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Autore: Daughter of Horus    30/01/2009    1 recensioni
Lucciola era morto senza essere mai riuscito a dire a Deeo quanto gli volesse bene. Ora che gli è stata data un’altra chance, sarà in grado di trovare di nuovo il suo signore? E se ci riuscirà, sarà troppo tardi?
Deeo/Lucciola.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Deeo Eraclea, Lucciola, Nuovo personaggio
Note: Traduzione, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Firefly’s Light
Autrice: Daughter of Horus
Traduttrice: Leo chan
Pairing: Deeo/Lucciola, Claus/Lavie
Rating: Giallo
Disclaimer: Studio-Gonzo Digimation/Victor Entertainment/GDH
Design-Horiuchi Osamu, Maeda Mahiro, Murao Minoru, Murata Range
Regia-Koichi Chigira
Script-Koichi Chigira, Tamioka Katsuhiro, Yamashita Tomohiro
Musiche-Dolce Triade, Hitomi Kuroishi
Personaggi Originali-Daughter of Horus
Riassunto della Trama: “Lucciola era morto senza essere mai riuscito a dire a Deeo quanto gli volesse bene. Ora che gli è stata data un’altra chance, sarà in grado di trovare di nuovo il suo signore? E se ci riuscirà, sarà troppo tardi?
Deeo/Lucciola.”
Note della traduttrice: Eccomi a voi il secondo capitolo.
Buona Lettura.



FIREFLYS LIGTH




Uno dei tanti aspetti per cui gli uomini erano diversi dai membri della Gilda risiedeva nel loro entusiastico abbracciare quella forma di abitazione nota come “condominio”. Così, Lucciola si era svegliato, non per il cinguettìo degli uccelli od il fluire della luce attraverso le finestre (tutt’altro che pulite), ma a causa di due persone che litigavano furiosamente sopra di lui. Il suo orologio biologico gli diceva che era ancora presto, e riflettè brevemente sull’opportunità di rimanere a letto per alcuni minuti, ma alla fine si alzò. Aveva delle faccende da sbrigare.

Non c’era una gran scelta di vestiti nell’armadio di Curtos, ma il solo fatto che ci fossero delle possibilità di scelta gli fece spendere diversi minuti davanti all’armadio. Optò alla fine per una camicia nera ed il paio di pantaloni che aveva indossato il giorno prima. Non gli avrebbe fatto male indossarli di nuovo.

“La signorina Daphne mi ha detto di cambiare sembianze. Suppongo di dover cominciare.”
Passò una mano sulla guancia ruvida. Era una strana sensazione, a dire la verità_non aveva mai avuto bisogno di farsi la barba prima.

Il bagno era squallido, illuminato solo da una nuda lampadina, e giurò di aver sentito un ratto grattare al di là del muro, ma c’era uno specchio, un rubinetto con acqua corrente _fredda, ma meglio di niente_ ed uno spazzolino sbrindellato. Un accurata ispezione del mobiletto sotto il lavandino portò alla luce un rasoio ed un paio di forbici.
Dopo essersi lavato i denti, prese il rasoio. Fu molto, molto attento.

Aveva appena preso le forbici ed alzato una ciocca di capelli lsici, quando qualcuno bussò alla porta. Andò ad aprire per trovarsi davanti Daphne, con i pantaloni, una maglietta senza maniche ed uno sguardo scettico.
- Muoviti, abbiamo del lavoro da fare. Che stai combinando? -

- Sto provando a tagliarmi i capelli. Siete stata voi a suggerirmi di cambiare apparenze. -

Daphne sospirò e gli prese le forbici.
- Ci metterai un’eternità. Volevo portarti all’associazione delle vanship così potevi darle un’ occhiata prima che si cominci ad affollare. Vieni, siediti. -

Si sedette sullo stesso barilotto che aveva usato il giorno prima. Daphne era in piedi alle sue spalle.
- Quanto li vuoi corti? -

- Corti. -

All’inizio c’era il silenzio, salvo per il costante scivolare delle forbici. Da dove si trovava ora, Lucciola poteva dare un’occhiata migliore alla fantomatica fotografia che aveva notato. Mostrava un giovane Curtos con un braccio attorno a qualcuno che era stato tagliato fuori dalla cornice.

Daphne ruppe il silenzio un’ altra volta.
- Lucciola, giusto? Come il nome dell’ insetto? Non sapevo che alla Gilda piacesse dare simili nomi ai bambini. -

Lucciola non replicò. Forse se stava zitto, lei avrebbe recepito l’ allusione.

Niente da fare. Le sottigliezze non erano il suo forte, e così, con nient’ altro su cui focalizzare l’attenzione, Lucciola la ascoltò pazientemente chiacchierare riguardo al tempo (soleggiato, come il giorno prima e quello precedente ancora), al suo lavoro ( era stata portinaia di un fantastico hotel, finchè il suo capo l’aveva licenziata perchè voleva un aumento ), e alle persone che vivevano dall’ altra parte del suo corridoio ( i vicini del piano di sopra: gli si accapponò la pelle ).

Finalmente, dopo quella che parve davvero un’ eternità, ma che in realtà erano forse stato poco più di dieci minuti, la ragazza gli fece scivolare uno specchio di fronte agli occhi.
- Allora? Che ne pensi? -

Lucciola fissò la sua immagine. Il viso di Curtos sembrava diverso senza tutti quei capelli a coprirglielo. La pettinatura non era così corta e ordinata come in passato, ma doveva ammettere che Daphne aveva fatto un bel lavoro.
“Sembra quasi...me. Mi somiglia.”

- Ben fatto, uh? Forza, andiamo. -

L’ Associazione delle Vanship consisteva in una serie di reception, un piccolo chiosco che dispensava acqua e spuntini, ed un vasto hangar. Nonostante fosse presto, c’ era già una considerevole folla. Daphne procedeva attraverso la marmaglia, tenendo la testa alta per ignorare delibaratamente i fischi ed i sarcasmi lungo la strada. Lucciola la seguiva, tentando di resistere alla tentazione di fracassare un paio di teste.
“I meccanici della Silvana non erano esattamente amichevoli nei confronti miei o di Sua Eccellenza Deeo, ma non erano minimamente rudi come quella gente.”

- Hey, Daphne! Chi è il capro espiatorio stavolta? -
- Aww, Daphne ha un nuovo pilota, che carino. -
- Pensi che questo resiterà un mese? -
- Tre claudie che non dura una settimana! -
- Piacere di conoscerti, ragazzino! -

Anche tra tutte le vanship presenti nell’ hangar, Lucciola riconobbe quella di Daphne senza bisogno che gliela indicasse.
Era una vanship da corsa, e doveva essere sicuramente essere stata dipinta di nero con strisce blu prima che la vernice avesse iniziato a scrostarsi. Aveva un sacco di bolli larghi ed impressionanti, ed una serie di lunghi graffi nella parte ventrale.

- Eccola, la mia vanship. Non è meravigliosa? A parte il compressore di rotazione, in verità. E, credimi, non vorresti sapere nulla riguardo al boiler. -

Lucciola gemette e aprì il quadro di manutenzione. Daphne gli passò un piccolo kit e mentre faceva una stima dei danni sentì qualcuno avvicinarsi. Una voce maschile proruppe alle sue spalle. - Chi è il nuovo pilota? Mi sembra familiare. -

Incastrato fino al gomito nella cabina non riusciva a vedere, ma aveva la sensazione che Daphne lo stesse guardando.
- Non che siano affari tuoi, Aias, ma lui è Lucciola. É un bravissimo meccanico, e non appena avrà riparato la nostra vanship, vi faremo mangiare il fumo, a te e a quel piccoletto pelle e ossa di Teucros, alla Coppa di Norkia! -

L’uomo rise.
- Chi, tu? Ma se non riesci a trovare la strada nemmeno su una mappa. Guardati, sai che è vero. -

Appena Daphne iniziò a andare in escandescenza, Lucciola poggiò sconfitto la fronte ad una tubatura.

“Vostra Eccellenza...potrebbe essere molto più lunga di come imamginavo.”

*

Un urlo di disperazione e rabbia in grado di far rabbrividire perfino le ossa si levò dalle profondità della Silvana e riverberò in ogni dove. Tutti quelli che lo sentirono, dai meccanici al centro di comando, trasalirono e si tapparono le orecchie. Wina impallidì al suono.
Finchè non scemò in singhiozzi e si spense in quieti gemiti.

Deeo era sveglio. Le prime parole di senso compiuto che gli uscirono dalle labbra furono quelle per domandare dove fosse Lucciola. Furono Claus e Lavie a dirglielo.

Adesso era silenzioso. Era ancora legato alla cuccetta, ma meno stretto, così si appallottolò e seppellì la faccia tra le mani. Claus e Lavie ebbero l’accortezza di portar via con loro qualsiasi cosa potesse essere usata come arma.

Lavie si chiuse la porta alle spalle e si lasciò scivolare contro.
- Sono così triste per Deeo. Dopo quella maledetta Cerimonia del Giuramento sembrava completamente andato. Ora questo...Pensi che riuscirà mai ad essere lo stesso di prima? -

- Non lo so_ disse Claus _ Non lo so proprio. Tutto quello che possiamo fare e aspettare e vedere. -

- Speriamo. - anche mentre lo diceva, Lavie sapeva che c’era una buona probabilità che Deeo non si riprendesse mai, impazzendo e vivendo in quel modo il resto dei suoi giorni.

*

Un mese scivolò via lentamente. Un giorno Lucciola alzò lo sguardo al cielo e vide un altro mondo sospeso in esso: Dissith. Tra gossip, rumori e gli occasionali reportage dei giornali, lui e Daphne erano riusciti a venire a capo di cosa fosse successo: Alvis aveva risvegliato l’ Exile, ed il Grand Stream era stato dissipato. Mentre i giorni diventavano sempre più caldi e i rumori su una eventuale fine del mondo iniziavano a circolare, sempre più gente partiva, trascinata dalle storie di un pianeta azzuro e di acqua fresca e pura.

Lucciola e Daphne erano rimasti. Lui spendendo il tempo a riparare la vanship, la loro vanship, ora, od allenandosi. Lei studiano le mappe e lavorando con gli altri uomini all’ Associazione delle Vanship per migliorare le sue qualità di navigatore. Pur migliorando in fretta, Lucciola si permise di crogiolarsi in un po’ d’orgoglio pensando che, per quanto Daphne tentasse, non sarebbe mai riuscita ad essere alla sua altezza.

Alla fine, dopo una serie tirate fino a notte fonda all’ Associazione, dopo mal di testa incredibili, abrasioni e tagli, la vanship fu di nuovo in grado di volare.

Quando decisero di uscire, fuori era una bella giornata, con un debole venticello. Una piccola folla si era radunata per osservare, ed eventualmente schernire. Daphne li affrontò tutti gioiosa e si calò nel sedile dietro a Lucciola. Alzò la voce per sovrastare il rumore della folla.
- Dove andiamo? -

Lucciola dovette urlare per farsi sentire oltre il rumore d’accensione della vanship.
- Ad Horizon Cave! -
“Se Deeo...Se Sua Eccellenza Deeo è sano e salvo a bordo della Silvana quello è il rpimo posto da cui iniziare le ricerche.”

Quella notte si fermarono nel piccolo avamposto di Minos per cibo, acqua ed un posto per dormire. L’ hangar era grande e vuoto, ma c’era un chiosco aperto in un angolo buio. Il suo proprietario, che era ben felice di vendergli Quinta Acqua e sandwich, sarebbe potuto passare benissimo per il gemello del chiosco a Norkia. Lucciola iniziava a sospettare che tutti i proprietari di chioschi fossero fatti con lo stesso stampo.

Quando si sedettero ad un tavolo traballante, tenuto insieme da una manciata di chiodi ed un po’ di nastro, Daphne chiese.
- A proprosito di questo Deeo che stai tanto cercando. Com’è? -

Lucciola bevve un sorso d’acqua per darsi il tempo di pensare, facendo una smorfia alla sensazione del sentire sabbia tra le labbra, prima di rispondere.
- Sua Eccellenza Deeo è...differente. Qualcuno lo definirebbe strano. Si distrae con facilità e adora volare -
A sua insaputa, iniziò a sorridere, richiamando alla memoria l’amore di Deeo per le esibizioni appariscenti e ad alta velocità (e, doveva ammetterlo, pericolose).
- E adora le torte e i dolci. E dare soprannomi strani alla gente. -

Daphne divorò affamata il suo sandwich per qualche minuto prima di chiedere di nuovo.
- Quindi, e il tuo ragazzo, o qualcosa del genere? -

Mancò veramente poco che si strozzasse con il suo boccone. Dopo un bel po’ di energiche pacche sulla schiena da parte di una Daphne interessata ed una serie di affannosi colpi di tosse da parte sua, rispose, forte e chiaro, in modo da non creare equivoci.
- Sua Eccellenza Deeo non è il mio ragazzo, nè il mio amante, nè niente di tutto ciò...Lui è -

E a quel punto si zittì.
“Cos’è per me veramente? Certamente è mio amico e compagno, e gli voglio un mondo di bene. Ma c’è una certa differenza tra il tipo di ‘amore’ che provo per lui ed il tipo di ‘amore’ che implica lo sbattere qualcuno su una superficie liscia e farci una serie di cose oscene. Non che abbia mai pensato a Sua Eccellenza in questo modo...”

Daphne annuì, saggiamente.
- Quindi lui non è il tuo ragazzo, ma tu vorresti che lo fosse, giusto? -

Finse di essere terribilmente interessato ai resti del suo sandwich.

*

Il pianeta azzurro era magnifico. Ricche distese di grano e frumento a perdita d’occhio.
Era pulito e acqua pura era disponibile per tutti, la Prima Acqua, il meglio del meglio. Risorse naturali, come carbone, claudia e sale, in abbondanza. Man mano che le persone arrivavano, le case spuntavano come funghi, costruite con materiali provenienti da Prester. Basta dar loro tempo, e quelle case sarebbero diventate villaggi, poi città, quindi grandi metropoli. Ma era una faccenda di anni, forse secoli.

Come parte dell’ equipaggio della Silvana, Mullin e Dunya, e tutti i fratelli di lei, erano state tra le prime persone a mettere radici in quel posto. La loro casa, acciottolato insieme a legno e ferro corrugato, era abbastanza robusta e larga da ospitare tutti, anche Claus, Lavie ed Alvis.

Ed anche Deeo.

In quel momento era sveglio, vagamente cosciente di cosa gli stesse accadendo intorno: l’ Exile era stato risvegliato, sua sorella Delphine era morta, la Gilda era stata fatta a pezzi, Sophia aveva lasciato la Silvana per guidare il suo popoli verso il pianeta azzurro come Imperatrice.
Ma tutto ciò non lo interessava minimamente. Niente aveva più iportanza, ormai.

Ora stava in peidi nel bagno, osservano il suo viso riflesso nello specchio. Il marchio della Gilda era ancora lì, di un arancione vivido.

“Lucciola è morto, morto e non tornenrà mai più, è tutta colpa mia, è tutta colpa mia, mia e della Gilda, di questo marchio della Gilda, di questo marchio maledetto!”

Doveva sparire. E c’ era solo un modo di sbarazzarsene. Deeo ci riflettè parecchio. C’era un rasoio nel casseto, vero? Sì. Ed era affilato.

Lo portò alla fronte e fece il primo taglio.
*

Mentre il sole calava sul secondo giorno di viaggio, Lucciola e Daphne spinsero la loro vanship dentro Horizon Cave. Non c’era traccia della Silvana. Tirando fuori la sua borsa, la ragazza chiese. - Hey, tra parentesi, cos’ è che stai cercando? -

Lucciola continuò a scandagliare la zona. Non c’era nessuno nei paraggi, eccettro un altro paio di vanship dall’ altra parte dell’ hangar.
- La Silvana. -

Daphne lasciò cadere la borsa, che cadde al suolo con un tonfo. Senza pensare, urlò.
- Ma sei fuori? La Silvana Che Uccide Tutti? Perchè diavolo la stai cercando? -

Lucciola sospirò.
- Perchè una volta io e Sua Eccellenza Deeo siamo stati su quella nave. Se riesco a trovare la Silvana, forse posso trovare anche Sua Eccellenza. -

Qualsiasi risponsta eventuale da parte di Daphne sfuggì all’ attenzione di Lucciola, mentre un uomo della coppia nell’ hangar, un giovane uomo dai capelli mossi e dei vestiti nuovi di zecca, si dirigeva verso di lui.
- Curtos Atreides? -
Quello era tutto, fuorchè un tono amichevole.

Lucciola fece una pausa. Non aveva la più pallida idea di chi si trovasse davanti, meglio optare per la sincerità.
- Di che state parlando? -

Gli occhi dell’uomo si restrinsero.

- Non cercare di fregarmi! Tu hai tentato di uccidere mio fratello! -

Lucciola si guardò intorno. Non c’era nessuno attorno, e Daphne era inutile in battaglia. Non era sicuro di cosa fosse capace il suo corpo.



NdT: ringrazio tutti coloro che leggono (ed anche coloro che non commentano...) ed invito a lasciare una piccola recensione, qualora vogliate. Anche un semplice "carina" non viene disdegnato!
A presto
Leo chan
  
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