Andai verso lo specchio e mi sistemai nervosamente la cravatta.Quella sera si sarebbe tenuta una delle solite feste dei Malfoy per le famiglie purosangue più influenti.Presi un flacone di balsamo senza risciacquo e ne passai un po' sulla mia lunga chioma bionda.Alzai il volto verso lo specchio, arretrando di qualche passo.Ciò che vidi mi soddisfò, perciò mi decisi a scendere nella Sala delle riunioni dei Mangiamorte, trasformata dagli elfi domestici in una sala da ballo.Mi diressi con passo spedito verso il maiale della signora Goyle -o era lei?- per dargli il benvenuto e farli accomodare ("Dobby, tre sedie dovrebbero bastare"), quando una donna bionda e slanciata mi si parò davanti."Lucius, dobbiamo parlare" disse mia moglie con tono autoritario.Quando mi parlava in quel modo erano guai.Che ce l'avesse ancora con me per quella volta in cui avevo usato la sua piastra senza permesso?"Posso spiegare..." tentai, impaurito."No.Seguimi.".Mi portò via dalla festa senza neanche il tempo di dire "phon", prima ancora che potessi assaggiare le crocchette di thestral, e andammo nella sua camera al piano di sopra.Si sedette sul bordo del letto, iniziando a torturarsi il pizzo del vestito, mordendosi nervosamente il labbro inferiore."Dimmi pure" le dissi."È che..." azzardò "mi sembri diverso...distante".Guardai in basso, a disagio.Non potevo permettere che venisse a sapere di me e Bellatrix.Alzai lo sguardo verso il suo viso.Avrei dovuto odiarla.Avrei dovuto odiare quella donna che ero stato costretto a sposare contro il mio volere, che mi aveva privato di ogni libertà dall'età di diciannove anni. Sempre così fredda. Sempre così distaccata. Così inespressiva. Non era lei la donna avrei scelto, se solo avessi potuto. Eppure in quel momento l'unica cosa che vedevo era una donna distrutta dalla vita.L'acconciatura disfatta, le guance leggermente accaldate.Gli occhi velati di lacrime che mai avrebbero osato scendere.Narcissa Black stava lottando contro i suoi sentimenti irrazionali, dettata da un'educazione impartitale dalla nascita.Orgogliosa fino al midollo."Non è vero, Narcissa, io sono uguale a prima.Ultimamente sono stressato, e il tuo atteggiamento nei miei confronti non aiuta." risposi, pronto all'ennesima lite."Va bene...hai ragione, scusami.".Che cosa?Avevo sentito bene?Era la prima volta da quando l'avevo sposata che me la dava vinta così facilmente.Distolsi lo sguardo, fissandolo sulla sul quadro babbano raffigurante fiori lilla appoggiato alla parete.Mia moglie aveva sempre avuto una passione per i quadri babbani, e ne fece appendere per tutta la casa qualche giorno dopo il matrimonio.Inutile dire che non ho potuto fermarla."Dov'è Draco?" chiesi, per cambiare argomento."Dilà, gioca a scacchi con i suoi amici." dissi, avvicinandomi a lei "potremmo imitarli".Lei mi sorrise.La feci stendere sul letto, sciogliendole completamente la complicata acconciatura fatta dalla sua parrucchiera di fiducia.Mi sfilò i pantaloni, e, quando stava per fare lo stesso con i boxer, sentimmo la porta spalancarsi violentemente.Una Bellatrix sconvolta e rossa in viso si affacciò alla porta.Notai dietro di lei dei corpi morti o svenuti, fra cui la povera signora Goyle."CHE COSA STA SUCCEDENDO QUI?!" urlò, evidentemente ubriaca fradicia.Mi alzai, avvolgendomi addosso le lenzuola.Mi guardò confusa. "Lucius...?", mormorò, per poi spingermi contro il muro, cercando di baciarmi.Cissy la spinse via con uno stupeficium."Oh, Narcissa...credi di potermi battere?Credi di poter battere me, che sono stata addestrata dal Signore Oscuro in persona...?In confronto a me, Cissy, tu sei una strega mediocre...CRUCIO!" Urlò, in preda alla rabbia e all'alcool.La presi per un braccio spingendola fuori dalla stanza."Tu sei pazza...vattene!Esci da questa stanza!ADESSO.".Lei interruppe la tortura a Narcissa, per poi fissarmi, il volto contratto dall'ira.La sentii scendere le scale e intimare alla figlia di smaterializzarsi con lei.Mi girai.Mia moglie era ancora sul letto, sul suo viso era impressa la stessa espressione di Bellatrix.Evidentemente, i geni dei Black rimangono immutati.Per sempre.