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Autore: alida    29/01/2009    2 recensioni
I tre indiavolati tennero stretti lo Spiraglio nello stesso momento e questo si attivò portandoli ad Hogwarts, il giorno in cui Harry Potter iniziava il suo terzo anno di scuola. E chi mai potrebbero essere questi tre indiavolati? A voi scoprirlo. I personaggi appartengono a J.K.Rowling, la storia non ha scopo di lucro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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L’infermeria, naturalmente, era deserta. Appena vide entrare i professori con Severus dolorante, Madama Chips disse, alzando gli occhi al cielo: -Merlino, neanche il 22 Dicembre si può riposare!-.

-Scusaci tanto- fece Lupin –ma ci basta un letto, per il resto facciamo noi-.

-A se è così, guardatevi attorno e scegliete il letto che preferite- fece la donna.

Il primo letto, accanto all’ingresso andò benissimo. Il ginocchio del ragazzo era gonfio e lui non si lamentava. Dopo pochi minuti arrivò Silente che si accomodò in una sedia accanto al letto. –Che cosa pensi di me, Severus?- chiese il preside.

Severus non rispose.

Silente rimase un po’ deluso, ma non si lasciò scoraggiare. –Pensi che ti farò del male? O che farò del male a Remus e Sirius?-.

Ancora silenzio. Severus non riusciva a sostenere lo sguardo di Silente, abbassò gli occhi e si fissò le mani. A quel punto Silente decise di cambiare tattica. –Forse non lo sai, ma io sono un purosangue e se non sbaglio, devi sempre rispondere quando un purosangue ti fa una domanda!-.

Severus  s‘irrigidì sul letto e nascose le mani sotto il lenzuolo. Adesso doveva per forza rispondere. Fosse giusto o sbagliato non aveva importanza, rispondere era la scelta giusta in entrambi i casi. Se aveva deciso di sottomettersi, avrebbe dovuto rispondere. Se avesse deciso di fidarsi del preside, avrebbe dovuto rispondere.  Silente era stato furbo.

-Io non so cosa pensare. Io mi fido ma mi sono venuti dei dubbi, non per questo smetterò di compiacerla-.

Il ragazzo aveva espresso fiducia e sottomissione. “Era furbo” pensò Silente.

-Vediamo un po’ cosa ti è successo al ginocchio- disse il preside, sollevando il lenzuolo.

Lupin cominciò a sentire un certo disagio, la pozione che aveva bevuto era ben fatta, ma forse quel mese sarebbe stata più dura delle altre. Così, scusandosi, decise di congedarsi.

Piton guardò il ginocchio: era gonfio certo, ma sembrava molto più grosso dell’altro, grosso in maniera spropositata. Silente provò a sollevarlo lievemente ma Severus si lamentò, cominciava a sudare dal dolore.

-Io credo che ti stiano crescendo ossa in più, che continuando così ti impediranno di piegare il ginocchio rendendoti zoppo- disse Silente.

-Ossa che crescono? Io pensavo che fosse rotto?- ammise Piton –Non ho mai sentito che le ossa potessero crescere oltre il normale!-.

Silente gli sorrise, :- Fortunatamente io sì, e ho anche inventato un piccolo incantesimo per riportarle alla normalità!-. Silente prese la sua bacchetta e pronunciò : -Normalis Ossaturum!-. Il ginocchio del ragazzo si sistemò all’istante.

-No- disse Severus –Non è possibile!-.

-Che cosa non è possibile! Forse non lo sai ma io sono uno dei più grandi maghi di tutti i tempi!- rispose Silente guardandolo da sopra gli occhiali e non potendo fare a meno di notare lo sguardo smielato e tendente al vomito di Piton.

-No- ripeté il ragazzo –Questo incantesimo l’ha inventato Tom Riddle. Me l’ha detto lui!-.

Silente lo guardò serio e poi disse: -Parlami di Tom Riddle, per favore-.

-Tom è una persona buona- esordì con convinzione Severus – Il suo papà era un babbano e sua madre una maga. Il suo papà li lasciò prima che Tom nascesse, la mamma non aveva la possibilità di tenerlo con sé e lo portò in un orfanotrofio. La gente dice che lì, Tom, fece tante cose brutte e poi quando compì 11 anni andò ad Hogwarts. Lì finì tra i Serpeverde, era uno dei migliori-.

-E rispettava le regole del preside, le vostre regole, lui era un mezzosangue…- lo interrupe Silente.

-A quei tempi non vigevano ancora le nostre regole. Poi non si sa con certezza cosa sia successo, sembra che Riddle odiasse quelli che non erano purosangue. Ma non può essere così, perché avrebbe dovuto odiarli, lui stesso era mezzosangue-.

-E poi cosa successe?- disse Piton invitandolo a parlare.

-Poi all’improvviso è cambiato. Disse che si era accorto del suo errore. Era cambiato davvero. Riprese ad andare dalla madre, non parlò più di sangue puro e roba del genere. Uscito dalla scuola, ha aperto un centro culturale, dove si cerca di trovare un punto d’accordo tra maghi puri e gli altri. Rifornisce molti centri di pozioni, le fa lui personalmente. E ha scelto me come aiuto-apprendista- concluse fieramente il ragazzo.

-Va bene, Severus. La tua spiegazione è stata esauriente, puoi andare- disse Silente, ma Piton lo interruppe.

-Visto che sei stato apprendista di Riddle, cosa ne diresti di essere anche il mio. Mi par di ricordare che tu stesso ti sia mezzo proposto-.

Severus colse l’occasione e accettò. Salvo poi ricordarsi dell’ordine di rubare che aveva ricevuto da parte dei suoi compagni di stanza. Non poté farci niente, però. Piton e Silente erano già spariti.

Si stava per alzare quando lo raggiunse Harry.

-Madama Chips mi ha detto che eri qui. Stai bene ora-.

-Si, Harry. Grazie-.

-Vieni, dai. Andiamo da Hagrid, che ne dici-.

-Certo- rispose Severus, in ogni caso Harry era un purosangue.

Alla casetta, vicino alla foresta proibita, trovarono un Hagrid piangente. Il ministero aveva ordinato l’uccisione di Fierobecco. –Non è giusto. Non è stata colpa sua. E’ stato Draco a provocarlo!- urlò Harry.

-Hanno detto che Fierobecco è cattivo assai. Che io vi imparo cose ingiuste. Vengono a ucci-ucci-ucciderlo il 25. Per Natale- raccontò tra le lacrime il mezzogigante.

-Non ti preoccupare- lo consolò Severus –Io conosco un incantesimo che lo salverà-.

Harry lo guardava perplesso. Hagrid era contrariato :-Non voglio che ti mettiate nel pasticcio per colpa mia-.

-Non ti preoccupare- sorrise Harry –Io e Severus, sappiamo difenderci bene. E detto questo uscirono. Ormai era tardi e dovevano ritirarsi nelle proprie stanze.

Severus tornò alla sua camera, ma trovò la porta chiusa e ricordò : -I mezzosangue devono rientrare prima dei purosangue. In caso contrario o vengono puniti o restano fuori fino al mattino seguente- almeno Remus e Sirius avevano optato per l’opzione meno dolorosa.

Non sapeva che fare ma ripensò all’infermeria con tanti letti vuoti e decise che, forse, avrebbe potuto usufruirne. A metà strada però vide qualcosa che lo spaventò tanto da fargli lanciare un urlo disperato. Minerva, che casualmente si trovava a poche decine di metri dal ragazzo, fu la prima a raggiungerlo.

L’urlo sveglio anche Remus, Sirius ed Harry che si precipitarono nel corridoio. –Signor Severus, spero che lei abbia avuto un buon motivo per urlare in questo modo disumano-.

-Ho visto, credo di aver visto qualcosa di poco normale- rispose Severus –Non avevo mai visto niente così…-.

-Così come?- chiese la donna.

-Non lo so- rispose lui.

-Fino a quando non lo saprà vada a dormire, poi, magari passerà a dirmelo- poi girandosi verso Sirius e Remus  disse: -Voi due, subito dal preside con me-.

I due restarono di stucco ma la McGranitt era già dieci metri avanti e perciò decisero di andare.

Harry si avvicinò a Severus e gli chiese: -Che  cosa hai visto?-.

-C’erano due uomini- rispose lui – e un attimo dopo un cane e un topo!-.

-Severus, che cosa dici. Sei sicuro di stare bene? Forse saresti dovuto restare in infermeria!-.

-Buonasera, ragazzi!- iniziò Silente –Come sicuramente voi saprete, Severus ha passato un’ora in infermeria. Purtroppo ha sbattuto violentemente il ginocchio che gli si era gonfiato. Il dolore era tale che il poveretto è svenuto. (Bugia!) Mentre cercavamo di svegliarlo, gli è caduto dalle mani questo foglietto con una lista di erbe. Voi ne sapete qualcosa?-.

I due si guardarono. Finalmente era arrivato il loro momento. Remus avanzò verso il preside, si chinò e gli baciò il bordo della veste, poi si alzò e disse: -Signore, sono le erbe necessarie per la preparazione della sua pozione. Siccome non c’è permesso uscire dai confini della scuola abbiamo pensato di procurarceli dal magazzino del professor Piton-.

Minerva chiese: -Intendete dire che volevate entrare nel magazzino con l’intento di rubare?!?!-.

Remus cominciò a tremare vistosamente, allora Sirius gli corse in aiuto e specificò: -No, professoressa. Una bassezza del genere non si addice a dei purosangue, avevamo ordinato a Severus di farlo-.

-Ma lui si è rifiutato e l’abbiamo punito- aggiunse Remus, secondo lui per riparare la situazione.

-Non potevate chiederli a me?- disse Silente.

-Non potremmo mai farle delle richieste, signore. Sappiamo bene qual è la gerarchia- rispose Sirius.

Silente era curioso di sapere che pozione avrebbero dovuto creare, il miscuglio di quelle erbe non avrebbe dato mai nessun risultato. Lui conosceva tutte le pozioni che esistevano al mondo. Almeno, tutte quelle del suo mondo, così gli assecondò.

:-Avete fatto bene. Confido che la pozione sarà pronta per….-lasciò la frase in sospeso.

-Per il 15 Gennaio, come sempre, signore- si affrettò a concludere Sirius.

-Adesso, potete andare- li disse la McGranitt aprendo la porta. I ragazzi uscirono indietreggiando, senza mai dare le spalle agli adulti.

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Grazie a tutti, ancora una volta vi sento vicini. Alida.

 

  
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