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Autore: FairySweet    13/08/2015    2 recensioni
Non era quello suo padre, non era da quell'uomo che aveva imparato il rispetto, l'onore, l'amore per la guerra. Indossava l'uniforme per proteggere se stessa ma le parole di suo padre avevano lo strano potere di oltrepassare quella barriera così, tutto quello che provava, tutte le incertezze, le debolezze, le paure, tutto era lì, alla luce del sole, perfino quell'amore sofferto che aveva lasciato cicatrici immense nel suo giovane cuore ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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      Scelgo la morte a questa Tortura






“Sai perché sei qui non è vero?” “Si signore” si chiuse la porta alle spalle sospirando.
C'era troppo buio in quella stanza, le pesanti tende di velluto erano state tirate quasi tutte, la luce della sera filtrava leggerissima attraverso il tessuto rendendo tutto più opaco, più scuro e tetro.
Il generale sedeva dietro alla sua scrivania, le gambe accavallate, la giacca slacciata appoggiata sulle spalle.
Un lieve cenno della testa, un invito a sedere di fronte a lui, conosceva bene quel gesto, quel tremito leggero della mano mentre gli indicava la poltroncina.
Era arrabbiato, così arrabbiato da tremare, così arrabbiato da guardare quella pistola invitante posata sul legno lucido.
“Andrè, sto facendo una fatica terrificante per trattenermi ma lo faccio per mia figlia, perché se fosse per me saresti morto già due giorni fa. Ti avrei ucciso con le mie mani, l'avrei fatto senza pentirmi nemmeno per un secondo del mio gesto” esclamò gelido piantando gli occhi nei suoi “Ora, voglio che tu mi dica cos'è accaduto quella notte, guardami e dimmi la verità” socchiuse gli occhi tentando di capire cosa ci fosse di sbagliato in quella situazione.
Leggeva la paura nello sguardo severo dell'uomo, il terrore di scoprire che quello strappo nella seta era qualcosa di più che un semplice incidente.
Stringeva con forza le mani attorno ai braccioli, come se quel gesto improvviso potesse aiutarlo, ancorarlo a quella sedia nonostante i pensieri “Guardami negli occhi e dimmi che la purezza di mia figlia è intatta. Te lo chiederò una volta sola e pretendo la verità: Hai violato mia figlia?” “Credete davvero che possa fare una cosa del genere?” “Credo che tu sia così accecato da lei da non accorgerti nemmeno di quello che ti accade attorno” “No signore, non avrei mai potuto farlo” “Tu sai perché non sei morto quel giorno?” scosse leggermente la testa mentre l'espressione sul volto del generale restava la stessa “Perché una camicia strappata può voler dire un sacco di cose. Un duello, un allenamento con la spada un po' troppo concitato, una rissa o perfino una scomposta posizione durante una cavalcata ma …” riprese fiato stringendo tra le mani una spilla dorata “ … una camicia strappata nascosta tra i vestiti di mia figlia, una camicia strappata trovata per caso mentre rassettavano il suo guardaroba, trovata da una serva … Cosa può voler dire?” non rispose, non si mosse nemmeno, restò immobile ad ascoltare senza emettere un fiato “Hai idea di cosa mi sia passato per la testa? Oscar non nasconde mai nulla, mai! Le ho insegnato fin da piccola a mostrare ogni cosa, un gioco rotto, un abito scucito, qualsiasi cosa perché credo che la sincerità sia importante! Quando qualcosa si rompe o si strappa la consegna alle cameriere perché quegli insegnamenti sono ancora dentro di lei ma questa volta non l'ha fatto. Ha nascosto quella camicia per giorni, non l'ha buttata, non l'ha consegnata a nessuno. Ho aspettato, per quanto mi sia costato ho aspettato, ho parlato con lei, l'ho ascoltata e questa pallottola non ti ha perforato il petto perché voglio bene a Oscar, così tanto da sopprimere la voglia di farti a pezzi!” “Vi ho già chiesto perdono signore. Posso farlo ancora e ancora, posso passare tutta la mia vita a chiedervi perdono” “Perdono” ripeté colorando la voce d'ironia “Conosco mia figlia, anche se sono stato un padre severo, egoista, a volte perfino troppo assente la conosco e le voglio bene. È mia figlia, è come il sangue che mi scorre nelle vene! Quando qualcosa la turba o la sconvolge i suoi occhi cambiano, il suo spirito diventa irrequieto, è sempre stato così, fin da piccola. Non è cambiata con il tempo, riesco a leggere nel suo cuore così bene ormai da capire quando qualcosa la sconvolge” “Lo so signore” “Già, lo sai … eppure quella notte le cose che sapevi sono sparite, offuscate dal desiderio di amarla! Mia figlia sminuisce l'accaduto, ti vuole molto bene e se avessi premuto il grilletto lei ne avrebbe sofferto e io sarei stato la causa delle sue lacrime” posò la spilla accanto alla pistola stringendosi la testa tra le mani “Ero terrorizzato Andrè, non riuscivo nemmeno a mettere in fila i pensieri, credevo di aver fallito, di aver permesso che un uomo violasse la purezza di mia figlia. Non sono abituato a preoccuparmi per lei, Oscar è sempre stata molto forte, molto matura anche in tenera età. Ha sempre risolto da sola i suoi problemi con la consapevolezza di avere un padre alle proprie spalle. Non ha mai chiesto aiuto, non l'ha mai cercato e ora …” si fermò qualche secondo riprendendo fiato “ … ora rivedo nei suoi occhi la stessa bambina che urla e piange. Che mi chiede aiuto e non so come aiutarla!” non era mai stato così sincero, così preoccupato per sua figlia. Quel gesto insolente aveva risvegliato di colpo il senso di protezione innato in ogni padre, come un lupo accecato dalla rabbia che difendeva il suo cucciolo, che lo teneva al sicuro, lontano dal male delle altre fiere, lui era pronto a morire per difenderla.
L'aveva imparato all'improvviso e questo lo turbava, lo sconvolgeva al punto da convincerlo ad aprire uno squarcio nei pensieri “Non riesco ad aiutarla ed è troppo orgogliosa per aggrapparsi alla mano che tendo verso di lei. Quando ti ho guardato negli occhi ho compreso, ho visto la paura, il senso di colpa, la rabbia …” “Signore, so che non merito nemmeno di parlare. Vi chiedo solo di ascoltare per qualche minuto quello che ho da dirvi ...” “Non hai il diritto nemmeno di pensare Andrè. Ringrazia Oscar se respiri ancora, se ti prendi l'ardire di chiedere permessi. Ti ho cresciuto come un figlio, un fratello per lei, perché la proteggessi. Sei stato il suo migliore amico, le sei rimasto accanto in ogni momento della sua vita e ho sbagliato, avrei potuto fermare questa follia sul nascere. Mi hai deluso, mi hai deluso Andrè e non c'è niente che tu possa dire per convincermi a cambiare idea” “Vi prego di credere che non avrei mai fatto del male ad Oscar, mai!” “Pensi che mi importi? Mi ha chiesto di dimenticare, di lasciare il passato nel passato perché portarlo nel presente può solo danneggiare le nostre vite. Non posso dimenticare, non posso nemmeno immaginare di poterlo fare” a dire il vero, si stupiva perfino della forza impressionante che metteva in quell'atteggiamento. Sembrava calmo, tranquillo ma i tratti severi del volto tradivano quell'immagine esteriore, avrebbe sparato, avrebbe preso quella pistola e avrebbe puntato dritto al cuore ma c'era una cosa a trattenerlo: Oscar.
Una figlia tanto amata che riusciva ad ammansire quell'uomo di ghiaccio, che nonostante gli scontri e i litigi, lo convinceva ogni volta a fermarsi e riflettere “ Per l'affetto che mi lega a tua nonna, per mia figlia e la sua felicità non morirai, non lo farai stasera, non in questa stanza. Non passerai la tua vita in prigione anche se l'idea mi alletta” sentì l'aria bloccarsi nei polmoni perché c'era un ma in sospeso e quell'esitazione faceva più paura di un colpo di pistola “Ma nonostante questo, lascerai la mia casa. Andrai via, lontano da Parigi” “Avete tutto il diritto di chiedermi questo” “Non è una richiesta. È un ordine!” gli occhi cercarono i suoi, il cuore batteva sempre più forte nel petto quasi come a voler fuggire da quella prigione di carne e fiato “Sei arruolato tra le file dei miei uomini” “Cosa?” “Il generale Buillé ha già firmato l'ordine di trasferimento. Ti sei arruolato nei soldati della guardia perché ti ha chiesto di lasciarla, di non seguirla più. Si è innamorata, per la prima volta nella sua vita si è innamorata ed è rimasta scottata dalle fiamme di un sentimento mai provato prima. Ha bisogno di trovare la forza necessaria per respirare, per decidere come vivere la sua vita. Io voglio cambiarla, ci provo con tutte le forze, sto sbagliando, sto sbagliando ancora ma non posso lasciarla in balia del nulla” un debole sorriso gli colorò le labbra “Ti ha allontanato perché vuole cavarsela da sola, vuole dimostrare al mondo di poter riuscire in ogni cosa ma il sentimento che provi verso mia figlia ti ha costretto a disobbedire” si alzò in piedi posando entrambe le mani sulla scrivania “Partirai con i miei uomini per il fronte. Starai laggiù per giorni, mesi, e se morirai, non sarà colpa di nessuno, solo del caso e forse, di una giustizia divina” eccola la sua punizione, ecco il macigno violento che gli stava schiacciando il petto “Partirai dopo domani. Fino ad allora non la vedrai, non parlerai con lei, non la cercherai. Starai il più lontano possibile da mia figlia o i miei buoni propositi finiranno” “Per quanto tempo signore?” quella domanda uscì dalle labbra in modo così naturale da lasciarlo senza parole.
Non era in quella stanza, non era più niente, c'era solo un corpo seduto su quella poltrona ad annuire, ad ascoltare senza darsi pena alcuna perché la mente non era più lì “Per il tempo necessario. Tu dimenticherai Oscar, lo farai senza pensare a null'altro che la vita militare” “Voi credete davvero che possa bastare la distanza a cancellarla dalla mia mente? Non posso negare il sentimento che provo ma ho promesso a me stesso che l'avrei soffocato” “Non mi importa, non cambia nulla, non l'avrebbe fatto nemmeno due giorni fa. Nessuno tocca mia figlia senza subirne le conseguenze!” i suoi occhi lanciavano fiamme, sentiva un dolore atroce nel petto, forse aveva smesso di respirare, forse era il suo cuore che se ne era andato, era uscito dal suo petto per scappare, qualunque cosa fosse, era atroce e violenta, toglieva il respiro massacrava i pensieri, come un veleno, come gli spasmi violenti che provocava, così atroce e doloroso da costringerlo a desiderare la morte.
“Oscar verrà informata oggi stesso. L'ordine è irrevocabile, non ammetto proteste. Mia figlia accetterà queste disposizioni senza fiatare, senza dire una sola parola. Vivrà la sua vita, si sposerà e ti dimenticherà. Tu farai altrettanto altrimenti niente mi impedirà di trattenere quel colpo” “La vostra punizione è giusta, ho sbagliato e mi vergogno per quello che ho fatto, mi fa stare male. Accetto la vostra decisione senza oppormi ma vi prego, ve ne prego dal profondo del mio cuore signore, credetemi quando vi dico che niente al mondo è più importante per me di vostra figlia e che mai, mai l'avrei violata. Credete a questo signore e mi riterrò felice di potervi servire al fronte” “Ora fuori di qui!” non rispose, si limitò ad annuire allontanandosi da quella stanza il più veloce possibile.
Si sentiva male, la nausea saliva veloce dallo stomaco intorpidendo ogni senso, camminare diventava ogni minuto più faticoso, le lacrime spingevano violentemente contro la ragione, la stessa ragione che lo portava verso la follia perché tra le due avrebbe scelto la morte.
Morire, chiudere gli occhi e non vederla mai più sarebbe stata una liberazione ma così … così era una tortura.
Si era chiesto per ore quale fosse la sua punizione, si aspettava da un momento all'altro le guardie davanti alla porta di casa, si aspettava un processo, perfino un colpo di spada in pieno petto ma non quello, non in quel modo.
Quel colpo di spada era arrivato più violento che mai, la sua tortura, il suo amore che viveva in quella tortura perché amarla voleva dire impazzire.
E lei? Lei sembrava non ascoltare, fredda, lontana, distaccata come quelle ore di silenzio nelle quali si chiudeva, ma nonostante tutto, aveva parlato con suo padre, l'aveva convinto ad allentare quell'odio terrificante che si prendeva ogni briciolo di razionalità.
Per la prima volta in ventitre anni, aveva visto un padre preoccupato, spaventato e terribilmente arrabbiato.
Un padre che si preoccupava per sua figlia e lo faceva con il cuore, con quel cuore che tante volte aveva mostrato di non avere.
Avevano vissuto assieme per una vita intera, non avrebbe mai violato la sua dolcissima Oscar, non l'avrebbe mai fatto nemmeno sotto tortura, nemmeno se la rabbia avesse accecato i sentimenti.
Ma questo il generale non l'aveva nemmeno pensato, aveva sfiorato la sua bambina e ora meritava la più severa delle punizioni.
Spalancò la porta della camera, la testa girava, la nausea crescava sempre più forte, cadde in ginocchio sul pavimento soffocando un urlo violento poi finalmente il pianto ruppe ogni barriera e quelle lacrime dannate rigavano le guance mostrandogli ancora una volta, quanto quell'amore lo rendesse debole.


 
  
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