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Autore: Lady Windermere    15/08/2015    1 recensioni
-No, Mr Horace, non credo di aver mai raccolto delle rape in vita mia.-
Mr Goldwin sembrò assai stupito da tale affermazione –Mia cara, dovete assolutamente provarci! Potrei insegnarvelo io se mi permettete l’ardire di farlo.-
Scarlett sorrise amabilmente –Vi permetto tutto ciò che volete mio caro Mr Horace…-
Basta che non mi secchiate più in questo modo! concluse nella sua testa.
Il giovane pretendente arrossì –Beh…co-comunque n-non credo di es-esserne all’altezza.-
balbettò.
-Però potrei affidarvi al mio maestro di botanica, con lui sarete in buone mani…- continuò serio.
Lady Scarlett sbuffò di noia e annuì distrattamente.
Mr Horace prese erroneamente lo sbuffo per un sospiro e credette di essere gradito.
Ripartì all’attacco –E non dovreste fermarvi solo alle rape, ma potreste coltivare qualsiasi altro ortaggio voi desideriate. I cavoli, vi assicuro, danno molta soddisfazione…-
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo Sette

 

 

Rosalba imprecò.

Li avevano bendati per tutto il tragitto che avevano percorso, fino ad arrivare ad una radura nella Foresta, dove avevano tolto loro le bende, ma in compenso avevano legato loro strettamente mani e piedi.

Ora si trovavano in una angusta cella, che puzzava di umidità e sterco.

-Non dovresti imprecare sai…- disse il vampiro al suo fianco.

Rosalba gli rivolse una smorfia –Beh, non è che voi siate da meno.-

-Ma io non sono un’adorabile fanciulla…-

La ragazza lo studiò a lungo –Era una specie di complimento? –chiese –Volevate dirmi che sono adorabile, per caso?-

Il suo viso era indecifrabile –Volevo dire esattamente quello che ho detto.-

Rosalba fece spallucce –Beh, in ogni caso non mi interessa granché. Dite pure ciò che vi pare. Sono preoccupata per ben altro, se permettete.-

Si guardò in giro mentre parlava, era così buio che riusciva a malapena a vedere il volto di Alexander. Gli occhi del giovane brillavano nell’oscurità. Man mano che il tempo passava diventavano sempre più rossi.

La ragazza non aveva idea di cosa li aspettasse adesso. Il lurido individuo che li aveva catturati aveva parlato forse di un’asta?

Ci manca solo questa, pensò, essere venduta all’asta. Poi potrò veramente dire che le ho provate tutte…

-Sai, non avrei mai pensato di fare tutte queste cose… -confidò al giovane al suo fianco –Il mio unico desiderio era quello di essere una ragazza normale. Quando sono scappata non avrei mai pensato di finire così… sono stata catturata da un troll, ho fatto un patto con un vampiro – e qui sorrise ad Alexander –ho visitato una bisca e sono stata catturata da un mercante di schiavi… io volevo solo essere una qualunque. Ma non è andata come credevo.-

S’interruppe, accorgendosi di essersi esposta troppo.

Alexander appoggiò la testa alla parete –Perché sei scappata?-

-Volevo cercare la mia famiglia…- vedendo lo sguardo sorpreso del giovane continuò –Sono stata cresciuta da tre stregoni. Non so in che rapporti fossero con la mia famiglia. Non so nemmeno se esiste la mia famiglia. In ogni modo, non mi hanno mai detto niente, non hanno mai risposto alle mie domande, non si sono mai fatti sfuggire nulla che potesse darmi qualche speranza… So solo che non sono figlia loro, e che probabilmente mi chiamo Rosalba. Nient’altro.

Sono vissuta per quasi sedici anni chiedendomi se fossi mai appartenuta a qualcuno, se i miei genitori fossero vivi, se avrei potuto un giorno rincontrarli… - la ragazza ricacciò indietro le lacrime –Ma ormai mi sono resa conto che se mi avessero voluto anche solo uno straccio di bene non avrebbero mai smesso di cercarmi, come io non ho mai smesso di cercare loro…-

Rosalba sentì di aver detto fin troppo. Accidenti! Non avrei dovuto sfogarmi in questo modo davanti a lui…

-Ehm, sapete, credo di sentirmi leggermente male… Non credete a una sola parola di quanto vi ho appena detto: stavo delirando…- tentò la ragazza, poi tacque, aspettando che lui dicesse qualcosa, presumibilmente qualcosa di sarcastico.

Ma stranamente Alexander non disse nulla. Le lanciò un’occhiata obliqua e fissò la parete oltre le sue spalle, immerso in altri pensieri. Rosalba approfittò dell’oscurità per osservarlo. Aveva sempre pensato che fosse bello, fin dal primo momento. Del resto, è un vampiro… formulò meccanicamente la sua mente. Se solo non fosse così inverosimilmente insopportabile…

-Stai pensando a quanto sono bello?-

La sua voce sarcastica la riscosse –Sto pensando a quanto siate fastidioso!-

Alexander rise –Mi dai ancora del voi, piccola? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme?-

-Adesso vi dirò una cosa che vi sorprenderà: non ho la benché minima intenzione di approfondire la vostra conoscenza. Quindi il voi va benissimo…-

Lui sorrise maliziosamente –è un vero peccato, piccola. Avremmo fatto faville noi due…-

-Non credo proprio. Anche perché stiamo per essere venduti…- rispose lei, stiracchiandosi.

-Dimenticavo questo piccolo particolare. Non preoccuparti, piccola, ti salverò io…- disse lui galantemente.

Rosalba assunse un’espressione dubbiosa –Ma se non sapete neanche reggervi in piedi! Toccherà a me salvare entrambi, come al solito. In effetti, come guardia del corpo non valete un accidente di niente. Mi sa che sarò costretta a non pagarvi…-

-Facciamo così –propose -Se sarò io a salvare te comincerai a darmi del tu, se invece sarai tu, beh… cosa vorresti?-

-Uhm…se vincerò io voi smetterete di chiamarmi piccola!-

-Affare fatto- concluse lui.

In quel momento la porta della cella cigolò e si aprì all’improvviso, facendo entrare un fascio di luce che colpì in pieno Rosalba.

La ragazza socchiuse gli occhi per proteggerli dalla luce. Dei passi le fecero capire che qualcuno era entrato nella prigione. Quando riuscì ad abituarsi alla luce scorse il viso di Mr Finnix chinato su di lei. L’uomo sorrise.

-Dovremo fare il possibile per presentarti al meglio eh, bocconcino? Lo stesso vale per te, sanguisuga…- disse, puntando il dito verso Alexander.

Rosalba si divincolò, cercando inutilmente di liberarsi dalle corde.

Mr Finnix se ne accorse e scoppiò a ridere –Non ti servirà a niente essere così ostinata, bellezza. – poi si rivolse a qualcuno nascosto dall’ombra dietro la porta –Jane, prendi questa adorabile ragazzina e aiutala a darsi una ripulita…Bill, tu fa lo stesso con il piccolo vampiro.-

Mentre i due aiutanti conducevano via i due giovani, Mr Finnix li covò con gli occhi.

-E sbrigatevi, che i clienti attendono!- urlò infine.

 

 

 

La Regina Clarisse era svenuta durante il Ballo a Corte.

Questa eccitante notizia era all’ordine del giorno in tutti i paesi della Confederazione Magica. Ne parlava ogni quotidiano del Regno, ne parlavano i gentiluomini che giocavano pigramente a whist in qualche club privato, ne parlavano le pesanti matrone mentre sorseggiavano il tè, ne parlavano i giovani, i vecchi, i nobili, i poveri, i valletti, perfino i mendicanti…

Ma a Corte la situazione era assai peggiore e Lady Scarlett dovette ammettere che le era un tantino, ma solo un tantino eh, sfuggita di mano.

Appena era stata avvisata dell’accaduto, la sera precedente, si era precipitata ad assistere la madre. Purtroppo qualcuno se ne stava già occupando e la giovane Principessa non sapeva se fosse un bene o un male. Infatti, quando arrivò trafelata al centro della Sala da ballo, a furia di sgomitate e spintoni, trovò Mr Lowell Goldwin che teneva in braccio il corpo esanime della madre.

Spiegò che la Regina gli aveva appena concesso l’onore di danzare insieme a lui, ma, proprio quando l’orchestra stava per attaccare il valzer, la donna aveva avuto un giramento e, in seguito, gli era caduta inerte tra le braccia.

Scarlett lo aveva guidato fino agli Appartamenti Reali, dove Mr Goldwin aveva adagiato delicatamente la Regina sul suo miglior divano. Poi era andato a cercare l’archiatra, mentre la Principessa vegliava sulla madre.

Quando arrivò Mr Lunwell, la Regina non aveva ancora ripreso conoscenza. L’archiatra aveva preso il polso della donna e le aveva sentito il battito, dopo essersi accertato che, fortunatamente, la Regina non era morta, aveva tirato fuori dalla valigetta di pelle un barattolino di sali e lo aveva passato sotto il naso della donna.

La Regina Clarisse aveva aperto piano gli occhi, aveva tossito e si era guardata intorno –Archibald?- aveva detto, rivolta all’archiatra, -Perché siete qui? Anzi, perché ci siete anche voi? – aveva chiesto, dopo essersi accorta di Mr Goldwin e della figlia.

Dopo aver visto che la ragazza stava per parlare l’aveva interrotta –No, aspetta, ora ricordo…So-sono svenuta, non è così?-

Mr Lunwell aveva annuito.

-E…e perché?- aveva domandato la Regina, preoccupata. Non era mai stata soggetta a svenimenti o cose simili.

L’archiatra si era fatto pensieroso –Questo è quello che intendo scoprire, Vostra Maestà. Anche se probabilmente la vostra perdita dei sensi è dovuta al fatto che eravate molto stressata in questo ultimo periodo e non avete assecondato le mie richieste di riposo, a quanto pare…-

Lady Scarlett aveva tirato un sospiro di sollievo. Poi aveva condotto via Mr Goldwin, lasciando la madre sola col suo medico.

Infine era ritornata nella Sala da ballo, aveva dichiarato che la Regina aveva avuto un leggero malore, ma che ora sembrava stare meglio, si era scusata per l’improvviso imprevisto e aveva mandato via tutti, promettendo ad ognuno che si sarebbe dato un altro ballo, non appena la Regina avesse ripreso pienamente la salute.

Scarlett, nella sua ingenuità, credeva che quest’arida spiegazione avrebbe sistemato le cose ed avrebbe evitato i pettegolezzi.

Povera Principessa! Non sapeva forse che ogni società che si rispetti è fondata sulle malelingue e sull’ipocrisia?

Beh, se non lo sapeva, lo avrebbe saputo la mattina dopo, quando scoprì, con suo grande stupore, che ognuno aveva riportato una versione diversa dell’accaduto.

La maggior parte delle persone diceva che la Regina era affetta da una malattia incurabile, che l’avrebbe stroncata in meno di un mese. Ma c’era anche chi, con molta

nonchalance, affermava che la Regina era in stato interessante  si accettavano scommesse su chi fosse il padre del nascituro, incredibilmente il più quotato era Lord Drenlincourt!

C’era chi poi sosteneva la voce di un finto svenimento per evitare di ballare con Mr Goldwin, di una congiura a Palazzo o di una setta segreta assetata di sangue che voleva usare la Regina per i propri riti demoniaci…

Ognuno insomma si inventava una propria storia personale sulle cosiddette “tresche Reali”, e devo dire che, di certo, il popolo di Enchantment non mancava di fantasia.

Allo stupore si Scarlett si aggiunse poi lo sconforto nel sapere che queste impensabili dicerie non erano che l’inizio.

Subito la Principessa mise tutta se stessa nella inutile impresa di cercare di smentire tutte le maldicenze, e, al limite della sopportazione, chiese aiuto a Lord Drenlincourt.

Costui, abituato, nella sua lunga esperienza, a simili circostanze, non solo mise fine alle malelingue, ma anche riuscì eroicamente a far credere a tutto Enchantment che il malore fosse dovuto a un’indigestione di aragoste.

Come dire? La forza della persuasione….

Una volta che il pericolo era stato sventato, Lady Scarlett si dedicò giorno e notte alla madre, costretta a letto.

La povera Regina Clarisse era esasperata e solo la presenza della figliola sembrava calmarla. Non poteva assolutamente alzarsi dal letto, quindi i suoi soli svaghi erano dormire, leggere e sorseggiare il tè preparato appositamente per lei da Lord Drenlincourt.

Disgraziatamente infatti, la nostra Regina non migliorava affatto. Non correva gravi rischi, di questo l’archiatra ne era certo, ma sembrava di giorno in giorno più sfibrata e più stanca.

Così, la Regina, non potendo occuparsi personalmente delle faccende di Corte, dispose che fino a quando la sua saluta non fosse migliorata e lei avrebbe potuto, con sua grande gioia, alzarsi dal letto, sarebbe stata sua figlia, Lady Scarlett, con l’aiuto di Lord Drenlincourt, a badare agli affari di stato.

La Principessa era sbalordita. Alla madre piaceva forse giocare a scaricabarile? Aveva gettato tutte le sue responsabilità e i suoi oneri sulle sue alquanto giovani spalle.

Certo, la ragazza capiva che la madre stava male, capiva che lei era destinata a diventare la futura regina, capiva che non aveva avuto altra scelta, capiva che era avvenuto tutto troppo in fretta, ma…assumere il posto della Regina?

Ecco, Scarlett proprio non riusciva a capacitarsi di come tutto questo fosse accaduto proprio a lei.

 

 

 

Faust era fuori di sé dalla gioia. E non solo perché aveva potuto finalmente vendicarsi con i suoi fratellini e con il Reggente di Melancholy, ma anche perché le cose sembravano per una volta andare per il verso giusto.

Lady Lucrezia aveva acconsentito alla sua domanda di matrimonio e il fidanzamento ufficiale sarebbe stato annunciato al più presto durante un ricevimento solenne.

Soren e Florence si erano messi il cuore in pace e non sembravano darsi pena per quest’ultimo evento. Julien…beh era difficile capire Julien…sembrava contento.

Qualche volta però Faust lo sorprendeva immerso in pensieri sfuggenti con la fronte aggrottata e una smorfia indecifrabile sul volto.

Da un po’ di tempo il giovane Reggente passava metà del suo tempo chiuso nel suo studio, insieme al suo consigliere personale e all’amministratore di Lonliness.

Solo Dio sapeva cosa facessero in quella stanza, visto che era proibito l’accesso a chiunque.

Tutte queste riflessioni, in ogni caso, non toglievano il sonno a Faust né l’appetito. Il maggiore dei Rosenoir si beava nella sua egoistica felicità.

Era impegnato giorno e notte a dirigere i preparativi per il ricevimento dove avrebbe resa pubblica la sua gioia. Sarebbe stato solo un piccolo trattenimento, ma tutto avrebbe dovuto essere perfetto.

Inoltre, in pratica se ne stava occupando solo e unicamente lui. Infatti Julien era troppo impegnato con qualunque cosa lo tormentasse, Lady Lucrezia non faceva che andare a un ballo dopo l’altro e né Florence né Soren sembravano minimamente interessati alla cosa.

Il suo unico aiuto proveniva dalla servitù, la quale aveva compassione per quel giovane gentiluomo accecato dall’amore.

Le cuoche preparavano deliziosi biscotti a suo esclusivo utilizzo, il cameriere gli lucidava gli stivali ogni sera, le domestiche gli facevano trovare i suoi appartamenti sempre in perfetto ordine…persino il giardiniere l’aveva preso sotto la sua ala protettiva e gli portava fiori freschi ogni mattina.

Tutto ciò era una continua fonte di letizia per il giovane innamorato ed era terribilmente seccante per i suoi fratelli, dato che, essendo stati classificati come disturbatori della quiete pubblica, non venivano trattati nello stesso modo.

Quei poverini erano letteralmente snobbati dalla servitù e costretti a svolgere da sé le faccende domestiche, il che creava loro non pochi problemi. Non bisogna mai sottovalutare infatti le insidie di questo tipo di lavori, soprattutto se non si ha la benché minima idea di come fare.

Quel giorno erano alle prese con l’insormontabile impresa di rifare il proprio letto.

-E questo cosa sarebbe?- chiese Florence, sollevando un lenzuolo.

Soren lo guardò con aria pensierosa –Dovrebbe essere una specie di coperta, credo…-

-Sì, fin qui ci potevo arrivare anch’io…- replicò l’altro, sarcastico –Quello che mi sfugge è il suo utilizzo…-

Faust distolse gli occhi dal quotidiano –Dovete ricoprirci il letto…-

Soren prese allora un lembo del lenzuolo che gli porgeva Florence e lo strinse con entrambe le mani, poi, con l’aiuto del fratello, lo adagiò sopra il letto.

-E ora?- domandò a quel punto a Faust.

-Non sapete fare proprio niente voi eh? Fatelo passare sotto il materasso…- rispose quello distrattamente.

L’enigmaticità di quella risposta lasciò i due fratelli alquanto perplessi. Dovevano farlo passare sotto il materasso? E cosa vorrebbe dire?

Florence scrollò le spalle –Bah… facciamo così, io alzo il materasso e tu ci infili sotto sta coperta…-

Detto questo sollevò senza fatica il materasso e il fratello fu lesto ad eseguire il suo compito. Poi si scostarono per vedere il risultato. Guardarono il loro letto, da cui penzolavano i lati del lenzuolo. Guardarono il letto di Faust, già fatto dalla domestica. Riguardarono il loro letto.

-C’è decisamente qualcosa che non va…- disse Soren, scuotendo la testa.

Florence si abbassò all’altezza del letto e tirò un lato del lenzuolo dalla sua parte –Forse dobbiamo tirarlo in modo da ricoprire anche il lato superiore del letto… che dici?-

Soren fece lo stesso –Tentar non nuoce…-

Mentre i due stavano tirando, ognuno dalla sua parte, il lenzuolo bloccato sotto il materasso, Julien entrò in fretta nella stanza.

-Rosenoir! Devo assolutamente chiedervi un consiglio…- iniziò.

Faust si alzò immediatamente dalla poltrona e ripiegò il giornale –Cos’è successo?- s’informò.

-Ecco…io… Ma cosa state facendo voi?- disse rivolgendosi a Florence e Soren –No, aspettate, non voglio nemmeno saperlo…insomma, qualunque cosa sia, non è più importante di questa…-

I due si alzarono, lasciando a metà la loro opera con sommo piacere.

Il Reggente li fissò a lungo, poi cominciò a spiegare.

 

 

 

Vi ricordate ciò che pensava la Principessa? Sul come era potuto succedere tutto quello che le era successo? Ecco, lo pensava anche un altro personaggio della nostra storia… un altro personaggio che in quel momento era in balia di una sguattera tutt’altro che cortese e amabile…

-Ahi! Mi fai male!- strillò Rosalba, arrabbiata, mentre l’altra le sfregava la schiena con una spugna molto simile a un sasso.

La sguattera la guardò con disprezzo –Ehilà, miss. Non avrà male per questo? Devo sfregare per togliere l’odore…-

-Io ho la pelle più delicata della tua… e non puzzerei affatto se il tuo padrone non mi avesse fatta rinchiudere in una sudicia cella!- si lamentò la ragazza.

La serva assunse un’aria solenne –Quello che fa il padrone è sempre giusto, miss. E se lui ha deciso di chiudervi in una stalla per maiali deve avere i suoi motivi…-

-Ah, era una stalla di maiali eh? Non riuscivo a riconoscere l’animale…fantastico.-

La sguattera, che aveva finito la sua opera di pulizia, le gettò una secchiata di acqua gelida in testa, provocando lo strillo acuto della giovane. Poi le porse sgraziatamente un asciugamano non del tutto pulito.

Rosalba si asciugò alla buona e prese i vestiti che la donna le porgeva.

Li guardò stupita –Non posso mettere questa roba!-

La serva si girò, guardando l’abitino striminzito che la ragazza teneva per un capo, con una faccia disgustata. Il vestito consisteva in una fascia molto stretta che girava su sé stessa, in modo da ricoprire a malapena quello che doveva essere coperto.

-Va contro ogni decenza e pudore!- strillò Rosalba. Sembra essere stato fatto per non lasciare molto all’immaginazione…

-Ma miss, come potrete attirare l’attenzione se siete vestita di tutto punto?- domandò scioccata la serva.

Ah, era proprio stato fatto per quello scopo allora…

-Beh, a me non interessa attirare clienti… non metterò mai questo sudicio straccio! No, no e poi no!- urlò la ragazza.

La donna fece un sorrisetto malizioso –Allora dovrete presentarvi nuda miss, perché io non ho altro che questo abito…-

Rosalba le lanciò un’occhiata di fuoco, poi strinse i denti e s’infilò quella sottospecie di vestito, cercando di coprire il più possibile, cosa che, non lo diremo nemmeno, non le riuscì.

Vestita, o meglio, svestita in tal maniera si presentò nell’ufficio, un piccolo stanzino senza finestre, di Mr Finnix.

Alexander era già là e Rosalba potè constatare che neanche a lui era andata tanto meglio. indossava solamente dei calzoni neri, molto corti e molto stretti, che facevano sembrare la sua pelle ancora più bianca. Aveva ancora i polsi legati, almeno questo a lei era stato risparmiato.

Quando Mr Finnix la vide si leccò le labbra lascivamente –Credo proprio che farò affari d’oro con te, bambolina.-

Il vampiro le lanciò una lunga occhiata, poi girò la testa dall’altra parte, probabilmente imbarazzato.

Mr Finnix spiegò loro in poche parole come avrebbe avuto luogo l’asta e si raccomandò vivamente di non provare a giocargli un brutto tiro.

Infine mise loro al collo una catena con un numero, sorrise ancora a Rosalba, le legò nuovamente le mani, le tirò una pacchetta sul sedere, provocando la sua furia omicida, e scomparve dietro la porta.

I due rimasero soli, ad aspettare il loro turno. Erano gli ultimi. Dulcis in fundo…pensò la ragazza.

Restarono in silenzio per alcuni istanti, poi il vampiro parlò –Senti, io…- esitò –Mi dispiace, ecco. Mi dispiace di non esserti stato d’aiuto finora.-

Rosalba gli sorrise, nonostante tutto –Non vi preoccupate, so cavarmela. Troverò un modo per trarci d’impaccio, vedrete.-

-Rosalba io…- tentò di nuovo il giovane redivivo.

Ma in quel momento un uomo aprì la porta della sala, facendo entrare una corrente d’aria.

Poi li condusse fuori, nella radura, che era stata preparata per l’asta e li spinse sopra il palco di legno, vicino a Mr Finnix.

Rosalba riaprì gli occhi, che aveva socchiuso per abituarsi alla luce filtrata e tenue della Foresta, e si trovò davanti centinaia di occhi che la fissavano.

Oh, povera me… gemette nella sua testa.

 

 

 

 

Terribilmente seccante… in quel momento era questo l’unico pensiero della Principessa. Dal momento in cui la madre le aveva affidato il comando del Paese non aveva avuto un attimo di tranquillità. La sua nuova vita era scandita da scartoffie da firmare, eventi da organizzare, persone da ricevere…e, come se non bastasse, doveva anche tenere a bada Mr Goldwin e suo figlio.

Infatti, ora che la Regina era fuori dai giochi, Mr Horace le faceva una corte serrata e Mr Lowell non le dava requie. Scarlett ormai non conosceva più la parola “riposo”.

La sua vita sociale si stava sbriciolando come un friabile biscotto, i suoi amici si erano tutti volatilizzati, Margaret era scomparsa e Andrew…Andrew non si era fatto più vivo da quel giorno nelle scuderie…

Lady Scarlett sentiva tutto il peso del potere sopra le sue fragili spalle, e questo non le piaceva. Non le piaceva affatto. Se era così adesso, figurarsi quando la madre sarebbe passata a miglior vita… La Principessa non voleva nemmeno pensarci.

Certo, aveva sempre l’aiuto di Lord Drenlincourt, ma sai che aiuto… Non faceva altro che borbottare come una pentola di fagioli e lamentarsi perché Scarlett non conosceva il latino… le era utilissimo, come no…utile come una bicicletta nell’oceano…

La giovane si sedette alla scrivania della madre e appoggiò il mento sulla mano destra. Non sapeva proprio cosa fare. Era tutto così…monotono…

Cosa ne sapeva lei, dopotutto, di politica? Ve lo dico io: un accidente di niente…

Scarlett si guardò le unghie, tra mezz’ora avrebbe dovuto presenziare a un importante colloquio col ministro degli interni. Non vedo l’ora… disse tra sé e sé.

Il suo tempo libero era interamente dedicato alla madre, che, mi dispiace dirlo, stava sempre peggio. Ogni sera era più pallida, più emaciata e più stanca.

E lei non poteva farci niente. Questo senso d’impotenza la rendeva frustrata e irritabile.

Anche Lord Drenlincourt era visibilmente preoccupato e cercava come meglio poteva di fare qualcosa, cioè le portava del tè. Il che era praticamente indispensabile al miglioramento della salute della madre, come no…

Probabilmente è l’unica cosa che è capace di fare… pensò la ragazza. Se lo chiedesse a me gli direi io cosa può farci con quel suo dannato te…

Un colpo alla porta la distolse dai suoi pensieri.

-Avanti…- disse svogliatamente.

Un uomo di mezz’età si fermò sulla soglia, esitante –Vi disturbo, Altezza?-

Lady Scarlett fece un segno di diniego con la mano. Se non sbaglio è Mr Hastings, il vicepresidente di…di…qualcosa di inutile di sicuro…cosa vorrà mai da me?

L’uomo avanzò fino alla sua scrivania. Poi si guardò attorno e si chinò sulla Principessa –Vostra Altezza, sono Mr Hastings, vicepresidente della società di servizi segreti di Enchantment…ho qualcosa di molto importante da riferirvi- sussurrò.

Avevo ragione allora, perfettamente inutile…

-Dica pure…- rispose la ragazza sbadigliando.

Lui si avvicinò ancora di più –Abbiamo scoperto una cosa allarmante su Mr Lowell Goldwin…-

Scarlett si raddrizzò sulla sedia.

-Sappiamo da fonti certe che Mr Lowell Goldwin ha redatto un documento, il cui contenuto ci è tutt’ora quasi completamente sconosciuto, e lo ha inviato, tramite emissari, in tutti i regni della Confederazione. Siamo stati avvisati dal Reggente di Melancholy… a quanto pare Mr Goldwin sta cercando di stipulare un accordo di alleanza con i regni, all’insaputa della Corona. Sembra che Mr Goldwin sia disposto a elargire munifiche ricompense a chi firmerà l’alleanza e gli giurerà assoluta e totale fedeltà… Per ora siamo venuti a conoscenza solo di questo, Vostra Altezza, ma ci è sembrato opportuno riportarvelo immediatamente.-

Vedendo l’aria scombussolata della Principessa continuò –In parole povere, Altezza, Mr Goldwin sta cercando di mettere i Reggenti contro di voi… e potrebbe anche esserci riuscito, per quel che e sappiamo. -

 

 

 

Faust per poco non cadde dalla poltrona.

-Cosa ha fatto Mr Goldwin?- chiese Florence strabuzzando gli occhi.

Julien lo guardò infastidito – Insomma, quante volte devo ripetervelo? Mi ha mandato una richiesta di alleanza. Mi ha promesso oro e proprietà in cambio di un giuramento di assoluta fedeltà a lui.-

-E tu cosa hai fatto?- chiese Soren, sconvolto.

-Ho stracciato il foglio in faccia all’emissario di quel serpente e l’ho cacciato via a pedate, poi ho avvisato Mr Hastings.- rispose il giovane Reggente.

Florence si alzò e andò a stringergli la mano –Julien, devo congratularmi con te… hai fatto la cosa migliore, in assoluto.-

Faust era impensierito –Sì, su questo non c’è dubbio. Ma perché informare proprio Mr Hastings?-

-So che a prima vista può sembrare incapace, ma sa fare il suo lavoro… e poi chi dovevo informare ora che la Regina è costretta a letto? Lord Drenlincourt? La giovane Principessa? Mi è sembrata la scelta migliore…e poi, non volevo che lo venisse a sapere tutto il Paese.-

Soren annuì –Ben fatto Julien. Non capisco però cosa sia passato nella testa di quell’uomo? Cos’ha intenzione di fare?-

Nessuno seppe rispondergli.

Fu Faust a rompere il silenzio –Siamo mancati troppo tempo da Corte… forse è giunto il momento di ritornare.-

Florence lo guardò stralunato –Con Rosalba ancora dispersa? Non devi nemmeno pensarci…Sai bene cosa potrebbe rischiare se qualcuno dovesse riconoscerla, ora più che mai…-

-Nessuno potrebbe riconoscerla. Nemmeno lei ne è al corrente. E in questo momento la priorità è Enchantment- replicò il fratello.

Soren, che era stato zitto finora, si decise a parlare –Credo che sia meglio attendere notizie da Palazzo prima di fare qualcosa di avventato. È la cosa migliore da fare al momento.-

Tutti furono d’accordo.

Julien si diresse verso la porta, con l’intenzione di tornare nelle sue stanze, quando un valletto piombò trafelato nella sala, facendo finire la porta in faccia al giovane.

Il valletto impallidì –Sc-scusate Altezza. Scusate…non intendevo…non volevo…- balbettò.

Julien lo zittì con un cenno della mano, mentre con l’altra si massaggiava il naso dolorante.

-Cosa c’era di così importante?- domandò in seguito, un tantino scocciato.

Il valletto porse al Reggente un rotolo di carta sigillato –è arrivato in questo momento un inviato da Corte, Vostra Altezza. Mi ha incaricato di darvi questo, dice che sia di vitale importanza…-

 

 

 

Tra tutte le esperienze che Rosalba aveva immaginato di poter fare non c’era quella di essere venduta all’asta. Non le era nemmeno mai passata per l‘anticamera un’eventualità simile.

Purtroppo però la vita è dura.

-Ed ecco il pezzo forte della serata: una bellissima ragazza e un prestante vampiro! Si parte da cento corone d’oro…Fate le vostre offerte, signori…- La voce stridula di Mr Finnix la riportò alla realtà.

Poverina, ci mise un po’ a realizzare che si trovava mezza nuda sopra un palco, davanti a un centinaio di possibili compratori, e che la sua unica speranza di salvezza era al suo fianco, in pessime condizioni fisiche e morali.

Rosalba rivolse al suo vicino un’espressione disperata. Il vampiro ricambiò la smorfia.

-Offro duecento per la ragazza!- gridò un vecchietto in prima fila.

-Trecento per il vampiro!- urlò una donna dall’aspetto massiccio.

-Quattrocento corone per la mocciosa! – inveì un uomo dall’aria volgare –Ma prima voglio assicurarmi della qualità della merce…-

Con un sorrisetto lascivo salì sul palco, tra lo stupore generale. 

Si avvicinò a Rosalba –Bene bene…guarda un po’cosa abbiamo qui…- le alitò in faccia.

La ragazza girò la testa, disgustata.

L’uomo le perse il mento con violenza e la costrinse a guardarlo negli occhi. La fissò a lungo, poi spostò lo sguardo sul suo corpo. Fece un grugnito di apprezzamento e Rosalba si sentì morire per la vergogna.

Infine le appoggiò una mano sui glutei.

A quel punto Rosalba, e come biasimarla, non potè più trattenersi. Si divincolò dalla sua presa e gli sputò in un occhio.

-Tieni giù le mani, porco schifoso!- urlò.

L’uomo si asciugò la faccia con la mano –Vivace eh? Adorabile…- poi si rivolse a Mr Finnix –Ti offro cinquecento corone, Alfred…-

Dopo aver assistito alla scena decine di uomini si precipitarono sul palco, scalpitando.

Si aprì di nuovo una gara all’offerta più alta.

-Seicento corone!-

-No, io ne offro settecento!-

-Ottocento corone per quel bocconcino invitante!-

La ragazza era a dir poco nauseata. Quando poi però, tutti pretesero di avere un assaggio, come aveva fatto l’amico di Mr Finnix, si guardò attorno spaventata.

Alexander era attorniato da donne tutt’altro che amabili e probabilmente era nella sua stessa situazione, se non peggio. Nessun aiuto avrebbe potuto arrivare da quel fronte.

Indietreggiando davanti a quella massa di uomini colmi di cattive intenzioni, Rosalba sperò con tutte le sue forze in un miracolo.

E, strano a dirsi, il miracolo arrivò. Forse.

-Offro duemila a testa per ciascuno dei prigionieri… in tutto quattromila corone d’oro…-

Nella radura calò il silenzio e tutti si voltarono verso le ultime file, allibiti, per vedere chi era stato così pazzo da aver offerto una simile cifra per due schiavi.

Rosalba non seppe se essere contenta o preoccupata…

 

Angolo dell’autrice: E rieccomi anche qua come sempre! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, per me è sempre un immenso piacere leggere le recensioni e sapere che vi piace! Grazie mille ancora a tutti!

Alla prossima!

Bacioni :*

Lady Windermere <3

  
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