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Autore: kajitsu    12/08/2015    0 recensioni
[Takuran, Kyoten e Sarufey]
Long che mi è venuta in mente guardando un film che forse molti di voi conoscono. Spero capiate di quale si tratta.
Dal testo .... "Nuova isola trovata a largo delle coste dell'America. Vegetazione lussureggiante, animali molto vari, se ne possono trovare di ogni genere e tipo.
Consiglio utile: trovare una giuda che sappia sia spiegare che utilizzare le armi ed abbia una buona mira..."
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Le settimane mancanti all'arrivo sull'isola passarono molto velocemente, troppo a parer suo. Fortunatamente il rifugio era stato ultimato. Il nostro amico sconosciuto sta dormendo, dopo tutto anche lui ha bisogno di riposare. Ora deve solo sapere una cosa: dove avrebbe attraccato la nave, poi tutto era più o meno pronto.

Sa' già che la maggior parte delle persone presenti là sopra sarebbe morta pensando di scappare in qualche modo, ma non serve a nulla correre con quei bestioni. Se vogliono 'giocare' o peggio hanno fame, nessuno è in grado di fermarli finché non si sono saziati o hanno perso il gusto di inseguire quel 'giocattolo'.


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**Fey prov.**


Per fortuna siamo quasi arrivati, non aspetto altro che il ritorno in Giappone. Non pensavo che si potesse creare un tal 'malore' da rendermi così pessimista ed annoiato. La cosa è anche strana siccome questo non fa parte del mio carattere, ma non è colpa mia se questa nave è diventata una prigione di noia e silenzio.

Il mio compagno di stanza è come se non ci fosse, se devo dirla tutta, quelle parole sono completamente corrette. Non lo vedo mai, lasciando perdere la cena e la mattina quand'è ora di alzarsi. Nessuno riesce ad incontrarlo nemmeno per sbaglio. Maledizione a lui ed a tutto il resto che lo riguarda.

Sento qualcuno che bussa alla porta della camera e, anche se controvoglia, mi alzo e vado ad aprirgli. Si, se ve lo state chiedendo, siamo rimasti in camera per gran parte del viaggio, soprattutto io. Ho scoperto di avere un leggero mal di mare e, dopo quella piccola ennesima tempesta che abbiamo incontrato, non faccio altro che andare a vomitare. Quanto odio quel sapore in bocca e non solo quello sto odiando in questi giorni.

« Ciao Fey, come ti senti oggi? » allora c'è qualcuno che mi vuole bene e che si preoccupa della mia salute, e io che cominciavo a pensare male.

« Per ora tutto bene Kirino, ma non so per quanto tempo ancora » mi risiedo sul letto, nemmeno stamani ho voglia di farmi vedere in giro, più che altro non voglio rischiare di avere un conato e dover correre in bagno. Sarebbe proprio il colmo!

« C'è qualcosa che ti disturba, ma non è il malessere creato dal mal di mare, ho ragione vero? » mi sento troppo un libro aperto in questi giorni!

Non gli rispondo d'altronde l'ha già capito, anche se gli dicessi una bugia, cosa che non sono capace a dire, se ne accorgerebbe subito. Le mie espressioni sono troppo decifrabili, uffa! Perché sono l'unico che non è capace a mentire!

« Dai vieni con noi, lui prima o poi tornerà come prima, tranquillo » mah … io non ci giurerei, è capace di rimanere così per molto tempo. È testardo quindi non riuscirei a fargli cambiare idea così velocemente.

Un momento … perché mi sto preoccupando di quello che combina, di quello che dice e di tutto il resto. La vacanza non è fatta per deprimersi o pensare a quello che ha intenzione di fare, la mia idea era solo quella di riuscire a portarlo in un posto dove potesse stare in compagnia, il mio compito è finito! Ora sta a lui trovare qualcuno con cui parlare e tutto il resto.

Mi alzo e finalmente esco dalla piccola prigione che mi sono creato. Kirino mi porta da tutti gli altri e, come quando siamo partiti, stanno discutendo di qualcosa. Forse azzecco il discorso: perché siamo sempre qui sugli sdraio se poi, alla fine, scappiamo tutti in un posto ombroso? Vorrei tanto capirlo anch'io, ma secondo me l'unico motivo per cui siamo sempre qui sopra è che non siamo abituati a rimanere in un posto chiuso per molto tempo.

« Voglio scendere da qui! » ah ma bene, non sono solo io a voler scendere, c'è pure quel tizio, che mi ha pure preceduto con quella frase.

Comunque, non pensavo che qualcuno potesse impazzire come quell'uomo, sta letteralmente sbraitando contro qualcuno, penso sia uno dell'equipaggio ma non ne sono certo. Quello che so è che adesso sono tutti stanchi e che vogliono scendere, ci mancherebbe soltanto che cercassero di prendere il controllo della nave.

Ci avviciniamo ai due che stanno ancora discutendo, stanno dando spettacolo: urlano da far paura. Ormai tutti stanno aspettando di ascoltare la spiegazione dell'uomo dell'equipaggio, ma se l'altro non si calma e non gli da la possibilità di parlare, non avrà mai la spiegazione che tanto desidera. Il tizio continua ad alzare la voce e sono sicuro che in poco tempo si arriva alle mani. Infatti, dopo meno di due minuti parte un pugno che spedisce a terra il più tranquillo dei due.

« Signore si calmi, se continuerà in questo modo non migliorerà di certo la situazione » l'uomo a terra cerca comunque di calmarlo anche dopo che quell'uomo molto probabilmente gli ha rotto il setto nasale, si può notare da quanto sangue gli scende.

Questa situazione è un po' strana, possibile che non gli abbia ancora risposto a tono, o quel tipo sa trattenere la rabbia, o ha una personalità tranquilla, o è abituato a tutto questo. Ma la sua pazienza non sarà infinita, prima o poi anche lui attaccherà il suo aggressore.

« Papà calmati ti prego » ma quella ragazza … non ci posso credere! È la stessa che ho visto con Saru qualche ora dopo il nostro arrivo su questa nave.

Alle parole della figlia sembra che si calmi, ma non appena la ragazza si sposta da suo padre, la rissa si riapre e questa volta passano direttamente alle mani saltando il preliminare della parola. È ormai ovvio che nessuno ha più voglia di restare qui sopra, pure io mi sento in trappola.

« No, adesso basta! Mi dispiace non darti retta piccola mia, ma non ce la faccio veramente più, mi sento una cavia! » dopo quella frase ogni persona comincia a bisbigliare con il proprio vicino.

« Allora non sono l'unico a sentirmi una cavia! » come? Anche Tsurugi pensa la stessa cosa. Strano, per una volta tutta la nave è d'accordo su qualcosa.

La situazione torna come pochi minuti fa: si sentono urla, non solo quell'uomo, ma anche tutto il resto dei passeggeri presente sul ponte, tutti sono in rivolta! Possibile che nessuno abbia il coraggio d'intervenire? Certo l'avrei fatto io se solo avessi ancora i miei poteri, ma così, ragazzo normale, tranquillo e non abituato alla lotta, non rimarrebbe molto di me.

Seriamente, se qualcuno non arriva e ferma tutto questo caos si rischia davvero di uccidere quel povero cameriere o qualunque cosa sia. Nessuno ragiona più, si va ad istinto e si continuerà così finché finalmente qualcuno cerca di placare le acque. Una voce risalta su tutte le altre … sono sicuro di averla già sentita … Saru! Anche adesso, come quando era il leader della Feida, detesta questo tipo di 'spettacolo'. Però, adesso che ci penso, è un po' buffo pensare che voleva conquistare il mondo con l'ausilio delle armi ed allo stesso tempo detesti il caos.

Spero tanto che tutto questo finisca, in fondo lui è capace a farsi ascoltare, ma nemmeno lui riesce a bloccare la furia scatenata e si becca un pugno, che stranamente non ha schivato o fermato, e sbatte la testa contro lo spigolo dello sdraio. Alcuni capelli bianchi si tingono di un leggero rosso, cavolo! Si è preso una bella botta.

Cerco di avvicinarmi facendomi largo fra la folla, ma questa mi spinge verso l'esterno. Maledizione! Ora come faccio ad andare da lui! Adesso pure Saru è nella mischia, spero solo non si ferisca nuovamente.

« BASTA! Vi sembra questo l'atteggiamento da avere!? - e questo chi sarebbe? Sta di fatto che tutti gli animi si placano – Tra meno di due ore dovremmo raggiungere la terraferma » detto se ne va così com'è arrivato.

« Sarà meglio per lui che sia vero » un coro di “sono d'accordo con te”, “giusto” ed altre affermazioni volano nell'aria. La pace non durerà a lungo, se non rispetta i tempi torniamo al punto di partenza.

La ragazza che prima ha cercato di fermare suo padre, si avvicina al mio amico e gli dice qualcosa. Lui annuisce a quella che penso sia una domanda e lei lo porta da qualche parte. Ma che cosa vuole lei dal mio amico, perché gli sta attaccata, maledizione quanto mi sento … sento la rabbia ribollirmi dentro. Basta! In questi giorni mi sono messo talmente tanto in ansia che non ho più la certezza di nulla, non riesco più a pensare con lucidità.

Li seguo cercando di non farmi sentire da loro, infondo non voglio fare nulla di male, voglio solo sapere che cosa vuole da lui. Non so perché, ma non ho proprio preso in considerazione il fatto che potrebbe essere lui che le sta appiccicato per qualche motivo a me ignoto … no, non può essere che sia così, è impossibile. Trovo la stanza in cui si sono recati, per fortuna la porta non è chiusa ma socchiusa, anzi, doppia fortuna: le porte non sono come quelle del futuro, quindi non rischiano di aprirsi con il passaggio di una persona.

« Piano, mi fai ancor più male di quanto non mi faccia già » mi avvicino meglio a quel piccolo spazio che mi permette di vedere quello che succede in quella stanza.

No, non ci posso credere, non voglio crederci. Non può essere che si faccia medicare da qualcuno, non ha mai permesso a nessuno di toccarlo. Non ci ha mai permesso di aiutarlo, non vuole sembrare debole agli occhi degli altri, così non ha mai accettato l'aiuto di nessuno. Mi vengono le lacrime agli occhi, mi pizzicano, mi sento scartato come se non fossi di nessuna utilità.

« Allora … gli hai parlato? »

« No, non ne ho avuto il tempo e poi … non so come dirglielo » oh ma di che state parlando? Soprattutto … di chi state parlando, chi è l'interessato?

« Fey! » nel sentire il mio nome sobbalzo, mi ha scoperto e non sembra molto felice di vedermi. In un certo senso è meglio che mi abbia visto, finalmente mi da un po' di attenzione e posso parlagli. Non ce la faccio più, vorrei che parlasse anche con uno di noi, vanno bene tutti i nostri compagni!

Entro e comincio a pensare a cosa potrei dirgli e come, ma il suo sguardo mi blocca i pensieri, a volte credo che riesca ad usare ancora i suoi poteri e, ogni volta che ci penso, mi vengono i brividi. La ragazza ci guarda come per capire che cosa deve fare, m'innervosisce e basta con quel suo gesto, vorrei che se ne vada, lontano da noi soprattutto da me!

Non riesco a capire perché m'infastidisce così tanto la sua presenza, perché l'espressione di Saru non cambia, perché prima che si accorgesse di me era felice e ora non lo è più, che gli ho fatto. Prima che cominci a dare voce a ciò che pensa, me ne vado, non riesco più a reggere il suo sguardo. Mi sento ancor più male di come già non stia per il mal di mare. Non guardo dove sto andando, rischio pure di perdermi, ma qualunque posto è meglio di quello in questo momento.

Come ho già detto, non guardo dove sto andando così vado a sbattere contro qualcuno, fantastico! Non cado a terra come pensavo e nemmeno mi grida contro, mi abbraccia e solo allora apro gli occhi (che avevo chiuso durante l'impatto), è Saru!

Lui non mi molla, anzi, mi stringe ancor di più e comincia ad accarezzarmi il viso, ma che succede, che gli prende adesso? Comincio a sentire le guance calde, oddio sto pure arrossendo, che imbarazzo. Cerco di staccarmi ma non ci riesco, che faccio? Mi piace stare così ma non voglio che gli altri ci vedano.


**Kirino prov.**


Spero che quei due non rimandano solo abbracciati, ma parlino anche di tutto quel casino che hanno combinato. Rimango a guardarli fino a quando non sento uno dei due parlare. Bene, ora sono solo affari loro.

Comincio a girare a vuoto, da quando sono qui ho scoperto che camminare distende i nervi, peccato che funzioni solo con me e non su quell'uomo che ha dato di matto poco fa. Perché parlare civilmente non è mai una soluzione utilizzata? Forse, in alcuni casi, sarebbe molto più utile di quanto sia un conflitto combattuto con armi e fuoco.

Quanti sono questi dannati corridoi!? Non ci capisco più niente! Non potevano mettere qualcosa per distinguere questi cosi! Forse è una cosa talmente basilare che ormai più nessuno ci pensa, e si preferisce quando le persone si perdono, ma … boh ragionamenti complicati e basta. Poi pretendono che le persone si calmino … ma che vadano tutti a farsi un giro nelle profondità marine.

« Avvisiamo i gentili passeggeri che siamo quasi arrivati » wow quando diceva che mancava poco non mentiva! Ora sono più nervoso di prima, non ho voglia di metter piede su quella cosa comunemente chiamata isola, ho una brutta sensazione.

Un afflusso di gente corre sul ponte della nave, per vedere se quell'annunzio fosse vero e, per colpa loro, vengo trascinato fin là pure io. Che nervoso! Perché non sono direttamente andato in camera? Va beh ormai è andata così.

L'isola che si vede in lontananza non sembra per niente ospitale, ci sono piante che stanno crescendo dove ne hanno voglia, non sono mai stati potati, comunque non hanno mai avuto il trattamento che viene riservato per tutte le piante di città. Nelle condizioni in cui si trova pare un'isola deserta al cento per cento, non credo che qualcuno ci abbia mai messo piede lì sopra, almeno, non gli umani. La cosa che mi fa rabbrividire è il silenzio di tomba che quel posto emana, possibile che non ci sia nemmeno il canto degli uccelli! Io da qui non scendo questo è poco ma sicuro.

La nave si ferma poco prima di toccare terra, ci manca soltanto che qualcuno sbagli una manovra e ci blocchi in questo posto.

« Scendete e date un'occhiata … TUTTI! » l'ultima parola la marca talmente tanto che sembra che stesse urlando. Uffa! Mi son promesso che non sarei sceso e ora già devo rimangiarmi quel che ho detto. Odio questo viaggio del cavolo.

Una delle cose che più non mi piacciono è il fatto che sono uno dei primi a scendere così devo pure aspettare che scendano i miei compagni. Sembro l'idiota di turno che guarda tutte le persone che scendono dalla nave, ma dove diavolo sono? Sono morti cercando di scappare? Ohi aspettarmi no neh, magari ci saremmo riusciti, insomma sei teste sono meglio di cinque, o sbaglio?

« Ci siamo, stavamo solo cercando questi due » Shindou indica i due del futuro che lo guardano in malo modo, soprattutto un certo ex leader che lo vorrebbe trucidare per aver interrotto qualcosa, spero non fosse importante.

« Lasciamo perdere altrimenti non so che cosa potrebbe succedere » Fey mi ha preceduto, ma che … in questi giorni, la metà delle persone, stanno anticipando tutte le cose che vorrei dire io! Va beh, non devo più pensare a niente e parlare senza pensare? No, ci tengo a non morire.

Dopo aver aspettato le guide con i loro rispettivi 'aiutanti', non ho voglia di parlare di armi quindi d'ora in poi le chiamerò così, partiamo. Non so perché ma sto già sognando di venire sepolto da un albero che cade, che pensieri! Guarda un po' che pensieri mi tocca fare, tutta colpa di questo posto. Sono l'unico ad essere pessimista!? Oddio.

Ora che siamo sotto gli alberi posso notare il terreno pieno di radici che escono dalla terra, foglie che fanno un rumore pazzesco quando le si calpesta e buche causate da qualche tipo di lotta fra animali molto grandi. Impossibile, mi starò immaginando tutto solo perché non ho voglia di rimanere qui, non esistono più animali così grandi da poter dividere o sradicare un albero di quelle dimensioni.

« Dov'è il mio bambino!? » oh bene, adesso perdiamo pure le persone per strada, questa giornata va di bene in meglio. Ma ora, vallo a trovare tu in questa natura selvaggia! Allora chi si prende la responsabilità di trovarlo? Io no di certo, uno non ho voglia di perdermi in questo labirinto naturale e due non sono abbastanza 'protetto' per cercarlo. Mi spiace per lui, ma non so che cosa fare per aiutarla.

Oddio mi sembro una di quelle persone che odiano il mondo e se ne fregano di quello che succede agli altri … ma che cos'ha questa stupida isola? Non mi permette di pensare come al mio solito, sono sincero … non mi riconosco, questo non sono io. Ti odio stramaledetta isola!

« Mamma, mamma, gigiogaulo » a quest'affermazione tutti si girano, che cosa ha detto? Non si è capito bene, ma spero che la traduzione che gli ho dato sia completamente errata.

« Sbaglio o quel bambino stava cercando di dire dinosauro? » mi giro verso la fonte della voce, non appartiene a nessuno di mia conoscenza.

È una ragazza di quindici/sedici anni non di meno, ha capelli lunghi di due colori: bianchi e le punte sono di un azzurro chiaro, ha gli occhi coperti da degli occhiali da sole ed ha una di quelle espressioni di terrore … un secondo, lei è la figlia di quello che ha cercato di quasi uccidere quell'uomo dell'equipaggio! Lei non sembrerebbe come il padre, ma non vorrei rischiare di farmi uccidere.

Un fruscio proveniente da sopra la mia testa mi distoglie dai miei pensieri e porto lo sguardo da altre parti. Mi giro in tutte le direzioni cercando di comprendere da dove potesse provenire quel continuo movimento, ma non riesco a vedere altro che natura, natura e ancora natura, niente di strano insomma. Solo quando alzo la testa per controllare anche in alto vedo degli occhi rossi che si distinguono bene nella vegetazione, ma dopo aver sbattuto le ciglia scompare, wow quel tipo deve essere davvero veloce se è riuscito a spostarsi in così poco tempo. A meno che abbia chiuso gli occhi certo, questa credo sia la soluzione più ovvia.

« Kirino ti lasciamo qui se non ti muovi! » le urla Shindou mi risvegliano, li raggiungo ma non dico nulla su ciò che ho visto, solo che mi sono incantato a osservare una pianta, di cui ho palesemente inventato il nome. Appena riferisco il nome sorridono, a parte Tsurugi, e annuiscono, solo Saru rimane un po' perplesso. Io mi chiedo come fa a ricordarsi ogni cosa che accade, bho … nessuno ricorda mai tutto quello che ha studiato!

Come diavolo fa a distanza di … un mese (?) a ricordarsi ogni cosa!? Se devo essere sincero non so nemmeno se hanno cominciato ad andare a scuola … bho ci sono troppe cose che non sappiamo su di loro.

« CORRETE, TORNATE INDIETRO! » si sente urlare da qualcuno, ma tutti quelli che sono rimasti infondo al gruppo come me, non riusciamo a capire a che cosa si stesse riferendo e perché bisogna correre. Comunque per non rischiare tutti cominciano a correre nella stessa direzione da cui siamo venuti.


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“Sono arrivati” pensò l'uomo rimasto sull'albero a guardare quelle povere persone che stanno tornando alla nave di corsa. L'uomo cominciò a seguirli correndo su quella che dovrebbe essere una lunga trave di legno costruita con i vari tronchi di alberi caduti al passaggio di 'qualcosa'. Beh il suo lavoro era ben fatto anche se ci aveva messo solo una settimana, come ricompensa si è beccato un tremendo mal di testa!

Voleva scoprire chi stesse inseguendo quelle persone, ma se lo facesse rischierebbe di procurare una morte violenta a metà delle persone presenti e un'esperienza traumatica a tutte le altre persone. Le urla di tutte quelle persone risveglia anche qualche altro abitante indesiderato dell'isola. Alcuni di questi li squadrano, altri si aggiungono agli altri inseguitori.

“Che strano, non stanno attaccando, forse pensano di essere in numero troppo inferiore rispetto al numero dei passeggeri”

« AIUTO! » e come se stavano attaccando, prima si stavano solo divertendo con le loro prede, l'attacco comincia … ora. Dopo quel grido, molti dei predatori accerchiano le persone e cercano di dividerli in qualsiasi modo: passandogli davanti, tirando codate, mordendo, saltando ed altro ancora, insomma qualsiasi cosa gli venisse in mente in quel momento.

Come già previsto, almeno una ventina di persone erano passate a miglior vita. Una delle cause di tutto questo erano le urla di terrore e, la cosa peggiore, era il fatto che si trovavano letteralmente nel loro territorio di caccia … ecco cosa accade quando non si sa che cosa si rischia andando su un'isola inesplorata. Peccato che una certa persona dava la colpa all'arretratezza dei sistemi dei suoi capi, però … in qualche modo si sente in colpa per non essere riuscito ad avvertire le persone competenti e bloccare questa pazzia in tempo.

   
 
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