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Autore: Pherenike    15/08/2015    1 recensioni
Dopo anni di assenza da Forks la nostra cara famiglia Cullen decide di tornarvici, molte sorprese li attenderanno, ritroverranno vecchi amici, e ne conosceranno di nuovi, le cose però si complicheranno quando in Italia si risveglia l'interesse dei Volturi. Chi sarà questa volta a salvare i nostri amati vampiri dall'essere assimilati dal crudele esercito italiano?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Vorrei ringraziare chi ha atteso il mio ritorno e per farlo ho deciso di pubblicare un altro capitolo a pochi giorni dall’ultimo. Vi ringrazio e chiedo scusa per errori o inesattezze rispetto alla vera storia, piccole dimenticanze. Buona lettura e mi raccomando, recensite.
 
Il nuovo consiglio
 
Nella mia mente risuonarono le parole d’incoraggiamento di Alice.
«Stai tranquilla Bella, ti vedo quindi non accadrà nulla » provò a confortarmi.
«Alice non prendermi in giro, lo sappiamo entrambe che le tue visioni non sono attendibili al cento per cento e comunque non puoi garantire per Ness» le dissi, prima di abbracciarla e di uscire di casa con gli altri membri della famiglia scelti per andare a parlare con il consiglio.
 
Con mia grande sorpresa il luogo di ritrovo sarebbe stato la radura “quella” radura, l’immagine imponente di tutta la casata dei volturi riaccese ricordi angoscianti nella mia mente, ma non era quello il momento esatto per certi pensieri. Leah ci precedeva con passo fermo, ma comunque riuscivo a notare la sua preoccupazione dalla rigidità dei suoi movimenti. Non appena si sentì nell’aria l’odore familiare dei quileute Ness corse a stringermi la mano e come per magia mi ritrovai proiettata in molti anni indietro, quando lei appena nata doveva essere presentata ai nostri parenti di Denali, chiedendomi cosa sarebbe successo se non fosse piaciuta loro, ed io come allora la rassicurai.
 
«Non ti conoscono Ness, non preoccuparti andrà tutto bene come sempre» le sorrisi e lei mi strinse più forte la mano, prima di lasciarla andare per tornare al fianco di Jacob.
 
Appena usciti dal folto degli alberi notai subito il piccolo gruppo di uomini bronzei, chi molto giovane, chi molto anziano. Avvicinandoci sempre di più scorsi quello che doveva essere il figlio di Quil, molto in là con gli anni, ma ricordando che Quil ebbe l’imprinting con la piccola Claire si spiegava perché suo figlio fosse l’ultimo rimasto in vita. Arrivati a pochi metri da loro ci arrestammo tutti insieme a Leah. Il figlio di Quil si alzò dal suo ceppo di legno, mi parve di vivere un deja vu, si fece avanti e si presentò.
 
«Benvenuti, o forse un ben tornati credo sia più corretto. Io sono Ephraim Ateara uno degli anziani del consiglio, con me ci sono Thomas Lahote, nipote di Paul» a quelle parole Jacob sussultò, mentre l’anziano nipote gli faceva cenno con il capo «e lui è Sam Uley, nipote di Sam appunto» così l’anziano Ateara concluse le sue più che assurde presentazioni.
 
Era incredibile pensare che avevamo saltato due generazioni di Quileute senza nemmeno rendercene conto, mentre osservavo i tratti di Thomas, notando una certa somiglianza con Jacob, Carlisle iniziò le sue di presentazioni, probabilmente molto più strane di quelle del consiglio.
 
«Buonasera, colgo l’occasione per ringraziare il consiglio tutto per averci concesso di parlare» solo Carlisle poteva ringraziare per una cosa così banale come il permesso di parlare, ma tra tutti lui è il più diplomatico «Io sono Carlisle Cullen responsabile della mia famiglia di cui porto qui sta sera una piccola rappresentanza» era chiaro che tra le righe Carlisle stava avvertendo il consiglio che non eravamo né pochi né tantomeno indifesi.
 «Lui è Edward, ovviamente non mio figlio biologico ma per me è come se lo fosse, decisi di trasformarlo quando capii che stava per morire di spagnola» un sussulto si levò dal consiglio «Lei è mia nuora Isabella, nonché moglie di Edward, si sposarono quando lei era ancora umana» anche questo provocò qualche scompiglio tra il gruppo di Quileute, ma Leah che cosa aveva raccontato loro per farli rimanere così sorpresi davanti a queste notizie? La voce di Carlisle mi distolse dai miei pensieri dubbiosi.
«Penso che conosciate, o quanto meno riconosciate un componente della vostra tribù, Jacob Black» tutti guardarono con curiosità il nostro amico licantropo, ma sapendo chi era l’ultimo componente della famiglia che avrebbe presentato Carlisle l’attenzione su di lui svanì ben presto.
«Lei invece è il componente più giovane della nostra famiglia, Renesmee Cullen, figlia biologica di Edward e Bella» otto paia di occhi si spalancarono all’unisono.
 
«Non è una menzogna, e possiamo dimostrarlo» disse Edward rispondendo a qualche pensiero.
«Tu sei il lettore, bene dimmi, come puoi dimostrarci che lei è veramente ciò che dice di essere» lo sfidò l’anziano Ephraim.
«Io posso dimostrarlo, ho avuto l’imprinting con Renesmee, se fosse veramente ciò che pensate non sarebbe stato possibile» disse nervoso Jake.
«Astuto, ma come possiamo sapere se dichiari la verità?» chiese lui sfrontato.
«Leah può confermare, era lì quando è successo» ribatté Jacob.
«Come possiamo fidarci di qualcuno che ormai confida talmente in voi da rinunciare a uccidere una qualsiasi minaccia?» ci chiese Ateara.
 
Noi tutti ci voltammo a guardare Leah stupiti.
 
«Beh, cerco di evitarlo se è possibile» furono le sue parole accompagnate da un’alzata di spalle.
«Posso mostrarlo a Harry, mi posso trasformare e fargli vedere la verità» concluse Jake tronfio.
«Vedremo cosa si può fare» rispose tornando a sedersi il vecchio Ateara.
 
In quel momento sentii un familiare lamento alle mie spalle.
 
«Al diavolo» esclamò Renesmee.
«Non pensarci neanche Renesmee» la bloccò Edward in corsa.
«Andiamo papà, cosa vuoi che mi succeda, lasciami fare come dico io per una volta, è l’unico modo per convincerli» rispose Ness puntando i pugni sui fianchi.
 
Notai qualcosa che le luccicava tra le mani, vidi Edward scrutarle la mente per un tempo apparentemente insignificante ma che per lui rappresentava molto. Alla fine la lasciò andare, lei superò tutti noi fino ad arrivare al fianco di Leah.
 
«Signor Ateara» disse, richiamando l’attenzione del consiglio «Mi permetta di mostrarle la verità» affermò lei sicura.
 
Il vecchio la studiò qualche munito, poi con il consenso di tutto il consiglio accettò la proposta di Ness, sinceramente pensai che avrebbe mostrato il suo potere, ma quello che fece mi lasciò di stucco. Lo scintillio di poco prima non era altro che un tagliacarte d’oro preso dallo studio del nonno. Con un movimento fulmineo si tagliò il palmo, il metallo stridette appena, e pensai che avevo il regalo giusto per Carlisle il prossimo natale. Ness gettò a terra la lama ormai inutilizzabile e mostrò il palmo al consiglio stupefatto.
 
«Come vedete sanguino e sapete bene che i vampiri non possono sanguinare» disse lei spavalda come se avesse risolto ogni problema. Edward mi passò a fianco dicendo.
«Proprio come sua madre» e mi sorrise.
Mi trattenni a stento dal fargli una linguaccia, ricordandomi che era una riunione per gente adulta, cavolo infondo ho diciannove anni. Si avvicinò a Ness strappandosi un lembo di camicia per fasciare il taglio, un altro deja vu, che probabilmente sarebbe sparito dopo poche ore.
 
«Sicuramente molto impressionante, dobbiamo riflettere su queste novità se ci permettete...»
«Andiamo Ephraim, c’è un patto stipulato tra Carlisle e un tuo diretto antenato, cos’altro ti serve?» intervenne Leah furiosa.
«Non possiamo fidarci di chi non conosciamo, il vecchio consiglio aveva già avuto esperienze con i freddi l’ultima volta che sono ricomparsi, di noi nessuno ha avuto mai il “piacere” di conoscerli, tu hai condiviso con loro qualcosa d’importante e capisco che voglia proteggerli ma noi, io, non posso permettere che la mia tribù rischi la vita senza prima accertarmi che siamo tutti al sicuro» disse Ephraim alterando un poco il volume della voce.
«Ci sono le scritture per questo» ribatté Leah.
«Le scritture possono essere manomesse» la rimbeccò il vecchio Ateara.
«Come osi, nessuno dei membri avrebbe mai manomesso i racconti, fanno parte della nostra storia» disse adirata Leah.
«Nemmeno qualcuno innamorato di un abominio?»
 
E quella fu la fine, noi ci limitammo a mostrare i denti, ma quello che non potevamo prevedere era la furia di Jacob, erano anni ormai che non perdeva più il controllo in quel modo. In un balzo si gettò in avanti e in un attimo un enorme lupo rossiccio si trovò a ringhiare contro la sua stessa gente, e la cosa più incredibile fu che Leah si trasformò con lui. In un attimo si poteva verificare una strage, bastava una sola parola sbagliata, ma per nostra fortuna con noi c’era Carlisle.
 
«Jacob basta così, torniamo a casa, e lì penseremo a come risolvere questa situazione».
 
Il consiglio restò muto, come noi infondo non sapevano come reagire a quella situazione, un conto avere un lupo come protettore un altro è vederselo davanti a denti scoperti. Sì poteva chiarire senza problemi, potevamo tornare a casa e risolvere la questione, ma tutto successe in un secondo. Leah era appena sparita per riprendere forma umana quando comparve Harry, in forma di lupo ovviamente, lui ricordava molto Seth, e questo fu come un pugno per Jake, che abbassò la guardia un secondo solo un secondo, e ormai era tardi. Pensai di vedere Jake cadere al suolo ferito, ma quello che vidi era molto più mostruoso. La mia piccola bambina, ferita e ricoperta di sangue, il suo sangue, quello che il consiglio aveva deciso di ignorare come prova della sua umanità. Renesmee, la mia piccola bambina dai capelli bronzei, ora impastati di terra e sangue, e tutto diventò rosso.

 
  
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