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Autore: Parsy    13/08/2015    2 recensioni
Come nasce un angelo? Un demone? Uno shinigami? Che legami posso esistere tra loro? E soprattutto... perchè un'angelo sogna il proprio funerale?
[Avvertenze: la storia è stata incominciata quando del manga era appena uscito il capitolo 105, quindi ha una trama diversa da quella in corso della storia originale]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Ci siete, Undertaker?”
Sebastian bussò due volte prima di entrare nella dimora del becchino che stranamente non era presente al bancone. Il maggiordomo si sedette avvicino ad una bara quando scorse le luci accese sul retro del negozio; avrebbe voluto andare direttamente sul luogo per vedere cosa o chi ci fosse lì, ma si limitò soltanto a ripetere ad alta voce la frase pronunciata precedentemente.
Solo allora il becchino si presentò, accompagnato da Sophia –la quale lanciò un’occhiata fulminea a Sebastian-, senza cappello e senza la lunga tunica, ma con gli occhi coperti come al solito.
“Salve maggiordomo Phantomhive! Come posso aiutarvi?”
“Sono venuto solo per restituirvi il libri con i ringraziamenti del conte”
“È un onore per me esservi d’aiuto Hi Hi!” il becchino riprese a emettere quelle risatine che riuscivano a far rabbrividire persino un demone e Sophia si meravigliò di quanto Undertaker fosse bravo a celare la sua identità sotto quelle mentite e ridicole spoglie.
Per quanto ella si sforzasse non riusciva a trattenersi dal desiderio di voler parlare con Sebastian, d’altronde erano stati così amici un tempo.
“Bene, allora io tolgo il disturbo. Buona giornata…” e il maggiordomo lanciò un’occhiata alla ragazza per poi voltarsi verso la porta.
“Aspetta!” Sophia allungò una mano verso la spalla del demone e girandosi verso Undertaker bisbigliò: “Puoi lasciarci soli un momento?”
Il becchino fece un cenno con la testa per poi dirigersi verso il retro del negozio.
“È buffo sai? Una settimana fa mi urli contro e ora mi dici di aspettare…”
“Scusa, ero solo arrabbiata… D’altronde quando eri un angelo hai venduto delle anime ai diavoli, per poi ricevere questa più che giusta punizione” Sophia era calma, stranamente.
“Ho commesso un errore lo ammetto, ma tu perché sei qui?”
“Ti ricordi Zelontia? Era gelosa di me e le è bastato fare gli occhi dolci al consiglio per addossarmi una condanna.”
“Ho sempre odiato quella serpe!” Sebastian sorrise e Sophia rispose con una risatina.
“Mi mancavano i tuoi sorrisi Sophia! Tu mi sei mancata e…”
“NON PROVARE A TENTARMI! So perfettamente cosa potresti fare con i tuoi poteri ad un’umana!”
“Segui le regole come sempre eh?”
“Ovviamente!” Sophia fece un sorrisetto malizioso.
“Sarebbe bello vederti più spesso!”
“Chissà, forse ci incontreremo ancora” e con queste parole della ragazza Sebastian si voltò verso la porta sorridendo, pronto per ritornare dal suo padrone.
Una volta chiusa la porta, Sophia tornò da Undertaker che aveva messo un grembiulino grigio da cameriere ornato sui bordi, raccolto i capelli in una coda alta, rimboccato le maniche e aveva preparato gli ingredienti per preparare un dolce.
“Ti dai da fare vedo…”
“Preparare dolci è uno dei miei passatempi preferiti. Oggi farò una torta con crema al cioccolato”
“Sarà deliziosa! A me piacciano tanto i dolci!”
“Ne sono felice…” i due iniziarono a ridere e Sophia si sedette di fronte al becchino che versava rapidamente gli ingredienti nella coppa.
I due passarono il tempo a ridere e scherzare e Undertaker raccontava una barzelletta dopo l’altra; sapeva che Sophia era di cattivo umore per colpa del maggiordomo, perciò voleva tirarle su il morale… In fondo, si era affezionato molto a lei…
 
Essere maggiordomo non è facile: bisogna andare oltre i problemi personali ed eseguire sempre gli ordini del proprio padrone. Sebastian lo sapeva bene.
Quel diavolo teneva a Sophia, quando stavano insieme… Sembravano essere fatti l’uno per l’altra.
“Signorino! Ci sono stati altri casi di omicidi…”
“Non mi meraviglio… Quali marinai sono stati uccisi stavolta?”
“Nessun marinaio: un mercante di spezie e il negoziante di questa mattina.”
“Quello delle armi, eh? Mi domando perché, non ha senso! Però mi sono stancato di questo caso; Sebastian risolvi la faccenda e andiamocene da Londra! Voglio tornare a casa…”
“Yes, my lord!”
 
“Questo va incastrato qui e quello va messo sopra così…”
Undertaker cercò di insegnare a Sophia come costruire delle bare, ma puntualmente la ragazza sbagliava ad unire i pezzi.
“Scusa Undertaker, sono proprio negata per i lavori manuali” la ragazza fece un’espressione dispiaciuta, ma fortunatamente il becchino sapeva come farle tornare su il morale: le accarezzava la guancia con la mano, le sorrideva, per poi dirle: “Non preoccuparti Sophia”.
Il becchino aveva un talento nel tirare su la ragazza e con il passare del tempo anche lei si affezionò a lui.
Quella sera, prima di andare a dormire, Sophia chiamò la cupa figura per comunicargli: “Undertaker io non smetterò mai di ringraziarti per quello che hai fatto per me, ma ora che ne ho la possibilità devo trovare la riposta ad alcune domande e…”
“Vuoi andare dal maggiordomo? Non ti fermerò…” Undertaker assunse un tono grigio, malinconico e non nascose minimamente i suoi sentimenti in quel momento.
“Ti prometto che verrò a trovarti e ti scriverò sempre. Giuro che questo non è un addio!”
Udite quelle parole, Undertaker si alzò dalla bara sulla quale si era seduto, quella che avevano costruito insieme, e si rivolse verso la ragazza; gli occhi e la fronte erano scoperti e il becchino avvicinò la mano verso i capelli dorati della ragazza per spostarli dalla guancia di lei. Undertaker le diede un bacio sulla guancia e poi si avvicinò all’orecchio per sussurrarle: “Buon viaggio e buona fortuna, Sophia…”
La ragazza sorrise a quel gesto; aprì le braccia e strinse il becchino a sé, cercando quel po’ di calore umano che lui riusciva a malapena ad emanare…
 
 
“Chi lo avrebbe mai detto che le sarebbe capitata una cosa del genere…”
Gabriele osservava la ragazza che ormai considerava sorella dall’alto; aveva provato a convincere il consiglio a ritirare la condanna, ma niente da fare…
“Prima le tagliano le ali e poi fanno in modo che si incontri con le due persone a cui ha tenuto di più in tutta la sua esistenza, da umana e non... Almeno dovrei fare in modo che ricordasse chi sia veramente l’uomo che l’ha salvata, quell’Undertaker… Chissà se dopo verrò sgridato…” e con queste parole Gabriele si diresse verso la biblioteca nella quale erano raccolti tutti i libri contenenti il passato e la vita precedente di ogni angelo.
 
 
Angolo dell’autrice: salve a tutti! Ecco il capitolo 5! Ringrazio di cuore chi ha recensito, chi ha messo la storia fra le preferite e le ricordate e soprattutto chi ha avuto la pazienza di aspettare tanto tempo per l’uscita di questo capitolo (ero in vacanza). Bene, appuntamento al prossimo capitolo nel quale finalmente ci sarà il faccia a faccia tra Sophia e Sebastian… Buon proseguimento e buona lettura!
   
 
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