Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Miss Trent    30/01/2009    7 recensioni
"Mi chiamo Nina Williams, e sono una cacciatrice. Il termine esatto in realtà sarebbe "assassina a pagamento", dato che uccido persone dietro compenso, ma preferisco di gran lunga definirmi una cacciatrice..."
Nina Williams ha ricevuto un altro incarico di morte: il suo obiettivo è Sergei Dragunov, un glaciale militare russo impegnato in una missione scomoda. Sullo sfondo della neve di Mosca prima e dei monti siberiani poi, questa missione sembra non avere fine. E Dragunov sembra avere più di un lato nascosto.
__EPILOGO__
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nina Williams, Sergei Dragunov
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Siberia

L'ispirazione sembra essere tornata...strada facendo alcune idee si sono aggiunte, altre sono definitivamente cadute, con il risultato che la fine si è spostata di uno o due capitoli rispetto al piano originale^^ Questo era pronto da un po', ma solo oggi ho trovato il tempo di aggiustarlo per bene...come sempre, spero vi piaccia :)

Capitolo ottavo – Siberia


Hotel Novosibirsk, Novosibirsk ore 22.46

  Dalla stanza accanto si potevano distinguere tutti i rumori, che giungevano attutiti attraverso le pareti. Lo scroscio dell'acqua, i passi sulla moquette. Probabilmente Lars era in bagno. Nina uscì sul corridoio, e riuscì a intrufolarsi in camera sua. Approfittando di quel momento, copiò i dati contenuti nel suo palmare, rimettendolo a posto appena in tempo.
  – Hai perso qualcosa? – la apostrofò lui uscendo dal bagno.
  Cazzo, pensò Nina. Si girò, e lo vide appoggiato allo stipite.
  – Che ci fai qui dentro? – continuò venendo verso di lei.
  – Controllo che sia tutto in ordine. – fece sarcastica.
  – Non ti devi preoccupare, è sempre tutto in ordine. – fece Lars in tono soave.
  – Sei sempre così gentile? –
  – E tu sei sempre così nervosa? – continuava a sorriderle tranquillo, passandosi una mano fra i capelli. – Rilassati. – aprì una bottiglia di vodka sul comodino e ne versò un po' in un bicchiere.
  – Potrebbe non essere tutto a posto, tra poco – mormorò lanciandogli un’occhiata obliqua. Quando le porse il bicchiere Nina lo rifiutò.
  – Non ci ho messo niente, mi hai visto… – Lars sorseggiò la vodka al posto suo, e le si avvicinò. – Sei proprio come ti descrivono... – azzardò poggiandole una mano sul fianco.
  Nina si scansò leggermente, e gli prese il bicchiere. Ne bevve un sorso, senza smettere di fissarlo negli occhi.
  – Se solo sapessi chi è che mi descrive...sono sempre diversa da quello che sembro. –
  Lui non si scompose. – Hai bisogno di distrarti. – la sua voce si era fatta più morbida.
  – E come? – Nina finse di non capire.
  – Oh, andiamo, siamo adulti e vaccinati... –
  Non sapeva se poteva concedersi quella distrazione, ma prima che potesse pensare altro si era ritrovata il viso di Lars a pochi centimetri dal suo orecchio, e le sue mani in vita.
  – Hai dei fianchi bellissimi. –
  Quel complimento le suonava strano, tanto che non seppe trattenere un sorriso.
  Se così dev'essere, si fa a modo mio.
  Iniziò a sfilargli la camicia con gesti misurati, poi lasciò che lui le togliesse il maglione. Lars sembrava stare perdendo il controllo quando lei lo spinse sul materasso. Si era chinata a baciarlo – o meglio, torturarlo con la punta della lingua sul collo e sui lobi – mentre lui la corrispondeva e cercava di liberarsi dal resto dei vestiti. Nina non faceva nulla per aiutarlo, anzi lo teneva sulle spine.
  Più lo sentiva eccitato, più lo provocava.
  – Sono proprio come mi descrivono? – sussurrò tagliente mentre i pantaloni di Lars e finivano a terra.
  Senza preavviso si alzò e recuperò il suo dolcevita, lasciandolo sdraiato a bocca asciutta. Lars sorrise, forse facendo buon viso a cattivo gioco, e si tirò su.
  – Buonanotte, tesoro – disse malignamente Nina sulla porta.
  – Stronza... – sogghignò lui guardandola uscire.

  Nella sua stanza, Nina controllò i dati copiati dal palmare di Lars. Era un soldato abbastanza esperto, fedele alla sua organizzazione. Non aveva trovato elementi che potessero farla dubitare di lui e della sua onestà. Il sonno giunse poco dopo, piatto e senza sogni.

  La mattina dopo erano pronti a partire. Lasciarono l'albergo in fretta e si diressero verso la periferia di Novosibirsk, nella zona industriale. In un capannone anonimo dieci moto uguali, nere e di grossa cilindrata erano sistemate in una fila ordinata, insieme ad armi e mezzi di sopravvivenza. Nina pensò con una punta di rimorso alle sue armi, quelle che aveva fatto arrivare dall'Irlanda, che non poteva andare a ritirare.
  – Ti piace questa piccolina? 100 cavalli tra le gambe sono sempre una bella sensazione. – disse Lars montando su una delle Ducati Monster 1100 e indossando un casco integrale completamente oscurato.
– Sono bellissime. – Nina aveva fatto un giro intorno alla sua per guardarla meglio, poi ci era salita. Si, si stava davvero da dio su una di quelle. Abbassò il casco e diede l'ok a Lars. Con un rumore assordante misero in moto e uscirono nella luce limpida di quella mattina.
  Il viaggio era lungo e il freddo non perdonava, tuttavia Nina si sentiva euforica. Doveva rimanere concentrata, anche se con la mente era già arrivata a destinazione.
  Le città lasciarono gradualmente il posto a tratti sempre più lunghi di strade innevate e deserte, e anche l'ultimo distributore di benzina sparì dietro di loro. Era sera ormai, avrebbero dovuto trovare un posto dove dormire.
  Nina seguiva Lars e allo stesso tempo controllava la posizione sul gps. Non mancava molto, ma non era sicura che le l'avrebbero fatta con i tempi. Il suo compagno prese una deviazione laterale su una strada poco battuta. Poco lontano vide una casa, probabilmente vuota, nella quale avrebbero potuto sostare.
  Lars spense il motore davanti ad una porta abbastanza malandata.
  – Rimarremo qui il tempo necessario per rimetterci in forze. Sei stanca? – chiese a Nina tirando fuori una chiave altrettanto datata.
  – Niente affatto. È adesso che inizio a sentirmi bene. –
  – Dentro è anche peggio. – disse lui mentre apriva la porta e si faceva da parte.
  – Mi so adattare. – rispose passandogli davanti.
  Lars non aveva torto, quella costruzione sembrava reggersi in piedi per miracolo. I mobili – o quel che ne rimaneva – avevano tutti qualche anta mancante, i muri scrostati, gli spifferi...Nina poggiò lo zaino in un angolo e si voltò verso il suo collega, che stava chiudendo la porta. Meglio, tentava di chiuderla, ma alla fine risolse con un calcio ben assestato.
  – Domani arriveremo a pochi chilometri dalla base, il resto dobbiamo farlo a piedi. Sai meglio di me che dobbiamo agire di notte. Tieni, dovrai mettere queste – iniziò Lars porgendole un pacco. – Sono le divise dell'esercito russo. Passeremo un po' meno inosservati –
  – Non sono il massimo, se dobbiamo diventare invisibili. So quello che mi serve. –
  Lars non rispose, decidendo che forse era meglio lasciar perdere.
  – Ci conviene prepararci per la notte. – disse srotolando il suo sacco a pelo.
  Nina fece lo stesso, mettendosi a poca distanza da lui. Per alcuni minuti non parlarono, impegnati a divorare una delle barrette energetiche che era la loro cena.
  – Quel bastardo ha le ore contate. – Nina aveva pensato ad alta voce.
  Lars le lanciò un'occhiata indefinibile. – Non fare cazzate intesi? Quando finisce questa storia noi abbiamo un discorso in sospeso – disse accennando un sorriso sghembo.
  – Non sei professionale, lo sai? Mettiti l'anima in pace – ribatté lei.
  – Tranquilla, non sono sempre così... –
  – Lo spero. –

  Il vento che ululava dalle finestre non conciliava il sonno, tuttavia riuscirono entrambi ad addormentarsi. Si svegliarono poche ore dopo quasi contemporaneamente, e si misero di nuovo in viaggio con il sole ancora basso sull'orizzonte. Ormai si vedevano solo rilievi innevati e qualche albero isolato.
  – Preparati a lasciare la moto – la voce di Lars arrivava dall'auricolare bluetooth montato sul casco. Poche centinaia di metri dopo si fermarono in un'ansa nascosta, dove lasciarono i mezzi e proseguirono a piedi. Il percorso era abbastanza accidentato, reso difficoltoso anche dal peso della strumentazione.
  Nina sentiva di nuovo la familiare sensazione di fuoco nelle vene, ma cercava di rimanere quanto più concentrata.
  – Non appena ci introdurremo all'interno dovremo agire più in fretta possibile. – disse Lars durante una breve sosta durante il cammino. Nina aveva annuito energicamente, rialzandosi e rimettendosi in marcia.

_____________________________________________________

La Ducati Monster, ah, la Ducati Monster! La moto dei miei sogni, chissà se un giorno potrò mai guidarne una...
Un enorme grazie a Mimi93, Angel Texas Ranger (le vostre recensioni mi fanno sempre felicissima), Mai Valentine e The Mad Hatter (due new-entries, che bello! Spero che vi piacciano anche i prossimi capitoli^^):) Il prossimo aggiornamento...non so se si farà aspettare, conto di finirlo al più presto...per ora vi lascio con un grosso bacio :-* alla prossima!

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Miss Trent