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Autore: Hisomu    12/08/2015    2 recensioni
Un assassino... più precisamente DeadLine...entrerà nella vita di Nami a causa del lavoro della giovane, ma sopratutto, chi è DeadLine? E perché ha intrapreso la carriera do assassino? E cosa centra con Nami? Tutto da scoprire in questa storia che spero possa piacere.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Trafalgar Law, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Deadline. Questo era l'unica informazione riguardante questo misterioso, e alquanto tenace, uomo della notte — quale donna prenderebbe mai una porta a spallate? —
Poco si sapeva sul suo conto.
E la maggior parte di ciò che si sapeva erano tutte supposizioni.
Il lavoro da agente per una società di spie non è mai stato facile, lo sapevo fin dall'inizio.
Da quando sono entrata a far parte dell'organizzazione TTS sono sempre stata in grado di risolvere qualunque tipo di missione mi affidassero.
Fino a quel benedetto giorno in cui mi nominarono Agente di rango S, portandomi al fianco di Trafalgar Law.
Il quale è anche il mio cosiddetto fidanzato.
Da 6 mesi a questa parte lavoriamo sul caso di DeadLine, senza mai riuscire a tornarne a capo dei motivi per cui quest'uomo fa ciò che fa.
Da 3 mesi usciamo insieme, io e Law.
E beh... non so se dire di essere la ragazza più fortunata o felice del mondo, perchè tra questi due termini ci sono due piccole differenze.
- Nami? - proprio Law mi riporta alla realtà, facendo sì che il mio sguardo si sposti dal fascicolo di DeadLine che tengo tra le mani alle iridi di ghiaccio del mio fidanzato - siamo arrivati a casa tua -
- Ah... giusto - risposi con tono assente, ricordandomi il fatto che ero ancora nella macchina di Law.
Law si sporse verso di me, fino a sfiorarmi il lobo dell'orecchio sinistro con le labbra - Sei ancora sicura di non volere passare la notte a casa mia? - sussurrò - potresti rilassarti e dimenticare questo dannato DeadLine per una giornata.. - le sue parole mi tentavano, ma non ero interessata più di tanto. 
Perchè si, Law era un sesso dipendente.
Non che non mi piacesse farlo.
Per carità, sono umana anche io.
È che.. non so... le prime volte era stato mozzafiato, ma ora... non era il così detto "Oh mio dio, ancora" era più un "Oh mio dio che palle".
Ma non glielo dirò detto, credo.
- Scusa Law, stasera passo - mi ricordo tardi di rispondere alle sue ammiccatine.
Gli bacio una guancia e scendo dalla sua macchina sportiva, senza non notare lo sguardo corrucciato - o anche conosciuto come "oggi niente dottore" -che si forma sulle labbra di Law.
Chiudo la portiera e mi faccio scappare un sorriso, stampando nella mia mente il musetto offeso del moro, mentre mi dirigo verso il portone di casa.
 
 
 
Salgo le scale del condominio e giro la chiave nella serratura appena giungo alla porta del mio appartamento.
Mi dirigo nella stanza da letto e abbasso la zip dell' ultra vestito infernale, facendolo scivolare per terra, restando in intimo.
Apro un cassetto del comò tirando fuori una canottiera e dei pantaloncini, portandoli con me in bagno per togliermi il trucco.
 
 
 
Al mio ritorno trovo una sorta di lettera nera sul letto.
Confusa, mi passo una mano tra i capelli bagnati di doccia appena fatta, e mi siedo sul letto, afferrando quella busta di carta da depressi.
Me la rigiro tra le mani, notando la DL rossa stampata sul retro. 
Sorrido, non sapendo neanche il perchè, e la apro con cautela, trovandoci dentro solamente un piccolo foglietto di carta ripiegato.
Lo apro del tutto trovandoci sopra solo una frase. 
Una sola, enigmatica, frase.
Che mi rovinò la serata, la dormita, e forse anche tutto il resto.
 
 
 
La mattina, un impazientito Trafalgar Law aspettava il mio arrivo da ormai mezz'ora all'aeroporto di New York.
Lo raggiunsi di corsa con il mio fedele trolley rosso a portata di mano.
Lo sguardo spazientito di Law si rivolse verso di me, facendomi comprendere la seguente lavata di capo che mi sarebbe aspettata a bordo dell'aereo diretto in Florida.
Infatti, dopo essere saliti, il moro non aveva aspettato momento per sgridarmi sul fatto che gli agenti di un certo rango devono sostenere una certa puntualità quando si tratta di lavoro e bla bla bla, cazzate del genere.
Finalmente, il sospiro "sono stanco di sgridarti".
- Allora... a che ora dobbiamo essere li? - chiedo a lui, dopo averli lasciato il tempo di calmarsi.
Law, dopo essersi ricomposto nella sua aria da freddo e duro figo della madonna, risponde secco - Per dopodomani alle 5 di sera -
- Ah perf.. -
dimmi che era uno scherzo.
- Hai detto.. "dopodomani" - ripeto la parola sottolineandola con delle virgolette mimate con le dita.
Lui capì il mio nervosismo, ricambiandolo però con un ghigno che parlava da se.
"Problemi?" diceva.
- Brutto bastardo mi hai chiamato alle 3 di notte per dopodomani?! - gli strillai contro.
E no tesoro, sarai bello, sarai fotomodello, ma se arrivi in Florida vai dritto all'ospedale per coma di 5 anni come minimo.
- Volevo passare un po' di tempo con te, dov'è il problema? - dice lui tranquillo, accarezzandomi il mento con un dito, prendendo il cellulare con l'altra mano e staccando i suoi occhi dai miei.
- Avresti potuto dirlo prima, non alle tre di notte - 
- Come la fai lunga - risponde lui, sventolando in aria la mano che poco prima stava usando per accarezzarmi, senza staccare lo sguardo dal telefono. - Fossi venuta a casa mia te l'avrei detto -
- Viziato -
- Colpa tua, bambolina -
Sorrisi al suo nomignolo.
Anche se, a dirla tutta, odiavo essere chiamata "bambolina".
Tesoro non sono una barbie, ma una donna in carne ed ossa che se le salta la malsana idea di romperti l'osso del collo, ci riesce.
Rilassai la schiena contro lo schienale del sedile, strofinando il capo contro il morbido cuscino di esso.
Law si infilò gli occhiali da vista, senza staccare lo sguardo dal suo telefono.
Poco dopo mi accorsi del lieve sorriso che solcava le sue labbra.
Non ci diedi molto interesse su cosa stesse facendo, visto che stava passando un'hostess.
- Scusi - mi sporsi un po' verso Law, visto che stava dalla parte dove sarebbe passata la signorina, il quale mise subito il telefono in tasca al mio movimento - posso ordinare qualcosa? -
La ragazza si fermò e rivolse il suo sorriso lavorativo verso me e Law. 
- Oh certo signorina, se resta in vita potrebbe ricevere anche un po' della nostra soda in sconto!! - disse lei tutta elettrizzata all'idea, mentre tra i passeggeri si alzavano uomini armati di pistole dirette contro me e Law.
Io e il mio partner ci guardammo negli occhi.
- Chi ne stende di più paga la birra all'altro? - proposi a lui
- Vodka -
- Vodka sia - 
 
 
 
 
 
 
 
Ahahahahhahahhah
ah
ah
ah
si lo so sono in ritardo, di quanto, un anno? 
Beh si.
Avevo promesso di postare durante l'estate e con un enorme *schiva un coltello* ritardo mi sono ricordata di postare.
Lo stile di scrittura potrebbe cambiato un po' e spero in bene.
Cercherò di aggiornare al più presto la fic ZoNamiste <3
si lo so, Law rompe.
 
 
Shacliffe
aka ex NamiPale2001
  
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