Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Light Clary    11/08/2015    2 recensioni
☠ Harry è un ragazzo che sogna di diventare il Re dei Pirati. L'impresa è ardua. Dovrà affrontare i mille pericoli del mare, scontrarsi con corsari assetati di sangue e soprattutto trovare i compagni ideali che lo accompagneranno in quest'avventura.
Louis: E' un celebre spadaccino che sconfigge qualsiasi nemico non con una, non con due, ma con tre spade. 
Viola: Ragazza esperta di navigazione con l'obbiettivo di raccogliere piu' soldi possibili. Nasconde un segreto.
Zayn :Cecchino imbranato e un pò fifone, col desiderio di seguire le orme del padre e diventare un vero pirata.
Niall: Eccellente cuoco che per combattere non ricorre alle mani, ma alla potenza delle sue gambe. Non resiste al fascino di una bella ragazza.
TRA I MILLE PERICOLI DEL MARE E LE CONTINUE SFUGGITE ALLA MARINA MILITARE, CAPIRANNO DI ESSERE DESTINATI A DIVENTARE I PADRONI DEL GRANDE BLU. 
L'OCEANO PIU' VASTO DEL MONDO.
Spero di avervi incuriositi. In tal caso aspetto i vostri commenti ;) ;) ; ) ;)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Altri
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


-Sarà molto divertente – rise Arlong prendendola ancora come un gioco - Una sfida all’ultima morte. Chissà chi creperà per primo tra voi e il vostro amico.
I due ragazzi non gli rivolsero nemmeno un’occhiata, troppo impegnati a combattere.
Louis si lanciò verso Elaphus tenendo salda la spada: - Sconfiggerò questo bastardo e poi vengo a salvarti, Harry! – gridò sperando che l’amico potesse sentirlo.
L’Uomo-Aragosta sorrise: - Non riuscirai a battermi – e gli si buttò addosso sferrando le sue possenti chele. Riuscì a graffiarlo alle braccia ma il ragazzo se lo scrollò di dosso con un calcio, ringhiando e lasciandogli il segno della pedata.
-Non ho tempo da perdere con te, bastardo d’un granchio!
Niall si voltò a guardarlo e si rese conto che il ragazzo, anche se non era del tutto ferito, aveva comunque un’espressione strana. Nonostante non avesse dato ancora tutto lo sforzo possibile, aveva la faccia imperlata di sudore. Fece spostare lo sguardo sulla ferita provocata dal duello con l’Uomo Dagli Occhi di Falco. Ebbe un dubbio tremendo.
Non riuscì a porselo perché Morsky era ormai a un passo da lui.
-Se ti distrai morirai più in fretta – urlò tirando un pugno.
Il cuoco riuscì ad abbassarsi appena in tempo, evitandolo. Quando si rimise in piedi fece partire a raffica i suoi calci, ma Morsky non ne subì alcun dolore.
 
Louis strinse i denti: - Stiamo perdendo tempo! – ansimò.
Provò nuovamente a infilzare Elaphus con la spada, ma l’essere spiccò un balzo verso uno dei pilastri della pagoda e ci si attecchì in cima come una cozza. Non era una fuga visto il suo sguardo ancora ostile e smodato.
Lo spadaccino non arrivava a una simile altezza. Sentì il respiro troppo affannato e faticoso.
 
-Maledetto! Gli sta solo facendo perdere tempo! – ringhiò Jonathan fuori dalle mura, assistendo alla scena come tutti gli abitanti di Coconout Village.
-Se ci buttassimo in acqua, ci trascinerebbero sul fondo – suppose Sauk a pugni chiusi – Ma se aspettiamo, Harry morirà!
-Dobbiamo intervenire!
I due uomini provarono a rimettersi in piedi, ma furono fermati da Javier che diede loro forti manate sulle spalle doloranti.
-Fermi. Voi siete feriti – gli fece notare – Cosa credete di fare, tuffandovi in acqua? Non ce la farete mai – li lasciò andare e guardò la piscina centrale del cortile di Arlong Park con fermezza – Andrò io a salvare quel ragazzo.
-Cosa? Lo faresti? – chiese Jonathan.
-Lui è la chiave per vincere questo combattimento – precisò lo sceriffo. Subito molti dei suoi cittadini si offrirono di accompagnarlo, ma lui rifiutò – Rimanete qui. Se siamo troppi, ci noteranno. Non dobbiamo ostacolare il loro combattimento per nessun motivo.
-Ma Javier …
-E’ l’unico modo per farcela.
-Contiamo su di te allora – disse Sauk – Fai in fretta, per favore!!
L’uomo fece per correre verso il bordo della piscina.
-Un momento! – lo richiamò una voce – Javier, voglio venire anch’io!
Paulina si fece avanti tra la folla. I suoi occhi erano più seri di tutti gli altri messi assieme.
-Ma Paulina, sei ancora ferita – gli ricordò Javier.
-Stanno combattendo per mia sorella – disse la ragazza.
Quello era un motivo più che valido per farsi avanti. Javier non esitò più di oltre.
-Va bene. Andiamo.
Uno dei cittadini gli porse un grosso martello che si era portato per combattere. L’ideale per spaccare il cemento.
Dopodiché i due percorsero i versanti delle mura della pagoda, senza usare il varco creato da Harry come entrata. Se avessero attraversato l’ingresso principale, avrebbero agito indisturbati.
Il destino di Harry era nelle loro mani.
 
Niall continuava a colpire Morsky con i suoi calci, ma lui allo stesso tempo faceva partire i pugni. Nessuno dei due ottenne la meglio sull’altro.
-Dannato pezzo di merda! – imprecò il ragazzo.
 
Louis invece continuava a fissare intensamente, Elaphus ancora attaccato sulla colonna.
Aveva un affanno terribile.
-Dimmi una cosa, Louis Tomlinson – gli chiese ghignando – Mi hanno detto che tu combatti sempre con tre spade. Come mai ora ne hai una sola?
-E’ più che sufficiente! – rispose il ragazzo – Ti sconfiggerò comunque!
Elaphus rise ancora: - Ma taci! La verità è che uno spadaccino umano non ha speranza contro di me. Ora ti faccio vedere. Ti traumatizzerò e poi ti ammazzerò!
Louis sudò ancora.
Merda” si disse toccandosi la ferita “Il dolore doveva farsi sentire proprio in un momento simile?!”
Cominciò a barcollare e a respirare sempre con più fatica. Senti la pressione della febbre salirgli e la vista cominciare ad annebbiarsi. Dannazione, pensava fosse solo passeggera. Ondeggiò ancora e per un pelo non cadde.
Arlong e gli altri se ne accorsero stupendosi.
Niall trasalì.
-Cazzo! Lo sapevo che non eri ancora guarito! La ferita che ti ha inferto Drakul era troppo intensa.
-Cosa? – esclamò Elaphus – Ah, ma certo! Fai finta di essere malato in modo che io scenda da qui senza temerti. Che grande strategia. Ma io non ci casco. E ora, Louis Tomlinson, lascia che ti mostri le mie vere capacità!
Detto questo, si arrampicò come un ragno fino alla prima tettoia della pagoda, in modo da potersi strofinare le chele l’una sull’altra. Queste si sgretolarono come se fossero ricoperte di vernice arrugginita e lasciarono il posto alla lama affilata che ricoprivano. Ora Elaphus aveva due spade incorporate al posto delle zampe ed era pronto a utilizzarle per bene. Le sollevò.
-Ora vedrai chiaramente contro chi ti sei messo! – sorrise guardando Louis da sopra la tettoia.
Ma in quel momento il ragazzo barcollò di nuovo e stavolta non poté evitare di finire a terra con la testa in fiamme e i polmoni leggeri.
-No! – strillò Sauk disperato – Sapevo che stava trattenendo il dolore da troppo tempo!
-Hai ragione – piagnucolò Jonathan –Quelle ferite avrebbero impedito a una persona normale di camminare per almeno un anno! Ammesso che non l’abbiano uccisa prima.
Louis non riusciva a tenere gli occhi aperti a causa della testa girevole. Perdeva sudore da tutte le parti e tossiva colpi di asma violentissimi.
-Sapevo che non ce l’avrebbe fatta a combattere in quelle condizioni – disse Niall a denti stretti – Stupido! Stupido idiota!
Purtroppo anche lui fu colpito dalla sfortuna.
Distraendosi solo per un secondo dal combattimento con Morsky, diede la precedenza a quest’ultimo che riuscì finalmente a colpirlo violentemente sull’addome.
Niall sputò sangue, prima di volare a sbattere tremendamente contro il muro di Arlong Park, allargando il foro creato da Harry. Rimase a terra immobile.
-Non ti avevo detto forse di stare attento? – sorrise Morsky ritraendo il pugno.
-Niall! – urlarono Jonathan e Sauk.
Tutti andarono nel panico. A quanto pare tutti e tre i possibili salvatori sembravano fuori gioco.
-E’ finita Capitano – disse Morsky – Cosa ne facciamo di Louis Tomlinson? – indicò il corpo semisvenuto del ragazzo.
-Gettatelo in mare – rispose Arlong pateticamente – E’ già passata l’ora di cena.
-Uffa! – si lamentò Elaphus ritornando a terra con un balzo – E’ già finita? Avevo tanta voglia di usare le mie potenti Chele a Sciabola. Sarei diventato famoso se quel bastardo fosse morto per mano mia.
-Chele a Sciabola? – gemette una voce – Sei solo spazzatura.
Gli Uomini-Pesce si voltarono e rimasero sbigottiti.
Louis si era rimesso in piedi. Ansimava ancora affannato ma riuscì a tenersi in piedi.
-Ma cosa … - balbettò Elaphus.
-Stammi a sentire, crostaceo – disse Louis – C’è qualcuno con cui dovrò ribattermi un giorno – si toccò la cicatrice – E fino ad allora – alzò gli occhi aggressivi – nemmeno la morte potrà uccidermi!
 
 
Intanto, sul fondo della piscina, la situazione era alquanto angosciante.
Dopo aver raggiunto con grandi sforzi di movimento, respirazione e visuale, la sagoma di Harry ormai privo di sensi, ancora incastrato nell’incudine, Paulina e Javier si stavano dando da fare per portarlo fuori da lì il prima possibile.
La vista era difficoltosa. Javier dava quanti colpi possibili al blocco di marmo, mentre Paulina tirava con tutta sé stessa il corpo del ragazzo. Ma il cemento era troppo solido e visti i lenti movimenti subacquei era difficile persino procurargli una crepa.
Inoltre non seppero per quanto avrebbero trattenuto il fiato.
Troppo duro da rompere e troppo pesante da sollevare. Il cuore di Harry batteva ancora ma non dava segni di vita. Non gli restava molto. Cosa potevano fare?
Ad un tratto però, la ragazza si rese conto che Harry non veniva via dal cemento, però il suo corpo si estendeva man mano che lei tirava. Questo non sfuggì neanche allo sceriffo.
I due si lanciarono uno sguardo dolorante. Riuscirono a intuire che entrambi avevano avuto la stessa folle, ma unica, idea.
 
Niall per un attimo pensò di avere tutte le ossa spappolate. Invece riuscì a gesticolare solamente con le braccia. Il sangue ancora colava dal labbro ma non gli diede molta importanza. Gli bastò portare la sigaretta mezza schiacciata sulla bocca e fare un lieve tiro per riacquistare poco vigore e riuscire dolorosamente a sedersi con le gambe più flessibili delle mani. Il suo toccasana non falliva mai.
Il dottore fu il primo ad accorgersi della sua rianimazione e spalancò la bocca esterrefatto.
-Guardate! – disse agli altri abitanti – Il biondino è ancora vivo!
-Niall! – esclamarono Jonathan e Sauk più sollevati che mai.
Il ragazzo aveva la faccia ricoperta di segni e macchie di lesione. Ma davanti a un visibile dolore atroce, si rimise in piedi e prese ad avanzare senza oscillare verso il cortile dove aveva lasciato la battaglia.
-I tuoi pugni sono di livello inferiore a 50, pesce bastardo – rantolò rivolto a Morsky, più sconcertato di tutti – Ma i calci che presi da Zeph allora, sono di livello 500.
 
Elaphus intanto, non la smetteva di zigzagare le sue chele di fronte Louis, che si arrossava sempre di più sul volto.
-Poveraccio. Ma guardati. Mi fai pena. Come puoi pensare di riuscire a battere me e le mie Chele a Sciabola con quella spada da tre soldi?
-Zitto! – ansimò Louis – E … preparati.
 
-Non va bene – disse il dottore allarmato – Sta delirando. La febbre gli sta facendo perdere i sensi! Se la ferita si apre ulteriormente morirà senza dubbio.
 
La testa di Louis pulsava sempre di più. Non sapeva quanto ancora avrebbe resistito. Probabilmente non più di dieci minuti. Doveva sbrigarsi a battere quel maledetto Uomo-Pesce e poi abbandonarsi ad uno svenimento durevole.
Tenne stretta l’unica spada che aveva pensando in che modo poterla adoperare.
Elaphus nel frattempo aveva strofinato abbastanza le sue chele di lama e se le stava leccando.
-Non vedo l’ora di poter assaporare il tuo sangue – disse sbavando. Poi partì.
Eseguì affondi violenti verso il ragazzo, che però riuscì a pararli tutti con la spada.
Louis strinse i denti e diede la sua contromossa.
Si diede uno slancio in avanti con la spada tesa.
Urlò:
-Crater Gash!
Si ritrovò in ginocchio alle spalle di Elaphus. Ebbe appena il tempo di rimettersi in piedi, che sul petto dell’uomo pesce si aprì uno squarcio sanguinoso.
Morsky e Arlong rimasero di sasso.
Jonathan e Sauk quasi piansero dalla gioia: - Lo ha colpito!
-E’ incredibile – commentò un uomo, scioccato – Tutto ciò richiede un tale sforzo …
 
Elaphus si guardò la grossa linea aperta che aveva sul petto. Ringhiò rabbioso.
-Ora mi hai stufato! Ti ucciderò! – dovette esitare parecchio, per riprendersi dal dolore –Come può la tua singola spada resistere alle mie Chele a Sciabola?
Louis, affannato, pensò per un attimo di avere le allucinazioni.
La forza che lo sovrapponeva impedendogli di restare sveglio, venne a sua volta sovrapposta da tante memorie diverse:
La sua promessa da bambino al maestro Masashi, di diventare forte in nome di Crista.
Le parole dell’Uomo Dagli Occhi di Falco sulla sua risolutezza.
-Potrò anche avere una sola spada – disse fissando l’avversario negli occhi – Ma il numero non conta! Le tue chele non saranno mai pesanti come questa katana!
-Ah, è il peso dunque? – ribatté Elaphus – Beh, ti informo che la gravezza della tua arma non potrà mai essere alla pari con quella delle mie Sciabole! – le tese davanti a sé – E ora preparati!
Enunciò la sua prossima mossa:
-Biraketa!
Si lanciò nuovamente verso il ragazzo che riuscì a bloccare il colpo con una cavazione, che però non riuscì a sopportare a lungo. Elaphus lo svincolò della spada e in questo modo poté finalmente tagliarlo con un fendente proprio sulla ferita.
Louis sbiancò mentre il sangue gli tingeva le bende.
Dopodiché Elaphus gli diede una violenta spinta, mandandolo in mezzo alle macerie del muro.
-Sei un vigliacco! – gridò Sauk all’aragosta.
Louis a stento respirava. Soffriva intensamente. La ferita, adesso ancora più aperta gli pulsava come non mai, ogni parte del suo corpo esterna e interna tremava. Per un attimo si sentì in punto di morte. Ma non si lasciò andare all’afflizione. Non aveva nessuna intenzione di arrendersi. Era ancora vivo e avrebbe lottato fino allo stremo assoluto.
Per questo trasse un respiro difficoltoso e si smosse i residui di cemento di dosso per poi usare la spada ancora impugnata come un bastone e rimettersi di nuovo in piedi.
-Ora mi hai stancato, bastardo! – urlò Elaphus partendo in avanzata come un gorilla. Le sue chele ora erano macchiate di sangue. Stava già gridando il suo affondo di grazia.
 
Louis distolse lo sguardo dal mostro che gli si stava avvicinando.
Si concentrò su sé stesso.
In quel momento non si sentì neanche umano.
Ed era comprensibile. Quale essere umano avrebbe resistito tanto al bisogno di svenire? Quale umano sarebbe ancora vivo dopo aver ricevuto un tale colpo su una lesione tanto profonda?
Quale persona normale?
Lui di certo non era una persona normale.
E se ne sentì orgoglioso perché nessuno di normale, un giorno, avrebbe potuto battere l’Uomo Dagli Occhi di Falco.
 
Sentì il pugno bagnato di sudore, ancora stretto intorno alla spada. Chiuse gli occhi.
Elaphus era ormai ad un passo dall’infilargli le zampe nel petto.
Scattò.
-Whirpool Devil!
 
La sua unica, misera spada, con un semplice perno de polso, creò un mulinello di potenza atroce, che sollevò Elaphus da terra, dopo avergli spaccato in mille pezzi le Chele a Sciabola. L’Uomo-Pesce si riempì di tagli e ferite e riatterrò nel cortile della pagoda, portando dietro di sé una pioggia di sangue.
Non si mosse più, accettando la sconfitta.
 
Tutti rimasero paralizzati. Jonathan e Sauk piansero di gioia, i cittadini sobbalzarono più volte. Niall si limitò a sgranare gli occhi. Morsky e Arlong rimasero impassabili di fronte la sconfitta del loro compagno.
-Stupido granchio – terminò Louis col fiatone, gettando a terra la spada.
Si mise in ginocchio a riprendere lentamente l’aria.
-Maledetto! – ruggì Morsky balzandogli alle spalle – Ora ti ammazzo io!
Fece per saltargli addosso, ma Niall intervenne all’istante, dando un calcio all’Uomo-Pesce e allontanandolo da Louis.
-Ancora tu???
-Credevi davvero di esserti sbarazzato così facilmente di me? – chiese Niall.
-E’ impossibile. Nessuno si era mai rialzato dopo un mio pugno. Specie se di quella energia. In tutto il Mare Orientale.
-Ne troverai molte di persone simili – sorrise il cuoco – Specie in un certo Ristorante sul Mare.
Morsky ringhiò ancora di rabbia.
Il ragazzo gli tolse gli occhi di dosso, quando vide Louis che si trascinava a stento verso il bordo della piscina: - Ei che stai facendo? Fermo! Nelle tue condizioni buttarsi in acqua equivale a morire.
-Sta zitto – replicò Louis seccato – Ce l’abbiamo quasi fatta. Il combattimento è quasi giunto al limite. Devo solo … riportare indietro Harry.
-Sì lo so – disse Niall muovendo le scarpe – So che non c’è tempo. Per questo ti dico di fermarti. E comunque … - si levò in un lampo le scarpe e la giacca pesante – tu sta zitto! – gridò prima di lanciarsi in piscina con un tuffo sonoro.
Louis ebbe appena il tempo di urlare: - NO! – prima di vederlo scomparire sott’acqua.
Morsky scoppiò in una risata agghiacciante: - Povero illuso! Crede davvero di poter battere un Uomo-Pesce sott’acqua? – detto questo corse anche lui verso la piscina e in un attimo ci fu dentro.
-Idiota! – disse Louis consapevole che Niall ormai non lo sentiva più – Ma non lo capisci che uno scontro subacqueo è proprio ciò che vogliono???? – avrebbe voluto tuffarsi anche lui e intervenire sapendo che ormai erano due gli amici in difficoltà. Ma le ferite gli pulsarono ancora e non poté fare altro che restarsene in ginocchio a gemere dal dolore e a respirare piano.
 
Niall si trovava già a parecchi metri sul fondale. I suoi occhi a stento riuscivano a scorgere ciò che lo circondava. Però riuscì a scorgere una strana figura sul fondo. La mise a fuoco meglio che poté e finalmente riuscì a realizzare che si trattava di un uomo. Era uno degli abitanti di Coconout Village, lo riconobbe. Stava con le guance piene d’aria e premeva con veemenza sull’addome di un corpo collocato in un blocco di cemento.
Il corpo di Harry, pensò Niall. Ma … dov’era la testa?
Stringendo ancora di più le pupille, vide con sgomento che il collo del ragazzo di gomma era stato trascinato verso la superfice con tutta la testa, creando così una specie di fune di carne in mezzo alle acque.
Paulina reggeva seduta sul lato opposto della piscina, la faccia svenuta del ragazzo mentre dalle profondità Javier cercava in tutti i modi di fargli sputare più acqua possibile. Era l’unica soluzione per rianimarlo. Avevano ricorso alla sua elasticità per portargli fuori dall’acqua le uniche vie respiratorie. Ma Harry ancora non dava segno di volersi svegliare. Loro però non si arresero. Sentivano che non era troppo tardi. Che c’era ancora una via di salvezza.


Niall capì al volo il loro piano senza che nessuno potesse spiegarglielo.
Lo trovò geniale e dentro di sé sorrise. Avevano bisogno di uno dei suoi calci per rompere il blocco di marmo. Solo allora Harry avrebbe potuto mettere fine a tutto.
Si mise in posizione per raggiungere Javier con una sola sgambettata.
Ma improvvisamente sentì qualcuno avvolgergli un braccio viscido intorno alla gola, facendogli uscire una quantità alquanto necessaria d’aria dalla bocca.
-Ti sono mancato? – gli sussurrò Morsky all’orecchio.
 
Stringendo i denti e gli occhi a più non posso, Viola si tirò finalmente il nodo della benda che si era avvolta intorno al braccio che si era pugnalata. Il dolore fu atroce. Sentì le lacrime scorrergli sul viso e un forte colpo di tosse uscirgli dalla gola. Dopo un po’ però si abituò al pizzicore e prese a respirare con calma.
Dopo che Harry e gli altri l’avevano lasciata in mezzo alla strada a piangere, era entrata nell’infermeria del paese e si era curata la ferita con il kit del dottore.
Portava ancora il cappello di Harry in testa e si sforzava di non versare altre lacrime. Quei pochi quarti d’ora gli erano bastati per riflettere. Dopo essersi guardata più volte il braccio insanguinato, il cappello e il villaggio che la circondava, aveva finalmente preso una decisione.
-Basta piangere – disse a sé stessa asciugandosi gli occhi.
Uscì dall’infermeria barcollando un po’ per il braccio addormentato. Il coltello che Harry gli aveva tolto di mano era ancora per terra con le macchie di sangue. Tremante, Viola lo raccolse. Poi si avviò verso l’uscita del villaggio, diretta nel luogo dove tutti i suoi cari stavano combattendo anche per lei.
E’ tempo di mettere fine a questa storia.

TO BE CONTINUED

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Light Clary