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Autore: Straightandfast    16/08/2015    5 recensioni
E okay, Beatriz è libera, forte e tutto il resto, ma quando Harry Styles la guarda con quegli occhi curiosi e l'espressione da bambino in attesa di chissà quali sorprese, un po' si sente tremare.
E va bene, va davvero bene anche se forse non se ne accorge nemmeno.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Elastic Heart.
 

Beatriz attraversa la strada velocemente, rischiando come al solito di essere messa sotto da almeno tre macchine perché, diavolo, non riesce ancora a ricordare che, in Inghilterra, tutto funziona al contrario, perfino la circolazione, e così guarda sempre dalla parte sbagliata della strada. Sono le sei del pomeriggio e il cielo – fino a qualche minuto prima coperto da un banco di nuvole bianche – si sta piano piano oscurando, lasciando come sempre perplessa Beatriz che, a distanza di un anno, non riesce ancora a capacitarsi dell’incredibile brevità delle giornate londinesi.
Si stringe nella giacca di camoscio marrone che ha indossato prima di uscire di casa, perché insieme alla sera arriva anche un vento fastidioso, che si infiltra al di sotto dei vestiti e ti entra nelle ossa, e lei lo sa bene; ci combatte dal primo giorno in cui ha messo piede a Londra, e ancora non è riuscita a trovare un modo per scongiurarne la presenza. Sorride, rasserenata, pensando che fra soli dieci minuti sarà all’Elephant, e, con un po’ di fortuna, Brice avrà acceso il riscaldamento e Cherry le avrà preparato una cioccolata calda; loro sono londinesi fino al midollo, perciò sono in grado di uscire in maniche corte anche con 5 gradi, ma – fortunatamente – le vogliono troppo bene per lasciare morire di freddo la loro espanolita preferita.
Con questa prospettiva in mente, affretta il passo, cercando di non immergere i suoi nuovi stivali neri in una delle numerosissime pozzanghere che costellano il suo cammino; addosso ha un paio di skinny jeans a vita alta e un maglione bordeaux largo che ha comprato molti anni prima durante un viaggio a Parigi. Quel maglione è l’unico ricordo positivo che ha di quella città, che, per il resto, ha odiato con tutta se stessa fin dal primo momento in cui è scesa dall’aereo e vi ha messo piede.

L’Elephant Bar, con tutte le luci accese  e la porta principale appena riverniciata di un verde brillante, le sembra un rifugio sicuro e, scorgendone da distante l’insegna che Cherry ha disegnato qualche mese prima, sente un familiare calore cospargersi per tutto il suo corpo. Sa che non è un granché, riconosce che si tratta solo di uno stupido pub, uguale ad altri cento, in quella città, ma ogni volta che lo vede, ogni volta che individua il piccolo elefantino disegnato sulla porta, o le finestre leggermente impolverate, non riesce a fare a meno di sentire quello strano magone che la tormenta sempre attenuarsi un po’.
In poche falcate raggiunge il locale e pochi secondi dopo fa il suo ingresso nel suo meraviglioso pub; come si era immaginata, Brice ha acceso i caloriferi e un soffice e confortevole calore rende la stanza ancora più accogliente del solito, ai suoi occhi.

«Grazie Brice. Stavo morendo di freddo, là fuori.» Gli rivolge un sorriso caloroso, mentre, con lo sguardo fisso sulle sue mani e un’espressione corrucciata, cerca di disincastrare la sciarpa dal suo collo e dall’aggancio della sua borsa. Brice, in cambio, le dedica un sorriso un po’ impacciato, perché uno scontroso come lui viene privato di tutte le sue armi, davanti al sorriso aperto di Beatriz e al suo grazie con la s finale chiaramente andalusa.
«Ci sono più di dodici gradi, Bea! Come fai ad avere freddo?» Luke si diverte sempre a prenderla in giro sul suo essere incredibilmente freddolosa, è forse l’unico argomento sul quale si sente abbastanza coraggioso per provocarla. Fino a quando, come al solito, Beatriz non lo smonta, con il suo carico di malizia, bellezza, ed ironia in grado di stendere chiunque, figuriamoci lui che ha una irrimediabile cotta per lei da un anno intero.
«Vuoi riscaldarmi te, Luke?» Dice infatti Bea, sorridendogli maliziosamente mentre si toglie il cappotto e lo getta su una sedia poco distante da loro; Luke arrossisce di botto e abbassa lo sguardo perché, cazzo sì, vorrebbe davvero riscaldarla lui, soprattutto se lei lo guarda negli occhi con tanta sfrontatezza e con quel sorriso aperto. Imbarazzato, inizia a pulire con uno strofinaccio il bancone, benché lo abbia pulito pochi minuti prima, e si concentra su una macchiolina che probabilmente è lì da anni e sempre ci rimarrà.
«Abbiamo ospiti, comunque.» Borbotta poi, ben deciso ad allontanare l’attenzione da sé, indicando con la mano che tiene lo strofinaccio un punto indefinito all’interno del locale.
Beatriz, curiosa, fa qualche passo in avanti, mentre si allaccia il grembiule, cercando di individuare chi siano “gli ospiti” e sorride, quando lo capisce. Zayn Malik è in piedi, di fronte a Cherry e la guarda con l’espressione più dolce che Beatriz abbia mai visto, mentre con le dita le accarezza la guancia destra con tenerezza; Cherry è appoggiata con la schiena al bancone, tiene una mano ben ferma sul fianco del suo ragazzo, e ricambia lo sguardo con la stessa intensità, un rossore mai visto prima che invece questa volta è ben visibile sulle sue guance. Non si dicono nulla, ma sembrano immersi in un magico mondo fatto di sguardi, piccoli contatti, e un grandissimo ed evidente amore; Beatriz sarebbe davvero curiosa di sapere cosa si stiano dicendo, in quel linguaggio silenzioso, ma la scena è troppo intima perfino per lei, e non si sente di rovinarla con il suo arrivo. Così, distoglie velocemente lo sguardo, facendolo vagare sul resto del locale; la maggior parte dei tavolini sono vuoti e perfettamente puliti – quella è l’ora in cui la gente torna a casa dal lavoro, ed è difficile che qualcuno si rifugi all’Elephant – fatta eccezione per uno, posto in un angolo e con una sedia verde che cattura subito l’attenzione, occupato da un ragazzo che dà da loro le spalle.
Beatriz non ha bisogno di vederlo in faccia per capire chi è, perché i suoi capelli lunghi e ancora più disordinati del solito e gli stivaletti marroni e leggermente rovinati in punta sono inequivocabili. Inarca il sopracciglio in un gesto di sorpresa, perché tutto si aspettava tranne trovarsi Harry Styles sul posto di lavoro, dopo due settimane di totale scomparsa da parte del ragazzo.

«Mi segui, Styles?» Gli si pone di fronte con curiosità, lei ancora in piedi e vestita di tutto punto e lui seduto comodamente con di fronte un libro, una ridicola camicia con qualche strano disegno sopra e i primi tre bottoni slacciati come sempre.
«Forse.» Harry le rivolge un sorriso divertito, mentre chiude il libro e lo mette da parte, indicandole la sedia accanto a lui e invitandola a sedersi; Beatriz si trattiene dal fargli notare che, in qualità di cameriera, sarebbe lei a doverlo invitare ad accomodarsi, ma comunque rimane in piedi, orgogliosa fino al midollo, rifiutando il suo invito con un pizzico di divertimento. Lui accoglie la sua presa di posizione con un sorriso divertito, perché Beatriz Iniego è una delle persone più esilaranti che conosca, e scuote la testa prima di ricominciare a parlare.
«Tutto bene? Ti vedo stanco.» Gli chiede perché okay, lei è sempre stata un’osservatrice abbastanza attenta, ma non ci vuole molto a capire che Harry avrebbe davvero bisogno di un letto o, in alternativa, di una bella dose di caffeina. I suoi occhi un po’ meno luccicanti del solito, le pesanti ombre scure sotto di essi, le mani che corrono spesso a stropicciarsi il viso nel tentativo di mantenersi sveglio urlano “stanchezza” da tutte le parti e lo rendono quasi tenero.
«Lo sono, in effetti.» Conferma lui, non mancando comunque di rivolgerle un sorriso gentile, perché forse è la prima volta che Beatriz gli rivolge una domanda personale e questa, anche se piccola, è una bella conquista. « Fra due ore dobbiamo essere a Stansted e prendere un volo per Parigi. Domani inizia la seconda parte del tour, Zayn è passato a salutare Cherry e così io ho pensato di fare un salto e salutare te.»
Beatriz inarca le sopracciglia, nel tentativo di capire dove voglia arrivare il ragazzo con quel discorso e mormora un «okay.» carico di curiosità; è ovvio che Zayn sia venuto a salutare Cherry, le loro mani vicine e gli occhi incatenati non hanno bisogno di spiegazioni. Quello che Beatriz non si spiega, invece, è cosa ci faccia esattamente Harry Styles lì.
«Staremo via per tre settimane, e in questi ultimi giorni mi è capitato di pensare a quello che ci siamo detti l’ultima volta che ci siamo visti.» Continua Harry, la voce resa ancora più strascicata dalla stanchezza che lo pervade; sono due settimane che non si fermano un attimo, tra interviste, prove e preparativi per la partenza e il ritorno a casa non gli è mai sembrato così faticoso. Dio solo sa quanto desidera un letto, in questo momento, eppure si sforza di mantenere lo sguardo fisso sul visetto pimpante e un po’ infreddolito di Beatriz. Lei, ancora vagamente confusa, ripete un «okay.» sempre meno convinto, perché davvero, non sa cosa dovrebbe aspettarsi da quella conversazione.
«Così, sono passato per lasciarti questa.
» Dice lui, tirando fuori dalla tasca dietro dei suo skinny jeans neri una busta bianca su cui, con una calligrafia elegante, è scritto un “Per Beatriz” che la incuriosisce fino all’inverosimile.
«Cosa è?>> Chiede lei, afferrandola con le sue dita lunghe e smaltate di rosso e portandosela subito davanti al volto; Harry ferma il suo tentativo di aprirla con una mano, stringendole leggermente il polso e attirando di nuovo la sua attenzione su di sé.
«Ti chiederei di leggerla solo il 27 sera.» Il suo viso è una maschera di serietà, mentre le fa questa richiesta, e riesce a non muovere un muscolo nemmeno di fronte allo stupore assoluto che si dipinge sul volto di Beatriz, né davanti alle sue proteste trattenute. «Sappi che puoi scegliere cosa fare del.. del contenuto della busta, non sei obbligata in nessun modo ad accettarlo. Spero solo di averti fatto un piacere.»
Beatriz sente di avere i lineamenti del viso stravolti dallo stupore, perché non c’è niente, niente di più strano di ricevere una busta da Harry Styles, contenente chissà cosa, con l’assurda richiesta di non aprirla prima di dodici giorni.
«Pensi che potresti promettermelo?» Harry si è alzato in piedi, nel frattempo, e la fronteggia con i suoi dieci centimetri in più che non sono mai stati evidenti come in quel momento; i suoi occhi verdi adesso sono privi di qualsiasi segno di stanchezza che precedentemente avevano, e la fissano con una tale intensità e sincerità che Beatriz si trova un po’ spiazzata.
La richiesta di Harry la coglie impreparata, perché dio, muore davvero dalla curiosità di scoprire il contenuto di quella busta bianca che tiene tra le mani e non crede davvero di essere psicologicamente in grado di resistere dodici lunghissimi giorni; dall’altra parte, però, Harry sembra così serio nella sua richiesta, che tanta serietà, tanta intensità richiedono quantomeno una risposta positiva alla sua domanda. Così, consapevole che nei giorni successivi se ne pentirà amaramente al punto da bestemmiare, muove il capo una, due volte in risposta. Il sorriso riconoscente e soddisfatto di Harry appare così all’improvviso, sul suo volto, che sembra ancora più radioso del solito, con le usuali fossette che fanno capolino dalle sue guance e gli occhi che brillano come non mai.

«Grazie, so che ti costerà un po’ di sforzo, ma giuro che ne varrà la pena. O almeno spero.» Si infila il cappotto cammello che aveva già la volta scorsa, e infila il libro nella tasca davanti, non distogliendo mai il suo sguardo smeraldo dal viso – è sempre stata così bella? – ancora leggermente infreddolito di Beatriz. «Allora ci sentiamo nei prossimi giorni, okay?»
E Beatriz davvero non capisce perché quella domanda abbia così tanto il sentore di una promessa, e soprattutto perché lui sia così interessato a lei, al punto di rapirla per un giorno e andarla a trovare sul posto di lavoro per consegnarle quella strana busta. In ogni caso, annuisce di nuovo, iniziando a pensare che forse, il fascino di Harry Styles sta iniziando ad ammaliare anche lei, visto che a malapena riesce a spiccicare parola, completamente sbalordita dai recenti avvenimenti.
«Cerca di non fare troppe stragi di cuori, mentre sono via.» Harry le sorride divertito, mentre le lascia un bacio tra i capelli e le sistema una ciocca dietro l’orecchio; fa qualche passo verso la porta, seguito da uno Zayn dal viso sconsolato per aver dovuto lasciare la sua adorabile fidanzata, prima di venire fermato di nuovo dalla voce squillante di Beatriz.
«Dovrei essere io a dirlo a te!» Esclama, facendo riferimento alla schiera di ragazzine che, a partire dal giorno successivo, saranno sotto al suo palco speranzose di ricevere almeno uno sguardo da lui. Harry scuote la testa con fare divertito, e le rivolge un ultimo sorriso quando lei urla «buon viaggio, comunque!»

Non appena Harry e Zayn spariscono dietro alla porta, Cherry si fionda subito su di lei, seguita da un Luke particolarmente curioso che, continuando a fingere di pulire il bancone, si avvicina sempre di più alle due ragazze per cercare di origliare i loro discorsi.
«Che c’è dentro la busta che ti ha dato?» La incalza subito la ragazza dai capelli rosa, cercando di sbirciare tra le mani di Beatriz, dove giace la busta bianca. Beatriz sorride, mentre ripone velocemente la busta all’interno della sua borsa, promettendosi mentalmente di non toccarla fino al 27 sera.
«Non lo so.» Risponde poi, mentre sorride a due ragazze che fanno ingresso nel locale, probabilmente inconsapevoli di chi avrebbero potuto incontrare, se solo fossero entrate qualche minuto prima. Luke va a prendere le loro ordinazioni, passando loro accanto con le orecchie drizzate pronto a captare ogni loro movimento e respiro. «Mi ha chiesto di non aprirla fino al 27 sera e sì, Cherry, se te lo stai chiedendo, ho intenzione di obbedire.» Afferma, anticipando già la domanda impellente della sua amica, mentre, ricevuto l’ordine da parte di Luke, inizia a fare due caffè per le ragazze che si sono appena sedute.
«Ma Bea! Non muori dalla voglia di sapere cosa c’è dentro?» Protesta Cherry, mettendo su un adorabile broncio che – Beatriz ne è sicura – utilizza ogni qual volta che Zayn le nega qualcosa.
«Certo. Ma glielo ho promesso, e lui sembrava tenerci tanto, così penso che mi tratterrò.» Dice, alzando le spalle in segno di noncuranza, cercando di convincere in primo luogo se stessa, con quelle parole; mette le tazzine piene di caffè fumante su un piattino e si dirige verso il tavolo delle ragazze.
Quando torna al bancone, Cherry è ancora nella stessa posizione in cui l’ha lasciata, e ha un’aria pensierosa stampata sul viso che fa tremare Beatriz; conosce bene quell’espressione e, di solito, non porta nulla di buono. Cherry è una delle persone più intelligenti che la spagnola conosca, dopo Brooke, e quando si decide a mettere in moto quel cervellino dotato che si ritrova, è capace di tirare fuori perle di saggezza degne di quel pensatore indiano di cui Noah divora i libri.

«Harry è strano, quando ci sei tu intorno.» Dichiara poi, puntando lo sguardo sul viso di Beatriz con un misto di curiosità e divertimento, quasi stesse cercando di risolvere un mistero che non la fa rimanere tranquilla.
«Cosa intendi?» Beatriz si appoggia al bordo del bancone, rifacendosi la coda e guardando con un’espressione demoralizzata i suoi stivali neri e nuovi, già rovinati dalla pioggia e dal fango delle strade di Londra.
«E’ meno sicuro di sé, quando sei nei paraggi» Spiega Cherry, continuando a guardarla dritta in faccia, la stessa espressione assorta che ancora non ha abbandonato i suoi lineamenti. «A pensarci bene, anche tu oggi eri meno sicura di te, mentre parlavi con lui.>>
«Se ti riferisci al fatto che non stavo capendo praticamente niente di quello che stava succedendo, allora sì, Chers, ero meno sicura di me.» Beatriz sorride divertita, mentre giocherella con una ciocca di capelli che proprio non ne vuole sapere di stare al suo posto insieme alle altre; nel frattempo, inoltre, cerca di calcolare mentalmente quanto tempo hanno ancora prima che il locale si riempia degli avventori tipici del dopo-cena e decide che sì, ha tutto il tempo di prepararsi un panino con wurstel e maionese e di mangiarselo, prima che l’Elephant diventi un inferno vero e proprio.
«Ah-ah, non mi riferivo a quello, Bea, e lo sai.» Cherry lotta qualche secondo con l’ultimo frammento di smalto che è rimasto attaccato ad un’unghia della mano destra, prima di alzare gli occhi sulla sua collega, un’improvvisa espressione carica di consapevolezza che irradia dal suo viso. «Non è che vi piacete più del normale, voi due?» 
Beatriz scuote la testa, con un’aria profondamente divertita sul volto, mentre si dirige verso il retro del bancone per andare a prepararsi il suo tanto agognato sandwich; Cherry, ignara di tutto e di tutti, continua a scrutarla con un’espressione curiosa, portandola all’esasperazione.
«Chers, io ed Harry non ci piacciamo. Siamo amici.»  Dichiara, mentre impegna tutte le sue forze per far uscire almeno una goccia di maionese dal tubicino che ha trovato abbandonato vicino al lavandino; gioisce internamente e sorride vittoriosa, quando due minuscole macchiette gialle si posano finalmente sul suo panino.
«Mmh, io guarderei il contenuto della busta, prima di dichiarare cose con così tanta sicurezza.»  Pronuncia sibillina Cherry, prima di allontanarsi da lei e mettersi a parlare con Brice, dall’altra parte del locale.
Beatriz la guarda per qualche secondo con la bocca spalancata perché, cristo!, non ci può credere che Cherry sappia cosa ci sia dentro a quella dannatissima busta e perché – ancora cristo! – muore dalla voglia di scoprirlo anche lei, adesso, e fanculo alla promessa che ha fatto ad Harry. A salvarla dal commettere un’azione di cui sicuramente si pentirebbe, c’è una famiglia di turisti italiani, incredibilmente sorridenti e incredibilmente stanchi, che entrano nel pub ed ordinano subito da mangiare; Beatriz schizza verso di loro, rivolgendo un grande sorriso malizioso al ragazzo sui diciotto anni seduto ad un angolo del tavolo, biondino e notevolmente carino, per poi voltarsi verso il resto della famiglia e accontentare le loro richieste.

Dopo cinque ore, apre la porta di casa cercando di fare meno rumore possibile, per evitare di svegliare Noah o Brooke e – sempre silenziosamente – si dirige verso camera sua, buttandosi subito sul letto. Pochi minuti dopo, con ancora i vestiti addosso e il poco trucco che aveva sugli occhi, si addormenta di colpo, felice che quella giornata infinita si sia finalmente conclusa.
La busta è ancora nella borsa, al sicuro.


Ciao bellezzeeee :)
Sono in un ritardo a dir poco imbarazzante, lo so, ma giuro che ho avuto un mare di cose da fare e sono riuscita a caricare questo nuovo capitolo quasi per miracolo. Purtroppo per me le vacanze sono finite per ora, e devo mettermi a studiare per un esame che odio (Informatica :/) e non ho molto tempo per fare altro, perciò Bea e Harry hanno dovuto aspettare un po' più del normale.
Non sono molto soddisfatta di questo capitolo perché non è uscito esattamente come volevo, e non ho avuto tempo di correggerlo (l'ho corretto velocemente in macchina con le mie migliori amiche che cantavano a squarciagola "No church in the wild" perdonatemi gli errori e capitemi, per favore).
E' abbastanza di passaggio, ma spero di avervi un po' incuriosito con la storia della busta misteriosa, e mi piacerebbe moltissimo sapere quali potrebbero essere le vostre ipotesi. Nel prossimo capitolo si capirà tutto :3
Vi mando un bacione one one, spero che le vostre vacanze stiano procedendo al meglio,
All the love as always,
Chiara.


  
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