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Autore: MrRaider    13/08/2015    3 recensioni
[Post Sangue dell'Olimpo.]
ATTENZIONE: La Fanfiction si colloca dopo il Sangue dell'Olimpo, pertanto contiene spoiler. Se non avete ancora finito l'ultimo capitolo della saga "Eroi dell'Olimpo" non leggete.
E' passato un anno dalla guerra contro Gea, e il Campo Mezzosangue e il Campo Giove hanno trovato la pace. Percy e Annabeth si sono diplomati, Jason sta ancora facendo avanti e indietro fra i due Campi per la costruzione dei templi e Leo è con Calipso, ma nessuno dei suoi amici sa che è ancora vivo.
Tutti stanno vivendo le loro vite tranquillamente, fino a quando non arrivano al Campo Mezzosangue due semidei che non sono stati riconosciuti. David Miller e Ellie Walker non sapevano di essere semidei ma il loro arrivo al Campo darà inizio a una Profezia talmente pericolosa che gli dei stessi temevano già da molto tempo.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I sette della Profezia, Jason/Piper, Nuovo personaggio, Percy/Annabeth, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sfida a Caccia alla Bandiera


PERCY



Quel giorno Percy cercó di non fare parola a David di sua madre. Quando prese posto a tavola a cena, dopo essere rimasto per un pò nella cabina con Ellie, David si limitò a rispondere a Percy se stesse bene

-Sì, certo. Sto bene.- gli rispose lui.

Servendosi di pizza, Percy ascoltó dal tavolo di Poseidone l'annuncio che stava dando Chirone al Campo

-Agli dei! Dunque, prima di iniziare, vorrei fare un piccolo aggiornamento. Fra due giorni inizierà la Caccia alla Bandiera. La Squadra Rossa sarà composta da: Ares, Zeus, Apollo, Demetra, Ecate, Dionisio, Nemesi, Ebe, Ecate, Persefone e la cabina di Ares sarà il capitano della squadra; mentre la Squadra Blu sarà composta da: Atena, Poseidone, Afrodite, Efesto, Ermes, Iride, Ipno, Nike, Tiche, Erebo e Eolo, e la cabina di Atena sarà il capitano della squadra. E un ultima cosa: per questa partita abbiamo deciso di fare un piccola modifica: la bandiera della Squadra Blu, che di norma viene appostata vicino al ruscello, questa volta verrà spostata vicino al lago. Non ci saranno altre modifiche, e questa chicca sarà soltanto per questa partita. E ora, buon appetito a tutti!-

Quando Chirone finì di parlare si creò un gran brusio tra i tavoli. C'era chi si chiedeva come mai spostare la bandiera, chi discuteva riguardo le squadre e altri (Jason) che se ne lamentava. Per Percy era perfetto: era in squadra con Annabeth, e anche le altre cabine in squadra erano davvero ottime. Si prese un trancio di pizza e cominciò a mangiarlo

-Scommetto che c'eri tu dietro.- disse David al fratello che lo guardò incuriosito.

Ingoiò il trancio
-Riguardo a cosa?-

-Alla modifica della partita.-

-Okok mi hai scoperto. Oggi avevo chiesto a Chirone questa piccola cosa anche perché volevo testare le tue capacità. Ti spiegherò domani, ora mangiamo.-

Durante il falò, Percy se ne rimase in disparte, vicino ad un albero. Ma senza farsi notare, guardava suo fratello che stava parlando con Ellie, Jason, Piper e alcuni ragazzi della casa di Ermes. Sembrava tranquillo, anche se Percy intuiva che David cercasse in tutti i modi di nascondere cosa stesse provando. Non poteva certo biasimarlo.

-Hey.-

Appena Annabeth si avvicinò a lui, stringendogli i fianchi col braccio, Percy non poté fare a meno di sorridere e di guardare la propria ragazza, ma dopo un po tornò ad osservare David.

-So a che stai pensando.- disse lei, riprendendosi l'attenzione di Percy.

-Mh? Riguardo a cosa?-

-A tuo fratello, Testa d'Alghe. Sei dispiaciuto per lui, per quello che ha passato poco fa, nel portico della Casa Grande. E vorresti fare qualcosa...-

Lui inarcò le sopracciglia e riguardò Annabeth.
-Diamine Sapientona, non ti sfugge niente, eh?-

-Soltanto intuito. Ma posso consigliarti cosa fare per lui: fallo sentire a casa. Fagli capire che è questo il suo posto, dove potrà vivere per come è veramente. Fagli vedere che questa è casa sua, che questa è la sua famiglia. Pensaci bene Percy, e credo che tu sappia già la risposta.-

Come sempre, il figlio di Poseidone rimase sbalordito dalle parole della sua ragazza. Non sapeva neanche che dire, ma fu veramente grato per il suo aiuto. Ma era una sua caratteristica:Annabeth aveva sempre aiutato Percy nel momento del bisogno, e lui faceva la stessa cosa quando serviva a lei. Era persino caduto nel Tartaro per lei, e non l'aveva mai lasciata sola. Mai.

-Grazie Sapientona.-


Anche quella notte, Percy non dormì tranquillo purtroppo. Non aveva fatto sogni strani come quelli di qualche giorno fa, ma soltanto brutti ricordi. In particolare, il Tartaro. Quel luogo oscuro e cupo che Percy e Annabeth avevano attraversato, fianco a fianco, senza separarsi.
Innumerevoli immagini gli si piazzarono davanti, facendogli rimbombare la testa: loro che bevevano nel Flegetonte, tentando di restare vivi e sopravvivere. La battaglia nelle Porte della Morte, dove i due furono costretti a lasciare Bob, Bobbino e Damaseno alla mercè di Tartaro. Ma fra tutte, l'immagine di Annabeth completamente cieca, che credeva che Percy l'avesse abbandonata, era la peggiore, e non riusciva a togliersela dalla testa.

-È solo un ricordo! Non è più reale! BASTA!-


Con un urlo, si svegliò di soprassalto, con la fronte bagnata fradicia dal sudore. Ancora non riusciva a credere che il Tartaro continuasse a tormentarlo. Era come se fosse ancora lì, con Annabeth, lottando per sopravvivere.

-Riprenditi, Percy, riprenditi!- si disse martellandosi la fronte col pugno.

Guardò fuori: era già mattina, e poteva già vedere qualche semideo salire la collina verso il padiglione della mensa per fare colazione.

-Percy?-

David sbucò dalla porta del bagno, già pronto per uscire. Doveva aver sentito l'urlo del fratello, dato che aveva una faccia molto preoccupata.

-Sto bene, David. Tranquillo...-

Non parve tanto convinto, ma annuì

-Dai, andiamo a fare colazione.-

Purtroppo, nonostante quel piatto pieno di cibo davanti, Percy non riuscì a stare tranquillo, quell'incubo lo aveva distrutto.
Mentre mangiava però sentì dei passi, così alzò lo sguardo, notando Annabeth e gli altri suoi fratelli che si stavano sedendo nel loro tavolo. Da quando si era svegliato, era preoccupatissimo per la figlia di Atena, ma vederla tranquilla e serena mentre prendeva posto lo fece rilassare.
Lei lo notò e gli sorrise caldamente, poi fece un gesto con gli occhi, rivolto al fratello. Fallo sentire a casa, aveva detto il giorno prima. E a Percy venne un'idea.


C'era un luogo che Percy non aveva ancora mostrato al fratello, e non si era reso conto di essersene completamente dimenticato. Si sentì uno stupido, ma era convinto che farlo quel giorno era l'occasione migliore per rimediare. I due si allontanarono dalla mensa e si diressero verso le stalle dei pegasi. Lì i cavalli alati nitrivano contenti alla vista di loro e Percy riuscì a sentire cosa stessero dicendo. David intanto stava osservando i cavalli con grande stupore, fino a quando non si avvicinò ai due un pegaso dal manto completamente nero.

-Ciao BlackJack.- disse Percy accarezzandogli il muso.

"Heyla capo. Hai delle zollette di zucchero?"

Percy frugò nella tasca e diede al pegaso una manciata di zucchero che ringraziò nitrendo.

-Stupendo...- commentò David avvicinandosi lentamente al pegaso.

"Hey amico, avvicinati pure. Non mordo mica, a differenza di alcuni miei cugini..."

David sgranò gli occhi appena il pegaso gli parlò. Era una caratteristica comune dei figli di Poseidone, ossia la possibilità di comunicare con i cavalli O simili, essendo stati creati dal dio del mare.

-Ahahahah, te l'avevo detto... Comunque, David, ti presento BlackJack, il nostro pegaso. BlackJack, David, mio fratello.-

"Oh, un altro? Allora dovrò chiamarti vice."

-Vice?- disse David confuso

BlackJack nitrì
"Già, sei il fratello del capo, per cui ti chiamerò vice"

-Ma, aspetta, non abbiamo un altro fratello?- chiese stavolta a Percy

-Ehm... sì, ma vedi, il fatto è che Tyson è un ciclope, e BlackJack non gradisce il suo peso.-

"Una volta mi ha quasi spezzato la colonna vertebrale. Non voglio pensarci. Comunque vice, vuoi fare un giro?"

Alla proposta del pegaso, David spalancò gli occhi incredulo.
BlackJack si inginocchiò un po, per far salire facilmente David. Poi, una volta fatto, BlackJack partì alla carica, e volò in cielo, con sopra David, che urlò di felicità. Percy rimase a terra, vicino alle stalle, osservando dal basso il fratello e il pegaso che si divertivano. Li vide scendere in picchiata nel lago, dove una coppia di driadi andò sott'acqua notandoli, per poi riemergere e urlargli contro. Poi tornarono in alto, sempre più in alto, riscesero in picchiata e cominciarono a fare un giro per il cielo del Campo.
Distratto dai due, Percy non notò Annabeth al suo fianco, anche lei che osservava i due nel cielo.

-Ottima idea, Testa d'Alghe.-

Sentendola, finalmente la notò, e vide il volto bello e affascinante di Annabeth rivolto al suo, che gli sorrideva raggiante. Anche lui non poté fare a meno di sorridere.

-Che ci fai qui?- chiese dolcemente alla ragazza.

-Vi stavo cercando, per decidere sulla strategia per domani.-

Percy annuì, poi tornò verso BlackJack e David. Si portò l'indice e il pollice di una mano nella bocca, e fischiò. Il richiamo fu sentito fa BlackJack che scese verso di loro.

-È stato fantastico! Ciao Annabeth!- esclamò David sceso dalla groppa del pegaso.

"Vice, sei molto più leggero del capo. È stata una goduria volare con te."

Percy notó il commento del pegaso, così data la sua piccola occasione, tentò di stuzzicarlo.

-Hey BlackJack, che stai insinuando? Non sono alla tua portata?-chiese duramente, ma con lo scopo di spaventarlo.

Ci riuscì, dato che il pegaso nitrì preoccupato
"Nononono, capo! Non intendevo offenderti! Ma il fatto è..."

Sia Percy che David risero alle parole di BlackJack, e Percy accarezzò il muso del cavallo, dicendogli che stava scherzando.
Alla fine i tre lasciarono le stalle e si diressero nella Cabina di Atena. Lì, tutta la squadra era già pronta ad aspettarli. Percy vide Piper e i ragazzi di Afrodite riuniti con lei (ad eccezione di Drew), I fratelli Stoll coi ragazzi di Ermes, Iride ed Efesto.
Annabeth assunse quella faccia seria e determinata, che dimostrava soltanto quando c'era qualcosa da programmare. Appoggiò il berretto degli Yankes sul tavolo, il regalo di sua madre, che dall'impresa dei Sette, aveva ripreso a funzionare. Accese il suo fidato portatile, non era quello tecnologico e moderno di Dedalo, ma almeno Annabeth, sospettando che sarebbe potuto succedere qualcosa, aveva salvato tutti i file presenti nel precedente. Era uguale, ad eccezione del simbolo di Dedalo mancante sul retro.

-Allora, Percy ha deciso di fare questa cosa per Caccia alla Bandiera, quindi, Testa d'Alghe, a te l'onore.-

Percy annuì serio e si avvicinò al portatile, cominciando a puntare diversi punti della mappa.
-La mia idea era una tattica difensiva. Piazzeremo la bandiera qui, proprio di fronte al lago. Vorrei un paio di ragazzi in difesa, ben nascosti, qui e qui, mentre io e David saremo qui.-

Appena indicó il lago, tutti quanti squadrarono Percy, curiosi per quella scelta.

-Saremo sott'acqua.- spiegò.
-Nascosti sul fondo del lago. E appena sentiremo avvicinarsi i membri dell'altra squadra, noi balzeremo fuori, e useremo il potere dell'acqua per restare in vantaggio. La squadra avversaria sarà molto occupata con noi, e nel frattempo, mentre le forze nemiche cercheranno in tutti i modi di avere la meglio, Annabeth, Piper e altri ragazzi potranno andare a recuperare la bandiera e portarla alla base. Che ne dite?-

Gli altri si guardarono tra di loro, ma dalle loro espressioni Percy dedusse che erano davvero sbalorditi.

-Che diavolo! Facciamolo!- esclamò Piper.

Tutti quanti alzarono le mani e gridarono, in segno di approvazione. Il giorno dopo avrebbero provato la strategia di Percy.

Tutta la squadra si organizzò al meglio il resto della giornata per dedicarsi agliallenamentie dividersi in gruppi. Ovviamente, Percy si allenò solamente con David. I due infatti, dopo la mattina passata ad allenarsi nell'arena, verso il pomeriggio andarono nel lago. Si tuffarono entrambi, e Percy fece cenno a David di seguirlo sott'acqua.

"Verso il fondo." Gli disse col pensiero.

Essendo figli di Poseidone, essi potevano tranquillamente comunicare col pensiero una volta sott'acqua.
David annuì e seguì il fratello. Nuotarono per diversi minuti verso la parte più bassa del lago, fino a quando entrambi non toccarono terra.
Percy alzò le braccia, e creò un enorme bolla d'aria con lui e il fratello all'interno, ma la fece crescere ancora di più, fino a quando non divenne grande quanto un campo da tennis. Poteva vedere benissimo le diverse creature marine che popolavano il lago. Era perfetto per allenarsi con l'acqua, senza occhi indiscreti o qualcuno che potesse disturbarli.

-Ora alleniamoci. Iniziamo con qualcosa di semplice: ogni volta che farò entrare un po di acqua in questa bolla, tu dovrai cercare di controllarla prima che io la faccia uscire. Poi passeremo a qualcosa di più complicato. Tutto chiaro?-

-Va bene mister.-

Percy si incupì
-E non chiamarmi mister... non mi piace. Chiamami semplicemente Percy, o fratello. Tutto ma non mister, o Testa d'Alghe. Solo Annabeth mi chiama così.-

David annuì serio e, camminò verso l'altra parte della bolla e si mise in posizione. Così Percy, concentrandosi, fece entrare nella bolla, precisamente dalle sue spalle, un piccolo fiume d'acqua e lo fece volare in aria per la bolla, manovrandolo verso la parte opposta. David tentò di prenderla, ma fallì diverse volte.

-Non preoccuparti. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Fai con calma.- Lo incitò Percy.

Ci provò per diversi minuti, e anche se non ci riusciva, Percy notava che si stava davvero impegnando. Ci poteva tempo, e lo capiva.
Quando era al Campo la prima volta aveva inzuppato alcuni ragazzi della casa di Ares, nei gabinetti del Campo, e lui non riusciva nemmeno a controllarla.
Dopo diversi minuti finalmente David ci riuscì: mentre l'acqua stava per uscire dalla bolla, la fermò proprio all'ultimo momento, sopra la sua testa.

-Eccellente, David.- disse il fratello.

Provarono per diverse volte, fino a quando David non riuscì a manovrare a suo piacimento l'acqua. Provò con successo anche a farne entrare un po nella bolla, cosa che rese Percy ancora più soddisfatto.

"Impara in fretta... molto bene."

Poi fecero diversi esercizi, come ad esempio colpire Percy con un getto d'acqua, creare diverse bolle d'aria, e infine, come la prima volta, attaccare corpo a corpo a contatto con l'acqua, che Percy aveva lasciato ai piedi della bolla.

Percy disfece la bolla, e i due nuotarono per un bel pò. Lo scopo stavolta era che David mantenesse il passo è seguisse il fratello, ma il fatto era che Percy era molto veloce sott'acqua, e dubitava che David ci riuscisse. Cosa che si riveló falsa, dato che riuscì a restare proprio attaccato a lui, anche se qualche volta rallentava.

"Basta così." si fermò Percy, guardando il fratello.
"Sei andato benissimo. Sei pronto per domani. Un ultima lezione per oggi. Ora, concentrati al massimo. Devi sentire l'acqua che c'è intorno. Una volta fatto, dovrai sentire dei rumori e delle voci sopra di noi. Saranno ragazzi che si stanno allenando."

David chiuse gli occhi, e cercò di fare come aveva detto Percy. Era un'abilità che aveva sfruttato poco, Riuscire a sentire cosa accadeva all'esterno, ma si era dimostrata molto utile. Si concentró anche lui, sentendo alcuni ragazzi che correvano ai piedi del lago, e stranamente, sentì la voce di Annabeth li vicino.

"Al mio segnale, risaliremo velocemente in superficie. Controlla l'acqua del lago, usala come un trampolino, e cerca di atterrare senza schiantarti. Al tre: uno... due...TRE!"

Percy fece in modo che l'acqua lo trasportasse in alto verso la superficie, ad una velocità supersonica. Prima di uscire dal lago, si girò, notando che anche David ci era riuscito.
Fece un grande balzo di diversi metri, una volta uscito dal lago, e atterrò "dolcemente" nella fonte della voce di Annabeth. Si rese conto, infatti, di averla distesa sull'erba, e lui era seduto sopra di lei.

-PERSEUS JACKSON!- sbraitò lei, ma Percy le chiuse delicatamente le labbra con l'indice.

-A rapporto, Sapientona.- rispose lui ridendo.

Ci vollero una faccia da cucciolo e diverse scuse per calmare Annabeth, ma alla fine la ragazza cercò di darsi una regolata.

-Non farlo mai più.- disse una volta in piedi.

-Non ti prometto niente. Dove è andato David?-

Cercó il fratello con lo sguardo fino a quando non lo vide seduto sul ramo di un albero lì vicino.

-Eccomi!- disse sventolando mano.
-Presumo che sia andata bene...- commentò Annabeth guardando il ragazzo sull'albero.

-Più che bene, Sapientona. Non vedo l'ora che sia domani.-


E infatti, il giorno della partita arrivò subito. Verso il pomeriggio, la squadra al completo si riunì alla riva del lago. Dopo che Chirone rispiegò velocemente le regole, la squadra posizionò la bandiera di fronte al lago, di colore grigio e con la sagoma di un grosso gufo disegnata. Annabeth, Piper e diversi ragazzi cominciarono ad allontanarsi. Il loro obiettivo era restare nascosti fino a quando non sarebbe cominciata la battaglia al lago, per poi partire per il Pugno di Zeus.
I fratelli Stoll e il resto della squadra si nascose nei cespugli e negli alberi vicini, mentre i figli di Poseidone si tuffarono in acqua. Come il giorno prima, si posizionarono nel fondo del lago, ma questa volta si sedettero. Entrambi intrecciarono le braccia e le gambe, e chiusero gli occhi, cercando di ascoltare ogni minimo particolare proveniente dalla superficie.

Aspettarono per un quarto d'ora, che per Percy parvero ore. Non gli piaceva stare fermo, dato che era molto iperattivo, ma sapeva che non poteva mandare tutto a monte, così cercò di calmarsi. "Sento dei movimenti, Percy."

Era vero. Anche Percy udì dei rumori, erano almeno una decina di ragazzi che si stavano avvicinando alla Bandiera.

"Sono loro. Sei pronto?" aprì gli occhi e si voltò verso David, notando che anche lui lo stava osservando.

Lui annuì serio.
"Sono pronto."

"Allora andiamo!"

Sì slanciarono sfruttando l'acqua del lago, e i due atterrarono proprio poco più avanti la bandiera, faccia a faccia con i membri della squadra avversaria. Erano diversi ragazzi e ragazze, delle Cabine di Nemesi, Dionisio, ma non riconobbe tra loro nessuno della cabina di Ares, e nemmeno Jason.

-Hey ragazzi. State cercando la bandiera? ADESSO!-

Appena urlò, gli alleati sbucarono dal loro nascondiglio, ma allo stesso tempo, apparvero i rinforzi nemici dal bosco, e tra di loro riconobbe Ellie e Clarisse.

-Ora, David!-

I due fratelli si affiancarono, spalla contro spalla, indirizzarono il loro braccio verso il nemico mentre un'onda gigantesca si abbattè davanti a loro.
La squadra avversaria faticò a rimettersi in piedi ma appena Clarisse urlò di attaccare la battaglia incominciò sul serio.
Vide Clarisse sfrecciare verso David, brandendo la sua ascia elettrica, ma Percy fu più veloce e la bloccó con Vortice.

-Mi spiace Clarisse. Perché non te la prendi con me?-

La ragazza, che era serissima, non protestò e cominciò ad attaccare Percy, che si parava e schivava con prudenza. Ma allo stesso tempo, mentre lei attaccava, notava che lo stava facendo indietreggiare. Non la fermò, ma fece in modo che la figlia di Ares continuasse a spingerlo, fino a quando Percy non si ritrovò i piedi bagnati dalla riva.

"Perfetto."

Un onda proprio sui suoi piedi investì Clarisse, che le fece fare un grande balzo e cadde poco più avanti.
In quell'istante, Percy si girò un attimo per vedere come se la stava cavando David: il fratello era da solo contro due ragazzi avversari, cercando di difendersi con la spada. Ad un certo punto, la perse a causa di uno scontro con la lama dell'avversario, così cominció ad indietreggiare, e si ritrovò I piedi nel bagnasciuga.

"Andiamo David. Mostrami cosa sai fare."

E lo fece. David scattò con una velocità assurda, diede un calcio sul petto del primo avversario (per fortuna aveva l'armatura), ma il colpo era talmente forte che lo spedì su un albero. L'altro avversario provò con un fendente orizzontale, David lo schivò di nuovo piegando la schiena tipo Limbo (come aveva fatto nella sfida con Clarisse), e poi si drizzò velocemente in avanti e diede una forte testata al nemico.
Era incredibile come fosse diventato potente in quel poco che gli era bastato per toccare l'acqua. Aveva messo fuori gioco due ragazzi in un battibaleno.

-Recupera la spada David! Non restare disarmato!-

Udito l'ordine del fratello, corse subito e riprese la spada. Ma appena si rialzò si ritrovò faccia faccia ad Ellie. I due si guardarono per un momento, poi Ellie attaccò.
David intercettó il colpo con la spada, e i due cominciarono la loro battaglia, tra attacchi, schivate e parate. David riusciva a tenere la guardia alzata e a non distrarsi ma Ellie sembrava avere la meglio con la spada, dato che la maneggiava con una buona maestria.
Chissà che tipo di allenamento le aveva dato Clarisse...
Ma proprio mentre Clarisse si riavvicinò a Percy tutti i presenti si fermarono di colpo. Poi un enorme folata di vento passò fra i presenti, talmente potente da far svolazzare l'armatura di Percy.

-Che succede?!- chiese David.

Percy però sapeva la risposta. E sorrise.

-È Jason. Sta arrivando.-

Lentamente, indietreggió verso il lago, e concentrandosi, rimase esattamente in piedi sul letto del lago. Poi il vento si fece più intenso e Percy guardò in alto. Come sospettava, Jason stava scendendo in picchiata, proprio verso di lui. Percy si mise in posizione difensiva, e in un attimo, ci fu un enorme scossone.
I tuoni rimbombarono per il campo di battaglia, le acque del lago cominciarono a diventare sempre più mosse, e Jason era proprio davanti a Percy, sospeso a mezz'aria, la sua spada a contatto con Vortice. I due erano faccia a faccia, e avevano un ghigno pazzo e divertito. Non era la prima volta che succedeva.
Jason provò a colpire Percy, ma lui riuscì a parare il colpo, e cercò di contrattaccare. Per diversi minuti i due continuarono quella specie di danza, fatta di attacchi, parate e schivate, fino a quando le due spade non si incontrarono di nuovo.

-Divertiamoci.- disse Jason, ancora con quel sorriso strano.

Si librò in aria per diversi metri, e i tuoni si fecero più frequenti.
Percy rimase dov'era, ma si concentrò sempre di più sull'acqua del lago, per fare in modo di ottenere la maggior potenza possibile. Poi, Jason scese di nuovo, spada sguainata, mentre Percy si alzò, spinto dall'acqua che aveva creato una cascata ai suoi piedi. E appena le spade si scontrarono, ci fu un altro scossone.
Rimasero entrambi per diverso tempo in aria, uno con il potere del cielo, l'altro con quello del mare. E quando si scontravano, era come se stesse per arrivare un terremoto.
Alla fine Percy cadde in acqua, ma rimase come prima in piedi nel letto, mentre Jason continuò a salire. Vide che alzò il braccio, e un fulmine gli passò sulla mano. Percy invece si concentrò, ed un onda gigantesca si erse sulle sue spalle. E quando il fulmine e l'onda si scontrarono, un flash di luce bianca inondò l'area circostanze.

Dopo qualche secondo Percy piombò sul suolo, ancora in piedi, vicino al lago. Jason era davanti, anche lui in piedi. Entrambi non erano stanchi. Entrambi ne volevano ancora. Si attaccarono di nuovo, stavolta a terra, e le spade si scontrarono più di una volta e...

-Ehm... Testa d'Alghe?-

-Scintilla?-

-CHE C'È?!- chiesero i due, udendo le voci delle loro ragazze.

Si voltarono, vedendo le due ragazze in piedi che lo guardavano, ma i due notarono che a parte loro, non c'era nessun altro.

-Hey, dove sono gli altri?- chiese Jason.

-La partita a Caccia alla Bandiera è finita venti minuti fa!- spiegò Piper.

I due sbiancarono
-Cosa?! È impossibile! Abbiamo soltanto...-

-Testa d'Alghe, la vostra battaglia non aveva verso di finire. Noi abbiamo continuato la partita senza di voi, e ci mancava poco che perdessimo...-

-Oh... raccontami.-

Percy trasformò Vortice in penna, salutó Jason e Piper e si allontanò con Annabeth. Era così preso dalla adrenalina dell'incontro con Jason che si era dimenticato della partita, ma ora voleva sapere.

-Allora, raccontami tutto, nei particolari.- disse appoggiandosi da un albero lì vicino, assieme ad Annabeth.
E lo fece: gli raccontò di come era riuscita con gli altri della squadra a prendere la bandiera.
-Ma mentre tornavamo alla base era successo qualcosa: la squadra avversaria stava per prendere la bandiera, se non fosse stato per David. Era stanco e affaticato dalla battaglia, ma ad un certo punto aveva chiamato le acque del lago, che lo avevano circondato per tutto il corpo... era diventato una specie di sfera d'acqua gigante, un tutt'uno con l'acqua, non so come abbia fatto a farlo, po si è tuffato verso Clarisse e gli altri. Li ha stesi subito.-

Percy fischiò dallo stupore
-Wow, questo sì che è mio fratello. E poi?-

-Poi son riuscita con gli altri a portare la bandiera. Avevamo vinto. Ma David era... strano. Io mi sono avvicinata, e ho visto che stava male: continuava a sudare come una fontana, aveva il fiatone, e in pochi secondi era caduto a terra, svenuto. Gli abbiamo dato un pò di ambrosia. Chirone poi lo ha preso e lo ha portato in infermeria.-

-Cosa?! Dov'è adesso?!-

Percy era spaventato, e preoccupato. Come uno stupido, si era completamente dimenticato di suo fratello durante la partita, che aveva provato una pazzia come quella: era ovvio che stesse male, doveva procedere con calma nell'uso dei suoi poteri.

Annabeth gli appoggiò una mano sulla guancia, per rassicurarlo.
-Heyhey, tranquillo. Sta bene ora, si sta rilassando. Ti porto da lui.-

Annabeth lo prese per mano, e lo scortò via dal lago. Percy si era sentito un vero idiota ad aver agito come un egoista, fregandosene degli altri, ma era grato che Annabeth gli stesse accanto. A dimostrarlo non erano soltanto le sue parole di conforto, ma era anche quella salda stretta di mano, che Annabeth tirava per guidare Percy. Era una forse una cosa da niente ma erano anche quelle piccole cose che gli facevano capire quanto lei amasse Percy.
Appena arrivarono all'ingresso della Casa Grande, notarono sul portico David ed Ellie, seduti su una panchina, che ridevano e parlavano tra di loro. David teneva in mano un bicchiere mezzo vuoto che Percy intuì fosse nettare. Ma da quel sorriso e dalla sua tranquillità, non sembrava che stesse male.
Percy camminò veloce su di lui, leggermente adirato. David lo sentì e non fece a meno di sorridere

-Alleluia, ce l'hai fatta!- disse lui alzando le braccia.

-Smettila di fare il simpatico con me!-

Il tono di Percy era duro e severo. David notò quel cambiamento d'umore di suo fratello nei suoi confronti, e rimase perplesso da ciò.

-Che intendi?!

-Quello che mi ha detto Annabeth! Hai idea di cosa hai fatto!? Non puoi usare così i tuoi poteri. Stai iniziando solo ora a controllarli, non capisci che...-

-Testa d'Alghe...- cerco di dire Annabeth.

-No, Annabeth, aspetta.- intervenne David.

Aveva alzato la mano verso di lei, in cenno di fermarla. A quanto pare sapeva che dire.

-No, Percy ha ragione.-

Sembrava che non avesse capito: suo fratello gli aveva appena detto che aveva ragione?

-Ho sbagliato, è vero. Non so perché l'ho fatto. Ho agito d'istinto, penso che sia stata l'adrenalina del combattimento, non ne ho idea. Ma mi sono accorto in quel preciso istante che mi ero spinto oltre, non avevo mai fatto una cosa del genere prima d'ora. Ora conosco i miei limiti attuali, e so quando dovrò fermarmi.-

David si alzò piano, ed Ellie, con calma, lo aiutò a sollevarsi. Bevette un piccolo sorso del bicchiere e osservò suo fratello.

-Ti chiedo scusa per averlo fatto. Prometto di stare più attento.- disse infine, sorridendo.

Percy era davvero sorpreso. Non succedeva spesso che qualcuno gli desse ragione. Era davvero impreparato ad una situazione come questa.

-Wow, io non... è che ero preoccupato, sei mio fratello e...-

-Lo so, tranquillo. Perché non ci mettiamo una pietra sopra e andiamo a festeggiare? Abbiamo vinto!-

Alla fine i due passarono il resto della giornata a divertirsi per il Campo, passeggiarono per la riva del lago dove David gli raccontò bene come era andata: aveva cercato assieme agli altri della squadra di difendere la bandiera con tutto se stesso, anche se anche lui era rimasto concentrato su Ellie. La ragazza era davvero brava a maneggiare la spada, e David affermò di aver avuto non poche difficoltà nell'affrontarla.
Alla fine, arrivó l'ora di cena. Non succedette nulla di particolare a parte il fatto che il signor D mancasse. Non era nel tavolo principale con Chirone e la cosa era strana. Magari aveva una riunione con gli dei, o qualcos'altro di importante, ma a quanto pareva nemmeno Chirone sapeva dove fosse. Cosa strana, dato che Dioniso diceva almeno a Chirone dove andasse di solito.
Non ci pensò molto, scartò infatti quei pensieri e si limitò a divertirsi, fino a quando non avrò tornò in cabina con David.

-Sai...- disse ad un tratto il fratello, appena si distese sul suo letto.
-Avevo sempre desiderato avere qualcuno come un fratello o una sorella. Prima che arrivassi qui... mia madre era incinta. Io e lei non andavamo tanto d'accordo, ma quando mi disse che aspettava un bambino ero davvero felice. Finalmente avevo qualcuno da voler bene, in termini di famiglia intendo. Allora era solo con Ellie che provavo certi sentimenti, ma mai un affetto del genere per uno della mia famiglia. Potevo avere qualcuno da volere bene, magari anche crescerlo e aiutarlo come si fa tra fratelli... questo genere di cose. Ma poi mia madre abortì all'improvviso, senza avvisarmi. Da quel momento ogni mia speranza di avere un fratellino o una sorellina svanirono. Mi dissi che probabilmente non avrei mai avuto quel tipo di sentimento... ma poi sono arrivato qui, e tutto è cambiato. Ho conosciuto il Campo, ho conosciuto te Percy, e sono felice di averti come fratello.-

Aveva già sentito quella storia, da parte di Ellie, ma sentirla dalle orecchie di David faceva un altro effetto. Era lui che aveva provato quel dolore, ma ora si sentiva bene. Perché aveva trovato un posto dove sentirsi a casa. Non poté far altro che sorridergli.

-Beh, non ci sono solo io. Vieni.-

Percy si avvicinò alla fontana e David lo seguì. Prese una delle dracme da scrivania e la buttò sull'acqua calda che aveva formato un piccolo arcobaleno

-Oh Dea, accetta la mia offerta. Mostraci Tyson, fucine del palazzo di Poseidone.-

L'aria cominciò a scaldarsi lievemente, e davanti a loro apparve un'immagine: un omaccione alto di circa 2 metri, grosso, con una zazzera di capelli che gli ricadevano sulla fronte, e un solo grosso occhio che guardava fisso sul materiale che stava lavorando a colpi di martello.

-Hey, Tyson!- disse Percy.

Alle sue parole, il ciclope alzò lo sguardo e sorrise gargiante vedendo la figura di Percy.

-Fratello! Come stai?-

-Tutto bene campione. Come va il lavoro?-

-Abbastanza bene direi. Tyson andrà in vacanza fra qualche giorno, e tornerà al Campo.-

-Davvero? Allora scommetto che non vedrai l'ora di conoscere il nostro nuovo fratello.-

Percy fece cenno a David di avvicinarsi un pò di più verso di lui, in modo che Tyson lo vedesse. Lui infatti saltellò di gioia, contento.

-Yeee, un altro fratello! Ciao, mi chiamo Tyson!-

-Ciao Tyson! Io mi chiamo David!-

-Che bel nome! A Tyson piace! Non vedo l'ora di conoscerti meglio appena torno!-

-Anch'io!-

-Oh, è meglio che vada, altrimenti il capo si arrabbia. Ciao fratelli, ci incontreremo fra qualche giorno!-

I ragazzi sventolarono la mano, mentre l'immagine di Tyson scompariva lentamente dalla cabina.


NICO



Era la terza volta da quando era partito che non faceva altro che correre. Correva a per di fiato, mentre alcuni mostri lo inseguivano.
Aveva fatto ricorso ai suoi amici scheletri, sperando che lo proteggessero abbastanza da permettergli di scappare, ma purtroppo niente da fare.
Nico di Angelo non era mai stato un codardo, ma dopo aver combattuto quei mostri più volte, l'unica alternativa era scappare.
Spuntavano ogni volta. E ormai Nico era stremato. Aveva attraversato l'intero paese evitando i viaggi nell'ombra, ormai mancava poco per arrivare al Campo, ma non ce la faceva più.
Cadde a terra, in ginocchio, stremato e con la fronte bagnata dal sudore. I diversi tagli che gli avevano dato i mostri erano molto profondi. Era un miracolo che fosse ancora vivo. Ma presto lo avrebbero raggiunto, e con molta probabilità lo avrebbero ucciso.
Una manticora, seguita da altre sue simili e da dei demoni del Tartaro, gli arrivarono davanti, con un ghigno malefico dipinto sul loro viso.

-Finalmente ce l'abbiamo fatta. Presto potrai dire addio alla tua vita, figlio di Ade.-

Pensava che ormai fosse finita. Nico di Angelo, che aveva combattuto mostri ben peggiori, ucciso da una stupida manticora. Ma forse aveva una chance per farcela.
Alzò lo sguardo, vedendo che la manticora stava alzando il braccio, pronta a dargli il colpo di grazia. Ma Nico non voleva dargliela vinta.

Sorrise al mostro
-Non oggi.-

E con tutta la sua forza di volontà, utilizzó un viaggio ombra per entrare nel Campo. Per sua fortuna, funzionò, dato che atterrò proprio vicino al falò ormai spento. Ma per sua sfortuna, stava per svenire, e le arpie che erano di pattuglia di notte molto probabilmente lo avrebbero mangiato come spuntino notturno.
Sperò con tutto se stesso che qualcuno accorse in suo aiuto, ma poi, i suoi occhi si chiusero, e svenì...


Angolo dell'autore
Sì... sono un'idiota lo ammetto. Chiedo infinitamente scusa per averci messo così tanto con questo capitolo.
Ammetto che mi sono preso un pò di tempo pee farlo, cercando di scriverne uno decente, e anche abbastanza lungo per la lunga attesa. Ma purtroppo ho avuto anche poco tempo per dedicarmi bene alla storia. Spero che voi capiate e che nonostante tutto questo capitolo vi sia piaciuto. Non so quando uscirà l'altro, dato che starò via un po per Ferragosto, ma posso dirvi che presto la storia si farà più intensa.
Tra l'altro, ho dato agli scorsi capitoli un codice HTML più decente.
Per le scritte lascio ancora quello standard dato che non ho trovato ancora uno buono ma appena lo troverò lo imposterò per tutti i capitoli.
Quindi, mi raccomando, recensite e vi aspetto al prossimo capitolo!
See ya! :)
-MrRaider
   
 
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