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Autore: LadyStoneheart93    14/08/2015    0 recensioni
Harry sentì il cuore battergli all'impazzata. Il suo cervello si era ridotto ad una poltiglia di neuroni mal funzionanti.
Aveva sognato quel momento, oh Merlino se l'aveva sognato... Era stato il suo desiderio per anni, custodito nel suo cuore gelosamente.
-mah…-
-Si-
-tu…-
-…esatto-
-…Papà?!-
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, James Potter, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo IX
 
Se Asteria Urquart si fosse ritrovata nella posizione di dover dare tre aggettivi a Sirius Black, questi sarebbero stati indubbiamente: idiota, maniaco , e bestia!
 
-As, prima di fare ciò che hai in mente… ricordati che non c’è onore nel
far fuori un mago disarmato!-
 
La voce di Sirius era roca e tremava. Le mani erano alzate cercando di calmare quella sottospecie di gatto inferocito che si ritrovava davanti.
Asteria sapeva essere peggio di sua madre quando voleva, e tra i suoi millemila difetti, vi era la sua brutta abitudine di ingigantire ogni cosa che le capiti sotto il naso e di non dimenticare mai e poi mai, alcun tipo di torto o malafatta subita.
Fu per questa ragione che Sirius si trovava con le spalle al muro, e una bacchetta puntata dritta sul bel faccino e il viso di Asteria a pochi centimetri che sprizzava lava da ogni poro libero.
-Onore?...tu, mi parli di onore bestiaccia?...- sibilò la strega a denti stretti.
-andiamo è successo tanto tempo fa…- piagnucolò Sirius -…non puoi veramente farmi fuori …- continuò sfoggiando una perfetta espressione da cucciolo bastonato.
 
-Dici?... convincimi Black!-
-Il mondo cadrebbe senza la mia bellezza a reggerlo in piedi…-
-... correremo il rischio-
-lasceresti Harry senza padrino…-
- ha suo padre, tu a che Godric gli servi?-
-…Forse ci sono piccoli Sirius sparsi per il mondo?-
-povera quella disgraziata che ha avuto il coraggio di fotterti!-
 
Sirius si guardò intorno atterrito. Rivangare i vecchi tempi andati non era stata esattamente un ottima mossa, e rivelare quel piccolo scherzo che l’aveva vista protagonista ai tempi della scuola invece di farla ridere al ricordo, l’aveva fatta infuriare come una gatta in procinto di partorire.
-Asteria andiamo, per un paio di mutandine appese sulla bacheca della sala comune?-
-Bestia… Maliale… PERVERTITO!-
 
 
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-Ho chiesto ad Arthur di mandarmi un patronus quando siete arrivati e vi siete sistemati, forse è meglio che ti metti in borsa una felpa, in mezzo alla collina…Rowena benedetta ma dove ti entra questa?-
James non riusciva a credere ai suoi occhi. Fermi nella camera di Harry, ovvero, la vecchia camera di James: a preparare il borsone per la coppa del mondo di Quidditch, si era ritrovato tra le mani dei capi che potevano ospitare senza problema la grande stazza di un troll.
Harry sghignazzò divertito all’espressione del padre nel constatare che ogni capo che possedeva era tre volte più grande la stazza di Harry.
 
-mi faccio la stessa domanda da anni-
-cioè, insomma…ricordavo che il marito di Petunia era un ciccione patentato ma non credevo possibile che potesse trasmettere questi geni al figlio, non con Petunia che sembra l’incrocio tra uno stecchino ed un cavallo… Merlino per vestire quel ragazzino tra un po’ ci vorrà un tendone da circo-
 
A dirla tutta, Harry non ci provò nemmeno a sopprimere le risate che gli si stavano formando in gola. Le lasciò fuoriuscire dalle labbra in un sonoro scoppio, e per poco non rotolò a terra tenendosi la pancia tra le mani.
James scosse piano la testa gettando la felpa in un enorme pila di abiti –Chiederò a Moony di portarti a fare shopping. Hai bisogno di un guardaroba nuovo non mi sorprende che Molly ogni volta che ti vede ti rifili anche i cenoni natalizi futuri-
-Beh, però se gettiamo tutto nella pila da buttare, io alla coppa del mondo di Quidditch che faccio? Ci vado nudo?-
James sbuffò grattandosi il mento, gli occhi nocciola puntati contro quell’ammasso di abiti accatastati sul letto. Guardò nel borsone e poi si caricò un paio di felpe maglie  e pantaloni. –Chiederemo ad Asteria di rimpicciolirteli… tua madre ci avrebbe uccisi nel vedere che ci siamo ridotti al giorno prima nel prepararti il borsone- la voce di James ora era velata di amarezza.
Erano passati anni, ma il dolore per la perdita di sua moglie non si attenuava minimamente. Anzi, ogni giorno ricominciava da capo più forte e potente del giorno prima.
Neanche durante la notte aveva pace, se la sognava, la sognava per poco. Sognava che il 31 ottobre del 1981 fosse stato un comunissimo Halloween passato a casa, con un Harry ancora bambino e sorridente e una Lily felice e viva. Gli occhi smeraldini illuminati dal vitalità della vita e della speranza di un futuro sereno per tutti loro. Ma poi la visione cambiava, e gli occhi verdi di sua moglie così pieni di vita diventavano spenti e vitrei.
Harry rimase in silenzio, non sapeva ancora come diavolo doveva comportarsi ora che aveva un padre a cui rivolgersi e a cui fare riferimento.
Doveva ammettere che per alcuni giorni dopo ciò che era accaduto al San Mungo, i rapporti si erano in qualche modo tesi. Harry si aspettava una punizione, ma suo padre altro non aveva fatto che parlargli come aveva fatto nel momento in cui si erano incontrati di nuovo, con sincerità e limpidezza.
E fu con la medesima trasparenza e sincerità che Harry avvolse le braccia intorno a suo padre. James sorrise, stringendo suo figlio e posandogli un bacio tra i capelli disordinati.
Harry non gli aveva ancora chiesto di sua madre, James intuiva che la colpa era sua, del suo diventare tremendamente triste non appena la nominava o veniva nominata.
 
-Quando torni dalla partita parleremo un po’ di lei…ti va?-
-BESTIACCIA MALEDETTA!-
-AIUTATEMI!!!-
 
Il momento tra padre e figlio venne interrotto da Asteria e Sirius che urlavano di sotto.
Harry e James si precipitarono fuori dalla piccola stanza, scendendo una rampa di scale.
Sirius stava percorrendo ripetutamente la cucina, il soggiorno e la biblioteca, seguito da una furiosa Asteria che gli lanciava schiantesimi di fila.
 
-Ma cosa sta succedendo?-
 
James ed Harry si voltarono verso la voce dolce di Cassandra.
Erano passate settimane da quando Cassandra aveva riaperto gli occhi ed aveva avuto quello strano attacco, e solo da pochi giorni Jhon era riuscito a farla dimettere dal San Mungo. La sua salute non era migliorata molto, ma almeno non urlava all'improvviso ogni volta che incrociava uno specchio oppure si addormentava.
Harry si soffermò sui lineamenti delicati del viso di sua zia. Era molto pallida, stava soffrendo di emicranie continue e i medimaghi, prima di lasciarla andare le avevano raccomandato più volte di restare a letto e riposarsi.
-ma che fai? Dovresti essere a letto!- tuonò James.
-ci sono stata per dodici anni a letto!- rispose Cassandra incrociando le braccia al petto.
-i medimaghi hanno detto che devi riposare e stare stesa...-
-. ...e mangiare sano, fare visite settimanali annotando ogni sintomo nuovo, lo so James non c'è bisogno che me lo ricordi-
-Beh in realtà devo, dal momento che cerchi ogni tipo di scusa per alzarti, gironzolare per casa e...-

 
-MOONY SALVAMI TU, É IMPAZZITA!-
-AFFRONTA LA MORTE CON ONORE, BESTIA!-
 
Remus, che quotidianamente era ormai ospite alla tenuta, si ritrovò all'improvviso Sirius appiccicato alla schiena,con le braccia al collo e le gambe strette intorno alla vita dell'amico.
 
-Ma che diavolo...Sirius che hai combinato?-
-nulla, ho fatto il bravo!-
-Razza di pervertito, maniaco...-

Remus guardò Sirius con espressione accusatoria, alzando prontamente le mani nella speranza di evitare di essere schiantato per sbaglio.
-e questo me lo chiami niente?-
-è per la storia delle mutandine…-
-BESTIACCIA, COME DIAVOLI HAI FATTO?
PRIMA O POI TI STACCHERAI DA REMUS E ALLORA…-
 
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-Quindi Bertha è scomparsa, ma ne siamo sicuri?-
-No che non lo siamo. Quella li è capace di andare in
Cucina anziché al bagno nella propria casa-
 
Jhon portò entrambe le mani dietro la nuca, posando i piedi uno sopra l’altro sulla scrivania del dipartimento Auror, iniziando a dondolarsi leggermente dalla sedia. Da quando Cassandra si era svegliata l’aveva evitata il più possibile. Troppo era l’imbarazzo, e maledettamente difficile specchiare gli occhi nei suoi soprattutto quando vederla era come buttare sale su una ferita aperta. Non riusciva a spiegarsi il perché di tutte quelle emozioni quando in realtà altro non desiderava che vederla sveglia e in salute. Per sua fortuna, Cassandra non sembrava essere turbata dal bacio e Jhon preferiva rimandare la faccenda il più a lungo possibile.
 
-anche questo è vero, probabilmente comparirà tra qualche
settimana convinta che sia ancora Luglio-
-probabile… in ogni caso credo sia meglio che ci incarichino di cercarla,
sai con quella Skeeter in giro…-
 
Bertha doveva essere di ritorno due giorni fa a quanto dicevano i familiari, ma la strega non era mai giunta a destinazione e le sue tracce si erano perse in Albania.
Kingsley posò con un tonfo una lunga pila di fogli, prendendo una piuma e iniziando a compilare il primo foglio.
-…me la ricordo molto bene, era una gran pettegola e anche abbastanza idiota. La Skeeter… non me la nominare che è meglio va…- 
-…Si, chi si dimentica quando mise in giro la voce che tu e Sirius foste un’affiatata coppia, e che il vostro gironzolare tra le donzelle altro non era che una copertura per celare la vostra storia d’amore.
In ogni caso dobbiamo essere attenti e cauti. Quella maledetta giornalista sembra avere orecchie da per tutto-
Kinsgley sghignazzò lanciando un fascicolo che colpì Jhon in piena faccia.
-… furono settimane d’inferno quelle, Avery e compagni non facevano altro che scagliarci fatture di San Valentino ogni volta che ci vedevano. Sperimentai gli instinti omici piu’ profondi dopo quel pettegolezzo sparso da Bertha…ma che diavolo è?- Jhon abbassò di colpo i piedi. La sedia tornò a mettere gli altri due piedi a terra con un tonfo.
Jhon fissò il fascicolo aprendolo e sfogliandolo velocemente –La lista degli aspiranti Auror che devono sostenere l’esame- disse Kinglsey con noncuranza, mentre prendeva un altro foglio di carta e iniziava a compilarlo.
-e dobbiamo essere noi ad esaminarli?- Jhon si soffermò sulla foto di una ragazza dal viso a forma di cuore e i capelli corti di un rosa acceso. Nella foto, come colta alla sprovvista, la ragazza strizzava gli occhi non appena il flash della fotocamera la colpiva.
 
-visto? Si c’è anche Ninfadora. Tuo padre deve aver deciso che è pronta per sostenere l’esa…-
-Non-chiamarmi-Ninfadora!...-

 
Il colpo come di un piede sbattuto per terra, una scia di capelli rosso fuoco, e una busta con il pranzo lanciata con forza, arrivò dritta sul naso di Kinglsey che premette entrambe le mani sul naso lamentandosi con un sonoro gemito di dolore.
Jhon scoppiò a ridere, sbattendo una mano sul tavolo e spostando lo sguardo azzurro dal suo partner alla giovane strega ferma sulla soglia della porta.
-felice di vederti, Ninfa…-
-Non provarci!-
-…Dora!-

Tonks lanciò l’altra busta con il pranzo, ma Jhon fu più veloce e si abbassò di lato. Schivando la busta che si schiantò al muro,lasciando fuoriuscire la zuppa di vongole che si sparse a schizzi sul muro di pietra.
-…lo sai vero che ora vai a ricomprarla? – disse Jhon da dietro il tavolo, il sorrisetto divertito e malizioso ancora stampato oltre la barba bionda.
-Non ci penso neanche, A-R-C-H-I-B-A-L-D – Tonks scandì piano ogni lettera del secondo nome di Jhon.
L’auror sbuffò alzando le mani insegno di resa –me lo sono meritato, Tonks… perdonaci-
La strega incrociò le braccia al petto con aria soddisfatta.
-Bene… vado a ricomprare la zuppa di vongole – Tonks piroettò su se stessa, i capelli dal rosso erano tornati al solito rosa acceso. Mise un piede fuori dalla porta ma sfortunatamente inciampò sul laccio sciolto delle sue scarpe e cadde in avanti.
Jhon scosse piano la testa –se solo camminassi come lanci… -
 
 
 
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Togliere Sirius dalle grinfie di Asteria fu un’impresa senza precedenti.
Ci vollero James e Remus insieme per prendere Asteria e allontanarla da Sirius. Cassandra alla fine l’aveva convinta a seguirla in camera sua. Non era stato molto difficile dal momento che non appena l’avevano vista in piedi, quasi tutti si erano dimenticati di cosa stava accadendo e l’avevano assillata affinché si rimettesse a letto.
La camera di Cassandra si trovava a destra delle scale. Confinante con la vecchia camera dei signori Potter che ora occupava James.
Quest’ultimo non l’aveva per niente cambiata, era esattamente come un tempo;le pareti erano bianche e su di esse si muovevano pallini argentati. L’armadio era in legno di Apalicandro, indistruttibile e molto raro esattamente come tutta la casa.
Il letto a baldacchino era coperto da candide lenzuola bianche e le tende fluttuavano leggiadre, mosse dalla brezza estiva.
Asteria aveva afferrato un cuscino se l’era spiaccicando sul viso soffocando le urla a cui stava dando sfogo.
Cassandra arcuò le sopracciglia osservando l’amica. Si era anche lei seduta sul suo letto, le gambe incrociate, giocherellando con il laccio del pantalone nero che indossava.
-Stupido, scemo, cretino, bestiaccia!- ringhiò la strega non appena scostò il viso dal cuscino.
-Sai As… siete peggio di cane e gatto- disse Cassandra incrociando le braccia al petto e posando la schiena contro il cuscino poggiato sullo schienale.
 
-cane… ecco cos’è. Oh ma lo beccherò da solo, Remus e tuo fratello non lo proteggeranno in eterno-
-beh, fattelo dire, a distanza di anni te la stai prendendo un po’ troppo-

Asteria girò il viso di scatto verso l’amica –Ah, lui mi ruba le mutandine le appende nella bacheca della sala comune, con tanto di bigliettino “è stato bellissimo Asteria, le hai dimenticate nel mio dormitorio” …e starei anche esagerando?-
Cassandra alzò le spalle –sono passati tanti anni in fondo… e su anche tu poi, l’ultimo giorno di scuola lo hai appeso a testa in giù con solo i boxer a coprirgli i gioielli di famiglia. Avrai scoperto ora chi è stato ma la vendetta te la sei già pre…AHI!- Cassandra portò entrambe le mani alle tempie, serrando gli occhi con forza.
Asteria cambiò immediatamente espressione. Il viso si addolcì assumendo un’espressione preoccupata, e una mano andò prontamente sulla spalla dell’amica coperta dal golfino leggero che indossava sopra la maglia verde.
-che hai? Ti senti male? … vado a chiamare James-
-No!-
Asteria fece per alzarsi ma Cassandra la prese per il polso costringendola a sedersi nuovamente sul letto.
-..Sto bene… è solo la solita emicrania- bofonchiò la strega stendendosi di lato.
Asteria passò una mano a scostarle i boccoli castani dal viso –sicura? Con la pozione ricostituente non dovresti averle così spesso… -
Cassandra annuì stringendo leggermente la presa sulle lenzuola –non fa molto effetto… e al San Mungo non sanno darmi di meglio. Ma non voglio che lo dici a James, Harry è qui e non voglio assolutamente che nessuno dei due pensi a curarmi invece di passare del tempo insieme-
-è molto nobile da parte tua, ma Cassandra non puoi continuare così. Ciò che ti sta accadendo…-
-è strano e senza  spiegazione lo so!-
Asteria sbuffò inclinando leggermente il capo di lato, portando entrambe le mani dietro la schiena e poggiandole sul freddo materasso.
-…non appena ti sei svegliata dopo che Jhon ti ha baciata ho pensato di aver avuto ragione,  che sei stata colpita con uno dei manufatti di Biancaneve, ma dopo il bacio dovevi stare bene…non ricordi proprio niente? –
Cassandra scosse la testa –l’ultimo ricordo risale alla lezione di tua madre… il resto e solo un’ondata di buio e di voci-
-capiremo cos’hai avuto, per ora riposati…ah no! Non provarci nemmeno ad obbiettare. Scendo in cucina e dico a Remus di prepararti la pozione ricostituente- Asteria fu irremovibile, e Cassandra ebbe la sensazione di rivedere una versione giovane della professoressa McGranitt.
Cassandra annuì sbuffando e Asteria si alzò andando verso l’uscita.
La porta si chiuse dietro le spalle della strega e Cassandra si rigirò poggiando il capo sul morbido cuscino chiudendo gli occhi.
 
 
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-Non ti sembra di star esagerando con tutto quel Wiskey incendiario? –
-….no!-
-Finirai per farti venire qualcosa allo stomaco…-
-Per le tette flosce di Morgana, Moony… abbi pietà. Ho appena visto la morte in faccia!-
 
Remus scosse la testa mentre osservava Sirius riempire di nuovo il bicchiere di Wiskey e scolarlo in un solo sorso.
James ed Harry sghignazzarono dall’altro lato della cucina di casa Potter facendo finta di sistemare e ripulire i piatti della credenza.
 
-Se mi avessi ascoltato al tempo, Asteria oggi non vorrebbe ucciderti!-
-Erano solo un paio di mutandine nere con il piccolo fiocchetto bianco davanti…-
-ah, ricordi anche com’erano? –
 
Sirius lanciò un’occhiataccia al malandrino seduto di fronte a lui, ignorando palesemente l’altro malandrino con la prole, portando questa volta, l’intera  bottiglia di Wiskey alla bocca.
-…è cotto marcio- mormorò Harry.
-al momento mi riesce difficile capire se sia cotto a causa della McGranitt jr oppure per il Wiskey incendiario…- rispose James.
-Va bene basta!– Remus alzò la bacchetta facendo scomparire la bottiglia. La mano di Sirius si chiuse su se stessa non sentendo il freddo contatto con il vetro.
Il malandrino voltò il viso verso l’amico socchiudendo gli occhi.
-la puzza di cane alcolizzato non è migliore della puzza di cane fradicio!- rispose Remus all’occhiataccia dell’amico.
James ed Harry scoppiarono a ridere di gusto piegati in due.
 
-Puoi smetterla di bere bestia! Non perdo tempo ad assassinare gli alcolizzati-
 
Asteria entrò normalmente in cucina, come se nulla fosse accaduto poggiando la schiena contro lo stipite della porta.
Vestita di un paio di semplici jeans stracciati sulle ginocchia e una maglia rossa a giro maniche, Asteria appariva meno pericolosa di quanto non lo fosse in realtà.
-Cassandra ha bisogno della pozione, puoi preparargliela? – chiese rivolta verso Remus.
James immediatamente smise di ridere portandosi di nuovo in piedi.
-ha avuto mal di testa? Altri strani attacchi? …sta bene? Vado a controllarla!- disse tutto d’un fiato iniziando a percorrere la cucina diretto alla porta a grandi falcate.
Asteria lo bloccò con un mano senza muoversi dalla sua posizione.
-Sta bene, ha solo un poco di mal di testa. E sta riposando ora, vedi di non svegliarla. -  gli raccomandò.
Tenere James lontano dalla sua famiglia era un impresa impossibile. Cassandra le aveva chiesto di non voler assolutamente che ne James ne Harry si preoccupassero di lei più del dovuto ma Asteria sapeva che se solo avesse provato a dire a James di non salire questi avrebbe assunto la sua forma da animagus e l’avrebbe incornata senza troppi complimenti.
-come vuoi mamma!- rispose James dirigendosi verso le scale.
 
 
 
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-Per tutte le immaginarie imprese di Sir Cadogan quanto diavolo pesa questo baule!-
-Lizzie ma che diavolo ci hai messo dentro?-
-ciò che si mette di solito in un baule-
 
Mancava poco alla coppa del mondo di Quidditch e la tana stava diventando piano piano sempre più frequentata.
Una settimana prima i Weasley avevano preso Harry dalla casa dei Dursley e l’avevano portato da suo padre, e quella sera sarebbe giunto alla tana. Quel giorno era la volta di Elizabeth di arrivare alla tana, con l’unica differenza che se almeno con Harry vi era Arthur, in casa Prewett c’era solo Amelia che non voleva saperne di dare una mano con la magia.
Convincerla a lasciar venire Lizzie era stata un’impresa, fortunatamente e non si sa con quale grazia divina, Arthur Weasley era riuscito ad assicurare la coppa del mondo alla nipote, ed eccoli li. Appena usciti dal camino della Tana; Fred, George, e Lizzie stavano combattendo con il baule della ragazza stranamente troppo pesante.
-Percy e Charlie non ci sono? … non vedo neanche la zia!... ah non dovevo lasciar fare alla collega di mamma quell’incantesimo per renderlo più leggero!- la voce di Elizabeth era pieno di affanno.
-che la collega di tua madre possa ritrovarsi in una stanza piena zeppa di cacca bombe!- imprecò Fred tirando il baule per un manico, sfortunatamente perse la presa e cadde all’indietro.
Elizabeth e George vennero travolti dal peso del baule. Entrambi portarono le mani in avanti cercando di spingerlo in alto.
 
-NO!-
-NON MOLLARLO!-
-WINGARDIUM LEVIOSA!-
 
Il baule si alzò in aria. Venendo a mancare quella parte solida sotto le mani, Elizabeth e George caddero in avanti. Fred fu abbastanza lesto da gettarsi in avanti e prendere Elizabeth al volo, mentre George riuscì ad aggrapparsi alla ringhiera per non cadere in avanti e baciare le scale.
-Ma insomma tutto questo baccano! Il signor Crounch aspetta la mia relazione sui calderoni…- Percy era uscito dalla sua camera come un leone inferocito mentre Charlie spostava con la bacchetta il baule.
-ah si? … e dimmi oggi ha ricordato il tuo nome? – lo punzecchiò George.
-Smettetela voi due… meno male che sono entrato appena in tempo. perché è così pesante?- chiese Charlie portando gli occhi sui due fratelli e la cugina.
Fred aveva ancora le mani intorno alla figura snella di Elizabeth.
-è stata una faticaccia. Siamo andati ad aiutare Lizzie con il bagaglio… ma pesava tantissimo- disse George rimettendosi in piedi.
-è stata una collega di mia madre! … io non volevo ma lei ha insistito e mi sembrava sgarbato rifiutare- continuò Elizabeth.
-quella cozza in rosa…possa innamorarsi follemente di un ungaro spinato!- imprecò Fred con un sospiro, lasciando andare Elizabeth che si rimise seduta.
-Oh!… è questa collega ha un nome? Non dovreste offendere chi lavora al ministero- ammonì Percy poco interessato.
 
-Dolores Umbrige-

 
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-Cerca di fare attenzione… si è appena addormentata!-
 
La stanza era nella penombra e una leggera brezza serale filtrava dalla finestra aperta, facendo danzare le tende bianche.
Doreah Potter osservava con occhio di falco ogni movimento del figlio maggiore, assolutamente non desiderava che per troppa apprensione disturbasse il sonno già abbastanza agitato della figlia minore.
-Se continui a parlare e rimproverarmi per ogni mio movimento si sveglierà comunque, mamma!- rispose James di rimando. La porta si aprì leggermente, e una capigliatura disordinata fece capolino da dietro la porta.
Harry entrò reggendo in una mano una  bolliciante pozione ricostituente.
-Remus l’ha preparata… dovremmo svegliarla e fargliela bere ora che è calda?- chiese Harry a voce bassa.
-No… lasciamola riposare ancora un poco- preferì James.
James era salito da circa mezz’ora, e fin da quel momento si era seduto sulla poltrona accanto al letto e aveva vegliato sul sonno di sua sorella. Cassandra ogni tanto corrucciava il volto e si lamentava, ma non era nulla di  anormale che richiedesse un’intervento esterno.
Harry posò l’enorme bicchiere sul comodino sedendosi ai piedi del letto. Certo, non era la vacanza in famiglia che aveva sempre sperato e immaginato, ma non gli importava poi molto. Stare con loro allontanava ogni sorta di tristezza, ogni momento passato dai Dursley senza essere curato o amato.
-Arthur verrà a prenderti questa sera…- gli ricordò James.
Harry annuì semplicemente –Asteria mi sta adattato gli abiti –
-la prossima volta cerchiamo di fare le cose in anticipi-
Padre e figlio risero leggermente entrambi.
- Mi piacerebbe che veniste anche tu e Sirius!- disse Harry tutto d’un tratto.
James passò una mano sui capelli di Harry, scompigliandoli ancor di più.
 
–Questa non sarà l’ultima coppa del mondo di Quidditch. E quando al ministero avranno accertato la mia innocenza verrò a vedere tutte le tue partite ad Hogwarts. Mancano solo due settimane infondo…e anzi, appena mi avranno scagionato, faremo una partita in giardino per festeggiar! Così vedremo se hai ereditato da me la bravura del Quiddicth-
-eri davvero così bravo?- chiese Harry curioso.
James assunse un espressione fiera, passandosi una mano tra i capelli come faceva di solito ai tempi della scuola.
-Non per vantarmene ma ero il migliore!... e con un poco di allenamento lo sarei ancora-
-Galletto!-
Un cuscino andò dritto in faccia a James e Cassandra si alzò dal letto ridendo leggermente insieme ad Harry.
-Meno male che avevi mal di testa!... si tratta così il fratello che credevi morto e stramorto?- le chiese James rilanciando il cuscino con forza minore.
Cassandra scrollò le spalle –Si, se tale fratello non ammette di essere ormai un vecchietto decrepito che cadrebbe dalla scopa in due secondi – rispose Cassandra con malizia allungando una mano verso la pozione e prendendone un gran sorso.
-Da quanto sei sveglia?- chiese Harry cercando di non ridere all’espressione incredula del padre sentendosi dare del vecchietto.
 
-Da poco… il tempo di sentire il galletto…- rispose lei.
-Mi hai ferito nell’animo lo sai?- protestò James.
-Non essere infatile!- disse di rimando Cassandra.
 
James serrò gli occhi, osservando la sorella minore con sguardo omicida. Avevano sempre avuto un bellissimo rapporto, e James ricordava bene la timidezza della sorella minore. Fino ai dodici anni di lei si poteva dire che la piccola Potter non si staccasse mai dalla schiena di suo fratello, e invece eccola li dopo anni… palesemente divertita nel prenderlo in giro.
Cassandra rispose allo sguardo di suo fratello con un misto di divertimento e sfida, si voltò verso suo nipote con un sorriso a fior di labbra.
 
-Harry… vuoi sapere di quando tuo padre si schiantò contro uno dei pali della porta di quidditch durante gli allenamenti?-
-…tornò a farti dormire per altri cent’anni!-
 
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Il Ministero della magia aveva affrontato ed era sopravvissuto a molte crisi.
Ma quella, era una delle più forti dopo la venuta di Tu-sai-chi. Cornelius Caramell non era mai stato così sottopressione dal giorno in cui fu nominato ministro della magia.
Tutte le prove, tutte le indagini… portavano alla veridicità della storia raccontata da Sirius Black e il presunto James Potter.
Seduto dietro la sua scrivania al ministero della magia, Cornelius continuava a rimuginare con quanto gli Auror gli avevano riferito fissando il foglio di carta che altro non aspettava di essere firmato con di fronte un abbastanza scettico Lucius Malfoy.
-Ministro confido che prendiate la giusta decisione…- cominciò Lucius, passando il pollice sul bastone che nascondeva la sua bacchetta.
-oh beh,non si può dire una scelta facile… questa storia alla fine colpirebbe la figura del Ministero- rispose Caramell.
-Certo, indubbiamente. Assolvere il presunto Potter e Black porterebbe una visione positiva o negativa del ministero a seconda della strada che intraprenderete… tuttavia Ministro permettetemi di parlavi in tutta sincerità e con solo il miglior interesse per il Ministero nelle mie parole.
Anticipare il processo sarebbe la cosa migliore, il mondo magico e su di giri per la finale della coppa del mondo di Quidditch. Nessuno baderà molto all’annuncio in terza pagina che il processo per il caso Potter-Black sia stato anticipato e non sia andato a buon fine-
La voce di Lucius era calma e serena. I gelidi occhi grigi erano puntati sul Ministro della Magia che sembrava così piccolo rispetto alla grande carica che portava. Cornelius Caramell non era mai stato famoso per avere un carattere definito.
-Ovviamente il mio è solo un suggerimento… la decisione finale spetta a lei. Per quanto possa essere verità, voi siete il viso del Ministero… verrete acclamato in tutto il mondo per aver salvato Harry Potter da un’impostore che ha organizzato una splendida falsa con lo scopo di uccidere il simbolo della lotta contro Lei-sa-chi-Lucius sorrise benevolo.
Caramell si grattò il mento pensieroso… sarebbe stato ricordato nella storia come il Ministro che aveva salvato Harry Potter scoprendo la falsità che si celava dietro un’impostore.
Tuttavia, come poteva solo pensare di condannare un innocente quando con approfondite indagini si era rivelata una verità taciuta per anni?
No… per quanto l’idea di Lucius lo accarezzava, il ministero ci avrebbe rimesso di più con una menzogna che con la pura verità.
-Mi dispiace Lucius… so quanto le tue parole siano a favore del Ministero tuttavia ciò che suggerisci è molto più rischioso di quanto non sia affrontare la faccenda divulgando il vero- La voce del ministro seppur traballante di nervosismo aveva un tono definitivo. Un tono, che Lucius Malfoy non era disposto ad accettare.
-Ovviamente lei sa bene ciò che fa- rispose Lucius alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta fermandosi a pochi passi da questa.
 
 
-Mi dispiace molto dover arrivare a questo punto…ma non mi lasciate molta scelta ministro- Si voltò lentamente estraendo la bacchetta dal fodero – sfortunatamente Ministro… ci sono persone che molto pericolose che non vedono di buon occhio un rilascio di James Potter-
-Lucius…-
-IMPERIO!-
 
Fine Capitolo
 
 
AN: Mi dispiace per la lunga assenza, ma sono stata colpita dal blocco dello scrittore ç_ç spero che il capitolo vi piaccia. Nel prossimo cominceranno i guai seri v.v
Prossimo capitolo previsto per il 29 Agosto.
   
 
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