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Autore: Victoria Herondale    15/08/2015    0 recensioni
Victoria, la nuova semidea arrivata al campo, viene subito coinvolta in un'impresa molto pericolosa.
Deve trovare insieme ai suoi amici un' oggetto in grado di salvare Talia e Jason i figli di Zeus al campo che sono stati maledetti.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Benvenute al Campo Mezzosangue!- ci dice Percy, raggiante. Non guardo neanche dove sono. Salto addosso a Percy e lo atterro. Sento che non se lo merita, perché ha salvato me e la mia amica, ma il mio cervello mi dice di farlo. Mi piego a terra vicino a Percy, dove lui giace più sbalordito, che dolorante. In effetti non credo di avergli fatto male. Secondo me è caduto solo perché non se l’aspettava. -Spiegami immediatamente cos’è successo, cosa ci faccio qui, chi sei te e chi era Axel- dico con più risolutezza possibile. Senza far notare ovviamente che quel ragazzo mi faceva un po’ paura. Mentre fisso Percy in attesa della risposta, arriva un ragazzo della mia età con grandi occhi verdi che tira su Percy con una mano. –Stai calma, è difficile per tutti all’inizio- quando i nostri sguardi si incrociano nei suoi occhi vedo l’ infinito: vedevo colline verdi, emozioni, idee, pensieri, vedo riflesso tutto. -O-Okay- tolgo lo sguardo da quegli occhi stupendi e guardo Percy –Spiega- gli dico impaziente. -Aaallora….. hai presente gli Dei dell’ Olimpo greci? Sono reali!- dice. -Ahahaha. Molto divertente. Ora raccontami tutto.- -Ehi, non stavo scherzando. Gli dei esistono ancora. E anche i mostri.- -Come Axel?- -No, lui…-disse guardandosi intorno –te lo spiego dopo.- Sembrava nervoso. Non voleva che si sapesse di Axel. Annuì e gli chiesi –Ma non dovrebbero essere morti?- -Ehm…diciamo che non so bene perché… a me avevano spiegato cose su una certa “civiltà occidentale”…maaaa non credo che sia molto utile.- -Allora io dovrei crederti? È assurdo!!- -Già. Vuoi credermi?- -Sì ma prima… cosa sei tu? -Allora partiamo dall’inizio. Fin dall’antichità gli dei amano andare in giro e fare figli qua e là. E continuano anche oggi a fare figli. Sono noiosi, non cambiano mai- disse, prima di interrompersi a causa di un tuono in lontananza. -Okay non lo dico più- dice Percy alzando le mani in segno di resa, guardando il cielo come se si riferisse proprio ad esso. -Continuiamo. Io sono un mezzosangue o più comunemente chiamato “semidio”. Come te.- -Quindi io sarei una semidea?- non ci potevo credere. Io? Una normalissima ragazza di New York figlia di un dio? -Sì lo sei. Ti va di fare un giro?- mi dice lui, indicando con il mento il mare –Okay, andiamo- dico deglutendo. Il mare qui è molto bello. Le onde hanno tutte le sfumature possibili dell’azzurro. Mi giro, anche Percy sta guardando il mare come me, osservando tutte le sfumature di blu e azzurro. -E io di quale dio sarei figlia?- dico un po’ titubante. Non vorrei essere classificata figlia di Afrodite, ad esempio. Non sono esattamente la ragazza che si trucca e passa tutto il tempo a guardarsi allo specchio. Anzi esattamente il contrario. Che idee strane mi stavo facendo. Poi, da quello che mi aveva spiegato Percy io non posso essere figlia di una dea perché a me manca il padre non la madre. -Stavo giusto pensando a questo- dice. Poi tira fuori la penna che immediatamente si trasforma in spada. Poi inaspettatamente mi aggredisce. Neanche il tempo di pensare che mi copro la faccia con entrambe le braccia. Tra me e la spada di Percy si è eretto un muro di acqua. Un muro di acqua?! Com’è possibile?! Poi quando abbasso le braccia l’ acqua cade ritornando allo stato liquido. -Ciao sorellina!- mi dice Percy. -Sorellina?-dico leggermente sbalordita. -Esatto. Tu sei figlia di Poseidone, esattamente come me. Ovvero abbiamo lo stesso padre anche se non la stessa madre- mi dice lui entusiasta. -Fantastico!- E sono sincera. Finalmente so chi è mio padre. E non mi dispiace a dirla tutta. Almeno non è Afrodite o Dionisio e… CAVOLO POSSO DOMINARE L’ ACQUA CHE FIGATA! -Aspetta un secondo... e se io non mi fossi parata?- -Diciamo che….. ero sicuro al 80%- -Ah.- ma ero sopravvissuta. SONO FIGLIA DI UN DIO! WOW! Ma non posso lasciarmi distrarre dalla mia figaggine semidivina. Devo sapere cos’ è successo a scuola. -Allora “fratellino”… che diamine era quella nuvola? Un teletrasportatore? Una macchina del tempo?- chiedo mentre lui inizia a ridere per la mia ipotesi strana sulla macchina del tempo. -Allora è una specie di porta che ti fa andare in ogni luogo tu voglia. L’ hanno inventata i figli di Iride, la dea dell’ arcobaleno. Ecco perché ha i colori dell’ arcobaleno- come per prevenire la mia prossima domanda disse –Non lo possono usare chiunque. Solo un figlio di Iride può crearlo e solo chi è allenato a dovere può pensare precisamente al luogo dove andare, come me- sembrava molto fiero di questo suo traguardo. -Axel . Cos’è? -Non credo di essere in grado di spiegartelo. Ti dirà tutto Annabeth, dopo.- -Chi è Annab…?- non ebbi neanche il tempo di finire la frase. Percy mi aveva preso la mano e si era messo a correre, costringendomi a seguirlo. -TE LA PRESENTO! ANCHE TUTTI GLI ALTRI!- mi urlò lui. Ci avvicinammo ad un gruppo di ragazzi e ragazze che stava tirando con l’arco. Si stavano preparando a tirare un’altra freccia. -ANNABEEEETH!- urlava Percy urlò Percy agitando le braccia verso una ragazza bionda. La ragazza, che supponevo fosse Annabeth, mise giù l’arco e si avvicinò per abbracciare Percy. -Temevo non saresti tornato per un bel po’!- disse staccandosi da Percy per sorridergli. -Ho dovuto agire subito.- Poi Annabeth si girò come se si fosse appena accorta della mia presenza. Mi studiò per 30 secondi. Poi mi sorrise. Sospirai di sollievo. Mi sembrava di aver appena superato un test importante. L’unico test che io avessi mai superato, a dire il vero. Anche Percy sembrava sollevato. -Ti presento Annabeth. La mia ragazza.-
   
 
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