Ebbene si,
Neve e Sangue non è morta. Dopo dieci mesi che non
aggiorno, c'è solo da chiedere umilmente scusa. E per evitare che succeda
ancora, ho preferito finire di scriverla prima di ricominciare a postare.
Questo capitolo è abbastanza corto (ma necessario in quanto di passaggio),
mentre il prossimo sarà decisamente più lungo...ma non mi dilungo oltre e vi
lascio alla storia^^
Capitolo nono Nella Tana del Lupo
Base dellesercito Russo, Siberia Centrale, ore 23.57
Infiltrarsi per uccidere era una delle cose che Nina Williams amava
fare. Furtiva e felina, era diventata esperta nelle tecniche di assassinio sotto
copertura molto presto. E le aveva affinate per molto, molto tempo.
Compiacendosi della sua esperienza, stava scivolando insieme a Lars
lungo la recinzione della base. I visori notturni rendevano il mondo una
monocromia verde, in cui gli esseri viventi erano figure multicolore, grazie al
sensore termico. Erano avanzati nella neve per parecchio tempo, aspettando il
favore delle tenebre per avvicinarsi alla base.
Vicini ad uno dei cancelli, aspettarono il cambio della guardia per
sparare alle sentinelle, che si accasciarono a terra come marionette.
Controllando che non ci fosse nessuno, Lars e Nina si arrampicarono sulle
torrette di controllo, per poi atterrare all'interno sulla neve soffice. Fin
troppo facile.
Una volta dentro si guardarono intorno: poche luci al neon,
silenzio totale. Solo il vento fischiava di tanto in tanto tra le lamiere
incrinate di alcuni barili di ferro lì vicino.
Secondo i calcoli, si trovavano nella zona a nord, non lontano
dalle loro destinazioni. Camminarono rasente alle pareti, i fucili stretti tra
le mani. La strada sembrava sempre troppo lunga, e Nina teneva a bada la belva
feroce che le si era risvegliata in grembo. Fosse stato per lei, non le sarebbe
importato di dover affrontare l'intero reparto delle forze speciali russe pur di
arrivare a quello che le interessava.
Le nostre strade si dividono adesso. disse piano Lars. Nina lo
guardò con un sopracciglio alzato.
Come farai a trovare la documentazione da solo? rispose
altrettanto piano con una nota di ironia nella voce.
Ne avevano parlato sulla via che li portava alla base, con
disappunto di Nina che detestava essere informata all'ultimo secondo di una
parte così fondamentale del piano. Oltre ad eliminare Dragunov, cerano dei
documenti fondamentali per la G-Corporation che necessitavano di essere portati
via. Nina era lì solo per uccidere, Lars aveva quel lavoro in più. Avevano
risolto di dividersi i compiti lei avrebbe fatto quello che voleva da mesi, e
per cui ormai stava ribollendo, lui si sarebbe occupato della documentazione.
Studiando la planimetria della base, i server e gli archivi in cui sarebbe
dovuto entrare Lars si trovavano non lontano dagli alloggi degli ufficiali.
Avrebbero preso due piccioni con una fava.
Mi fa piacere che conservi ironia e sangue freddo. Andiamo,
dovremmo essere vicini. disse serio. Avanzando nellombra arrivarono ad un
bivio tra i capannoni, ciascuno segnato con una lettera cirillica e un numero.
Gli alloggi sono in 65, i server e gli archivi in 23. Dobbiamo
fare in fretta, ma questo lo sai già. Se dovesse succedere qualcosa abbiamo il
segnale di emergenza
e in nessun caso dobbiamo dire della presenza dell'altro.
completò Nina. Quella cantilena la conosceva a memoria, ormai.
Esatto. Io vado a sinistra allora. Ci teniamo in contatto via
auricolare. Lars si allontanò e presto sparì alla vista.
Nina avanzò fino ad arrivare su un piccolo spiazzo sul quale si
affacciavano tre edifici bassi, dove l'ingresso degli alloggi degli ufficiali
era illuminato da un neon sfarfallante. Secondo le informazioni che aveva
raccolto, Dragunov aveva una stanza in fondo a sinistra, una delle poche ad
avere una finestra. Aveva fatto il giro, ritrovandosi sul retro, davanti ad una
parete con tre aperture quadrate. Quella dell'alloggio della sua preda doveva
essere la più vicina a lei. Si avvicinò con la massima cautela e gettò
un'occhiata all'interno: la luce lunare faceva distinguere le sagome degli
oggetti una brandina, un armadio, un piccolo comodino ma non si vedevano
figure umane. Doveva prendere una decisione, e in fretta.
Domando un fremito iniziò a scassinare la finestra, pronta ormai a
qualsiasi cosa. L'avrebbe ammazzato con le sue mani, quel figlio di puttana. Con
un cigolio riuscì ad aprirla, scivolando silenziosa all'interno. Lasciò
socchiusa la finestra - dentro faceva tanto freddo che lo sbalzo di
temperatura non si sarebbe notato - e si nascose nell'angolo più buio proprio
dietro la porta, non prima di aver dato un'occhiata ad una giacca militare
abbandonata sul letto. La targhetta, in caratteri cirillici, riportava il nome
.. .
Sergei Nicolaevi Dragunov, pensò Nina arricciando le
labbra, soddisfatta che le cose stavano andando come dovevano. Silenziosa nel
suo angolo, quasi senza respirare, rimase con i sensi all'erta esaminando ogni
rumore che giungeva alle sue orecchie. Dragunov sarebbe dovuto rientrare
nell'arco di pochi minuti, come sapeva dalle settimane passate a documentarsi
anche sulle sue abitudini. Stringendo di più il fucile, fece un respiro profondo
per allentare la tensione.
Pian piano ci avviciniamo al momento cruciale...
Ringrazio infinitamente chi ha recensito lo scorso capitolo, ossia
morrigan89, Silver Princess, Mai Valentine, Angel Texas Ranger, Mimi93, The Mad
Hatter...e anche chi lo ha solamente letto :)
Oh, e quasi dimenticavo chi ha aggiunto la storia tra i preferiti! Grazie
ragazzi, mi rendete felice :D
A prestissimo, lo prometto.
Un bacio,
Miss Trent