L'ispirazione sembra essere tornata...strada facendo alcune idee si sono aggiunte, altre sono definitivamente cadute, con il risultato che la fine si è spostata di uno o due capitoli rispetto al piano originale^^ Questo era pronto da un po', ma solo oggi ho trovato il tempo di aggiustarlo per bene...come sempre, spero vi piaccia :)
Capitolo ottavo – Siberia
Hotel Novosibirsk, Novosibirsk ore 22.46
Dalla stanza accanto si potevano distinguere tutti i rumori, che giungevano attutiti
attraverso le pareti. Lo scroscio dell'acqua, i passi sulla moquette. Probabilmente Lars era
in bagno. Nina uscì sul corridoio, e riuscì a intrufolarsi in camera sua. Approfittando di
quel momento, copiò i dati contenuti nel suo palmare, rimettendolo a posto appena in
tempo.
– Hai perso qualcosa? – la apostrofò lui uscendo dal bagno.
Cazzo, pensò Nina. Si girò, e lo vide appoggiato allo stipite.
– Che ci fai qui dentro? – continuò venendo verso di lei.
– Controllo che sia tutto in ordine. – fece sarcastica.
– Non ti devi preoccupare, è sempre tutto in ordine. – fece Lars in tono soave.
– Sei sempre così gentile? –
– E tu sei sempre così nervosa? – continuava a sorriderle tranquillo, passandosi una
mano fra i capelli. – Rilassati. – aprì una bottiglia di vodka sul comodino e ne versò un po'
in un bicchiere.
– Potrebbe non essere tutto a posto, tra poco – mormorò lanciandogli un’occhiata
obliqua. Quando le porse il bicchiere Nina lo rifiutò.
– Non ci ho messo niente, mi hai visto… – Lars sorseggiò la vodka al posto suo, e le
si avvicinò. – Sei proprio come ti descrivono... – azzardò poggiandole una mano sul
fianco.
Nina si scansò leggermente, e gli prese il bicchiere. Ne bevve un sorso, senza
smettere di fissarlo negli occhi.
– Se solo sapessi chi è che mi descrive...sono sempre diversa da quello che sembro.
–
Lui non si scompose. – Hai bisogno di distrarti. – la sua voce si era fatta più
morbida.
– E come? – Nina finse di non capire.
– Oh, andiamo, siamo adulti e vaccinati... –
Non sapeva se poteva concedersi quella distrazione, ma prima che potesse pensare
altro si era ritrovata il viso di Lars a pochi centimetri dal suo orecchio, e le sue mani in
vita.
– Hai dei fianchi bellissimi. –
Quel complimento le suonava strano, tanto che non seppe trattenere un
sorriso.
Se così dev'essere, si fa a modo mio.
Iniziò a sfilargli la camicia con gesti misurati, poi lasciò che lui le togliesse il
maglione. Lars sembrava stare perdendo il controllo quando lei lo spinse sul materasso. Si
era chinata a baciarlo – o meglio, torturarlo con la punta della lingua sul collo e sui lobi –
mentre lui la corrispondeva e cercava di liberarsi dal resto dei vestiti. Nina non faceva
nulla per aiutarlo, anzi lo teneva sulle spine.
Più lo sentiva eccitato, più lo provocava.
– Sono proprio come mi descrivono? – sussurrò tagliente mentre i pantaloni di Lars e
finivano a terra.
Senza preavviso si alzò e recuperò il suo dolcevita, lasciandolo sdraiato a bocca
asciutta. Lars sorrise, forse facendo buon viso a cattivo gioco, e si tirò su.
– Buonanotte, tesoro – disse malignamente Nina sulla porta.
– Stronza... – sogghignò lui guardandola uscire.
Nella sua stanza, Nina controllò i dati copiati dal palmare di Lars. Era un soldato
abbastanza esperto, fedele alla sua organizzazione. Non aveva trovato elementi che
potessero farla dubitare di lui e della sua onestà. Il sonno giunse poco dopo, piatto e
senza sogni.
La mattina dopo erano pronti a partire. Lasciarono l'albergo in fretta e si diressero
verso la periferia di Novosibirsk, nella zona industriale. In un capannone anonimo dieci
moto uguali, nere e di grossa cilindrata erano sistemate in una fila ordinata, insieme ad
armi e mezzi di sopravvivenza. Nina pensò con una punta di rimorso alle sue armi, quelle
che aveva fatto arrivare dall'Irlanda, che non poteva andare a ritirare.
– Ti piace questa piccolina? 100 cavalli tra le gambe sono sempre una bella
sensazione. – disse Lars montando su una delle Ducati Monster 1100 e indossando un
casco integrale completamente oscurato.
– Sono bellissime. – Nina aveva fatto un giro intorno alla sua per guardarla meglio, poi ci
era salita. Si, si stava davvero da dio su una di quelle. Abbassò il casco e diede l'ok a Lars.
Con un rumore assordante misero in moto e uscirono nella luce limpida di quella mattina.
Il viaggio era lungo e il freddo non perdonava, tuttavia Nina si sentiva euforica.
Doveva rimanere concentrata, anche se con la mente era già arrivata a destinazione.
Le città lasciarono gradualmente il posto a tratti sempre più lunghi di strade
innevate e deserte, e anche l'ultimo distributore di benzina sparì dietro di loro. Era sera
ormai, avrebbero dovuto trovare un posto dove dormire.
Nina seguiva Lars e allo stesso tempo controllava la posizione sul gps. Non
mancava molto, ma non era sicura che le l'avrebbero fatta con i tempi. Il suo compagno
prese una deviazione laterale su una strada poco battuta. Poco lontano vide una casa,
probabilmente vuota, nella quale avrebbero potuto sostare.
Lars spense il motore davanti ad una porta abbastanza malandata.
– Rimarremo qui il tempo necessario per rimetterci in forze. Sei stanca? – chiese a
Nina tirando fuori una chiave altrettanto datata.
– Niente affatto. È adesso che inizio a sentirmi bene. –
– Dentro è anche peggio. – disse lui mentre apriva la porta e si faceva da parte.
– Mi so adattare. – rispose passandogli davanti.
Lars non aveva torto, quella costruzione sembrava reggersi in piedi per miracolo. I
mobili – o quel che ne rimaneva – avevano tutti qualche anta mancante, i muri scrostati,
gli spifferi...Nina poggiò lo zaino in un angolo e si voltò verso il suo collega, che stava
chiudendo la porta. Meglio, tentava di chiuderla, ma alla fine risolse con un calcio ben
assestato.
– Domani arriveremo a pochi chilometri dalla base, il resto dobbiamo farlo a piedi.
Sai meglio di me che dobbiamo agire di notte. Tieni, dovrai mettere queste – iniziò Lars
porgendole un pacco. – Sono le divise dell'esercito russo. Passeremo un po' meno
inosservati –
– Non sono il massimo, se dobbiamo diventare invisibili. So quello che mi serve.
–
Lars non rispose, decidendo che forse era meglio lasciar perdere.
– Ci conviene prepararci per la notte. – disse srotolando il suo sacco a pelo.
Nina fece lo stesso, mettendosi a poca distanza da lui. Per alcuni minuti non
parlarono, impegnati a divorare una delle barrette energetiche che era la loro cena.
– Quel bastardo ha le ore contate. – Nina aveva pensato ad alta voce.
Lars le lanciò un'occhiata indefinibile. – Non fare cazzate intesi? Quando finisce
questa storia noi abbiamo un discorso in sospeso – disse accennando un sorriso
sghembo.
– Non sei professionale, lo sai? Mettiti l'anima in pace – ribatté lei.
– Tranquilla, non sono sempre così... –
– Lo spero. –
Il vento che ululava dalle finestre non conciliava il sonno, tuttavia riuscirono
entrambi ad addormentarsi. Si svegliarono poche ore dopo quasi contemporaneamente, e
si misero di nuovo in viaggio con il sole ancora basso sull'orizzonte. Ormai si vedevano
solo rilievi innevati e qualche albero isolato.
– Preparati a lasciare la moto – la voce di Lars arrivava dall'auricolare bluetooth
montato sul casco. Poche centinaia di metri dopo si fermarono in un'ansa nascosta, dove
lasciarono i mezzi e proseguirono a piedi. Il percorso era abbastanza accidentato, reso
difficoltoso anche dal peso della strumentazione.
Nina sentiva di nuovo la familiare sensazione di fuoco nelle vene, ma cercava di
rimanere quanto più concentrata.
– Non appena ci introdurremo all'interno dovremo agire più in fretta possibile. –
disse Lars durante una breve sosta durante il cammino. Nina aveva annuito
energicamente, rialzandosi e rimettendosi in marcia.
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La Ducati
Monster, ah, la Ducati Monster! La moto dei miei sogni, chissà se un giorno potrò mai
guidarne una...
Un enorme grazie a Mimi93, Angel Texas Ranger (le vostre recensioni mi fanno sempre
felicissima), Mai Valentine e The Mad Hatter (due new-entries, che bello! Spero che vi
piacciano anche i prossimi capitoli^^):) Il
prossimo aggiornamento...non so se si farà aspettare, conto di finirlo al più presto...per
ora vi lascio con un grosso bacio :-* alla prossima!