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Autore: alida    29/01/2009    2 recensioni
I tre indiavolati tennero stretti lo Spiraglio nello stesso momento e questo si attivò portandoli ad Hogwarts, il giorno in cui Harry Potter iniziava il suo terzo anno di scuola. E chi mai potrebbero essere questi tre indiavolati? A voi scoprirlo. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la storia non ha scopo di lucro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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L’attacco dei dissennatori era stato veloce,  e altrettanto rapida fu la reazione di Silente. Non avrebbe più accettato l’imposizione del ministro negli affari di Hogwarts. Del resto Caramell si era ritrovato con le spalle al muro. Gli Auror non riuscivano a scovare il nascondiglio di Black e le guardie di Azkaban non potevano restare per sempre attorno alla scuola, e comunque il loro attacco durante la partita di Quidditch non lasciava alternativa: dovevano andarsene.

Per un paio di giorni a scuola ci fu molta confusione. Gli studenti non uscivano dal castello se non nelle ore di lezione, facendo bacano nei corridoi. Poi lentamente ripresero coraggio e la situazione tornò alla normalità.

Silente e la McGranitt erano decisi a far parlare Sirius e Remus, ma i due, tutte le volte che venivano convocati dal preside o semplicemente trovandosi di fronte la donna, si chiudevano in un incomprensibile mutismo.

Comunque, Minerva notò che all’inizio degli incontri i ragazzi si comportavano come se aspettassero degli ordini o delle richieste. Tuttavia non ci fu modo di capire oltre.

Sarebbero dovuti intervenire Lupin e Piton. Era già il 18 Dicembre e tutto sarebbe slittato all’inizio di Gennaio, dopo pochi giorni, infatti, ci sarebbe stata la luna piena e Lupin avrebbe avuto bisogno di circa due settimane per riprendersi appieno.

Inoltre il professore si era impegnato a dare lezioni private ad Harry per riuscire a contrastare i dissennatori.

Qualcosa, in ogni caso, era destinata a risolversi anche in sua assenza.

Con Black in libertà, Harry fu obbligato a trascorrere le vacanze di Natale a scuola, con lui ci sarebbero stati anche i tre nuovi grifondoro. Ron ed Hermione, invece, le avrebbero trascorse dai Weasley. Pensavano che, origliando le conversazioni degli adulti, sarebbero riusciti a scoprire qualcosa su Black.

Remus e Sirius gironzolavano per la scuola, quando videro Piton che con una bottiglia in mano bussava alla porta di Lupin. Piton entrò, e loro si avvicinarono alla porta e tesero le orecchie.

-Entra pure, Piton- gli disse gentilmente Lupin.

-Grazie, Lupin. Scusa se non mi trattengo, ma ho impegni più divertenti-.

-Oh- fece il licantropo con un sorriso malizioso –Un incontro galante?-.

-No. Devo correggere i compiti degli studenti del primo anno- rispose Piton con uno sguardo soddisfatto.

-Capisco- ribatté l’altro senza prendersela a male. Ormai aveva imparato che alcune battaglie non si potevano vincere, e tra lui e il collega c’era troppo rancore perché tutto potesse aggiustarsi in un paio di mesi.

-Tuttavia, sono dovuto passare. Considerato che un favore ad un amico non si nega mai, sono stato obbligato da Silente a prepararti questa pozione. Ti farà bene, ricordati di berla tutte le sere. Quando tornerai dalle vacanze, te ne farò avere altra, così potrai rinvigorirti. Con ciò è tutto-. Si voltò e uscì, facendo finta, spudoratamente, di non sentire il –Grazie- che Lupin pronunciò a voce alta.

I due ragazzi, fuori dalla porta, si spostarono di scatto e si allontanarono, ma erano ancora troppo vicino all’ufficio di Lupin perché a Piton non sorgessero dei dubbi. “Possibile che stessero origliando?” pensò il pozionista.

Con molta discrezione, si diresse verso la direzione presa dai ragazzi, i quali girando l’angolo del corridoio si scontrarono con Severus. Adesso fu il turno di Piton per origliare.

-Che cosa fai in giro, Mocciusus!- chiese Sirius.

Piton sentendo l’appellativo usato, ebbe per un attimo il desiderio di intervenire, ma doveva ascoltare lo scambio di battute.

-Sto andando da Harry- rispose Severus sinceramente.

-Ti conviene fare attenzione- lo redarguì Remus.

-Vi ho già detto che vi sbagliate. Questo Silente è diverso dal nostro. Lo vedete anche voi che la scuola è diversa…-

-Sei troppo ingenuo. Questa è solo una trappola, una prova con la quale il nostro preside sta valutando la nostra fedeltà- rispose Remus.

-Non –metteremmo-a –rischio- la -vita -di -chi -amiamo- disse Sirius scandendo le parole.

-Non vi sto chiedendo di farlo- rispose Severus.

-Certo che lo stai chiedendo, ogni volta che non ti sottometti a noi, ci metti nella condizione di doverti punire o di essere puniti. Tu sai cosa succede a chi non rispetta le regole di Silente. Non ti basta il sangue che è già stato versato per te?-.

Severus era sconvolto, si guardò a torno come a voler cercare una mano di aiuto, ma era solo.

Sirius se ne accorse e disse: -Ora sei da solo Mocciosus. E quando Silente si mostrerà per quello che è, sarai ugualmente da solo-.

-A-aspettate, io….-

-Zitto, mezzosangue. Nessuno ti ha concesso il permesso di parlare- lo interruppe Remus.

-Devi entrare nel magazzino di Piton e rubare queste erbe, ci servono per la preparare una pozione per Silente- disse Sirius.

Severus non parlò ma li guardò stupito, davvero Silente aveva chiesto loro di preparargli una pozione?

Sirius capì e spiegò: -Gliela preparavamo sempre, ogni due mesi. Settembre, Novembre e ora spetta Gennaio. Ma occorrono almeno 3 settimane per la preparazione-.

-No, io non ruberò niente. Non lo farò…- rispose con coraggio Severus.

In un secondo, Severus cadde a terra tenendosi il ginocchio destro.

-Non parlare se non ti è accordato il permesso. Portaci le erbe. E’ un ordine- disse Remus prima di andarsene.

Sirius vide Remus che velocemente proseguiva e a mezza voce disse, rivolgendosi a Severus ancora dolorante : -E’ l’unico modo per salvare i suoi genitori-.

-Silente li avrà già uccisi! Non lascia in vita nessuno per così tanto tempo-.

-Forse non i mezzosangue, ma i purosangue….-

-Anche mia madre era purosangue ma questo non è bastato- rispose Severus.

-Non è bastato perché avere un figlio come te, l’ha sporcata…- e senza aspettare risposta se ne andò.

Severus si spostò verso il muro e poggiandosi su esso, si sollevò. Il ginocchio gli faceva male e zoppicava. I suoi compagni di stanza non avrebbero più tollerato che lui non rispettasse le regole e lui non sapeva come comportarsi. Voleva essere libero ma in questo modo avrebbe “costretto” Remus e Sirius a punirlo.

Si tenne ancora al muro e svoltò per andare da Harry, invece si trovò di fronte Piton che nel frattempo era stato raggiunto da Lupin.

II professore finse di non avere sentito nulla e gli chiese: -Che cosa ti è successo Severus?-.

Come doveva comportarsi? Doveva dire la verità e dimostrare di avere fiducia in Silente oppure mentire e non mettere in discussione la teoria della trappola. Doveva rispettare le regole e non contraddire mai un purosangue oppure, oppure ….. gli sembrò strano che ci potesse essere un oppure…. per  tredici anni la sua vita era andata in un modo e ora che cosa gli dava il diritto di credere che tutto potesse cambiare.

-Severus?- disse Lupin richiamando l’attenzione del ragazzo che sembrava essersi smarrito nei suoi pensieri.

Trovò una via di mezzo: -Ho avuto una fitta al ginocchio e sono caduto-.

-Da cosa è stata provocata la fitta?- continuò Piton.

Non cedevano, i professori non avrebbero ceduto. A chi doveva credere? Si guardò intorno come a cercare sostegno da parte di qualcuno ma era solo. Lupin, allora gli disse: -Lily non c’è. Ma se non sbaglio ti ha già suggerito come comportarti-.

Gli aveva detto “sarai felice tu e lo sarò anch’io e salveremmo molte vite”.

Severus si lasciò andare ad un pianto liberatorio mentre Piton e Lupin lo sostenevano e lo conducevano in infermeria.

-Hermione, ci metteremmo nei guai. Se mia madre lo scoprisse..-.

-Ron, non vorrai lagnarti tutto il tempo? Lo sai anche tu che sotto il mantello dell’invisibilità si diventa invisibili!!- rispose la ragazza.

-Ma non c’era un altro modo? Indossare il mantello in una stanza piena di adulti che ci hanno ordinato  di non avvicinarci neanche alla porta di questa stanza-.

-Non fare rumore, non lagnarti e se senti qualcosa di sconvolgente non sospirare. Se puoi, non respirare neanche!-.

Dieci minuti e la stanza si riempì.

-Caramell, è possibile che non si sappia ancora nulla di Black?-

-Mi dispiace Minerva, ma nessuno sembra aver visto quell’uomo. Sembra che si sia volatilizzato nel nulla-.

-E’ troppo rischioso. Harry è in pericolo! Sirius Black ha già ucciso Lily e James, se trovasse il ragazzo che cosa gli impedirebbe di portare a termine la sua missione?-.

-Niente. Forse non lo fermerebbe neanche il fatto che Harry è suo figlioccio- disse Arthur.

-Mi vengono i brividi solo a pensarci- affermò Minerva portandosi la mano sulle labbra.

-E’ meglio che Harry resti ad Hogwarts. E’ un posto sicuro, gli Auror cercano Black dappertutto. Lo troveranno. E' solo questione di tempo-.

La discussione fu interrotta da un urlo che proveniva dall’andito. Molly uscì preoccupata, lasciandosi la porta aperta e, senza rendersene conto, dando la possibilità a Ron ed Hermione di sgattaiolare fuori dalla stanza, sazi delle informazioni ricevute.

-Si può sapere cosa diavolo sta succedendo!-.

-Fred mi ha lanciato un incantesimo!-.

-Fred Weasley come hai osato…-

-Mamma non è come pensi! Ho visto Crosta uscire dalla stanza in cui vi siete chiusi, e ho cercato di acchiapparlo con un “Accio-topo” ma non ha funzionato- si spiegò Fred.

Già perché Ron aveva perso il suo fidato topolino il giorno in cui aveva preso il treno per Hogwarts e non lo aveva più ritrovato!

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Grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono e inviano la ff tra i preferiti.

Scappo così ho tempo di scrivere un altro capitolo per stasera.

Alcuni di voi mi fanno i complimenti e restano stupiti per la velocità con cui aggiorno. C'è una spiegazione: ho molta fantasia e sono disoccupata perciò ho tanto tempo per scrivere, scrivere e scrivere.

Spero che la situazioni si ribalti al più presto ma nel frattempo continuo a scrivere, scrivere e scrivere.

 

  
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