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Autore: 50shadesofLOTS_Always    15/08/2015    1 recensioni
[The Night Shift][The Night Shift]Tc e Jordan cominciano la loro nuova vita,che non sarà affatto semplice. Il passato del Dr Callahan e le conseguenze all'aborto di Jordan causeranno in loro emozioni contrastanti ed ugualmente opposte. Saranno costretti a compiere un viaggio in loro stessi per potersi salvare a vicenda e non cadere nell'oblio.
Dal testo: "...ed era questo che Tc voleva fare. Rimediare ai suoi errori e prendersi cura di lei. Della sua Jordan. Ne aveva fatto della sua nuova missione militare: salvare Jordan."
(FF da collocare dopo la puntata 14 della seconda serie 'La quiete dopo la tempesta')
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Tematiche delicate
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Pollo fritto e koala
Era una mattina come tante altre. Tc sollevò le palpebre quando la sveglia gracchiò le nove del mattino. Allungò un braccio,schiaffeggiando la sveglia che si zittì dopo qualche attimo. Si stiracchiò pigramente,sollevando le braccia e si voltò dalla parte di Jordan,non trovandola. Si sedette di scatto sul letto e senza preoccuparsi minimamente dei suoi giramenti di testa,si alzò ed iniziò a cercarla furiosamente per tutto l’appartamento. Guardò in salotto,sperando di vederla sul divano a guardare la tv o intenta a sfogliare un libro. Guardò in cucina,sperando che stesse preparando la colazione. Guardò perfino in terrazza,sperando di trovarla a guardare lo skyline della città. Si portò le mani fra i capelli in preda alla folle paura che avesse compiuto qualche sciocchezza. Cercò di analizzare la situazione,come aveva sempre fatto in Afghanistan. Vide le chiavi della macchina sul tavolino da caffè,segno che era ancora in casa. Tornò in camera,cercando un qualsiasi segno di Jordan. Guardò in direzione del bagno e si affacciò sull’uscio della porta. Sospirò di sollievo,quando la vide di fronte allo specchio. Aveva sollevato il bordo della maglietta color carta da zucchero,scoprendosi l’addome fino al sotto seno per poi mettersi di profilo. Si era osservata nel riflesso,come per sperare che la pancia potesse ancora gonfiarsi con l’avanzare della gravidanza. Tc ebbe un tuffo al cuore,che quasi gli tolse il fiato senza però riuscire a straccarle gli occhi di dosso.
<< La pancia è ancora un po’ gonfia >> gli disse con voce assente,continuando a guardarsi allo specchio. Tc non rispose: erano entrambi medici e sapevano che prima o poi,Jordan avrebbe espulso naturalmente il materiale fetale. Non voleva ricordarglielo. Sarebbe stato crudele da parte sua.
<< Jordan… - lei lo guardò sullo specchio – Oggi hai l’appuntamento con la psicologa. V-Vuoi… Sì,insomma… Vuoi che ti accompagni? >> chiese balbettando.
<< Okay. Puoi aspettarmi fuori >> propose voltandosi a guardarlo. Sembrava tranquilla eppure Tc non seppe dirlo con certezza.
<< Come vuoi,amore… >> rispose con voce bassa,acconsentendo alla sua richiesta.

****

<< E quanto ci vorrà? >> chiese Tc,fissando gli occhi azzurri della donna di fronte a sé.
<< Signor Callahan,questo dipende da Jordan. Potrebbe stare meglio domani o stare male per tutta la vita… - rispose la Dottoressa Gray – Tuttavia,deve solo darle altro tempo e farle prendere regolarmente le pillole che le ho prescritto… >>.
<< Non posso fare altro? >> chiese Tc,quasi supplicandola.
<< Continui a fare quello che sta’ facendo >> rispose la donna,abbozzando un sorriso. Tc la lasciò andare mentre il suo senso di inutilità continuava a schiacciarlo senza pietà. Non poteva aiutare Jordan in alcun modo,se non starle vicino. Sospirò,voltandosi verso Jordan che lo aspettava seduta con le gambe accavallate,nella sala d’aspetto. La osservò stringere il cappotto al petto con aria annoiata. Le si avvicinò con cautela ed incontrò subito i suoi occhi verdi.
<< Ti va’ un gelato? >> le chiese sollevando timidamente le spalle. Lei sorrise a quella richiesta ed acconsentì,alzandosi dalla poltroncina mentre si avviarono insieme all’uscita tenendosi per mano.

****

Stava preparando del pollo fritto mentre Jordan se ne stava seduta sul divano a guardare la tv. Un documentario sui koala. Mentre il naturalista parlava,muovendosi sullo schermo,Jordan voltò la testa abbastanza per vedere Tc preparare la cena. Sentiva sfrigolare ed un profumo di fritto,la costrinse piacevolmente ad alzarsi. Avendo i calzini,Tc non si accorse di lei e sobbalzò quando la sentì avvolgergli le braccia attorno alla vita. Abbassò lo sguardo verso quelle esili braccia,che lo circondavano all’altezza dello stomaco e sorrise. Jordan si era accorta dell’angoscia che aveva attraversato il compagno e non appena avvertì il suo respiro,posò la guancia sulle sua spalle grandi.
<< Hai fame? >> le chiese dolcemente.
<< Molta… - rispose lei,sollevandosi sulle punte dei piedi ed affacciarsi per vedere i fornelli – Mmmh pollo fritto… E sembra buono >> commentò stampandogli un bacio sulla guancia. Tc sorrise di più,nell’udire la voce di Jordan più allegra.
Più tardi,si sedettero a tavola e mangiarono con calma nel silenzio più totale. Jordan lo osservò,mandando giù un boccone. Tc si stava comportando in un modo inconsueto.
<< Tc… - attirò la sua attenzione e subito incontrò due occhi di cioccolato – Scusa se ti ho fatto aspettare fuori oggi… >> disse riferendosi alla visita dalla psicologa.
<< Non importa… >> la liquidò,come se non volesse affrontare l’argomento. Lo scrutò,accigliandosi.
<< La prossima volta voglio che entri anche tu >> affermò senza lasciare spazio ad obiezioni. Tc inarcò un sopracciglio,guardandola mangiare il suo pollo e restò perplesso. Non riusciva a capire le scuse di Jordan,visto che non aveva commesso alcun errore nei suoi confronti.
Dopo cena,Jordan si avvicinò al lavello per cominciare a lavare i piatti. Un compromesso che era riuscito ad ottenere con Tc,che ora cercava la cassa di birre nella dispensa. Aprì il rubinetto e lasciò scorrere un po’ d’acqua fresca sui polsi. Osservò la vena che si intravedeva sotto lo strato di pelle e restò a fissarla per qualche secondo prima di concentrarsi sulle stoviglie,che mano a mano caricava nella lavastoviglie. Le sue dita si strinsero attorno al manico di un grosso coltello da cucina. Ne osservò la lama su cui si rifletteva la luce della cucina. Restò quasi ipnotizzata dall’utensile e si ritrovò a pensare ai molteplici scopi che potesse avere quel coltello. Lo sguardo le cadde sulla pancia più o meno piatta ed improvvisamente,avvertì un gran senso di vuoto dolore spandersi nel petto. Dolore. Lo stesso che poteva causare una ferita. Fece scivolare lo sguardo dalla pancia,al coltello e dal coltello verso la mano libera ancora bagnata per l’acqua. Come medico,sapeva che il cervello poteva inviare i messaggi di dolore uno alla volta. Forse,se si fosse tagliata la mano per un po’,il suo cervello si sarebbe concentrato sulla ferita alla mano e non al dolore che provava interiormente. Avvicinò la lama alla mano,senza sapere se avesse abbastanza coraggio per farlo.
<< Jordan? >> si sentì chiamare da una voce che conosceva molto bene. Si voltò e lo vide,in piedi vicino al frigo. La guardò intensamente negli occhi ed il turbamento svanì dalla sue iridi scure quando abbassò il coltello nel lavello. Deglutì sonoramente mentre chiudeva il rubinetto.
<< Hai trovato le birre finalmente >> disse fingendo un tono scherzoso,ma Tc non le credette.
<< Jordan… - esordì,poggiando la cassetta di birra in terra – Credimi,quella non è una soluzione >>. La vide sollevare il mento e distogliere lo sguardo,come faceva di solito quando la si coglieva in fallo. Compì qualche passo incerto verso di lei e cercò un contatto visivo mentre si asciugava le mani. Non appena ebbe finito,le tolse lo straccio umido dalle dita e lo posò sul piano della cucina. Prese un profondo respiro e la afferrò delicatamente per un braccio,voltandola verso di sé. Le sistemò una ciocca di capelli dietro al lobo dell’orecchio
<< Ti amo,Jordan… >> le sussurrò sperando che sollevasse lo sguardo nel suo. Ci aveva messo un sacco di tempo per dirle quelle due semplici parole ed ora che ci era riuscito,non servivano a distoglierla dall’idea del suicidio. Non le bastava più Tc Callahan per vivere e questo,lo demoralizzò.
<< Anch’io,Tc… >> mormorò con voce flebile.
<< E allora perché vuoi lasciarmi? – lei sollevò il volto,aggrottando la fronte confusa – Non far finta di non capire… >> la ammonì in finto rimprovero.
<< Mi sento vuota… >> singhiozzò,intrecciando nervosamente le dita.
<< Vieni qui… >> la esortò dolcemente,avvolgendole un braccio intorno alle spalle per stringerla a sé. Jordan si aggrappò a lui,stringendo la sua maglietta nera fra le dita così forte da sbiancarsi le nocche. Affondò il viso nel petto di  Tc,che chiuse gli occhi quando la sentì urlare per il tormento. Le sue grida di sconforto,che non riusciva ad effondere gli graffiavano i timpani e d’istinto,aumentò la stretta intorno a quell’esile corpo di giovane donna,che amava con tutto sé stesso. Lasciò che gridasse fino al mal di gola,che piangesse fino a disidratarsi e a sentire le sue unghia affondare nella pelle,sotto la maglietta. Dopo un’abbondante mezz’ora,sentì il respiro di Jordan tornare regolare mentre le pettinava i capelli con una mano e con l’altra,le accarezzava la schiena. Percepì i suoi muscoli distendersi e rilassarsi e quando abbassò gli occhi per guardarla,vide che era sul punto di addormentarsi. Scostò i capelli scuri dal suo volto,permettendogli di vedere alcune gocce d’acqua salata scorrerle ancora sul viso ed imperlare le lunghe ciglia. Lei lo fissò con gli occhi bordati di rosso e gli passò una mano sul petto,sulla stoffa inumidita della T-shirt.
<< Ti ho sporcato la maglietta di trucco >> mormorò crucciata,facendo nascere un sorriso sulle labbra dell’ex-militare.
<< Come il maglioncino rosa >> le rammentò e vide le sue labbra piegarsi a quel ricordo. Alzò di nuovo gli occhi i quelli di Tc e gli intrecciò le braccia attorno al collo nel momento in cui la sollevò con facilità. Si avviluppò a Tc,allacciandogli le gambe attorno ai fianchi come i koala,che aveva visto alla tv mentre la portava in camera,spegnendo le luci di volta in volta.
   
 
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