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Autore: Soleil Jones    11/08/2015    8 recensioni
{ MINI LONG — Hogwarts, 1995/'96 }
Estratto: [...] « Lo sai? Alle volte, davvero, ti odio. »
Hope you like it,
Soleil
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Fred Weasley, George Weasley, Lee Jordan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Fatto il Misfatto


Quella sera a cena tutti tirarono un sospiro di sollievo nel vedere Fred e George seduti ai capi opposti della tavolata rosso-oro. Ciò preannunciata una serata relativamente tranquilla.
Gli unici che non poterono definirla tale furono Lee Jordan e Kenneth Towler.
La mattina dopo, infatti, il primo aveva i ricci più disordinati del normale — «Come se avessi un diavolo per capello!» aveva commentato Fred ridendo, e per la prima volta in vita sua Lee provò l'irrefrenabile istinto di strozzarlo — e il secondo con l'aria di uno che avrebbe potuto fare una strage da un momento all'altro.
Il perché lo sapevano solo loro.
«Neanche il tempo di entrare e li abbiamo pescati a discutere. Si sono messi a tirarsi addosso tutto il Dormitorio!»
«Credo di odiarli.»
«Non so se rendo l'idea: tutto. Siamo entrati solo quando si sono dati una calmata, cioè quando uno dei ha preso e se n'è andato.»
«Perché non legalizzare l'omicidio, mi chiedo.»
A nulla serviva cercare di calmare i gemelli – o anche solo uno dei due – quando prendevano a lanciarsi frecciatine e battute, pesanti o meno che fossero.
A provarlo fu Lee stesso. Stufo di sopportare Fred e George, aveva cercato di interporsi tra di loro, ma ne aveva ricavato una doppia occhiataccia e un altrettanto multiplo: «Non sono affari tuoi!»
«La state tirando troppo per le lunghe, ora!» esordì Angelina a pranzo; non appena aveva visto arrivare George l'aveva afferrato per un braccio e strattonato laddove prima era seduta lei, ovvero affianco a Fred. Ma se uno pareva far finta che l'altro non esistesse, quest'ultimo invece aveva tutta l'aria di voler essere ovunque tranne che lì.
«Ho fame.» biascicò semplicemente George, allungando una mano verso il pasticcio di patate.
Nel farlo si accorse che anche Fred era sul punto di prendersene alcune.
Dunque entrambi si ritrassero in uno scatto e, ognuno per conto suo, dissero all'unisono: «Bene, prenderò la bistecca.»
No, eh.
«Meglio il pollo — No, ci ho ripensato, il pesce — hmpf! — Tonno. No, porridge!»
Ad alcuni venne quasi da piangere – i Serpeverde avrebbero pianto dal ridere, sicuramente.
« Ho deciso: prendo il tacchino — anzi! — Meglio: mangio prima la zuppa, poi il filetto, i broccoli e il dolce flambé! Con il succo di zucc— MI STAI PRENDENDO IN GIRO?!»
Neville, il quale stava accingendosi a prendere la caraffa di succo di zucca, si vide l'intera bevanda arrivargli in faccia nel momento in cui entrambi i gemelli fecero per sottrarsela a vicenda.
Gli altri Grifondoro erano a bocche aperte.
«Bello. Perfettamente sincronizzati anche quando c'è da insultarsi a vicenda.» commentò laconica Ginny.
Angelina tirò a sedere Fred, improvvisamente furiosa. «Ma si può sapere che volete dimostrare?!»
«Noi? Ooooh, no, lui! — Io?!»
«Sì, tu!» Si staccò George. «La verità è che sei davvero insopportabile ed egoista, con te è sempre: “Fred di qua, Fred di là”. Sono stufo del tuo comportamento!»
«Sì? Be', sai di cosa sono stufo io? Di essere sempre confuso con te, George! Se non mi stessi sempre attaccato il problema non si porrebbe neanche, e invece no!»
«Chiediti chi sta attaccato a chi, Fred, e perché.»
«Lo sai? Alle volte, davvero, ti odio.»
Ron si alzò di scatto da tavola e uscì dalla Sala Grande, seguito poco dopo da Ginny.
I gemelli si fronteggiano ancora per qualche attimo, prima che George, con l'aria un po' inebetita, abbassasse lo sguardo e se ne andasse a sua volta, senza guardare in faccia nessuno.
Fred si lasciò ricadere sulla panca e fece per tornare a mangiare, ma lasciò andare bruscamente la forchetta subito dopo averla presa in mano.
«Ci vediamo agli allenamenti.» disse solo, alzandosi.
Fu in assoluto la peggior sessione d'allenamento che la squadra di Grifondoro avesse mai avuto. Non solo perché il nervosismo di Ron gli impediva di dare davvero il massimo, ma perché aleggiava una strana atmosfera tra i gemelli Weasley.
Se prima si trattava di semplice biasimo, ora era diverso: c'era il gelo, l'astio.
Come Battitori erano sempre stati ottimi perché insieme erano una perfetta combinazione, dato il loro affiatamento, ma in quelle condizioni riuscirono a rendersi tutt'altro che utili: Katie Bell si beccò un Bolide in piena faccia per via di Fred – che puntasse a colpire qualcun altro? – , mentre George per poco non disarcionò Alicia Spinnet.
Ora, gli insegnanti parevano aver percepito – e per forza! – la tensione aleggiante tra i due fratelli, ma dacché averli divisi significava avere qualcosa come molti problemi in meno a cui pensare non diedero segni di voler intervenire. Ma dinnanzi a un simile comportamento persistente anche sul campo da Quidditch, la professoressa McGranitt mandò bellamente al diavolo tutto e, dagli spalti, tuonò: «Voi due, Weasley, nel mio ufficio!»
Quel che ne seguì fu la mezz'ora più lunga della storia, in cui la donna riuscì a farsi dire solo: «Sono affari privati, abbiamo bisogno di sbrigarcela da soli.» e un: «Se agli altri da fastidio, che vadano a farsi una nuotata nel Lago Nero.»
Quando i due tornarono in Sala Comune trovarono il resto della squadra di Grifondoro, Hermione, Ginny e Lee ad aspettarli.
«Va bene!» esordì Fred, le braccia conserte e il viso contratto in una smorfia infastidita e un po' esasperata. «Sono disposto a fare la pace.»
Il che, stupì non poco i presenti: Ron e Ginny si guardarono a occhi sbarrati; una delle poche certezze che avevano era che Fred Weasley era da sempre stato restio a chiedere scusa per primo. E altrettanto bene sapevano che George Weasley, invece, era il gemello meno propenso ad accettarle così a buon mercato, le scuse.
Ecco perché spalancarono anche la bocca quando quest'ultimo, le mani in tasca e le labbra distese in un sorriso poco rassicurante, rispose: «Anche io. Ma—»
Ecco, ora sembrava tutto meno surreale.
«—prima devi mangiare questa.»
Tirò fuori dalla tasca della divisa una caramella avvolta in una carta multicolore dalla forma tondeggiante.
«È una delle nostre invenzioni in fase di sperimentazione. Visto che io ho provato il Torrone preparato da te, ora tu farai altrettanto.»
«Avevamo deciso di lasciarla perdere, quella, perché è troppo pericolosa!»
«E allora?»
«E allora scordatelo!»
«Credevo volessi fare la pace.»
«Senza rimetterci, però.»
«Mangiala.»
«No.»
«Fred.»
«Ho detto di no! Sei sordo, per caso?»
«Va bene, ti imbocco io.»
«Non osare.»
Indietreggiando, Fred finì con il cadere all'indietro sullo schienale di uno dei divanetti della Sala Comune e George non si fece pregare a saltargli addosso.
Hermione salvò per miracolo dei ragazzini del primo anno dal venire travolti dai due diciassettenni i quali, entrambi determinati a prevalere sull'altro, iniziarono a rotolarsi sul tappeto.
Finché George non bloccò il polso destro di Fred a terra e gli fu sopra a cavalcioni; la mano libera del gemello sulla guancia, che cercava di allontanarlo.
«Adesso smettetela! Accio caramella!» Il dolcetto incriminato volò in mano a Ginny, rossa di rabbia. «Ma non vi vergognate neanche un po'?!»
«Ginny ha ragione.» proruppe stizzito Ron, affiancando la sorella la quale, nervosa, stringeva irritata la caramella.
«Tutto per... per... per un dolcetto!» aggiunse la rossa. Nel momento stesso in cui le mani scartarono la caramella, questa saltò in aria, ricoprendo di polvere colorata tutto ciò che si trovasse nel raggio di dieci metri.
Ginny e Ron in primis.
I due abbassarono all'unisono il capo sulle mani della più piccola, per poi guardare sconvolti i gemelli.
Fred e George, fermi nella loro posizione iniziale, scoppiarono a ridere di gusto, alla faccia loro e delle altre vittime dell'esplosione.
«Ma c—che...?» boccheggiò Lee, il volto completamente irriconoscibile.
Ad Angelina venne un tic all'occhio al vedere Fred inarcare la schiena per tenersi la pancia dal troppo ridere e George chinare il capo e scivolare affianco al gemello.
«Tutto questo...» mormorò Harry, iniziando a sentire le ginocchia molli.
«Facevate finta...» completò Ginny, le mani tremanti; le prudevano, avrebbe voluto usarle per strangolare entrambi i fratelli maggiori. «Facevate finta!»
«Assolutamente sì!» rispose risoluto e ridente Fred, con fare orgoglioso.
«Merlino, questo è stato il colpo del secolo!» esclamò George, mettendosi a sedere sul pavimento.
«Sei un genio!» si dissero contemporaneamente, dandosi il cinque, completamente incuranti dello shock e lo scompiglio che avevano causato nei loro Concasani e non solo.
«Ora si spiega tutto!» esordì Hermione, portandosi le mani ai capelli. «I cuscini, nella Stanza delle Necessità... non c'erano! Ce li avete piazzati voi!»
«L'ho fatto io. Potevo rischiare di fare male sul serio al mio caro gemello?»
«E durante gli allenamenti... il Bolide di Fred...»
«Non rischierei mai di rovinare questo bel faccino, ho preso male la mira apposta!»
«Ma— ma perché?» Esalò Ron, confuso.
«Era per la storia dell'amore fraterno? Stavate cercando sul serio di dare a me e Ron una lezione?»
«Ma certo—» esordì Fred.
«—che no!» aggiunse George.
«In realtà, eravamo semplicemente annoiati!» conclusero all'unisono.
Nei tre giorni che seguirono all'avvenuto non vi fu verso di far andare via la polvere colorata dalle uniformi, pelle e capelli delle vittime dell'ultimo scherzo dei gemelli Weasley.
Quando la professoressa McGranitt chiese a Lee Jordan spiegazioni, questi guardò in tralice una coppia di teste rosse sedute dietro di lui, e tutto ciò che Kenneth Towler le disse fu: «Alcuni studenti qua hanno troppo tempo libero.»

 

Angolo dell'autrice

Ebbene sì, gente, proprio così! xD
Davvero credevate che questi due potessero litigare per un Torrone Sanguinolento? — Eheheh, sto cercando di immaginarmi le vostre espressioni a fine capitolo, e giuro che mi sento quasi sadica a trovare la cosa esilarante.
Scrivere tanto sui gemelli Weasley conduce anche a questo, ahimé. (?)
Comunque, questo era l'ultimo capitolo di questa mini-mini-mini-long e spero di non essere stata scontata & che vi sia piaciuto.
Visto che, appunto, è l'ultimo capitolo, mi farebbe piacere se mi diceste come vi è parsa la storia, etc.
Nel mentre ne approfitto per avvisare chiunque segua l'altra mia long fiction sui gemelli ("We're going back where we belong") che mi sono messa a scrivere il ventinovesimo capitolo & seguenti.
Al massimo li terrò in serbo per settembre, I dunno, dipende da quanto ci metto a scrivere.
Sostanzialmente, ogni momento sarà buono perché l'aggiorni. ;)
E nulla, prima che la chiavetta mi dia il ben servito faccio che andarmene e salutarvi. E ringraziarvi, anche; vi ringrazio di cuore anche solo per aver letto.
Grazie!
Soleil Jones
  
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