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Autore: verbascum    11/08/2015    1 recensioni
Cosa sarebbe successo a Sansa Stark se Joffrey non avesse avuto occasione di rompere il suo giuramento e l'avesse sposata prima della battaglia delle acque nere, e quindi, prima della proposta matrimoniale dei Tyrell?
Chi avrebbe protetto una fanciulla tanto fragile una volta nelle grinfie del giovane re, se non la persona più inaspettata e apparentemente crudele e sadica tanto quanto il suo padrone?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Non-con
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Si trovava in quella che da ora in poi sarebbe stata la stanza da condividere con il suo nuovo marito, Joffrey. Era una camera ampia ma tremendamente vuota, impersonale, con grandi finestre che davano sul cortile, un armadio, un letto a baldacchino e un tavolo rotondo di legno dove avrebbero consumato i loro pasti. Dopo l'incontro di ieri notte, con il mastino, non era più riuscita a prendere sonno: il suo sguardo fisso su di lei la tormentava, e in più, non era ancora certa che si astenesse dal raccontare di quel loro incontro al suo padrone. Improvvisamente l'ansia aumentò di colpo. E se qualcun altro l'avesse vista? Le spie di Varys erano ovunque e spesso aggiungevano alle loro storie particolari inesistenti. Joffrey lo avrebbe saputo entro la giornata e gli dèi solo sapevano che cosa gli avrebbero riferito. Quando anche Joffrey si svegliò, Sansa era già vestita e pettinata, ed un'ancella aveva già servito la colazione.


«Tu.» Joffrey indicò la fanciulla che dopo aver compiuto il suo dovere, stava precipitandosi via da quella stanza maledetta. 
«Chiama le mie guardie, Ser Meryn, Ser Boros, il mastino. Voglio vederli qui quando avrò finito di mangiare.»
Lei annuì, e scappò via. 
«Buongiorno, maestà.»
Cortesemente Sansa salutò il suo re, e lui ricambiò con la sua solita smorfia disgustata, fece un cenno con la mano.
 «Si, si.»


 Avevano quasi terminato il pasto quando entrarono i tre della guardia reale.
«Se hai finito maestà, possiamo anche andare.» Dalle parole di Ser Meryn Trant non trasparì alcun tono di voce.
Joffrey si alzò e andò verso di loro. Sansa sentì la presenza dei quattro individui alle sue spalle, in particolar modo quella di Sandor Clegane. La tensione si impadronì dei suoi muscoli e rimase lì tesa ad aspettare che se ne andassero.

«Moglie, mi aspetto tu rimanga qui per il resto della giornata. Come già sai la tua presenza sarà richiesta solo in particolari cerimonie. Preferirei non condividere nient'altro che il letto con te, per cui sarà necessario farci vedere insieme solo in determinati eventi sociali. Ora alzati e fa il tuo dovere. Bacia la mia spada e prega che anche oggi non dovrà essere usata contro qualcuno della tua famiglia.»

Joffrey aveva la sua solita arroganza, si sentiva quanto fosse irritato e disgustato dalla ragazza che era stato costretto a sposare. Le sue labbra mutate in una smorfia, erano simili a due vermi che si contorcevano. Sansa si alzò rapidamente, si voltò verso di loro e senza guardare nessuno si chinò a terra, posò un debole bacio sulla lama. Sentì tutti quegli sguardi pesare su di lei. Appena ebbe finito, si alzò in piedi, non osò guardare negli occhi Joffrey. I tre uomini insieme al re ragazzino si voltarono e andarono via, Sandor uscì per ultimo, e prima di andare, si voltò a guardare Sansa. 
La giovane Stark passò l'intera giornata di fronte alla finestra, a leggere un libro. Spesso interrompeva la lettura per osservare il mare. Il sole stava tramontando quando una delle sue ancelle finì di prepararle il bagno, Sansa si spogliò e si immerse nell'acqua bollente. Le due ancelle presero a pettinarla e a lavarla, ma lei preferì mandarle via. Era immersa nei suoi pensieri quando qualcuno aprì violentemente la porta, sobbalzò quando sentì la sua voce.
«Tu!Stupida sgualdrina!Cosa pensavi di fare? Dimmi immediatamente chi era l'uomo con cui ti hanno vista parlare ieri notte oppure giuro che ti faccio restare incollata a letto per i dolori che ti farò procurare!Cosaavevi di tanto urgente da dirgli tanto da lasciare il letto di tuo marito la notte delle nozze?Cosa stai progettando lurida puttana?»
Joffrey era furioso, più delle altre volte. Le puntava il dito contro, urlava e aveva il viso rosso dalla rabbia.
« Ser Meryn, tira fuori dalla vasca questa puttana e dalle una lezione!»

Ser Meryn Trant si avvicinò a lei, la prese violentemente per le braccia e in un attimo la scaraventò a terra. Sansa urlò dal dolore, iniziò a piangere. Era a terra, nuda, indifesa di fronte a quattro uomini crudeli e senza scrupoli. 

‘Perché non spiega che era con lui che stavo parlando? Che non avevo nessun altro fine?’ 
Pensò Sansa, mentre era a terra a piangere, donando uno sguardo disperato a Sandor Clegane. 

«Mastino, andiamo. Ser Meryn, tu resta qui a fare il tuo dovere. Puoi anche divertirti, se vuoi»
Sul suo orribile volto apparve un sogghigno.
«Quando torno, voglio trovarla in condizioni addirittura peggiori di queste, se è possibile. Voglio che impari la lezione.»
Detto ciò, fece per andarsene, con il suo sorriso divertito stampato in faccia. Sansa era disperata, l'avrebbe stuprata, picchiata, e chissà per quante ore. Non riusciva a muoversi, era paralizzata dalla paura.
«Maestà, ci penso io a lei. Ci sono Ser Meryn e Ser Boros con te.»
 
Era la voce del mastino.
Sansa iniziò lentamente a calmarsi, lui non le aveva mai fatto del male, era evidente: anche questa volta voleva proteggerla.
Era troppo sconvolta per prestare attenzione a ciò che le accadeva intorno, sentì solo il tocco di quell'uomo che posava la sua mano sulla sua spalla.
«Puoi calmarti uccelletto, se ne sono andati.»


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Si, lo so. Anche in questo capitolo non succede nulla di entusiasmante. 
Ma forse nel prossimo sì? Sì, sì, probabilmente sì. 
Non mi piace sconvolgere completamente la storia originale, per cui sì, ci saranno delle svolte, ma preferisco che avvengano gradualmente, non di botto.
Non vedo l'ora di scrivere il terzo capitolo! Nel frattempo, vi lascio questo. Spero come al solito che vi piaccia, anche se personalmente a me non convince per niente.
A presto uccelletti!
 
   
 
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