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Autore: Pherenike    11/08/2015    2 recensioni
Dopo anni di assenza da Forks la nostra cara famiglia Cullen decide di tornarvici, molte sorprese li attenderanno, ritroverranno vecchi amici, e ne conosceranno di nuovi, le cose però si complicheranno quando in Italia si risveglia l'interesse dei Volturi. Chi sarà questa volta a salvare i nostri amati vampiri dall'essere assimilati dal crudele esercito italiano?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Carte scoperte

Pov Bella
Mi trovavo ancora nel cimitero di Forks, stavo pensando se non fosse meglio andar via, prima che iniziasse la scuola e quindi prima di dover dare spiegazioni, quando un odore, a me famigliare, catturò la mia attenzione.

«Cosa vuoi?» chiesi a Leah appena arrivata.
«Scusarmi di nuovo Bella, so che può sembrarti non vero … ma ti assicuro che non ti odia» disse lei convinta.
«Strano modo di dimostrarlo» dissi io voltandomi per guardarla.

Un duro cipiglio le cambiò il volto, per un attimo la vecchia Leah era apparsa su quel volto ormai amichevole.

«Andiamo Bella, sai com’è la vostra natura e conosci le nostre leggende, non puoi pretendere che uno cambi idea così per fiducia, devi dargli tempo di capire, guarda me, se ci sono riuscita io …» lasciò cadere il discorso.

Probabilmente non aveva torto, la Leah che ricordavo io era una donna disgustata da noi e da se stessa, una donna dura che non avrebbe mai e poi mai perdonato quello che eravamo e quello a cui l’avevamo condannata, e pure, eccola qui, di fronte a me, che mi chiede di avere pazienza. La nostra natura c’impone la lotta eppure la mia famiglia a ogni ritorno a Forks ha convissuto con loro senza problemi, almeno se si esclude l’ultima volta, in cui ero compresa anch’io come umana e ciò aveva provocato più di qualche “problema”.

«Hai ragione, tu hai capito, ma non è detto che tutti ci riescano, quindi cosa facciamo?» chiesi curiosa.
«La prima cosa da fare è programmare una riunione con i nostri anziani e qualche membro della vostra famiglia, è una situazione del tutto nuova, e certamente dall’ultima volta che siete stati qui qualcosa è cambiato, il nostro giudizio è un po’ meno severo, grazie alla vecchia alleanza, però comunque lo sai… abbiamo i nostri limiti, parlerò con l’anziano Ateara e gli altri, poi ti farò sapere»

«Ateara?» chiesi incuriosita dalla familiarità di quel nome.
«Sì il figlio di Quil, l’unico figlio rimasto, ci sono altri anziani ma sono già i nipoti di quelli che hai conosciuto» disse sorridendo un po’ amaramente.
«Accidenti, non avrei mai pensato di …» ma non riuscii a continuare, il pensiero di conoscere i figli e i nipoti di vecchi amici mi provocò una strana sensazione di disagio.
«Lo so, è difficile pensare che noi siamo sopravvissuti a molti, eppure è così e non possiamo farci niente, una delle pecche di essere immortali o quasi» confessò Leah «Comunque, tornando alla riunione, avverti Carlisle, e molto probabilmente gli anziani vorranno te e Edward con lui».
«Perché noi due? Non è meglio Jasper o Esme, loro sono più anziani di me» chiesi curiosa.
«Bella forse non ti rendi conto dello scompiglio che avete portato voi due dando alla luce Reneesme, è una cosa fuori dall’ordinario già straordinario, molti vorranno capire e conoscere, non tutti conoscono a fondo la situazione, anzi preparati a rispondere a molte domande. Ora devo andare, passerò da voi per farvi sapere ora e giorno, tu comunque avverti tutti, ci vediamo» concluse e sparì fra gli alberi.

Quando rientrai a casa trovai Edward ad aspettarmi sulla porta.

«Sinceramente pensavo che avrei dovuto mandarti via» risi avvicinandomi a lui.
«Ho perso l’abitudine da un bel pezzo, ora nessuno può portarti via da me» rispose lui semplicemente prima di baciarmi.

A quel contatto quasi presi fuoco, era incredibile quanto fosse unico ogni bacio, il bello dell’immortalità era che potevi ricordare ogni minima cosa e ad ogni bacio si avvicinava il ricordo di molti altri e questo non faceva che aumentare la passione dell’ultimo, alla fine mi ricordai di quello che avrei dovuto comunicare e anche se non ne avevo la minima intenzione mi scostai.

«Cosa c’è?» mi chiese Edward guardingo.
«Devo comunicare qualcosa a tutti» e nell’istante in cui lo dissi sentii che tutti si raccolsero in salotto, era impossibile per ognuno di noi parlare senza che tutti gli altri ci sentissero, solo Reneesme ogni tanto non ci riusciva, ma semplicemente perché essendo anche umana non aveva un udito pari al nostro. Entrai con Edward al fianco e ci recammo in salotto.

«Cos’è successo?» mi chiese guardingo Carlisle.
«Nulla di preoccupante, almeno lo spero, ma Leah mi ha informato che ci sarà una riunione con alcuni anziani Quileute, e alcuni membri della nostra famiglia, credo che sia una riunione per ridefinire il vecchio patto» risposi un po’ sconcertata dalla faccia di Emmett.
«Non vorranno ridurci ancora di più il territorio?» chiese preoccupato.
«Da quello che mi ha detto Leah, non credo, però non posso esserne certa. È stata alquanto evasiva» risposi ripensando al nostro discorso.
«Ti ha detto chi pensa che sarà chiamato della nostra famiglia?» chiese Carlisle con un dito sul mento e uno sguardo curioso.
«Uno certo sei tu, essendo il capo della famiglia, però stranamente ha detto che oltre te dovremmo venire anche io ed Edward, ha parlato di qualcosa riferito alla nostra ultima alleanza e senza dubbio parla della lotta mancata contro i Volturi» risposi dando il mio pensiero.
«Sì, probabilmente hai ragione, da quella volta tutto è diventato molto complicato e confuso. A questo punto non resta che aspettare che Leah ci comunichi altre notizie e dato che Alice in questo caso non può aiutarci, dovremmo solo essere pazienti» disse infine Carlisle.

Quella fu la frase che chiuse il discorso, al momento si doveva solo aspettare il ritorno di Leah. Per non pensare all’attesa tutti c’impegnammo più del necessario nella sistemazione della casa. Molte cose sono cambiate dall’ultima volta che abbiamo vissuto qui, l’unica cosa rimasta invariata sono gli odori, l’odore pressante di muschio umido, l’acqua che sgorga da un cascata, tutti odori familiari. Proprio mentre passavo in rassegna la stanza mia e di Edward, accertandomi che tutto fosse in ordine, un altro odore familiare arrivò al mio naso. Leah era tornata.
Quando scesi in salotto trovai tutti ad aspettare nella solita immobilità, era stato facile, più di quel che pensavo, riuscire a comportarmi da umana in presenza di essi e da vampira con i miei familiari. Quando Leah entrò non fu affatto sorpresa di trovarci lì, si guardo un po’ intorno, forse riportando alla mente amari ricordi dato che un brivido le percorse la pelle. Scosse la testa e tornando in sé iniziò a parlare.

«Bene ci siete tutti. Come avevo immaginato vogliono Carlisle Bella e Edward» tacque per un momento poi continuò «ma vogliono anche Jake e Ness» disse un po’ sconcertata lei stessa dalla sua richiesta.
«Perché anche loro?» chiesi incuriosita ma anche un po’ preoccupata.
«Molto probabilmente perché lui è un quileute mentre lei è … beh speciale» disse imbarazzata.
«Di pure la verità Leah» disse un po’ incazzato Edward «Di a tutti cosa pensano, comunque lo verrebbero a scoprire da me» concluse furioso.
«Edward scusami, sai che è molto più complicato di quello che sembra, io ho tentato di spiegare ma non mi hanno ascoltata» per un attimo tacque poi costretta dallo sguardo di Edward parlò « In realtà non è “speciale” la parola che hanno usato per lei, la parola esatta è… è» non riuscì a pronunciare la parola quindi fu Edward a finire.
«Abominio, Reneesme per loro non è altro che un abominio».

Non so dire se fu solo la mia rabbia o quella che Leah avvertì da tutta la mia famiglia, ma a un certo punto mi resi conto che era indietreggiata un bel po’. La cosa che però infastiditi tutti molto più di quell’orrenda parola era il singhiozzo silenzioso di Ness. Era passato molto tempo ormai dall’ultima volta che qualcuno l’aveva chiamata in quel modo e ci volle tutta la nostra forza per non esplodere di rabbia.

«Come osano? Come accidenti si permettono di chiamare la mia Reneesme in quel modo?» dissi cercando di contenere la rabbia.
«Lo so Bella, ma loro non conoscono e quindi non si fidano, oltre me nessun altro della tribù ha assistito alla nascita e crescita di Ness e non si fidano, però posso garantire che nessuno le farà del male» concluse Leah facendosi di nuovo avanti.

Tutti tacemmo per qualche minuto, Leah era tesa e noi altri furiosi, infine come sempre fu Carlisle a parlare.

«Quando vorrebbero incontrarci?» chiese cortese, ma con uno scintillio negli occhi.
«Sta sera stessa» rispose Leah, e tutto piombò di nuovo nel silenzio.


Le carte sarebbero state scoperte prima del previsto.
  
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