapientona (ed inclusa nella confezione vi è anche uno scialle verde! Guarda in quanti modi può indossarlo!).
E Grace? Dovessi darle un nome, sarebbe Combina-Guai Teresa. Quella ragazza ha fin troppa energia e l’attenzione di un pesca. E’ completamente pazza quando non ha niente da fare e questo l’ha portata più di una volta –assieme a me e ad Emma- in una serie di guai. Per esempio, una volta non aveva niente da fare e decise che sarebbe stato divertente andare a prendere un po’ di gelato dal freezer che si trovava nelle cucine di Hogwart… naturalmente, sarebbe stato ‘divertente’ solo se fosse andata a prenderlo alle tre del mattino. Così una notte trascinò una reticente Emma e una me mezza addormentata giù per quattordici rampe di scale che ci sono per arrivare nelle cucine alle tre e mezzo del mattino. Questo sarebbe stato già abbastanza pazzo, ma poi eravamo riuscite non si sa bene come ad entrare in quello stupido stramaledetto freezer quando Grace chiuse accidentalmente la porta dietro di noi. Cinque ore dopo, quando un Elfo Domestico finalmente aprì il freezer, venimmo spedite tutte e tre in Infermeria.
E sapete cosa? Mentre eravamo tutte e tre in Infermeria, congelate da capo a piedi, Grace decise che avremmo dovuto rifarlo prima o poi (in realtà, NON succederà mai, visto che preferisco avere tutte le mie dita e non le voglio perdere per assideramento). Capisci cosa intendo? Pazza! Ma Grace in qualche modo ha ereditato anche i geni della bellezza. Ha questi capelli lunghi e scuri e la pelle perennemente abbronzata. Il suo naso è leggermente più lungo del normale, ma quella è una sua peculiare caratteristica piuttosto che un difetto.
Ed io? Beh, io sono la Barbie pel di carota che è stata messa fuori produzione perché non piaceva a nessuno.
Ma non volevo arrivare qui. Dov’ero rimasta… oh, giusto, il treno. Comunque, io e Grace trascorremmo i primi venti minuti circa a parlare tra di noi finchè Emma non ebbe altra scelta se non partecipare alla conversazione. E’ strano come tre persone così diverse possano andare d’accordo così bene, ma in qualche modo ci siamo riuscite. Abbiamo solo un paio di cose in comune, ma non sembra importare davvero.
“Mia madre era una Corvonero, ma mi piacerebbe essere una Grifondoro,” disse Emma mentre stavo discutendo riguardo alla Cerimonia di Smistamento che si sarebbe svolta quella sera stessa.
“Tutta la mia famiglia è stata in Grifondoro per generazioni.” Grace alzò le spalle “Spero di essere Smistata anch’io lì.” Poi si girò verso di me. “E tu, Lily? In quale Casa vorresti finire?”
Quella domanda mi colse di sorpresa. Non capivo davvero quale fosse la differenza fra le Case. La sommaria sintesi di Grace era essenzialmente questa: tutti i cattivi erano Smistati in Serpeverde, tutti i coraggiosi in Grifondoro, quelli intelligenti in Corvonero e quelli gentili in Tassorosso. Non pensavo di appartenere ad una sola categoria, ma volevo stare con Emma e Grace, perciò dissi anch’io Grifondoro.
“Non sarebbe fantastico se venissimo tutte e tre Smistate in Grifondoro?” chiese Emma, sorridendo radiosa.
“Sarebbe meraviglioso!” aggiunse Grace, annuendo con la testa. “Ma con la mia fortuna, probabilmente sarò Smistata sola soletta in Serpeverde!” Pronunciando l’ultima parola fece una smorfia disgustata, che ci fece sghignazzare. Le nostre risate vennero presto spazzate via, poiché la porta del nostro scompartimento venne violentemente aperta e allo stesso modo chiusa da uno dei lati negativi di Hogwarts.
James Potter.
(In realtà, non c’era solo lui. Tre dei quattro Malandrini erano lì. Che tipo di persone si fa chiamare “Malandrini”? Voglio dire, non riesco nemmeno a ricordare un momento in cui non erano i “Malandrini”. Ho capito che causano problemi e tutto, ma onestamente, che cosa stupida)
“Gracie!” gridò un particolarmente felice e sporco (e io ancora non so bene perché fosse sporco) Sirius Black. Sirius è uno dei tantissimi cugini di Grace. C’è un'altra cosa interessante nel mondo magico – tutti sono in qualche modo imparentati. Davvero. In verità, tutte le famiglie Purosangue. Grace e Sirius sono cugini lontani e remoti, ma comunque imparentati. Sirius è uno abbastanza popolare tra i ragazzi di Hogwarts, visto che tutti pensano che sia meraviglioso e bellissimo. Non posso davvero obiettare, visto che davvero divertente e ha una bellezza oscura e misteriosa, ma non lo considererei mai per un appuntamento. Voglio dire, è davvero troppo immaturo. Sarebbe come avere una cotta per un moccioso di sei anni.
“Black!” Grace sorrise, salutano suo cugino. Guardò tutti e tre i ragazzi, che indossavano tutti dei vestiti molto sporchi. “Per la barba di Merlino, cosa avete in mente voi tre?”
“Volevano per forza andare a fare una visita a Piton”, disse il secondo compagno, Remus Lupin, indicando col suo pollice i suoi amici. Remus è leggermente diverso dagli altri fissati-con-gli-scherzi-e-con-l’essere-idioti Malandrini. E’ particolarmente studioso e si interessa davvero della sua istruzione, non come gli altri tre che non sembrano studiare mai e vanno in classe solo per dormire e pianificare scherzi. Non lo conosco molto bene, anche se siamo stati Prefetti assieme per gli ultimi tre anni, ma sembra che non sia così fissato con gli scherzi e i guai come gli altri. E’ anche lui carino, ma in maniera diversa rispetto a Sirius. Remus ha i capelli chiari e gli occhi marroni e sebbene abbia un non so che di misterioso (quale ragazzo non sembra così?), non è esattamente “oscuro”. O almeno, non credo,
Grace sospirò “Siete davvero degli idioti.”
“Oh andiamo, Gracie! Non siamo così male!” insistette l’ultimo compagno.
Merlino, lo detesto.
James Potter credo sia il più egocentrico, pomposo e arrogante essere di sesso maschile che ha mai messo piede su questo pianeta. Ha la testa più montata che io conosca. Davvero. In più, è anche cattivo- in realtà, okay, non con tutti, ma lo è con me. Tutti gli altri credono che sia un ragazzo okay, ma solo perché loro non hanno mai avuto paura di passargli davanti in corridoio. Sì, è così fastidioso. Solo perché è intelligente e gioca a Quidditch tutti credono che sia brillante, anche se in realtà l’unica cosa che sa fare è pavoneggiarsi. Pensa di essere il dono di Merlino per il mondo intero! E’ patetico. E chi se ne frega se a quanto pare ha vinto al jackpot genetico? E non è nemmeno COSI’ bello. I suoi capelli sono SEMPRE disordinati, i suoi occhi troppo cervoni e non a tutti piace un corpo scolpito da giocatore di Quidditch…
Va bene, è così bello, ma il problema è che lo sa. E’ davvero egocentrico.
“Chi è Piton?” mi sussurò Emma nell’orecchio mentre Grace continuava a parlare. Io scossi la testa.
Grace parlò con loro per almeno cinque minuti, completamente dimentica del fatto che io ed Emma fossimo ancora nello scompartimento. Noi, d’altro canto, non avevamo ancora idea di chi fossero quegli strani intrusi.
“Oh! Quasi dimenticavo” disse finalmente Grace, guardando me ed Emma per la prima volta. “Lily, Emma, questi sono Remus Lupin, James Potter e mio cugino, Sirius Black. Ragazzi, loro sono Emma Vance e Lily Evans.” Ci stringemmo tutti le mani e ci salutammo.
E qui iniziò la leggendaria Guerra Evans-Potter.
“Sai” mi disse Potter “i tuoi capelli sembrano in fiamme.”
Lui, assieme a Remus e Sirius, trovarno questo commento particolarmente intelligente e divertente e si misero a ridere a gran voce. Io, d’altro canto, ero abbastanza offesa. So che i miei capelli sono orribili e li detesto moltissimo, ma ciò NON significa che avrei lasciato che un cretino come James Potter potesse insultarmi.
“Non è vero!” dissi infuriata, spingendo alcune ciocche dietro le mie orecchie. “E comunque, i tuoi capelli sembrano le setole di un vecchio e sporco spazzolone! Mai pensato di pettinarli?”
Il che è assolutamente vero. Riguardo i suoi capelli. Credo sia perché o i suoi capelli sono naturalmente così disordinati, (dimostrando che esiste davvero qualcuno con dei capelli peggiori dei miei) o perché lui non se ne frega un accidente (provando che il premio per i Peggiori Capelli al Mondo gli spetta di diritto).
Sfortunatamente per me, la mia risposta intelligente e offensiva non sembrò infastidire il grande James Potter. Anzi, passò una mano tra i capelli come sempre e continuò a ridere.
“Come sono strani,” bisbigliò Emma guardando i tre ragazzi ridere come delle iene.
“Ragazzi,” sospirò Grace, quasi fosse una spiegazione.
Poi, proprio quando ero certa che le cose non potevano andare peggio, (dopotutto, avevo un gruppo di probabili compagni di scuola che stavano ridendo di me), le cose peggiorarono.
Lei entrò.
La vera motivazione per cui Hogwarts poteva essere un vero e proprio inferno.
La VERA Barbie a grandezza umana di tutta Hogwarts volteggiò nel nostro scompartimento (che era già abbastanza pieno. Una vera e propria bomba pronta ad esplodere, anche se non lo sapevo all’epoca).
“James! Sirius!” gridò, salutandoli con la sua mano fresca di manicure. “Speravo d’incontrarvi” E non è forse Remus Lupin quello accanto a voi? Non ti vedevo da secoli!”
L’unica cosa decente che uscì da tutta questa faccenda fu che i Malandrini smisero finalmente di ridere.
“Elisabeth,” vidi Potter deglutire vistosamente. “Er… come stai?”
Sai, forse ho provato un po’ di pena per Potter in quel momento…nah, non è vero. Neanche quella scema e innaturalmente bella Elisabeth Saunders sarebbe riuscita a farmi provare pena per quello stupido idiota.
“Bene,” disse Elisabeth, sedendosi fra i tre ragazzi che sembravano avessero ingoiato un qualcosa di orribile. “Mia madre mi ha portata a Parigi quest’estate. Ero così arrabbiata che non sono potuta venire alla tua festa. Non vedevo l’ora di stare un po’ con voi.”
“Davvero?” chiese Grace, inserendosi nella conversazione. “Noi non abbiamo sentito la tua mancanza. Affatto.”
Elisabeth iniziò a fissarla con odio. Grace stava sorridendo trionfante.
“Ti ho chiesto qualcosa, Reynolds?” gracchiò Elisabeth. Grace la ricambiò lo sguardo d’odio. “Non credo proprio.”
E allora, anche se non avevo niente a che fare con questa piccola faida e a stento conoscevo quelle ragazze, il mio incontrollabile e automatico caratteraccio prese il sopravvento (l’avevo detto che era orribile).
“Beh, non credo neanche che qualcuno qui abbia chiesto di essere graziato dalla tua presenza, ma vedi, questa è la vita.”
Appena le parole uscirono dalla mia bocca, me ne pentii subito. L’occhiataccia di Elisabeth si spostò da Grace a me e al mio maleducato e completamente improvviso insulto. All’inizio sembrò scioccata, ma poi i suoi occhi si fecero grandi, notando una cosa: i miei vestiti da Babbana. Fece una smorfia tipica di Elisabeth. Ma non pensavo fosse per me. Non pensavo ci fosse qualche problema, ero troppo occupata a sembrare intimidatoria. Cercai di assottigliare gli occhi per lanciarle un’occhiataccia, ma l’unica cosa che feci fu arricciare il naso. Guardai Elisabeth girarsi lentamente verso Grace.
“Gracie, Gracie, Gracie…” sospirò, piazzando la sua mano sulla spalla di Grace cercando di sembrare fintamente preoccupata. “Non avrei mai pensato che avrei visto il giorno in cui avresti iniziato a stringere amicizia con i Mezzosangue. Cosa penseranno tutti?”
Vidi cedere la mascella di Emma e sentii un rumore infuriato che uscì dalla bocca di Grace, persino i Malandrini sembravano offesi, ma io rimasi immobile e non feci niente. Non avevo idea del perché fossero tutti così sconvolto. Non sapevo cosa significasse Mezzosangue. Non sapevo che Elisabeth mi aveva appena insultata nel peggiore dei modi.
“Sparisci. Ora” ordinò Grace in una voce freddissima.
Elisabeth sorrise e si alzò dal suo posto per avviarsi verso la porta dello scompartimento e poi, poco prima di uscire, si rivolse di nuovo a me.
“Guardati le spalle, Mezzosangue. Non vorrai acquisire i lati peggiori di certe persone.”
E se ne andò. Avrei dovuto picchiarla, avrei dovuto tirarle i capelli o imprecare nei suoi confronti finchè non mi fosse scoppiata la testa. Avrei dovuto fare qualcosa. Qualsiasi cosa. Ma, no, ancora non sapevo cosa diavolo stesse dicendo. L’ho solo “guardata male” finchè il naso non ha iniziato a farmi male.
E questo è quanto.
Quindi eccomi qui, sette anni dopo, anche se non è cambiato nulla. Io ed Elisabeth ci odiamo ancora l’un l’altra e chissà per quale strano motivo, lei- così come me, Emma, Grace e i Malandrini- siamo stati tutti Smistati in Grifondoro. Puoi solo immaginare quale sia il clima nel nostro dormitorio. Non divertente. Potrei raccontarti certe pazze storie riguardo-
Hey.
Aspetta un momento.
Mi sono appena resa conto di un cosa…
Io sono Caposcuola
Il che significa… che Elisabeth non lo è!
SI’!!!!!!!!!!!!!
SAPEVO CHE CI SAREBBE STATO UN LATO POSTIVO
Posso andare a letto soddisfatta stanotte! SI’!
Oh e ho trovato la medaglietta. Era in qualche modo attaccata già alla mia uniforme. Chissà chi l’ha messa là. Forse qualcuno responsabile… e organizzato… e non completamente ordinario.
Non io.



Lunedì, 1 Settembre, In Macchina verso la stazione di Kings Cross
Mia sorella è stupida.
Voglio dire, davvero, davvero stupida. Mi fa quasi ridere quanto sia stupida.
Crede davvero che indossando degli occhiali da sole, nessuno la riconoscerà.
E’ completamente ridicolo perché so che è facilmente riconoscibile. Lo so perché non ci sono molte ragazze ossute, con la faccia di cavallo e il collo da giraffa in Little Whinging. Anzi, non penso ci siano molte ragazze, con la faccia di cavallo e il collo da giraffa in Inghilterra. O nel mondo, in realtà. Capite cosa voglio dire? E’ soltanto stupida.
Devo davvero smetterla di essere così cattiva. Non mi piace quando gli altri sono cattivi con me, quindi perché io dovrei essere cattiva con Petty? Dopo tutto, ciò che fai ti ritorna sempre indietro e io ho già così un karma bruttissimo.
“Quindi, come stai Petty?” ho appena chiesto a mia sorella, sforzandomi d’essere gentile.
Lei ha grugnito e non ha risposto.
Beh, questo mio tentativo d’iniziare una conversazione è fallito miseramente.
E sai cosa? Petunia ha solo grugnito. Non penso che dovrebbe grugnire così. I maiali grugniscono. Petty non è un maiale. Ha una faccia-da-cavallo e un collo-da-giraffa, ma non ha nessuna caratteristica da-maiale. I cavalli e le giraffe non grugniscono. Anzi, le giraffe non hanno nemmeno corde vocali. I cavalli invece emettono molti suoni strani, ma non grugniscono. Ecco perché lei non dovrebbe grugnire. Penso sia contro le regole della natura o una cosa così.
Diavolo, sono stata cattiva di nuovo. Davvero, devo smetterla. Imparerò ad essere gentile. Magari chiederò ad Emma qualche lezione. Lei è la persona più gentile che io conosco.
Sì, credo proprio che lo farò…


Più tardi, Sull’Hogwarts Express
C’è qualcosa di sbagliato.
Un qualcosa terribilmente e orribilmente sbagliato.
Oppure qualcosa NEL FUTURO andrà terribilmente e orribilmente male.
Mentre siedo qui, guardando Emma leggere e Grace dormire, sono preoccupata. Sono preoccupata perché se penso a cosa è appena successo, successo davvero, una di queste due cose deve per forza essere corretta:
  1. Molto presto sarò il bersaglio di uno scherzo molto cattivo ordito dai Malandrini.
Oppure
  1. Ho appena avuto una conversazione decente e ho flirtato un po’ con James Potter.
Sì, anch’io credo che la A sia quella giusta.
Meglio spiegare, perché ho bisogno di buttare tutto fuori e ho paura di cosa Emma e Grace potrebbero dire/fare se glielo dicessi. Ecco cos’è successo…
Sono arrivata a Kings Cross molto prima di quanto mi aspettassi. Sembra che Petty non vedesse l’ora di liberarsi di me, se n’è quasi andata con il mio baule ancora nella macchina. Questa, naturalmente, non è stata una situazione carina, in quanto ho dovuto rincorrerla per quasi tutto il parcheggio finché finalmente non si è fermata ad uno stop a cento chilometri dall’entrata della stazione. Fortunatamente, c’era un carrellino abbandonato lì vicino, così vi ho buttato sopra il mio baule e ho camminato per 100 chilometri (okay, saranno stati 100 metri in realtà, ma sono sembrati molti di più). Arrivata all’entrata finalmente, erano ancora le 9.55. Quindi ho vagato per la stazione.
Non mi ero mai resa conto di quanto fosse grande la stazione di Kings Cross. Voglio dire, è comunque una stazione dei treni e tutto, quindi deve essere per forza grande, ma non ho mai apprezzato quanto fosse grande. Vi era perfino una piccola band che suonava vicino al Binario 15. Ed erano anche molto bravi pur essendo un insieme di vecchi musicisti intenti a suonare vicino ad un binario ferroviario, perciò ho lasciato loro qualche monetina.
Quando raggiunsi il muro tra i Binari 9 e 10, erano le 10.15. Pensai che era meglio essere in anticipo che in ritardo, così attraversai la barriera. Fu abbastanza facile, in verità. L’anno scorso, invece, c’era un signore che non smetteva di guardare Emma e suo padre fu costretto a distrarlo mentre noi attraversavamo la barriera. Non fu divertente. Ripensandoci ora, sembra divertente, ma non lo fu.
Il Binario non era pieno di gente come al solito, ma neanche sgombro completamente. C’erano alcuni studenti che parlavano sul Binario con i loro genitori, ma non ne riconobbi neanche uno. Pensai che la maggior parte di loro fosse del primo anno, visto che non vi era nessuna traccia dei colori tipici delle quattro Case sulle loro divise. Mi guardai attorno velocemente prima di dirigermi verso le porte del treno per salirci assieme al mio baule.
E fu in quel momento che accadde.
Non c’era nessuno dei soliti ragazzi-che-sollevano-i-bauli davanti al treno. In realtà, non avevo mai caricato il mio baule sul treno prima, perché quei ragazzi erano sempre lì per aiutarmi e farlo al posto mio, ma ero abbastanza sicura che non fosse poi così difficile. Dopo tutto, le donne diventano sempre più forti al giorno d’oggi. Ho visto un concorso di donne culturiste in tv quest’estate, e loro potevano sollevare delle macchine, perché io non potevo sollevare un baule? Lo potevo fare benissimo. Sono una ragazzina forte, giovane e atletica. Potevo farcela.
Sì. Certo. Come no.
Perché sono così idiota?
Stavo caricando il mio baule sul treno, quando improvvisamente quest’ultimo aveva deciso di diventare molto pesante… estremamente pesante. E non intendo pesante del tipo no-mamma-non-posso-portare-il-bucato-in-camera-mia-perché-è-troppo-pesante. Era più un pesa-il-doppio-di-me. E ora che ci penso, sono stata abbastanza stupida. Stupida alla Petunia. Avrei dovuto semplicemente aspettare che uno di quei ragazzi forti arrivasse e lo sollevasse per me. I fatto che io non abbia neanche la minima traccia di muscoli sembrava fosse scivolata via dalla mia mente in quel particolare momento. Ero troppo occupata, pensando a tutte quelle donne muscolose che potevano sollevare camion con un solo dito per considerare il fatto che io non fossi una di loro. Così ero lì come una stupida, il mio baule sollevato a mezz’aria ed io che stavo per farlo cadere. Stavo aspettando che le mie braccia dessero forfait e che il mio baule cadesse e si aprisse, rivelando qualunque cosa che una ragazza potrebbe nascondere nel suo baule… ma non successe niente.
Anzi, il mio baule fu sollevato dalle mie mani di ricotta e fu caricato sul treno prima che mi accorgessi che era sparito. All’inizio, non avevo la minima idea di cosa fosse successo. Pensai che forse, a causa della disperata voglia che avevo di impedire ai miei segreti di evadere dal baule e cadere sul binario sotto gli occhi di tutti, la mia adrenalina fosse entrata in circolo e avessi trovato la forza per caricarlo. Poi notai che qualcuno era affianco a m, e tutto quadrò.
“Grazie,” dissi, girandomi per guardare negli occhi lo sconosciuto, che a questo punto era diventato il mio cavaliere-dall’-armatura-lucente.
Ma non era uno sconosciuto quello che avevo affianco.
E diavolo, sicuramente non era neanche il mio cavaliere.
Era James Potter.
“Prego,” rispose, in un modo che non aveva niente del tono James-Potter-che-parla-con-Lily-Evans. Questo tono gentile e amichevole che stava usando era un tono che non avevo mai sentito prima, visto che non siamo mai stati gentili l’un l’altra. Lo fissai scettica, aspettando che se ne uscisse con qualche commento maleducato sul fatto che non fossi in grado di sollevare cose o sul fatto che fossi così debole… ma non arrivò nessun commento. Rimase lì, sorridendomi dall’alto – e sottolineo alto perché, a differenza mia, lui non era stato maledetto con un penoso metro e settanta, ma era alto un metro e ottanta, altezza molto bella e virile e alta. Ma non era questo ad infastidirmi. Ciò che m’infastidiva era il suo sorriso. Non era un sorriso del tipo sono-più-bravo-di-te-e-posso-sollevare-bauli-pesanti, sorriso che mi sarei aspettata dal tipico James Potter. Era un sorriso alla sono-un-bravo-ragazzo-e-voglio-davvero-piacerti che non mi sarei mai aspettata. Ero troppo occupata nel contemplare il suo sorriso e i suoi movimenti per rendermi conto che avrei dovuto rispondere al suo “Prego”. Rimasi lì a fissarlo e ad essere completamente maleducata. Naturalmente, non se ne accorse neanche lui. Quello, oppure non gliene fregava niente.
“Sei Caposcuola?” chiese, interrompendo i miei pensieri ridicoli e facendomi ritornare sulla Terra. Indicò la spilletta che era attaccata al mio mantello.
“Er- sì. Sì, sono Caposcuola.” Abbassai lo sguardo sulla piccola e scintillante spilletta che ora sembrava prendersi gioco di me. “In realtà,” dissi, le parole che uscivano prima che riuscissi a fermarle, “sto aspettando che qualcuno venga e me la porti via. Sai, mi direbbero che è stato tutto un errore e la darebbero a qualcuno come Elisabeth Sauders o roba del genere.”
Perché gliel’ho detto? PERCHE’? Ce ne era alcun bisogno? Che bocca fedifraga che ho.
“Perché dovrebbero farlo?” chiese, dal suo tono sembrava fosse davvero preoccupato. Mi prese completamente alla sprovvista. Non avevo la minima idea del perché fosse così gentile con me- beh, non così gentile, quella parte non è ancora arrivata, ma certamente non si stava comportando come al solito. Non mi aveva ancora insultata, il che era un record.
“Perché sono completamente disorganizzata e ordinaria,” risposi, le parole che uscivano ancora una volta da sole. “Per non parlare del fatto che non sono per niente intelligente. Quindi perché darla a me quando puoi avere una perfetta piccola socievole Elisabeth?” il che era tutto vero, ma non avevo nessuna intenzione di dirlo a qualcuno. Perché stessi improvvisamente confidando tutto a James Potter, non ne avevo idea. Tutta colpa della mia bocca fedifraga.
Poi rise.
Ma ancora una volta non era una risata cattiva o finta, come quelle a cui ero abituata. Era una risata amichevole e dal suono molto bello(cosa che non dovrei dire vito che neanche mi piace James Potter, quindi la sua risata non dovrebbe risultare così bella).
“Non essere ridicola,” disse, ridendo ancora in quel modo. “Dovrebbero essere pazzi per scegliere Elisabeth al posto tuo.”
La mia mandibola per poco non toccò il pavimento.
Non avevo mai sentito James Potter dire un qualcosa di così gentile. O meglio, mai seriamente, mai in questo modo. Mi aspettavo una specie di “Ha! Hai ragione! SFIGATA!” ma no, era così gentile con me, il che mi poteva portare solo a un mal di testa senza precedenti.
Poi un’idea mi folgorò.
Doveva essere uno scherzo.
Da qualche parte vicino a noi, gli altri Malandrini erano nascosti e stavano aspettando di rovesciarmi qualcosa in testa, o buttarmi sui binari, o qualcosa del genere. Quella era l’unica logica spiegazione a cui potevo pensare. Perciò feci ciò che ogni altra persona nella mia posizione avrebbe iniziato a fare; iniziai a cercare attorno a noi, osservando se nelle vicinanze ci fosse traccia dei Malandrini, o forse un secchio di qualche tipo, o una corda, o un qualsiasi altro oggetto che poteva risultare sospetto.
Anche se per me era perfettamente sensato, Potter era ovviamente un po’ confuso.
“Er, Lily? Cosa stai facendo?”
Fermai immediatamente la mia caccia al Malandrino/secchio/corda, mi congelai sul posto. La testa iniziò a girarmi.
Mi aveva chiamata Lily.
Lily.
Lui non mi chiama MAI Lily. Sono sempre stata Evans. Mai Lily.
Fu in quel momento che la mia bocca fedifraga si azionò in modalità sospetto e diede al ragazzo la soddisfazione.
“Perché sei così gentile con me?” chiesi, aggrottando le sopracciglia mentre un piccolo sorriso rimase imperturbato sulla faccia di Potter. “E’ una specie di scherzo? Verrò colpita o forse lanciata da qualche-“ il mio blaterare venne interrotto da Potter che iniziò a ridere di nuovo.
“Non ho il permesso d’essere gentile con te?” chiese con una strana espressione sul viso. “Sono gentile e immediatamente pensi che sia uno scherzo? E’ davvero questo che pensi di me?” Il modo in cui rise, sembrava quasi ferito, ma non poteva abbindolarmi. Magari la mia bocca fosse stata dalla mia parte.
“E’ una domanda retorica?” dissi senza rendermene conto. Il problema fu che la mia bocca fedifraga rovinò ciò che volevo dire ancora una volta, perché invece di usare un tono completamente serio come mi ero prefissata, uscì un tono completamente civettuolo, che non era ASSOLUTAMENTE ciò che volevo usare. Avrei voluto spiegare a Potter che problema fosse avere una bocca fedifraga perché sembrava completamente scioccato dal tono che avevo usato.
E anch’io lo ero.
Vuoi che sia cattivo con te?” chiese lui in un tono per metà civettuolo, ma molto più serio del mio. Mi chiedo se anche Potter abbia una bocca ribelle come la mia. Se è così, quel commetto mezzo civettuolo sarà stato involontario. Perché sicuramente non era intenzionale. Semplicemente non è possibile.
“Beh…” sospirai, cercando una risposta alla sua domanda. Volevo che fosse cattivo con me? Non credo lo volessi… ma… un Potter gentile? Sarebbe stato strano. Voglio dire super-strano. Gli dissi questo.
Lo stupido bastardo mi rivolse il suo stupido sorriso alla sono-un-bravo-ragazzo, che ora è sulla mia lista delle cose da odiare (assieme alla sua risata) e mi guardò sovrappensiero.
“Strano?” chiese, massaggiandosi il mento e facendo finta di soppesare la mia risposta. Poi la mia stupida bocca ha DOVUTO piegarsi in un piccolo e ghigno divertito. Naturalmente, non avrei mai sorriso INTENZIONALMENTE, visto che la vecchia non-sono-controllata-dalla-mia-bocca-fedifraga Lily non avrebbe MAI sorriso a NIENTE che James Potter avrebbe detto o fatto. Anche se sembrava completamente ridicolo mentre si massaggiava il mento in quel modo. “Sì, credo tu abbia ragione,” disse sorridendo (con quel sorriso che odio), ricambiando il mio sorriso (che ti ricordo, NON era lì per mia volontà).
“Sì,” annuii, cercando ancora di cancellare quel sorriso stupido dal mio viso. “Molto strano.”
Poi ci fu un po’ di silenzio. Sono sicura che tutta questa scena sarebbe sembrata molto strana a chiunque si fosse fermato a guardare. Non penseresti mai di vedere Lily Evans e James Potter davanti all’Hogwarts Express, che sorridono come idioti l’un l’altra (sebbene sono abbastanza sicura che entrambi i sorrisi fossero involontari) e che stanno avendo un’apparente normale conversazione. Anzi, io sarei un po’ spaventata.
“Quindi,” disse, distogliendomi dalla mia personale guerre civile (la mia testa vs la mia bocca). “Non sai ancora chi è l’altro Caposcuola, vero?”
Non era la prima volta che qualcuno mi aveva posto questa domanda. Sono sicura che una qualsiasi altra Caposcuola organizzata, popolare e straordinaria avrebbe saputo esattamente con chi avrebbe dovuto lavorare, ma naturalmente, visto che io non ho NESSUNA delle suddette qualità, non ne avevo idea. Segretamente speravo fosse Amos Diggory, un Tassorosso per cui ho una cotta da sempre. L’ultima notizia che avevo sentito lo dava tra i migliori candidati, quindi forse Silente aveva deciso di darmi tregua e aveva scelto lui.
“Naturalmente no,” risposi con una scrollata di spalle. “Solo una Caposcuola responsabile e giustamente eletta saprebbe certe cose, e visto che io verrò presto licenziata dalla mia posizione, non si sono preoccupati di dirmelo.” Questa era la spiegazione che avevo dato a mia madre e a me stessa, nel momento in cui la domanda mi veniva posta, quindi non capivo perché non avrei dovuto dire questo a James Potter, visto che gli ho già stupidamente detto delle insicurezze che avevo riguardo la mia posizione.
“Non avevamo già affrontato l’argomento?” mi prese in giro, muovendo la testa a destra e sinistra. Poi ha dovuto mettere le sue mani sulle mie spalle, cercando di sembrare irremovibile e questo gesto, non solo era completamente inaspettato, ma mandò una serie di brividi non voluti giù lungo la mia spina dorsale. “Tu NON sarai licenziata, okay? Non potevano scegliere nessuno migliore di te per questo lavoro. Capito?”
Speravo che qualcuno mi avesse avvisato in anticipo che tutto questo sarebbe successo. In quel modo, mi sarei potuta preparare mentalmente per tutta quella gentilezza e tutto quel flirt e non sarei rimasta completamente muta come in quel momento. Sarò sembrata davvero un’idiota, ferma lì ad annuire mentre James Potter mi teneva per le spalle. Naturalmente, non avrei pensato a niente da dire neanche se mi avessero avvisato in anticipo.
“Bene,” disse, finalmente lasciando la sua presa su di me. Non mi ero accorta che avevo trattenuto il fiato, ma a quanto pare l’avevo fatto, visto il lungo sospiro che scappò dalla mia bocca dopo che mi aveva lasciata andare.
“Non è che magari tu lo sai, vero?” chiesi, dopo aver riguadagnato un po’ di controllo. James alzò le spalle, chiaramente non interessato all’argomento. Fu allora che ricordi che, nonostante tutti i suoi precedenti da combina guai, James era uno dei migliori candidati per il ruolo di Caposcuola, e mi sentii immediatamente orribile per aver iniziato a parlare dell’argomento.
“So una cosa però,” disse in maniera calma. “Chiunque sia, è sicuramente un ragazzo fortunato,”
“Perché?” chiesi come una stupida. Era ovvio che James voleva essere Caposcuola e si stava addolorando per non essere stato scelto.
Almeno, credevo fosse così.
“Bhe,” rispose molto dolcemente, facendo un passo verso di me. “Può lavorare con te, o no?”
QUELLO fu il momento in cui mi persi. E intendo COMPLETAMENTE persa. I ragazzi come James, non dico cose come quelle alle ragazze come me. Forse le dicono a ragazze come Elisabeth Saunders, o a quelle che assomigliano a Grace Kelly, ma MAI a ragazze come me. Va semplicemente contro ogni regola sociale mai esistita. E non dimentichiamoci che prima di questa conversazione, io e Potter ci DETESTAVAMO completamente.
Fu allora che tutta l’idea dello scherzo ritornò a galla, perché ero abbastanza sicura che tutto quello che aveva detto andasse contro ogni forza della natura.
Fu un cavolo di miracolo che il resto dei Malandrini scelse quel particolare momento per arrivare e portarsi via James, perché ero abbastanza sicura che, sebbene avessi i miei sospetti che fosse tutto uno scherzo, la mia bocca fedifraga avrebbe detto qualcosa di cui mi sarei pentita del tipo “Vorrei fossi tu” o qualcos’altro altrettanto inappropriato.
“RAMOSO!” fu l’urlo che emise Sirius mentre lui, Remus, e Peter Minus –il quarto e ultimo Malandrino – si avvicinavano nel punto dove io e Potter ci trovavamo. James si allontanò da me immediatamente, cosa per cui gli fui grata. Guardai Sirius catapultarsi verso di noi, intrappolando immediatamente la testa di James col suo braccio.
“Credo sia felice di vederti, Prongs,” Remus rise, mentre Sirius iniziò a incasinare senza pietà i capelli di James, il quale cercò di spingere via le braccia di Sirius strette attorno il suo collo. James fece un suono di protesta in risposta al commento di Remus. Non potei non emettere una risatina, che portò Sirius a rendersi conto che anch’io ero lì vicino. Naturalmente, lasciò la sua presa su James e mi graziò con tutta la sua attenzione. Che fortunata che sono.
“EVANS!” gridò, tirandomi in un abbraccio stritolante. “Ragazzi, è fantastico vederti! Mi rendo conto che non ti ho vista tutta quest’estate!” un suono di assenso scappò dalla mia gola, mentre osservavo gli altri Malandrini oltre la spalla di Sirius. Remus e Peter stavano ridendo a crepapelle per la mia situazione e James stava riaggiustandosi i suoi occhiali per colpa del suo stesso amico. Aveva uno strano sguardo, però, quasi fosse leggermente deluso. Io non sarei stata delusa, fossi stata in lui. Non vedevo l’ora di rincontrare i MIEI amici. Perché lui no?
Mentre stavo pensando alle mie amiche mi resi conto che avrei dovuto incontrarle nel nostro solito scompartimento un po’ di tempo fa. In più, avevo bisogno di una scusa per svignarmela.
“Hai visto tua cugina?” chiesi a Sirius, subito dopo essermi liberata dalla sua stretta mortale.
“Gracie?” chiese, massaggiandosi il mento come James qualche momento prima (naturalmente, la mia perfida bocca non sorrise quando era SIRIUS a farlo. Stupida maledettissima bocca). Annuii. Mi rendo conto ora che non avrei dovuto dire ‘cugina’, considerando il fatto che metà scuola è in qualche modo imparentata con Sirius, ma io vorrei avere notizie solo di Grace, quindi credo che fosse una domanda accettabile. “E’ salita sul treno qualche minuto fa,” mi disse Sirius dopo qualche secondo. “Anzi, credo ti stesse cercando.”
“Grazie! Er, ciao, allora.” Poi mi allontanai più velocemente possibile dai Malandrini. Salii sul treno e camminai velocemente lungo i corridoi verso la fine del treno. Il nostro scompartimento era il sesto dalla fine. E’ quello in cui ci sediamo dal primo anno, e ci siamo sempre incontrate lì all’inizio dell’anno.
“Lily!” gridò Grace quando aprii la porta del nostro scompartimento. Sorrisi immediatamente alla familiare vista delle mie amiche. Emma era, come al solito, seduta sul sedile centrale a leggere un enorme libro, e sembrava che Grace avesse già sistemato la sua tana sui sedili del lato destro. Strinsi Grace in un abbraccio e subito Emma si alzò per riceverne uno. Era un sollievo vedere che almeno loro non erano cambiate. Ne avevo abbastanza di quello per oggi.
“Dove sei stata?” mi chiese Emma mentre mi posizionai nel mio solito sedile affianco a lei.
Non volevo davvero dirle cosa mi avesse distratta, perché avevo paura di quello che avrebbero potuto dire, o che avrebbero evidenziato l’ovvio (che non volevo assolutamente sentire). Quindi, ho mentito.
“Traffico,” dissi, esitando un po’. “Sono rimasta imbottigliata venendo qui.”
Fui sollevata quando non si soffermarono ancora sull’argomento.
Ci sedemmo e iniziammo a parlare di ciò che avevamo fatto quest’estate. Emma era stata a Roma con sua mamma per tutto Luglio. Aveva sfilato una vecchia pietra da uno degli edifici lì e l’aveva legata con un nastrino, così da poterla indossare come collana. Sia io che Grace facemmo finta d’essere impressionate dal vecchio gioiello, anche se personalmente penso fosse proprio una brutta pietra e che sarebbe dovuta stare nella pattumiera e non attorno al collo di Emma. Grace era stata impegnata tutta l’estate partecipando a tutte le feste di famiglia. Ha detto che è stato noiosissimo perché Sirius non c’era a nessuna di queste feste, visto che ora viveva a casa dei Potter (per colpa di qualche disguido familiare, credo) quindi non ha avuto nessuno con cui fare conversazione (ciò che intendeva, in realtà, era che non aveva nessuno con cui combinare disastri). Io, naturalmente, ero rimasta a casa per tutta l’estate, a fare assolutamente nulla se non mangiare e guardare la tv. Erano entrambe molto felice che fossi state scelta io come Caposcuola (gliel’avevo scritto nel momento in cui avevo ricevuto la mia spilletta con la posta) e hanno insistito ancora una volta sul fatto che non sarei stata licenziata e che fossi stata scelta giustamente per quel lavoro.
Psh. Che bugiarde.
Quindi, eccomi qui.
Wow.
Ora mi sento molto meglio.
Forse lo dirò a Grace ed Emma.
Vedremo.


 
Più tardi, Dormitorio Femminile del Settimo Anno

MI HA MENTITO!
QUEL VISCIDO E INSULSO BASTARDO MI HA MENTITO!
NON CI POSSO CREDERE!
Sedevo tutta felice al tavolo dei Grifondoro, parlano con Grace, Emma e un paio dei nuovi ragazzi del Primo Anno, quando Silente si è alzato per fare il suo annuale Discorso di Benevenuto.
“Salve a tutti, studenti di Hogwarts!” ha detto, sorridendo e lanciando uno sguardo alla Sala Grande. “Benvenuti per un altro anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ho giusto un paio di annunci da fare prima che possiate tutti iniziare il banchetto. Prima di tutto, bisogna ricordare agli studenti di tutti gli anni, che la Foresta Proibita è, per l’appunto, proibita.” Sono abbastanza sicura che stesse guardando in particolare i Malandrini quando ha detto ciò, perché sapevamo tutti che loro vi si sono avventurati in più di un occasione. Perché mai vorrebbero andare in quel posto così da brividi e pieno di mostri che è la Foresta Proibita, non lo saprò mai.
“In secondo luogo,” continuò Silente, i suoi occhi che scintillavano alla luce di tutte le candele accese nella Sala Grande. “Il Signor Gazza mi ha chiesto di ricordare a tutti gli studenti che i prodotti comprati al Negozio di Scherzi di Zonko non possono essere usati all’interno del castello. Una lista di tutti gli oggetti proibiti può essere trovata vicino all’ufficio del Signor Gazza nel corridoio del quarto piano. Poi, vorrei informare tutti gli studenti dal Terzo Anno in poi, che la prima visita ad Hogsmeade è stata programmata per il diciotto di Ottobre. Ed infine,” disse guardano tutti nella Sala Grande ed incontrò il mio sguardo per un momento. “Vorrei annunciare i Capiscuola di quest’anno, ovvero Miss Lily Evans di Grifondoro”, mi alzai lentamente (in realtà, fu Grace a spingermi su, ma ero in piedi comunque) dal mio posto, mentre tutti applaudirono leggermente. “E il nostro altro Caposcuola,” continuò Silente, mentre mi sedetti di nuovo pregando in silenzio che dicesse in nome di Amos, “è il Signor James Potter, anche lui di Grifondoro.”
James Potter.
Era lui.
Lui era Caposcuola!
C’è voluta tutta la forza di volontà che avevo in corpo per non alzarmi di nuovo e strangolare Potter. Invece, sono rimasta seduta con la mia bocca completamente aperta, guardando quel maledetto idiota. E sapete cosa? Neanche gli importava che avesse mentito. E sapete come so che non gli importava? Perché stava ricambiando il mio sguardo. E sapete cosa ha fatto?
HA SORRISO!
Ora perché MAI qualcuno SORRIDEREBBE quando sa che ha MENTITO e illuso una povera ragazza con false speranze? PERCHE’ LO FAREBBE? PENSAVO STESSE DIVENTANDO GENTILE? COS’HA NEL CERVELLO?!?
E io che mi sono pure DISPIACIUTA per lui! Lui e il suo stupido tono da ‘è-meglio-se-non-ne-parliamo’. Una cosa è certa, non mi sentirò MAI più dispiaciuta per James Potter! Anzi, non PARLERO’ mai più con James Potter! Mai! In tutta la mia intera e patetica vita!
E la serata ha continuato ad andare male. Non solo ero completamente distrutta per tutto il Banchetto di Benvenuto, (visto che non vedevo l’ora di lavorare con Amos Diggory, che sono certa non mi mentirebbe mai, visto che è perfetto sotto tutti gli aspetti) ma ho dovuto pure sorbirmi Grace ed Emma che cercavano di confortarmi. Eppure, semplicemente non capivano.
E questo non era neanche la parte PEGGIORE! Dopo aver scortato tutti quei chiacchieroni dei ragazzi del Primo Anno nella Sala Comune dei Grifondoro (mantenendo più spazio possibile tra Potter e me ), ero particolarmente felice di entrare nel mio letto a baldacchino e dormire per dimenticare quest’orribile serata, ma Merlino solo sa se potrò riuscire a farlo. TUTTO mi va male.
ELISABETH SAUNDERS DOVEVA METTERSI TRA ME E IL MERITATO RIPOSO!!
“Quindi,” ha iniziato quella vipera velenosa quando sono entrata nel dormitori. Ho alzato lo sguardo, non avendo l’umore adatto per un botta e risposta, ma sapendo che sarebbe avvenuto comunque. Elisabeth era seduta sul suo letto, più perfetta che mai, con il suo leale clone, Carrie Lloyd, (la quale è una Grifondoro del Settimo Anno) seduto affianco a lei. “Sei tu la Caposcuola.”
Mi sono morsa il labbro per evitare di risponderle. Non volevo avere a che fare con lei. Non volevo darle corda.
Scosse la testa con amarezza, delusa dal mio silenzio. “Posso dire onestamente che è stato un completo shock, Evans.” Un piccolo, pericoloso sorriso le attraversò le labbra. “Dopo tutto, chi sceglierebbe una ragazza come te per una posizione come quella?” poi si girò verso Carrie. “Mio padre dice sempre che Silente è completamente fuori di testa.” Si girò di nuovo verso di me, col suo stupido e perfido sorriso. “Credo che questa sia la prova che effettivamente papà ha ragione.”
Non mi ero mossa dalla porta per tutta la breve conversazione, ero rimasta lì con la bocca aperta e incapace di rispondere. Dopo tutto, aveva ragione. Non DOVREI essere Caposcuola. Ho SEMPRE saputo d’essere inadatta per la posizione.
Forse era stato tutta quella schifosa giornata che mi aveva resa così emotiva, o forse il fatto che fosse stata Elisabeth a farmi notare fatti già ovvi per me, qualunque cosa fosse, ho fatto la cosa più stupida che una ragazza nella mia posizione poteva fare.
Ho iniziato a piangere.
Era una cosa così stupida, lo so, ma sinceramente non potevo farne a meno. Era stato un giorno così brutto. Ed era così ingiusto perché di solito non sono il tipo di ragazza che scoppia in lacrime al primo insulto. Di solito sono abbastanza brava a evitare di scoppiare a piangere. Non riuscivo nemmeno a ricordare l’ultima volta che fossi scoppiata a piangere. Ma comunque, eccomi là, sulla poeta con le lacrime che cercavano di uscire mentre io mi sforzavo di trattenerle.
“Oh, ti ho forse punta sul vivo, Evans?” Elisabeth mi prese in giro mentre lei e Carrie si avvicinavano verso di me. Non mi mossi di un centimetro, ma quello sembrò dare molta più soddisfazione a Elisabeth mentre lei e Carrie mi spinsero e continuarono sulla loro strada, ridendo, verso la Sala Comune.
Quindi questa sono io. La Caposcuola piagnucolona. PERCHE’ hanno scelto me per questo lavoro? Renderà l’intero anno mille volte peggio.
Merlino, che vita orribile che ho.
 







*angolo della traduttrice* Salve! Come ho già spiegato nell'intro, questa storia appartiene a B.C. Daily, io non faccio altro che tradurla in italiano cosicchè molte più persone possano leggerla ed apprezzarla. Vi avviso che la storia è attualmente incompleta e che Bee è un po' lentina con gli aggiornamenti, ma molto molto prolissa. I suoi capitoli sono sempre lunghissimi, quindi mi ci vorrà un po' per tradurre tutto e tradurlo bene. Se avete commenti, se credete che qualcosa nella traduzione sia errato o potrebbe essere migliorato, non esitate a contattarmi.
Anche se la storia non è mia, una recensioncina la lasciate?
A presto (spero)
Em
  
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